Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 11/08/2013 @ 09:05:26, in media, visitato 1281 volte)
2 agosto 2013 - di Gabor Czene
traduzione dall'ungherese all'inglese su
ROMEDIA FOUNDATION
Fanni Gurbai gioca nel ruolo di centrale nella squadra di pallamano femminile a
Derecske, in seconda divisione. In precedenza aveva giocato nelle giovanili di Debrecen
e si ispirava a Bojana Radulovics e Anita Goerbicz. Anche se spesso i tifosi
locali la contestano per la sua etnia, è sempre stata ben accetta dalle compagne
di squadra. Sinora, la pallamano l'ha aiutata a superare le situazioni di
stallo, però lei ha trovato una nuova passione: il giornalismo.
Vive normalmente a Koeroesszakal, nella regione di Hajdu'-Bihar - un piccolo
villaggio, con alti tassi di povertà - ma adesso stiamo parlando nel giardino di
una pensione a Dunabogdany, non lontano dalla capitale. Fanni Gurbai è una delle
dodici giovani romnià che stanno prendendo parte al media summer camp
Buvero (conchiglia), organizzato da Romedia Foundation.
"Durante le due settimane di formazione, le ragazze - tra i 16 e i 22 anni -
prendono confidenza con le basi del giornalismo, soffermandosi su visuals,
cinematografia, e un uso complessivo di internet," dice Kristof Asbot, regista
televisivo e ora leader del progetto. "Lo scopo non è di farne dei giornalisti
professionisti, ma di stimolare il loro interesse verso la stampa e il mondo dei
media, dando loro le conoscenze che le aiuteranno a navigare nelle piattaforme
dei social media."
Le ragazze provengono da tutto il paese, ma soprattutto da piccoli villaggi.
Alcune delle loro famiglie hanno avuto difficoltà a mandarle, mentre altre sono
state aiutate da organizzazioni civiche locali, altrimenti non avrebbero potuto.
"All'inizio," dice Kristof Asbot, "due delle ragazze erano decisamente
diffidenti e si erano chiuse a riccio. Difficile credere che dopo un paio di
giorni si sarebbero mostrate così aperte e fiduciose."
"Le donne hanno un ruolo speciale nelle comunità rom, ecco perché è così
importante dar voce alle loro opinioni," dice Kata Barsony, organizzatrice e
direttrice esecutiva di Romedia Foundation. In origine avevano pianificato un
evento su larga scala, ma tutte le domande furono respinte. Alla fine, il campus
si è realizzato col sostegno di NED (Assegnazione Nazionale per la Democrazia).
Le apparecchiature tecniche sono state donate dalla Budapest Business School
e dall'Università Corvinus. Le partecipanti hanno l'opportunità di provare in
diversi modi le loro capacità, come con le riprese o conducendo interviste. Più
avanti sul campo gireranno un video su un soggetto di interesse, in varie
località come: Debrecen, Szekesfehervar o Pecs. Programmi simili a Buvero
esistono anche in Germania e in Serbia. Al termine del campus, un gruppo
ristretto verrà scelto per prendere parte allo Youth Media Summit di Belgrado.
Mercedesz Kalo', formatasi nella "Gypsy Row" a Szendroelad, ora studia alla
scuola d'arte di Miskolc: "Mi piace mettermi alla prova e provare nuove cose,
voglio essere una reporter," riassume i suoi progetti futuri. Dice anche: "I Rom
hanno molte più opportunità di studiare di quanto pensiamo. A Szendroelad
abbiamo molti programmi educativi,, soprattutto per bambini socialmente
svantaggiati. Non è per niente facile, ma se si tiene duro, si può lasciare la
povertà alle spalle."
Vivien Szajko', da Pecel, ha solo 16 anni, ma da quattro anni fa parte di un
gruppo teatrale locale. Dicono che ha parecchio talento. E' interessata a fare
cinema, ma soprattutto vuole diventare presentatrice di un canale musicale
televisivo.
Tutti sono entusiasti della loro esperienza a Dunabogdany. Abbiamo chiesto a
Vivien Szajko' di raccontarci cosa non le è piaciuto del campus. Dopo averci
pensato un po', si è lamentata del doversi svegliare presto tutte le mattine, e
che le lezioni obbligatorie iniziassero la mattina alle 7,30.
Hanno chiesto ai leader del campus di poter dormire di più, almeno la
domenica. La mattina è stato concesso a tutti di svegliarsi alle 8.
La pagina su
facebook
Video promozionale con i partecipanti a Buvero
Frammenti in rete:
Citazioni da
THE ROMANI
ELDERS
- Sono cresciuto con l'idea di essere uno zigano.
Volendo uscire da quest'idea, mi pensai Rumeno (...) Ho
riscoperto la mia identità (...). Voglio morire come una Persona
Umana.
- Essere Rumeno non significava più essere un cittadino dello
stato di Romania, integratosi e che si sente legato ad essa.
Piuttosto, significava d'improvviso confrontarsi in termine di
sangue, eredi ed antenati. Ho avuto momenti difficili nel
dichiarare che i miei predecessori erano Daci o Romeni. Sapevo
che non era vero e ci mi rendeva differente dagli altri Rumeni.
I miei predecessori erano zingari. Crebbi arrabbiato e inizia a
chiedermi: "Chi sono veramente?"
- La politica romanì deve trattare dei diritti umani generali,
deve collegarsi ai valori comuni e ai codici morali, e non
focalizzarsi esclusivamente sull'etnia o sui problemi nazionali.
Perciò preferisco una linea di condotta che non passi per gli
standard dei diritti umani internazionali o attraverso le loro
istituzioni ed organizzazioni.
- C'è una riluttanza dei governi nel condannare pubblicamente,
in maniera chiara e inequivocabile, la violenza aperta e
l'espressa ostilità che portano alla violenza contro le persone
e la popolazione rom nel suo complesso.
-
Direi che come si trattano le persone rom nella vita di tutti i
giorni, può servire come una specie di "barometro" per misurare
lo stato della democrazia e la sua transizione alla democrazia
in una varietà di paesi. Ugualmente. l'atteggiamento pubblico
verso le questioni rom, serve come banco di prova della tenuta
delle istituzioni democratiche, del ruolo della legge e per il
consolidamento dei movimenti civili e delle associazioni. Questo
è proprio il caso delle democrazie recentemente emerse
nell'Europa Centrale e Orientale, dove vive la maggior parte
della popolazione rom miondiale.
- Siamo un popolo senza un
territorio o uno stato proprio. Una delle conseguenze di questo
fatto è che la nostra identità culturale e il nostro status di
minoranza etnica sono stati difficilmente riconosciuti nella
vita pubblica.
- Non avendo controllo di confini o pretese
territoriali, le questioni rom non sono percepite dalle
politiche nazionali e internazionali come crescita delle
"questioni della sicurezza", e quindi non viene data loro molta
attenzione nelle negoziazioni bilaterali e/o
multi/intergovernative riguardo la situazione delle minoranze.
Non essendo riconosciuti come un popolo, e infine come minoranza
nazionale, talvolta la vera "condizione umana" era e viene
tuttora frequentemente negata a individui e comunità rom, come
nel caso di tutto il pensiero e la pratica razzista.
- Il
pensiero e l'agire politico di individui, comunità e
associazioni rom sembra dirigersi verso la "Soluzione della
Dimensione Umana" dei loro problemi e le loro relazioni con le
persone circostanti e le comunità locali che vivono accanto a
loro, nel senso che la Dimensione Umana nell'OSCE deve
comprendersi come componente interconnesso della costruzione
della democrazia e delle misure di sicurezza in Europa. Questa
"soluzione" ci sfida a ripensare le pratiche, attuali e
durature, di amministrazione dei diritti civici ed umani, in
collegamento diretto con unità e identità territoriali chiare,
omogenee, identità infine "purificate" (locali, etniche, ecc.)
Due anni fa, al convegno AIZO
L'Olocausto ancora non è stato riconosciuto come fatto politico.
La povertà del nostro popolo, la capisco sino ad un certo punto, non oltre: non
siamo a chiedere l'elemosina agli altri. La nostra miseria da forza ai nuovi
nazisti, dobbiamo averne conoscenza per combatterli.
La nostra terra, il ROMESTAN, ci è stato copiata ed è diventato patrimonio dei
discorsi della destra. Ricordatevi: in Germania la prima misura dei nazisti fu
di togliere la cittadinanza ai sinti, e la loro prima richiesta a guerra finita
fu di riaverla. Allora: la cittadinanza EU, richiesta da molti, non può essere
una riparazione per la mancata cittadinanza nazionale.
Siamo una nazione culturale: IL NOSTRO SIMBOLO NON E' LO STERMINIO, MA LA
SOPRAVVIVENZA.
Testimonianze e reazioni:
Nikralog
Bare dukhas shundjam ,so uguja amendir amaro pshal tai Baro Romano politiku
Nicolae Gheorghe.
Leskire bucha tai leskiro dzhivipnasko drom so jov kerdja vash romani nacija,
jachela an amare dzhija tai an amari historija.
Jov isis tai jachela pionero tai maribnari pal romani nacijaan tai romamani
politika.
Lokhi phu leske tai rajo po du sveto.
Bare dukhasa
Normund Rudevich tai sari amari familija
Riga, Latvia
R.I.P. Nicolae Gheorghe!
You remain in our memories as intelligent and bright individual full of
patriotism for Roma cause!
We always saw you as a person radiating optimism and respect.
All of us having the tests in this life to show our best qualities and YOU have
passed this test of life with the high scores.
You indeed dedicated your life till the end to Roma and to larger civil society!
And this is the example for us to follow!
Valery Novoselsky,
Roma Virtual Network
În numele familiei Domnului Nicolae Gheorghe și a celor care i-au fost
aproape, cu mare regret și durere profundă, confirm vestea decesul omului
Nicolae Gheorghe.
Corpul neînsuflețit va fi depus în capela bisericii Șerban Vodă (str. Petre
Țuțea – vezi hartă mai jos) începând de azi, orele 12.00.
Duminică, orele 13.00, la biserica mai sus amintită ne vom lua la revedere de la
cel care a fost neprețuit pentru mulți dintre noi, de la care și în ultimele
zile de viața ne vorbea despre poporul rom.
Dumnezeu sa-l odihnească.
On behalf of Mr. Nicolae Gheorghe family and those who were close, with great
regret and deep sadness, we confirm the news Nicolae Gheorghe passed away.
We can pay our respect to to him at the church chapel Serban Voda (St. Peter
Ţuţea - see map below) from today, 12.00.
Sunday, 13.00, to the above-mentioned church we shall say goodbye to the man who
was invaluable to many of us that in the last days of life of the people we
talked about Roma nation.
God rest him.
Ciprian Necula
Tel. 0729199395
Bucharest, Romania
Bara dukhasa ashundem o nasul vjastja – ke Nicolae Gheorghe –
gelotar.
O Sunto Del te jertol les, taj te avel leske feder ando cheri, sar sas pe e phuv!
Leski buti sas pinżardj ande savori lumia,
Vo sas baro manush, savo dyja pesko ilo pala romany nacja.
Mek te avel vushoro phuv pe Leste
Nadya Demeter tai sa amari familia
Drago phralalen thaj phejalen,
Drako kolegura,
Le Evropako Forumo e Romento thaj e Phirunento dukhade ilesa asunga pal o meripe
katar jekh ande amare bare Romane liderura o Nicolae Gheorghe ko 8 august 2013
besh.
O Nicolae Gheorghe sas drago amal thaj kolego save amen khetanes kergem bukij
lesa but bersh. Vov puterde ilesa kergas bukij pal e roma dzi palutno momento
katar leskoro trajo thaj ulavga amenca leskoro baro dzanipen thaj buxli
politikani eksperienca.
Leskoro tradipe amendar si baro xasaripen na numa leskere themeske e Rumunia
numa e sasti Romani nacijaki anda Evropa.
Savore e membrura anda ERTF bishaven peskere kondolencie karing e familia katar
e Nikolae Gheorghe.
Nek ovel lokhi e phuv leske.
Rudko Kawczynski, Soraya Post, Sebihana Skenderovska, Asmet Elezovski, Gheorghe
Raducanu, Svetlana Nentia, Ondrej Gina, Ljuan Koko, May Bittel, Robert Rustem,
Clémentine Trolong-Bailly.
* * *
Drago phralalen thaj phejalen,
Dear colleagues,
The European Roma and Travellers Forum has learnt with shock and dismay of the
untimely death of one of our greatest Roma leaders Nicolae Gheorghe, on 8 August
2013.
Nicolae Gheorge was a dear friend and collaborator whit whom we worked for many
years.
He selflessly worked for the Roma till the very last moment and shared with us
his vast knowledge and extensive political experience.
His passing away is a significant loss not only to his country Romania but to the
whole Roma nation in Europe, particularly given his moral stature, his vision
and his leadership.
All ERTF members express their sincere condolences to the bereaved family of
Nicolae Gheorghe.
May his soul rest in eternal peace.
Rudko Kawczynski, Soraya Post, Sebihana Skenderovska, Asmet Elezovski, Gheorghe
Raducanu, Svetlana Nentia, Ondrej Gina, Ljuan Koko, May Bittel, Robert Rustem,
Clémentine Trolong-Bailly.
Dear Collaborators,
Dear Friends,
I wanted to write to express my sorrow at the sad news of the death of Nicolae
Gheorghe. He was such a special person that no words are really adequate to
describe him.
Yesterday, the Roma nation lost a dedicated Human Rights Fighter, a Diplomat, a
Mediator and above all a great Human Being!
All of our friends that I have spoken to have their own treasured memories of
Nicolae Gheorghe, and I know how much they valued their friendship.
He brought happiness to everyone that knew him, and he will be sadly missed.
For me, it was a great pleasure and a privilege to know him, to work with him
and to learn from him.
In my life, I have been the student of two Roma teachers and true leaders.
Yesterday, I have lost one, miro drago dajo Nicolae.
Rest in peace.
Neka ovel lokhi tiri phuv drago dajo Nicolae.
Asmet Elezovski with his family
Kumanovo, Macedonia
Deal All,
so sad to know about the demise of Nicholae Gheorghe.
I think I met him at Zagreb in 2008. He was a sincere worker scholar for Roma
cause.
May God rest his soul in peace!
Harish Thakur
O Bajram Haliti, editori e "Nevimatanqe informativnune
agenciăko e Rromengeraqo" bićhalda aӡes telegramo e dukhaimasqo e Gheorghesqe
Nicolauesqe familiake –e rromnăke Nicoleta, ćhejenqe thaj ćhavenqe savo pala o
xarno nasvalipe mulo.
Pativalie Nicoleta,
Bare dukhasa sikava xor kethanutno dukhavipe feri o xasaripe Tumare kamle
rromesqo (Ghorghe Nicolaesqo). Pativalimasa ano sa e vaktesko ӡivipen mangav te
zurarav tumen kaj o ӡaipe naj agor e dromesqo., aj andrinpe ano nur savo
kethanutnisarel.
E Rromani nacia, e Gheorghe Nicolausqe ӡaimasa, xasarda na numaj lidere e
rromane naciăke, aj manuše savo kamla piro etnos thaj savenqe reslimata barikane
ӡangla te arakhel thaj prezentuil, iskirisavolpes ano telegram e Bajram
Halitesqo.
Bajram Haliti
Nicolae Gheorghe sas miri drago mal kajo 30 bersh, konessa tserdom but butti
khetanes. Jou sas baro lieduro ta Phuro kon sikadan amenge drom kaj te dzas
amengo Romano natsiessa. Nicolae tserdas pesko butti leskro dziessa/ilessa ta
les sas dzanipe politikane puthibiessa.
Chi pistarava leskro butti kanik var.
Miri kondolensie leskro familiake ta chavorenge !
Mukh o Baro Del den Leske shukar stedos thaj baht aro rajo.
Miranda Vuolasranta
Lic. Federico Hoffmann R.
Telf. 2268 61 97
Fax: 2268 59 04
Yanko Weiss Reinhardt
Romalen, thaj Phralalen,
con gran pesar recibimos la noticia de la muerte de un gran Rrom, O baro Shero
thaj baro manush, Nicolae Gheorghe Ya sabemos que cada uno que fallece de
nosotros, es uno menos en la Lucha para nuestra Libertad y dignidad,
especialmente cuando se trata de una gran personalidad como Don Nicolae. Ya
sabemos que cada uno de nosotros un Diá tiene que morir, pero por lo menos
sabemos que ahora podemos morir con Paz y en dignidad, en vez de morir en los
campos de concentracón.Yo estoy seguro Don Nicolae, después de tanta lucha ,va
encontrar la paz lo que merece junto al lado de Diós y su reino.
Adios Phrala thaj Amal
un ultimo abrazo de la distancia,descansa en la paz del Seńor
Mis más profundos pesamés tambíen a la Familia
Devlesa
Yanko
I was very shocked and sad when I hear about the death of Dr. Nicolae
Gheorghe just a day after I saw his name in one of the Roma net works.
It is hard to add more after your thoughts abut Dr. Nikolae Gheorghe death,
especially Thomas’ detailed account about him. I am really glad that I could
meet him in the early 90s when Thomas organized a very important symposium at
Greenwhich University on Roma Politics and Culture.
Having so many famous Roma activist and academics attending, I felt rather
scared to give my talk. I remember well, that Dr. Gheorghe was sitting front of
me, and his kind personality and interest gave me such a great support, that I
forget all my anxiety in no time. After that I looked out to read his very
thorough, intelligent yet never aggressive papers, that was to create
understanding between the Roma and non-Roma population of his country and beyond.
After loosing two colleagues in Hungarian ethnomusicology in the last few months,
I feel very sad to loose yet another excellent person in Romany studies.
I feel very honoured that I had the luck to have met him. My thoughts are with
his family and people who lost a deeply human person.
Rest in Peace, Nicolae, and God be with you.
Iren Kertesz Wilkinson
London, UK
Chers amis,
C'est avec tristesse que nous avons appris le décès de Nicolae Gheorghe. Nous
souhaitons lui rendre hommage. Il était l'un de ceux qui ont fondé l'organisation
tsigane mondiale. Nous nous souvenons que de tels hommes ont eu à combattre dans
les pires difficultés, et tout d'abord pour voyager librement. Et quand il
pouvait participer aux congrès, c'était souvent sans argent pour la nourriture
et l'hébergement. Les plus jeunes doivent pouvoir s'imaginer cela, s'en souvenir
et mesurer le chemin parcouru.
Męme si parfois nous avons eu des désaccords, il demeure notre frère pour
toujours.
***
Dear friends,
With sadness, our organisation learned Nicolae Gheorghe passing. We wish to pay
a tribute to him. He was one of those who founded the world romany organisation.
We remember that such men had to fight in the worst difficulties, first to
travel freely. And when he could attend the congresses, it was often with the
lack of money for accomodation. The youngers must be able to imagine it, to
remember it and to measure progress.
Even if sometimes we could disagree, he'll be our brother for ever.
Jean-Claude Mégret
Romano Yekhipe France
In urma cu cativa ani, Nicolae avusee curajul sa-mi impartaseasca
dificultatile princare treacea.
Intr-o zi ii trimisesem versurile de mai jos (autor necunoscut) si-mi scrisese
ca este curios sa experimenteze universul din "cealalta perspectiva". Acum este
"acasa" si sper implinit ca spirit.
Fie ca Nicolae sa-si gaseasca pacea si linistea mult dorita in D-zeu.
F.
Când singur pe drum sub poveri vei cădea
Zdrobit şi lipsit de putere,
Când nu va fi nimeni un sprijin să-ţi dea
Şi n-ai să găseşti mângâiere,
Atunci pe-ai Săi umeri Isus te va lua
Cu dragostea-I nespus de mare
Şi rănile toate ţi le va lega
În tine lăsând vindecare.
...
Când lipsuri şi temeri te vor încolţi
Să-ţi fure din piept fericirea,
Când glasuri străine te vor amăgi
Să cauţi în lume-mplinirea,
Atunci la Isus adăpost vei găsi
Şi n-ai să rămâi de ruşine;
În orice-ncercare tu vei birui
Căci Domnu-i alături de tine!
Când dorul de Casă, de Tatăl divin
Te va copleşi cu suspine,
Atunci nu uita că mai este puţin
Şi Domnul, Păstorul tău vine!
Oricâte eşecuri vei întâmpina
Şi-oricât valul greu te loveşte,
Să ştii că există în Cer Cineva
Ce nemăsurat te iubeşte!
NGO-OJQ-NVO-BRO
"Amareo Ternipe"
Gjakovë-Kosovo
Na-Rayipni-Organizata "Amareo Ternipe" andar i Gjakova/Kosova,
telegramo dukhaimsqo e familiake Nicolau
PO anav e NGo "Amareo Ternipe" kotar i Kosova/Gjakova bićhalav aӡes telegramo e
dukhaimasqo e Gheorghesqe Nicolauesqe familiake –e rromnăke Nicoleta, ćhejenqe
thaj ćhavenqe savo pala o xarno nasvalipe mulo.
Pativalie Nicoleta,
Bare dukhasa sikava xor kethanutno dukhavipe feri o xasaripe Tumare kamle
rromesqo (Ghorghe Nicolaesqo). Pativalimasa ano sa e vaktesko ӡivipen mangav te
zurarav tumen kaj o ӡaipe naj agor e dromesqo., aj andrinpe ano nur savo
kethanutnisarel.
E Rromani nacia, e Gheorghe Nicolausqe ӡaimasa, xasarda na numaj lidere e
rromane naciăke, aj manuše savo kamla piro etnos thaj savenqe reslimata barikane
ӡangla te arakhel thaj prezentuil, iskirisavolpes.
Te avel lohki leski phuv! Sasa baro Manuš.
Respektea,
Emrah Cermjani
Consultant in a part of BPRI project at "Bethany Christian Services"-Mission in
Kosovo
Ass.Director-OJQ-NVO-BRO-NGO-"Amareo Ternipe"-Gjakov/Kosovo
Musa Zajmi No:163
50 000 Gjakovë, Kosovë
E-mail: emrah.cermjani@gmail.com
amareo.ternipe@gmail.com
Mob: +377 44 569 634
www.amareo-ternipe.webs.com
www.radioprosperiteti.org
Dragi Nikolaj,
neka ti je pokoj dusi.
za Svetski parlament Roma,
Predsednik - Dragoljub Ackovic
Dear Nikolaj,
God rest your soul.
For Roma World parliment,
President- Dragoljub Ackovic
Dear friends - I was truly sorry to hear of Nicolae's death -
I had heard of his being 'not well' a while ago. I first met Nicolae in 1998
during a Roma-Police seminar we organised in Peterborough, UK. He swept into the
seminar room in a wide brimmed stetson hat - his personality and personal power
were striking. I got to know him better, as a human being and not just a 'Roma
leader' when my car ran out of petrol as I was driving him back to London from
the seminar. It was a cold, rainy, grim Sunday, and I had been running guests
back and forth to the train station all day. He said I had been mother to
everyone but not to myself, pushed the car out of the middle of the road - and
we sat for over an hour discussing our politics, our history and 'where we were
coming from', unconcerned about how we could sort out our problem. I realised
that Nicolae was not only an intellectual but also an enlightened and kindly man
- the Roma cause has lost a great champion.
Rest in Peace!
Jeanette Buirski - formerly of European Dialogue
E ancora:
Romea.cz
Romea.cz
OSCE
Upre Roma
ERTF
Di Fabrizio (del 13/08/2013 @ 09:00:05, in Italia, visitato 1586 volte)
Dignità o decoro? Sono indeciso.
Fa caldo, e allora
queste sono le notizie agostane tipiche. Non dalla sola Firenze.
Il buon borghese che è in me sussurra sottovoce: E' GIUSTO... E c'è anche
un IPERFANTOZZI, nascosto da qualche parte, che vorrebbe urlare: Sbraniamoli (o
almeno assetiamoli).
Però, lontano dall'est, mi arriva un altro sussurro:
un anno dopo la morte di Shemo
la moglie mi chiese di andare a prendere
due grandi pietre
da un fiume limpido
in montagna
per la tomba di suo marito
secondo la tradizione dei Rom
i morti non hanno acqua in cielo
a meno che qualcuno non metta
due grandi pietre di fiume
sulla loro tomba
senza le pietre
sono costretti ad elemosinare l'acqua
il che va bene sulla terra
ma non in cielo
- PAUL POLANSKY - Pietre tombali
Di Fabrizio (del 14/08/2013 @ 09:01:38, in casa, visitato 1801 volte)
(segnali di rivolta non ne vedo, ma facciamo circolare
NDR)
Roulotte e camper equiparate a case nel decreto del Fare (foto LaPresse)
BLITZ quotidiano Pubblicato il 11 agosto 2013 18.21
ROMA – Il
decreto del Fare appena approvato dal Parlamento, equiparerebbe
roulotte e camper a "interventi di nuova costruzione", ossia nuovi immobili che
hanno bisogno di un apposito "permesso di costruire" per stazionare. Secondo
Confindustria Veneto, si tratterebbe di uno schiaffo al turismo. Il governatore
Luca Zaia che per primo ha dato l'allarme tuona: "Surreale e devastante per
l'economia del Veneto, la prima regione turistica d'Italia e la prima in Europa
per l'open air". Anche Debora Serracchiani presidente del Fiuli Venezia-Giulia
gli fa eco: "Una norma assurda che va prontamente corretta perché gli effetti
sull'economia turistica, anche del Friuli Venezia Giulia, sarebbero molto
negativi. Roulotte e camper non sono case da assoggettare ad autorizzazioni
urbanistiche ed edilizie.
Solo nella regione guidata dalla giovane governatrice del Pd, tra campeggi e
villaggi turistici sono 35 le strutture che accolgono turisti in roulotte e
camper (oltre che tende) facendo registrare nel 2012 223.800 arrivi e 1.883.000
presenze.
Il ministero dell'Ambiente è il responsabile dell'articolo, solo ritoccato in
modo lieve dal Parlamento: nel rispondere alle critiche, dà una lettura opposta
spiegando che la norma nascerebbe con l'esigenza di fare chiarezza rispetto al
Testo unico dell'edilizia, una legge approvata nel 2001. Spiega Valentina Conte
su Repubblica che
"Laddove all'articolo 3 dice che 'prefabbricati e strutture di qualsiasi genere,
quali roulotte, camper, case mobili, imbarcazioni " si considerano "interventi
di nuova costruzione", appunto, ma solo se "utilizzati come abitazioni, ambienti
di lavoro, oppure come depositi, magazzini e simili, e che non siano diretti a
soddisfare esigenze meramente temporanee'.
Nel tempo molte procure hanno sequestrato campeggi per edilizia abusiva. Il loro
modo di interpretare la norma nasceva dal fatto che alcune famiglie, anche a
causa della crisi si erano "fermate" a vivere nei bungalow per un tempo
superiore a quello di una breve vacanza.
Spiega Valentina Conti che
"Il decreto Fare avrebbe dovuto chiarire Dunque esentare da permessi o balzelli
roulette e camper in sosta momentanea per turismo. All'articolo 41 si legge
infatti: 'Ancorché siano installati, con temporaneo ancoraggio al suolo,
all'interno di strutture ricettive all'aperto, in conformità alla normativa
regionale di settore, per la sosta ed il soggiorno di turisti'.
Dunque le strutture provvisorie usate per le vacanze non avrebbero bisogno di
permesso ma, come spiega ancora Conti, il caso non è chiuso. Confindustria e i
governatori del Nord-Est temono infatti l'effetto "tassa sulle barche" e la fuga
dei turisti in Slovenia e Croazia. Zaia spiega infatti che "l'Italia sarà
l'unico Paese in Europa dove si chiederà alle strutture ricettive di dimostrare,
camper per camper, roulotte per roulotte, il regime di temporaneità. Già in
queste ore si fa concreta la disdetta di unità mobili di pernottamento già
commissionate. Il blocco degli investimenti non era proprio l'obiettivo che il
decreto Fare voleva evitare?.
Di Fabrizio (del 15/08/2013 @ 09:07:02, in Europa, visitato 1794 volte)
Ragazza scomparsa, mentre peggiora la crisi dei Rom
britannici - by Grattan Puxon
Erika Kacicova, di 13 anni, scomparsa dal 5 agosto (foto BBC)
11/08/2013 - E' stata la peggior settimana dai tempi di Dale Farm. Il governo
sta chiedendo ai consigli locali di chiudere i campi, i Rom sono cacciati dalle
vie delle città ed oltretutto è scomparsa una tredicenne (ritrovata sana e
salva dopo due settimane, vedi
DAILY MAIL, ndr.).
Erika Kacicova è stata vista l'ultima volta il 5 agosto a Darnall ed un uomo è
stato arrestato come sospettato del rapimento. La polizia l'ha definito un
incidente critico, in quanto ci sono timori per la sua sicurezza.
Nel frattempo, il segretario per le comunità Eric Pickles ha lanciato un doppi
attacco sia a Rom che Traveller. Nonostante una diffida legale, sostiene una
campagna anti-immigrati, il cui slogan "Andate a Casa o Verrete Arrestati" si
diffonderà rapidamente in tutto il paese, dopo un'esperienza pilota a Londra.
Due furgoni pubblicitari hanno girato i quartieri londinesi più poveri,
ammonendo gli immigrati illegali che sarebbero stai arrestati,
detenuti per un periodo indefinito e deportati. A meno che non avessero scelto
di autodenunciarsi, e di rimpatriare volontariamente verso destinazioni che
includono Romania, Bulgaria, Serbia e Kosovo.
Nelle stazioni ferroviarie sono apparsi poliziotti e funzionari
dell'immigrazione, per arrestare chiunque abbia un aspetto illegale.
Mentre Rom lavoratori in proprio vengono costantemente minacciati dai tutori
della legge.
"E' un inutile e continuo esercizio di spreco," dice Ladislav Balaz, di
Europe-Roma. "Molti ritornano e la giostra riparte. Si aggiungono soltanto
problemi, senza risolvere niente."
Ignorando questi fatti, Londra e le altre città più grandi si sono piegate a
mandare lontano dalle proprie strade i più poveri e i Rom senza casa. Dormono
all'aperto in una Zona Dispersa, e non avendo altri mezzi per sostenere se
stessi (se non l'accattonaggio), le due cose li sottopongono a un trattamento
fisico ancora più duro.
Pickles si è posizionato politicamente come zar britannico anti-zingari,
caricando sulla sua stessa macchina i Traveller colti nel suo collegio
elettorale. Sta alimentando le fiamme del pregiudizio richiedendo misure ancora
più severe.
Questa settimana quel paffuto ministro ha esposto in un singolo documento il
proprio concetto di robusti poteri ai consigli e ai proprietari terrieri, ora
sotto la sua giurisdizione, per reprimere rapidamente gli accampamenti illegali
e non autorizzati. Tutto ciò include chiaramente le baraccopoli dei Rom appena
arrivati, recentemente demolite a Hendon, come gli assembramenti di roulotte dei
gruppi di Romanì e di Traveller di più antico insediamento.
Mentre ai consigli viene detto di ignorare il loro dovere di fare controlli
sociali prima di uno sgombero, le forniture di alloggi alternativi per chi è in
stato di disperato bisogno, sono ridotte al lumicino. Nella migliore delle
ipotesi, per quest'anno e per il prossimo c'è una previsione di 150 piazzole,
quando le stesse autorità riconoscono la necessità per 3.000 famiglie. E ciò non
tiene conto dei campeggi privati o comunali che possono essere chiusi nel
frattempo.
"Mi sento intimidito da questo governo," dice un attivista del movimento 8
Aprile. "Ed ora abbiamo il timore di perdere Erika dalle nostre menti."
Di Fabrizio (del 16/08/2013 @ 09:08:09, in Italia, visitato 1578 volte)
Tre giorni fa,
la prima puntata. Sulla questione sbarcano anche ANSA e FORZA NUOVA di
Pesaro.
14 agosto, 20:26 -
Nomadi si lavano con acqua benedetta
In santuario Pesaro. Forza Nuova, 'Spregio religione e fedeli'
"Un gesto ignobile in spregio alla religione cattolica e al sentimento dei
fedeli, nonché in odio alla cultura e alla tradizione italiana". Così Forza
Nuova sull'episodio che ha visto protagoniste alcune nomadi che nel Santuario
della Madonna delle Grazie a Pesaro si sono lavate con l'acqua benedetta per poi
tornare tranquillamente a chiedere l'elemosina. Sul posto, su richiesta del
priore, è anche intervenuta la polizia, ma quando gli agenti sono arrivati delle
donne non c'era più traccia.
Come faceva notare l'amica che ha segnalato la notizia, dovrebbe essere la
stessa religione di quello che lavava i piedi alle peccatrici... Comunque, aggiungeva un commento, inquietante il fatto che dopo il lavacro le donne siano
letteralmente scomparse. Potrebbe trattarsi di ACIDO molto potente (lascio in sospeso di che acido stia cianciando).
Di Fabrizio (del 17/08/2013 @ 09:08:21, in media, visitato 1542 volte)
CORRIERE DELLA SERA La città nuova di Maria Egizia Fiaschetti
Occhi di pece, acquattati tra le pagine. Assorti tra immagini e parole del
taccuino che Rebecca Covaciu, 17 anni, custodisce come una reliquia. E' il suo
piccolo tesoro, sopravvissuto agli sgomberi: "Lo tenevo sotto il cuscino assieme
alla Bibbia e, quando ci cacciavano dalle baracche - ricorda l'adolescente Rom,
originaria di Arad - temevo sempre che andasse distrutto". Il diario è ancora
qui, dopo la diaspora dalla Romania in Italia passando per Brasile e Spagna.
Intatto come il suo amore per l'arte: dai primi acquerelli con terra, fior e
fili d'erba al liceo artistico Boccioni. Una favola a lieto fine se non fosse
che, malgrado il successo del libro "L'arcobaleno di Rebecca" (UR Editore,
2012), per la ragazza i problemi non sono finiti. E a settembre, senza un
sostegno economico, rischia di dover abbandonare gli studi a un passo dal
diploma (l'anno scorso, era riuscita a iscriversi grazie a una borsa di studio).
Famiglia numerosa - oltre ai genitori quattro fratelli, una cognata e tre
nipotini - e condizioni di vita precarie ("Viviamo in uno scantinato in viale
Certosa, senza finestre né pavimenti. L'inverno è stato durissimo"). Tutti senza
lavoro, a parte lei che, con i suoi disegni cerca di racimolare i 380 euro di
affitto al mese:
"Li vendo a offerta libera tra Brera, il Duomo e i Navigli", racconta la giovane
pittrice dal tocco espressionista.
Con un trittico su Milano ha anche vinto un concorso: "La mia scuola ha avuto 6
mila euro per gli studenti poveri, io un computer, ma ho dovuto venderlo per
aiutare a casa". Online naviga solo dagli internet point dei nordafricani:
nativa digitale malgrado il divide, non solo tecnologico, con i suoi coetanei.
Già, perché all'inizio i compagni di classe hanno fatto muro:
"Ricordo l'assemblea su di me, non sopportavano che avessi fatto troppe assenze.
Ho provato a spiegare la mia situazione: alcuni hanno capito, altri no. Il
pregiudizio sui Rom, purtroppo, è ancora forte".
L'antidoto di Rebecca sono i suoi disegni: onirici, ma sempre con un sottofondo
di realtà. Svelata dalle rime che li accompagnano:
"La mia vita è come un armadio - annota la 17enne sulle prime pagine del suo
diario - tanto tempo ho vissuto nel buio, poi ho visto una chiave d'oro, ho
aperto la porta e sono uscita".
Quando parla della sua passione, Rebecca si illumina: "Vorrei finire il liceo e
aiutare i bambini poveri e malati". Immagina laboratori di pittura in ospedale e
corsi sui diritti umani. Nella testa, i suoi autori preferiti: Marc Chagall,
Frida Kahlo, Jean-Michel Basquiat. Visionari e un po' sciamani come lei.
Di Fabrizio (del 18/08/2013 @ 09:02:27, in Europa, visitato 1518 volte)
Notizia curiosa di
otto anni fa
The Local Gruppo rom: "Zigeunersauce" è offensivo 15 Aug 2013 12:40 CET
Un gruppo di Sinti e di Rom sta chiedendo alle aziende alimentari tedesche
di cambiare il nome della popolare Zigeunersauce, "salsa zingara". Ma i
produttori non hanno fretta di ristampare le etichette.
Per i Tedeschi, la "salsa zingara" è una salsa unta, di pepe e pomodoro, con o
senza cipolle. Ma per il ramo di Hannover dell'organizzazione culturale del
Forum Sinti e Rom, il nome è offensivo.
Il termine Zigeneur, o zingaro, è carico di connotazioni negative, dice
l'avvocato
Kerstin Rauls-Ndiaye, che lavora presso l'ufficio legale che ha inviato una
lettera a cinque dei principali produttori di alimenti, chiedendo loro di
cambiare quel nome.
Anche se, ha detto al Sueddeutsche Zeitung, "è chiaro che non vogliono
discriminare nessuno usando quella parola in relazione ad una salsa o a una
cotoletta," Rauls-Ndiaye spiega che andrebbe cambiata.
Markus Weck, direttore del marchio alimentare Weck, ha detto al giornale che "i
clienti sanno esattamente cosa stanno acquistando, quando comprano la Zigeunersauce.
Ciò significa che non sarà facile cambiarne il nome," ha aggiunto, sottolineando
nel contempo che la compagnia sta valutando seriamente la richiesta.
Riguardo alla lettera, Weck ha detto che "fin quando la richiesta sarà un caso a
sé stante, non si sentiranno in obbligo di fare qualcosa." Ma se diventasse
evidente che un vasto gruppo di persone si sentisse offeso dal nome, allora vi
ripenserebbero.
Il gigante alimentare Unilever ha risposto con toni e argomenti simili al Sueddeutsche Zeitung,
aggiungendo di essere aperto al compromesso. Ma perché avvenga questo
compromesso, la compagnia dice che avrebbe bisogno di conferma dalle comunità
rom e sinti sul fatto che il nome sia offensivo.
Il consiglio centrale in Germania dei Rom e dei Sinti dice di comprendere la
lamentela del forum. Ha detto al giornale che mentre il termine "zingaro" era
tecnicamente neutrale, "ha mostrato un chiaro collegamento con preconcetti
estremamente negativi o persino stereotipi razzisti."
Tuttavia, non ha chiesto un cambio del nome Zigeunersauce.
Omicidi a sfondo razziale son un comune problema europeo -
Martedì scorso in Ungheria sono stati condannati quattro militanti di estrema
destra per omicidi compiuti da loro per motivi razziali. Il politologo Peter
Kreko di Political Capital ha raccontato a La Voce della Russia del significato
che ha questa condanna e anche di possibili paralleli con il processo
riguardante l'organizzazione NSU in Germania.
- Un paio d'anni fa i quattro tagliagole hanno intenzionalmente compiuto
aggressioni contro comunità zingare. Non conoscevano personalmente le vittime e,
di conseguenza, gli omicidi non sono stati compiuti per motivi personali ma,
evidentemente per motivi etnici. I criminali sono stati catturati nel 2009. Dopo
quattro anni di udienze in tribunale il tribunale di primo grado ha emesso una
dura condanna. Tre degli omicidi sono stati condannati all'ergastolo senza il
diritto di scarcerazione anticipata. Penso che la corte d'appello emetta una
condanna analoga.
- Come è stata possibile una serie di questi omicidi a sfondo
razziale nel cuore d'Europa? Si può spiegarla con una specificità ungherese?
- Non considero questo caso unico nel suo genere: nell'Europa Orientale ci sono
molti paesi con grandi diaspore zingare dove sono capitati simili aggressioni o,
almeno, ci sono state violenze contro zingari. Ciò deve servire da campanello
d'allarme che indica che all'interno delle società di molti paesi dell'est
europeo esistono simili pregiudizi capaci di giustificare moralmente i criminali
che compiono queste aggressioni. Per quanto riguarda il contesto politico
ungherese qui può giocare il suo ruolo il fatto che il partito di estrema destra
"Per una migliore Ungheria" dal 2006 si distingue per una retorica violenta e
aggressiva e, tuttavia, non è un fenomeno specificamente ungherese. Questa
retorica evidentemente influenza l'opinione pubblica, già molto ostile verso
zingari.
Il partito "Per una migliore Ungheria" non è direttamente legato agli
aggressori, ma io penso che l'ambiente politico svolge sempre un ruolo e che
all'interno di esso alcune minoranze sono percepite come "nemici" e bersagli per
attacchi. In Ungheria, anche se lo considero un particolare che accomuna
l'Europa Orientale. pregiudizio contro zingari manifesta un carattere molto più
pericoloso rispetto, ad esempio, al pregiudizio contro ebrei. Antisemitismo
tende a crescere in molti paesi, compresa l'Ungheria. Tuttavia ciò non significa
che l'antisemitismo debba generare atti di violenza. Per quanto riguarda
l'atteggiamento ostile verso gli zingari ciò avviene molto più spesso. Inoltre
la posizione sociale degli zingari non è tale da permettere loro di difendersi
dagli atti d'aggressione rivolti contro di loro.
- Come valuta il significato di questo processo?
- La condanna è molto importante perché dà un chiaro segnale all'ambiente
esterno che le autorità ungheresi sono fermamente decise di punire severamente
simili delitti. Un altro fattore importante è che, secondo la nostra
valutazione, il partito "Per una migliore Ungheria" ha perso il controllo sui
gruppi militanti propensi all'aggressione legati ad esso. Il peso politico di
questi gruppi è in calo, ma i loro membri, qualche migliaio, anche in futuro
saranno capaci di compiere azioni violente.
- In Germania da maggio è in corso un processo molto importante a carico dei
terroristi di estrema destra appartenenti a NSU (cellula neonazista
clandestina). Vede l'affinità tra una serie di omicidi e i due processi
giudiziari in Germania e in Ungheria?
- Penso che il paragone sia giustificato. Violenti, etnicamente motivati atti di
intimidazione compiuti da gruppi di estrema destra rappresentano un grande
problema non solo nell'Europa Orientale, ma anche in quella Occidentale. E' un
comune problema europeo. Da un lato l'opinione pubblica deve imparare che sia le
autorità sia i politici giudicano queste azioni come deplorevoli. Dall'altro
lato è anche importante - ed è un dato di fatto che c'è una somiglianza evidente
tra i casi avvenuti in Germania e in Ungheria, - affinché gli organismi
giudiziari responsabili per la repressione e la prevenzione della criminalità
traggano le debite conclusioni. In Ungheria, come in Germania, la vicenda
presentava dei seri errori compiuti dall'Ufficio per la difesa della
Costituzione perché molti dei criminali in passato hanno attirato l'attenzione.
Significa che in presenza di un flusso d'informazioni più efficiente si sarebbe
potuti prevenire questi omicidi. Perciò è molto importante l'autocritica, le
autorità ungheresi devono analizzare quali errori sono stati commessi e,
rispettivamente, cambiare i propri metodi di lavoro. Ciò che in Ungheria per ora
manca è il ripensamento politico di questo caso, cioè la presa di coscienza che
non solo ci sono state manchevolezze da parte della autorità, ma che si tratta
di un problema sociale. L'ostilità verso gli zingari in Ungheria è molto
diffusa. Ciò non significa che tutti coloro che disprezzano gli zingari compiono
atti di violenza, ma il problema che richiede l'attenzione e i politici devono
adottare le misure per distruggere questo pregiudizio, e non per rafforzarlo.
di
Cinzia Sgreccia - Responsabile settore scuola Opera Nomadi di Reggio
Calabria.
Il Dispaccio creato Sabato, 17 Agosto 2013 13:15
Ad un anno dalla morte di Mons. Bruno Nicolini (1927-2012) l'Opera Nomadi di
Reggio Calabria ricorda la figura di un grande uomo, amico del popolo rom a cui
ha dedicato oltre 50 anni della sua vita.
Incaricato di occuparsi di zingari dall'Arcidiocesi di Trento nel 1959,
successivamente, nel 1963, fondò nella Diocesi di Bolzano- Bressanone l'Opera
Nomadi che dopo qualche anno divenne ente nazionale promuovendo la nascita di
Sezioni locali in tutta Italia.
Fu chiamato a Roma da papa Paolo VI per occuparsi della pastorale dei Rom e
proprio da Roma, nel 1965, organizzò , nello spirito del Concilio Vaticano II,
il primo grande incontro europeo tra il popolo rom ed il papa che si tenne a
Pomezia.
Il suo impegno pastorale fu sempre costante "incarnandolo" e concretizzandolo
con quello sociale facendo onore al suo mandato di sacerdote cristiano.
Nel giugno del 2011 aveva partecipato con grande gioia all'incontro dei Rom
europei con papa Benedetto XVI in San Pietro.
Come Presidente dell'Opera Nomadi Nazionale aveva sempre centrato il suo impegno
per il popolo Rom mediando fra tre realtà che riteneva fondamentali ai fini
dell'inclusione sociale di questi cittadini: le istituzioni, la collettività
locale e i Rom.
Negli anni Sessanta mentre la comunità romnì locale reggina soffriva in una
favelas nella periferia della città sotto il ponte S. Agata, tre "giganti"
facevano convergere le proprie energie per affrontare le gravi problematiche di
questa popolazione. Tre pastori, che realizzarono la loro missione a partire
dagli ultimi.
Mons. Bruno Nicolini, sempre alla ricerca di soluzioni per una pacifica
convivenza tra Rom e società a livello nazionale. Don Lillo Altomonte, padre
amato dal popolo Rom reggino, che dal 1958, data della nascita della parrocchia
di Modena, S.Pio X, come parroco, iniziò a dedicarsi anche ai rom che
gravitavano intorno al territorio parrocchiale, emarginati sotto i ponti delle
fiumare. Avendo saputo dell'esperienza di don Bruno, nel 1965, aderì a questo
ente costituendo la Sezione Opera Nomadi di Reggio Calabria. E S.E. Mons.
Giovanni Ferro, che si impegnò personalmente a sottoscrivere un personale
contributo finanziario per avviare a soluzione il problema degli alloggi della
comunità.
La collaborazione proficua tra queste tre grandi personalità consentì di avviare
il primo intervento di aiuto organizzato in favore dei Rom di Reggio Calabria.
Questo percorso che Don Bruno sviluppò in tutta Italia, è stato alimentato dalla
sua stessa intuizione di affiancare alle azioni sociali la ricerca scientifica.
Egli realizzò, insieme alla professoressa Mirella Karpati, il «Centro studi
zingari», punto di riferimento scientifico per la comprensione della storia e
della cultura del popolo Rom in Europa, che divulgava le sue ricerche attraverso
la rivista bimestrale "Lacio drom".
Se oggi abbiamo delle analisi più precise sull'inserimento sociale dei rom e
sugli interventi da porre in essere, lo dobbiamo all'operato realizzato da don
Bruno.
Sotto il profilo umano Mons. Bruno Nicolini, definito "persona affabilissima,
dai modi estremamente familiarizzanti", coniugava l'esperienza maturata nelle
gravi problematiche vissute dai cittadini Rom in Italia e nel mondo con la
semplicità e l'amore con cui svolgeva la sua opera. Questo gli consentiva di
comprendere la persona, sensibilizzare l'opinione pubblica e mettere a punto
programmi di promozione sociale, coinvolgendo le istituzioni.
Per cinquant'anni si è impegnato per i fratelli rom, facendosi ultimo tra gli
ultimi e diventando spesso presenza scomoda per tanti. Non ha cercato e non ha
avuto né gloria né onori, ha vissuto da umile prete e così è morto. Ha concluso
la sua esistenza terrena all'età di 85 anni in povertà e con coerenza rispetto
alla sua Missione di pastore, ponendosi al servizio del prossimo cercando di
"capire meglio per poter aiutare meglio" nel rispetto della cultura dell'altro.
Il suo profilo di sacerdote corrisponde pienamente alla figura del buon pastore,
indicato da papa Francesco, che realizza la sua Missione, vivendo e prendendosi
cura delle " sue pecore", umilmente al servizio del suo "gregge", per servire,
non per essere servito (Papa Francesco, Ordinazione di nuovi sacerdoti,
21\04\2013) e ... amando fino alla fine.
Ciao don Bruno, grazie per quello che hai fatto, per le basi che hai posto per
l'aiuto del popolo Rom e per la testimonianza umana e cristiana che ci hai
offerto. Veglia su di noi.
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