Rom e Sinti da tutto il mondo

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Richiediamo chiarezza. Di Rom si parla poco e male, anche quando il tema delle notizie non è "apertamente" razzista o pietista, le notizie sono piene di errori sui nomi e sulle località

La redazione
-

Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 10/06/2012 @ 09:05:08, in casa, visitato 1367 volte)

L'Unione sarda 8/6/2012

Nessuna tensione tra le baracche: i vigili hanno trovato un clima rassegnato - Consegnati gli ordini ai 35 capifamiglia del campo

Le pattuglie della polizia municipale e gli assistenti sociali si sono presentati nel pomeriggio. Hanno varcato l'ingresso del campo nomadi sulla Statale 554 per consegnare i 35 avvisi di sgombero alle famiglie rom. Entro il 2 luglio dovranno andare via. L'atto formale segue l'ordinanza firmata dal sindaco Massimo Zedda in seguito al sequestro dei terreni inquinati disposto dalla Procura. Intanto l'assessorato regionale alla Sanità sta lavorando per modificare la destinazione d'uso dei 579mila euro prima destinati alla riqualificazione dei campi. Potrebbero essere dirottati a progetti di integrazione sociale. Non per contribuire al pagamento degli affitti per le abitazioni che in futuro ospiteranno le 157 persone (93 sono bambini e donne in gravidanza).

I TEMPI Meno di un mese dunque a disposizione delle famiglie per lasciare le baracche e del Comune per trovare una sistemazione. Ieri gli agenti della polizia municipale e gli assistenti sociali hanno trovato un clima di collaborazione nel campo nomadi. Le ordinanze sono state notificate quasi tutte (a parte alcuni capi famiglia assenti al momento dell'arrivo dei vigili urbani). Oramai nell'area sulla 554 ci si è rasseganti al destino di dover lasciare un luogo che, come scritto nel documento firmato dal primo cittadino di Cagliari, è «assolutamente incompatibile con la presenza di esseri umani».

IL SEQUESTRO Il campo, alcuni giorni fa era stato sottoposto a sequestro da parte della Procura. La disposizione era stata notificata al Comune e, mercoledì, il sindaco ha firmato l'ordinanza che obbliga le famiglie rom ad abbandonare le loro baracche. La relazione dei carabinieri del Noe era impietosa. L'area dove vivono i nomadi è inquinata e in condizioni igieniche preoccupanti. Il Comune oltre a occuparsi di trovare una sistemazione alternativa per le 35 famiglie, elaborerà un piano di intervento per la rimozione, lo smaltimento e il recupero dei rifiuti presenti con l'eventuale successiva bonifica dell'area. Compreso il sottosuolo. Ci vorrà parecchio tempo.

DOVE ANDRANNO Lo sgombero del campo è in parte iniziato con il progetto d'inclusione sociale. Le famiglie troveranno sistemazione in case con giardino o terreno sul litorale cagliaritano: il Comune contribuirà, almeno per il primo anno, al pagamento dell'affitto. Una partita che vede impegnata anche la Regione. L'assessorato alla Sanità è in contatto con l'amministrazione cagliaritana. C'è da trovare un modo per modificare la destinazione dei 579mila euro stanziati per la riqualificazione dei campi nomadi. Probabilmente, fanno sapere dall'assessorato guidato da Simona De Francisci, con una delibera di giunta (o con una norma nel prossimo collegato della finanziaria o un disegno di legge) questi fondi potrebbero essere reindirizzati in progetti per l'inserimento scolastico dei bambini e lavorativo per gli adulti.

Matteo Vercelli

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Di Fabrizio (del 11/06/2012 @ 09:56:37, in Italia, visitato 1477 volte)

Legnano news

L'assessorato alle Politiche sociali della Provincia di Milano ha presentato questa mattina il "XIV rapporto sull'immigrazione straniera in Provincia di Milano", l'annuale fotografia della presenza straniera sul nostro territorio realizzata con il supporto di Fondazione Ismu e Orim, l'Osservatorio regionale per l'integrazione e la multietnicità.

Oltre al consueto rapporto, sono stati diffusi anche i dati OPI – Osservatorio Provinciale per l'Immigrazione – sugli insediamenti delle popolazioni rom e sinti in provincia di Milano.

[...]

RAPPORTO OPI SU ROM E SINTI. L'indagine condotta dall'OPI di Milano sulle realtà insediative delle popolazioni rom e sinti, la prima dal 1998, si è basata sulle risposte di 118 comuni del territorio al questionario inviato dalla Provincia.

Soltanto 21 amministrazioni locali, il 17%, hanno segnalato la presenza di campi rom sul loro territorio. Nell'hinterland sono stati rilevati 40 insediamenti, di cui solo 8 regolari. Degli altri 32, 11 sorgono su aree pubbliche e altrettanti su aree private altrui.

In queste aree è stimata la presenza di 1.124 tra rom e sinti, di cui 222 minori.

Gli insediamenti rilevati a Milano città sono invece 22, abitati da 1.479 persone,di cui 930 regolari. Solo 8 insediamenti, circa un terzo, sono regolari e sorgono tutti su area pubblica.

Nelle scuole della provincia risultano iscritti 935 minori rom e sinti, di cui 527 nella scuola primaria e 298 nella secondaria di primo grado. Dati su cui si è soffermato l'assessore Pagani: "La presenza dei minori nelle scuole, soprattutto di primo grado, lascia intravvedere qualche possibilità di integrazione. Tuttavia in questo studio manca per ora un dato fondamentale: l'inserimento lavorativo di rom e sinti. A mio avviso questo è un dato imprescindibile per poter valutare, in seconda battuta, politiche abitative"

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Di Sucar Drom (del 12/06/2012 @ 09:56:43, in scuola, visitato 1448 volte)

Revistacale.wordpress.com: Il romanés, una lingua morta?
Nicolás Jiménez mentre legge "Sar- San?"

INTERVISTA

Nicolás Jiménez González ha dedicato la sua vita allo studio del romanés. Laureato in sociologia, consulente linguistico dell'Instituto de Cultura Gitana e professore-lettore nell'Università di Alcalá de Henares, attualmente lavora al manuale di apprendimento del romanés standard "Sar San?" Inoltre, sta progettando un piano di formazione per istruttori che possano insegnare questo metodo nelle scuole con presenza di studenti gitani.

Appassionato di flamenco, dei film d'azione e di tori, Nicolás Jiménez ritiene imprescindibile che il romanés venga incluso nei piani di studio, perché questa lingua non finisca con lo sparire. Nel contempo, perché questo succeda è necessaria l'istituzionalizzazione del popolo gitano.

La popolazione romanì nell'Unione Europea raggiunge i 12 milioni di cittadini. Milioni di persone che hanno vissuto per anni una storia comune di persecuzioni, isolamento e marginalizzazione. Milioni di persone che, inoltre, condividono una cultura ed, in particolare, un lingua, il romanés.

Il romanés è un idioma dialettizzato che, assieme allo spagnolo, ha dato luogo al caló. "Il caló è una creazione collettiva dei gitani spagnoli, una parlata nata in Spagna," afferma l'autore. Nel contempo, insiste che si debba tener conto che tra due lingue in contatto c'è sempre un feedback. "Occorre considerare l'influenza del romanés nello spagnolo: per esempio, nell'idioma spagnolo esistono circa 200 gitanismi. Sono soprattutto nel gergo giovanile," spiega il consulente linguistico.

Senza dubbio, secondo il ricercatore, il caló ha smesso la sua utilità comunicativa e si è convertito, invece, in un referente identitario.  "Posso affermare che il caló corre il rischio di estinguersi, dato che ha perso la sua capacità di comunicazione," ripete Jiménez. Purtroppo attualmente non c'è chi lo parli compiutamente, ma solo se ne adoperano alcune parole e brevi frasi inframmezzate nella conversazione.

Ciononostante il caló è molto importante per i gitani, in quanto parte della loro identità. Un'identità costruita a partire dall'esotismo e che ha attraversato il XIX e la metà del XX secolo. "La moda del -flamenquismo- risvegliò l'interesse della gente in Andalusia e, concretamente, dei gitani," assicura Nicolás Jiménez.  Fu durante questo periodo che musici, pittori e scrittori stranieri ricrearono questa atmosfera curiosa e lontana, col boom dell'andalusismo che contribuì ad aumentare la simpatia per i gitani.

Verso uno standard

Fu così che la simpatia per i gitani divenne la principale motivazione per iniziare a standardizzare il caló. Come dice Nicolás Jiménez, in Spagna gli standard si conoscono poco e mai - sino ad adesso - si è fatto uno sforzo per la loro diffusione. Tuttavia, in campo internazionale, la Commissione di Linguistica dell'Unión Romaní, guidata dal professor Courthiade, è stata incaricata di realizzare un progetto di standardizzazione del romanés, che continua sino ad oggi, con un progressivo aumento degli utenti dell'alfabeto e la pubblicazione in diversi paesi dei metodi di insegnamento.

"La diversità è ricchezza ed anche l'apprendimento del romanés è un diritto"

"La nostra lingua dovrebbe essere presente nell'insegnamento dello spagnolo. La diversità è ricchezza ed anche l'apprendimento del romanés è un diritto," dichiara Jiménez. Per questo, uno dei piani di formazione è il manuale Sar-san? (Come stai?). Questa iniziativa lanciata dall'Instituto de Cultura Gitana, intende recuperare l'uso del romanés in Spagna, per allontanarlo dal pericolo di estinzione in cui si trova. Jiménez è il principale promotore e progettista dell'idea ed afferma che "il libro è il primo passo all'interno di un grande progetto."

Link:

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Segnalazione di Nazzareno Guarnieri



Una delegazione dell'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar) della Presidenza del Consiglio dei Ministri si è recata oggi nella prefettura di Pescara per una serie di incontri istituzionali e con rappresentanti della comunità Rom.

Obiettivo degli incontri è garantire la piena attuazione della strategia italiana di inclusione dei Rom sul territorio, mission alla quale sta dando un grande contributo anche il comune di Pescara. L'attuazione della strategia inclusiva è legata agli impegni internazionali assunti dal governo italiano in quest'ambito riguardo all'attuazione della comunicazione della Commissione europea n.173/2011.

Dopo gli incontri con il questore Passamonti e con il comandante provinciale dei Carabinieri Galanzi, coordinati dal prefetto Vincenzo D'Antuono, i delegati Unar hanno avuto un colloquio con esponenti della comunità Rom, che ha condannato con fermezza l'omicidio del tifoso laziale ucciso la sera del 1° maggio a Pescara presumibilmente da un gruppo di Rom.

La comunità pescarese, hanno assicurato i suoi rappresentanti, è pienamente disponibile a partecipare ad un percorso di inclusione socio-lavorativa, le cui tappe, con le relative iniziative, saranno individuate nell'ambito di un tavolo di lavoro permanente.

La prefettura avrà un ruolo di primo piano nell'organismo, che sarà avviato entro giugno a cura dell'Unar nella sua doppia veste di ente per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni e di struttura di coordinamento della strategia europea e italiana di inclusione dei Rom.

In quest'ottica, ci sarà molta attenzione per la funzione dei mezzi di informazione - La Federazione nazionale della stampa italiana già collabora con Unar - che possono dare un grande contributo nel promuovere un cambiamento culturale in vista del superamento di pregiudizi e stereotipi diffusi.

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Di Fabrizio (del 14/06/2012 @ 09:32:53, in Italia, visitato 2323 volte)

GIOVEDI' 21 LUGLIO ore 21.00 con ingresso libero e gratuito:

L'associazione La Conta vi invita alla presentazione del libro "Vicini Distanti (cronache da via Idro)" di Fabrizio Casavola

    Bravissimi musicisti... sensuali ballerine... fieri residuati di un lontano passato? Oppure: ladri, sporchi, pigri, criminali? Storie, testimonianze, documenti su chi vive da cinquant'anni in un quartiere milanese, e di una lunga ricerca verso l'interazione comune.

presso CGIL - Salone Di Vittorio, in Piazza Segesta 4 con ingresso da Via Albertinelli 14 (discesa passo carraio) a Milano.

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Di Fabrizio (del 14/06/2012 @ 09:42:25, in Kumpanija, visitato 1547 volte)

Segnalazione di Elisabetta Michelini. Ricordo di Erasmo Formica

La Provincia Pavese

via bramante PAVIA. Un sinto fuori dal comune, un camminante, ex giostraio, pastore evangelico e figura di riferimento dei nomadi di via Bramante. È morto a 58 anni Erasmo Formica, nato il giorno della Festa della Repubblica. Sul suo profilo Facebook, che usava per diffondere iniziative e vincere la diffidenza tra sinti e stanziali, aveva messo come lingue parlate "Milanese, dialetto pavese and sinti-manouche". Presidente dell'associazione Rom e sinti pavesi, che aveva cominciato un percorso di stretta collaborazione con le istituzioni, aprendo i campi alla città per far conoscere queste realtà spesso ignorate, Erasmo - giostraio e ferrovecchio - si era reinventato e aveva fondato una cooperativa per il recupero dei toner usati. «È stato il primo e unico sinto di Pavia a venire in università, a collaborare nelle ricerche, incontrando studenti. Si è messo in gioco in tanti modi fino all'ultimo», lo ricorda il sociologo Andrea Membretti.

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Di Fabrizio (del 15/06/2012 @ 09:17:07, in Regole, visitato 1383 volte)

Della sentenza, penso che ne abbiate già letto tutti. Visto che stavolta non è mancato il clamore mediatico, me ne son stato zitto: non c'erano le solite storie sconosciute da far conoscere. Ma aspettavo.... sicuro che i miei amici non mi avrebbero deluso e non sarebbero stati zitti.

Puntuale come una bolletta, difatti è arrivato il Giornale:

    E' vietato dire: "Zingaropoli" Condannati il Pdl e la Lega, ma a Milano è allarme rom
    In campagna elettorale il centrodestra aveva predetto il futuro: "Con Pisapia Milano diventerà una zingaropoli". Fiocca la condanna, ma i rom sono triplicati davvero
    di Sergio Rame - 13 giugno 2012, 16:04
    Guai a usare il termine "zingaropoli"...

Subito doppiato dall'amichetto Libero. E io da bravo psichiatra dilettante sono andato a cercare cosa recitava quel manifesto;

  é questo, giusto?

E' vietato (o meglio è condannato), e questo fa parte, volente o nolente, della polemica politica, anche se su qualcosa riguardo ad un anno fa. Però rileggo l'articolo di Sergio Rame (e redazione acclusa) e mi sembra che "politicamente" manchi una riflessione essenziale:

  • La più grande moschea d'Europa, ammesso che sia un crimine, qualcuno l'ha mai vista?
  • + campi nomadi, ma davvero quest'anno sono aumentati? Ad essere generoso, soltanto ascoltando le lamentele dei "soliti noti", mi sembra che c'erano prima e ci sono adesso. Se proprio proprio vogliamo cercare una differenza: adesso in qualche modo stanno cercando una qualche forma di stanzialità, ai tempi di De Corato sceriffo erano sempre gli stessi campi nomadi che facevano il girotondo in città.

Forse al Giornale si sono confusi col grattacielo di Sucate, quello in via Puppa...

o col nuovo centro residenziale sorto in un'area verde:

E per finire: un ricordo da Zingaropoli

Era maggio 2011, battute finali della campagna elettorale, festa VIA PADOVA E' MEGLIO DI MILANO.

Dopo essere stati accusati da Bossi di essersi defilati per le elezioni, erano scesi in campo in piazza Costantino alcuni volantinatori di CL, con i loro foglietti su Zingaropoli e l'insicurezza in città.

Assieme a Legambiente si era organizzato un breve percorso sul naviglio Martesana per una decina di bambini del campo di via Idro.

Fu così che quei volantinatori finirono circondati dal nostro arrivo, con una morsa a tenaglia: bambini e Legambiente che sbarcavano dalle canoe, le truppe meccanizzate (cioè le loro mamme munite di pericolosi passeggini) che arrivavano contemporaneamente sull'altra sponda.

Gli altri partecipanti gagé della festa applaudirono il nostro arrivo. I volantinatori si guardarono intorno, decisero che non c'era più religione e tornarono in parrocchia.

il generale Giap mentre studia la situazione dalla sponda del Mekong

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Di Fabrizio (del 16/06/2012 @ 09:57:54, in Italia, visitato 1650 volte)

23-24 Giugno 2012- Polo Porta Nuova Pisa
Due giorni di confronto e incontro tra esclusione e diritti di negati.

Sabato 23 Giugno 2012

ore 11:00 in Piazza XX Settembre, sotto il Comune di Pisa presentazione del libro !Rebeldia Edizioni
"L'uomo del non luogo è criminale in potenza". (I.Kant) .
L'immagine di rom e sinti attraverso un'analisi della stampa locale pisana.
Sarà presente l'autrice Alice Cirucci (Ass.Africa Insieme)

ore 17:00 presso il Polo Porta Nuova
"Sgomberi Rom: Pisa sempre più vicina a Roma. Analisi e comparazione nella gestione della permanenza rom e sin in Italia."
Partecipano:
- Antonio Ardolino, progetto ControCampo (Roma)
- Massimo Colombo, Fondazione Michelucci (Firenze)
- Fernando Chironda, Amnesty International

dalle ore 16:00 Laboratorio per bambini a cura di ARCIragazzi

ore 20:30 cena e musica tipica "il sapore non si sgombera".

A seguire assemblea con le comunità rom presenti a Pisa.

Domenica 24 giugno 2012

Polo Porta Nuova
ore 11 workshop "Prospettive e soluzioni d'accoglienza: no agli sgomberi" a cura di Africa Insieme. Partecipano le associazioni toscane impegnate sul campo.

Promuovono: Ass. Africa Insieme, Laboratorio delle disobbedienze-Rebeldia, Arciragazzi.

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Di Fabrizio (del 17/06/2012 @ 09:16:22, in scuola, visitato 1604 volte)

Segnalazione di Marco Brazzoduro

Popica onlus

"Chi sono gli zingari?" Con questa domanda, lapidaria e lessicalmente scorretta, cominciavamo i laboratori con i ragazzi e le ragazze delle terze medie della scuola San Benedetto, nel quartiere popolare e storicamente a forte densità rom di Centocelle, periferia est di Roma. Le risposte, molto spesso politicamente scorrette, introducevano il tema degli incontri, un rimosso della storiografia ufficiale delle democrazie occidentali: il Porrajmos.

"Cos'è il Porrajmos?" Questa strana parola risuonava nelle classi di fronte gli occhi interrogativi e curiosi dei ragazzi. Sui libri di storia, dove presenti, solo pochissime parole per liquidare lo sterminio dei rom ad opera del nazifascismo, mezzo milione di donne uomini e bambini torturati e uccisi nei lager e nei rastrellamenti.

Più che una lezione di storia negata - l'Olocausto dei rom è stato definito da qualcuno "il genocidio dimenticato" - gli incontri con i ragazzi e le ragazze sono stati un momento di stimolo per chiunque, per loro e per noi.

Abbiamo scelto di svolgere gli incontri con un'impostazione frontale e dinamica, per non annoiare con freddi numeri e dati e soprattutto per far esprimere liberamente gli studenti, consentendogli sempre di dar sfogo anche alle proprie critiche e obiezioni. In quanto il problema dell'esclusione sociale, della discriminazione, del pregiudizio, della disinformazione, della persecuzione dei rom è tutt'altro che risolto. La lavagna si riempiva di ciò che il termine "zingaro" evocava nelle menti degli studenti e, ogni volta, per ogni classe, la discriminazione, il pregiudizio e la disinformazione emergevano feroci. Ma da lì a poco le certezze crollavano, di fronte ai video proiettati, alle immagini di personaggi famosi (grande successo per Pirlo e Ibrahimovic) di origine romanì, fino alle importanti testimonianze dirette di chi ha vissuto e vive nelle baraccopoli di Roma, subendo sgomberi e blitz polizieschi. Uomini e donne che potevano parlare delle loro esistenze da una cattedra di una scuola avvolti dalla rispettosa quanto interessata attenzione dei ragazzi e delle ragazze. Una presenza non scontata ai nostri laboratori, quella di uomini e donne costretti ogni giorno a sbattersi per la città con lavori faticosi e in nero. Rinunciare a ore di lavoro per essere in classe a raccontarsi vuol dire perdere quel po' di denaro con la vendita al chilo del ferro raccolto che si può mettere insieme.

Per i mesi di aprile e maggio 2012 Popica Onlus e scuola San Benedetto hanno collaborato intensamente e proficuamente, con due incontri per classe di un'ora e mezza ciascuno, in orario di lezione.

Gli alunni hanno dimostrato interesse per l'argomento, ma la partecipazione si è spesso estesa ai professori, a loro volta in buona parte esclusi dall'informazione e dalle nozioni sui libri di storia di fronte a questo tema.

Il tutto è culminato in un interessante incontro con il Comitato genitori della scuola, il 18 maggio.

Un'esperienza positiva ed importante che abbiamo voluto sviluppare a titolo assolutamente gratuito, fuori dai mille progetti destinati ai rom o alla loro inclusione, in quanto fermamente consci del nostro ruolo di attivismo e convinti dell'importanza di iniziare la battaglia contro le discriminazioni proprio nella culla della cultura, nella scuola, e proprio in quelle scuole, come la San Benedetto, che, più di altre, sono attente alla formazione umana dei loro alunni e delle loro alunne.

Christian Picucci e Gianluca Staderini

LO SCHEMA DEGLI INCONTRI IN CLASSE
Temi Lezione- durata Tipologia
  1. Conosci gli zingari?
  2. Zingari o Rom
  3. I tuoi pregiudizi sui Rom
  4. I pregiudizi del mondo sui Rom
Prima parte:
60 minuti
  • Frontale / Dinamica / Introduttiva
  • Stimolare gli studenti ad esprimere liberamente la propria opinione.
  • Spazio per domande degli studenti.
  1. Porrajmos
Seconda parte:
30 minuti
  • Video
  1. L'ideologia fascista e le sue implicazioni razziali, prima del 1938 e dopo.
  2. L'ideologia nazista e le sue implicazioni razziali
  3. Le fasi di attuazione della persecuzione antigitani ( cenni generali e focus sul caso italiano)
  4. La soluzione finale

    (con riferimenti contestuali alle fonti scritte di natura teorica)
Terza parte:
30 minuti
  • Frontale/ teorica con indicazioni per gli approfondimenti individuali da sviluppare successivamente.
  1. I Rom, i campi e gli sgomberi
Quarta parte:
15 minuti
  • Video
  1. Rom oggi a Roma
  2. La persecuzione oggi
Quinta parte:
45 minuti
  • Testimonianza diretta / conclusioni
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Di Fabrizio (del 18/06/2012 @ 09:22:44, in casa, visitato 1262 volte)

Da Roma_Francais

Incolpato di discriminazione contro i Rom

Il sindaco di un comune del sud della Croazia è stato accusato dal procuratore locale di "discriminazione razziale", dopo aver fatto pressioni su una famiglia rom, forzandola a lasciare il villaggio

Il tribunale regionale di Zara dice in un comunicato di aver accusato un "cittadino croato di Skabrnja, nato nel 1949", senza rivelarne il nome, di "discriminazione razziale". Secondo la televisione nazionale HRT, si tratterebbe di Luka Skare, sindaco di Skabrnja, piccola località non lontana da Zara.

"Davanti a diverse persone, che avevano chiesto minacciandola alla famiglia rom di lasciare Skabrnja, il sindaco ha invitato gli abitanti a prepararsi per un assalto dopo che la polizia se ne fosse andata," precisa l'accusa.

Queste minacce "sono state accolte con ansia e paura tra i Rom, che per questo hanno lasciato la città," dice la medesima fonte.

Proteste degli abitanti

L'incidente è successo all'inizio di maggio, quando una famiglia rom si era stabilita su un terreno da lei acquistato a Skabrnja. I circa 2.000 abitanti della località avevano protestato violentemente ed avevano cintato il terreno con una rete metallica.

Malgrado la reazione della stampa e delle istituzioni locali incaricate della protezione dei diritti umani, i 17 componenti della famiglia rom hanno lasciato Skabrnja dopo qualche giorno di tensione.

Secondo il censimento del 2001, vivono circa 9.500 Rom in Croazia, su una popolazione totale di 4,2 milioni di abitanti. Tuttavia, il governo stima che la comunità conti tra le 30.000 e le 40.000 persone, mentre le associazioni rom avanzano una cifra superiore alle 60.000.

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