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Spagna
Di Sucar Drom (del 12/06/2012 @ 09:56:43, in scuola, visitato 1448 volte)

Revistacale.wordpress.com: Il romanés, una lingua morta?
Nicolás Jiménez mentre legge "Sar- San?"

INTERVISTA

Nicolás Jiménez González ha dedicato la sua vita allo studio del romanés. Laureato in sociologia, consulente linguistico dell'Instituto de Cultura Gitana e professore-lettore nell'Università di Alcalá de Henares, attualmente lavora al manuale di apprendimento del romanés standard "Sar San?" Inoltre, sta progettando un piano di formazione per istruttori che possano insegnare questo metodo nelle scuole con presenza di studenti gitani.

Appassionato di flamenco, dei film d'azione e di tori, Nicolás Jiménez ritiene imprescindibile che il romanés venga incluso nei piani di studio, perché questa lingua non finisca con lo sparire. Nel contempo, perché questo succeda è necessaria l'istituzionalizzazione del popolo gitano.

La popolazione romanì nell'Unione Europea raggiunge i 12 milioni di cittadini. Milioni di persone che hanno vissuto per anni una storia comune di persecuzioni, isolamento e marginalizzazione. Milioni di persone che, inoltre, condividono una cultura ed, in particolare, un lingua, il romanés.

Il romanés è un idioma dialettizzato che, assieme allo spagnolo, ha dato luogo al caló. "Il caló è una creazione collettiva dei gitani spagnoli, una parlata nata in Spagna," afferma l'autore. Nel contempo, insiste che si debba tener conto che tra due lingue in contatto c'è sempre un feedback. "Occorre considerare l'influenza del romanés nello spagnolo: per esempio, nell'idioma spagnolo esistono circa 200 gitanismi. Sono soprattutto nel gergo giovanile," spiega il consulente linguistico.

Senza dubbio, secondo il ricercatore, il caló ha smesso la sua utilità comunicativa e si è convertito, invece, in un referente identitario.  "Posso affermare che il caló corre il rischio di estinguersi, dato che ha perso la sua capacità di comunicazione," ripete Jiménez. Purtroppo attualmente non c'è chi lo parli compiutamente, ma solo se ne adoperano alcune parole e brevi frasi inframmezzate nella conversazione.

Ciononostante il caló è molto importante per i gitani, in quanto parte della loro identità. Un'identità costruita a partire dall'esotismo e che ha attraversato il XIX e la metà del XX secolo. "La moda del -flamenquismo- risvegliò l'interesse della gente in Andalusia e, concretamente, dei gitani," assicura Nicolás Jiménez.  Fu durante questo periodo che musici, pittori e scrittori stranieri ricrearono questa atmosfera curiosa e lontana, col boom dell'andalusismo che contribuì ad aumentare la simpatia per i gitani.

Verso uno standard

Fu così che la simpatia per i gitani divenne la principale motivazione per iniziare a standardizzare il caló. Come dice Nicolás Jiménez, in Spagna gli standard si conoscono poco e mai - sino ad adesso - si è fatto uno sforzo per la loro diffusione. Tuttavia, in campo internazionale, la Commissione di Linguistica dell'Unión Romaní, guidata dal professor Courthiade, è stata incaricata di realizzare un progetto di standardizzazione del romanés, che continua sino ad oggi, con un progressivo aumento degli utenti dell'alfabeto e la pubblicazione in diversi paesi dei metodi di insegnamento.

"La diversità è ricchezza ed anche l'apprendimento del romanés è un diritto"

"La nostra lingua dovrebbe essere presente nell'insegnamento dello spagnolo. La diversità è ricchezza ed anche l'apprendimento del romanés è un diritto," dichiara Jiménez. Per questo, uno dei piani di formazione è il manuale Sar-san? (Come stai?). Questa iniziativa lanciata dall'Instituto de Cultura Gitana, intende recuperare l'uso del romanés in Spagna, per allontanarlo dal pericolo di estinzione in cui si trova. Jiménez è il principale promotore e progettista dell'idea ed afferma che "il libro è il primo passo all'interno di un grande progetto."

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