Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 01/03/2009 @ 09:11:46, in Europa, visitato 2150 volte)
Da
Hungarian_Roma (a proposito di ronde e controronde, latitanza dello stato e
crisi economica)
By Thomas Escritt in Miskolc, Hungary - 20 febbraio 2009
Quando cala la notte a Hetes, un insediamento zingaro ai margini della
città settentrionale di Ózd, gli uomini scendono per le strade a montare di
guardia, armandosi con ogni tipo di arma improvvisata, dai bastoni ai coltelli
da cucina.
"Stiamo alzati tutta notte", dice Henrik Radics, con le mani appoggiate su
una falce. "Se arriva un'auto, la fermiamo e chiediamo cosa stanno facendo. Se
sono pacifici li lasciamo andare".
Radics ed i suoi compagni hanno affrontato in proprio la questione dopo una
serie di avvenimenti culminati con una casa data alle fiamme e dai piani
dalla Magyar Garda, un gruppo in uniforme di destra che dice di proteggere
l'etnia ungherese dal "crimine zingaro", di tenere raduni di reclutamento nella
città.
Ózd è una tipica cittadina nella contea di Borsod: una volta orgoglioso
centro industriale con un gigantesco impianto per l'acciaio, decaduto con la
caduta del comunismo nel 1989, senza nessun datore a dare lavoro al posto della
defunta industria pesante dell'era socialista.
Ma la decrescita economica nell'Europa centrale ed orientale ha aggiunto
nuova urgenza ad un problema di marginalizzazione che risale a decenni indietro.
Ricerche mostrano che gli ungheresi, come molti dei loro vicini nella regione,
nutrono forti sentimenti di pregiudizio contro gli zingari. Questo significa che
i Rom sono i primi a essere colpiti, e nel modo più duro, dalla disoccupazione,
che è al 14% nella contea di Borsod, con la sua alta percentuale di popolazione
zingara, due volte la media nazionale. Con le previsioni del governo che
prevedono che l'economia quest'anno si contrarrà di un ulteriore 2,7%, la
disoccupazione è in rapida crescita.
"La questione ha raggiunto il punto critico", dice Peter Hack, criminologo.
"Con la decrescita economica, è iniziata la tradizionale caccia al capro
espiatorio. Dato che non ci sono immigrati in Ungheria, i Rom sono il
bersaglio".
Zsolt Farkas, zingaro di Miskolc, la terza città ungherese e capitale di
contea, parla a nome di molti quando dice che sta diventando impossibile trovare
lavoro.
"Lavoravo su una linea di assemblaggio a Bosch, e poi ho installato persiane
nelle case, ma adesso è impossibile trovare un lavoro. Quando... vedono che sono
zingaro, non sono più interessati".
Il mese scorso il Movimento per un'Ungheria Migliore, un partito di estrema
destra, ha ottenuto l'8% in un'elezione distrettuale a Budapest dopo una
campagna elettorale condotta sugli slogan contro il "crimine zingaro". Settimana
scorsa Albert Pasztor, capo della polizia di Miskolc, ha attratto in ugual
misura obbrobrio ed elogi quando ha detto in una conferenza stampa che "tutte le
aggressioni a scopo di rapina" nel territorio di Miskolc nei due mesi scorsi
erano state commesse da zingari, aggiungendo: "Le culture ungherese e zingara
non possono vivere assieme". E' stato sospeso su ordine del ministero di
giustizia e reintegrato meno di 24 ore dopo, a seguito di un coro di proteste di
alti funzionari di polizia, governi cittadini locali ed un rally di 1.000
skinhead.
Questa settimana il panico zingaro ha raggiunto l'isteria tre giocatori
professionisti di pallamano di Croazia, Romania e Serbia sono stati pugnalati in
un nightclub, si suppone da una banda di circa 30 zingari, nella città
occidentale di Veszprem. Il rumeno, Marian Cozma, giovane promessa sportiva, è
morto per le ferite.
Durante il funerale, Ferenc Gyurcsany, socialista e primo ministro, ha
promesso di "agire decisamente" contro la violenza, e il partito di destra
all'opposizione ha detto che il governo dovrebbe concentrarsi nel prendere i
criminali. "Il numero di crimini gravi commessi da gente di origine zingara sta
crescendo in modo allarmante", viene detto.
Janos Ladanyi, un sociologo, dice che gli zingari, deprivati prima dai
programmi di insediamento negli anni '70 del loro tradizionale stile di vita
itinerante, e poi dalla deindustrializzazione negli anni '90 dai lavori con
bassa professionalità da cui dipendevano, si sono rivolti al crimine, sia in
scala ridotta che organizzato.
"Abbiamo ora una popolazione che ha vissuto fuori dalla società per 20 anni.
Sempre più spesso, qualcuno richiede una rapida, semplicistica soluzione, che
porta ad uno scoppio di panico anti-zingaro, ma questa volta la crisi economica
rende tutto più serio", dice.
IL gruppo escluso, che conta il 6% della popolazione ungherese, è anche
quello con la crescita più rapida.
"Se non possiamo integrarli nella forza lavoro, allora è in questione la
stabilità a lungo-termine del sistema fiscale", ha detto Gordon Bajnai, ministro
dell'economia. Un pacchetto di 2 miliardi di € sta per essere immesso
nell'industria delle costruzioni come parte della risposta, dice, per creare il
tipo di lavori a bassa professionalità di cui questa popolazione ha bisogno.
The Financial Times Limited 2009
Di Fabrizio (del 28/02/2009 @ 09:25:05, in Europa, visitato 2167 volte)
Da
Roma_Francais
metrofrance.com - Photo : Vincent Michelon / Metro
Un muro di cemento di quattro metri d'altezza barra l'uscita della piccola
rue Pierre Degeyter, nel quartiere semi-residenziale e semi-industriale di
Haut-Montreuil. Dietro il muro si trova un terreno di 3.000 mq, proprietà del
Syndicat des eaux d'Ile-de-France (Sedif), messo a disposizione della città dal
1988. Succede che la municipalità ha lanciato a gennaio dei lavori al fine di
accogliere per undici mesi 160 Rom e 50 carovane, sinistrati dall'incendio di
rue Dombasle l'estate scorsa. "Il sindaco aveva iniziato ad installare l'acqua
prima che Sedif costruisse il suo muro", commenta un artigiano la cui
bottega confina col terreno. Per accogliere l'accampamento, i lavori prevedevano
ugualmente d'installare l'elettricità, come pure una sede distaccata di sanità,
finanziata dal consiglio regionale.
Un muro e procedure per direttissima
Ma il 28 gennaio, i giochi son fatti. André Santini, presidente di Sedif,
domanda a Montreuil di interrompere i suoi lavori, poi depone due referti,
rigettati dal tribunale amministrativo. Per andare più veloce, la Sedif ha fatto
edificare il suo muro di cemento. "La Città ha iniziato dei lavori su un terreno
che non le appartiene" si giustifica Philippe Knusmann, direttore generale di
Sedif. "Noi siamo a casa nostra, e la convenzione prevedeva un uso
esclusivamente sportivo. Inoltre, il terreno confina con installazioni sensibili
piazzate sotto il plan Vigipirate rosso". Secondo la Sedif, la presenza dei Rom
metterebbe in pericolo la sicurezza di tre serbatoi di 186.000 mq installati in
prossimità, che alimentano l'est parigino. L'argomento non è stato accolto dal
tribunale amministrativo di Cergy, che venerdì ha stimato che "il rischio
addotto non parrebbe reale", imponendo a Sedif un'ammenda di 1.500 euro. "Questo
terreno era aperto a tutti gli eventi", reagisce Alain Monteagle, consigliere
municipale (Verdi) delegato agli affari generali. "C'erano interventi della
polizia. i bambini rom sono più pericolosi per la sicurezza dei serbatoi
dell'aria?"
Negoziati
Al momento, la situazione resta bloccata. La giustizia non si è pronunciata
sulla costruzione del muro, obbligando il Comune ad iniziare dei dialoghi con il
sindacato dell'acqua. "I Rom sono in una situazione d'urgenza. Se si potesse
arrivare ad un accordo con la Sedif, tanto meglio", conferma Alain Monteagle "Si
potrebbe riflettere su un numero meno elevato di carovane su quel terreno. Ma
non ci siamo ancora".
L'installazione dei Rom, che si voleva provvisoria, non sembra imminente.
Pertanto, non è che un preludio ad una costruzione "permanente" nel
Bas-Montreuil. La Regione, che recisa di "non avere un ruolo nella scelta delle
località prese in considerazione", ha adottato a novembre una sovvenzione di
oltre 400.000 euro per costruire queste strutture d'alloggio e permettere
l'accompagnamento sociale dei Rom di Montreuil.
Vincent Michelon
Metrofrance. com, à Paris
Raporté par Denis Toulmé
denis.toulme@worldonline.fr
http://filsduvent.kazeo.com
Di Fabrizio (del 25/02/2009 @ 09:27:21, in Europa, visitato 2589 volte)
Da
Roma_Daily_News
COMUNICATO STAMPA GREEK HELSINKI MONITOR [Traduzione in inglese di
GHM dall'articolo originale in greco su
http://www.e-tipos.com/newsitem?id=75693 (da me ritradotto in italiano)]
I Rom di Aghia Varvara (municipalità della Grande Atene, con una sostanziale
presenza di Rom) lo chiamano "esempio della razza". E' cresciuto e ha
frequentato la scuola locale, completando i suoi studi alla Facoltà di Medicina
di Atene e la sua specialità medica all'ospedale "Sotiria". Ha aperto il suo
studio e qualche tempo fa è stato nominato nel ramo regionale dell'IKA (il
principale Fondo di Sicurezza Sociale greco, che ha anche una clinica
regionale). Il 42enne specialista dei polmoni Christos Vassileiou si sente
orgoglioso di aver infranto il "muro" di analfabetismo e di essere diventato un
modello per la nuova generazione di Zingari. "Per gli standard della mia razza,
è rivoluzionario lavorare nel campo medico."
La strada per l'Università e della realizzazione professionale è stata
tutt'altro che facile. "Se sei uno Zingaro, non puoi aspettarti aiuto da nessuna
parte. Trovi solo muri e porte chiuse. Attraverso questo percorso devi mantenere
le orecchie chiuse e rimanere impegnato sulle tue mete.
Per molti anni ho cercato, ma invano, di ottenere un lavoro in ospedale. Ho
portato pazienza ed alla fine sono stato ricompensato. Sono anche stato
fortunato. Se fossi nato in un'altra città, forse non ce l'avrei fatta". Molti
Zingari che vivono ad Aghia Varvara, hanno fatto in modo di assicurarsi una vita
decente. "Sono stati fatti alcuni passi. Diciamo che è una delle aree dove vive
l'elite degli Zingari. [Puoi trovare] gente istruita, dottori, studenti che
hanno buoni voti, uomini d'affari. Il modello Aghia Varvara dev'essere
ampliamente promosso e costituire un esempio per tutti gli insediamenti. Nella
maggior parte dei quali, i genitori non possono permettersi il latte per i loro
figli e raccolgono tutto ciò che possono trovare nella spazzatura per poter
vivere".
Nell'accampamento di Aghia Sofia e Dendropotamos in Tessalonica,
nell'accampamento di Sofades a Karditsa e Nea Smirni a Larissa, la gran
maggioranza dei Rom vive in baracche senza acqua corrente, fognature ed
elettricità. A Votanikos (nel centro di Atene) i bambini giocano accanto ai topi
morti. Nell'area di Psari ad Aspropyrgos, in campi con antichi alberi d'olivo e
mucchi di rifiuti e di macerie, circa 100 famiglie vivono in tende e baracche di
legno. Anche ad Aghia Vaarvara d'altra parte, la "città modello", rimangono
irrisolti bisogni di base nei campi dell'istruzione e dell'assistenza medica.
Vicino a Vassileiou vivono bambini senza nessun documento, che non parlano greco
e non sono mai andati a scuola. "Non possono nemmeno andare in ospedale. Non
hanno assicurazione medica o libretto sanitario. Non hanno nome. Le più grande
afflizioni sono l'analfabetismo, la disoccupazione e la ghettizzazione nelle
scuole. A Zefyri (un'altra municipalità vicino alla grande Atene con una
significativa presenza di Rom), c'è una scuola primaria dove quasi tutti gli
alunni sono Rom. Nessuno manda i propri bambini a frequentare quella scuola.
Come possono i giovani integrarsi in una società che li tiene ai margini? Lo
stesso fenomeno si può osservare in altre aree, come ad esempio in Chalkida o
Tessalonica."
Adesso da alcuni mesi, visita due volte a settimana gli uffici
dell'Associazione Culturale Zingara Pan-Ellenica ed esamina gratuitamente i Rom
con problemi respiratori. "Molti di loro iniziano a fumare da quando hanno otto
anni. Quando sono sulla quarantina, i loro polmoni sono distrutti". Due o tre
volte all'anno visita gli accampamenti in varie aree del paese e aiuta quelli
che ne hanno bisogno, esaminandoli o fornendo loro le medicine. "Provo a star
loro vicino. Dato che lo Stato non se ne cura, la responsabilità ricade su di
noi che abbiamo scelto di contrastare il fato di quanti appartengono alla nostra
razza. Abbiamo il dovere di riempire il gap lasciato dallo Stato".
"Il terzo mondo è vicino a noi"
"A scuola mi hanno insegnato storia greca antica. La Grecia è la mia patria,
il mio paese. E se sarà il caso, la difenderò. D'altra parte ci sono giovani
Zingari che non hanno gli stessi sentimenti. Lo Stato deve assegnare priorità
all'integrazione dei nostri bambini nella società". Le stime riguardo la
dimensione della comunità Rom in Grecia variano. Greek Helsinki Monitor
considera che ci siano 350.000 Rom, ma la Confederazione Pan-Ellenica
dell'Associazione dei Rom Greci (POSER) fa una stima di 714.000. "Non è
importante quanti siamo ma in che condizioni viviamo". Nel nostro paese ci sono
approssimativamente 250 comunità di Zingari. In molti accampamenti dove vivono
"gli abitanti delle tende", il 99% sono positivi all'epatite A, mentre il 50% lo
è all'epatite B. Il 90% dei Rom che vive in Grecia è analfabeta, il 40%
disoccupato e l'80% non hanno nessuna assicurazione sociale. "Ci si ricorda di
noi solo in caso di incidenti che attraggono cattiva pubblicità. E durante le
elezioni". Ora da alcuni mesi, Vassileiou sta riunendo informazioni riguardo le
condizioni di vita del suo popolo. "La nostra unica soluzione risiede
nell'appellarci alle agenzie dell'Unione Europea. Abbiamo compilato documenti
con i nostri desideri e promesse. Sento sempre la gente che parla dei bambini
del terzo mondo. Se visitassero Aspropyrgos, lo incontrerebbero. Vivono accanto
a noi. Tra di noi."
GREEK HELSINKI MONITOR (GHM)
Address: P.O. Box 60820, GR-15304 Glyka Nera
Telephone: (+30) 2103472259 Fax: (+30) 2106018760
e-mail: office@greekhelsinki.gr
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Di Fabrizio (del 25/02/2009 @ 09:16:27, in Europa, visitato 1659 volte)
Da
Hungarian_Roma
Budapest, 20 febbraio (MTI) - Orban Kolompar, capo dell'Autorità Nazionale
Zingara (OCO), ha chiesto alle comunità rom ungheresi di contribuire ad
un'analisi delle recenti manifestazioni anti-Rom e di addivenire a proposte che
calmino le tensioni con la società, ha detto venerdì Kolompar a MTI.
I sentimenti anti-Rom tenderanno a crescere nei prossimi mesi, in quanto i
nazionalisti radicali stanno facendo sforzi per aumentare la loro base
elettorale alimentando questi sentimenti, ha detto Kolompar.
Ha aggiunto che Fidesz, il principale partito d'opposizione, sta fornendo
"tacito appoggio" a queste attività, citando la recente dichiarazione del leader
di Fidesz, Victor Orban: "Non esiste un crimine zingaro, ma ci sono zingari
criminali".
Kolompar ha detto che OCO non permetterà che la comunità rom sia etichettata
collettivamente come un gruppo di criminali. "Chiunque usi questa retorica sta
giocando col fuoco," ha aggiunto.
I leaders dei 1.127 governi locali Rom d'Ungheria si incontreranno per una
conferenza nazionale agli inizi di marzo. L'agenda include anche i temi del
lavoro, dell'istruzione e della sicurezza pubblica, ha detto Kolompar.
Di Fabrizio (del 24/02/2009 @ 09:26:11, in Europa, visitato 1496 volte)
Da
Roma_Daily_News (tutti i link sono in tedesco o inglese)
17 febbraio 2009 – Assieme ai Liberali, la coalizione di Conservatori e
Socialdemocratici ha definitivamente rigettato, mercoledì scorso, una
mozione
introdotta dal partito di sinistra "Die Linke", che richiedeva una
temporanea moratoria sui rimpatri forzati verso il Kosovo. "Die Linke"
chiedeva anche al Governo Federale di garantire uno status di residenza
permanente ai membri delle minoranze etniche e di altri gruppi vulnerabili. Il
partito diceva anche che la Germania aveva una particolare responsabilità verso
i Rom, risultante dall'Olocausto.
In un
articolo sugli uffici del primo ambasciatore tedesco nominato per il Kosovo,
la rivista internet net.de scrisse che uno dei suoi compiti principali
sarebbe stato organizzare i ritorni dei rifugiati. Secondo l'ambasciatore, circa
200.000 abitanti del Kosovo vivono in Germania, la maggior parte con passaporto
serbo o jugoslavo. Tra questi, 35.000 molti di questi Rom, Askali ed Egizi sono
soltanto "tollerati". Sono a rischio di deportazione forzata in Kosovo, una
volta segnato l'accordo di riammissione tra Kosovo e Germania.
Romano Them
Vedere anche:
Di Fabrizio (del 24/02/2009 @ 09:17:13, in Europa, visitato 1686 volte)
Da
Roma_ex_Yugoslavia
Emportal.co.yu 18 febbraio 2009. Fonte: Tanjug
Bozidar Djelic, vice Primo Ministro per l'integrazione UE ha detto oggi
che per la fine di febbraio verrà disegnata una strategia per l'inclusione dei
Rom e verranno assicurati fondi per il suo sviluppo.
Parlando all'apertura del 15° incontro del Tavolo internazionale dei
Direttori del Decennio dell'Inclusione Rom 2005-2015, tenutosi a Belgrado,
Djelic ha sottolineato l'importanza per la Serbia di predisporre la strategia
durante la sua presidenza.
Djelic, che è anche coordinatore nazionale per il Decennio dell'Inclusione
Rom, ha detto che l'organizzazione tenterà anche di essere formalmente più
attiva nel proporre una politica europea verso i Rom.
Ha ricordato che le priorità della Serbia durante la propria presidenza
saranno di risolvere i problemi dei Rom nella casa e nell'istruzione, come pure
il problema della discriminazione e la questione della loro inclusione nel
quadro di una politica Rom europea.
Ha detto che nei precedenti cinque anni la percentuale dei bambini rom che
ricevono l'educazione elementare obbligatoria è salita dal 56% al 75%,
aggiungendo che l'istruzione dovrebbe essere una priorità nell'integrazione
sociale dei Rom.
Ha detto che l'istruzione non può essere la soluzione di ogni problema ma è
un passo importante per risolvere gli altri problemi che la popolazione rom
affronta.
Ha detto che durante il 2007 metà delle famiglie rom vivevano sotto la linea
di povertà.
Commentando l'incidente di Kraljevo, dove un minorenne rom ha ucciso un serbo
di 18 anni, seguito su internet da minacce di vendette contro i Rom, Djelic ha
detto che ogni crimine dev'essere punibile solo per legge, senza riguardo
all'etnia.
Un singolo crimine non può diventare base per rivincite contro un particolare
gruppo etnico. Il governo serbo condanna le minacce apparse su internet, ha
detto Djelic, aggiungendo di appoggiare l'azione presa dallo stato, dai corpi
locali e dalle organizzazioni rom che richiamano alla calma.
Svetozar Ciplic, Ministro per le Minoranze ed i Diritti Umani, ha detto che
l'Europa ha compreso che è impossibile parlare di democrazia e responsabilità
sociale se non c'è coscienza dei problemi dei Rom.
Ciplic ha detto che il Decennio dell'Inclusione Rom partito cinque anni fa e
ha esplicitamente stabilito che l'integrazione dei Rom è l'obiettivo di tutti i
paesi firmatari.
I Rom sono una risorsa umana, culturale ed intellettuale che gli stati non
hanno ancora scoperto, ha detto il Ministro, aggiungendo che oggi ogni paese ha
problemi finanziari, ma la crisi economica globale non deve essere una
giustificazione per rallentare il lavoro sull'integrazione sociale dei Rom.
Il Decennio dell'Inclusione Rom è iniziato nel 2005, su iniziativa dell'Open
Society Institute e della Banca Mondiale e comprende 10 paesi.
Romania, Bulgaria ed Ungheria hanno già presieduto il Decennio Rom e la
Serbia tiene la presidenza dal 25 giugno 2008. Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Repubblica
Ceca, Slovacchia, Ungheria, Macedonia,
Montenegro, Romania, Bulgaria e Serbia stanno prendendo parte al Decennio.
Durante la presidenza serba, anche la Spagna è diventata membro di questa
iniziativa regionale.
I rappresentanti dei 12 paesi discuteranno su discriminazione nell'istruzione
e presenteranno i loro piani d'azione nazionali.
Iňigo de Palacio Espaňa, Ambasciatore spagnolo in Serbia, firmerà
una dichiarazione sull'accesso della Spagna al Decennio dell'Inclusione Rom.
Di Fabrizio (del 23/02/2009 @ 09:38:44, in Europa, visitato 3079 volte)
Da
Urloweb.com
Venerdì 20 Febbraio 2009 13:08 - Più di una volta mi sono chiesto se il
nomadismo dei rom e dei sinti sia una scelta dettata dalla voglia di viaggiare o
da un vitale istinto di sopravvivenza.
Gli zingari rubano i bambini. Una ricerca dell’Università di Verona ha preso in
esame l’ultimo ventennio fino al 2007. Ha scartabellato in tutte le procure
italiane e non ha trovato un solo caso di rom o di sinto condannato per aver
rubato un bambino.
Ora invece facciamo un salto indietro nel tempo. Questa storia, riportata nel
mio libro “Non chiamarmi zingaro” edito da Chiarelettere, me l’ha raccontata
Mariella Mher la scrittrice jenische (gli zingari svizzeri) che all’età di due
anni fu “rubata”, per legge, alla propria famiglia. Siamo nel 1912 e in
Svizzera, per contrastare la mortalità infantile, viene creata una fondazione:
la Pro Juventute.
E’ subito riconosciuta di pubblica utilità e beneficia di contributi da parte
della Confederazione Elvetica.
Nel 1926 le viene affidato l’alto compito di proteggere i bambini dall’abbandono
e dal vagabondaggio e così idea il progetto Bambini di strada.
Il fondatore e direttore, dottor Alfred Siegfried, si fa personalmente carico di
“sradicare il male del nomadismo” dalla società svizzera. Cardine della sua
filosofia è la conversione di tutti gli jenisch, gli zingari svizzeri, da nomadi
a sedentari. Purtroppo gli adulti sono già dati per spacciati mentre sui bambini
si può ancora agire. Così, attraverso “misure educative sistematiche e
coerenti”, Siegfried sottrae con la forza, alle rispettive famiglie jenisch, i
figli. Queste operazioni vengono condotte in collaborazione con le autorità
cantonali e comunali.
Il dottore, che definisce gli zingari geneticamente “inferiori, deficienti e
mentalmente ritardati”, colloca i bambini, anche quelli in fasce, presso
orfanotrofi, collegi, ospedali psichiatrici o all’interno di famiglie
affidatarie.
L’operazione ha come obiettivo il riplasmare questo materiale umano
introducendolo all’interno di una società sedentaria, ordinata e normale. Ogni
contatto con la precedente famiglia è categoricamente vietato, pena la non
riuscita del piano rieducativo. “Ogni qualvolta” sottolinea il dottor Siegfried
“vuoi per nostra bonarietà, vuoi per uno sfortunato e casuale incontro, uno di
questi bambini, ancora disadattati e instabili, entra in contatto con i propri
genitori, tutto il nostro lavoro viene vanificato.”
Anche i cognomi vengono cancellati per impedire possibili e futuri
ricongiungimenti che potrebbero riportare il fanciullo verso una vita nomade e
di conseguenza verso il crimine.
Che il nomadismo jenisch anche in Svizzera sia dovuto alla ricerca della
sopravvivenza attraverso il piccolo commercio, non viene preso in considerazione
dal dottor Siegfried che, al contrario, lo considera una devianza genetica.
Il suo obbiettivo è recuperare questo popolo di asociali e così molte bambine,
come fu in seguito provato, sono sterilizzate. Per alcuni bambini con ritardo di
linguaggio si crea un metodo speciale: vengono infilati in una vasca da bagno e
quindi bloccati dentro con delle assi di legno che gli cingono il collo affinché
non possano uscire. Questa teoria medica asserisce che i problemi di linguaggio
del bambino, precedentemente sottratto con la forza alla legittima madre, si
risolvono immergendo il suo corpo, anche per venti ore, in acqua fredda.
L’ideologia nazista non è né sconosciuta né avversata dalla Fondazione Pro
Juventute che, anzi, attraverso il suo direttore, intrattiene strette
collaborazioni con psichiatri tedeschi e, in modo particolare, col dottor Robert
Ritter che tanta parte ebbe nella soppressione di 500.000 rom e sinti durante il
terzo reich.
In poco meno di quarantacinque anni e cioè dal 1926 al 1972, sono rubati alle
rispettive famiglie circa duemila bambini di cui più di seicento
dall’Associazione umanitaria Pro Juventute.
Nel 1972 un giornalista svizzero, Hans Caprez, raccoglie alcune testimonianze di
jenisch vittime del programma della Pro Juventute. E’ una bomba e lo scandalo
che ne scaturisce va su tutti i giornali. Non passa neanche un anno e la Pro
Juventute interrompe il progetto Bambini di strada.
Vengono condotte delle indagini sui responsabili.
Tuttavia devono passare quindici anni prima che la Pro Juventute chieda
pubblicamente scusa al popolo jenisch ammettendo le proprie colpe.
I risultati delle indagini sulle responsabilità della Confederazione arrivarono,
invece, nel 1998 quando è condannata a risarcire le vittime.
Quel che resta, oggi, a questi bambini rubati sono: traumi, lesioni, vergogne e
un risarcimento, riconosciuto dalla Confederazione Elvetica, di circa 10.000
euro.
Pino Petruzzelli
Di Fabrizio (del 22/02/2009 @ 09:47:21, in Europa, visitato 2415 volte)
Mutui e accampamenti : la maledizione delle case inglesi
di Giulia Alliani - 17 febbraio 2009
L'anno scorso uno dei nomadi l'aveva predetto: le autorità locali avrebbero
impiegato almeno otto anni per riuscire a buttarli fuori. Pochi giorni fa, la
tradizionale capacità divinatoria, che viene unanimemente riconosciuta agli
zingari, é stata ancora una volta confermata.
Il loro rappresentante, nella sua predizione, non é andato troppo lontano dalla
realtà: forse gli anni non saranno otto, ma cinque certamente sì, e forse anche
di più. I 64 nomadi che, grazie ai quattro giorni di vacanza dei funzionari
addetti al piano regolatore, erano riusciti a costruire a tempo di record, su un
appezzamento di terreno in Inghilterra, nei Cotswold, un accampamento illegale,
provvisto d i elettricità e condutture per l'acqua, hanno ottenuto da un
ispettore governati vo il permesso di rimanere nel sito prescelto per altri
quattro anni.
Il Consiglio del distretto di Stratford-on-Avon aveva rifiutato di concedere un
permesso retroattivo e aveva ingiunto agli zingari di andarsene, ma i nomadi
avevano proposto appello. Era quindi seguita un'inchiesta pubblica in dicembre,
terminata la quale, l'ispettore del Governo, Phillip Crookes, ha garantito a 16
famiglie un permesso provvisorio che scadrà nel 2013.
Secondo l'ispettore, nella zona c'é una carenza di campi nomadi e la misura
adottata dovrebbe dare alla comunità, che conta un centinaio di persone, il
tempo necessario per cercare "dei siti alternativi e garantire ai bambini un
passaggio senza strappi ad altre scuole se ciò si rendesse necessario". La
notizia é stata accolta con irritazione dagli abitanti del posto, che hanno
visto crollare il valore delle loro case, e dai loro rappresentanti, che
giudicano semplicemente patetico il fatto che la decisione permetta a dei gruppi
di individui di violare il piano regolatore al cui rispetto tutti sono tenuti.
Nella zona, prevalentemente rurale, conosciuta e apprezzata per i suoi luoghi
idilliaci, a poche centinaia di metri dall'accampamento, sorge anche la casa di
campagna di proprietà dell'ex-marito del ministro laburista Tessa Jowell,
l'avvocato David Mills, attualmente sotto processo a Milano, unico imputato di
corruzione in atti giudiziari dopo lo stralcio della posizione del presidente
del Consiglio Berlusconi, in conseguenza del Lodo Alfano.
La sentenza di primo grado dovrebbe essere pronunciata nei prossimi giorni.
Di Fabrizio (del 21/02/2009 @ 09:06:04, in Europa, visitato 1987 volte)
Da
Czech_Roma
Praga – 17.2.2009 – All'inizio di febbraio l'OnG Zvule Prava ha aperto il
suo numero d'aiuto telefonico per i Rom nella Repubblica Ceca. La linea d'aiuto
fornisce assistenza in caso di discriminazione illegale e altri crimini. E'
parte del progetto "Ma den pes!" (Non arrendersi!)
La linea d'aiuto [...] dice come procedere per difendere i propri diritti. Ci
si focalizza particolarmente sulle vittime Rom (non soltanto quanti vivono in
località socialmente escluse). Inoltre appoggia metodicamente le OnG che aiutano
i Rom socialmente svantaggiati.
[...] Nei casi estremi che coinvolgono problemi sistematici con un più ampio
impatto sociale, Zvule Prava fornisce ed organizza aiuto legale per le
vittime (anche per compilare documenti legali ed agendo come rappresentante
legale per il cliente nei casi selezionati).
Zvule Prava inoltre usa la propria esperienza con i clienti per fornire
consigli e sviluppare linee guida sistematiche per le istituzioni statali
nell'area della non-discriminazione.
Zvule Prava lavora per difendere e promuovere l'accessibilità universale ai
principi basici della democrazia e sulle norme di legge. Il progetto è
finanziato dal Ministero degli Interni.
Contatti:
Ma den pes
Linea di aiuto telefonica per le vittime di discriminazione
Tel: 222 589 589
Opera giornalmente dalle 9.00 alle 17.00
www.madenpes.cz
E-mail: madenpes@zvuleprava.cz
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777 220 503.
Di Fabrizio (del 19/02/2009 @ 09:17:30, in Europa, visitato 2056 volte)
Da
Roma_ex_Yugoslavia
PRISHTINË/PRISTINA, 14 febbraio 2009 - Il Capo della Missione OCSE in Kosovo,
Ambasciatore Werner Almhofer, ha chiesto oggi la piena integrazione della
comunità Askali nella società kosovara, in una dichiarazione rilasciata in vista
del 15 febbraio, designato come la Giornata Askali nel Kosovo.
Dice Almhofer: "La comunità Askali è tra le più marginalizzate nel Kosovo.
Non sono pienamente integrati nel sistema educativo né nel mercato del lavoro, e
mancano di accesso ai servizi basici. Occorre che il governo del Kosovo agisca
per migliorare la registrazione civile dei membri degli Askali, come pure delle
comunità Egizia e Rom, per assicurare il loro accesso ai servizi."
"D'altra parte, l'integrazione di tutte le comunità non è solo responsabilità
delle autorità. Chiunque viva in Kosovo dovrebbe trattare gli Askali e le altre
minoranze come pari cittadini e superare il pregiudizio contro persone che sono
differenti."
La Missione OCSE ha appoggiato lo sviluppo della Strategia d'Integrazione in
Kosovo per le comunità Rom, Askali ed Egizia. Il Governo del Kosovo ha firmato
la strategia il 24 dicembre 2008.
Si stima siano circa 35.000 i residenti in Kosovo che appartengono alle
comunità Rom, Askali ed Egizia - il numero esatto è sconosciuto dato che molti
di loro non sono registrati e mancano di documenti d'identità. Gli Askali hanno
un seggio riservato nell'Assemblea del Kosovo.
Decine di migliaia di Askali, Egizi e Rom sono dispersi nella regione e
nell'Europa occidentale. Molti furono obbligati a lasciare le loro case dopo il
1999 e l'ondata di violenze nel marzo 2004. La mancanza di registrazione civile
e dispute non risolte sulle proprietà ostacolano il loro diritto a tornare al
loro posto di origine.
La Missione OCSE in Kosovo ha organizzato diverse attività, incluso un torneo
di calcio con la partecipazione di squadre del Kosovo, Askali, Rom, Serbe ed
Albanesi, per segnare la Giornata Askali.
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