di Agotino Rota Martir - 10 Aprile 2014 - campo Rom di Coltano
- Pisa
Il sindaco Marino folgorato sulla strada di Damasco? Oppure su una di quelle
strade-sentieri che conducono a qualche accampamento di nomadi? (pardon ora per
ordinanza bisogna dire rom)..avrei preferito proprio su una di queste, perche'
la differenza non e' da poco.
Ad ogni modo e' apprezzabile da parte di un sindaco, la volonta' di capire
meglio e di lasciarsi "convincere" da chi la realta' dei rom la conosce anche
dal di dentro perche' la frequenta.
M'auguro che l'esempio del sindaco di Roma trovi emulatori tra i suoi colleghi.
Ma permettimi anche di difendere e contestualizzare il mio sintetico intervento,
e che ribadisco: l'ordinanza di questo genere serve a ben poco e non mi piace
tanto, come non mi sono piaciute le ordinanze anti accattoni, anti borsone, anti
"vu cumprà".. A quando anche un'ordinanza che obblighi il pellegrino a fermarsi
a Roma?
I rom sono nomadi? Quanti studi, pubblicazioni e conferenze..Loro, i rom cosa
dicono, cosa pensano? Due attivita' da distinguere e da analizzare con
attenzione e comprensione. Buon per il sindaco che attraverso una rapida
ordinanza risolve una questione che e' oggetto di discussioni, ricerche,
dibattiti di carattere antropologico e sociale da almeno 3 decenni, in Italia e
in Europa. Ad esempio in Francia la questione manco si pone, perche' e' prevista
la possibilita' di viaggiare e spostarsi e le amministrazioni locali devono
garantire e offrire alle "persone viaggianti" (siano cittadini francesi, rom,
sinti, tedeschi..) strutture e condizioni eque e rispettose per tutti, sia per
chi sceglie di muoversi e per chi e' stabile. Sono tanti i Rom in Francia che
nomadizzano in questo modo, tanti altri hanno scelto di stare in case,
appartamenti o su terreni privati: e' una loro scelta! Oppure in campi Rom
(nomadi) del tutto identici ai nostri!!
Smettiamola di far credere che i campi Rom (nomadi) esistano solo in Italia.
Anche in Inghilterra, Irlanda ed America ce ne sono, e tra l'altro sono anche
oggetto di trasmissioni televisive molto seguite, ambientate in veri e propri
campi ..nomadi! ("Il mio grosso grasso matrimonio Gipys" trasmesso su Real Time
ogni settimana)
Un nomade ha forse meno diritti e doveri di un rom o di qualsiasi essere umano?
Come trovo un po' strano che in una societa,' che spesso sollecita la mobilita'
(flessibilita') in nome del mercato del lavoro o per la globalizzazione (cosa
non facciamo per essa), quante realta', popoli e merci in continuo movimento,
eppure vogliamo ad ogni costo i rom sedentari, costi quel che costi: per
qualcuno la mobilita' e' quasi un dogma, quella dei rom e' invece demonizzata,
condannata e sospettata. E' forse così altrove? Perché in Italia l'integrazione
deve passare per forza solo ed esclusivamente dalla sedentarizzazione? Possibile
che tutte le Associazioni vanno in questo senso? Cosa ne ricavano?
Pochi anni fa (non il secolo scorso) delle famiglie rom di Coltano avevano
espresso la loro volonta' di continuare a vivere in roulotte, non gli andava di
vivere in appartamento, ma non c'e' stata ragione e in nome della cosi detta
integrazione, indotte ad abitare in appartamento.
So che ci sono amministrazioni che si rifiutano di finanziare l'acquisto di
roulotte, preferendo di gran lunga spendere per le case e appartamenti, sempre
in nome dell'integrazione, ma che di fatto sono delle imposizioni di modelli e
stili di vita che non sempre coincidono con quelli dei rom. Per una famiglia rom
vivere in una casa, di fatto e' diverso da come vive una famiglia italiana.
So di correre il rischio di essere definito "ideologico" (oggi chi non si
allinea e' cosi che e' tacciato): mi chiedo se oggi i rom sono nelle condizioni
di scegliere liberamente e serenamente il loro futuro.
So che ci sono rom che la loro vita si e' complicata anche perche' hanno smesso
di nomadizzare, altri invece che vivono tranquilli in case e che poi lasciano
quando ritengono utile riprendere a girare. Tanti hanno avuto il privilegio o la
fortuna di averne una, a differenza di altri che la sognano, altri invece sanno
accontentarsi di una baracchina o di una roulotte.
Sono differenti i motivi che spingono gruppi di rom ad essere o diventare per
dei periodi dei "nomadi": per lavoro, per opportunità, per regolarizzare i
documenti, per motivi di famiglia, per paura dei servizi sociali che prendano i
loro figli, semplicemente per cambiare aria per un certo periodo, per le
continue minacce di espulsione e di sgomberi, per delle liti tra famiglie..
Spesso cio' che accomuna la maggioranza dei rom, nonostante le loro differenze
e' proprio quello di dichiararsi sempre come "non nomadi", un po' per
convenienza ma nello stesso tempo si sentono liberi dai nostri schemi,
consapevoli e fieri anche della propria diversita'.
Certo e' che il nomadismo dei rom, tipico di 40/50 anni fa' non e' piu' quello
di oggi; cosa ridicola riproporlo o solo pensarlo in modo nostalgico, anche se
in genere l'immaginario collettivo piace pescare proprio nel mondo fantasioso
del rom nomade.
Il nomadismo non e' l'altra faccia della sedentarieta' che ci sta un pochino
stretta?
Forse ci vorrebbe un altra circolare per scoraggiare questo immaginario mondo
gitano presente in ognuno noi: e i rom mi piacciono anche perche' il loro
"nomadismo" sfida e provoca le nostre immobilita'..pensiero nomade!
Una societa' senza nomadi (rom, pellegrini, profughi..) forse e' piu' povera,
senz'altro piu' rannicchiata su se stessa.
Rif:
Parole un tanto al chilo