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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 20/04/2014 @ 09:00:19, in Italia, visitato 2685 volte)

A Prato una sinti è candidata alla elezioni comunali nella lista di Sinistra Ecologia e Libertà, la notizia è di settimana scorsa. Quasi contemporaneamente, Nazzareno Guarnieri, presidente della Fondazione Romanì, lancia questa notizia: 

    Una ragazza rom di 24 anni, studente universitaria alla facoltà di Farmacia e componente di una equipe di ricerca sulle cellule staminali, è candidata per l'elezione del consiglio comunale di Pescara del prossimo 25 Maggio 2014, nella lista di forza Italia.

Su Facebook ne è nato uno scambio di opinioni, molto interessante e civile nei toni:

Idea Rom Palermo Peccato per il partito...

Ciny Antonio Ciniero pessimo partito

Ciny Antonio Ciniero chiunque decida di candidarsi in forza italia è chiaramente libero di farlo, è un suo problema quello di voler condividere un percorso politico all’interno di un partito che ha portato avanti politiche di natura a dir poco persecutoria, razzista e xenofoba, l’elenco delle leggi e degli atti discriminatori, fatto sia a livello nazionale che comunale (e non solo contro i cittadini rom), è così lungo e di dominio pubblico che lo risparmio ... in secondo luogo, se qualcuno si candida in forza italia, o in qualunque altro partito, è in primo luogo un candidato che esprime la linea politica di quel partito e, presumo, che per tale motivo verrà votato o meno. Se un cittadino rom si candida per forza italia è per me, in primo luogo, un candidato di forza italia. Non dimentichiamoci che quando forza italia ha portato in parlamento Souad Sbai quest’ultima ha coerentemente portato avanti politiche razziste, non è che la sua origine marocchina le ha impedito di portare avanti e sostenere leggi discriminatorie! Non mi risulta che si sia battuta contro il decreto sicurezza o contro la fantomatica “emergenza nomai” dichiarata dal suo collega Maroni o sbaglio?

Sergio Franzese Quanto allo schieramento politico la scelta è pessima

Nazzareno Guarnieri Cosa dovrebbe fare una persona rom che vuole partecipare attivamente alla vita politica italiana, visto che la scelta centro destra è una scelta sbagliata, il centro sinistra non candida persone rom (spesso neppure ci parla con i rom). E' un bel enigma.

Frank Gutenlicht Ci sono scelte criticabili, e poi ci sono scelte proprio sbagliate (che tu sia rom oppure no): forse la ragazza non è informata a sufficienza su chi sia Berlusconi e su cosa abbia fatto al Paese in quasi vent'anni.
Critiche possiamo farne a tutti i partiti, perché nessuno di essi è perfetto, ladri e corrotti ce n'è un po' ovunque e politiche sbagliate sono state fatte a DX come a SX; poi però ci sono i casi particolari, quelli che spiccano in mezzo agli altri per aver raggiunto vette (negative) a cui pochi sono arrivati.

Annalisa Tinozzi ah, così il bellissimo centro-destra pescarese può rifarsi la faccia dopo l'ignobile figura dei manifesti "fuori i rom e i delinquenti dalle case popolari". Complimenti. Concordo con Ciny Antonio Ciniero. E aggiungo: ma la comunità rom vuole votarla perché è rom e non perché appoggia un progetto politico? Ci sono molti modi più seri di "partecipare attivamente alla vita politica italiana". Non c'è molto di "attivo" in una candidatura. Ti mettono in una lista, qualcuno ti vota, se vinci vai lì a fare quello che vuole il partito (o qualsiasi cosa rappresentino oggi i partiti). Il più delle volte non vinci ma vieni utilizzato per raccogliere voti per qualcun altro. E questa candidatura, soprattutto se lei spingerà sul fatto che è una rom, servirà a qualcun altro per fare una bella figura, per dare un'immagine al partito. Ci sono modi più seri di una candidatura, per fare politica attiva... Io per esempio credo che la fondazione romanì sia un modo serio di far politica. In questo paese abbiamo visto anche africani nella lega nord... Questa storia mi fa pensare alle industrie che inquinano e poi fanno micro progetti pseudo-ambientali per "pareggiare il bilancio ambientale". Ma intanto ti hanno avvelenato per anni.

Sergio Franzese dopo aver letto gli altri commenti mi sono fatto l'idea che questa ragazza rischia di assumere il ruolo dell'utile idiota in seno ad un partito che sicuramente non mette al primo posto il benessere né del popolo italiano né delle minoranze ma solo gli intrallazzi di politici corrotti e spesso collusi con la malavita. Berlusconi, Dell'Utri, Cosentino e molti altri nelle loro file docent...

Daniele Guarnieri Criticate la scelta di forza italia?gli altri sono migliori?i piu puliti hanno la ROGNA!io rispetto la sua scelta e rispetto la persona a prescindere da che colore ha!

Frank Gutenlicht Daniele, come ho detto sopra, critiche se ne possono muovere a tutti i partiti; ma Berlusconi è Berlusconi.
La sua scelta la rispettiamo tutti, io personalmente spero che la ragazza ci rifletta un altro po' e magari si documenti meglio su Berlusconi.
(se si fosse iscritta alla Lega, saresti stato altrettanto indulgente?)

Daniele Guarnieri Sono abbastanza documentato su quasi tutto anke su berlusconi ! QUINDI !non mi sembra ke gli'altri siano migliori!lei conosce partiti puliti?
11 aprile alle ore 21.27 · Mi piace

Elisabetta Vivaldi Complimenti per la candidatura ma il partito politico scelto non e'di mia preferenza a causa di come ha trattato-tratta i Rom (con particolare riferimento agli eventi e rassegne stampa contenenti le dichiarazioni di Berlusconi del 2008). Fino ai giorni nostri comunque non ho visto/letto di nessuna azione pro-Rom da parte degli esponenti/leader di questo partito, al contrario dichiarazioni troppo spesso preoccupanti. Auguro comunque alla candidata tutto il meglio e spero che venga trattata con rispetto massimo come donna ma soprattutto come Romni soprattutto per le responsabilità che le stanno per assegnarle.

Daniele Guarnieri GRANDE ELISABETTA!

Letizia De Torre Bellissimo !

Karin Faistnauer non mi sembra che la sinistra si fosse comportato meglio...

Karin Faistnauer complimenti alla ragazza per i suoi studi !!!

Nazzareno Guarnieri Ringrazio tutti per le riflessioni e manifesto il mio rispetto per le idee di tutti.
Conoscendo bene la realtà abruzzese e la volontà politica delle diverse organizzazioni politiche abruzzesi verso la comunità rom, credo che la ragazza rom abbia fatto bene a candidarsi al consiglio comunale.
Personalmente spero, non solo che sia eletta, ma in particolare che sia uno stimolo per la comunità rom pescarese per partecipare alle votazioni con consapevolezza e ANDARE A VOTARE, invece di VENDERSI il voto a politicanti, come accade da molto tempo anche in Abruzzo.

Elisabetta Vivaldi Purtroppo la vendita del voto è una pratica piuttosto comune non solo tra i rom ma tra molte alte persone, dato che trova fondamento in una serie di promesse anti-etiche e bugiarde fatta dai politici di turno che vogliono accaparrarsi voti. La cosa più triste è pero' che una persona seppur valida porta i voti di una intera comunità ed è per me difficile pensare al fatto che una comunità voti per esponenti di una linea partitica che hanno espressamente manifestato sentimenti anti-Rom (come dimostrato dalle rassegne stampa). Personalmente avendo esperienza col lavoro politico parlamentare l'unica cosa che temo è che la ragazza, della quale non conosco il nome, possa essere messa in difficoltà, davanti a scelte difficili specie riguardo al popolo rom al quale appartiene e per questo che le auguro fortuna e soprattutto serenità e oculatezza.

Frank Gutenlicht Daniele Guarnieri partiti completamente puliti NON ce ne sono. Infatti non era quello il punto, il punto era: per quanto sporchi siano tutti gli altri, Berlusconi è PEGGIO.

Juana Azurduy Nazzareno, è importante non farsi strumentalizzare. Credo che, come candidata, debba chiedere al partito di includere nel programma le istanze per cui ci si batte da anni. Dubito che FI accenni in campagna elettorale alle politiche di integrazione, quindi è propaganda. Chau, julia

Sabahudin Berisa Dopo tutti i comenti che ho leto ma vi rendete conto che una grande idea e dobiamo sostenere i giovani eincoragiarli che siano piu ativi e eficienti per il semplice fato che siamo una popolazione romani che sapiamo benisimo . In quanto alla ragaza le auguro tante riuiscite in politica .

Vanessa Cirillo Cari amici,conoscenti,simpatizzanti o semplicemente lettori curiosi,con piacere tengo ad informarvi che quest'anno abbiamo duramente lavorato in varie città italiane ad una campagna di sensibilizzazione alla partecipazione attiva delle comunità romanì all'esercizio del diritto di voto e all'attività politica come servizio alla collettività. In alcune città e alcune comunità come quella abruzzese si sono create le condizioni per sperimentare in prima persona un impegno più concreto, un oppurtunità esperenziale, formativa e partecipativa. I candidati che hanno scelto questo percorso sono persone consapevoli e dotate di senso critico. Inoltre approfitto dell'occasione per fare una piccola considerazione su una concezione "gagè-associativa pseudo antagonista" secondo la quale le minoranze si dovrebbero riconoscere e quindi sostenere chi TEORICAMENTE per statuto,principio o propaganda si fà promotore di dirittti e uguaglianza: 1)La partecipazione ,l'inclusione e la vera emancipazione delle comunità romanì NON ESISTE IN NESSUNA AGENDA POLITICA anche perchè se esistesse toglierebbe la possibilità di lucrarci sopra sia in termini economici che elettorali. 2) Nelle comunità romanì come in tutti gli altri gruppi umani NON ESISTE UN'UNICA VISIONE MONOLITICA DELLA SOCIETA' E DELLA STORIA per tanto come in qualsiasi gruppo sociale le persone hanno diritto di scegliere chi votare o chi appoggiare. 3) In questo momento in Italia ci sono persone rom candidate in schieramenti diversi! RISPETTO PER TUTTI E APPOGGIO INCONDIZIONATO ALLA PARTECIPAZIONE

Giovanni Picker il mio lavoro di ricerca ha mostrato come in Italia negli ultimi 40 anni l’esclusione dei rom sia stata promossa attraverso la combinazione di ideologie e dottrine appartenenti sia a partiti liberal-conservatori sia a quelli liberal-progressisti. A fare da sfondo all’azione politica c’è stata una società civile il cui primario interesse è stato cercare in tutti i modi di far adeguare i rom alle proprie norme, aspettative, e idee sociali, morali, politiche. Con precise differenze tra diversi gruppi, la società civile si è mossa in maniera generalmente paternalistica, a volte riconoscendolo, ma quasi mai impegnandosi in un’autocritica aperta e onesta, condizione necessaria per cambiare radicalmente approccio. In certa misura, molti dei commenti che ho letto continuano su questa linea paternalistica, perpetuando, spesso probabilmente senza saperlo, logiche di potere radicate in secoli di stigmatizzazione e inferiorizzazione dei rom. E il fatto che la candidata sia appunto una candidata (donna) rende questo scambio di idee ancora più interessante, visto che, tra i rom, le donne si sono più spesso trovate oggettificate, razzializzate, e insomma inferiorizzate dai/dalle gagi/e. Credo rimanga ancora da fare un grande lavoro di cambiamento, ma chi, per primo, deve cambiare, non credo siano i rom.

Frank Gutenlicht Le donne rom "oggettificate" e "inferiorizzate" DAI GAGI?
Non so che ricerca tu abbia fatto, Giovanni Picker, ma io nei campi ho visto ben altro.

Giovanni Picker Frank Gutenlicht. dalla carmen di Bizet a 'gypsy blood' di Lubitsch, fino ai luoghi comuni dell’immaginario pescarese contemporaneo (dove ho fatto una parte della mia ricerca), le donne rom sono state razzializzate e oggettificate con un’eco più vasta rispetto agli uomini. Questa inferiorizzazione è stata spesso operata attraverso un'estrema idealizzazione, pensando al corpo femminile rom come emblema ultimo di molte delle caratteristiche rom acettate, e anzi desiderate , dai gagi, come la musica (danza, abiti esotici, ecc), la sensualità, ecc. ma anche attraverso la costruzione di miti direttamente inferiorizzanti come 'la zingara rapitrice'. L'ambivalenza idealizzazione/esclusione è costitutiva delle dinamiche di esclusione razzializzata dei rom (e di tutte le minoranze iperculturizzate o iperfolklorizzate). Nei campi non succede questo, ma io mi riferivo a come i gagi, che nei campi non è che ci abitino in molti, vedono i rom...

Juana Azurduy É una questione annosa, questa, che ho da sempre discusso: vedo sempre una strumentalizzazione proprio per relativismo. Accadde anche sul tema immigrazione quando l'estrema sinistra candidò cittadini immigrati naturalizzati ma, di fatto, non ne accolse le istanze e i CPT (oggi CIE) non furono mai messi in discussione. La mia è una convinzione più che altro libertaria: inutile concepire una lotta partitica ma rendersi militante e penso che in questo la Fondazione stia facendo un ottimo lavoro. Per il resto, mi dispiace non poterne discutere di persona, qui su FB è difficile farlo, ne verrebbe un discorso limitato alle proprie convinzioni e, visto il tema, sarebbe un peccato.

Frank Gutenlicht Giovanni, hai dimenticato Esmeralda de il Gobbo di Notre Dame, la zingara di Cloris Brosca ("la luuuuna neeera") e la canzone "Gitana" di Shakira.... ah, e le danzatrici gitane coi vestiti tutti colorati verso la fine di Train de Vie.
Ti concedo l'osservazione sull'archetipo della "zingara rapitrice", ma tutti gli altri esempi... sono veramente questi i problemi delle donne rom? Sono veramente queste le rappresentazioni di cui preoccuparsi?

Annalisa Tinozzi soprattutto... il maschilismo ed il paternalismo di un certo tipo di maschio italiano (un certo tipo di maschio italiano sia gagio che rom) colpiscono solo le donne rom? Che l'oggettivazione e la razzializzazione siano state maggiori nei confronti delle donne è frutto del sessismo, una sottocultura di cui non sono vittime solo le donne rom. Interessante sarebbe completare la ricerca studiando come i maschi gagi vedono noi donne "gagie" (si dice così..?), come i maschi rom vedono le donne gagie e come i maschi rom vedono le donne rom. Un generale problema di oggettivazione e riduzione a stereotipi che, purtroppo, colpisce tutte le donne. Ma anche in questo mi sembra che FI sia la forza politica che maggiori danni culturali ha prodotto negli ultimi decenni, puntando su un'immagine della donna incasellata in due rigidi ruoli che si rifanno alla più becera tradizione del maschilismo italiano: la donna sensuale, provocante, molto bella e che costruisce il proprio successo sull'avvenenza fisica o, all'opposto, la donna madre, bigotta e reazionaria, difensora della "famiglia" tradizionale e ferma oppositrice di qualsiasi unione diversa dalla "norma". Ma noi donne (tutte, non solo le "rapitrici" rom!) non siamo solo questo. Non rispondetemi che in FI ci sono anche donne diverse da questi stereotipi, lo so e non ho detto questo. Ho parlato di "(sotto)cultura" su cui il partito ha costruito il proprio successo (eh si, a molti italiani è piaciuta). Berlusconi non offese la Bindi per le sue idee politiche ma per l'aspetto fisico... e non offese la Merkel per la sua politica ma perché era una "culona inchiavabile". In realtà quel che voleva offendere era un modello di donna che non esiste solo in quanto in relazione ad un maschio (la "bella" del maschio o l'angelo del focolare) ma esiste autonomamente, non è assoggettata al potere del maschio (Silvio o chi per lui) ma ha un suo proprio potere, un cervello che usa (bene o male...) in piena autonomia. Che all'interno della comunità rom, come all'interno di tutta la società, esistano e debbano esistere vari modi di vedere il mondo lo so! Dico che questa scelta mi dispiace ma è solo una mia idea... lo direi a chiunque, anche ad una "gaggia" come me... Non sono una "curiosa" di questo account, sono una pescarese che è rimasta molto offesa ed addolorata dai manifesti fatti dal pdl (Sospiri... che ora si ricandida proprio con Forza Italia), quei manifesti enormi che dicevano "Fuori i rom e i delinquenti dalle case popolari"... perciò alla notizia di questa candidatura sono rimasta sorpresa... Non si offenda nessuno, ad un'amica "gaggia" avrei detto le stesse cose!

Ma non finisce qui, perché il dibattito, sempre aspro ma rispettoso, continua altrove

Betty Michelini Per Nazzareno Guarnieri, che mi sembrava perplesso sui commenti a proposito della rom candidata da forza italia...

Nazzareno Guarnieri Potrei rispondere con immagini di altre organizzazioni politiche che utilizzano il razzismo contro i rom per cercare il consenso, ma evito di farlo perchè chi è senza peccato scagli la prima pietra.

Nazzareno Guarnieri Se oggi nelle istituzioni politiche nazionali la presenza di persone rom è ZERO la responsabilità è di tutte le organizzazioni politiche, nessuno escluso, e per rispetto alla nostra intelligenza non raccontateci la favola che siamo divisi. Le politiche segreganti e/o razziste e/o discriminatorie verso le persone della minoranza romanì le adottano tutte le coalizioni politiche, nessuno escluso. Nelle settimane scorse mi hanno offerto la candidatura alle elezioni europee alla circoscrizione sud ed ho rifiutato perchè ritengo che in questo momento della mia vita è più utile il mio impegno a tempo pieno nella Fondazione romanì Italia.

Fabrizio Casavola Non mi dispiace se ci sono candidature spalmate sulle liste + diverse, è un modo per rivendicare cittadinanza e partecipazione al di là dell'etnia. Però, a Pescara qualche conto col recente passato si dovrebbe fare Anche gli altri hanno le loro colpe? Può essere, ma non è una giustificazione x svicolare dal punto FI (o PDL che sia)
L'angolo del cretino

Betty Michelini Nazzareno Guarnieri, ovviamente ognuno si candida dove ritiene o sente più affinità. Personalmente, però, mi colpisce che ci si candidi per quei partiti che hanno utilizzato il razzismo contro i rom e i sinti per farsi propaganda e solleticare i peggiori istinti e ricompattare le proprie file. Oltre che, naturalmente, aver fatto parte di un governo che ha emanato il pacchetto sicurezza e le leggi sulle emergenze rom...

Nazzareno Guarnieri Ciao Fabrizio è un gran piacere sentirti. Hai ragione ha pescara noi rom abbiamo diversi conti aperti con il passato e spero tanto al più presto di poterlo risolvere. Fino a qualche anno fa ero solo a proporre, stimolare, denunciare, oggi ci sono altri rom che hanno preso consapevolezza e prendono iniziative. La ragazza rom è candidata a Pescara con FI, un ragazzo rom quasi certamente sarà candidato nel comune di Montesilvano, un'altro giovane rom in un comune della provincia di Teramo.

Nazzareno Guarnieri Caro fabrizio attenzione ... i conti non dobbiamo farlo solo con il coordinatore provinciale di PDL (FI) ma anche con altri partiti che durante i gravissimi fatti di due anni fa sono stati molto bravi a stare in silenzio anche a fronte di nostra richiesta hanno evitato di esprimere pubblicamente solidarietà.

Fabrizio Casavola Certo che sto attento, caro Nazzareno, e per non cadere nel solito minestrone evito il ragionamento "sì, ma anche gli altri..." E' una questione che sarebbe utile dipanare sia per i rom che per i gagé: come ho scritto sopra non entro nel merito delle scelte personali e politiche le + varie (anzi lo giudico un valore aggiunto). Il punto è che FI (piaccia o meno) ha assunto, anche di recente, posizioni e decisioni quanto meno contestabili (anche da parte tua, se ben ricordo). Il cambiamento (come vedi, sto argomentando dal lato gagio, ognuno abbia la sua autonomia) non è una candidatura di bandiera (a proposito, si potrebbe sapere il nome della candidata?), ma una riflessione, pubblica e possibilmente comune, autocritica e che spieghi dove si vuole andare e con chi. Altrimenti, la ragazza probabilmente non beccherà il quorum (non ce la fecesti neanche tu, che eri + strumentato) e voi rimarrete fregati da un ennesimo giro di valzer.
Anch'io ho piacere di sentirti, comunque.

Nazzareno Guarnieri Caro Fabrizio conosci la mia determinazione per la causa romanì ed il mio totale disinteresse per fini personali. La mia critica contro il pdl di pescara è stata forte, pubblica (al contrario di qualche partito che si pone come paladino degli esclusi) e concreta con una denuncia al tribunale di Pescara che abbiamo vinto. Fin dall'inizio ho detto che rispetto la scelta di una persona rom (e non) che decide di fare politica anche perchè da alcuni mesi stiamo facendo un gran lavoro con la Fondazione con la campagna di sensibilizzazione politica PoLITEIA ROMANI per le comunità romanès e per i partiti politici in 8 regioni del centro/sud, ed abbiamo sempre detto ai rom di andare a votare ed ai partiti politici di candidare ed eleggere persone rom. La partecipazione dei rom nelle istituzioni politiche nazionali e locali è quasi ZERO e se riusciamo ad avere persone rom in entrambi gli schieramenti politici è un gran bene per le comunità romanès. Ho molti motivi per credere che non si tratta di una candidatura di bandiera perchè nella campagna elettorale è abbinata ad un candidato uomo che ha un ottimo consenso. Devo rendere pubblico il nome? giovedi prossimo la sua candidatura sarà presentata da un senatore di FI e considerato che a te non posso dire no Ho promesso alla ragazza di non rivelare il nome fino alla presentazione, ma a te non posso dire no, si tratta di Amelia Guarnieri di 24 anni di Pescara.

Fabrizio Casavola Chiedevo il nome della candidata per iniziare a fare chiarezza su una notizia che può essere contorta, e le reazioni che hai raccolto ne sono una prova; non ti chiedevo di venir meno ad una promessa.
Specifichiamo un'altra cosa: non si parla di te o di me e di cosa si è fatto: niente di personale, vorrei che questo scambio riguardasse invece le strategie che si adottano (anche perché la strategia è un argomento che, questo sì "personalmente", ti ha sempre attizzato).
Perché mi focalizzo su FI e non su altri? Perché:
1. è lì la candidatura;
2. il discorso (per me) non verte sulle posizioni politiche della candidata, e neanche sul seguito che lei possa avere nella sua comunità, ma sul partito che la candida.
Quello è il punto, e trattandosi di un partito, il discorso coinvolge tanto la società maggioritaria che voi.
La mia tesi, è che se non si vuole che questa non sia una candidatura di bandiera, un simile partito deve spiegare pubblicamente le ragioni di questo accordo (a sinistra, che sono fin troppo bravi in questo, la chiamerebbero autocritica), e ovviamente deve farlo anche la candidata stessa.
Altrimenti, esistono (+ che in altri partiti, credo che me lo concederai) in FI delle contraddizioni che prima o poi emergeranno e, ripeto, potrebbero riportarvi al punto di partenza del 2012.
Quindi, ragionando il + laicamente possibile, non si tratta di lanciare anatemi contro questo o contro quello, ma di capire se e come la candidatura sia utile oppure una trappola.

Nazzareno Guarnieri La scelta e stata della ragazza alla quale ho chiesto di scrivere delle lettere aperte che renderemo pubbliche con i nostri canali. La candidatura è voluta e sostenuta da un senatore. Le possibilità di essere eletta sono molto alte a mio giudizio, ma credo che ogni elezione è un enigma.

A questo punto, finalmente la presentazione ufficiale con relativo comunicato:

Gent.ima Fondazione romanì Italia sono Amelia Guarnieri, 24 anni di Pescara, giovane ragazza rom e studente alla Facoltà di Farmacia dell'Università di Chieti.
Il 28 Gennaio 2014 ho partecipato a Pescara alla Vostra presentazione della Campagna di sensibilizzazione politica Politeia romanì. Sono rimasta colpita dalla numerosa presenza di persone della mia comunità rom e dai politici presenti, ma in particolare dal Vs. impegno e proposte verso la comunità rom, che conoscevo, ma non immaginavo fosse tanto determinato e ricco di motivazioni necessarie per la nostra comunità.
Durante la presentazione della campagna avete invitato sia la comunità rom a partecipare alle elezioni, sia i partiti politici a candidare/eleggere persone rom.

Lo scetticismo nei confronti della politica e delle Istituzioni è sempre stato presente nella comunità rom, oggi ha raggiunto livelli esorbitanti. Questo sentimento di “sfiducia”, ovviamente, nasce sulla base di ragioni fondate: lo scenario ambientale, sociale e culturale in cui la comunità rom vive, è sempre più caratterizzato da situazioni in cui gli individui non hanno sufficienti riferimenti e sono come tagliati fuori, sganciati dal tessuto sociale, e di conseguenza emarginati, esclusi dalla possibilità di profondi cambiamenti che bisognerebbe promuovere al fine di non precludere il soddisfacimento dei bisogni dei cittadini rom e la piena applicazione dei diritti e dei doveri.

Il clima fortemente sovversivo, discriminante, i soprusi, gli abusi di potere e la violenza verbale e non, che subisce il popolo rom, non sono esagerazioni concettuali, concezioni da demistificare, ma un’ovvietà, realtà lapalissiane che trapelano in maniera inequivocabile.

Un luogo comune che dovrebbe essere superato è quello secondo il quale la comunità rom non voglia e non intenda integrarsi; io e tanti altri come me potremmo essere l’esempio lampante che “qualcosa di positivo” siamo in grado di farlo anche noi, eppure non siamo valorizzati, perché additati lo stesso a priori.

Per eliminare il pregiudizio, che incombe tra il rom e il non rom, sarebbe necessario un incontro, un avvicinamento bilaterale che la comunità rom ha sempre chiesto, voluto e desiderato, ma che si è sempre visto negare.

A questo punto è inutile recriminare sul passato, ed io non vorrei essere erroneamente tacciata di vittimismo; mi premeva fare questa premessa, perché forse in questo modo capirete le motivazioni che mi hanno stimolato a voler partecipare alla politica cercando la mia candidatura al Consiglio Comunale di Pescara, ma sono consapevole che non solo non è facile essere eletta, ma non è facile trovare un partito politico disponibile a candidare un rom.

La mia non vuole essere una candidatura partitica, o ideologica, o una scelta di campo, ma cercare l'opportunità di partecipare alla politica di una giovane rom che vuole svolgere nel Comune un ruolo di controllo, di proposta, di informazione, di rispetto dei diritti e dei doveri, per evitare che politiche discriminanti verso la comunità rom, abusi di poteri verso le persone rom, siano adottati nel silenzio di tutti, come più volte si è verificato, come è accaduto a Pescara due anni fa.
Voglio candidarmi e con il Vs. aiuto possibilmente essere eletta al consiglio comunale per accedere a tutti gli atti e le informazioni sulle iniziative promosse e le opportunità, e diffonderle ai cittadini rom e non rom, particolarmente attraverso le associazioni che operano sul territorio.
Voglio candidarmi al consiglio comunale di Pescara per partecipare alla vita politica della mia città e contribuire al dibattito pubblico mettendo a disposizione della collettività, gli aspetti ed i valori della mia cultura rom all’interno di un discorso, senza imporla, ma bensì integrarla con quella della comunità Pescarese per il futuro della città di Pescara.
Chiedo il vostro sostegno, per quando possibile.
Pescara, li 16 Marzo 2014
Amelia Guarnieri

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Di Fabrizio (del 19/04/2014 @ 09:00:12, in Kumpanija, visitato 1914 volte)

16 aprile, Michela Angelini su DISEGNO DI LEGGE 405: Io sono una donna transessuale ed oggi ho scritto questo. Le analogie tra le nostre comunità sono tante, sia storiche che contemporanee. Qui racconto quella sulla sterilizzazione forzata.

Dai commenti alla petizione:

la legge sul cambio di sesso deve dare un'alternativa di vita migliore, offrendo anche la possibilità di una conversione chirurgica se è essenziale per il benessere vitale del singolo individuo come sua libera scelta, non obbligando di fatto ad una automutilazione di Stato per ottenere un cambio a livello anagrafico. Una pratica burocratica non può essere associata d'obbligo ad una pratica chirurgica nelle modalità similari a quelle applicate dal partito Nazista in Germania all'epoca della Seconda Guerra Mondiale (Barbara)

Le persone che oggi chiamiamo transessuali (termine coniato nel 1949) per il regime nazista erano omosessuali incurabili, vite indegne di essere vissute, persone utili solo ad esperimenti atroci. Il regime nazista, ma non fu l'unico, tentò di guarire l'omosessualità con massicce dosi di testosterone, con l'elettroshock, con la lobotomia, provocando la morte di quasi tutti i pazienti. Quando andava bene i "pazienti" venivano solo sterilizzati, per evitare potessero propagare i loro geni di sicura origine non ariana*.
Dobbiamo aspettare il 1966, quando Harry Benjamin dichiara che l'unico modo per guarire quel disagio che oggi chiamiamo disforia di genere è adattare il corpo alla psiche. Il Italia abbiamo dovuto aspettare fino all'82 per veder legalizzata la possibilità di cambio del sesso anagrafico e qualche anno in più per avere l'adeguata assistenza sanitaria. Resta una cosa comune ai tre periodi storici citati: c'è sempre stato qualcuno che ha dovuto dare un nome alla nostra condizione e l'ha normata come credeva. Oggi chiediamo il rispetto del diritto di autodeterminazione sui nostri corpi, oggi chiediamo di decidere della nostra identità e che la nostra identità venga riconosciuta quando lo chiediamo, e non dopo aver reso il nostro corpo sterile e gradevole per qualche autorità.

Firma la petizione http://goo.gl/BFjLxD

*c'è solo un'altra comunità che condivide con noi una storia altrettanto triste: la comunità rom. Il regime nazista sosteneva che l'eccessivo meticciamento di questa popolazione (che era comunque ariana!) provocasse comportamenti antisociali e, in virtù di questo, doveva essere eliminata. La sterilizzazione forzata delle persone di etnia romanì è stata portata avanti (e viene ancor oggi perpetuata e riproposta) da più stati, al pari di quanto è successo e succede per la comunità transessuale.

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Di Fabrizio (del 18/04/2014 @ 09:05:45, in casa, visitato 1748 volte)

di Agotino Rota Martir - 10 Aprile 2014 - campo Rom di Coltano - Pisa

Il sindaco Marino folgorato sulla strada di Damasco? Oppure su una di quelle strade-sentieri che conducono a qualche accampamento di nomadi? (pardon ora per ordinanza bisogna dire rom)..avrei preferito proprio su una di queste, perche' la differenza non e' da poco.
Ad ogni modo e' apprezzabile da parte di un sindaco, la volonta' di capire meglio e di lasciarsi "convincere" da chi la realta' dei rom la conosce anche dal di dentro perche' la frequenta.
M'auguro che l'esempio del sindaco di Roma trovi emulatori tra i suoi colleghi.
Ma permettimi anche di difendere e contestualizzare il mio sintetico intervento, e che ribadisco: l'ordinanza di questo genere serve a ben poco e non mi piace tanto, come non mi sono piaciute le ordinanze anti accattoni, anti borsone, anti "vu cumprà".. A quando anche un'ordinanza che obblighi il pellegrino a fermarsi a Roma?
I rom sono nomadi? Quanti studi, pubblicazioni e conferenze..Loro, i rom cosa dicono, cosa pensano? Due attivita' da distinguere e da analizzare con attenzione e comprensione. Buon per il sindaco che attraverso una rapida ordinanza risolve una questione che e' oggetto di discussioni, ricerche, dibattiti di carattere antropologico e sociale da almeno 3 decenni, in Italia e in Europa. Ad esempio in Francia la questione manco si pone, perche' e' prevista la possibilita' di viaggiare e spostarsi e le amministrazioni locali devono garantire e offrire alle "persone viaggianti" (siano cittadini francesi, rom, sinti, tedeschi..) strutture e condizioni eque e rispettose per tutti, sia per chi sceglie di muoversi e per chi e' stabile. Sono tanti i Rom in Francia che nomadizzano in questo modo, tanti altri hanno scelto di stare in case, appartamenti o su terreni privati: e' una loro scelta! Oppure in campi Rom (nomadi) del tutto identici ai nostri!!
Smettiamola di far credere che i campi Rom (nomadi) esistano solo in Italia. Anche in Inghilterra, Irlanda ed America ce ne sono, e tra l'altro sono anche oggetto di trasmissioni televisive molto seguite, ambientate in veri e propri campi ..nomadi! ("Il mio grosso grasso matrimonio Gipys" trasmesso su Real Time ogni settimana)

Un nomade ha forse meno diritti e doveri di un rom o di qualsiasi essere umano?
Come trovo un po' strano che in una societa,' che spesso sollecita la mobilita' (flessibilita') in nome del mercato del lavoro o per la globalizzazione (cosa non facciamo per essa), quante realta', popoli e merci in continuo movimento, eppure vogliamo ad ogni costo i rom sedentari, costi quel che costi: per qualcuno la mobilita' e' quasi un dogma, quella dei rom e' invece demonizzata, condannata e sospettata. E' forse così altrove? Perché in Italia l'integrazione deve passare per forza solo ed esclusivamente dalla sedentarizzazione? Possibile che tutte le Associazioni vanno in questo senso? Cosa ne ricavano?
Pochi anni fa (non il secolo scorso) delle famiglie rom di Coltano avevano espresso la loro volonta' di continuare a vivere in roulotte, non gli andava di vivere in appartamento, ma non c'e' stata ragione e in nome della cosi detta integrazione, indotte ad abitare in appartamento.
So che ci sono amministrazioni che si rifiutano di finanziare l'acquisto di roulotte, preferendo di gran lunga spendere per le case e appartamenti, sempre in nome dell'integrazione, ma che di fatto sono delle imposizioni di modelli e stili di vita che non sempre coincidono con quelli dei rom. Per una famiglia rom vivere in una casa, di fatto e' diverso da come vive una famiglia italiana.
So di correre il rischio di essere definito "ideologico" (oggi chi non si allinea e' cosi che e' tacciato): mi chiedo se oggi i rom sono nelle condizioni di scegliere liberamente e serenamente il loro futuro.
So che ci sono rom che la loro vita si e' complicata anche perche' hanno smesso di nomadizzare, altri invece che vivono tranquilli in case e che poi lasciano quando ritengono utile riprendere a girare. Tanti hanno avuto il privilegio o la fortuna di averne una, a differenza di altri che la sognano, altri invece sanno accontentarsi di una baracchina o di una roulotte.
Sono differenti i motivi che spingono gruppi di rom ad essere o diventare per dei periodi dei "nomadi": per lavoro, per opportunità, per regolarizzare i documenti, per motivi di famiglia, per paura dei servizi sociali che prendano i loro figli, semplicemente per cambiare aria per un certo periodo, per le continue minacce di espulsione e di sgomberi, per delle liti tra famiglie.. Spesso cio' che accomuna la maggioranza dei rom, nonostante le loro differenze e' proprio quello di dichiararsi sempre come "non nomadi", un po' per convenienza ma nello stesso tempo si sentono liberi dai nostri schemi, consapevoli e fieri anche della propria diversita'.

Certo e' che il nomadismo dei rom, tipico di 40/50 anni fa' non e' piu' quello di oggi; cosa ridicola riproporlo o solo pensarlo in modo nostalgico, anche se in genere l'immaginario collettivo piace pescare proprio nel mondo fantasioso del rom nomade.
Il nomadismo non e' l'altra faccia della sedentarieta' che ci sta un pochino stretta?
Forse ci vorrebbe un altra circolare per scoraggiare questo immaginario mondo gitano presente in ognuno noi: e i rom mi piacciono anche perche' il loro "nomadismo" sfida e provoca le nostre immobilita'..pensiero nomade!
Una societa' senza nomadi (rom, pellegrini, profughi..) forse e' piu' povera, senz'altro piu' rannicchiata su se stessa.


Rif: Parole un tanto al chilo

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Di Sucar Drom (del 17/04/2014 @ 09:08:21, in Italia, visitato 2313 volte)

di Pasquale Petrella su IL TIRRENO [x fortuna MAHALLA c'è: L'INTERVISTA]

Presentata la lista di Sinistra Ecologia e Libertà per le elezioni amministrative di Prato, diciassette uomini e quindici donne con capolista la segretaria provinciale Nicoletta De Angelis

PRATO. Sinistra ecologia e libertà (Sel) dà voce e rappresentanza alla comunità sinti, candidando Angela Bosco, 19 anni disoccupata e residente nel campo nomadi di Iolo, e ripropone Marco Wong in rappresentanza della comunità cinese presente in città. Sono questi i due nomi di rottura nella lista presentata dalla segretaria Nicoletta De Angelis che sarà la capolista. "Abbiamo fatto una lista non solo di iscritti a Sel ma anche composta dalla società civile. Un lista aperta che vuole rappresentare tutta la società pratese - dice De Angelis - Abbiamo candidato diciassette uomini e quindici donne, siamo così riusciti anche ad ottenere una parità di genere coinvolgendo tante donne che sono numerose nella società ma sempre troppo poche in politica".



Entrano in lista anche due assessori uscenti, Ilaria Maffei della giunta Lorenzini di Montemurlo e Federica Pacini della giunta Marchi di Vaiano.

E sugli obiettivi programmatici la segretaria Nicoletta De Angelis è molto precisa, "Prato non è e non può essere solo tessile, dobbiamo pensare anche ad altre forme di lavoro. I nostri candidati provengono da culture e realtà diverse, ci sono operai, disoccupati, professionisti, giovani ed over, saranno loro a portare le idee e i temi per la campagna elettorale - sottolinea De Angelis - Siamo molto fermi nel dire no all'ampliamento dell'aeroporto di Peretola, argomento sul quale anche il candidato sindaco Biffoni ci dà ampie garanzie. Ma abbiamo le nostre idee anche sulla sanità e sul sociale, sul sito www.immaginaprato.it ci sono le nostre idee e dove raccogliamo quelle dei cittadini. Tutti possono contribuire".

Angela Bosco, nipote di Ernesto Grandini, presidente dell'associazione sinti italiani di Prato, ha studiato al Datini e poi fatto uno stage da parrucchiera e vuole mettersi in gioco "perché voglio che i sinti vengano visti come cittadini italiani e non come adesso che vengono ritenuti degli stranieri - dice - Siamo una minoranza che ha bisogno di essere ascoltata". E Marco Wong, imprenditore e presidente onorario dell'associazione no profit Associna ci riprova, era già stato candidato per Sel anche nel 2009. "La politica fatta in questi ultimi anni non ha potuto produrre risultati perché impostata solo sulla repressione - dice riferendosi alle possibili iniziative per l'integrazione della comunità cinese - L'integrazione è possibile ma servono nuove idee e un nuovo approccio al fenomeno. Ecco perché mi ricandido, per portare le mie idee su questa materia" E a chi gli fa notare che non ci sono altri cinesi che ci mettono la faccia, "In questo clima che si respira a Prato è da incosciente per un cinese decidere di candidarsi per un partito. E io forse sono un po' incosciente".

Ma ecco la lista dei candidati: Nicoletta De Angelis, Balestri Paolo, Betti Aurora, Bernardi Duccio, Bosco Angela, Blasi Diego, Cannatella Chiara, Brizzi Niccolò, Gentilini Milena, Caccamo Roberto, Giuliani Giuliana, Cambi Carlo Andrea, Maffei Ilaria, Cerchiari Riccardo, Matteucci Veronica, Ciulli Giampiero, Muratori Paola, Dell'Olio Andrea, Pacini Federica, Franceschini Mauro, Panozzo Alessandra, Giorgetti Giuseppe, Pesca Sabina, Ristori Paolo, Portolani Franca, Tronci Claudio, Ruggiero Maria Grazia, Vesigna Marco, Elisabetta Borgioli, Wong Marco, Zappacosta Stefano, Zenaghi Leandro


Lunedì 28 aprile, dalle ore 21.00, saremo in collegamento via chat (vedi la colonna a destra) con Angela Bosco. Una chiacchierata a cui anche voi potrete partecipare, con le vostre domande (che spero numerose). E' stato invitato a prendervi parte anche Marco Wong, pure lui candidato nella medesima lista. Il testo integrale dell'intervista verrà poi pubblicato su Mahalla

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Di Fabrizio (del 16/04/2014 @ 09:06:37, in lavoro, visitato 1969 volte)

Chiedevo pareri settimana scorsa. Ho raccolto qualche MI PIACE su Facebook e basta, come va di moda in questi periodi di afasia, in cui tutti ci sono, ma ancora non hanno capito perché. Più articolato un tweet da U VELTO:

    @info_mahalla @Ass_21_luglio noi siamo convinti della bontà del progetto, ma le questioni poste dovrebbero portarci ad una seria discussione

che comunque non fornisce molti elementi.

Così il sospetto è che queste prime (chiamiamole) risposte, siano il corrispettivo di un PAT PAT sul testolone: Bravo ragazzo, ma perché non parliamo delle solite cose trite e ritrite? Facciamo finta di niente, e tra un po' nessuno si ricorderà niente. PILLOLA ROSSA o PILLOLA BLU?

Allora ci riprovo, che al solito mi tocca da fare tutto da solo. Al mio autismo aggiungo un po' di peperoncino, quello tipico di Mahalla, vedendo se qualcuno si sveglia.

Io credo che la questione della mediazione abbia assunto un aspetto MERAMENTE CULTURALE, e vada riportata coi piedi per terra per evitare fallimenti o fraintendimenti futuri.

Il primo dato di fatto, era il SOSTANZIALE ESAURIMENTO delle politiche di mediazione del passato. Tra gli aspetti di questa crisi:

  • l'abbandono a se stessi dei mediatori passati;
  • lo svilimento del ruolo, che non avendo mai avuto competenze e orari ben definiti, non si è mai tramutato in una professione, né tantomeno ha generato introiti interessanti per i mediatori, che quindi hanno finito per vederlo come una soluzione (personale) di ripiego.

Il fatto che non sia facile avere un quadro del destino, della storia di questi mediatori, e nel contempo un bilancio dei risultati ottenuti, mette un'ipoteca su come continuare.

L'altro aspetto critico è che questi mediatori, chiusi in un ruolo ibrido che nel mondo del lavoro è difficilmente classificabile, in passato erano soprattutto persone mature di riferimento per la comunità, oggi vanno caratterizzandosi come giovani rom e sinti, che potrebbero entrare nel mondo degli studi (da quelli primari a quelli universitari) e del lavoro.

IMPORTANTE: non è solo un parametro economico. In che ambiti opera un mediatore? Lui per prima vive la ghettizzazione, nel campo e con i suoi abitanti, e rapportandosi col mondo esterno solo attraverso figure di riferimento altrettanto mediate. Un muratore, un facchino, ma anche uno studente, non solo hanno più possibilità di carriera, ma sono obiettivamente meno isolati dalla società maggioritaria (e reale).

Però, anche se si ripete che occorrerebbe investire in istruzione e formazione lavoro, da tempo s'è formata una strana alleanza tra burocrati europei e autonominatisi rappresentanti di rom e sinti (che questi rappresentanti siano gagé, come nel passato, o rom e sinti come sta succedendo ultimamente, non cambia la logica). Un effetto collaterale di questastrana alleanza, è che la mediazione da luogo a congressi, convegni, tavole rotonde...  La mediazione diventa un po' come l'università nella società nostra: non più un trampolino verso un miglioramento personale e sociale, ma parcheggio per giovani che il mercato del lavoro non può e non vuole assorbire (o non sa come farlo).

Tutti questi aspetti mi portano a concludere che l'opportunità non sta nella carriera di mediatore culturale, ma nell'organizzazione dei corsi e di tutta la campagna per formare queste figure perché, se ormai abbiamo imparato che i campi-sosta sono ghetto e business, dovremmo coerentemente dare un occhio ad altri aspetti similari dello zingarificio italiano ed europeo.

Ciliegina finale: candidata alle elezioni europee troviamo proprio la responsabile italiana di ROMED2-ROMACT, e allora questa candidatura potrebbe essere meno folkloristica che nelle tante volte passate, anche se da scommettitore non sarei sicuro che Tsipras possa essere il cavallo più adatto alla corsa verso Bruxelles.

Ne riparliamo settimana prossima, se il peperoncino di Mahalla non è bastato si può sempre aumentare la dose. COME SEMPRE, SENZA OFFESA.

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Di Fabrizio (del 15/04/2014 @ 09:05:49, in Kumpanija, visitato 1809 volte)

Il gagio pensa che un rom è abituato e forse ce l'ha nel sangue.

...scaldarsi con la legna d'inverno, non avere acqua per bere e lavarsi quando fa caldo. Si comincia così da bambini, noi e loro: differenti.

E di rimando, se si vive così (ma si può vivere così?), il rom impara che non ha bisogno di un lavoro, della scuola, della casa, delle amicizie con chi non è rom come lui. Ci fanno il callo e sembrano così forti. così alteri. Da trattare come cose, non come persone che hanno le stesse esigenze nostre, cioè tue, mie, dei nostri figli e dei nostri cari.

Arrivano i 40 anni e tutta quella forza dov'è finita? Quello che era il ragazzo più resistente del mondo è conciato da sbatter via. L'unica sua medicina, la bottiglia.

Ma forse, non è neppure quello ciò che ti ammazza. Ne ho visti di malandati che coi denti si aggrappano alla vita. E' che dopo una vita del genere comincia a mancare il rispetto per se stessi. Chiamala cultura, norme morali, autoconsiderazione... Quella perdita ammazza più della malattia e della fame.

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Di Fabrizio (del 14/04/2014 @ 09:03:31, in Europa, visitato 1867 volte)

(flickr/ Massimiliano) - Daniela Mogavero 8 aprile 2014 su Osservatorio balcani e caucaso

Il quadro delle politiche sociali romene in un'intervista al commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa Nils Muižnieks: tutela dei minori, integrazione delle minoranze e il profilo dell'estrema destra sull'orizzonte delle prossime elezioni europee

La situazione dei minori, dei rom e dei disabili in Romania ha dei lati molto oscuri. Passi avanti sono stati fatti, ma "c'è ancora molto lavoro da fare". Parola di Nils Muižnieks, commissario per i Diritti umani del Consiglio d'Europa, che la settimana scorsa, durante cinque giorni di visita in Romania, ha esaminato i dossier con le autorità romene e ha visitato di persona alcune delle strutture dedicate a orfani e disabili. A preoccupare il commissario sono soprattutto l'esclusione sociale, le condizioni socio-sanitarie in cui versano decine di migliaia di minori e i reati d'odio razziale. Ma ci sono anche segnali positivi, soprattutto nel settore dell'inclusione sociale della comunità rom.

Secondo l'ultimo studio pubblicato dall'Unicef sulla situazione dei minori in Romania, il paese detiene la terribile maglia nera per il primato di bambini abbandonati: la principale causa è la povertà che porta con sé disoccupazione, mancanza di cure adeguate e di un alloggio decente.

    Nils Muižnieks

    Quello che mi preoccupa di più è come sarà ridisegnato il Parlamento europeo con l'ingresso massiccio di queste forze estremiste. Ad essere danneggiata potrebbe essere la stessa Unione europea e il suo lavoro sulle politiche di immigrazione

"In Romania non c'è una sola categoria di minori in pericolo, esistono diversi sottogruppi. Da un lato gli orfani, i minori disabili, i bambini di strada, 1.000 solo a Bucarest e altri 5.000 nel resto del paese, e poi ci sono i figli di coloro che hanno dovuto lasciare la Romania per andare a lavorare all'estero e anche circa 500 che si trovano nelle strutture di detenzione - ha spiegato in un'intervista a Osservatorio Balcani Caucaso il commissario Muižnieks - tutti questi sottogruppi sono altrettanto vulnerabili e meritevoli di attenzioni. Un primo passo molto positivo che è avvenuto appena dieci giorni fa, poco prima della mia visita, è stata la riapertura dell'Autorità nazionale per la protezione del bambino, che era stata chiusa nel 2010 per mancanza di fondi. E' il primo passo, ma c'è ancora molto lavoro da fare".

Nel corso della sua visita il commissario ha visitato anche un orfanotrofio a Tancabesti, nei pressi di Bucarest. La struttura ospita 50 minori, tra bambini, adolescenti e in alcuni casi disabili. "Isolare minori con disabilità negli istituti porta al peggioramento delle condizioni sanitarie e alla loro esclusione sociale - ha sottolineato Muižnieks - con la reclusione in queste strutture si continua a stigmatizzarli e emarginarli, in violazione della Convezione ONU dei diritti dei disabili, a cui la Romania si deve attenere. Bisogna promuovere l'uscita dalle strutture sanitarie e nel contempo l'autonomia di queste persone per superare pratiche incresciose".

Gli orfani dell'UE
E poi ci sono "gli orfani dell'UE", così il commissario definisce quei minori lasciati nel Paese d'origine dai genitori che sono andati a lavorare all'estero, una categoria non meno vulnerabile e che esce fuori dagli schemi dell'assistenza dei minori: "Non è un fenomeno solo romeno, anche se nel paese sono 80mila i minori che vivono senza genitori perché emigrati per lavoro. Hanno problemi psicologici, un alto tasso di abbandono scolastico e non esistono misure studiate per proteggerli. Per questo voglio sollecitare le autorità affinché rafforzino il sostegno a questi bambini che sono fortemente colpiti dall'assenza dei genitori".

Di questi 80mila, circa 20mila hanno entrambi i genitori all'estero, secondo le ultime stime del governo romeno e quindi vengono lasciati alle cure dei parenti o in alcuni casi anche affidati a altre famiglie o a istituti. Alcuni scappano e entrano a far parte di un altro dei sottogruppi individuati da Muižnieks, quello dei bambini di strada "che vivono in condizioni di degrado a Bucarest e in altre città. Per questo ritengo positivo il piano del ministero della Sanità per la creazione di centri di assistenza medica. Ma per evitare che questi bambini diventino preda della delinquenza o del traffico di esseri umani è necessario che Bucarest migliori e velocizzi le pratiche per le adozioni". I minori che si trovano negli orfanotrofi romeni sono in media 60mila.

La minoranza rom

Un altro dei fronti di interesse e impegno nell'ambito dei diritti umani è quello legato alla comunità rom, che in Romania è una delle minoranze più grandi, con circa due milioni di persone, ma anche una delle più discriminate e emarginate socialmente. "Una parte della comunità rom è ben integrata, ma c'è una grossa fetta che resta ai margini. Da parte delle autorità romene - ha assicurato il commissario - c'è un grosso impegno a lavorare per l'integrazione. Il progresso più marcato è stato realizzato nel settore dell'istruzione: molti rom finiscono le scuole dell'obbligo e frequentano l'università. E anche se il tasso di abbandono scolastico è ancora troppo alto, il 36%, e più del doppio rispetto a quello dei minori non rom, è comunque significativamente diminuito".

    Romano Dives
    Oggi, 8 aprile, si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale "Romano Dives" (Giornata di rom e sinti) riconosciuta nel 1979 dall'ONU grazie alle attività e alle pressioni dell'Unione mondiale di rom e sinti fondata a Londra nel 1971 (poi divenuto IRU - International Roman Union). La Commissione europea ha avviato fin dal 2010 precise politiche dedicate all'integrazione dei rom e sinti nei paesi membri, che hanno portato all'approvazione della Risoluzione denominata 'Strategia europea sull'integrazione dei rom' poi adottata dal Consiglio. In essa si stabilisce che a tutti i rom devono essere garantiti standard minimi in materia di accesso a occupazione, educazione, alloggio e assistenza sanitaria. Nell'Ue vivono circa 12 milioni di rom dei quali la maggioranza in Romania e Bulgaria.

Inoltre nel 2013 le autorità romene hanno censito 5.000 bambini rom e 30.000 adulti: "Bisogna continuare sulla strada per garantire i diritti di accesso ai servizi sanitari e d'istruzione, puntando sullo sviluppo dei mediatori socio-culturali. Un fiore all'occhiello della Romania, ma con la crisi, le misure di austerità e la decentralizzazione la metà dei mediatori non fa più questo mestiere, con il rischio di perdere una grande risorsa per il paese".

Muižnieks non vuole tralasciare, però, un punto fondamentale del suo mandato: la lotta contro i reati d'odio. "Pur apprezzando il lavoro del Consiglio nazionale per la lotta alla discriminazione, sono molto preoccupato dal fatto che le autorità romene sembrano sottostimare l'incidenza dei crimini legati all'odio razziale nel paese e che hanno come vittime principali i rom - ha dichiarato il commissario - nonostante i media e le organizzazioni non governative denuncino questi episodi, nel 2013 nessun caso è finito in tribunale, questo non rispecchia la realtà. Bisogna porre molta attenzione agli incitamenti al razzismo e ai crimini d'odio e dare la necessaria formazione alle forze dell'ordine affinché sappiano riconoscere e sanzionate questi reati legati al razzismo".

Le elezioni europee
Un tema, quello del razzismo e della xenofobia che si lega in modo indissolubile con le prossime elezioni europee, soprattutto dopo i risultati delle elezioni amministrative francesi che hanno visto la crescita della destra estremista, come dimostrano anche i sondaggi condotti in altri paesi UE.

"Più che dai sondaggi sono preoccupato da quello che potrebbe accadere alla democrazia dopo le elezioni europee - ha sottolineato Muižnieks - con l'approssimarsi del voto in molti paesi membri la destra estremista sta portando avanti campagne contro l'immigrazione o i rom: ci sarà un dibattito pieno di veleni su questo tema. Ma quello che mi preoccupa di più è come sarà ridisegnato il Parlamento europeo con l'ingresso massiccio di queste forze estremiste e di come verranno condotti i dibattiti. Ad essere danneggiata potrebbe essere la stessa Unione europea e il suo lavoro sulle politiche di immigrazione".

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Di Sucar Drom (del 13/04/2014 @ 09:02:07, in blog, visitato 1683 volte)

Espelli il razzismo dal calcio
Questa mattina alle 12.30, l'Unar - Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, con il supporto di Lega Calcio e Associazione Italiana Calciatori, ospiterà l'asta di 27 oggetti da collezionismo donati dalle società di calcio di Serie A e della Nazionale Italiana di calcio, nel corso della campagna "Espelli il razzismo dal Calcio"...

21 marzo, spot televisivo "Made in Italy"
"Made in Italy" è il titolo della campagna di comunicazione istituzionale promossa dall'UNAR, dall'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali del Dipartimento per le Pari Oppor...

Piano nazionale contro il razzismo e discriminazione territoriale: il Parlamento e il Governo riaprano l'iter di approvazione
Annunciato il 30 luglio 2013 dalla Ministra dell'Integrazione Cécile Kyenge e dalla Vice Ministra con delega alle Pari Opportunità M. Cecilia Guerra (facenti parte del precedente Governo Letta), il Piano nazionale contro il razzismo e la xenofobia avrebbe dovuto esse...

Renzi e il Piano nazionale contro il razzismo

27 gennaio, una riflessione sul riconoscimento del Porrajmos
Trascorso il 27 gennaio, è possibile proporre qualche considerazione sui programmi che le varie cittadine italiane hanno dedicato alla memoria delle vittime della persecuzione e dello sterminio nazi-fasc...

8 aprile 2014, le associazioni dei Rom e dei Sinti lanciano la campagna nazionale per il riconoscimento giuridico
8 aprile 2014 43° Giornata internazionale del popolo rom e sinto. Le associazioni dei Rom e dei Sinti lanciano la campagna nazionale per il riconoscimento giuridico della minoranza storico-linguistica rom e sinta in Italia...

Elezioni Ue, appello delle donne rom a sostegno della candidatura di Dijana Pavlovic
Siamo donne di un popolo che costituisce la più grande minoranza europea: 12 milioni di donne, uomini, bambini. Non abbiamo mai fatto guerre, non abbiamo m...

Milano, rom e sinti di fronte alle elezioni europee

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Di Fabrizio (del 12/04/2014 @ 09:04:51, in media, visitato 1881 volte)

Come l'anno scorso mi verrebbe da dire: ma almeno un giorno (che poi sarebbe proprio la giornata internazionale ecc. ecc.) non si può stare in pace e godersi la festa?

Ci sono volute 24 ore per pensarci bene, e la decisione del sindaco di Roma di eliminare dai documenti la parola "nomade" per il più politicamente corretto "Rom, Sinti e Caminanti", ha scatenato il solito mercato dove ognuno raglia la sua.

Almeno si leggessero cose intelligenti... Capito su un MAGAZINE ONLINE DI POLITICA E CULTURA (o mammamia!) che da la colpa al sindaco (poraccio) di un lungo elenco, oltre metà dell'articolo, di malfunzionamenti della città, per dirgli alla fine che dovrebbe pensare a quelle cose lì, non a giocare con le parole... altrimenti si iscriveranno all'anagrafe di un'altra città (BUM!)

A parte il fatto che (opinione personale, ma non ditelo a nessuno) preferirei che il sindaco continuasse a usare la parola "nomadi", ma smettesse con gli sgomberi che non rispettano i trattati sottoscritti, e magari si desse da fare per eliminare quei lager a cielo aperto che sono i mega-campi voluti da Alemanno, ma finanziati anche dalla nuova giunta... per quel che capisco di Roma quei malfunzionamenti ci sono da decenni, imperturbabili ai cambi di maggioranza. Devo tornare a metà anni '70, con Argan e Petroselli, per ricordare un primo cittadino, come si dice "sul pezzo" (ma forse i miei sono abbagli di gioventù).

E, termina il pezzo del MAGAZINE di sopra, che a questo punto loro useranno il termine, noto e stranoto, di ZINGARI. Vorrei chiedere il parere ai miei amici attivisti nonché antirazzisti, capire se sia ignoranza o proprio voglia di prendervi in giro, visto che sono quasi 40 anni che quel termine viene rifiutato dalle elite rom e sinti europee, e almeno una quindicina (si sa, quasi sempre ultimi ma arriviamo anche noi) da quelle italiane.

Poteva mancare il parere di Fabrizio Santori? Il ragazzo, per come ho imparato a conoscerlo, è una specie di "Matteo Salvini de Roma", saprebbe anche fare dei ragionamenti, ma non vuole correre il rischio di intellettualismi strani, meglio scimmiottare l'encefalogramma piatto della gggente. Suo comunicato su Facebook, ripreso poi da Agenzia Parlamentare: sembra che oggi siano queste le modalità comunicative. Però, mi fa specie che la stessa Agenzia Parlamentare riporti "ennesima inutile iniziativa" fuori dalle virgolette, come se facesse proprio il giudizio del consigliere.

Chi manca, come al solito? I diretti interessati, e vai a capire se è perché della cosa gliene importa poco, o perché nessuno sente l'elementare bisogno di parlare con loro. E anche qua, vorrei chiedere cosa ne pensano ai soliti amici di sopra, ma chissà se risponderanno.

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Pubblicato: 08/04/2014 17:47, di Costanza Hermanin Analista politico, Open Society Foundations. Scritto con Miriam Anati, responsabile dei progetti sostenuti in Italia da Open Society Initiative for Europe, l'ala operativa di Open Society Foundations in Europa.

Qualche tempo fa, l'assessore agli affari sociali di una grande città italiana ci spiegò con malcelato orgoglio come avesse deciso di migliorare sensibilmente le condizioni di vita dei Rom nella sua città. Era riuscito a convincere il suo sindaco a includere nel piano di utilizzo dei fondi destinati dal Fondo Sociale Europeo alla città una considerevole somma per il miglioramento delle condizioni socio-sanitarie del campo nomadi. Vi era persino la possibilità che l'attuale campo fosse distrutto invece che bonificato, e che poco distante se ne costruisse uno nuovo composto da deliziose casette prefabbricate, in legno, con tutte le comodità, persino i bagni. Così finalmente i nomadi della sua città avrebbero vissuto in maniera dignitosa.

Più ci raccontava le sue intenzioni, più eravamo allibite. Questi, uomo di sinistra e portatore d'idee progressiste si era sì dimostrato disponibile ad un incontro, suggerito dalle associazioni locali, con noi in quanto rappresentanti della fondazione che più si è investita nella causa Rom in Europa negli ultimi vent'anni. Ma la presentazione dell'assessore, in totale buona fede, ci dimostrò chiaramente perché in Italia esiste un grave problema Rom, e perché, in assenza di un cambiamento di mentalità, nel quale tutti dovremo impegnarci, il problema è destinato a perpetuarsi.

La causa principale del problema Rom in Italia sono infatti i cosiddetti campi nomadi attrezzati, creati e gestiti con denaro del contribuente dalle pubbliche amministrazione. In molti paesi europei esistono quartieri ghetto, ma in nessun stato membro dell'UE vi sono villaggi creati dalle istituzioni appositamente per concentrarvi persone appartenenti a una singola etnia. Questa si chiama segregazione razziale, e persino la Commissione europea ha recentemente riconosciuto l'equazione "nomadi-Rom" celata dal linguaggio dell'amministrazione pubblica italiana. La segregazione è un comportamento vietato da tutte le norme internazionali del dopo-guerra. Ma in Italia è una pratica corrente.

Campi segregati solo per Rom esistono nella maggior parte delle città italiane. Li gestiscono cooperative scelte dalle amministrazioni locali, sulla base di contratti secondo i quali queste si occupano di tutto, dal sostegno alla scolarizzazione, alla raccolta dei rifiuti, alle telecamere di sorveglianza e alle guardie private che verificano i documenti di chi entra e chi esce. I campi sono perlopiù lontani dai centri abitati, senza alcun mezzo pubblico che permetta ai residenti di raggiungere facilmente una scuola o un posto di lavoro. Il conto per le amministrazione pubbliche è salato. Una ricerca di Lunaria ha calcolato che, nella sola città di Roma, la gestione dei campi nomadi sia costata al contribuente 86 milioni di euro tra il 2005 e il 2011.

Perché abbiamo campi etnicamente segregati in Italia? Tre le risposte più comuni.

In primo luogo, secondo le amministrazioni pubbliche, perché Rom e Sinti sarebbero nomadi, e avrebbero quindi bisogno di aree di sosta dove parcheggiare i caravan e restare temporaneamente, in attesa di partire per altri lidi. Secondo autorevoli studi scientifici, tuttavia, il nomadismo è oramai un fenomeno limitato al 3% dei Rom. A parte qualche giostraio - che pur non viaggia 365 giorni l'anno e ha una casa dove torna regolarmente per lunghi periodi - non c'è quasi nessun Rom o Sinto volontariamente nomade ai giorni nostri in Italia. I "campi attrezzati" italiani, inoltre, sono luoghi di abitazione permanente. Le case nei campi sono baracche o container, che nulla hanno a che vedere con abitazioni amovibili.

Una seconda spiegazione data per l'esistenza dei campi è la 'pericolosità degli zingari' - convinzione diffusa a tal punto dal determinare, solo pochi anni fa, l'adozione di un' 'emergenza nomadi'. Utile dunque concentrarli per sorvegliarli. Ma se viviamo in un paese di diritto, e se la legge è uguale per tutti, perché non lo è anche per loro? Se un Rom commette un reato deve essere trattato di conseguenza. Ma dalla fine della shoah e dell'apartheid, è internazionalmente vietato attribuire a un gruppo il comportamento di singoli.

Una terza e ultima spiegazione è che i Rom avrebbero una cultura diversa: desidererebbero stare tra loro e non mischiarsi agli altri. Si tratta in questo caso di pregiudizi belli e buoni, frutto di ignoranza o razzismo, come dimostrano le storie di tutti quei Rom fedeli alle proprie tradizioni culturali, che lavorano, pagano regolarmente il mutuo, vivono in appartamenti, e i cui figli si laureano. Ma che rimangono per la maggior parte invisibili, preferendo nascondere la propria identità per timore d'insulti e discriminazioni.

Tornando al nostro assessore, il nostro stupore proveniva dall'insistenza a voler segregare in un 'campo nomadi' persone che nomadi non sono. E anche dalla convinzione che un campo malsano è vergognoso, ma un campo per soli Rom lucido e stirato a nuovo va bene. I fondi Europei per il risanamento o la ricostruzione dei campi Rom della città non sono mai stati stanziati. Un criterio di base per la spesa dei fondi strutturali dell'UE è infatti la non-discriminazione su base etnica.

L'Italia ha una delle popolazioni Rom più circoscritte d'Europa, circa 170 000 individui, ossia lo 0,3% della popolazione italiana (in Romania sono 2 milioni e mezzo e 800 000 in Spagna). Si tratta per la maggior parte di cittadini italiani, presenti sul territorio a iniziare dal quindicesimo secolo. Oppure di immigrati in regola, arrivati di recente, in ondate successive, da ex-Jugoslavia, Romania e Bulgaria. Immigrati irregolari non potrebbero d'altronde stare in campi attrezzati e ricevere i servizi delle cooperative che li gestiscono.

Nonostante il numero ridotto, le politiche d'inclusione sociale della popolazione Rom in Italia sono state fallimentari. Con il risultato che la stragrande maggioranza dei Rom presenti nel territorio vive in condizioni di estrema emarginazione sociale ed economica, perdendo di conseguenza ogni interesse a essere parte attiva e costruttiva della società circostante.

E' tempo di proibire la pratica dei campi segregati in Italia. I soldi pubblici che servono a mantenerli possono essere usati per integrare i residenti dei campi tramite supporti all'impiego, all'abitazione e alla scolarizzazione, in vista di un avviamento verso l'autonomia. Vi sono persone che compiono questo cammino in maniera autonoma. Ma sia tra i Rom che tra i non Rom, non tutti ne hanno la forza. I fondi pubblici dovrebbero essere usati per questi, non per discriminare e segregare.

L'otto aprile è la giornata internazionale dei Rom e dei Sinti. Usiamo quest'occasione per fare un esame di coscienza e aprire un nuovo capitolo nelle nostre relazioni con i Rom, che faccia onore a tutti. Solo così si renderà dignità e rispetto ai Rom, e alla società italiana che li ospita al proprio interno.

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