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Testo dell'interrogazione depositata dall.on. Bernardini, Parlamentare Radicale/PD
Di Fabrizio (del 09/03/2009 @ 09:25:17, in Italia, visitato 1802 volte)

Ricevo da Roberto Malini sui fatti di Pesaro

INTERROGAZIONE AL MINISTRO DELL'INTERNO MARONI E AL MINISTRO DEL LAVORO, DELLA SALUTE E DELLE POLITICHE SOCIALI SACCONI

BERNARDINI

– Al Ministro dell'interno, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali.


– Per sapere –

Premesso che:

– Nella mattina del 25 febbraio, a Pesaro, circa 20 tra agenti della Polizia di Stato e della Polizia Locale sono intervenuti in via Fermo 49, all’altezza della fabbrica dismessa dove da quasi un anno si erano rifugiati 30 Rom romeni – tra cui vittime di pesanti aggressioni e agguati razzisti, pazienti cardiopatici e oncologici dell’ospedale San Salvatore, molte donne e 9 minori, compreso un bimbo di pochi mesi – con l’obiettivo di notificare una denuncia di invasione di stabile privato e notificazione di prossimo sgombero (senza alternativa abitativa né assistenziale) e sottrarre tutti i minori ai genitori;

– Secondo gli attivisti del Gruppo EveryOne, organizzazione internazionale per i Diritti Umani incaricata ufficialmente dall’on. Viktoria Mohacsì al Parlamento Europeo di monitorare e indagare sulla condizione del popolo Rom in Italia, gli agenti avevano annunciato alle famiglie, alla presenza degli attivisti, che i bambini sarebbero stati affidati ai Servizi Sociali e quindi sistemati in una comunità. Solo le mamme, però, avrebbero potuto restare con loro, mentre i padri sarebbero stati messi in mezzo alla strada;

– Durante l’operazione di polizia, secondo le testimonianze degli attivisti di EveryOne accorsi sul posto (attestate da materiale fotografico), una giovane donna è stramazzata a terra ed è stato necessario richiedere l’intervento di un’ambulanza, mentre altre donne si lamentavano disperate e una mamma Rom nascondeva un coltello da cucina in una piega della gonna e sussurrava che si sarebbe sgozzata se l’avessero divisa dal marito. Inoltre, alcuni padri di famiglia esprimevano le loro tragiche intenzioni di darsi fuoco con taniche di benzina nel caso le loro famiglie fossero state smembrate. La preservazione dell’unità familiare fa parte infatti della cultura Rom, nonché delle leggi etiche e sociali del popolo Rom;

– E’ stata limitata e in diversi momenti interdetta dagli agenti ogni mediazione umanitaria, nonché la libertà di movimento e comunicazione, da parte degli attivisti del Gruppo EveryOne tra Rom e forze di Polizia, anche da parte di Nico Grancea, giovane attivista Rom testimone e consulente con mandato per il Parlamento europeo e organizzazioni internazionali per i Diritti Umani;

– Impaurite dalle parole e dall’atteggiamento degli agenti di polizia, le madri Rom hanno approfittato di un momento di distrazione degli agenti per mettersi in fuga con i propri bambini, scongiurando un’azione di sottrazione dei minori da parte delle Forze dell’Ordine e facendo perdere definitivamente le proprie tracce, mentre i padri e gli altri Rom sono rimasti senza alcuna meta né punto di riferimento, e alcuni di loro hanno deciso di rientrare in Romania per evitare repressioni di qualunque tipo;

– Secondo articoli de “Il Messaggero” e de “Il Resto del Carlino” del 2 agosto 2008, nelle edizioni locali pesaresi, il Comune di Pesaro si era impegnato formalmente a garantire, anche ai membri EveryOne, un programma assistenziale casa–lavoro per la comunità Rom in questione ed escludeva ogni azione forzosa, come per l’appunto uno sgombero. Tale asserzione è confermata da dichiarazioni pubbliche su quotidiani locali dell’assessore alla Sicurezza Riccardo Pascucci, del Sindaco Luca Ceriscioli e dell’assessore alla Cultura Marco Savelli. Per questi motivi la comunità Rom pesarese è rimasta nella fabbrica, in attesa dell’attuazione del piano di integrazione promesso, mai portato a compimento;

– Il Gruppo EveryOne aveva segnalato da alcuni mesi nomi, cognomi e caratteristiche della comunità Rom sia ai Servizi Sociali che alle Autorità per sollecitare un intervento assistenziale di tipo umanitario che sopperisse ai bisogni primari delle famiglie in indigenza;

Considerato che:

1. La legge 149/2001 stabilisce che lo stato di povertà della famiglia non è motivo sufficiente al fine dell'adottabilità o dell'inserimento del minore in un diverso ambiente: “Le condizioni di indigenza dei genitori o del genitore esercente la potestà genitoriale non possono essere di ostacolo all'esercizio del diritto del minore alla propria famiglia. A tal fine a favore della famiglia sono disposti interventi di sostegno e di aiuto” (art. 1 c. 3)

2. Secondo quanto prescrive la direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio d'Europa 2004/38/CE, riguardante la libera circolazione dei cittadini europei all'interno degli Stati membri, le norme europee tutelano l'integrità delle famiglie e trattandosi di cittadini dell'Unione europea con residenza regolare in Romania è da escludersi in ogni sede l’adozione di procedure che possono ritardare il loro libero e volontario rientro in Patria, così come l'affidamento ingiustificato dei figli a persona o Istituzione diversa dai genitori;

3. Le norme europee che tutelano il popolo Rom sono ancora più esplicite riguardo al valore civile e sociale delle famiglie unite, come riassume la Risoluzione del Parlamento europeo del 15 novembre 2007, ed è sottolineata l'importanza del nucleo familiare Rom e la sua tutela da parte delle Istituzioni nella Risoluzione del Parlamento europeo del 31 gennaio 2008 su una strategia europea per i Rom;
se siano a conoscenza dei fatti e se l’operazione delle forze dell’ordine è stata concordata con l’amministrazione comunale di Pesaro e per quali motivi nel caso di specie non si è tentato di procedere in modo alternativo e meno traumatico;
quali iniziative intendano prendere al fine di ripristinare il rispetto della legge, evitando il perpetuarsi di ulteriori episodi quali quelli descritti, configurabili come una violazione dei diritti umani, in particolare quelli alla non–discriminazione e alla libera circolazione, diritto previsto dalle norme europee;
cosa si intenda fare, vista l’evidente emergenza sociale e sanitaria esistente in numerosi campi rom, abusivi e non, al fine di salvaguardare la salute di coloro che ci vivono con particolare riferimento ai bambini;
se non si ritenga un errore gravissimo continuare ad affrontare l’emergenza rom come un problema di ordine pubblico e che di conseguenza sia necessario, con il contributo delle stesse comunità, ricercare politiche di accoglienza che favoriscano l’inserimento e salvaguardino la dignità e la cultura degli stessi.

Per ulteriori informazioni:
Gruppo EveryOne
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