Il
Paese delle donne online
Antiziganismo in Italia e non solo: che fare...
Dal sito di "osservAzione",
organizzazione non governativa per attività e ricerche sul razzismo anti-Rom e
anti-sinti, riprendiamo questa intervista a Eva Rizzin, sinta che dopo il
dottorato di ricerca in geopolitica e geostrategia continua ad essere attiva
nella lotta per i diritti di sinti e (...)
Redazione
Per il tuo dottorato hai studiato l'antiziganismo nell'Europa allargata, si
tratta di un fenomeno diffuso?
L'Europa dei “ventisette”, da est ad ovest, da nord a sud oggi risulta
essere attraversata da violenze e da discriminazioni contro le minoranze.
Le recentissime ricerche condotte da vari Istituti europei come l'Eumc [European
Monitoring Centre on Racism and Xenophobia], l'Ecri
[European Commission against racism and intollerance] dimostrano che i
rom costituiscono una minoranza fortemente discriminata. L'Eumc li descrive come
il gruppo più vulnerabile, maggiormente deprivato dei propri diritti umani ed
esposto al razzismo nell'Unione europea.
Ma nonostante esistano ricerche e rapporti che rivelano l'esistenza della
discriminazione, i fenomeni di violenza contro i rom aumentano sempre più,
fenomeni questi che dimostrano che l'antiziganismo esiste e si sta
sviluppando sempre di più in tutta l'Europa, Italia compresa. In Italia tale
fenomeno rimane inosservato perché purtroppo spesso il pregiudizio nei confronti
dei rom viene considerato normalità come abbiamo dimostrato in Cittadinanze
Imperfette.
L'antiziganismo è un comportamento sociale che oggi persiste anche nel nostro
paese; persiste nei pensieri, nei sentimenti e nei comportamenti di molte
persone e istituzioni. E' un sentimento pericoloso che alimenta il vortice
di discriminazione nel quale i rom e i sinti sono colti, una discriminazione che
di fatto però rimane completamente ignorata. Radicato nella storia, alimentato
dai mass media e molte volte anche da partiti politici, largamente sottovalutato
dagli esperti, il sentimento anti-rom oggi in Europa si presenta a livelli
drammatici.
Come si colloca l'Italia?
Il nostro paese non si sottrae agli atteggiamenti discriminatori. Gli stessi
campi nomadi sono un esempio evidente della segregazione razziale che esiste in
Italia: spazi dove i diritti non esistono, spazi che somigliano a delle riserve
indiane, spazi che favoriscono l'esclusione sociale e ostacolano qualsiasi
possibilità di interazione sociale, spazi che condannano le minoranze rom e
sinte all'annientamento culturale. Nonostante il riconoscimento dei diritti
delle comunità rom e sinte sia diventato un importantissimo tema europeo, sta di
fatto che a livello nazionale
la
legge 482/99 sui diritti delle minoranze linguistiche presenti nel
territorio italiano, ha volutamente escluso il ròmanes dal dettato delle
minoranze linguistiche.
I rom e i sinti sono stati esclusi dai vantaggi di tale legge, per il fatto di
non essere legati a un territorio determinato.
Una legge la 482/99 che disattende norme, principi ed impegni internazionali in
particolare la carta europea delle lingue regionali minoritarie (in vigore dal 1
marzo 1998) che prevede esplicitamente norme (punto C)«anche per le lingue
sprovviste di territorio come l'yiddish e il (ròmanes) ».
La decisione di escludere il romanes fra il dettato delle lingue minoritarie è
stato un atto gravissimo è sottolinea palesemente la discriminazione di una
popolazione che già in quel tempo era fortemente emarginata.
Quali sono le priorità su cui bisogna intervenire? A chi spetta prendere
l'iniziativa?
La prima priorità è includere il ròmanes nell'elenco delle minoranze
linguistiche storiche indicate nella legge 482.
Ritengo che sia necessario adottare azioni che siano in grado di combattere i
drammatici livelli di discriminazione che colpiscono l'Europa e in particolare
anche l'Italia.
Le istituzioni nazionali ed europee dovrebbero applicare la legislazione
esistente che vieta le discriminazioni razziali e promuovere una forte cultura
antidiscriminatoria e delle pari opportunità.
Bisognerebbe sensibilizzare maggiormente l'opinione pubblica sulla situazione
dei rom e sulla discriminazione da essi subita, cercando di coinvolgere il
grande pubblico in un dibattito aperto sul significato della diversità come
fonte di vitalità socioeconomica che dovrebbe essere sfruttata, valorizzata e
goduta in quanto elemento che arricchisce il tessuto sociale e componente
importante del benessere economico. Anche se l'Unione Europea possiede uno dei
quadri legislativi in materia più avanzati al mondo, lo stato di protezione
delle minoranze è ancora molto debole.
Apparentemente i cittadini europei conoscono poco i diritti e i doveri che
derivano da tali disposizioni, ossia che tutti, indipendentemente dalle origini
etniche, dalla religione, dalle convinzioni personali, da eventuali handicap,
dall'età e dagli orientamenti sessuali, hanno diritto ad essere trattati allo
stesso modo.
E' necessario a mio avviso informare meglio i rom e i sinti della protezione
giudica esistente e dei mezzi disponibili per combattere la discriminazione.
È necessario promuovere l'incremento della partecipazione dei rom e dei sinti a
tutti i settori e a tutti i livelli della società,
Una politica che favorisce le pari opportunità, infatti, non riguarda solamente
l'eliminazione delle discriminazioni, ma anche la promozione di una
partecipazione piena per tutti.
Cosa si puo' fare per favorire la partecipazione di rom e sinti?
Anche se oggi vi è in atto un notevole processo politico adottato dalle
Istituzione Europee nei confronti dei rom, la debolezza sta nel fatto che la
maggior parte delle decisioni adottate non prendono purtroppo in considerazione
la partecipazione politica attiva dei diretti interessati nelle politiche
che li riguardano.
L'assenza endemica dei rom coinvolti nelle attività delle organizzazioni
internazionali e nazionali che si occupano dei rom stessi è notevole.
Sarà difficile poter parlare di un futuro costruttivo dei rom se non si è in
grado di promuovere il pieno coinvolgimento dei rom e sinti come soggetti
attivi e partecipi delle politiche che riguardano la loro esistenza.
E' necessario adottare un approccio che sia in grado di consentire ai rom e ai
sinti di divenire promotori della propria autonomia sociale e culturale. Vi è la
necessita di garantire l'effettiva partecipazione dei rom alla vita politica,
soprattutto per quanto riguarda le decisioni che interessano la vita e il
benessere delle loro comunità.
I partiti politici, sia a livello nazionale che europeo, dovrebbero riformare le
proprie strutture e procedure interne al fine di rimuovere ogni ostacolo diretto
o indiretto alla partecipazione dei rom e ad incorporare nella propria agenda
politica e sociale programmi specifici finalizzati alla loro piena interazione.
Un compito sicuramente complesso che richiederà di intraprendere azioni
coordinate in vari settori, in particolare in quelli di istruzione,
dell'occupazione, delle abitazioni e dei servizi sociali.
Un modo importante per cambiare l'immagine che si ha dei rom, a mio avviso , è
quello di coinvolgere maggiormente i rom stessi, sia nella politica che nei
media.
I media sono un altro settore in cui una maggiore presenza dei rom è cruciale.
C'è una specie di isterismo dei media nei confronti dei rom, spesso
dipinti, in modo erroneo ed inaccettabile, come una minaccia alla sicurezza
nazionale.
Una figura come la tua e' piuttosto rara in Italia, che tipo di contributo ti
senti di dare per migliorare le condizioni di rom e sinti?
E' risaputo che il pregiudizio parte dalla non conoscenza quindi penso che
il primo contributo che posso dare è quello di far conoscere all'opinione
pubblica che si puo' essere sinti o rom, essere fieri delle proprie radici
etniche e poter comunque essere dei soggetti attivi e partecipi della nostra
societa'.
Combattere l'esclusione sociale e i pregiudizi richiede uno sforzo ampio di
collaborazione fra autorità pubbliche, partner impegnati nella difesa dei
diritti umani, organizzazioni non governative e società.
La collaborazione è essenziale nella concretizzazione delle politiche che
possono o non possono realizzare a favore dei rom e dei sinti.
La costituzione recente del
Comitato Rom e
Sinti Insieme può essere un ottimo trampolino di lancio.
Ogni individuo rom o sinto ha la possibilità di fare una reale scelta etica. Io
ho scelto l'attivismo nella speranza di poter dare un contributo positivo
alla società, cercando di abbattere gli stereotipi esistenti attraverso la
conoscenza e il dialogo.
Data di pubblicazione: 08|03 |09