2 agosto 2013 - di Gabor Czene
traduzione dall'ungherese all'inglese su
ROMEDIA FOUNDATION
Fanni Gurbai gioca nel ruolo di centrale nella squadra di pallamano femminile a
Derecske, in seconda divisione. In precedenza aveva giocato nelle giovanili di Debrecen
e si ispirava a Bojana Radulovics e Anita Goerbicz. Anche se spesso i tifosi
locali la contestano per la sua etnia, è sempre stata ben accetta dalle compagne
di squadra. Sinora, la pallamano l'ha aiutata a superare le situazioni di
stallo, però lei ha trovato una nuova passione: il giornalismo.
Vive normalmente a Koeroesszakal, nella regione di Hajdu'-Bihar - un piccolo
villaggio, con alti tassi di povertà - ma adesso stiamo parlando nel giardino di
una pensione a Dunabogdany, non lontano dalla capitale. Fanni Gurbai è una delle
dodici giovani romnià che stanno prendendo parte al media summer camp
Buvero (conchiglia), organizzato da Romedia Foundation.
"Durante le due settimane di formazione, le ragazze - tra i 16 e i 22 anni -
prendono confidenza con le basi del giornalismo, soffermandosi su visuals,
cinematografia, e un uso complessivo di internet," dice Kristof Asbot, regista
televisivo e ora leader del progetto. "Lo scopo non è di farne dei giornalisti
professionisti, ma di stimolare il loro interesse verso la stampa e il mondo dei
media, dando loro le conoscenze che le aiuteranno a navigare nelle piattaforme
dei social media."
Le ragazze provengono da tutto il paese, ma soprattutto da piccoli villaggi.
Alcune delle loro famiglie hanno avuto difficoltà a mandarle, mentre altre sono
state aiutate da organizzazioni civiche locali, altrimenti non avrebbero potuto.
"All'inizio," dice Kristof Asbot, "due delle ragazze erano decisamente
diffidenti e si erano chiuse a riccio. Difficile credere che dopo un paio di
giorni si sarebbero mostrate così aperte e fiduciose."
"Le donne hanno un ruolo speciale nelle comunità rom, ecco perché è così
importante dar voce alle loro opinioni," dice Kata Barsony, organizzatrice e
direttrice esecutiva di Romedia Foundation. In origine avevano pianificato un
evento su larga scala, ma tutte le domande furono respinte. Alla fine, il campus
si è realizzato col sostegno di NED (Assegnazione Nazionale per la Democrazia).
Le apparecchiature tecniche sono state donate dalla Budapest Business School
e dall'Università Corvinus. Le partecipanti hanno l'opportunità di provare in
diversi modi le loro capacità, come con le riprese o conducendo interviste. Più
avanti sul campo gireranno un video su un soggetto di interesse, in varie
località come: Debrecen, Szekesfehervar o Pecs. Programmi simili a Buvero
esistono anche in Germania e in Serbia. Al termine del campus, un gruppo
ristretto verrà scelto per prendere parte allo Youth Media Summit di Belgrado.
Mercedesz Kalo', formatasi nella "Gypsy Row" a Szendroelad, ora studia alla
scuola d'arte di Miskolc: "Mi piace mettermi alla prova e provare nuove cose,
voglio essere una reporter," riassume i suoi progetti futuri. Dice anche: "I Rom
hanno molte più opportunità di studiare di quanto pensiamo. A Szendroelad
abbiamo molti programmi educativi,, soprattutto per bambini socialmente
svantaggiati. Non è per niente facile, ma se si tiene duro, si può lasciare la
povertà alle spalle."
Vivien Szajko', da Pecel, ha solo 16 anni, ma da quattro anni fa parte di un
gruppo teatrale locale. Dicono che ha parecchio talento. E' interessata a fare
cinema, ma soprattutto vuole diventare presentatrice di un canale musicale
televisivo.
Tutti sono entusiasti della loro esperienza a Dunabogdany. Abbiamo chiesto a
Vivien Szajko' di raccontarci cosa non le è piaciuto del campus. Dopo averci
pensato un po', si è lamentata del doversi svegliare presto tutte le mattine, e
che le lezioni obbligatorie iniziassero la mattina alle 7,30.
Hanno chiesto ai leader del campus di poter dormire di più, almeno la
domenica. La mattina è stato concesso a tutti di svegliarsi alle 8.
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Video promozionale con i partecipanti a Buvero