Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 24/02/2009 @ 09:17:13, in Europa, visitato 1686 volte)
Da
Roma_ex_Yugoslavia
Emportal.co.yu 18 febbraio 2009. Fonte: Tanjug
Bozidar Djelic, vice Primo Ministro per l'integrazione UE ha detto oggi
che per la fine di febbraio verrà disegnata una strategia per l'inclusione dei
Rom e verranno assicurati fondi per il suo sviluppo.
Parlando all'apertura del 15° incontro del Tavolo internazionale dei
Direttori del Decennio dell'Inclusione Rom 2005-2015, tenutosi a Belgrado,
Djelic ha sottolineato l'importanza per la Serbia di predisporre la strategia
durante la sua presidenza.
Djelic, che è anche coordinatore nazionale per il Decennio dell'Inclusione
Rom, ha detto che l'organizzazione tenterà anche di essere formalmente più
attiva nel proporre una politica europea verso i Rom.
Ha ricordato che le priorità della Serbia durante la propria presidenza
saranno di risolvere i problemi dei Rom nella casa e nell'istruzione, come pure
il problema della discriminazione e la questione della loro inclusione nel
quadro di una politica Rom europea.
Ha detto che nei precedenti cinque anni la percentuale dei bambini rom che
ricevono l'educazione elementare obbligatoria è salita dal 56% al 75%,
aggiungendo che l'istruzione dovrebbe essere una priorità nell'integrazione
sociale dei Rom.
Ha detto che l'istruzione non può essere la soluzione di ogni problema ma è
un passo importante per risolvere gli altri problemi che la popolazione rom
affronta.
Ha detto che durante il 2007 metà delle famiglie rom vivevano sotto la linea
di povertà.
Commentando l'incidente di Kraljevo, dove un minorenne rom ha ucciso un serbo
di 18 anni, seguito su internet da minacce di vendette contro i Rom, Djelic ha
detto che ogni crimine dev'essere punibile solo per legge, senza riguardo
all'etnia.
Un singolo crimine non può diventare base per rivincite contro un particolare
gruppo etnico. Il governo serbo condanna le minacce apparse su internet, ha
detto Djelic, aggiungendo di appoggiare l'azione presa dallo stato, dai corpi
locali e dalle organizzazioni rom che richiamano alla calma.
Svetozar Ciplic, Ministro per le Minoranze ed i Diritti Umani, ha detto che
l'Europa ha compreso che è impossibile parlare di democrazia e responsabilità
sociale se non c'è coscienza dei problemi dei Rom.
Ciplic ha detto che il Decennio dell'Inclusione Rom partito cinque anni fa e
ha esplicitamente stabilito che l'integrazione dei Rom è l'obiettivo di tutti i
paesi firmatari.
I Rom sono una risorsa umana, culturale ed intellettuale che gli stati non
hanno ancora scoperto, ha detto il Ministro, aggiungendo che oggi ogni paese ha
problemi finanziari, ma la crisi economica globale non deve essere una
giustificazione per rallentare il lavoro sull'integrazione sociale dei Rom.
Il Decennio dell'Inclusione Rom è iniziato nel 2005, su iniziativa dell'Open
Society Institute e della Banca Mondiale e comprende 10 paesi.
Romania, Bulgaria ed Ungheria hanno già presieduto il Decennio Rom e la
Serbia tiene la presidenza dal 25 giugno 2008. Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Repubblica
Ceca, Slovacchia, Ungheria, Macedonia,
Montenegro, Romania, Bulgaria e Serbia stanno prendendo parte al Decennio.
Durante la presidenza serba, anche la Spagna è diventata membro di questa
iniziativa regionale.
I rappresentanti dei 12 paesi discuteranno su discriminazione nell'istruzione
e presenteranno i loro piani d'azione nazionali.
Iňigo de Palacio Espaňa, Ambasciatore spagnolo in Serbia, firmerà
una dichiarazione sull'accesso della Spagna al Decennio dell'Inclusione Rom.
Di Fabrizio (del 24/02/2009 @ 09:26:11, in Europa, visitato 1496 volte)
Da
Roma_Daily_News (tutti i link sono in tedesco o inglese)
17 febbraio 2009 – Assieme ai Liberali, la coalizione di Conservatori e
Socialdemocratici ha definitivamente rigettato, mercoledì scorso, una
mozione
introdotta dal partito di sinistra "Die Linke", che richiedeva una
temporanea moratoria sui rimpatri forzati verso il Kosovo. "Die Linke"
chiedeva anche al Governo Federale di garantire uno status di residenza
permanente ai membri delle minoranze etniche e di altri gruppi vulnerabili. Il
partito diceva anche che la Germania aveva una particolare responsabilità verso
i Rom, risultante dall'Olocausto.
In un
articolo sugli uffici del primo ambasciatore tedesco nominato per il Kosovo,
la rivista internet net.de scrisse che uno dei suoi compiti principali
sarebbe stato organizzare i ritorni dei rifugiati. Secondo l'ambasciatore, circa
200.000 abitanti del Kosovo vivono in Germania, la maggior parte con passaporto
serbo o jugoslavo. Tra questi, 35.000 molti di questi Rom, Askali ed Egizi sono
soltanto "tollerati". Sono a rischio di deportazione forzata in Kosovo, una
volta segnato l'accordo di riammissione tra Kosovo e Germania.
Romano Them
Vedere anche:
Di Fabrizio (del 25/02/2009 @ 09:16:27, in Europa, visitato 1659 volte)
Da
Hungarian_Roma
Budapest, 20 febbraio (MTI) - Orban Kolompar, capo dell'Autorità Nazionale
Zingara (OCO), ha chiesto alle comunità rom ungheresi di contribuire ad
un'analisi delle recenti manifestazioni anti-Rom e di addivenire a proposte che
calmino le tensioni con la società, ha detto venerdì Kolompar a MTI.
I sentimenti anti-Rom tenderanno a crescere nei prossimi mesi, in quanto i
nazionalisti radicali stanno facendo sforzi per aumentare la loro base
elettorale alimentando questi sentimenti, ha detto Kolompar.
Ha aggiunto che Fidesz, il principale partito d'opposizione, sta fornendo
"tacito appoggio" a queste attività, citando la recente dichiarazione del leader
di Fidesz, Victor Orban: "Non esiste un crimine zingaro, ma ci sono zingari
criminali".
Kolompar ha detto che OCO non permetterà che la comunità rom sia etichettata
collettivamente come un gruppo di criminali. "Chiunque usi questa retorica sta
giocando col fuoco," ha aggiunto.
I leaders dei 1.127 governi locali Rom d'Ungheria si incontreranno per una
conferenza nazionale agli inizi di marzo. L'agenda include anche i temi del
lavoro, dell'istruzione e della sicurezza pubblica, ha detto Kolompar.
Di Fabrizio (del 25/02/2009 @ 09:27:21, in Europa, visitato 2589 volte)
Da
Roma_Daily_News
COMUNICATO STAMPA GREEK HELSINKI MONITOR [Traduzione in inglese di
GHM dall'articolo originale in greco su
http://www.e-tipos.com/newsitem?id=75693 (da me ritradotto in italiano)]
I Rom di Aghia Varvara (municipalità della Grande Atene, con una sostanziale
presenza di Rom) lo chiamano "esempio della razza". E' cresciuto e ha
frequentato la scuola locale, completando i suoi studi alla Facoltà di Medicina
di Atene e la sua specialità medica all'ospedale "Sotiria". Ha aperto il suo
studio e qualche tempo fa è stato nominato nel ramo regionale dell'IKA (il
principale Fondo di Sicurezza Sociale greco, che ha anche una clinica
regionale). Il 42enne specialista dei polmoni Christos Vassileiou si sente
orgoglioso di aver infranto il "muro" di analfabetismo e di essere diventato un
modello per la nuova generazione di Zingari. "Per gli standard della mia razza,
è rivoluzionario lavorare nel campo medico."
La strada per l'Università e della realizzazione professionale è stata
tutt'altro che facile. "Se sei uno Zingaro, non puoi aspettarti aiuto da nessuna
parte. Trovi solo muri e porte chiuse. Attraverso questo percorso devi mantenere
le orecchie chiuse e rimanere impegnato sulle tue mete.
Per molti anni ho cercato, ma invano, di ottenere un lavoro in ospedale. Ho
portato pazienza ed alla fine sono stato ricompensato. Sono anche stato
fortunato. Se fossi nato in un'altra città, forse non ce l'avrei fatta". Molti
Zingari che vivono ad Aghia Varvara, hanno fatto in modo di assicurarsi una vita
decente. "Sono stati fatti alcuni passi. Diciamo che è una delle aree dove vive
l'elite degli Zingari. [Puoi trovare] gente istruita, dottori, studenti che
hanno buoni voti, uomini d'affari. Il modello Aghia Varvara dev'essere
ampliamente promosso e costituire un esempio per tutti gli insediamenti. Nella
maggior parte dei quali, i genitori non possono permettersi il latte per i loro
figli e raccolgono tutto ciò che possono trovare nella spazzatura per poter
vivere".
Nell'accampamento di Aghia Sofia e Dendropotamos in Tessalonica,
nell'accampamento di Sofades a Karditsa e Nea Smirni a Larissa, la gran
maggioranza dei Rom vive in baracche senza acqua corrente, fognature ed
elettricità. A Votanikos (nel centro di Atene) i bambini giocano accanto ai topi
morti. Nell'area di Psari ad Aspropyrgos, in campi con antichi alberi d'olivo e
mucchi di rifiuti e di macerie, circa 100 famiglie vivono in tende e baracche di
legno. Anche ad Aghia Vaarvara d'altra parte, la "città modello", rimangono
irrisolti bisogni di base nei campi dell'istruzione e dell'assistenza medica.
Vicino a Vassileiou vivono bambini senza nessun documento, che non parlano greco
e non sono mai andati a scuola. "Non possono nemmeno andare in ospedale. Non
hanno assicurazione medica o libretto sanitario. Non hanno nome. Le più grande
afflizioni sono l'analfabetismo, la disoccupazione e la ghettizzazione nelle
scuole. A Zefyri (un'altra municipalità vicino alla grande Atene con una
significativa presenza di Rom), c'è una scuola primaria dove quasi tutti gli
alunni sono Rom. Nessuno manda i propri bambini a frequentare quella scuola.
Come possono i giovani integrarsi in una società che li tiene ai margini? Lo
stesso fenomeno si può osservare in altre aree, come ad esempio in Chalkida o
Tessalonica."
Adesso da alcuni mesi, visita due volte a settimana gli uffici
dell'Associazione Culturale Zingara Pan-Ellenica ed esamina gratuitamente i Rom
con problemi respiratori. "Molti di loro iniziano a fumare da quando hanno otto
anni. Quando sono sulla quarantina, i loro polmoni sono distrutti". Due o tre
volte all'anno visita gli accampamenti in varie aree del paese e aiuta quelli
che ne hanno bisogno, esaminandoli o fornendo loro le medicine. "Provo a star
loro vicino. Dato che lo Stato non se ne cura, la responsabilità ricade su di
noi che abbiamo scelto di contrastare il fato di quanti appartengono alla nostra
razza. Abbiamo il dovere di riempire il gap lasciato dallo Stato".
"Il terzo mondo è vicino a noi"
"A scuola mi hanno insegnato storia greca antica. La Grecia è la mia patria,
il mio paese. E se sarà il caso, la difenderò. D'altra parte ci sono giovani
Zingari che non hanno gli stessi sentimenti. Lo Stato deve assegnare priorità
all'integrazione dei nostri bambini nella società". Le stime riguardo la
dimensione della comunità Rom in Grecia variano. Greek Helsinki Monitor
considera che ci siano 350.000 Rom, ma la Confederazione Pan-Ellenica
dell'Associazione dei Rom Greci (POSER) fa una stima di 714.000. "Non è
importante quanti siamo ma in che condizioni viviamo". Nel nostro paese ci sono
approssimativamente 250 comunità di Zingari. In molti accampamenti dove vivono
"gli abitanti delle tende", il 99% sono positivi all'epatite A, mentre il 50% lo
è all'epatite B. Il 90% dei Rom che vive in Grecia è analfabeta, il 40%
disoccupato e l'80% non hanno nessuna assicurazione sociale. "Ci si ricorda di
noi solo in caso di incidenti che attraggono cattiva pubblicità. E durante le
elezioni". Ora da alcuni mesi, Vassileiou sta riunendo informazioni riguardo le
condizioni di vita del suo popolo. "La nostra unica soluzione risiede
nell'appellarci alle agenzie dell'Unione Europea. Abbiamo compilato documenti
con i nostri desideri e promesse. Sento sempre la gente che parla dei bambini
del terzo mondo. Se visitassero Aspropyrgos, lo incontrerebbero. Vivono accanto
a noi. Tra di noi."
GREEK HELSINKI MONITOR (GHM)
Address: P.O. Box 60820, GR-15304 Glyka Nera
Telephone: (+30) 2103472259 Fax: (+30) 2106018760
e-mail: office@greekhelsinki.gr
website:
http://cm.greekhelsinki.gr
Di Fabrizio (del 28/02/2009 @ 09:25:05, in Europa, visitato 2167 volte)
Da
Roma_Francais
metrofrance.com - Photo : Vincent Michelon / Metro
Un muro di cemento di quattro metri d'altezza barra l'uscita della piccola
rue Pierre Degeyter, nel quartiere semi-residenziale e semi-industriale di
Haut-Montreuil. Dietro il muro si trova un terreno di 3.000 mq, proprietà del
Syndicat des eaux d'Ile-de-France (Sedif), messo a disposizione della città dal
1988. Succede che la municipalità ha lanciato a gennaio dei lavori al fine di
accogliere per undici mesi 160 Rom e 50 carovane, sinistrati dall'incendio di
rue Dombasle l'estate scorsa. "Il sindaco aveva iniziato ad installare l'acqua
prima che Sedif costruisse il suo muro", commenta un artigiano la cui
bottega confina col terreno. Per accogliere l'accampamento, i lavori prevedevano
ugualmente d'installare l'elettricità, come pure una sede distaccata di sanità,
finanziata dal consiglio regionale.
Un muro e procedure per direttissima
Ma il 28 gennaio, i giochi son fatti. André Santini, presidente di Sedif,
domanda a Montreuil di interrompere i suoi lavori, poi depone due referti,
rigettati dal tribunale amministrativo. Per andare più veloce, la Sedif ha fatto
edificare il suo muro di cemento. "La Città ha iniziato dei lavori su un terreno
che non le appartiene" si giustifica Philippe Knusmann, direttore generale di
Sedif. "Noi siamo a casa nostra, e la convenzione prevedeva un uso
esclusivamente sportivo. Inoltre, il terreno confina con installazioni sensibili
piazzate sotto il plan Vigipirate rosso". Secondo la Sedif, la presenza dei Rom
metterebbe in pericolo la sicurezza di tre serbatoi di 186.000 mq installati in
prossimità, che alimentano l'est parigino. L'argomento non è stato accolto dal
tribunale amministrativo di Cergy, che venerdì ha stimato che "il rischio
addotto non parrebbe reale", imponendo a Sedif un'ammenda di 1.500 euro. "Questo
terreno era aperto a tutti gli eventi", reagisce Alain Monteagle, consigliere
municipale (Verdi) delegato agli affari generali. "C'erano interventi della
polizia. i bambini rom sono più pericolosi per la sicurezza dei serbatoi
dell'aria?"
Negoziati
Al momento, la situazione resta bloccata. La giustizia non si è pronunciata
sulla costruzione del muro, obbligando il Comune ad iniziare dei dialoghi con il
sindacato dell'acqua. "I Rom sono in una situazione d'urgenza. Se si potesse
arrivare ad un accordo con la Sedif, tanto meglio", conferma Alain Monteagle "Si
potrebbe riflettere su un numero meno elevato di carovane su quel terreno. Ma
non ci siamo ancora".
L'installazione dei Rom, che si voleva provvisoria, non sembra imminente.
Pertanto, non è che un preludio ad una costruzione "permanente" nel
Bas-Montreuil. La Regione, che recisa di "non avere un ruolo nella scelta delle
località prese in considerazione", ha adottato a novembre una sovvenzione di
oltre 400.000 euro per costruire queste strutture d'alloggio e permettere
l'accompagnamento sociale dei Rom di Montreuil.
Vincent Michelon
Metrofrance. com, à Paris
Raporté par Denis Toulmé
denis.toulme@worldonline.fr
http://filsduvent.kazeo.com
Di Fabrizio (del 01/03/2009 @ 09:11:46, in Europa, visitato 2150 volte)
Da
Hungarian_Roma (a proposito di ronde e controronde, latitanza dello stato e
crisi economica)
By Thomas Escritt in Miskolc, Hungary - 20 febbraio 2009
Quando cala la notte a Hetes, un insediamento zingaro ai margini della
città settentrionale di Ózd, gli uomini scendono per le strade a montare di
guardia, armandosi con ogni tipo di arma improvvisata, dai bastoni ai coltelli
da cucina.
"Stiamo alzati tutta notte", dice Henrik Radics, con le mani appoggiate su
una falce. "Se arriva un'auto, la fermiamo e chiediamo cosa stanno facendo. Se
sono pacifici li lasciamo andare".
Radics ed i suoi compagni hanno affrontato in proprio la questione dopo una
serie di avvenimenti culminati con una casa data alle fiamme e dai piani
dalla Magyar Garda, un gruppo in uniforme di destra che dice di proteggere
l'etnia ungherese dal "crimine zingaro", di tenere raduni di reclutamento nella
città.
Ózd è una tipica cittadina nella contea di Borsod: una volta orgoglioso
centro industriale con un gigantesco impianto per l'acciaio, decaduto con la
caduta del comunismo nel 1989, senza nessun datore a dare lavoro al posto della
defunta industria pesante dell'era socialista.
Ma la decrescita economica nell'Europa centrale ed orientale ha aggiunto
nuova urgenza ad un problema di marginalizzazione che risale a decenni indietro.
Ricerche mostrano che gli ungheresi, come molti dei loro vicini nella regione,
nutrono forti sentimenti di pregiudizio contro gli zingari. Questo significa che
i Rom sono i primi a essere colpiti, e nel modo più duro, dalla disoccupazione,
che è al 14% nella contea di Borsod, con la sua alta percentuale di popolazione
zingara, due volte la media nazionale. Con le previsioni del governo che
prevedono che l'economia quest'anno si contrarrà di un ulteriore 2,7%, la
disoccupazione è in rapida crescita.
"La questione ha raggiunto il punto critico", dice Peter Hack, criminologo.
"Con la decrescita economica, è iniziata la tradizionale caccia al capro
espiatorio. Dato che non ci sono immigrati in Ungheria, i Rom sono il
bersaglio".
Zsolt Farkas, zingaro di Miskolc, la terza città ungherese e capitale di
contea, parla a nome di molti quando dice che sta diventando impossibile trovare
lavoro.
"Lavoravo su una linea di assemblaggio a Bosch, e poi ho installato persiane
nelle case, ma adesso è impossibile trovare un lavoro. Quando... vedono che sono
zingaro, non sono più interessati".
Il mese scorso il Movimento per un'Ungheria Migliore, un partito di estrema
destra, ha ottenuto l'8% in un'elezione distrettuale a Budapest dopo una
campagna elettorale condotta sugli slogan contro il "crimine zingaro". Settimana
scorsa Albert Pasztor, capo della polizia di Miskolc, ha attratto in ugual
misura obbrobrio ed elogi quando ha detto in una conferenza stampa che "tutte le
aggressioni a scopo di rapina" nel territorio di Miskolc nei due mesi scorsi
erano state commesse da zingari, aggiungendo: "Le culture ungherese e zingara
non possono vivere assieme". E' stato sospeso su ordine del ministero di
giustizia e reintegrato meno di 24 ore dopo, a seguito di un coro di proteste di
alti funzionari di polizia, governi cittadini locali ed un rally di 1.000
skinhead.
Questa settimana il panico zingaro ha raggiunto l'isteria tre giocatori
professionisti di pallamano di Croazia, Romania e Serbia sono stati pugnalati in
un nightclub, si suppone da una banda di circa 30 zingari, nella città
occidentale di Veszprem. Il rumeno, Marian Cozma, giovane promessa sportiva, è
morto per le ferite.
Durante il funerale, Ferenc Gyurcsany, socialista e primo ministro, ha
promesso di "agire decisamente" contro la violenza, e il partito di destra
all'opposizione ha detto che il governo dovrebbe concentrarsi nel prendere i
criminali. "Il numero di crimini gravi commessi da gente di origine zingara sta
crescendo in modo allarmante", viene detto.
Janos Ladanyi, un sociologo, dice che gli zingari, deprivati prima dai
programmi di insediamento negli anni '70 del loro tradizionale stile di vita
itinerante, e poi dalla deindustrializzazione negli anni '90 dai lavori con
bassa professionalità da cui dipendevano, si sono rivolti al crimine, sia in
scala ridotta che organizzato.
"Abbiamo ora una popolazione che ha vissuto fuori dalla società per 20 anni.
Sempre più spesso, qualcuno richiede una rapida, semplicistica soluzione, che
porta ad uno scoppio di panico anti-zingaro, ma questa volta la crisi economica
rende tutto più serio", dice.
IL gruppo escluso, che conta il 6% della popolazione ungherese, è anche
quello con la crescita più rapida.
"Se non possiamo integrarli nella forza lavoro, allora è in questione la
stabilità a lungo-termine del sistema fiscale", ha detto Gordon Bajnai, ministro
dell'economia. Un pacchetto di 2 miliardi di € sta per essere immesso
nell'industria delle costruzioni come parte della risposta, dice, per creare il
tipo di lavori a bassa professionalità di cui questa popolazione ha bisogno.
The Financial Times Limited 2009
Di Fabrizio (del 03/03/2009 @ 09:15:56, in Europa, visitato 1831 volte)
Da
Bulgarian_Roma
25/02/2009 [...]
Minoranze Nazionali/Razziali/Etniche
La discriminazione societaria contro i Rom ed altri gruppi minoritari rimane
un problema, che a volte sfocia in violenti incidenti tra i membri di differenti
gruppi etnici.
Anche se le stime ufficiali indicano i Rom al 4,6% della popolazione, la loro
reale percentuale è stimata tra il 6 e il 7%, Secondo un rapporto del 2002 del
2002, c'erano nel paese tra i 600.000 e gli 800.000 Rom. Secondo il censimento
del 2001, l'etnia turca contava il 9% della popolazione. I musulmani di etnia
bulgara, spesso chiamati Pomaks, sono un altro gruppo di discendenza slava, i
cui antenati si convertirono dal cristianesimo ortodosso all'islam, costituivano
dal 2 al 3% della popolazione.
La discriminazione sul posto di lavoro contro le minoranze, particolarmente i
Rom, continua ad essere un problema. Il tasso di disoccupazione tra i Rom era
vicino al 65%, raggiungendo l'80% in alcune regioni. In un caso del 2006, il
tribunale cittadino di Sofia trovò responsabile una compagnia quando uno dei
suoi impiegati raccomandò ad Angel Assenov di non fare domanda d'assunzione, in
quanto era Rom e non sarebbe stato assunto.
L'attitudine generalmente sfavorevole ai Rom, sposata col loro basso livello
d'istruzione, rende i Rom meno capaci di accedere al mercato del lavoro. Molti
osservatori hanno notato che la qualità dell'istruzione offerta ai bambini rom
era inferiore di quella permessa alla maggioranza degli altri studenti.
I pregiudizi contro i Rom hanno continuato a giocare un ruolo significativo
nella società e spesso è stata condivisa da chi deve far rispettare la legge. Ci
sono stati continui rapporti sulla polizia che minaccia, arresta arbitrariamente
ed usa violenza contro i Rom; comunque, le OnG hanno riportato che l'anno scorso
la polizia è stata generalmente più cauta nell'uso della forza. I gruppi dei
diritti umani asseriscono che talvolta i magistrati non perseguono i crimini
commessi contro le minoranze.
Nell'agosto 2007, circa 200 Rom si sono rivoltati nel quartiere Krasna
Poliana di Sofia, dopo che erano circolate voci che sarebbero stati attaccati da
un gruppo di skinhead. Secondo alcuni testimoni i disordini erano una
rappresaglia agli avvenimenti della sera prima, quando un gruppo di giovani
descritti come skinhead attaccarono tre coetanei rom, uno dei quali fu malmenato
severamente. Dopo l'incidente quattro bulgari vennero accusati di hooliganismo
dopo l'incidente, la polizia ne arrestò tre e ne rilasciò uno su cauzione. La
polizia detenne anche quattro Rom accusandoli di hooliganismo.
Nell'agosto2007 un gruppo di quattro giovani percosse a morte Asparuh
Atanasov, Rom diciassettenne, perché erano arrabbiati che lui fosse nel centro
della città. La polizia detenne quattro sospetti ed il processo contro di loro è
continuato alla fine dell'anno.
Molti Rom vivono in case sotto gli standard e mancano di registrazione legale
per i loro posti di residenza. Le autorità locali hanno incontrato difficoltà
nell'allocare risorse e trovare siti dove costruire nuove case.
Le OnG hanno riportato che i Rom incontrano difficoltà nel richiedere i
benefici sociali e soffrono di accesso inadeguato all'assistenza sanitaria. Il 2
giugno, il tribunale cittadino di Sofia ha trovato che la clinica di maternità
Sveta Sofia aveva rifiutato il trattamento medico ad una donna rom a causa della
sua etnia. La corte aveva riconosciuto alla querelante 50 leva (circa $ 38) per
danni.
Durante l'anno le organizzazioni dei diritti umani hanno continuato a
compilare reclami riguardo le legge anti-discriminazioni. Ad aprile il tribunale
distrettuale di Blagoevgrad ha confermato il giudizio per danni di un tribunale
minore contro un ristorante che nel 2004 rifiutò di servire clienti Rom,
facendolo invece per i non-Rom.
Incitare all'inimicizia, odio o discriminazione razziale è un crimine
punibile con sino a tre anni di galera, ed i querelanti possono appellarsi
direttamente al tribunale per i danni inflitti da dichiarazioni discriminatorie.
A maggio la corte d'appello di Sofia ha confermato il giudizio contro Volen
Siderov, leader del partito Ataka, per dichiarazioni discriminatorie contro le
etnie turche, rom, ebrea ed altri gruppi. Sei degli otto casi di querela contro
Siderov sono rimasti al vaglio del tribunale regionale di Sofia. La denuncia è
partita da una coalizione di 60 OnG, che hanno accusato Siderov di minacce e
discriminazioni contro persone a causa della loro appartenenza etnica, religiosa
o sessuale. Nei due casi in cui s'è pronunciata, entrambe nel 2006, la corte ha
deciso una volta che Siderov aveva incitato alla discriminazione etnica, ma
nell'altro che non aveva discriminato in base all'orientamento sessuale. A
seguito di un appello, il tribunale di Sofia ha mantenuto a maggio il giudizio
sulla discriminazione etnica.
Nel 2007, BHC e l'UNHCR hanno espresso la propria preoccupazione sui rapporti
di incidenti violenti e motivati razzialmente contro minoranze visibili. Nel
gennaio e nel maggio 2007, quattro persone, due dalla Nigeria e due dal Sudan,
sono stati attaccati con coltelli. Il 31 ottobre, il tribunale cittadino di
Sofia ha inflitto ad Alexander Ginchev cinque anni di carcere per aver assalito
nel gennaio 2007 un calciatore nigeriano.
Di Fabrizio (del 04/03/2009 @ 09:01:34, in Europa, visitato 1380 volte)
Da
Roma_und_Sinti
Taz.de 28.02.2009
Povertà crescente ed esclusione, tradizioni patriarcali. Secondo la politica
Lívia Járóka, la difficile situazione dei Rom nell'Europa dell'Est riguarda
l'intera UE.
Lívia Járóka siede nel Parlamento Europeo eletta nel partito ungherese di
destra Fidesz. Con l'espansione ad est, i Rom sono la più vasta minoranza entro
la UE. Molti dei circa 10 milioni di Rom soffrono di povere condizioni di vita e
di discriminazione sociale. In molti paesi dell'Europa orientale ci sono classi
speciali per i bambini rom, ghetti con alta disoccupazione e povera assistenza
medica.
Signora Járóka, l'Unione Europea ha spesso avuto a che fare con la
situazione dei Rom in Europa. Ciò nonostante, la situazione della più grande
minoranza etnica in un'Europa unita continua a rimanere precaria: in alcune
parti come recentemente in Ungheria ci sono sempre più attacchi contro i Rom.
Questo non ha portato niente?
Prima che i nuovi stati membri si unissero alla UE, la Commissione
poteva, tramite i suoi rapporti a questi paesi, fare una certa pressione sui
loro governi per diventare attivi su questi temi. Ma come gli est europei si
sono trovati nella UE, molti hanno pensato che non dovevano più sforzarsi su
ciò. Ma ora la Commissione UE vede che non tutto può essere delegato agli Stati
Membri.
A Bruxelles c'è stato, l'anno scorso, un "Summit Rom" ed il Parlamento UE
ha adottato una risoluzione sulla situazione dei Rom in Europa. Cosa si è
ottenuto?
Il Parlamento UE vuole mostrare la focalizzazione sociale nella mappa
europea. Ma presto ci si rende conto che non riguarda problemi specifici dei
Rom, ma problemi sociali nei differenti paesi. In termini di condizioni di vita,
casa, lavoro, sanità ed istruzione, i Rom in Europa sono ad un livello simile
della gente nell'Africa subsahariana. Ma in questo non differiscono da altri
gruppi sociali sotto-privilegiati. Perciò, non voglio un Commissario speciale a
Bruxelles per gli affari rom. E' un tema che va affrontato a diversi livelli,
con i commissari delegati ai temi della sanità, istruzione, condizioni di lavoro
e assistenza sociale.
Cosa può fare la UE?
C'è bisogno che Bruxelles promuova più progetti regionali ed appoggi i Rom
locali. E gli Stati Membri dovrebbero concordare nell'intraprendere specifici
piani d'azione. Se non realizzano in un dato periodo, la Commissione deve
imporre sanzioni. Inoltre, l'integrazione sociale dev'essere vista come una
questione incrociata e considerata in ogni offerta UE.
Sinora ci sono stati solo progetti riservati specificamente ai Rom. Alcuni
vedono ciò come una ragione per cui così tanti soldi sono stati spesi in maniera
inefficace. Concorda?
Questa è una delle ragioni. Qual'è l'utilità, per esempio, di un progetto
sull'istruzione dei bambini rom, se affondano nel fango per andare a scuola,
dato che non c'è una strada per il loro villaggio? Ci sono fondi europei per
l'istruzione, l'assistenza sanitaria o gli alloggi - ma non per tutti assieme.
Invece si perde il proprio tempo in mini progetti caritativi, lo stato dovrebbe
coinvolgersi maggiormente.
Come la vede?
Perché lo stato non può operare nell'industrializzazione in regioni con alta
disoccupazione? Questa è una cosa che non posso capire! Un secondo fattore di
debolezza è che ci sono pochissimi studi sui Rom - e i dati esistenti non sono
presi in considerazione.
Durante il Summit Rom di settembre, si è avuta l'impressione che le
organizzazioni rom siano nemiche tra loro e non lottino per lo stesso scopo.
Ci sono molte ragioni per questo. Primo, molte organizzazioni versano in
difficili situazioni finanziarie. D'altra parte, i partiti giocano politicamente
con loro. Prima delle elezioni, sono corteggiate e sfruttate, dopo, tornano
nell'anonimato. E' tempo di un cambio generazionale al vertice -invece che
funzionari politici, dovrebbero essere formati giovani specialisti ben formati.
Occorre un cambio di valori tra le organizzazioni rom.
Lei insiste che anche nelle famiglie rom qualcosa deve cambiare. Cos'è?
Nel mio rapporto sulla situazione delle donne rom, elaborato due anni fa per
il Parlamento Europeo, ho scritto che le strutture paternalistiche nelle
famiglie rom sono ancora troppo forti . come in altri gruppi sociali in Europa.
Ma sotto c'è molto di più di quanto si percepisca dall'esterno. Un problema è lo
sfruttamento dei bambini, forzati a mendicare. Di questo ne parlo apertamente.
Per questo, qualcuno la accusa di sputare nel proprio piatto. Cosa dice di
queste critiche?
Vengono da funzionari rom che proteggono i propri interessi. Molta gente, al
contrario, vede il mio lavoro come una grande opportunità per loro. Ed, al
contrario, importante che le critiche arrivano da chi appartiene lui stesso al
gruppo dei Rom. Lo sa, che ce ne sono di veramente disperati? Recentemente ho
visto un documentario sulla BBC, dove una donna incinta chiedeva al reporter se
non volesse prendersi il suo bambino, sarebbe stato meglio così. Può
immaginarlo? Una madre che vuol dar via suo figlio perché non ha futuro?
Perché è così?
Le famiglie vivono alla giornata - e poi cadono nelle mani di usurai che si
prendono il 600% di interesse. Alcune diventano completamente dipendenti dal
denaro di questi piccoli re che prestano soldi. I paesi membri potrebbero
chiedere microcrediti al Fondo Sociale. Ma non ne fanno uso.
Il parlamento UE ha anche chiesto progetti separati per i Rom mobili e
sedentari. Ha senso questa distinzione?
Naturalmente. Ma il problema del nomadismo non andrebbe sovrastimato. C'è
soltanto il 5% dei Rom che sono ancora itineranti. Mi chiedo sempre perché ci
siano così ottime soluzioni per i figli dei diplomatici [che sono] nomadi - e
per i Rom non si muove niente. I diplomatici troveranno una scuola
internazionale in ogni angolo del mondo, possono studiare tanto a Shangai che a
Bruxelles.
Da cinque anni, anche lei appartiene ai diplomatici nomadi. Nella sua
homepage, la si vede mentre saluta marito e figli il lunedì mattina sulla strada
dell'aeroporto. Il lavoro di deputato vale lo sforzo?
Ho lavorato per dieci anni in una OnG. In tutto quel tempo, non ho ottenuto
quanto in un anno come parlamentare europea. Naturalmente, è doloroso quando hai
due bambini piccoli. Il più giovane ha solo due anni. Ma i nonni ci stanno
aiutando e mio marito vive coi bambini. Per lavorare efficacemente nella
politica alta e a livello regionale nel mio paese, devo essere estremamente
organizzata. Questo l'ho imparato.
Intende concorrere per un secondo turno a giugno?
Non posso fermarmi adesso. Dal primo giorno del mio lavoro, ho avuto un
appoggio eccezionale dal mio partito, il conservatore Fidesz. Mi hanno messo al
settimo posto in lista per le elezioni europee a giugno. Ora sono uno dei volti
del più grande partito ungherese ed appaio nei loro video elettorali.
INTERVISTA: Daniela Weingärtner
Di Fabrizio (del 05/03/2009 @ 09:00:22, in Europa, visitato 1414 volte)
Da
Romanian_Roma
Divers.ro 02/03/2009
153 anni dopo l'abolizione della schiavitù Rom, questo evento non ha eco
nella mente della gente comune. Il soggetto è importante specialmente per i
leader rom che considerano che l'inclusione sociale di questa minoranza non si
attuerà se i Rom verranno per sempre lasciati nell'ignoranza del loro passato e
futuro.
Sabato 20 febbraio, per curiosità sono passata da un negozio di fiori in
Iuliu Maniu Boulevards, a Bucarest. Volevo sapere se i Rom, quelli a cui vivo
accanto, sanno dell'abolizione. Un'anziana signora, vestita con abiti spessi
ed un foulard, stava vendendo fiori. Le ho chiesto: "Lei è Rom?" e mi ha
risposto positivamente. Allora ho continuato: "Lei sai cosa significa il 20
febbraio per i Rom di Romania?"
"Non sappiamo, ragazza, non lo sappiamo! Ma se lo sapessimo, ci darebbero
qualcosa?" mi ha risposto la donna mentre fumava una sigaretta. Ho provato
un'altra volta con due bambini rom. Una andava alla scuola primaria ed il
secondo a quella secondaria. Lo stesso risultato "Non sappiamo!"
"Il 20 febbraio ha un significato speciale per la comunità rom" ha detto sua
Eminenza Varsanufie Prahoveanu, Vescovo Vicario dell'Episcopato di Bucarest,
presente all'ordinamento del primo Rom diacono, nominato per occuparsi dei Rom
di Bucarest e Ilfov. "In questo giorno, 153 anni fa, a schiavitù Rom venne
abolita dal governo, terre borghesi o monasteri," ha ricordato sua Eminenza.
Quanto può essere importante un documento diplomatico firmato nel 1856 per
cui una popolazione condannata alla schiavitù diventa libera, se i suoi
discendenti non ne sono a conoscenza? E nel caso lo fossero, quanto sarebbe
rilevante oggi per il resto della società, se i loro diritti e bisogni non
vengono rispettati?
Mihaela Dumitrascu – DIVERS
Di Fabrizio (del 06/03/2009 @ 09:01:55, in Europa, visitato 2211 volte)
Da
Bulgarian_Roma
sofiaecho.com Photo: Georgi Kozhouharov - 2 marzo 2009
In Bulgaria, dall'inizio del 2009 200 bambini più giovani di tre anni sono
stati abbandonati. Lo riporta l'agenzia bulgara BGNES citando Elka Nalbantova
della fondazione Za
Nashite Detsa (Per i Nostri Bambini).
Ogni anno circa 1.500 neonati entrano nelle case sociali in Bulgaria, con una
permanenza media tra gli uno e i tre anni, ha detto la fondazione in una
conferenza stampa.
Ci sono circa 3.000 bambini sopra i tre anni di età nelle case sociali
bulgare. E' evidente che il numero dei bambini abbandonati stia aumentando.
Nalbantova ha detto che il 70% dei bambini nelle istituzioni sociali
sarebbero Rom. Ha detto che il 95% delle madri che hanno abbandonato i loro
bambini hanno cambiato la loro opinione dopo essere state contattate da un
assistente sociale. Ma questo non ha cambiato il fatto che la Bulgaria, tra
tutti i paesi UE, ha il più grande numero di bambini abbandonati sotto i tre
anni.
Nel 2007, il numero dei bambini abbandonati sotto i tre anni è stato
superiore a 2.000. Di questi, 1.787 erano figli di genitori singoli e 1.516 di
genitori senza lavoro. Nel 2007, solo 13 bambini sono stati dati in affido.
il 70% dei genitori non ha visitato i propri figli nelle case sociali, mentre
il 20% l'ha visitato una volta a settimana.
by Petar Kostadinov
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