Revistacale.wordpress.com: Il romanés, una lingua morta?
Nicolás Jiménez mentre legge "Sar- San?"
INTERVISTA
Nicolás Jiménez González ha dedicato la sua vita allo studio del romanés.
Laureato in sociologia, consulente linguistico dell'Instituto de Cultura Gitana
e
professore-lettore nell'Università di Alcalá de Henares, attualmente lavora
al manuale di apprendimento del romanés standard "Sar San?" Inoltre, sta
progettando un piano di formazione per istruttori che possano insegnare
questo metodo nelle scuole con presenza di studenti gitani.
Appassionato di flamenco, dei film d'azione e di tori, Nicolás Jiménez
ritiene imprescindibile che il romanés venga incluso nei piani di studio, perché
questa lingua non finisca con lo sparire. Nel contempo, perché questo succeda è
necessaria l'istituzionalizzazione del popolo gitano.
La popolazione romanì nell'Unione Europea raggiunge i 12 milioni di
cittadini. Milioni di persone che hanno vissuto per anni una storia comune di
persecuzioni, isolamento e marginalizzazione. Milioni di persone che, inoltre,
condividono una cultura ed, in particolare, un lingua, il romanés.
Il romanés è un idioma dialettizzato che, assieme allo
spagnolo, ha dato luogo al
caló. "Il caló è una creazione collettiva dei gitani spagnoli, una parlata
nata in Spagna," afferma l'autore. Nel contempo, insiste che si debba tener
conto che tra due lingue in contatto c'è sempre un feedback. "Occorre
considerare l'influenza del romanés nello spagnolo: per esempio, nell'idioma
spagnolo esistono circa 200 gitanismi. Sono soprattutto nel gergo giovanile,"
spiega il consulente linguistico.
Senza dubbio, secondo il ricercatore, il caló ha smesso la sua utilità
comunicativa e si è convertito, invece, in un referente identitario.
"Posso affermare che il caló corre il rischio di estinguersi, dato che ha perso
la sua capacità di comunicazione," ripete Jiménez. Purtroppo attualmente non c'è
chi lo parli compiutamente, ma solo se ne adoperano alcune parole e brevi frasi
inframmezzate nella conversazione.
Ciononostante il caló è molto importante per i gitani, in quanto parte della
loro identità. Un'identità costruita a partire dall'esotismo e che ha
attraversato il XIX e la metà del XX secolo. "La moda del -flamenquismo-
risvegliò l'interesse della gente in Andalusia e, concretamente, dei gitani,"
assicura Nicolás Jiménez. Fu durante questo periodo che musici, pittori e
scrittori stranieri ricrearono questa atmosfera curiosa e lontana, col boom
dell'andalusismo che contribuì ad aumentare la simpatia per i gitani.
Verso uno standard
Fu così che la simpatia per i gitani divenne la principale motivazione per
iniziare a standardizzare il caló. Come dice Nicolás Jiménez, in Spagna gli
standard si conoscono poco e mai - sino ad adesso - si è fatto uno sforzo per la
loro diffusione. Tuttavia, in campo internazionale, la Commissione di
Linguistica dell'Unión Romaní, guidata dal professor Courthiade, è stata
incaricata di realizzare un progetto di standardizzazione del romanés, che
continua sino ad oggi, con un progressivo aumento degli utenti dell'alfabeto e
la pubblicazione in diversi paesi dei metodi di insegnamento.
"La diversità è ricchezza ed anche l'apprendimento del romanés è un diritto"
"La nostra lingua dovrebbe essere presente nell'insegnamento dello spagnolo.
La diversità è ricchezza ed anche l'apprendimento del romanés è un diritto,"
dichiara Jiménez. Per questo, uno dei piani di formazione è il manuale
Sar-san? (Come
stai?). Questa iniziativa lanciata dall'Instituto de Cultura Gitana, intende
recuperare l'uso del romanés in Spagna, per allontanarlo dal pericolo di
estinzione in cui si trova. Jiménez è il principale promotore e progettista
dell'idea ed afferma che "il libro è il primo passo all'interno di un grande
progetto."
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