di
Cinzia Sgreccia - Responsabile settore scuola Opera Nomadi di Reggio
Calabria.
Il Dispaccio creato Sabato, 17 Agosto 2013 13:15
Ad un anno dalla morte di Mons. Bruno Nicolini (1927-2012) l'Opera Nomadi di
Reggio Calabria ricorda la figura di un grande uomo, amico del popolo rom a cui
ha dedicato oltre 50 anni della sua vita.
Incaricato di occuparsi di zingari dall'Arcidiocesi di Trento nel 1959,
successivamente, nel 1963, fondò nella Diocesi di Bolzano- Bressanone l'Opera
Nomadi che dopo qualche anno divenne ente nazionale promuovendo la nascita di
Sezioni locali in tutta Italia.
Fu chiamato a Roma da papa Paolo VI per occuparsi della pastorale dei Rom e
proprio da Roma, nel 1965, organizzò , nello spirito del Concilio Vaticano II,
il primo grande incontro europeo tra il popolo rom ed il papa che si tenne a
Pomezia.
Il suo impegno pastorale fu sempre costante "incarnandolo" e concretizzandolo
con quello sociale facendo onore al suo mandato di sacerdote cristiano.
Nel giugno del 2011 aveva partecipato con grande gioia all'incontro dei Rom
europei con papa Benedetto XVI in San Pietro.
Come Presidente dell'Opera Nomadi Nazionale aveva sempre centrato il suo impegno
per il popolo Rom mediando fra tre realtà che riteneva fondamentali ai fini
dell'inclusione sociale di questi cittadini: le istituzioni, la collettività
locale e i Rom.
Negli anni Sessanta mentre la comunità romnì locale reggina soffriva in una
favelas nella periferia della città sotto il ponte S. Agata, tre "giganti"
facevano convergere le proprie energie per affrontare le gravi problematiche di
questa popolazione. Tre pastori, che realizzarono la loro missione a partire
dagli ultimi.
Mons. Bruno Nicolini, sempre alla ricerca di soluzioni per una pacifica
convivenza tra Rom e società a livello nazionale. Don Lillo Altomonte, padre
amato dal popolo Rom reggino, che dal 1958, data della nascita della parrocchia
di Modena, S.Pio X, come parroco, iniziò a dedicarsi anche ai rom che
gravitavano intorno al territorio parrocchiale, emarginati sotto i ponti delle
fiumare. Avendo saputo dell'esperienza di don Bruno, nel 1965, aderì a questo
ente costituendo la Sezione Opera Nomadi di Reggio Calabria. E S.E. Mons.
Giovanni Ferro, che si impegnò personalmente a sottoscrivere un personale
contributo finanziario per avviare a soluzione il problema degli alloggi della
comunità.
La collaborazione proficua tra queste tre grandi personalità consentì di avviare
il primo intervento di aiuto organizzato in favore dei Rom di Reggio Calabria.
Questo percorso che Don Bruno sviluppò in tutta Italia, è stato alimentato dalla
sua stessa intuizione di affiancare alle azioni sociali la ricerca scientifica.
Egli realizzò, insieme alla professoressa Mirella Karpati, il «Centro studi
zingari», punto di riferimento scientifico per la comprensione della storia e
della cultura del popolo Rom in Europa, che divulgava le sue ricerche attraverso
la rivista bimestrale "Lacio drom".
Se oggi abbiamo delle analisi più precise sull'inserimento sociale dei rom e
sugli interventi da porre in essere, lo dobbiamo all'operato realizzato da don
Bruno.
Sotto il profilo umano Mons. Bruno Nicolini, definito "persona affabilissima,
dai modi estremamente familiarizzanti", coniugava l'esperienza maturata nelle
gravi problematiche vissute dai cittadini Rom in Italia e nel mondo con la
semplicità e l'amore con cui svolgeva la sua opera. Questo gli consentiva di
comprendere la persona, sensibilizzare l'opinione pubblica e mettere a punto
programmi di promozione sociale, coinvolgendo le istituzioni.
Per cinquant'anni si è impegnato per i fratelli rom, facendosi ultimo tra gli
ultimi e diventando spesso presenza scomoda per tanti. Non ha cercato e non ha
avuto né gloria né onori, ha vissuto da umile prete e così è morto. Ha concluso
la sua esistenza terrena all'età di 85 anni in povertà e con coerenza rispetto
alla sua Missione di pastore, ponendosi al servizio del prossimo cercando di
"capire meglio per poter aiutare meglio" nel rispetto della cultura dell'altro.
Il suo profilo di sacerdote corrisponde pienamente alla figura del buon pastore,
indicato da papa Francesco, che realizza la sua Missione, vivendo e prendendosi
cura delle " sue pecore", umilmente al servizio del suo "gregge", per servire,
non per essere servito (Papa Francesco, Ordinazione di nuovi sacerdoti,
21\04\2013) e ... amando fino alla fine.
Ciao don Bruno, grazie per quello che hai fatto, per le basi che hai posto per
l'aiuto del popolo Rom e per la testimonianza umana e cristiana che ci hai
offerto. Veglia su di noi.