Segnalazione di Stojanovic Vojisvav
JusticeTv Mercoledì, 09 Maggio 2012 15: :24 - Scritto da Martina Chichi
In Croazia, per la prima volta, un tribunale nazionale condanna una donna
accusata di aver discriminato la comunità rom. È accaduto a Fiume, dove, due
anni fa, un'esercente ha rifiutato di accogliere nel suo negozio due ragazze di
origine rom che si erano presentate per svolgere un tirocinio richiesto dalla
scuola secondaria superiore.
La titolare dell'esercizio aveva chiuso loro in faccia la porta del locale
chiamandole "zingare". Le studentesse hanno denunciato l'episodio alla preside
della scuola di economia frequentata e, dopo aver trovato un altro negozio per
svolgere le ore di pratica necessarie per superare l'anno, si sono rivolte al
tribunale per ottenere giustizia.
Il giudice ha condannato il gesto d'intolleranza della donna, ordinandole di
pagare una pena pecuniaria. Si è trattato, secondo la pronuncia, di un caso di
discriminazione su base etnica. Caso che ha destato l'attenzione dell'opinione
pubblica in una città multiculturale come Fiume, dove gli episodi di
intolleranza verso le comunità rom e sinti non sono affatto rari.
Le giovani sono rimaste soddisfatte. "Credo che il verdetto aprirà la strada
ad altri processi e aiuterà molte persone che vengono danneggiate perché non
appartenenti alla maggioranza etnica che c'è nella popolazione" ha commentato
una delle ricorrenti.
È un verdetto importante per la Croazia, perché per la prima volta è un
tribunale nazionale a emanare una condanna. Finora vicende legali analoghe
avevano trovato seguito solo presso la Corte europea dei diritti dell'uomo.
La discriminazione scolastica in Croazia era stata oggetto, nel 2010, di una
sentenza dei giudici di Strasburgo. Quattordici ricorrenti di origine rom
lamentavano il fatto di aver visto inserire i propri figli in classi composte
esclusivamente da ragazzi della stessa etnia. In quella occasione la Corte aveva
ritenuto che formare nelle scuole elementari classi separate per i bambini rom
li sottoponesse a un trattamento differente rispetto a quello degli altri
alunni. Le classi separate finivano per sfavorire il grado di istruzione dei
bambini, senza tenere conto delle esigenze di coloro che conoscevano male la
lingua croata. La Croazia era stata condannata a risarcire per danni morali i
ricorrenti, colpevole di aver discriminato la comunità rom e di non aver
garantito il diritto all'istruzione.
Fa notizia, quindi, la sentenza di condanna per discriminazioni di un
tribunale croato, accolta nella giurisprudenza nazionale come un significativo
precedente.