Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 17/12/2008 @ 09:54:32, in Europa, visitato 2407 volte)
Da
Bitish_Roma
Ustiben report
La polizia del terrore picchia ad un matrimonio a Dale Farm
By Grattan Puxon
Per i giovani Danny e Nora doveva essere il più giorno della vita. Il servizio
presso la Chiesa di Nostra Signora, a Wickford, è stato un evento vissuto
pienamente da tutta la comunità di Dale Farm. Una limousine li aveva appena
portati al ricevimento nuziale presso il Canary Wharf di Londra.
Era stata prenotata una sala a venticinque miglia da Basildon nella speranza
di evitare problemi con i razzisti. Ma è stata la Polizia Metropolitana ad
intervenire. Come fotografa freelance di matrimoni la giornalista Jess Hurd si
era posta all'esterno quando le sono piombati addosso i ragazzi in blu.
Non si sa chi abbia chiamato al Ramada Hotel. Ma appena Hurd iniziò a
filmare, le si disse di bloccarsi sotto la minaccia della Sezione 44 della Legge
sul Terrorismo.
La sua videocamera è stata requisita per dei controlli. Poi è stata
interrogata sul fatto che potesse avere dei contatti con terroristi, dato che si
trovava in un'area delicata vicino all'aeroporto della città. Tuttavia, anche un
cieco poteva giudicare che faceva parte della celebrazione di una cerimonia
nuziale, alla presenza di ospiti gioiosi.
E' obbligatorio dire, che la Hurd furibonda per la condotta della polizia,
metterà in campo i suoi avvocati. Inoltre sta segnalando quanto accaduto, come
componente dell'Unione Nazionale dei Giornalisti presso una conferenza domani a
Parigi.
Il suo argomento in agenda è il trattamento dei Rom in Europa. Intende
evidenziare il lungo assedio di Dale Farm e laminaccia di radere al suolo questo
villaggio stabile dei Viaggianti. Richard Sheridan, presidente del Gypsy Council,
il cui nipote Danny Sheridan stava per sposare la residente Nora Quilligan, ha
celebrato anche il suo 40° compleanno il 10 dicembre.
"Questo incidente non avrebbe potuto essere gestito in maniera più inetta ed
offensiva," dice Sheridan. "Durante la festa di matrimonio di una giovane coppia
e nel Giorno dei Diritti Umani."
E' stato il terzo di quattro matrimoni tenutisi in rapida successione dalle
famiglie di Dale Farm, ansiose di celebrare il matrimonio prima del Nuovo Anno,
quando il tribunale d'appello giudicherà se il consiglio di Basildon può mettere
in opera lo sgombero totale sinora rimandato. Quarantadue anni fa, il 10
dicembre 1966, venne fondato il Gypsy Council in un pub del Kent, sulla cui
porta era posto il segnale "No Zingari".
Jess Hurd
Photographer
www.jesshurd. com
www.reportdigital.
co.uk
www.thebppa.
com/Jess- Hurd
Di Fabrizio (del 18/12/2008 @ 08:56:23, in Europa, visitato 2112 volte)
Da
Roma_Benelux
by DAVID MARK 09/12/2008 - EUOBSERVER / COMMENT
Con i mercati mondiali fratturati ed i gruppi dell'estrema destra che
guadagnano forza in tutto il continente, l'anti-ziganismo è drammaticamente
cresciuto negli ultimi anni. Vivendo spesso ai margini della società, i Rom sono
diventati il bersaglio di violenza razzista attraverso l'Europa, con attacchi
questo autunno in Italia, Repubblica Ceca e Ungheria.
[...] Come avvocato Rom a Bruxelles, mi chiedo cosa significherà la
recessione economica per la mia gente?
Le economie sviluppate si stanno indebolendo e nell'Europa dell'est la crisi
sta iniziando a rallentare la crescita in maniera drammatica. La recessione
economica ci riguarderà tutti, ma colpirà per primi e più forte i Rom. Se non ci
saranno al più presto azioni dalla UE, andiamo incontro al disastro.
I leader dei 27 stati membri UE si sono riuniti l'11 dicembre per il summit
europeo. I leader UE dovrebbero usare questa opportunità per potenziare la
Commissione Europea a sviluppare una Strategia Quadro per l'Inclusione dei Rom,
incluse quindi le politiche di sviluppo, coordinamento, controllo e valutazione.
I Rom immigrati dall'est Europa hanno contribuito al boom edilizio, fornendo
mano d'opera a buon mercato in Spagna, Italia e altrove. Quando questo boom
improvvisamente finirà e le industrie lasceranno migliaia di lavoratori a casa,
i Rom saranno i primi a perdere il lavoro, a causa specialmente delle
preesistenti discriminazioni e stereotipi negativi.
Per i Rom disoccupati, il quadro è ancora più scuro.
I governi stanno spendendo milioni di euro per stimolare gli affari ed il
settore finanziario attraverso incentivi fiscali o prestiti governativi, mentre
si restringono i bilanci per le aree come quelle dell'istruzione. Per colmare la
lacuna di quanti hanno perso recentemente il lavoro, gli stati intendono
approntare programmi che aiutino le famiglie numerose ed i disoccupati a lungo
termine.
Una volta che i programmi di assistenza vengono tagliati, non vengono più
restaurati. Questi programmi erano già stati criticati intensamente prima della
crisi; molti politici li intendevano eccessivamente pesanti anche per un periodo
economico migliore. Alcuni critici ritengono che senza questa rete di
salvataggio, i disoccupati a lungo termine saranno più motivati nel
cercare lavoro. Ma quando questo è stato tentato, è fallito.
Per risolvere problemi come la disoccupazione a lungo termine e la povertà,
dobbiamo rivolgerci alle loro cause sistematiche. Per i Rom questo significa
sfidare le discriminazioni e ampliare le opportunità per lo sviluppo
dell'istruzione e delle capacità.
Anti-ziganismo
La crisi finanziaria obbligherà l'inclusione Rom ad abbassare i propri
obiettivi? Con un'estrema destra in crescita e l'economia sotto sforzo, se non
sarà sotto controllo l'anti-ziganismo diventerà sempre più rampante. Cresceranno
le tensioni tra i Rom e la popolazione maggioritaria.
Il mese scorso, atti di violenza squadrista sono stati rivolti contro la
comunità Rom di Litvinov, nella Repubblica Ceca, mentre in Ungheria estremisti
di destra hanno ucciso quattro Rom durante alcuni incendi dolosi. Abbiamo paura
che altri governi europei seguiranno la voce dell'Italia, patrocinando il
profilo razziale e misure anti-Rom per rispondere ad una popolazione arrabbiata.
I programmi di integrazione si arresteranno col taglio dei servizi sociali, ed i
Rom saranno più marginalizzati di prima.
In un'Unione Europea, le economie sono interdipendenti, e temi come quelli
delle migrazioni incrociano con le opportunità istruttive e le condizioni
sociali nel continente. Nel 2008, abbiamo visto che l'esclusione sociale in
Romania può essere un problema italiano, spagnolo o francese. Sono sfide
condivise e dobbiamo progettare assieme le nostre strategie. Mentre i
finanziamenti possono essere limitati in questi tempi difficili, azioni
coordinate e standard chiari assicureranno il massimo da ogni sforzo.
L'Europa non può permettersi di avere circa 10 milioni di cittadini incapaci
di affrontare un'economia moderna perché sono stati obbligati nelle scuole
speciali. Non può permettersi crisi sanitarie che nascono in quelle comunità
dove sono stati tagliati i servizi sociali. Nemmeno può permettersi la violenza
e l'insicurezza incoraggiate da attitudini razziste.
Se i Rom vogliono rompere il circolo vizioso della povertà, i programmi di
istruzione effettiva, salute e anti-discriminatori sono critici. La crisi
finanziaria rende le tematiche Rom più urgenti che mai, e soltanto un'azione UE
concertata ed a lungo termine creerà il cambio di cui abbiamo bisogno.
David Mark is co-ordinator of the European Roma Policy Coalition and a
Soros Fellow
© 2008 EUobserver.com. All rights reserved. Printed on 09.12.2008.
Di Fabrizio (del 07/02/2009 @ 09:40:52, in Europa, visitato 1945 volte)
Da
Bulgarian_Roma
Il Gruppo Socialista del Parlamento Europeo ha espresso oggi le sue profonde
preoccupazioni sul linguaggio usato dal leader del principale partito di
opposizione in Bulgaria, il GERB, membro del Partito Popolare Europeo (EPP).
Ha detto Jan Marinus Wiersma, vice-presidente del Gruppo: "Le ultime
dichiarazioni di Boyko Borisov si riferiscono a Turchi, Rom e pensionati come
"cattivo materiale umano". Queste arrivano dopo una serie di dichiarazioni
discriminatorie e minacce contro i Turchi e gli omosessuali. Ciò descrive una
piattaforma politica che assomiglia alla piattaforma nazista sulla purezza della
nazione.
"Fin quando ogni dichiarazione di sorta non sarà seguita da scuse e da
dichiarazione riparatorie, chiediamo all'EPP di prendere le misure appropriate o
di distanziarsi da un partito che ha già attraversato la linea invisibile tra il
populismo di estrema destra e l'estremismo."
6 February 2009: Contact Tony Robinson +32-475-257410 or David Poyser on
+32-476-540886
www.socialistgroup.eu
Di Fabrizio (del 10/02/2009 @ 09:29:35, in Europa, visitato 1577 volte)
Da
Czech_Roma
Czech-netz Society News
05/02/2009 - Michael Kocáb, ministro per i diritti umani, sta tentando di
mantenere una delle promesse fatte in pubblico prima di accedere alla sua
attuale posizione. Recentemente ha condotto le trattative per l'acquisto
dell'infrastruttura ricreativa situata in una proprietà vicino a Hodonín u
Kunštátu dove c'era un campo concentramento per Rom usato durante la II guerra
mondiale.
La soluzione della situazione attuale è prioritaria per l'ufficio governativo
per i Diritti Umani e le Minoranze Nazionali, perché il sito dove molti
soffrirono e perirono non è un posto per attività ricreative. Secondo le
informazioni fornite da Aktuálně.cz, Alena Vojtová, proprietaria del complesso
ricreativo, concorda con questa proposta. "Ho detto io stessa al governo che
avevo intenzione di vendere una vasta sezione del complesso. Sono pronta a
vendere," ha detto al giornalista.
Quando il ministro raggiungerà l'accordo, il governo dovrebbe discutere la
questione nella sua prossima sessione. Quindi il gabinetto di Mirek Topolánek
dovrebbe firmare il progetto per risolvere il futuro di questa proprietà. Petr
Koubek, segretario di Michael Kocáb, ha detto "Dovrebbe sorgere un centro
educativo, focalizzato sulla cultura Rom. Dovrebbe costare circa dieci milioni
di corone. Ma non siamo ancora certi di poter ottenere quella somma."
Il campo aveva una funzione correttiva nel 1939 per il governo cecoslovacco
prima dell'occupazione nazista. Nel 1942 fu modificato in campo di
concentramento per Rom come anticamera alle camere a gas di Auschwitz. Nel
periodo della sua esistenza (sino al 1944), 1.396 persone passarono per il campo
di Hodonín u Kunštátu.
Di Fabrizio (del 14/02/2009 @ 09:10:36, in Europa, visitato 1493 volte)
Da
Roma_Francais
Un accampamento di rom senza acqua, né elettricità
10.02.09 - Delle condizioni di vita molto difficili. Una trentina di persone,
tra cui una quindicina di bambini, vivono nel disagio più totale a Neuhof.
Originari la maggior parte dalla Romania, da ieri mattina sono installati con
le loro carovane su un parcheggio appartenente a CUS Habitat. Una sistemazione
situata a qualche metro da quella dove vivevano sino a domenica, nelle stesse
condizioni di precarietà e che avevano lasciata in seguito ad un reclamo. La
città aveva accettato di mettere a disposizione il parcheggio di CUS Habitat, e
nuove espulsioni sembrano escluse nell'immediato. Ma questo non elimina il
problema di fondo.
"Non c'è acqua, servizi ed elettricità" si lamenta Jovica, padre di quattro
bambini. Afferma di lavorare senza regolarità e di aver fatto diciotto mesi fa
una domanda d'alloggio "che non ha mai avuto seguito". Il suo vicino Octavian è
in una situazione altrettanto precaria. "Non mangiamo tutti i giorni e non ci
sentiamo sicuri nel quartiere", afferma l'uomo precisando che ha una famiglia di
sei persone obbligata a vivere in una macchina. "C'è stata un'urgenza a cui
abbiamo risposto, quando il tribunale ha detto alle famiglie che dovevano
lasciare il terreno dove erano installate", sottolinea Marie-Dominique Dreyssé
(Verdi), aggiunto al sindaco per gli affari sociali e la solidarietà. Siamo
attenti alla situazione ed avanziamo su elementi di risposta con partner
istituzionali. Queste famiglie sono conosciute e seguite dalle strutture
sociali. Tra queste, l'associazione Médecins du monde. Si reca regolarmente
all'accampamento per permettere l'accesso ai suoi medici. Ma al di là di questo
benvenuto accompagnamento, "quello che semplicemente chiediamo, è di poter
infine disporre un giorno di condizioni di vita decenti", dice Jovica.
Di Fabrizio (del 17/02/2009 @ 09:41:00, in Europa, visitato 2197 volte)
Da
Hungarian_Roma
BUDAPEST, Feb 12 (Reuters) By Krisztina Than - L'approfondirsi delle
recensione rifornisce il risentimento verso i Rom d'Ungheria, alimentando le
tensioni con la più grande minoranza del paese ed aumentando i problemi del
governo socialista.
Il partito Jobbik di estrema destra spera di ottenere consensi seguendo
l'aumento di dimostrazioni pubbliche di antagonismo contro i Rom, o zingari, ed
ha chiamato ad un corteo contro quelli che chiama gli omicidi ed altri
crimini commessi dal popolo Rom.
Il più grande partito d'opposizione, Fidezs, ha pure lui aumentato la
pressione sul governo di Ferenc Gyurcsany, invitandolo martedì a reprimere i
crimini.
"La radicalizzazione dell'estrema destra e... del dialogo sociale sta
rompendo soglie e controlli che sinora hanno lavorato (nella società)," ha detto
a Reuters Antal Orkeny, professore di studi sulle minoranze dell'Università ELTE.
Un capo di polizia nella città nord orientale di Miskolc, in una delle
regioni più povere, il mese scorso ha rimproverato i Rom dei furti per strada.
E' stato rimosso, ma poi rimesso al suo posto e migliaia di persone hanno
manifestato in suo appoggio.
Durante un incontro domenica, a seguito dell'uccisione del giocatore rumeno
di pallamano Marian
Cozma (di cui i Rom sono stati incolpati ndr) a Veszprem nell'Ungheria
occidentale, alcuni tra la folla hanno gridato "Morte agli zingari!", già prima
che la polizia rendesse noto che i sospettati erano Rom.
L'Ungheria ha una delle più vaste comunità Rom nell'Europa orientale, tra il
5 e il 7% su una popolazione di 10 milioni. Sono rimasti ai margini, mancando da
decenni di lavoro e istruzione adeguata.
Con la disoccupazione attorno al 7,8% a settembre-novembre ed in aumento su
un'economia sostenuta da $25.1 milioni del pacchetto di salvataggio del FMI
(fondo monetario internazionale), la rivalità si è intensificata in settori come
quello delle costruzioni, dove i Rom nel passato potevano trovare lavoro.
La manifestazione di venerdì è organizzata da Jobbik, che si autodefinisce
"partito nazionale Cristiano" e combatte contro il "crimine rom". A gennaio, in
un sondaggio della Szonda Ipsos, ha ottenuto il 4% dei voti.
Ha chiamato la gente all'Arena sportiva di Budapest per protestare contro ciò
che definisce "i furti brutali e gli assassinii commessi dai Rom criminali".
POVERTA' E PREGIUDIZI
Jobbik appoggia la Guardia Ungherese, un gruppo nazionalista radicale di
quasi 2.000 membri, Jobbik, che potrebbe eleggere un candidato nelle elezioni
del Parlamento Europeo a giugno, sta agendo per capitalizzare il risentimento
versoi Rom.
Ma mentre il governo socialista di minoranza combatte per contrastare
l'impatto della recessione ed il montare della frustrazione popolare, il più
grande partito d'opposizione, Fidesz, [...] che i sondaggi danno al 61%, chiede
al governo di agire contro il crimine.
"E' tempo di un onesto, discorso diretto. Dobbiamo dire che il numero dei
crimini seri commessi dai Rom sta crescendo ad un tasso allarmante," ha detto
Fidesz in una dichiarazione.
Il governo, che nel 2006 si è trovato a fronteggiare i disordini dei gruppi
di estrema destra e la cui popolarità è crollata, ha affermato che c'è bisogno
di più programmi di lavori pubblici e di rafforzare la polizia.
"Dobbiamo agire finché possiamo, senza aspettare che emergano inimmaginabili
sviluppi sociali dai pregiudizi e dalle azioni dei vigilanti," ha scritto sul
proprio blog il Primo Ministro Ferenc
Gyurcsany dopo il delitto di Veszprem.
"Se la questione rimane in agenda e Jobbik offre la risposta più semplice,
aumentano le sue possibilità di entrare nel Parlamento Europeo," ha detto
l'analista politico Zoltan Kiszelly.
Ottenere un seggio in Europa potrebbe aprire la strada per ottenerne uno in
Ungheria alle elezioni di primavera prossima.
"Abbiamo due tornate elettorali consecutive, e nessun partito pensa di poter
ottenere voti denunciando con forza l'estremismo ed ergendosi a difesa dei Rom,"
ha detto alla Reuters Rob Kushen, direttore dell'European Roma Rights Centre.
Reporting by Krisztina Than, Additional reporting by Marton Dunai; Editing by
Sara Ledwith and Timothy Heritage
Di Fabrizio (del 19/02/2009 @ 09:17:30, in Europa, visitato 2056 volte)
Da
Roma_ex_Yugoslavia
PRISHTINË/PRISTINA, 14 febbraio 2009 - Il Capo della Missione OCSE in Kosovo,
Ambasciatore Werner Almhofer, ha chiesto oggi la piena integrazione della
comunità Askali nella società kosovara, in una dichiarazione rilasciata in vista
del 15 febbraio, designato come la Giornata Askali nel Kosovo.
Dice Almhofer: "La comunità Askali è tra le più marginalizzate nel Kosovo.
Non sono pienamente integrati nel sistema educativo né nel mercato del lavoro, e
mancano di accesso ai servizi basici. Occorre che il governo del Kosovo agisca
per migliorare la registrazione civile dei membri degli Askali, come pure delle
comunità Egizia e Rom, per assicurare il loro accesso ai servizi."
"D'altra parte, l'integrazione di tutte le comunità non è solo responsabilità
delle autorità. Chiunque viva in Kosovo dovrebbe trattare gli Askali e le altre
minoranze come pari cittadini e superare il pregiudizio contro persone che sono
differenti."
La Missione OCSE ha appoggiato lo sviluppo della Strategia d'Integrazione in
Kosovo per le comunità Rom, Askali ed Egizia. Il Governo del Kosovo ha firmato
la strategia il 24 dicembre 2008.
Si stima siano circa 35.000 i residenti in Kosovo che appartengono alle
comunità Rom, Askali ed Egizia - il numero esatto è sconosciuto dato che molti
di loro non sono registrati e mancano di documenti d'identità. Gli Askali hanno
un seggio riservato nell'Assemblea del Kosovo.
Decine di migliaia di Askali, Egizi e Rom sono dispersi nella regione e
nell'Europa occidentale. Molti furono obbligati a lasciare le loro case dopo il
1999 e l'ondata di violenze nel marzo 2004. La mancanza di registrazione civile
e dispute non risolte sulle proprietà ostacolano il loro diritto a tornare al
loro posto di origine.
La Missione OCSE in Kosovo ha organizzato diverse attività, incluso un torneo
di calcio con la partecipazione di squadre del Kosovo, Askali, Rom, Serbe ed
Albanesi, per segnare la Giornata Askali.
Di Fabrizio (del 21/02/2009 @ 09:06:04, in Europa, visitato 1987 volte)
Da
Czech_Roma
Praga – 17.2.2009 – All'inizio di febbraio l'OnG Zvule Prava ha aperto il
suo numero d'aiuto telefonico per i Rom nella Repubblica Ceca. La linea d'aiuto
fornisce assistenza in caso di discriminazione illegale e altri crimini. E'
parte del progetto "Ma den pes!" (Non arrendersi!)
La linea d'aiuto [...] dice come procedere per difendere i propri diritti. Ci
si focalizza particolarmente sulle vittime Rom (non soltanto quanti vivono in
località socialmente escluse). Inoltre appoggia metodicamente le OnG che aiutano
i Rom socialmente svantaggiati.
[...] Nei casi estremi che coinvolgono problemi sistematici con un più ampio
impatto sociale, Zvule Prava fornisce ed organizza aiuto legale per le
vittime (anche per compilare documenti legali ed agendo come rappresentante
legale per il cliente nei casi selezionati).
Zvule Prava inoltre usa la propria esperienza con i clienti per fornire
consigli e sviluppare linee guida sistematiche per le istituzioni statali
nell'area della non-discriminazione.
Zvule Prava lavora per difendere e promuovere l'accessibilità universale ai
principi basici della democrazia e sulle norme di legge. Il progetto è
finanziato dal Ministero degli Interni.
Contatti:
Ma den pes
Linea di aiuto telefonica per le vittime di discriminazione
Tel: 222 589 589
Opera giornalmente dalle 9.00 alle 17.00
www.madenpes.cz
E-mail: madenpes@zvuleprava.cz
For more information, please contact Veronika Kristková or Jan Stejskal at: 420
777 220 503.
Di Fabrizio (del 22/02/2009 @ 09:47:21, in Europa, visitato 2415 volte)
Mutui e accampamenti : la maledizione delle case inglesi
di Giulia Alliani - 17 febbraio 2009
L'anno scorso uno dei nomadi l'aveva predetto: le autorità locali avrebbero
impiegato almeno otto anni per riuscire a buttarli fuori. Pochi giorni fa, la
tradizionale capacità divinatoria, che viene unanimemente riconosciuta agli
zingari, é stata ancora una volta confermata.
Il loro rappresentante, nella sua predizione, non é andato troppo lontano dalla
realtà: forse gli anni non saranno otto, ma cinque certamente sì, e forse anche
di più. I 64 nomadi che, grazie ai quattro giorni di vacanza dei funzionari
addetti al piano regolatore, erano riusciti a costruire a tempo di record, su un
appezzamento di terreno in Inghilterra, nei Cotswold, un accampamento illegale,
provvisto d i elettricità e condutture per l'acqua, hanno ottenuto da un
ispettore governati vo il permesso di rimanere nel sito prescelto per altri
quattro anni.
Il Consiglio del distretto di Stratford-on-Avon aveva rifiutato di concedere un
permesso retroattivo e aveva ingiunto agli zingari di andarsene, ma i nomadi
avevano proposto appello. Era quindi seguita un'inchiesta pubblica in dicembre,
terminata la quale, l'ispettore del Governo, Phillip Crookes, ha garantito a 16
famiglie un permesso provvisorio che scadrà nel 2013.
Secondo l'ispettore, nella zona c'é una carenza di campi nomadi e la misura
adottata dovrebbe dare alla comunità, che conta un centinaio di persone, il
tempo necessario per cercare "dei siti alternativi e garantire ai bambini un
passaggio senza strappi ad altre scuole se ciò si rendesse necessario". La
notizia é stata accolta con irritazione dagli abitanti del posto, che hanno
visto crollare il valore delle loro case, e dai loro rappresentanti, che
giudicano semplicemente patetico il fatto che la decisione permetta a dei gruppi
di individui di violare il piano regolatore al cui rispetto tutti sono tenuti.
Nella zona, prevalentemente rurale, conosciuta e apprezzata per i suoi luoghi
idilliaci, a poche centinaia di metri dall'accampamento, sorge anche la casa di
campagna di proprietà dell'ex-marito del ministro laburista Tessa Jowell,
l'avvocato David Mills, attualmente sotto processo a Milano, unico imputato di
corruzione in atti giudiziari dopo lo stralcio della posizione del presidente
del Consiglio Berlusconi, in conseguenza del Lodo Alfano.
La sentenza di primo grado dovrebbe essere pronunciata nei prossimi giorni.
Di Fabrizio (del 23/02/2009 @ 09:38:44, in Europa, visitato 3079 volte)
Da
Urloweb.com
Venerdì 20 Febbraio 2009 13:08 - Più di una volta mi sono chiesto se il
nomadismo dei rom e dei sinti sia una scelta dettata dalla voglia di viaggiare o
da un vitale istinto di sopravvivenza.
Gli zingari rubano i bambini. Una ricerca dell’Università di Verona ha preso in
esame l’ultimo ventennio fino al 2007. Ha scartabellato in tutte le procure
italiane e non ha trovato un solo caso di rom o di sinto condannato per aver
rubato un bambino.
Ora invece facciamo un salto indietro nel tempo. Questa storia, riportata nel
mio libro “Non chiamarmi zingaro” edito da Chiarelettere, me l’ha raccontata
Mariella Mher la scrittrice jenische (gli zingari svizzeri) che all’età di due
anni fu “rubata”, per legge, alla propria famiglia. Siamo nel 1912 e in
Svizzera, per contrastare la mortalità infantile, viene creata una fondazione:
la Pro Juventute.
E’ subito riconosciuta di pubblica utilità e beneficia di contributi da parte
della Confederazione Elvetica.
Nel 1926 le viene affidato l’alto compito di proteggere i bambini dall’abbandono
e dal vagabondaggio e così idea il progetto Bambini di strada.
Il fondatore e direttore, dottor Alfred Siegfried, si fa personalmente carico di
“sradicare il male del nomadismo” dalla società svizzera. Cardine della sua
filosofia è la conversione di tutti gli jenisch, gli zingari svizzeri, da nomadi
a sedentari. Purtroppo gli adulti sono già dati per spacciati mentre sui bambini
si può ancora agire. Così, attraverso “misure educative sistematiche e
coerenti”, Siegfried sottrae con la forza, alle rispettive famiglie jenisch, i
figli. Queste operazioni vengono condotte in collaborazione con le autorità
cantonali e comunali.
Il dottore, che definisce gli zingari geneticamente “inferiori, deficienti e
mentalmente ritardati”, colloca i bambini, anche quelli in fasce, presso
orfanotrofi, collegi, ospedali psichiatrici o all’interno di famiglie
affidatarie.
L’operazione ha come obiettivo il riplasmare questo materiale umano
introducendolo all’interno di una società sedentaria, ordinata e normale. Ogni
contatto con la precedente famiglia è categoricamente vietato, pena la non
riuscita del piano rieducativo. “Ogni qualvolta” sottolinea il dottor Siegfried
“vuoi per nostra bonarietà, vuoi per uno sfortunato e casuale incontro, uno di
questi bambini, ancora disadattati e instabili, entra in contatto con i propri
genitori, tutto il nostro lavoro viene vanificato.”
Anche i cognomi vengono cancellati per impedire possibili e futuri
ricongiungimenti che potrebbero riportare il fanciullo verso una vita nomade e
di conseguenza verso il crimine.
Che il nomadismo jenisch anche in Svizzera sia dovuto alla ricerca della
sopravvivenza attraverso il piccolo commercio, non viene preso in considerazione
dal dottor Siegfried che, al contrario, lo considera una devianza genetica.
Il suo obbiettivo è recuperare questo popolo di asociali e così molte bambine,
come fu in seguito provato, sono sterilizzate. Per alcuni bambini con ritardo di
linguaggio si crea un metodo speciale: vengono infilati in una vasca da bagno e
quindi bloccati dentro con delle assi di legno che gli cingono il collo affinché
non possano uscire. Questa teoria medica asserisce che i problemi di linguaggio
del bambino, precedentemente sottratto con la forza alla legittima madre, si
risolvono immergendo il suo corpo, anche per venti ore, in acqua fredda.
L’ideologia nazista non è né sconosciuta né avversata dalla Fondazione Pro
Juventute che, anzi, attraverso il suo direttore, intrattiene strette
collaborazioni con psichiatri tedeschi e, in modo particolare, col dottor Robert
Ritter che tanta parte ebbe nella soppressione di 500.000 rom e sinti durante il
terzo reich.
In poco meno di quarantacinque anni e cioè dal 1926 al 1972, sono rubati alle
rispettive famiglie circa duemila bambini di cui più di seicento
dall’Associazione umanitaria Pro Juventute.
Nel 1972 un giornalista svizzero, Hans Caprez, raccoglie alcune testimonianze di
jenisch vittime del programma della Pro Juventute. E’ una bomba e lo scandalo
che ne scaturisce va su tutti i giornali. Non passa neanche un anno e la Pro
Juventute interrompe il progetto Bambini di strada.
Vengono condotte delle indagini sui responsabili.
Tuttavia devono passare quindici anni prima che la Pro Juventute chieda
pubblicamente scusa al popolo jenisch ammettendo le proprie colpe.
I risultati delle indagini sulle responsabilità della Confederazione arrivarono,
invece, nel 1998 quando è condannata a risarcire le vittime.
Quel che resta, oggi, a questi bambini rubati sono: traumi, lesioni, vergogne e
un risarcimento, riconosciuto dalla Confederazione Elvetica, di circa 10.000
euro.
Pino Petruzzelli
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