Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 11/05/2012 @ 09:48:43, in scuola, visitato 1290 volte)
Segnalazione di Stojanovic Vojisvav
JusticeTv Mercoledì, 09 Maggio 2012 15: :24 - Scritto da Martina Chichi
In Croazia, per la prima volta, un tribunale nazionale condanna una donna
accusata di aver discriminato la comunità rom. È accaduto a Fiume, dove, due
anni fa, un'esercente ha rifiutato di accogliere nel suo negozio due ragazze di
origine rom che si erano presentate per svolgere un tirocinio richiesto dalla
scuola secondaria superiore.
La titolare dell'esercizio aveva chiuso loro in faccia la porta del locale
chiamandole "zingare". Le studentesse hanno denunciato l'episodio alla preside
della scuola di economia frequentata e, dopo aver trovato un altro negozio per
svolgere le ore di pratica necessarie per superare l'anno, si sono rivolte al
tribunale per ottenere giustizia.
Il giudice ha condannato il gesto d'intolleranza della donna, ordinandole di
pagare una pena pecuniaria. Si è trattato, secondo la pronuncia, di un caso di
discriminazione su base etnica. Caso che ha destato l'attenzione dell'opinione
pubblica in una città multiculturale come Fiume, dove gli episodi di
intolleranza verso le comunità rom e sinti non sono affatto rari.
Le giovani sono rimaste soddisfatte. "Credo che il verdetto aprirà la strada
ad altri processi e aiuterà molte persone che vengono danneggiate perché non
appartenenti alla maggioranza etnica che c'è nella popolazione" ha commentato
una delle ricorrenti.
È un verdetto importante per la Croazia, perché per la prima volta è un
tribunale nazionale a emanare una condanna. Finora vicende legali analoghe
avevano trovato seguito solo presso la Corte europea dei diritti dell'uomo.
La discriminazione scolastica in Croazia era stata oggetto, nel 2010, di una
sentenza dei giudici di Strasburgo. Quattordici ricorrenti di origine rom
lamentavano il fatto di aver visto inserire i propri figli in classi composte
esclusivamente da ragazzi della stessa etnia. In quella occasione la Corte aveva
ritenuto che formare nelle scuole elementari classi separate per i bambini rom
li sottoponesse a un trattamento differente rispetto a quello degli altri
alunni. Le classi separate finivano per sfavorire il grado di istruzione dei
bambini, senza tenere conto delle esigenze di coloro che conoscevano male la
lingua croata. La Croazia era stata condannata a risarcire per danni morali i
ricorrenti, colpevole di aver discriminato la comunità rom e di non aver
garantito il diritto all'istruzione.
Fa notizia, quindi, la sentenza di condanna per discriminazioni di un
tribunale croato, accolta nella giurisprudenza nazionale come un significativo
precedente.
Di Fabrizio (del 16/03/2012 @ 09:10:33, in scuola, visitato 1775 volte)
ENGAGE International Reading Association I ROM INVITATI IN LIBRERIA
- Guest Blogger: Marta Strahinič
Secondo dati non ufficiali, ci sono circa 312 Rom che vivono nel comune di
Metlika, la maggior parte risiede in cinque piccoli insediamenti. Tra loro, 139
sono bambini e3 giovani sino ai 15 anni di età. La maggior parte frequenta la
scuola primaria con più o meno regolarità, ma pochi di loro frequentano la
biblioteca.
Gli studiosi mostrano che la principale barriera per i giovani rom che
iniziano la scuola, è la loro scarsa conoscenza dello sloveno. Quindi le
biblioteche possono giocare un ruolo importante nel migliorare
l'alfabetizzazione e la capacità di lettura dei bambini rom ancora prima che
facciano il loro ingresso nella scuola.
Di conseguenza, nel 2003 mi sono attivamente coinvolta nel lavorare con i
Rom. Ho tenuto i contatti con il centro di lavoro sociale Metlika, che mi ha
forenito tutti i dati necessari perché iniziassi ad invitare in libreria i Rom,
specialmente i giovani ed i loro genitori. Questi son stati gli inizi che sono
sfociati in un progetto targhettizzato, denominato dalla biblioteca pubblica
Ljudska knjižnica Metlika "I Rom invitati in biblioteca".
Abbiamo iniziato ad invitare i bambini ed il or genitori a partecipare a
diversi eventi in libreria. Abbiamo tenuto conto dei loro desideri ed
organizzato per loro narrazioni e spettacoli di marionette. Li abbiamo anche
invitati ad eventi rivolti a tutti i bambini del comune.
Però, alcuni Rom non potevano, anche volendo, partecipare alle iniziative,
per la mancanza di trasporti pubblici e solo qualcuno di loro aveva una
macchina. Così la biblioteca decise il passo successivo. Nel 2005, iniziammo a d
organizzare eventi negli insediamenti rom.
Ciò che accadeva in quegli insediamenti attirò una grande affluenza. I
bambini accorrevano a giocare ed ascoltare i racconti, anche molti adulti si
fecero avanti con gioia ad ascoltare le fiabe. Le nostre visite erano l'evento
più importante per l'insediamento.
Oggi, 65 Rom sono iscritti alla biblioteca e la visitano regolarmente. Alcuni la
usano occasionalmente, soprattutto per navigare in Internet, e magari non sono
iscritti. Altri si avvicinano ai libri e ai racconti solo durante gli eventi che
organizziamo negli insediamenti.
Il nostro scopo - portare i libri e la biblioteca più vicino ai Rom,
particolarmente ai bambini, ha avuto molto successo. Li abbiamo ascoltati ed
assieme abbiamo sviluppato il progetto.
"I ROM INVITATI IN LIBRERIA" è stato scelto per il premio 2011
dell'Associazione Internazionale di Lettura per la Promozione della Lettura
Innovativa in Europa. In quanto responsabile del progetto, Marta Strahinič ha
ritirato il premio e presentato il progetto alla 17a Conferenza Europea di
Lettura, a Mons in Belgio.
Di Fabrizio (del 04/02/2012 @ 09:15:11, in scuola, visitato 1777 volte)
Storie che sarebbero già inquietanti di per sé, e che legano strettamente
le strade che uniscono e dividono l'Europa dell'Est a quella dell'Ovest. Ma che
devono spingere ad un'ulteriore riflessione, visto che finalmente il governo
sembra iniziare a muoversi sul
riconoscimento della nazionalità italiana a chi
nasce qui, suscitando la
reazione piccata del più grande politico (nel senso di
fame mediatica) italiana. Un appunto strettamente personale: è una risposta
anche a chi mi ha detto che non sono argomenti che riguardano i Rom.
Da
British_Roma
Negare l'istruzione ad un bambino rom viola i diritti umani
- 30 gennaio 2012
D [minore] -contro- Corte d'Appello sui rifugiati
Alta Corte
Neutral Citation: IEHC 431. Sentenza emessa il 10 novembre 2011 dal giudice
Gerard Hogan.
Giudizio
La probabile negazione dell'accesso all'istruzione primaria di un bambino rom
serbo viola i diritti umani di base e rientra in quanto proibito dal Refugee Act
1996, quindi la decisione di espellerlo verso la Serbia dev'essere
annullata.
Retroscena
Il richiedente è nato in Irlanda nel 2006, quindi non è cittadino irlandese.
I genitori sono nati in Serbia, dove erano considerati come Rom. Venne fatta
richiesta di asilo a nome del bimbo, richiesta rigettata nell'agosto 2009.
E' stato eccepito in suo nome che avrebbe sofferto persecuzioni al ritorno in
Serbia, in quanto non avrebbe ricevuto istruzione primaria. La Corte d'Appello
sui rifugiati ha trovato che, per quanto potesse ravvisarsi discriminazione
nella negazione all'istruzione, questo non era sufficiente a soddisfare il
requisito della persecuzione ai sensi del Refugee Act.
Informazioni sul paese d'origine, provenienti dal Comitato ONU sui Diritti
dei Bambini, dalla Commissione Europea e dal dipartimento di stato USA, mostrano
che i Rom in generale ed i bambini, particolarmente le bambine, sono stati
soggetti a discriminazioni diffuse. Sono pochi i bambini rom che in Serbia
frequentano la scuola, e quando lo fanno sono spesso mandati in scuole speciali
per bambini con difficoltà d'apprendimento.
Il giudice Hogan ha riconosciuto che non tutte le violazioni delle libertà
civili di base o discriminazioni, siano paragonabili alla persecuzione. Il
concetto di ciò che costituisce persecuzione non si presta ad un'analisi
precisa, ha detto.
Ha sottolineato che in due casi precedenti il tribunale aveva mostrato come
la discriminazione in altre parti della ex Jugoslavia, in un caso contro due
persone di etnia serba ed in un altro una coppia croata-serba, non costituisse
persecuzione.
Prima di analizzare le conclusioni del tribunale, il giudice doveva esaminare
il livello di discriminazione che si sarebbe incontrato al ritorno in Serbia, ha
aggiunto. Le informazioni sul paese d'origine in questione fornivano un quadro
di "pervasiva discriminazione contro i bambini rom".
Decisione
Il giudice Hogan ha sottolineato che quasi 60 anni fa in un famoso giudizio,
la Corte Suprema USA dichiarò in Brown -contro- Dipartimento dell'Istruzione
di Topeka che la segregazione scolastica violava il principio
costituzionale dell'eguaglianza. Anche se questo non significava persecuzione,
illustrava come la scuola segregata fosse un segno distintivo di una società
dove i gruppi svantaggiati erano soggetti ad una discriminazione ed esclusione
pervasiva che, in determinate circostanze, portava alla persecuzione.
In questo caso le statistiche mostravano come il richiedente fosse a rischio
di non ususfruire nemmeno dell'istruzione di base. La questione è se
l'indifferenza ufficiale non sia stata lei stessa persecutoria.
Il giudice Hogan ha citato il libro The Law of Refugee Status del
prof. James Hathaway, dove la persecuzione viene definita come "la mancata
attuazione dello sviluppo di un diritto, dentro una categoria che è sia
discriminatoria che non fondata sull'assoluta mancanza di risorse."
Il diritto all'istruzione viene ampliamente considerato come fondamentale
negli art. 42 della Costituzione, art. 2 del primo protocollo della Convenzione
Europea sui Diritti Umani e art. 14 della Carta UE sui Diritti Fondamentali,
come pure nella Convenzione ONU sui Diritti del Bambino. "Se a D venisse negato
il diritto all'istruzione di base, verrebbe effettivamente escluso da ogni
partecipazione significativa nella società serba," ha detto Hogan. Sarebbe
quindi un caso più grave della discriminazione subita negli altri due casi.
Ha poi aggiunto: "Mentre questo caso ricade fuori dalla tipologia classica di
persecuzione prevista dalla Convenzione di Ginevra... sembra senza dubbio
impossibile evitare la conclusione che la negazione dell'istruzione di base
porti ad una seria violazione dei diritti umani basici [e] porti alla
persecuzione, secondo quanto previsto dall'S 2 del Refugee Act 1996."
Il testo integrale della sentenza su
www.courts.ie
Michael Lynn BL, instructed by John Gerard Cullen, Carrick-on-Shannon, for the
applicant; Cindy Carroll BL, instructed by the Chief State Solicitor, for the
State.
Da
British_Roma
L'articolo qui sopra cita il caso di un bambino rom nato in Irlanda che
potrebbe soffrire di una probabile negazione dell'accesso all'istruzione di
base, in caso di ritorno in Serbia. Il film a questo
link, del regista
britannico Antony
Butts, mostra esattamente cos'è accaduto a due ragazzi, nati e scolarizzati in
Germania, senza alcuna conoscenza della lingua serba, "obbligati" a vivere a Leposavic,
nella zona del Kosovo controllata dai Serbi, a nord del fiume Ibar. Non solo è
stata negata loro un'istruzione adeguata, ma vengono pesantemente discriminati
ed aggrediti dai coetanei serbi locali. Due ragazze presentate nello stesso
documentario, rimandate sempre dalla Germania a Banja Peje in Kosovo, si trovano
un po' meglio. Viene mostrato perfettamente le conseguenze scioccanti del
rimpatriare bambini nati e cresciuti in un paese occidentale, costretti poi a
vivere nella ex Jugoslavia a causa delle origini dei genitori.
Bernard Sullivan
Di Fabrizio (del 20/01/2012 @ 09:37:47, in scuola, visitato 1173 volte)
Da
Roma_Daily_News
Cingeneyiz.org -
Asilo mobile per bambini zingari 17/01/2012
L'asilo mobile creato per informare i bambini zingari sulle attività
prescolari si muove per le strade del quartiere Ceyhan della città di Adana. Le
autorità dicono che questo è il primo passo. L'intenzione nelle prossime fasi è
di adoperare l'asilo mobile per registrare i bambini zingari alla scuola
materna, per creare interesse verso la prescuola.
L'asilo mobile per cui il quartiere Şahin Özbilen è stato scelto come
area pilota, data l'alta percentuale di popolazione zingara, intende creare un
collegamento tra bambini e scuola. L'asilo mobile opererà ogni settimana in una
strada differente.
Si dice che il primo motivo dei problemi educazionali dei bambini zingari è
che le loro famiglie non li mandano a scuola. Però questa non è l'unica ragione.
Comportamenti discriminatori e pregiudiziali da parte dei compagni di classe,
dei genitori e degli stessi insegnanti, potrebbero causare improvvisi abbandoni
scolastici da parte dei bambini zingari. Gli studiosi della questione,
sottolineano la necessità di superare i pregiudizi contro gli zingari, molto
comuni specialmente tra gli insegnanti, se si vuole aumentare il tasso di
accessibilità dei bambini all'istruzione. Dev'essere garantito che non ci sia
alcun tipo di comportamento discriminatorio a scuola, se davvero si vuole che
progetti come quello della scuola mobile abbiano davvero successo.
Source: Anadolu Agency
Di Fabrizio (del 19/01/2012 @ 09:18:20, in scuola, visitato 1533 volte)
23 gennaio 2012 ore 16.00
Triestefilmfestival.it
LA NOSTRA SCUOLA - OUR SCHOOL
MONA NICOARĂ, MIRUNA COCA-COZMA
Stati Uniti – Svizzera – Romania / USA – Switzerland – Romania
2011, HD, col., 94'br />
v.o. rumena / Romanian o.v.
ANTEPRIMA ITALIANA - ITALIAN PREMIERE
Fotografia / Photography: Ovidiun Mărginean. Montaggio / Editing: Erin Casper.
Musica / Music: Sasha Gordon. Suono / Sound: Mona Nicoară, Miruna Coca-Cozma,
John M. Davis. Produzione / Produced by: Sat Mic Film. Coproduzione /
Co-produced by: Pipas Films.
Documentary Competition
Il film segue 3 bambini zingari che vivono in un paese rurale della Transilvania
e fanno parte di un progetto pilota sull'integrazione nelle scuole rumene, dove
vige ancora la segregazione. Alin, Benjamin e Dana partono per la scuola della
città, pieni di ottimismo per quello che potranno imparare e per le nuove
amicizie che nasceranno. Ottimismo che conservano anche quando i fondi destinati
all'integrazione vengono dirottati, in modo discutibile, nella costruzione di
una scuola per “soli zingari” e che comincia però a scemare quando i ragazzini
si scontrano con la sfiducia di chi li circonda e con un isolamento ancora
peggiore. L'artista di origini gitane e ucraine Eugene Hutz, fondatore dei Gogol
Bordello e sostenitore convinto dei diritti dei Rom, ha dato il proprio
contributo al film consentendo l'utilizzo del brano “Break the Spell”, contenuto
nell'album dei Gogol Bordello, Trans-Continental Hustle (2010, American
Recordings).
“Ho cominciato a lavorare al film nel 2005, spinta soprattutto dalla
frustrazione. A metà degli anni '90, quelli di noi che si occupavano dei diritti
dei Rom hanno cominciato a capire quanto fosse diffusa e cronica la
segregazione, soprattutto nell'Europa orientale … Il motivo per cui ho iniziato
il film è anche personale ed è il senso di colpa. In Romania, sono andata alle
elementari con i Rom. Li ho visti essere buttati fuori dopo elementari e medie o
semplicemente sparire dalle scuole superiori migliori, quelle che frequentavamo
io e i miei amici. Da adolescente, non mi sono mai chiesta perché questo
avvenisse. Al momento di cercare una scuola per i miei figli, avevo già
cominciato a lavorare come attivista dei diritti umani … Ho voluto tornare
indietro e capire dove abbiamo cominciato a sbagliare, e cosa dobbiamo fare di
diverso.” (M. Nicoară)
Di Fabrizio (del 16/01/2012 @ 09:58:00, in scuola, visitato 1504 volte)
Segnalazione di Luca Klobas. Scrivevo
quest'estate, sempre a proposito di un articolo del medesimo
giornalista (credo): Un altro fenomeno preoccupante di razzismo istituzionale, che
riguarda diversi paesi dell'Europa centro-orientale, è quello della segregazione
scolastica dei bambini rom posti, senza ragione alcuna, in classi differenziali.
Sarebbe un discorso molto lungo, che si potrebbe riprendere in seguito (magari
prima di farvi stupire da un ennesimo articolo che troverete in rete), se nel
frattempo volete informarvi leggete, prendendovi il tempo che vi necessita,
QUI.
Il Piccolo - Classi solo per rom, scontro in Slovacchia Per la prima volta una sentenza impone di eliminare la separazione tra i banchi.
La scuola si oppone
BELGRADO
I contendenti: le autorità scolastiche e un tribunale. Il pomo della discordia:
gli alunni rom di una scuola elementare in Slovacchia, quella del paesino di
Sarisske Michalany. Sarà una questione che farà discutere ancora a lungo quella
nata nel distretto di Presov, nel Nordest del Paese. Il caso è scoppiato con la
decisione di una Corte distrettuale locale di sanzionare, per la prima volta
nella storia slovacca, la pratica di un istituto scolastico di separare gli
alunni di etnia rom da quelli slovacchi "puri". Alla scuola sono iscritti 430
studenti, di cui più della metà rom. Delle 22 classi attive, ben 12 sono
riservate ai soli zingari. Tutte collocate su un piano diverso da quelle degli
altri ragazzi, per aumentarne ancor più la distanza e l'esclusione.
Secondo la sentenza, i dirigenti scolastici hanno 30 giorni per creare classi
miste ma la scuola si oppone. «Stiamo preparando un appello contro la decisione
della Corte», ha dichiarato la direttrice Maria Cvancigerova al quotidiano
slovacco d'indirizzo liberale "Sme". «Non discriminiamo nessuno, al contrario.
Cerchiamo di aiutare i bambini rom» ha rincarato, giustificandosi col fatto che
le classi "speciali" consentono di seguire meglio i rom, che spesso «non parlano
slovacco, non rispettano le norme basilari d'igiene e non sono assistiti dai
genitori, fattori che li condannerebbero a fallire se inseriti in classi miste»,
ha spiegato un'altra insegnante al giornale. La questione ora ritornerà nelle
mani dei giudici – e il rappresentante del governo per la questione rom si è già
schierato dalla loro parte – ma intanto i residenti "non-rom" del villaggio
parteggiano compatti a favore della separazione. Minacciano di togliere i propri
figli dall'istituto e di costringerli al pendolarismo pur di evitare le classi
miste. Malgrado le promesse e gli sforzi delle autorità nazionali, la
segregazione dei rom nel sistema educativo in Slovacchia è una consuetudine
ancora molto diffusa. Secondo il commissario per i diritti umani del Consiglio
d'Europa Thomas Hammarberg, che ha pubblicato a fine dicembre un nuovo rapporto
sulla Slovacchia, la segregazione prende forma attraverso «l'assegnazione
sproporzionata di bambini rom a scuole speciali per bimbi con disabilità mentali
o con l'inserimento degli alunni rom in classi o scuole solo per rom».
Un'abitudine, come dimostra il caso di Sarisske Michalany, difficile da
estirpare.
(s.g.) -
13 gennaio 2012
Di Fabrizio (del 03/01/2012 @ 09:49:16, in scuola, visitato 1772 volte)
Ogni tanto tocca ripeterlo: in Mahalla amiamo le belle
storie. Segnalazione di Fiorella
Giornalettismo.com di
CLEMENTINA COPPINI
1 gennaio 2012 Un ragazzino Rom con tre nomi e il suo sogno di andare a scuola
C'è un bambino, si chiama Carlos, è un rom nato nel 1999. In famiglia lo
chiamano Daniel ma lui a se stesso ha dato il nome di Lorenzo. Si è battezzato
così. Ha fatto fino alla terza elementare nel suo paese, poi ha passato tre anni
per strada nel nostro. Non va a scuola da anni, ma lui a scuola ci vuole andare.
Così la sua mamma, che è una povera donna che chiede l'elemosina davanti al
panificio Crippa, chiede aiuto al Nonno Francesco, il nonno civico della scuola
elementare del quartiere, e alla Signora Maria Carmen, madre di una bambina alle
elementari e di un bambino alle medie. La mamma di Daniel, di cui nessuno sa il
nome e forse non lo sa più nemmeno lei, va alla scuola media del centro della
bella cittadina del nord, ma è una stracciona e quindi non la fanno entrare
dalla preside. La chiameremo Ferma, perché è una che per la nostra bella società
è meglio che non si muova, perché nessuno desidera che si muova. Il suo posto è
lì, come arredamento del marciapiede davanti al panificio. Osa andare alla
scuola a chiedere l'elemosina di un posto per il suo Lorenzo. Le sgherre della
preside hanno l'ordine di non far passare gli scocciatori, che sono i genitori
poveri o stranieri o vestiti male o che hanno la fatica e la disillusione
stampata addosso. Possono passare solo quelli con la faccia da studiati e con i
vestiti stirati, perché quello è il genere di visitatore che non dà fastidio.
Ferma ha altre tre figlie in Romania, ha 32 anni ed è già nonna. Vive in un
catorcio di camper freddo d'inverno e caldo d'estate e la sua professione è
chiedere la carità. Resta lì, Ferma, fuori dalla presidenza, con una specie di
penoso sacchetto all'interno del quale stanno accartocciati i documenti suoi e
di suo figlio. Passa un anno veloce o lento, ma il tempo scorre per vie e modi
paralleli al normale per uno che è abituato a vivere davanti a una vetrina. Il
pane ogni giorno è uguale, per chi non ce l'ha.
SCUOLA DI PERIFERIA - Un giorno Nonno Francesco e Maria Carmen vedono il
bambino, chiedono alla madre perché non sia a scuola e decidono di andare a
parlare con la preside della scuola media del centro. Qualcuno dirà "Come mai
non se ne sono accorti prima?" oppure "Era il minimo che potessero fare". Però
il fatto è che sono stati gli unici a vedere quel bambino e a pensare di
chiedere spiegazioni a Ferma. Gli altri sono passati e basta, si sono accorti ma
non è loro interessato e il minimo che potevano fare non lo hanno fatto. Nonno
Francesco e Maria Carmen si presentano per parlamentare e vengono fatti passare,
perché hanno le caratteristiche che rendono una persona atta a varcare la soglia
dell'ufficio della responsabile dell'istituto. Con loro c'è Lorenzo, tutto
pulito e ordinato, con ai piedi le scarpe da ginnastica più bianche che si siano
mai viste ai piedi di un ragazzo di quell'età. Vuole fare bella impressione
perché così magari lo prendono. Per lui sarebbe un privilegio, non sa che da noi
è un obbligo. La preside ascolta Maria Carmen e dice che non ha posto per il
bambino nella scuola del centro, ma è persona disponibile. Allora chiama la
scuola media di periferia, che è più adatta a un bambino rom che lei è sicura
che fino al giorno prima chiedeva l'elemosina. Invece no: Ferma non ha mai
voluto che suo figlio chiedesse la carità, perché è una cosa troppo umiliante.
All'altra scuola risponde la vicepreside (il preside non c'è, perché si vede che
in certe zone basta il vice) che lo accetta tra i suoi alunni, non dimenticando
di sottolineare come la media del centro abbia scaricato altrove il piccolo rom.
Questa è solo una cattiveria gratuita. Se domani alla scuola del centro si
presentano a iscrivere il pargolo due bei genitori eleganti e laureati anche nel
loro caso la preside chiama la scuola decentrata. Chi potrebbe dubitarne?
NIENTE ISCRIZIONI PER GLI STRACCIONI - Ferma il pomeriggio stesso va in
segreteria con il suo scartoccio di documenti, ma è una stracciona anche per la
scuola del quartiere popolare e non le danno retta. Non può ritirare il modulo
d'iscrizione perché non sa fare la sua firma, così torna alla roulotte pensando
che non si può fare niente. Maria Carmen lo viene a sapere la mattina dopo,
chiama la vicepreside, che non c'è. Richiama più volte, lascia il suo numero.
Niente, non viene richiamata. Presidi e vicepresidi sono molto occupati, non
hanno tempo da perdere al telefono. Maria Carmen aspetta, Daniel aspetta. I
giorni passano e la scuola non chiama per dire quando il ragazzo potrà iniziare.
Alcune anime pie intanto gli procurano del materiale. Quando vede quella che
sarà la sua cartella – uno zaino usato che non sembra nemmeno usato, ma l'ex
proprietario è un bambino che ne ha uno nuovo ogni anno, perché noi siamo una
civiltà che insegna ai propri figli a buttare, e da noi la misurazione dell'usatezza
è quantomai soggettiva – non riesce a credere che sia per lui, perché gli sembra
troppo bella. Ora che ha il suo zaino della Seven, Lorenzo inizia a credere di
potersi sedere a un proprio banco, bisogna insistere. E allora via di nuovo con
le telefonate in segreteria e, per incentivare la risposta, con lo scrivere
qualche mail alle persone giuste. Tempo poche ore la vicepreside si libera dei
gravosi impegni, trovando il tempo per avvisare Maria Carmen che la settimana
entrante Lorenzo comincia la scuola. Ferma viene convocata in segreteria con il
suo scartoccio di documenti, e stavolta qualcuno aiuta questa zingara
analfabeta. Così l'iscrizione viene perfezionata e tutto si smuove. Alla scuola
ora pensano anche a come procurargli i libri e a come aiutarlo a recuperare il
tempo perduto.
I ROM CHE HANNO PAURA DI NOI - Daniel è sveglio, ma deve imparare tante cose.
Gli danno un insegnante di supporto. È un lunedì mattina di ottobre quando
Daniel entra in classe. Ce la farà? Le difficoltà dell'affrontare la scuola
media per uno che non ha nemmeno finito le elementari lo spingeranno
all'abbandono? D'altronde la legge dice che le elementari non le poteva più
fare. Nel paese delle eccezioni ci sono regole molto severe, imprescindibili,
ferree, sebbene per alcuni soltanto. Purtroppo il ragazzo non potrà andare in
mensa, non c'è posto. Con tutto quello che si butta, davvero non si può mettere
qualche maccherone in un piatto per lui? No, non si può. Mangerà un panino fuori
dalla classe, ma lui è abituato a stare fuori da qualcosa, a non appartenere.
Almeno sarà fuori dalla sua classe, e non da una classe qualsiasi o dalla classe
di un altro. Ferma lo aspetta ogni giorno fuori da scuola, non lo lascia mai
andare in giro da solo. Ha paura per suo figlio, che gira bello e pulito e più
ingenuo dei suoi coetanei italiani. Molto più ingenuo. Incredibile a dirsi, ma i
rom hanno paura di noi. O forse non è così incredibile. Maria Carmen e una
maestra elementare in pensione gli danno ripetizioni due volte alla settimana,
ma la strada è lunga e l'inverno sta diventando sempre più freddo, nel camper.
Daniel è a scuola, le sue scarpe bianche splendono sotto il banco. Questa storia
finisce dove avrebbe dovuto cominciare, con Lorenzo che ascolta la lezione nella
sua classe e ha davanti una strada lunghissima, ma ha già iniziato a mostrare di
avere un'intelligenza molto brillante. Questa storia è vera, verissima e Lorenzo
esiste, eccome se esiste. Studia, Lorenzo, perché, per chi deve salvare se
stesso da una situazione schifosa (chi scrive lo sa per esperienza personale),
ogni giorno passato a imparare è un nuovo inizio, è la speranza. È Capodanno.
Di Fabrizio (del 03/11/2011 @ 09:39:26, in scuola, visitato 2176 volte)
Istituto
di cultura Rom Museo del Viaggio (Nella foto: l'albero delle pentole.
Realizzzione di Mirko Bezzecchi)
IL POPOLO ROM CULTURA, LINGUA, POLITICHE SOCIALI, USI E COSTUMI,
STORIA, INFANZIA
CALENDARIO 2011
3 novembre 2011
La cultura romanì tra passato e presente di Mirko e Giorgio Bezzecchi
10 novembre 2011
Comunità zigane e politiche pubbliche di Maurizio Pagani e Giorgio
Bezzecchi
1 dicembre 2011
La musica zigana di Jovica Jovic
15 dicembre 2011
Uno sguardo antropologico sull'infanzia rom di Sophie Alice Sarcinelli
DALLE 17.00 ALLE 19.00
AL MUSEO DEL VIAGGIO IN VIA IMPASTATO, 7 MILANO ROGOREDO
MM3 SAN DONATO
"Lingua e cultura Rom"
Il ciclo d'incontri di Cultura Romanì, curato da Giorgio Bezzecchi e Maurizio
Pagani (entrambi con una ricca e ventennale esperienza maturata all'interno
dell'Opera Nomadi e in collaborazione con A.P., università e centri di ricerca
culturali), sarà volto ad approfondire il tema delle Politiche Pubbliche e
gli aspetti culturali dei diversi gruppi rom e sinti.
Gli incontri avranno una frequenza bisettimanale per un totale complessivo di 50
ore. E' possibile iscriversi anche a uno o più cicli d'incontro di proprio
interesse.
Il corso si avvarrà della partecipazione di studiosi e docenti universitari
che operano da diversi anni nel Settore, proponendo approfondimenti di ricerca
tematici.
Gli incontri tematici avranno come relatori filologi, antropologi, pedagogisti,
sociologi, ma anche artisti e figure del popolo Rom e Sinto.
Il corso è rivolto a insegnanti, educatori, mediatori, assistenti
sociali, amministratori e impiegati pubblici, studiosi, ricercatori…. e a
chiunque abbia voglia di approfondire questo tema.
"Musica zigana"
Il Maestro Jovica Jovic, proporrà un corso di cultura musicale
con l'uso e la conoscenza di alcuni strumenti musicali tipici e l'insegnamento
della fisarmonica. Jovica è senz'altro oggi, unanimemente, riconosciuto
come uno dei più valenti musicisti nato e formatosi all'interno delle comunità
Rom.Autore e protagonista di numerose performance artistiche, metterà a
disposizione il suo talento musicale e la grande generosità umana per accostarsi
e approfondire la conoscenza e l'insegnamento della musica zigana, attraverso
lezioni frontali e di gruppo.
Gli incontri avranno una frequenza bisettimanale per un totale complessivo di 50
ore.
Il corso è rivolto a coloro che intendono approfondire la propria
conoscenza musicale.
I DOCENTI:
- GIORGIO BEZZECCHI – presidente della cooperativa Romano Drom, è
un Rom Harvato, esperto di processi e politiche di mediazione culturale. Da
molti anni è uno dei massimi dirigenti dell'Opera Nomadi. Vive e lavora a
Milano.
- MAURIZIO PAGANI - dirigente dell'Opera Nomadi, da molti anni è
attivamente impegnato in azioni di promozione sociale delle comunità zingare
e studio delle politiche pubbliche. Vive e lavora a Milano.
- SOPHIE ALICE SCARPINELLI - dottore in antropologia presso l'Ehess
di Parigi - École des Hautes Études en Sciences Sociales - si occupa di
antropologia dell'infanzia.
- JOVICA JOVIC - Musicista Rom Dal 1971 al 1996 ha fatto il
musicista in vari paesi d'Europa. Dal 1996 vive stabilmente in Italia e
continua ad esercitare la professione di musicista.
- MIRKO BEZZECCHI - Anziano della famiglia Bezzecchi, Rom harvato,
è l'unico della sua famiglia di origine ad essere sopravvissuto al Porrajmos.
E' cittadino italiano di origine slovena.
Di Fabrizio (del 31/10/2011 @ 09:58:04, in scuola, visitato 1803 volte)
Scrive Agostino Rota Martir: Altra "perla" apparsa su il Tirreno di
Pisa, merita leggere per intero l'articolo (ho solo il .pdf e sotto riporto
l'edizione breve su web, ndr) per renderci conto della pericolosità sociale,
che l'Amministrazione sta conducendo con caparbietà verso i Rom... l'assessore
al sociale gradualmente e poco alla volta sta iniettando nell'opinione pubblica
il virus anti rom e che purtroppo sembra assimilare bene, grazie all'impegno
costante del Il Tirreno (area PD??)
Ora il loro messaggio si potrebbe tradurre così: (parole mie) l'integrazione può
diventare un pericolo per la sicurezza cittadina, perché questa non scoraggia i
Rom a lasciare il territorio, anzi ne attira altri! Quindi rendiamo difficile la
frequenza dei bambini Rom nelle scuole cittadine...
Il Tirreno di Donatella Lascar
L'assessore: non aveva senso mantenerlo, quella struttura va chiusa
TIRRENIA. Quest'anno niente scuolabus per i bambini del campo rom della
Bigattiera. Secondo Guia Giannessi, insegnate della scuola media di Marina e
responsabile per l'intercultura dell'istituto, molti di questi bambini hanno
smesso di andare a scuola perché non tutti i genitori hanno un mezzo per
accompagnarli e la fermata dell'autobus di linea è troppo lontana dal campo per
arrivare a piedi. «Molti sono venuti a scuola solo i primi giorni arrangiandosi
in qualche modo - afferma l'insegnante -, sperando che poi ci sarebbe stato il
pulmino come ogni anno. Quando però hanno visto che per loro questo servizio non
era stato ripristinato, hanno smesso di venire. Molte mamme, che magari hanno il
marito in carcere, non possono portare i bambini a scuola perché non hanno né
patente, né macchina. Dei rom presenti sul territorio vengono solo quelli che
risiedono all'Ittiogenico in viale D'Annunzio perché da quella strada passa
l'autobus di linea. Tutto questo mette a rischio il progetto di integrazione
iniziato diversi anni fa e interrompe i rapporti con le famiglie che ormai ci
avevano accordato la loro fiducia». Ma per l'assessore alle politiche sociali
Maria Paola Ciccone, che in questo caso è anche la dirigente scolastica
dell'istituto comprensivo del litorale, la cancellazione del servizio al campo
rom è dovuta alla decisione già presa da mesi di smantellare il campo e serve
anche a disincentivare nuovi arrivi. «Nel momento in cui avevamo detto che il
campo sulla Bigatti era doveva essere chiuso - sostiene l'assessore -, non
potevamo attivare il servizio, sarebbe servito solo ad illudere chi invece deve
andarsene e magari ad attivare nuovi arrivi dai comuni limitrofi. Arrivi che non
sono stati autorizzati né dai comuni di provenienza e né dalla Società della
Salute - afferma l'assessore Ciccone -. Comunque, nel campo ci sono genitori che
hanno mezzi propri e che accompagnano i figli a scuola e la fermata dell'autobus
di linea non è poi così lontana. Ci sono ragazzini che fino ad ora non hanno
saltato neanche un giorno di scuola. Mentre per i piccolini delle materne stiamo
cercando una soluzione con dei volontari. Il comune di Pisa sta lavorando con la
Regione e i comuni di Livorno, Cascina, Santa Croce, e Cenaia, ossia quelli da
cui provengono le famiglie rom che si sono aggiunte in quest'ultimo anno a
quelle storiche della Bigattiera, per raggiungere un accordo su un progetto per
il loro rientro».
Di Fabrizio (del 22/10/2011 @ 09:22:22, in scuola, visitato 1608 volte)
sabato 29 ottobre dalle ore 20.00
C.S. La Fornace Via Moscova 5, Rho
Serata di finanziamento per la scuola d’italiano della Fornace
20.00 – Cena
Menù Balcanico Vegano
antipasto crostini con salsa yogurt e salsa ajvar
primo pasulj (crema di fagioli bianchi con spezie e bocconcini di soia)
secondo cevapcici (polpettine vegane) in salsa ajvar con patate e cipolle
soffritte
contorno insalata mista di verdura fresca con salsa yogurt
dolce baklava
22.30 – Live concert Caravan Orkestar ft. Jovica Jovic
Caravan Orkestar
Una allegra e festosa carovana di musica nello stile delle fanfare balcaniche e
con un pizzico di klezmer ebraico.
La Caravan Orkestar, gruppo di recente formazione (2005) propone nel proprio
repertorio musiche arrangiate principalmente secondo lo stile delle fanfare
balcaniche.
Lo stile e le musiche di Goran Bregovic ed Emir kusturiza fanno da cornice a
brani tratti dal repertorio ebraico popolare nello stile klezmer, non
disdegnando generi quali il funk e blues.
La ricerca del repertorio musicale spazia, secondo lo spirito e il nome stesso
del gruppo, in differenti generi musicali per rappresentere idealmente
l’itinerario di una carovana nei diversi aspetti sociali e culturali del mondo,
dove, la musica popolare rappresenta nel modo migliore , vita e usanze delle
diverse popolazioni che vi abitano.
Malgrado sia presente da poco nel panorama della provincia Bergamasca, ha avuto
diverse occasioni per esibirsi, riscuotendo ovunque consensi.
Si segnala la partecipazione alle ultime due edizioni del carnevale organizzato
dalla provincia di Bergamo e al carnevale di Trezzo sull’Adda e al Festival di
Artisti di Strada di Costa di Mezzate,
Collabora assiduamente con gruppo teatrale ERBAMIL di Ponteranica.
Il gruppo a organico variabile parte da un minimo di 10 elementi ad un massimo
di 25/30.
Il volume sonoro prodotto dall’organico al suo completo non può che trasmettere
una sensazione irrefrenabile di movimento da parte di chi ascolta.
QUINDI….
Caravan Orkestar Trombe, tromboni, sassofoni, clarinetti e percussioni daranno
vita ad una festa balcanica-slava-ebraica in perfetto stile Kusturica in un
concerto tutto da ballare!!!!
Jovica Jovic - ma penso lo conosciate bene...
Balval è nato nel 1953 da una famiglia di musicisti rom. Suo padre e suo nonno
erano violinisti, all’età di 9 anni ha scelto invece la fisarmonica, strumento
nuovo per quei tempi. All’età di 12 anni suonava ai matrimoni e alle feste. A 18
anni ha deciso di cercare fortuna in altri paesi che potessero offrirgli
maggiori possibilità della Serbia.
Dal 1971 al 1996 ha fatto il musicista in vari paesi d’Europa. Dal 1996 vive
stabilmente in Italia e continua ad esercitare la professione di musicista.
Da cinque anni circa collabora con un gruppo di musica serba e balcanica, i
Muzikanti. Con loro ha prodotto due dischi, e insieme a loro si esibisce in
occasione di eventi pubblici e privati (feste, matrimoni, ecc). Insieme ad altri
musicisti rom ha animato numerose serate in tutta Italia organizzate da Opera
Nomadi, con cui collabora dal 1984.
Nella sua vita ha registrato numerosi dischi, come solista o come membro di
orchestre; nel 2000 ha partecipato alla tournée di Piero Pelù, con il quale ha
anche registrato un video; con Moni Ovadia ha stretto una fraterna amicizia ed
insieme hanno partecipato alla mostra su De Andrè, attualmente in giro per
l’Italia. Numerosi sono i suoi concerti in occasioni ufficiali, in memoria
dell’olocausto con la partecipazione di enti pubblici.
La sua fisarmonica ha quasi 40 anni. Jovica Jovic l’ha acquistata appena
arrivato in Italia, a Stradella, nel 1971. Per essere precisi è una fisarmonica
cromatica, uno di quei modelli introvabili con i bottoni al posto della
tastiera, difficilissima da suonare. Jovic è un serbo di etnia rom e a guardarlo
sembra un elegante pensionato sulla cinquantina, sorridente e dai modi gentili.
Ma, suo malgrado, per tanto tempo ha avuto una doppia vita. Quella ufficiale,
sui palchi di mezza Italia a fianco di artisti internazionali e assieme alla sua
bae l’altro. Con un’unica colpa: avere un visto scaduto. Ora il Maestro non è
più clandestino.
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