Rom e Sinti da tutto il mondo

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La redazione
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\\ Mahalla : VAI : Italia (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 11/03/2009 @ 09:09:15, in Italia, visitato 1393 volte)

Da Avvisatore.it

Parla l'ex assessore alle Politiche sociali di Roma: 'Nel 2000 gli insediamenti abusivi erano passati da 51 a 16, avevamo realizzato 5 villaggi attrezzati e il Casilino 700 era completamente sgomberato' da Redattore Sociale

ROMA - Niente di nuovo sotto il sole. Il regolamento per la gestione dei campi rom della Capitale ricorda molto un'ordinanza emanata dall"allora sindaco Francesco Rutelli alla fine del 1996. Amedeo Piva, che in quel periodo era assessore comunale alle Politiche sociali, racconta le scelte di quella stagione politica e spiega cosa a suo parere andrebbe fatto per rendere le politiche sui rom realmente efficaci. Lo abbiamo intervistato.

Dottor Piva cosa accadeva ai tempi della prima giunta Rutelli?
A Roma, secondo un censimento molto capillare e puntuale fatto nel '95, c'erano 51 campi nomadi abusivi e 5.467 persone che vi vivevano dentro, più un altro migliaio tra rom e sinti fondamentalmente italiani che abitavano in appartamento. Su questa base il 26 gennaio 1996 è stata emanata un'ordinanza sindacale che dettava le regole per la permanenza dei rom nella città, censiva gli insediamenti esistenti e subordinava la permanenza nei campi a un permesso speciale che doveva essere assegnato dall'Ufficio immigrazione. Quindi il regolamento dei campi è una cosa già vista e già fatta.

Ha funzionato quel regolamento?
Alla fine del periodo in cui Rutelli è stato sindaco, quindi nel 2000, gli insediamenti abusivi erano passati da 51 a 16. Avevamo portato avanti una serie di interventi e avevamo realizzato 5 villaggi attrezzati con moduli abitativi, 3 campi attrezzati e 3 semi-attrezzati. Inoltre il Casilino 700 era stato completamente sgomberato e su quell'area era nato un parco. Quindi il percorso era già tutto tracciato e ben definito, e vedo che adesso le stesse regole vengono rilanciate dal prefetto per cercare di normalizzare queste presenze. Ciò non può che farmi piacere, ma non basta: i problemi dei rom sono i problemi degli italiani soltanto portati all'esasperazione.

Cosa fare allora?
L'intervento necessario è la scolarizzazione che però da sola non è sufficiente. Gli adolescenti che non trovano uno sbocco lavorativo corrono un rischio di devianza 100 volte superiore a quello dei giovani italiani. Quindi bisogna avere il coraggio di fare strategie a lungo termine. Occorre, infatti, un controllo sul territorio per far sì che i rom non aumentino a dismisura, ma se coloro che vogliono uscire dalle dipendenze causate dall'ambiente non hanno alcuna possibilità di successo alla fine perdono il coraggio di farlo. Voglio dire che se un giovane non vede che qualcuno più grande di lui è riuscito a inserirsi con soddisfazione nel mondo del lavoro fallisce tutto il processo di scolarizzazione, perché alla fine si chiederà: "ma a cosa serve tutto questo?".

Una scommessa ambiziosa.
Certo, non è che si risolva tutto dall'oggi al domani: c'è bisogno di un percorso chiaro e puntuale con dei seri investimenti che non devono limitarsi però alle sole attività di controllo, ma devono guardare anche all'integrazione dei giovani. Mi riferisco fondamentalmente al fatto di fare sempre politiche pensate sul breve termine e non sul lungo termine. Perché le politiche di inserimento devono puntare sulle nuove generazioni, e non su un processo dall'oggi al domani. Insomma, io vedo che si sta ricominciando da capo, e vorrei dire al sindaco che è bene che ci sia il regolamento, ma il vero investimento è sul medio-lungo periodo. (ap)

 
Di Fabrizio (del 10/03/2009 @ 10:16:53, in Italia, visitato 1510 volte)

Sabato 14 e Domenica 15 Marzo 2009
Convento della SS. Annunziata -Libreria Feltrinelli

Nell'ambito del FESTIVAL DEI DIRITTI UMANI promosso dalla PROVINCIA DI PARMA in collaborazione con FORUM SOLIDARIETÀ

il circolo culturale IL BORGO in collaborazione con il FORUM interreligioso 4 ottobre, l'Associazione SILENTIA LUNAE, il circolo C. CATTANEO e con il patrocinio dell'ISTITUZIONE BIBLIOTECHE del Comune di Parma

invitano a
"Minoranze: diritti e doveri"
INCONTRI E DIBATTITI SUL DIRITTO ALL'IDENTITÀ a Parma, in Italia ed in Europa

Sabato 14 e Domenica 15 Marzo 2009
Convento della SS. Annunziata -Libreria Feltrinelli

Due giornate dedicate ad un riflessione sul tema delle "minoranze" nelle società italiana ed europea e sul delicato rapporto fra diritti e doveri che le riguarda.
Al centro dell'attenzione sarà il caso della minoranza rappresentata dai popoli ROM, SINTI; un insieme di comunità che conta all'incirca 12 milioni di persone in tutta Europa, quasi tutti cittadini di uno stato membro dell'Unione, eppure considerati come stranieri dall'opinione pubblica e dai mass media. I ROM ed i SINTI, dunque, costituiscono una realtà assai interessante e rappresentativa, in quanto lo status di "minoranza" in cui vivono non è dovuto al colore della pelle o alla cittadinanza.
L'evento sarà anche l'occasione per parlare dei diritti e dei doveri di tutte le persone che, per vari motivi, si trovano ad essere "minoranza". L'obiettivo è quello di suggerire pensieri e strategie che portino ad una civile reciproca convivenza e ad una serena integrazione, in Italia ed in Europa, nel rispetto dei diritti e dei doveri di tutti.

Aderiscono all'iniziativa:

SABATO 14 MARZO 2009
– Dalle ore 10,30
Incontro con gli studenti nelle scuole con Carlo Berini (Associazione Sucar Drom) e Elvis Ferrari (Associazione Sinti Italiani)

– Ore 15,45
Convegno nella Sala dell'Ordine Francescano del Convento della SS. Annunziata (ingr. Via Imbriani 2)
Saluti di Eugenio Caggiati, Presidente del circolo Il Borgo
P. Vittorio, Superiore del Convento della SS. Annunziata
Gabriele Ferrari, Assessore alle Politiche Internazionali della Provincia di Parma

– Ore 16,00
"IDENTITA' ROM e SINTA - LA QUESTIONE SICUREZZA E LEGALITÀ"
Conversazione con Yuri Del Bar, Sinto, Consigliere Comunale di Mantova e Alessandro Simoni, Docente di sistemi giuridici comparati. Università degli Studi di Firenze
Conduce: Mihai Mircea Butcovan, giornalista

– Ore 17,00
"DIRITTI E DOVERI DELLE MINORANZE IN ITALIA ED IN EUROPA"
Tavola rotonda con:
Don Luigi Valentini, Vicario della Diocesi di Parma
Tana de Zulueta, giornalista
Alessandro Olmo Circolo C. Cattaneo - Associazione amici della Fondazione Einaudi
.
Dibattito
Moderatore:
Alessandro Bosi, Docente Università degli Studi di Parma

– Ore 19,30
Degustazioni di cucina indiana
con il cuoco Gautam Talukdar (su prenotazione a Maria cell. 3498333689, euro 15 a persona, bambini gratis)
con percorsi musicali "Fra tempi e culture" proposti dall'Ensemble Silentia Lunae e con la partecipazione dell'attore Pino Petruzzelli

DOMENICA 15 MARZO 2009
– Ore 11,00
Libreria Feltrinelli, via della Repubblica 2
Saluto di Gian Luca Lottici, del circolo Il Borgo
Conversazione con Pino Petruzzelli, attore e regista autore del libro NON CHIAMARMI ZINGARO e Tommaso Vitale, ricercatore di sociologia, Università di Milano Bicocca co-autore con Giorgio Bezzecchi e Maurizio Pagani del libro I ROM E L'AZIONE PUBBLICA
Moderatore:
Luciano Mazzoni, Presidente Istituzione Biblioteche e portavoce del Forum 4 ottobre

MARTEDÌ 17 MARZO 2009
– Ore 18,00
Circolo Il Borgo, Via Turchi 5
MINORANZE: RIFLESSIONI OPERATIVE
Conduce Roberto Abbati, Esperto di progettazione sociale di Forum Solidarietà

 

Il Paese delle donne online

Antiziganismo in Italia e non solo: che fare...
Dal sito di "osservAzione", organizzazione non governativa per attività e ricerche sul razzismo anti-Rom e anti-sinti, riprendiamo questa intervista a Eva Rizzin, sinta che dopo il dottorato di ricerca in geopolitica e geostrategia continua ad essere attiva nella lotta per i diritti di sinti e (...)
Redazione

Per il tuo dottorato hai studiato l'antiziganismo nell'Europa allargata, si tratta di un fenomeno diffuso?
L'Europa dei “ventisette”, da est ad ovest, da nord a sud oggi risulta essere attraversata da violenze e da discriminazioni contro le minoranze.
Le recentissime ricerche condotte da vari Istituti europei come l'Eumc [European Monitoring Centre on Racism and Xenophobia], l'Ecri [European Commission against racism and intollerance] dimostrano che i rom costituiscono una minoranza fortemente discriminata. L'Eumc li descrive come il gruppo più vulnerabile, maggiormente deprivato dei propri diritti umani ed esposto al razzismo nell'Unione europea.
Ma nonostante esistano ricerche e rapporti che rivelano l'esistenza della discriminazione, i fenomeni di violenza contro i rom aumentano sempre più, fenomeni questi che dimostrano che l'antiziganismo esiste e si sta sviluppando sempre di più in tutta l'Europa, Italia compresa. In Italia tale fenomeno rimane inosservato perché purtroppo spesso il pregiudizio nei confronti dei rom viene considerato normalità come abbiamo dimostrato in Cittadinanze Imperfette.
L'antiziganismo è un comportamento sociale che oggi persiste anche nel nostro paese; persiste nei pensieri, nei sentimenti e nei comportamenti di molte persone e istituzioni. E' un sentimento pericoloso che alimenta il vortice di discriminazione nel quale i rom e i sinti sono colti, una discriminazione che di fatto però rimane completamente ignorata. Radicato nella storia, alimentato dai mass media e molte volte anche da partiti politici, largamente sottovalutato dagli esperti, il sentimento anti-rom oggi in Europa si presenta a livelli drammatici.

Come si colloca l'Italia?
Il nostro paese non si sottrae agli atteggiamenti discriminatori. Gli stessi campi nomadi sono un esempio evidente della segregazione razziale che esiste in Italia: spazi dove i diritti non esistono, spazi che somigliano a delle riserve indiane, spazi che favoriscono l'esclusione sociale e ostacolano qualsiasi possibilità di interazione sociale, spazi che condannano le minoranze rom e sinte all'annientamento culturale. Nonostante il riconoscimento dei diritti delle comunità rom e sinte sia diventato un importantissimo tema europeo, sta di fatto che a livello nazionale la legge 482/99 sui diritti delle minoranze linguistiche presenti nel territorio italiano, ha volutamente escluso il ròmanes dal dettato delle minoranze linguistiche.
I rom e i sinti sono stati esclusi dai vantaggi di tale legge, per il fatto di non essere legati a un territorio determinato.
Una legge la 482/99 che disattende norme, principi ed impegni internazionali in particolare la carta europea delle lingue regionali minoritarie (in vigore dal 1 marzo 1998) che prevede esplicitamente norme (punto C)«anche per le lingue sprovviste di territorio come l'yiddish e il (ròmanes) ».
La decisione di escludere il romanes fra il dettato delle lingue minoritarie è stato un atto gravissimo è sottolinea palesemente la discriminazione di una popolazione che già in quel tempo era fortemente emarginata.

Quali sono le priorità su cui bisogna intervenire? A chi spetta prendere l'iniziativa?
La prima priorità è includere il ròmanes nell'elenco delle minoranze linguistiche storiche indicate nella legge 482.
Ritengo che sia necessario adottare azioni che siano in grado di combattere i drammatici livelli di discriminazione che colpiscono l'Europa e in particolare anche l'Italia.
Le istituzioni nazionali ed europee dovrebbero applicare la legislazione esistente che vieta le discriminazioni razziali e promuovere una forte cultura antidiscriminatoria e delle pari opportunità.
Bisognerebbe sensibilizzare maggiormente l'opinione pubblica sulla situazione dei rom e sulla discriminazione da essi subita, cercando di coinvolgere il grande pubblico in un dibattito aperto sul significato della diversità come fonte di vitalità socioeconomica che dovrebbe essere sfruttata, valorizzata e goduta in quanto elemento che arricchisce il tessuto sociale e componente importante del benessere economico. Anche se l'Unione Europea possiede uno dei quadri legislativi in materia più avanzati al mondo, lo stato di protezione delle minoranze è ancora molto debole.
Apparentemente i cittadini europei conoscono poco i diritti e i doveri che derivano da tali disposizioni, ossia che tutti, indipendentemente dalle origini etniche, dalla religione, dalle convinzioni personali, da eventuali handicap, dall'età e dagli orientamenti sessuali, hanno diritto ad essere trattati allo stesso modo.
E' necessario a mio avviso informare meglio i rom e i sinti della protezione giudica esistente e dei mezzi disponibili per combattere la discriminazione.
È necessario promuovere l'incremento della partecipazione dei rom e dei sinti a tutti i settori e a tutti i livelli della società,
Una politica che favorisce le pari opportunità, infatti, non riguarda solamente l'eliminazione delle discriminazioni, ma anche la promozione di una partecipazione piena per tutti.

Cosa si puo' fare per favorire la partecipazione di rom e sinti?
Anche se oggi vi è in atto un notevole processo politico adottato dalle Istituzione Europee nei confronti dei rom, la debolezza sta nel fatto che la maggior parte delle decisioni adottate non prendono purtroppo in considerazione la partecipazione politica attiva dei diretti interessati nelle politiche che li riguardano.
L'assenza endemica dei rom coinvolti nelle attività delle organizzazioni internazionali e nazionali che si occupano dei rom stessi è notevole.
Sarà difficile poter parlare di un futuro costruttivo dei rom se non si è in grado di promuovere il pieno coinvolgimento dei rom e sinti come soggetti attivi e partecipi delle politiche che riguardano la loro esistenza.
E' necessario adottare un approccio che sia in grado di consentire ai rom e ai sinti di divenire promotori della propria autonomia sociale e culturale. Vi è la necessita di garantire l'effettiva partecipazione dei rom alla vita politica, soprattutto per quanto riguarda le decisioni che interessano la vita e il benessere delle loro comunità.
I partiti politici, sia a livello nazionale che europeo, dovrebbero riformare le proprie strutture e procedure interne al fine di rimuovere ogni ostacolo diretto o indiretto alla partecipazione dei rom e ad incorporare nella propria agenda politica e sociale programmi specifici finalizzati alla loro piena interazione.
Un compito sicuramente complesso che richiederà di intraprendere azioni coordinate in vari settori, in particolare in quelli di istruzione, dell'occupazione, delle abitazioni e dei servizi sociali.
Un modo importante per cambiare l'immagine che si ha dei rom, a mio avviso , è quello di coinvolgere maggiormente i rom stessi, sia nella politica che nei media.
I media sono un altro settore in cui una maggiore presenza dei rom è cruciale. C'è una specie di isterismo dei media nei confronti dei rom, spesso dipinti, in modo erroneo ed inaccettabile, come una minaccia alla sicurezza nazionale.

Una figura come la tua e' piuttosto rara in Italia, che tipo di contributo ti senti di dare per migliorare le condizioni di rom e sinti?
E' risaputo che il pregiudizio parte dalla non conoscenza quindi penso che il primo contributo che posso dare è quello di far conoscere all'opinione pubblica che si puo' essere sinti o rom, essere fieri delle proprie radici etniche e poter comunque essere dei soggetti attivi e partecipi della nostra societa'.
Combattere l'esclusione sociale e i pregiudizi richiede uno sforzo ampio di collaborazione fra autorità pubbliche, partner impegnati nella difesa dei diritti umani, organizzazioni non governative e società.
La collaborazione è essenziale nella concretizzazione delle politiche che possono o non possono realizzare a favore dei rom e dei sinti.
La costituzione recente del Comitato Rom e Sinti Insieme può essere un ottimo trampolino di lancio.
Ogni individuo rom o sinto ha la possibilità di fare una reale scelta etica. Io ho scelto l'attivismo nella speranza di poter dare un contributo positivo alla società, cercando di abbattere gli stereotipi esistenti attraverso la conoscenza e il dialogo.

Data di pubblicazione: 08|03 |09

 
Di Fabrizio (del 09/03/2009 @ 09:25:17, in Italia, visitato 1803 volte)

Ricevo da Roberto Malini sui fatti di Pesaro

INTERROGAZIONE AL MINISTRO DELL'INTERNO MARONI E AL MINISTRO DEL LAVORO, DELLA SALUTE E DELLE POLITICHE SOCIALI SACCONI

BERNARDINI

– Al Ministro dell'interno, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali.


– Per sapere –

Premesso che:

– Nella mattina del 25 febbraio, a Pesaro, circa 20 tra agenti della Polizia di Stato e della Polizia Locale sono intervenuti in via Fermo 49, all’altezza della fabbrica dismessa dove da quasi un anno si erano rifugiati 30 Rom romeni – tra cui vittime di pesanti aggressioni e agguati razzisti, pazienti cardiopatici e oncologici dell’ospedale San Salvatore, molte donne e 9 minori, compreso un bimbo di pochi mesi – con l’obiettivo di notificare una denuncia di invasione di stabile privato e notificazione di prossimo sgombero (senza alternativa abitativa né assistenziale) e sottrarre tutti i minori ai genitori;

– Secondo gli attivisti del Gruppo EveryOne, organizzazione internazionale per i Diritti Umani incaricata ufficialmente dall’on. Viktoria Mohacsì al Parlamento Europeo di monitorare e indagare sulla condizione del popolo Rom in Italia, gli agenti avevano annunciato alle famiglie, alla presenza degli attivisti, che i bambini sarebbero stati affidati ai Servizi Sociali e quindi sistemati in una comunità. Solo le mamme, però, avrebbero potuto restare con loro, mentre i padri sarebbero stati messi in mezzo alla strada;

– Durante l’operazione di polizia, secondo le testimonianze degli attivisti di EveryOne accorsi sul posto (attestate da materiale fotografico), una giovane donna è stramazzata a terra ed è stato necessario richiedere l’intervento di un’ambulanza, mentre altre donne si lamentavano disperate e una mamma Rom nascondeva un coltello da cucina in una piega della gonna e sussurrava che si sarebbe sgozzata se l’avessero divisa dal marito. Inoltre, alcuni padri di famiglia esprimevano le loro tragiche intenzioni di darsi fuoco con taniche di benzina nel caso le loro famiglie fossero state smembrate. La preservazione dell’unità familiare fa parte infatti della cultura Rom, nonché delle leggi etiche e sociali del popolo Rom;

– E’ stata limitata e in diversi momenti interdetta dagli agenti ogni mediazione umanitaria, nonché la libertà di movimento e comunicazione, da parte degli attivisti del Gruppo EveryOne tra Rom e forze di Polizia, anche da parte di Nico Grancea, giovane attivista Rom testimone e consulente con mandato per il Parlamento europeo e organizzazioni internazionali per i Diritti Umani;

– Impaurite dalle parole e dall’atteggiamento degli agenti di polizia, le madri Rom hanno approfittato di un momento di distrazione degli agenti per mettersi in fuga con i propri bambini, scongiurando un’azione di sottrazione dei minori da parte delle Forze dell’Ordine e facendo perdere definitivamente le proprie tracce, mentre i padri e gli altri Rom sono rimasti senza alcuna meta né punto di riferimento, e alcuni di loro hanno deciso di rientrare in Romania per evitare repressioni di qualunque tipo;

– Secondo articoli de “Il Messaggero” e de “Il Resto del Carlino” del 2 agosto 2008, nelle edizioni locali pesaresi, il Comune di Pesaro si era impegnato formalmente a garantire, anche ai membri EveryOne, un programma assistenziale casa–lavoro per la comunità Rom in questione ed escludeva ogni azione forzosa, come per l’appunto uno sgombero. Tale asserzione è confermata da dichiarazioni pubbliche su quotidiani locali dell’assessore alla Sicurezza Riccardo Pascucci, del Sindaco Luca Ceriscioli e dell’assessore alla Cultura Marco Savelli. Per questi motivi la comunità Rom pesarese è rimasta nella fabbrica, in attesa dell’attuazione del piano di integrazione promesso, mai portato a compimento;

– Il Gruppo EveryOne aveva segnalato da alcuni mesi nomi, cognomi e caratteristiche della comunità Rom sia ai Servizi Sociali che alle Autorità per sollecitare un intervento assistenziale di tipo umanitario che sopperisse ai bisogni primari delle famiglie in indigenza;

Considerato che:

1. La legge 149/2001 stabilisce che lo stato di povertà della famiglia non è motivo sufficiente al fine dell'adottabilità o dell'inserimento del minore in un diverso ambiente: “Le condizioni di indigenza dei genitori o del genitore esercente la potestà genitoriale non possono essere di ostacolo all'esercizio del diritto del minore alla propria famiglia. A tal fine a favore della famiglia sono disposti interventi di sostegno e di aiuto” (art. 1 c. 3)

2. Secondo quanto prescrive la direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio d'Europa 2004/38/CE, riguardante la libera circolazione dei cittadini europei all'interno degli Stati membri, le norme europee tutelano l'integrità delle famiglie e trattandosi di cittadini dell'Unione europea con residenza regolare in Romania è da escludersi in ogni sede l’adozione di procedure che possono ritardare il loro libero e volontario rientro in Patria, così come l'affidamento ingiustificato dei figli a persona o Istituzione diversa dai genitori;

3. Le norme europee che tutelano il popolo Rom sono ancora più esplicite riguardo al valore civile e sociale delle famiglie unite, come riassume la Risoluzione del Parlamento europeo del 15 novembre 2007, ed è sottolineata l'importanza del nucleo familiare Rom e la sua tutela da parte delle Istituzioni nella Risoluzione del Parlamento europeo del 31 gennaio 2008 su una strategia europea per i Rom;
se siano a conoscenza dei fatti e se l’operazione delle forze dell’ordine è stata concordata con l’amministrazione comunale di Pesaro e per quali motivi nel caso di specie non si è tentato di procedere in modo alternativo e meno traumatico;
quali iniziative intendano prendere al fine di ripristinare il rispetto della legge, evitando il perpetuarsi di ulteriori episodi quali quelli descritti, configurabili come una violazione dei diritti umani, in particolare quelli alla non–discriminazione e alla libera circolazione, diritto previsto dalle norme europee;
cosa si intenda fare, vista l’evidente emergenza sociale e sanitaria esistente in numerosi campi rom, abusivi e non, al fine di salvaguardare la salute di coloro che ci vivono con particolare riferimento ai bambini;
se non si ritenga un errore gravissimo continuare ad affrontare l’emergenza rom come un problema di ordine pubblico e che di conseguenza sia necessario, con il contributo delle stesse comunità, ricercare politiche di accoglienza che favoriscano l’inserimento e salvaguardino la dignità e la cultura degli stessi.

Per ulteriori informazioni:
Gruppo EveryOne
info@everyonegroup.com :: www.everyonegroup.com
Tel: (+39) 334–8429527 – (+39)331–3585406

 
Di Fabrizio (del 09/03/2009 @ 09:20:09, in Italia, visitato 2166 volte)

Da Virgilio notizie

Sconfessata da studio Università Verona ripresa da mensile Popoli postato 17 ore fa da APCOM

Milano, 6 mar. (Apcom) - Gli zingari rubano i bambini: è una frase che si ripresenta periodicamente, che si ripete sempre uguale negli anni, quasi sempre in occasione di una campagna politico-mediatica sull'"emergenza nomadi" nel nostro Paese. Per sfatare questa "leggenda", la Fondazione Migrantes ha commissionato al Dipartimento di psicologia e antropologia culturale dell'Università di Verona, sotto la direzione di Leonardo Piasere, una ricerca dal titolo: "Adozione di minori rom/sinti e sottrazione di minori gagé", di cui da conto "Popoli", il mensile internazionale dei Gesuiti, nel numero di marzo.

In un articolo scritto da Sabrina Tosi Cambini, docente di Epistemologia ed ermeneutica etnografica e di Antropologia culturale all'Università degli studi di Firenze, si spiega che dei 29 casi di presunti rapimenti di bambini italiani (i "gagé") da parte di Rom, tra il 1986 e il 2007, presi in esame, gli esiti degli accertamenti investigativi sono stati sempre negativi. "Il risultato principale della ricerca è che non esiste nessun caso in cui sia avvenuta una sottrazione del bambino da parte di rom: si è sempre di fronte a un tentato rapimento o, meglio, a un racconto di un tentato rapimento" scrive Tosi Cambini, che sottolinea che "anche laddove si apre un processo, il fatto contestato viene sempre qualificato come delitto tentato e non commesso, le cui circostanze aprono a una complessa valutazione dell'esistenza o meno della volontà dolosa". "Dei 29 casi, solo 6 hanno portato all'apertura del procedimento e dell'azione penale - continua nel suo articolo la professoressa - e si registrano: un'archiviazione, una sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste, una di colpevolezza per tentato sequestro di persona e una di colpevolezza per tentata sottrazione di persone incapaci; inoltre, vi sono due procedimenti penali in corso (con richiesta di assoluzione da parte del Pm)".

Sottolineando la responsabilità dei "dei mass media nel generare allarmismo e confusione" e la presenza di "elementi comuni a tutti i racconti dei tentati rapimenti", Tosi Cambini sostiene che "lo schema mentale 'gli zingari rubano i bambini' risulta essere molto più potente di qualsiasi altro", e conclude affermando che "non dobbiamo scordarci che ci troviamo davanti a persone appartenenti a gruppi socialmente e giuridicamente deboli: non solo immigrati, ma soprattutto rom, sempre definiti nei documenti 'nomadi' e definire gli imputati 'nomadi' sembra di per sé una giustificazione per adottare nei loro confronti qualsiasi decisione a tutela della collettività".

 
Di Fabrizio (del 08/03/2009 @ 09:39:16, in Italia, visitato 1998 volte)

Rom e Sinti: un libro da leggere, una cena da gustare, una festa da provare

sabato 14 marzo
Auditorium San Fedele via Hoepli 3 a b MILANO (mappa)

h. 18.00
Presentazione del libro a cura di Giorgio Bezzecchi, Maurizio Pagani e Tommaso Vitale, I rom e l’azione pubblica. Pagine: 288. ISBN: 978-88-7039-0377. Milano, Teti Editore

Fra gli autori saranno presenti:
Giorgio Bezzecchi (Opera Nomadi di Milano),
Alberto Giasanti (Università di Milano Bicocca),
Maurizio Pagani (Opera Nomadi di Milano)
Antonio Tosi (Politecnico di Milano)
Amun Sleem (Presidente della Domari Society di Gerusalemme).
Tommaso Vitale (Università di Milano Bicocca)

Discutono:
Giacomo Costa s.J.
Moni Ovadia

h. 20.00
Buffet a cura della Cooperativa Romano Drom.

h. 21.00 (Cine Teatro San Fedele)
Overture: Breve esibizione del maestro di fisarmonica Jovica Jovic e presentazione del suo ultimo album Impronte nomadi (edizioni musicali Opera Nomadi di Milano/SIAE).

Monologo: Dijana Pavlovic

Concerto: Roberto Durkovic e musicisti rom (special guest: Enrico Nascimbeni)

Nel corso della serata saranno raccolti fondi a sostegno della Domari Society, associazione di Dom (i gruppi zigani del Medio Oriente) per solidarietà con le famiglie zigane nella Striscia di Gaza.

Organizzato da: Opera Nomadi, Fondazione Culturale San Fedele, Aggiornamenti sociali, Popoli, Consorzio SiR (Solidarietà in Rete)

Aiuto!!!
Cerchiamo un aiuto per pubblicizzare l'evento.
Cerchiamo persone che durante la serata ci aiutino a raccogliere i fondi in solidarietà

INFO: segreteria@operanomadimilano.org

 
Di Fabrizio (del 07/03/2009 @ 09:35:09, in Italia, visitato 2187 volte)

Cronaca 06/03/2009

MAXI OPERAZIONE. Coordinata da Roma e Venezia ha coinvolto tutte le province del Veneto
La questura: "Un semplice monitoraggio di routine" La comunità: "Censimento di massa mai visto prima"

Sono arrivati all'alba. Almeno sei automobili della polizia, tra i dieci e i venti poliziotti, armati di telecamere e macchine fotografiche, che hanno iniziato a individuare e identificare tutti i presenti nel campo nomadi di strada La Rizza 65, di Forte Azzano.

"Una normale attività di monitoraggio e di controllo", la definisce il capo della Squadra mobile della questura, Marco Odorisio.

"Una schedatura di massa mai vista prima", controbatte don Francesco Cipriani, il sacerdote che per conto della diocesi assiste spiritualmente nomadi, cura la pastorale tra i Rom e i Sinti e da 39 anni vive in mezzo a loro, con una piccola comunità di cui fa parte anche una delle maggiori teologhe italiane, Cristina Simonelli, che ieri mattina era partita poco prima dell'arrivo degli agenti. "Hanno fotografato tutti, compresi tre minorenni, di fronte e di profilo, con un cartello in mano coi dati anagrafici".

"Le fotografie sono state fatte solo a chi ha rifiutato di fornire documenti", sostiene invece Odorisio, "ai sedicenti". Ossia, a chi ha fornito solo a voce le proprie generalità".

"Niente affatto", replica don Cipriani, "molti sono stati fotografati con le carte di identità in mano".

Al di là delle versioni contrapposte, che non sia comunque una operazione "normale" lo conferma indirettamente proprio il comunicato della questura, che parla di "oltre 150 uomini della polizia, appartenenti a tutte le questure del Veneto, alla polizia scientifica, ai reparti prevenzione crimine Veneto, Liguria, Piemonte e Lombardia" e di "un controllo in 15 campi di nomadi giostrai nelle province di Venezia, Padova, Verona, Vicenza e Treviso". Un'operazione pianificata dalla Squadra mobile di Venezia e coordinata dal Servizio centrale operativo della polizia, ossia da Roma, che, recita il comunicato, "ha consentito di censire centinaia di giostrai, molti dei quali ritenuti dediti alla commissione dei cosiddetti reati predatori".

Una mobilitazione massiccia che ha partorito un topolino dal punto di vista della sicurezza, se è vero che c'è stato un solo arresto, quello di una quarantacinquenne trovata a Cerea, P. C., che deve scontare una pena di "mesi cinque e giorni ventotto di reclusione".

Colpisce, invece, nella comunicazione ufficiale la presenza del termine "censire", che era evidentemente il vero scopo dell'operazione, e la contemporanea assenza dei termini "rom" e "sinti", minoranze etniche alle quale appartenevano tutti i cittadini italiani "censiti", quasi a voler preventivamente nascondere un qualsiasi obiettivo di tipo razziale.

"Questa è invece un'operazione di polizia etnica", diceva in serata, in una piccola manifestazione di protesta che, nonostante la pioggia, ha radunato una ventina di persone davanti alla prefettura, Daniele Todesco, vicino a Migrantes, l'organismo della Chiesa cattolica che si occupa di immigrazione. "E in una struttura creata dal Comune nel 1989. Un domani che faranno? Verranno nelle nostre case?"

"Se poi si parla di “giostrai”", precisa Elisabetta Adami, della comunità del campo, "si dice una falsità. Perché qui nessuno lavora con le giostre e se lo fece in passato non lo fa più da decenni".

Giancarlo Beltrame

 
Di Fabrizio (del 06/03/2009 @ 16:01:53, in Italia, visitato 1754 volte)

Stasera a Milano alle 18.00 presso il cavalcavia Bacula (Ponte della Ghisolfa) si terrà una ronda sponsorizzata dalla Lega Nord contro i Rom che lì sotto vi sono rifugiati, già minacciati  di sgombero.

La Comunità di S. Egidio, i padri Somaschi e l'associazione Segnavia, Todo Cambia, la Federazione Rom e Sinti insieme, il Naga con anche il loro camper, l'Opera Nomadi, hanno organizzato in fretta e furia (causa i tempi strettissimi) un presidio, silenzioso e nonviolento a protezione e difesa delle persone che li vivono, perché a nessuno vengano strane idee e ci siano gesti inconsulti (dopo l'incendio di mercoledì al campo di via Sarca).

Di seguito riporto il volantino che verrà distribuito stasera al presidio:

CHI NON CONOSCE LA VERITA’ E’ UNO SCIOCCO, MA CHI CONOSCENDOLA LA CHIAMA BUGIA, E’ UN DELINQUENTE (Bertolt Brecht)

Supponiamo che ci sia qualcuno interessato a farti pensare che i rom rubino, siano vandali e aggressori.. a costruire un problema e ingigantirlo cosi tanto da farti credere che sia il problema fondamentale della tua vita, per poi poterti dare una risposta non risolutiva ma che tu percepisci come tale. Non daresti il tuo voto a chi ti risolve la vita? Ma questa ovviamente è solo una supposizione...

De Corato ha annunciato lo sgombero di Bacula entro metà marzo, e la Lega ha indetto una fiaccolata per essere sicuri che questa volta sarà fatto davvero. “Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Siamo a fianco dei cittadini”, dichiara Salvini.

Anche noi siamo a fianco dei cittadini, anche dei rom.

Siamo il gruppo di Medicina di Strada del Naga una unità mobile che si occupa di salute e diritti. Da anni conosciamo queste persone e ne seguiamo il peregrinare.

Nessuna vera possibilità di cambiamento, nessuna possibilità di miglioramento delle condizioni di vita per chi in Italia ci abita da anni. Solo slogan e azioni di forza, senza alternative, che mirano a far credere alla gente di risolvere i problemi, per accaparrarsi voti creando paura e tensione. Esasperazione diffusa e trasversale, quello che si ottiene.

Questi sono i fatti: a Bacula vivono 200 persone, tra cui 60 bambini. Sono in Italia in media da 5 anni, alcune persone da oltre 10. Ci sono persone che lavorano e bambini che vanno a scuola. Per loro nessuna possibilità di accedere ad una casa, pochissime di avere un lavoro in regola, l’assistenza sanitaria, l’accesso ai servizi.

Lo sgombero non è una soluzione. E non sarà un muro in più a cambiare le cose.

Nel 2008 a Milano ci sono stati 22 interventi di sgombero cui si aggiungono le 60 operazioni del 2007 e i 350 allontanamenti dalle strade effettuati tra 2007 e 2008.

04.09.07: Da via San Donigi vengono sgomberati 159 rom romeni.
12.07: Cavalcavia Bacula. Le famiglie si trasferiscono a Via Bovisasca.
29.01.08 Sgombero in via Rubattino: 45 rom romeni.
02.04.08: Via Bovisasca. 750 persone di cui 280 bambini e 200 donne.
08.05.08: “Allontanamento volontario” di una centinaia di Rom Romeni.
04.07.08: Una settantina di rom romeni sgomberati da Bacula.
08.08.08: Circa 40 rom romeni sgomberati da Via Console Marcello: numerosi bambini e alcuni uomini e donne con gravi malattie oncologiche e cardiache. Si trasferiscono a Bacula.

Cosa significa uno sgombero?

- Per noi, solo un dispendio inutile di risorse ed energie: le condizioni dei cittadini che vivono nel quartiere non cambiano e le zone sgomberate non vengono “rivalutate” (Bovisa aspetta ancora che si inizi la bonifica!)

- Per i bambini: abbandonare la scuola dove lentamente avevano iniziato un percorso di inserimento

- Per gli uomini: perdere il lavoro nella ricerca di un nuovo posto per la famiglia

- Per tutti gli abitanti di Bacula: condizioni di vita sempre peggiori.

NON SGOMBERI INUTILI MA ALTERNATIVE CONCRETE

Sgomberare senza offrire alternative è una violazione dei diritti umani, è un’azione inutile e controproducente.

 
Di Sucar Drom (del 03/03/2009 @ 21:14:59, in Italia, visitato 1516 volte)

Le associazioni Sucar Drom e Nevo Drom invieranno nei prossimi giorni il seguente appello ai Segretari di tutte le formazioni politiche in Italia per chiedere che Sinti e Rom siano inseriti nelle liste elettorali alle prossime elezioni. Le associazioni che vogliono aderire all’appello inviino una comunicazione scritta a sucardrom@sucardrom.191.it o nevodrom@nevodrom.it entro lunedì 9 marzo.

Gentilissimo Segretario, si stanno avvicinando le elezioni per rinnovare l’Europarlamento e molti Consigli comunali, provinciali e regionali. Ad oggi, in Italia, nessun formazione politica ha candidato un Sinto o un Rom.

I Cittadini italiani, appartenenti alle minoranze sinte e rom (denominate “zingari” e “nomadi” in maniera dispregiativa ed etnocentrica), sono ancora oggetto di discriminazione, emarginazione e segregazione. Spesso quando si parla di Rom e Sinti si tende a considerarli come un gruppo uniforme ed omogeneo che condivide un’identità comune e le stesse caratteristiche, che sono, spesso eccessivamente romantiche o estremamente negative. In realtà quando si parla delle popolazioni rom e sinte si parla di un mondo molto eterogeneo che comprende Cittadini italiani, comunitari, extra comunitari (profughi, richiedenti l’asilo…).

Pochi però sanno che in Italia la maggioranza dei Sinti e dei Rom sono Cittadini italiani e quindi ad oggi decine di migliaia di persone necessitano di essere consigliate e naturalmente ci interpellano. Inoltre, oggi in Italia esiste un vero problema di rappresentanza dei Sinti e dei Rom nella politica , una questione che invece molti Paesi europei hanno superato.

Rare sono Italia le realtà dove le comunità sinte e rom sono considerate protagoniste sociali e dove sono attuate politiche di interazione, di partecipazione diretta e di mediazione culturale, riconoscendo le loro culture, la lingua sinta e la lingua romanés.

Oggi Lei è di fronte a un bivio: rendere protagonisti i Sinti e i Rom, scegliendo di candidarli nelle liste elettorali della sua formazione politica o negare la partecipazione politica dei Sinti e dei Rom, continuando a considerarli Cittadini di serie b.

Candidare nelle proprie liste elettorali Sinti e Rom sarebbe un segnale di cambiamento che darà fiducia alle migliaia di Rom e di Sinti e che offrirà a tutta la società italiana la possibilità di confrontarsi direttamente con gli stessi Sinti e con gli stessi Rom.

 
Di Fabrizio (del 02/03/2009 @ 09:20:10, in Italia, visitato 1720 volte)

- di Dijana Pavlovic

Ho ricevuto una telefonata da un Sinto. Mi dice che devo smettere di dire che Rom e Sinti sono lo stesso popolo, che loro non c'entrano nulla con i rom stupratori e che per colpa nostra i gage se la prendono anche con i Sinti. Non capisco. Poi mi arrivano notizie di alcuni amici preoccupati : in diverse città italiane prossime alle elezioni amministrative esponenti del Popolo delle Libertà hanno offerto ai Sinti - cittadini italiani- 50€ per voto in cambio di protezione dopo una eventuale vincita.

È già successo - mi dicono - anche con altre formazioni di destra. Gli "zingari" allora non sono proprio tutti da buttare via e da prendere a "calci nel culo"? Ce ne sono che servono per una manciata di voti e così si esporta un po' del proprio razzismo nelle comunità che ne sono anche l'oggetto e scatenare un'altra guerra: Sinti, cittadini italiani, votanti, contro i Rom stranieri, "tutti stupratori e ladri" e non votanti.

Mi chiedo che protezione possono offrire a queste persone terrorizzate? Forse le ronde selezioneranno in che campo andare? E come potranno spiegare questo ai loro elettori che in ogni campo senza distinzione vedono solo zingari e basta? Come la prenderanno quegli elettori che sul Facebook hanno creato un gruppo che si chiama ACCENDI ANCHE TU UN FIAMMIFERO ... PER DARE FUOCO A UN CAMPO ROM!!! e che ha 14400 iscritti che ripetono nella loro chat, le parole i concetti dei vari Borghezio e che non vedono l'ora di iscriversi alle associazioni "civili e innocue" che faranno le ronde "armati solo di telefonini"?

Tanto per non lasciare dubbi uno di questi aspiranti rondisti si firma con un nome tragicamente famigerato: Himmler. Questi sono gli allievi di Gentilini che con la stessa camicia verde e dallo stesso palco di Bossi e Maroni invoca l'eliminazione dei bambini zingari. La Lega, come l'apprendista stregone di Paul Dukas (per chi avesse visto Fantasia di Disney) ha innestato con la sua campagna di terrore contro immigrati e rom una deriva razzista che trova nelle norme del pacchetto sicurezza legittimità e giustificazione e soprattutto scava nella coscienza delle persone il solco incolmabile dell'odio. Io vengo da un paese distrutto dall'odio e Ivo Andric, grande scrittore serbo, ci aveva ammonito: "Io so che l'odio e la collera hanno una loro funzione nello sviluppo della società.

Ci sono ingiustizie e soprusi che solo i vortici dell'odio e della collera possono annientare. Ma non si tratta dell'odio che rappresenta un momento nel processo di sviluppo della società, la tappa inevitabile di un'evoluzione storica, ma di un odio che si manifesta come una forza autonoma, che trova in se stesso la propria ragione di essere. È l'odio che fa scontrare l'uomo con un suo simile e poi li rigetta entrambi nella miseria e nella disgrazia, o li sotterra."
dijana.pavlovic@fastwebnet.it
28 febbraio 2009

 

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