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Ungheria (ancora)
Di Fabrizio (del 11/08/2013 @ 09:05:26, in media, visitato 1281 volte)

2 agosto 2013 - di Gabor Czene
traduzione dall'ungherese all'inglese su ROMEDIA FOUNDATION

Fanni Gurbai gioca nel ruolo di centrale nella squadra di pallamano femminile a Derecske, in seconda divisione. In precedenza aveva giocato nelle giovanili di Debrecen e si ispirava a Bojana Radulovics e Anita Goerbicz. Anche se spesso i tifosi locali la contestano per la sua etnia, è sempre stata ben accetta dalle compagne di squadra. Sinora, la pallamano l'ha aiutata a superare le situazioni di stallo, però lei ha trovato una nuova passione: il giornalismo.

Vive normalmente a Koeroesszakal, nella regione di Hajdu'-Bihar - un piccolo villaggio, con alti tassi di povertà - ma adesso stiamo parlando nel giardino di una pensione a Dunabogdany, non lontano dalla capitale. Fanni Gurbai è una delle dodici giovani romnià che stanno prendendo parte al media summer camp Buvero (conchiglia), organizzato da Romedia Foundation.

"Durante le due settimane di formazione, le ragazze - tra i 16 e i 22 anni - prendono confidenza con le basi del giornalismo, soffermandosi su visuals, cinematografia, e un uso complessivo di internet," dice Kristof Asbot, regista televisivo e ora leader del progetto. "Lo scopo non è di farne dei giornalisti professionisti, ma di stimolare il loro interesse verso la stampa e il mondo dei media, dando loro le conoscenze che le aiuteranno a navigare nelle piattaforme dei social media."

Le ragazze provengono da tutto il paese, ma soprattutto da piccoli villaggi. Alcune delle loro famiglie hanno avuto difficoltà a mandarle, mentre altre sono state aiutate da organizzazioni civiche locali, altrimenti non avrebbero potuto.

"All'inizio," dice Kristof Asbot, "due delle ragazze erano decisamente diffidenti e si erano chiuse a riccio. Difficile credere che dopo un paio di giorni si sarebbero mostrate così aperte e fiduciose."

"Le donne hanno un ruolo speciale nelle comunità rom, ecco perché è così importante dar voce alle loro opinioni," dice Kata Barsony, organizzatrice e direttrice esecutiva di Romedia Foundation. In origine avevano pianificato un evento su larga scala, ma tutte le domande furono respinte. Alla fine, il campus si è realizzato col sostegno di NED (Assegnazione Nazionale per la Democrazia).

Le apparecchiature tecniche sono state donate dalla Budapest Business School e dall'Università Corvinus. Le partecipanti hanno l'opportunità di provare in diversi modi le loro capacità, come con le riprese o conducendo interviste. Più avanti sul campo gireranno un video su un soggetto di interesse, in varie località come: Debrecen, Szekesfehervar o Pecs. Programmi simili a Buvero esistono anche in Germania e in Serbia. Al termine del campus, un gruppo ristretto verrà scelto per prendere parte allo Youth Media Summit di Belgrado.

Mercedesz Kalo', formatasi nella "Gypsy Row" a Szendroelad, ora studia alla scuola d'arte di Miskolc: "Mi piace mettermi alla prova e provare nuove cose, voglio essere una reporter," riassume i suoi progetti futuri. Dice anche: "I Rom hanno molte più opportunità di studiare di quanto pensiamo. A Szendroelad abbiamo molti programmi educativi,, soprattutto per bambini socialmente svantaggiati. Non è per niente facile, ma se si tiene duro, si può lasciare la povertà alle spalle."

Vivien Szajko', da Pecel, ha solo 16 anni, ma da quattro anni fa parte di un gruppo teatrale locale. Dicono che ha parecchio talento. E' interessata a fare cinema, ma soprattutto vuole diventare presentatrice di un canale musicale televisivo.

Tutti sono entusiasti della loro esperienza a Dunabogdany. Abbiamo chiesto a Vivien Szajko' di raccontarci cosa non le è piaciuto del campus. Dopo averci pensato un po', si è lamentata del doversi svegliare presto tutte le mattine, e che le lezioni obbligatorie iniziassero la mattina alle 7,30.

Hanno chiesto ai leader del campus di poter dormire di più, almeno la domenica. La mattina è stato concesso a tutti di svegliarsi alle 8.

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Video promozionale con i partecipanti a Buvero