Richiediamo chiarezza. Di Rom si parla poco e male, anche quando il tema delle notizie non è "apertamente" razzista o pietista, le notizie sono piene di errori sui nomi e sulle località
The Prague Post: AFP Photo. I residenti di Břeclav hanno manifestato il
22 aprile per protestare contro una presunta violenza su un quindicenne da parte
di tre Rom. Ora la polizia dice che il ragazzo si è inventato la storia
Secondo la polizia, il quindicenne che diceva di essere stato
brutalmente malmenato dai Rom a Břeclav, Sud Moravia, ad aprile, in realtà si
era procurato da solo le ferite, dopo essere caduto da una ringhiera.
Il ragazzo era caduto mostrando esercizi ginnici ad i suoi amici, all'ottavo
piano di una casa, secondo quanto riportato dalla Czech News Agency (ČTK). In
seguito aveva inventato una storia, per paura della reazione della madre.
L'incidente aveva suscitato a Břeclav sentimenti anti-rom, e l'Associazione
Nazionale dei Rom ha detto che sarebbe ora di prendere in considerazione le vie
legali del caso.
Il ragazzo di 15 anni, che lo scorso aprile aveva sostenuto di essere stato
aggredito da tre persone di origine rom. ha ammesso alla polizia di aver mentito
e di essersi ferito da solo. La sua testimonianza iniziale aveva scatenato
reazioni significative a Břeclav, piccola città della Moravia del Sud con 25.000
abitanti. Per manifestare il loro sostegno alla famiglia e alla vittima,
amputata di un rene, ma anche per rivendicare maggior sicurezza, 2.000 abitanti
del comune avevano manifestato nel centro di Břeclav contro la comunità rom.
Photo: CTK
Un mese più tardi, la verità è tutt'altra, come ha confermato mercoledì la
polizia dopo aver sottoposto il ragazzo alla macchina della verità. All'origine,
secondo la versione fornita alla madre e agli inquirenti, aveva detto di essere
stato assalito da tre Rom, per non avere le sigarette che gli avevano chiesto.
Il responsabile delle indagini, Luděk Blahák, ci da la reale versione dei fatti:
"Il ragazzo stava esibendosi davanti a dei coetanei, tra cui due ragazze. Si
trovava all'ottavo piano di un edificio. E' salito sulla ringhiera, si è sospeso
per eseguire un'acrobazia, e poi è caduto. Si è ferito urtando la ringhiera
situata ad un piano inferiore. Alla scena assistevano tre testimoni, della
stessa età della vittima. La verità è che il ragazzo ha avuto paura di
raccontare a sua madre quel che era successo, temendo la sua reazione."
La sua iniziale testimonianza aveva sollevato un'ondata di emozione e
solidarietà, assieme però all'odio contro la comunità rom di Břeclav, stimata in
circa 500 abitanti. Soprattutto, sulla base di questa sola falsa testimonianza,
2.000 persone avevano aderito, una domenica a fine aprile, ad un appello del
Partito dei Lavoratori della Giustizia Sociale, di estrema destra, per
manifestare la loro collera in centro città. Si erano uditi tra la folla slogan
come "Il sindaco dorme mentre gli zingari uccidono" o "Stop al terrore zigano" (cf.
http://www.radio.cz/fr/rubrique/faits/incident-de-breclav-2000-habitants-de-la-ville-suivent-les-extremistes-et-manifestent-contre-les-roms).
Il sindaco di Břeclav, Oldřich Ryšavý, tenta di spiegare come può essere
accaduto:
Oldřich Ryšavý e la madfre del ragazzo, photo: CTK
"A Břeclav la situazione è delicata. Ci sono tensioni sociali,
evidentemente. Siamo tra le regioni ceche più povere, al confine con la
Slovacchia e l'Austria. Siamo ad un incrocio, il primo punto d'arrivo per la
gente proveniente dalla Slovacchia e dai Balcani. Non posso negare che esista
una piccola criminalità e che il sentimento d'incertezza esistenziale tra gli
abitanti della regione sia relativamente forte."
In seguito, diverse voci si sono levate per criticare il comune, accusato di
aver autorizzato la manifestazione. Ma Oldřich
Ryšavý se la prende con i media per come hanno trattato la vicenda, e secondo
lui si tratta di disinformazione, o meglio di "mala informazione".
"Siamo stati messi davanti al fatto compiuto: l'evento si sarebbe tenuto lo
stesso. Anche se l'avevamo vietata, il Partito dei Lavoratori sarebbe arrivato
lo stesso. La nostra reazione dunque è stata di adottare tutte le misure di
sicurezza possibili per evitare incidenti. La polizia ha fatto ogni sforzo
possibile perché non succedesse nie3nte a prescindere dal colore della pelle.
Mercoledì scorso ho discusso con i capi della comunità rom di Břeclav ed ho
domandato loro di mantenere il sangue freddo. Hanno promesso di farlo. Noi
facciamo tutto il possibile perché Břeclav sia una città calma e sicura."
Se comunque Břeclav non si è trasformata in una città assolutamente calma e
tranquilla, la tensione che regnava ad aprile sembra essersi un po' placata. E
l'ammissione fatta mercoledì dal ragazzo di aver mentito potrebbe portare alcuni
degli abitanti a riflettere a fondo sulla loro partecipazione alla
manifestazione anti-rom. Questa almeno la speranza del sindaco:
"Di sicuro è come una catarsi. Alcuni probabilmente avranno un grosso mal di
testa. Ma ciò che è auspicabile, è che la famiglia reagisca e si rivolga alla
popolazione. E' quel che ho detto alla madre quando l'ho incontrata. La
decisione dipende solo da lei, ma penso che così potrà rimettersi dallo shock
morale che sta vivendo ed aiuterebbe anche la popolazione di Břeclav."
La madre ha presentato le sue scuse a tutta la comunità rom di Břeclav,
photo: CTK
Giovedì scorso la madre ha presentato le sue scuse a tutta la comunità rom di Břeclav.
Ha affermato di non capire perché suo figlio non le abbia detto la verità,
precisando che se l'avesse educato con rigore, non avrebbe avuto comportamenti
simili. Con una lettera di scuse, ha anche reso i 4.000 euro versateli dal
cantautore Michal David per la rieducazione del figlio. Erano stati raccolti in
un concerto di beneficenza a suo favore, organizzato a Břeclav sabato sera.
Dal canto suo, la polizia ha chiuso il caso: non c'è stata alcuna aggressione.
Tuttavia, contro il ragazzo può essere intentata un'azione legale per falsa
testimonianza, e lo stesso vale per i testimoni dell'incidente che sono rimasti
muti. L'Associazione dei Rom della repubblica Ceca ha accettato le scuse dalla
madre del ragazzo. Lamenta però la sottovalutazione dell'odio razziale.
Di Fabrizio (del 31/05/2012 @ 09:38:07, in blog, visitato 1821 volte)
SEGNALI
DI FUMO il magazine sui diritti umaniAmnesty al campo Rom di via Idro, 3° edizione della festa "Via Padova è meglio
di Milano": un'esperienza di contatto Stefania Andreoni (Gruppo 108 Vimercate – Amnesty International)
il campo rom in via idro a Milano
Sabato 19 maggio, armati di petizioni, volantini e... tanta buona voglia, abbiamo
allestito un banchetto nel campo rom di via Idro a Milano: un'esperienza nuova,
diversa, che ci ha permesso di conoscere da vicino una realtà difficile, ma
anche affascinante e piena di vitalità, di una comunità tenuta ai margini della
società.
"Non ero mai entrata in un campo Rom...sinceramente..mi è sembrato come entrare
nei vicoli di un paesino di montagna di una volta, dove tutti stanno in strada.
I bambini si rincorrono, giocano, i cani se ne vanno a spasso, gli adulti si
godono la festa e rimbrottano ogni tanto i bimbi più scalmanati..." scrive Monica
su facebook per condividere la sua impressione.
E, aggiungo, tanto verde, fiori, galli, polli, galline che razzolano dappertutto
e una grande varietà di abitazioni: alcune, poche, in muratura; roulotte con
sopra un tetto; capanne di legno, plastica e magari un po' di cemento; le
tipiche dimore di chi si sente precario e dispone di ben poca agiatezza
economica.
Via Padova è meglio di Milano...vista da via Idro
Nei nostri confronti c'è stata molta cordialità: i bambini incuriositi volevano
firmare anche loro le petizioni, "qua tocca abbassare a 8 anni l'età per firmare
le petizioni Amnesty" scherza Marco e gli adulti hanno dimostrato interesse e
aderito alle nostre petizioni.
Non sembrava davvero di essere a Milano. E anche in quel clima di vitalità e
allegria, quasi come in un campeggio o in vacanza, non ho potuto fare a meno,
vedendo il tutto così da vicino, di pensare alle difficoltà che quelle persone
affrontano ogni giorno, anche solo per abitare in un posto ancora molto
disastrato.
Un'utile esperienza di contatto, che aiuta a "sentire" la correttezza e
l'importanza della denuncia e dell'attività in difesa dei diritti dei Rom,
persone che hanno, come tutti, l'aspirazione a vivere dignitosamente.
Grattan Puxon, attivista Rom-Traveller che ha dato un importante contributo
nell'organizzare il primo Congresso Mondiale dei Rom a Londra nel 1971, ha
mandato una lettera ai Rom in Turchia.
Grattan Puxon spiega l'importanza di essere eletto come rappresentante di
organizzazioni internazionali come l'Unione Romanì Internazionale (IRU) o
l'Organizzazione Mondiale dei Rom (WRO) in elezioni che vedranno una larga
partecipazione via Internet. Ecco la lettera di Grattan Puxon:
Cari Fratelli e Sorelle in Turchia,
Mi chiamo Grattan Puxon, sono vecchio ormai, ma in passato sono stato diverse
volte a Istanbul, la prima nel 1960, e camminavo lungo il confine tra Turchia e
Grecia. Sono stato a Edirne, e nel quartiere rom di Sulukule a Istanbul, quando
quell'antica mahala era piena di vita.
Grazie per la vostra gentile ospitalità che allora mi avete mostrato nelle
vostre case e vorrei mettervi a conoscenza di alcune idee che stiamo sviluppando
a Londra.
Dopo il primo congresso Mondiale Romanì a Londra nel 1971, su invito di Fajk
Abdi, il primo Rom eletto nel Parlamento macedone, mi trasferii a Shutka, il
comune rom (35.000 abitanti) ai margini di Skopje (Uskub).
Ovviamente fui impressionato dal fatto che la nostra comunità a Shutka
potesse eleggere il proprio membro del Parlamento. Ed anche che Shutka eleggesse
il proprio consiglio comunale e avesse dal 1948 la propria associazione
culturale: Phralipe. Potei portare a Shutka la bandiera romanì blu e verde, con
la ruota rossa al centro, adottata dal congresso di Londra.
Fajk mi disse che alcuni della sua famiglia vivevano a Izmir, e che c'erano
molti legami familiari tra Macedonia e Turchia, ed anche tra Turchia e Grecia
(ho vissuto a Sulon per 14 anni). Siamo tutti una grande famiglia.
Ma, veniamo al punto: se Shutka può eleggere un Rom al Parlamento, possono
farlo anche le altre comunità romanì. Ed è stato confermato dall'elezione di Juan de Dios
Ramirez a Barcellona, in Spagna, e più recentemente da due Romnià ungheresi al
Parlamento Europeo.
Però, nel contempo abbiamo avuto bisogno di tenere elezioni regolari per le
nostre istituzioni e le organizzazioni internazionali. Nelle associazioni
locali, i componenti possono essere raccolti in un unico posto. Ma per le
organizzazioni internazionali, come il Congresso dell'Organizzazione Mondiale
dei Rom dello scorso aprile a Belgrado, ovviamente solo a pochi delegati è stato
possibile riunirsi e votare gli incarichi, il presidente, il segretario
generale, ecc.
Non è una situazione facile. Si può ovviare con i computer e con internet.
Quindi, intendiamo sviluppare un programma in due parti per permettere a più
gente possibile di:
votare nelle elezioni locali o in quelle generali, nazionali
votare nelle elezioni per gli incaricati ed i rappresentanti
che possano parlare alla UE a Bruxelles, a Strasburgo, e all'ONU
a New York.
Per il punto 1. mi aspetto che le vostre associazioni stiano già aiutandovi a
registrarvi per votare secondo quanto previsto dalle normative nazionali
(compilazione dei moduli appositi).
Per il punto 2. le vostre associazioni devono essere pronte a ad assistervi
per votare Rom e Dom come rappresentanti a livello internazionale.
Noi a Londra vogliamo soltanto portarvi a conoscenza di un sistema che può
rendere possibile tutto ciò. Non è una soluzione per le molte difficoltà che
avete di fronte, ma è un modo di darvi uno "strumento" da utilizzare per
affrontare queste difficoltà, riguardo gli alloggi, l'istruzione, l'assistenza e
il lavoro.
Tenete poi presente che ci consideriamo una squadra "tecnica". Siamo qui per
promuovere e rendere praticabili queste proposte, con qualsiasi organizzazione
esistente.
Posso già dirvi che tanto la più antica Unione Romanì Internazionale che la
nuova Organizzazione Mondiale dei Rom intendono adottare il voto via internet
per i futuri Congressi. (il sistema dovrebbe essere pronto in due anni). Il
Forum Europeo dei Rom e dei Traveller sta considerando la proposta.
Crediamo che il sistema possa presto raggiungere 100.000 votanti e tra non
molto Un Milione, considerando che i rom sono 15 milioni e oltre.
Un Milione di voti (o più) ci fornirà un autentico "mandato" democratico, che
sicuramente ci farà guadagnare rispetto e maggiore influenza. Renderà anche i
nostri rappresentanti responsabili verso le comunità di base ed il popolo delle
mahala.
Un altro vantaggio è che renderà più facile il manifestarci ed aumenterà la
visibilità della nostra identità collettiva. Immaginate che durante Hederlezi
tutti si esponga la bandiera romanì, in ogni villaggio e città (se questo fosse
opportuno nella Turchia di oggi).
In ogni parte della UE, dovremo essere capaci di organizzare manifestazioni
per l'8 aprile, Giornata della Nazione Rom, rivendicando tutti i diritti che a
lungo ci sono stati promessi. Attraverso il programma internet potremo
appellarci a tutti gli attivisti per agire assieme il medesimo giorno. Su scala
più piccola, lo abbiamo fatto ogni anno. Ora questa diventerà una grande,
pacifica dimostrazione di 100.000 (ed in seguito di Un Milione).
Fajk Abdi disse quarant'anni fa al Congresso di Londra che si possono fare
due cose - pescare e sfamare la gente, o preferibilmente dare loro gli
attrezzi per la pesca e che provvedano loro. Spero che considererete
queste idee.
Quanti sono interessati possono contattarci a
dale.farm@btinternet.com; ci
terremo in contatto e resterete informati.
Nel nostro team ci sono Petar Antic, ex ministro del governo serbo; Toma
Nikolaev, direttore del giornale DeFacto (e già candidato al Parlamento in
Bulgaria); Ladislav Balaz, tra i fondatori dell'Iniziativa Civica Rom in
repubblica Ceca; e Nin (Domani), responsabile del nostro sito romanationday.org
Di Sucar Drom (del 29/05/2012 @ 18:44:47, in Kumpanija, visitato 2628 volte)
L'Associazione Sucar Drom ha creato una unità di crisi per il terremoto nel
Mantovano e nel Modenese, stiamo raccogliendo aiuti (piccole roulotte, tende)
per contatti 333 2252101 - 333 3715538 - 0376 224551.
CHIEDO A TUTTI DI PASSARE PAROLA AI VOSTRI CONOSCENTI, AMICI, PARENTI DI
PARENTI E TUTTI QUELLI CHE CONOSCETE, PER AVERE UN AIUTO DA PIU' PERSONE
POSSIBILE. GRAZIE A TUTTI VOI:
L'associazione Nevo Drom di Bolzano, in contatto diretto con l'associazione Sucar
Drom di Mantova, chiede l'aiuto di tutti quelli che possono dare un minimo
d'aiuto alle persone che stanno subendo in queste ore la paura, il terrore, la
crisi per il terremoto nel MANTOVANO E NEL MODENESE. Stiamo raccogliendo aiuti
(piccole roulotte, tende, sacchi pelo) e tutto quello che si ritiene sia d'aiuto
a queste persone sloggiate dalla natura dalle loro abitazioni. Dobbiamo cercare
in tutti i modi di aiutarli a superare questo brutto momento, certi del vostro
buon cuore, Radames Gabrielli
Di Fabrizio (del 29/05/2012 @ 09:23:01, in Kumpanija, visitato 1912 volte)
Con immenso dolore informiamo che [ieri] a causa di un infarto è morto
Umberto Spada, rom di Frosinone, giornalista sportivo, noto attivista
dell'associazionismo rom ed uno dei fondatori promotore della Fondazione romanì
Italia.
Di Fabrizio (del 29/05/2012 @ 09:07:49, in media, visitato 1624 volte)
Segnalazione di
Paolo Terruzzi. Scusate, ma a me quelli di
Libero me fanno morì ...
Se passerà il riconoscimento della lingua, i Sinti pronti a invadere i
media (immagine tratta da
Pitypetefans.forumfree.it, mentre l'articolo originale lo trovate
QUI)
Tra i benefici della legge ci sono l'insegnamento della lingua Rom a scuola,
i documenti in tribunale tradotti in Romanes, radio e tv
L'insegnamento della lingua Rom a scuola, i documenti in tribunale tradotti in Romanes, una radio e una televisione per l'etnia Sinti. Lo scenario si prospetta
sempre più vicino e reale. La Commissione Affari Esteri e comunitari della
Camera ha approvato uno specifico emendamento nell'ambito della ratifica della
Carta europea della lingue minoritarie. Gli onorevoli Matteo Mecacci (Radicali)
e Jean Leonard Touadi (Pd) hanno proposto di inserire le lingue parlate da Rom e
Sinti tra quelle riconosciute e tutelate in ambito nazionale. E la norma è
passata nonostante il governo, tramite il Ministero dell'Interno, avesse
espresso parere contrario. Ma in Commissione tutti hanno votato a favore, tranne
la Lega Nord.
Nuova legge? - La discussione passerà ora al voto del Parlamento, dove si
profila un fronte comune tra Pd e parte del Pdl. Ci sono, quindi, buone
possibilità che la linea pro-Rom diventi legge. Il popolo Sinti avrà tutti i
benefici del caso, mentre le minoranze lombarde, venete e piemontesi continuano
a non essere minimamente considerate. Il riconoscimento è prima di tutto
simbolico ma porterà anche dei benefici giuridici ed amministrativi. Come spiega
Dijana Pavlovic, attrice serba di etnia Rom e candidata al Parlamento nel 2008
con Sinistra Arcobaleno, questa decisione «di includere la nostra lingua
nell'elenco di minoranze linguistiche tutelate, previsto dalla legge 482,
potrebbe aprire la possibilità di insegnare la lingua Romanes nelle scuole con
studenti Rom, ma anche la nascita di radio e televisioni per la nostra
minoranza. O, più in piccolo, il riconoscimento dei nostri funerali e la
traduzione degli atti legali in tribunale».
La presenza in italia - I Rom e Sinti presenti al momento in Italia sarebbero
tra i 150 e i 200mila, secondo le stime più attendibili. Sono sparsi in tutto il
territorio, al contrario di molte altre minoranze che si concentrano invece in
una specifica area geografica. Questo può portare ulteriori difficoltà, perché
ogni regolamentazione si dovrà applicare in ambito nazionale e non locale. Ma la
Pavlovic promette: «Ci mobiliteremo in Aula per far passare questo
riconoscimento».
La reazione leghista - L'approvazione della norma ha già scatenato le prime
reazioni politiche. La Lega Nord ha infatti già annunciato battaglia e
l'onorevole Matteo Salvini, eurodeputato e segretario in pectore del partito in
Lombardia, spiega il suo disappunto: «Abbiamo già pronta un'interrogazione da
presentare a Bruxelles. Vogliamo infatti che le minoranze lombarde vengano
riconosciute ed è folle che invece venga data la precedenza ai Rom. Questa
corsia preferenziale non è una novità, capita anche per alcuni contributi
pubblici. Non capisco in base a che cosa vengano stabilite le priorità. Comunque
sono scettico sulla possibilità che possano nascere emittenti televisive o
radiofoniche dedicate ai Rom senza finanziamenti delle istituzioni. E in quel
caso, Pisapia, che cosa fara?». Dello stesso parere anche l'onorevole Riccardo
De Corato del Pdl: «Non voterò mai questa legge in Parlamento: se si devono
riconoscere delle minoranze bisognerebbe dar la precedenza ai veneti e ai
lombardi. In Italia finora i Rom hanno creato poca integrazione e molti
problemi, al contrario di molte altre minoranze. La decisione della Commissione
mi sembra un'iniziativa del tutto demagogica. In ogni caso, la radio e la tv non
la apriranno con i soldi del governo, al massimo con i contributi di qualche
associazione no profit». Radio Rom, se mai nascerà, non avrà vita facile. Le
minoranze in coda per avere un briciolo di attenzione sono tante. Ma come è
noto, in Italia la fila non la rispetta quasi nessuno.
Di Fabrizio (del 28/05/2012 @ 09:58:05, in Italia, visitato 1843 volte)
Corriere della SeraLA VIDEOINCHIESTA DI COMUNICARE IL SOCIALE
Dopo i recenti fatti di cronaca, parlano i residenti del campo nomadi di Scampia
NAPOLI - "Ci chiamano zingari, ma non è sempre colpa nostra" Scampia, quartiere
a nord di Napoli, una lunga scia di rifiuti di ogni sorta segna l’ingresso nel
campo rom. Un villaggio di baracche fatte di lamiere e compensato, dove vivono
circa 700 persone. Ad accompagnarci Jovanovic Dejan di nazionalità serba da
tredici anni in Italia. "Ho quattro figlie femmine – racconta - studiano tutte
nella scuola italiana". Nel campo manca la corrente. L’Enel ha staccato per
l’ennesima volta l’allaccio abusivo, "un paio di giorni e riattacchiamo - dice
Jovanovic – In inverno è più dura per riscaldarci accendiamo nelle stufe la
legna presa dai rifiuti. Ci accusano di essere sporchi, che bruciamo i rifiuti,
ma vogliamo solo riscaldarci". Per il cumolo di spazzatura all’esterno del
campo, Jovanovic precisa: "Non è solo colpa nostra nessuno viene a ritirarla,
per questo si creano le discariche". Per quanto riguarda l’integrazione Dejan ha
le idee chiare: "E’ una questione di scelta, tra di noi c’è chi si vuole
inserire e chi no. C’è chi cerca un lavoro e chi si “arrangia”". Lui, da due
anni, è mediatore culturale dell’associazione “Arrevutammoce”, "per quelli come
me – aggiunge - che si vogliono integrare è comunque dura: non ci danno la luce
e l’acqua. Come i miei figli possono andare a scuola e possono giocare con i
bambini italiani se sono sporchi?". "Tu dici che io sono zingaro – conclude
Jovanovic – ed è vero, ma se puzzo e scappi è anche colpa tua". Per i suoi figli
spera in un futuro migliore del suo: "che siano integrati e possano scegliere la
loro strada".
Di Sucar Drom (del 28/05/2012 @ 09:43:40, in blog, visitato 1372 volte)
Pescara, una vergogna nazionale!
La situazione è a Pescara è fuori controllo, dopo l'omicidio di Domenico
Rigante. Gravi e deliranti le reazioni di un gruppo di ultras del Pescara Calcio
ma altrettanto pericolose le parole del Sindaco Masci che getta benzina sul
fuoco criminalizzando tutti i circa duemila Cittadini italiani...
Mantova, seminario "Con quali Parole?"
Gli stereotipi sono la modalità più semplice per identificare le minoranze che
compongono le nostre società. Ma proprio lo stereotipo è ciò che ci
impedisce di vedere nell'altro una controparte di pari dignità. Al contra...
Rom e Sinti, Fornero: uscire da gestione emergenziale
E' necessario ''uscire da una gestione emergenziale dei rom''. Lo ha dichiarato
oggi il ministro del Lavoro, Elsa Fornero durante l'audizione in Commissione
straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato in
merito al Tavolo...
Pescara, sciacallaggio politico ai danni della popolazione romanì
L’Associazione Culturale Thèm Romano ONLUS nella persona del suo Presidente
Santino Spinelli esprime tutto il suo disappunto e il suo stupore
nell’apprendere che l’Amministrazione Comunale di Pescara e la locale sezione
del PDL, fomentan...
Rom e Sinti: oggi in Parlamento il primo passo verso il riconoscimento
Oggi pomeriggio la Commissione esteri della Camera dei Deputati ha votato a
maggioranza l'emendamento presentato dall'On Matteo Mecacci, deputato Radicale -
Pd, per riconoscere lo status di minoranze linguistiche ai Cittadini italiani
sinti e rom...
Di Fabrizio (del 27/05/2012 @ 09:23:27, in Kumpanija, visitato 1965 volte)
Una rassegna gastronomica rom-balcanica promossa dagli allievi del
corso organizzato dalla Fondazione Anna Ruggiu onlus.
I piatti della tradizione Rom balcanica per conoscere e integrare la comunità
presente a Cagliari. È l'iniziativa che, per tre giovedì consecutivi a partire
dal 30 maggio, vedrà protagonisti nel capoluogo sardo un gruppo di donne e
ragazze rom, a conclusione di un lungo corso organizzato dalla Fondazione Anna
Ruggiu onlus che comprendeva, tra l'altro, un seminario in materia di confronto
culinario interculturale realizzato con l'Istituto alberghiero Antonio Gramsci
di Monserrato.
La manifestazione, che si svolgerà in via Carloforte 76, vedrà proposto un
menu con specialità balcaniche: dagli antipasti (salame bovino, carne secca
bovina, formaggi, parica farcita con verza), ai primi (pita con spinaci e
ricotta, pita con cipolla, patate e carne, oppure ancora pita con patate e
cipolla). Poi per secondo il gulash e per dolce l'hurmasice capavce. Un menu
tipico della cultura rom, accompagnato da bevande del commercio equo e solidale,
fornite dalla Bottega di Sucania.
Per Lusia Milia, una degli gli organizzatori, si tratta di "sperimentare un
approccio non convenzionale con gli appartenenti a questa antica cultura.
Approccio inconsueto e sicuramente più interessante rispetto allo stereotipo che
accompagna la presenza degli appartenenti a questa etnia nella nostra città".
Di Fabrizio (del 26/05/2012 @ 09:25:37, in Europa, visitato 1949 volte)
Termometro PoliticoI rom nell'Europa orientale, ovvero come ti
demonizzo il diverso - Pubblicato il 22 maggio 2012 da EaST Journal - di Simona Mattone,
da Bucarest
L'otto aprile è stata la giornata internazionale dei Rom e dei Sinti. In ogni
paese le giornate internazionali hanno odori diversi. Profumano di vittoria, o
di sconfitta. A volte di superfluo. Bucarest, capitale del paese
con la più
numerosa popolazione rom, ha proposto una giornata di documentari e di
informazione. In un cinema, un po' d'altri tempi, senza molta pubblicità. Una
ventina di ragazzi, due o tre teste bianche e lo schermo. Passano le ore, e le
storie si intrecciano. Ragazzini che arano campi - si parla di garantire
l'accesso scolastico a tutti-, e roulotte che cercano di raggiungere la Francia,
ancora, dopo l'ennesima espulsione, perché "qui in Romania non si può più
stare". C'è un villaggio di 700 persone, costruito al confine tra due distretti,
che non riceve né acqua, né luce. Né documenti. Se non quelli temporanei,
concessi occasionalmente da qualche partito in vista delle elezioni, e poi
ritirati.
E' chiaro: la considerazione dei rom è pessima. L'informazione è pessima. Ci si
dimentica spesso che sono uomini. Anche qui, dove la maggior parte non vive in
baracche, ma lavora, svolgendo le professioni più umili. Nei più casuali
dialoghi con la gente, uno straniero in Romania viene informato della differenza
tra romeni e rom, almeno una volta al giorno. "Non siamo gypsies, non siamo
tigani, non siamo zingari. Noi non rubiamo". L'immagine è senza dubbio
quella
proposta dai media. La capacità dei media romeni di influenzare l'opinione
pubblica lavora su costruzione e diffusione di stereotipi negativi riguardanti i
rom.
Una ricerca condotta quasi dodici anni fa dall'Accademia Catavencu è ancora
rilevante, ci mostra come il gioco sia sempre lo stesso: si demonizzano la
povertà, le tradizioni ed i costumi, ed il collegamento tra criminalità ed etnia
rom è diretto. E poi c'è la mafia tiganeasca. Fa quasi sorridere sentire una
donna rom parlare di un vicino poco simpatico apostrofandolo come "zingaro".
Ci sono 12 milioni di rom in Unione Europea. Non hanno un paese d'origine, e la
maggior parte ha ormai messo le proprie radici nell'Europa balcanica.
Ma chi
sono davvero, e da cosa scappano?
Dal rapporto 2009 di EU-MIDIS, indagine condotta dall'Agenzia dei Diritti
Fondamentali sulle minoranze europee, emerge che la popolazione Rom raggiunge i
più alti livelli di discriminazione nei Paesi dell'Est Europa. Intolleranza
accentuata dall'eredità socialista, ma ben più antica.
In Repubblica Ceca si è riportato il livello di discriminazione più alto, un
64%. I rom in Bulgaria e in Romania se la passano meglio, dicono le statistiche.
Solo il 4% dei Rom in Grecia completa l'educazione primaria. Anche nei paesi
dove l'analfabetismo non è fra i maggiori problemi, la proporzione di quelli che
decidono di continuare gli studi è preoccupantemente bassa.
Anche se con un solo rappresentante di origini rom a Bruxelles, diversi progetti
sono stati promossi dal Concilio d'Europa e dalle Commissioni Europee
incaricate, per l'abbattimento di pregiudizi, attraverso il sostegno di
politiche di integrazione ed inclusione. Tutto dovrebbe partire dall'istruzione.
In questo particolare contesto sociale garantire l'accesso all'istruzione alle
nuove generazioni non è scontato, né altrettanto sufficiente. Qualora i bambini
rom abbiano la possibilità di frequentare le scuole, nella maggior parte dei
casi vengono indirizzati in strutture solo per rom, con bassa qualità di
insegnamento, o raggruppati in classi separate. Addirittura in scuole speciali,
per disabili, provocando facilmente l'abbandono degli studi. Questo è un
messaggio profondamente diseducativo anche per chi rom non è. La segregazione ha
una doppia faccia: impedisce il contatto tra le diversità, in un contesto
neutro.
Ed ecco un Est, emarginato dalla visione eurocentrica che lo definisce come
produttore di lavavetri e campi nomadi - già la parola campo dovrebbe farci
sobbalzare - che emargina. I rom nei loro villaggi, gli altri nelle loro città.
Società parallele, all'Est come all'Ovest, al Nord come al Sud.
East Journal è un progetto di giornalismo partecipativo che nasce dal basso,
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