Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
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La redazione
-

Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 19/10/2010 @ 09:46:14, in Europa, visitato 1770 volte)

Da Nordic_Roma (sull'argomento: 1, 2, 3, 4, 5)

YLE.fi Il ministro degli esteri finnico Alexander Stubb ha condannato i piani per rendere illegale l'accattonaggio per strada. Ha invece chiesto ai leader UE di fornire appoggio alla minoranza rom d'Europa.

09/10/2010 - Parlando nel programma di discussione domenicale Ykkösaamu di YLE, Stubb ha detto che i problemi affrontati dai gruppi rom d'Europa, i principali praticanti dell'accattonaggio, devono essere supportati da programmi finanziari, come i fondi d'appoggio a livello UE.

Il ministro degli esteri ha chiesto agli stati membri UE di stanziare fondi per i Rom nel corso dei prossimi negoziati di bilancio. Ha proposto la creazione di fondi comuni ed una maggiore enfasi sulla formazione per i Rom.

Ha dichiarato: "Tutto dipende da considerazioni finanziarie in un senso o nell'altro. I Rom sono importanti come qualsiasi altro gruppo di minoranza."

Stubb ha anche puntualizzato che il diritto alla libera circolazione nella regione è una libertà fondamentale nella UE.

"Non è una questione delle sole Romania, Bulgaria o Francia. Tutti noi abbiamo una responsabilità comune," ha aggiunto.

Il ministro ha detto che ognuno dovrebbe considerare il modo migliore per eliminare l'accattonaggio dalle strade cittadine. Ha aggiunto che un divieto colpirebbe solo il sintomo e non la causa del problema.

"Sono molto scettico su un divieto assoluto dell'accattonaggio. La povertà non è un crimine. Se è legato alla criminalità organizzata, possiamo intervenire usando le normali vie legali."

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Di Fabrizio (del 20/10/2010 @ 09:43:08, in Europa, visitato 2003 volte)

Da Roma_Francais

Euronews

14/10/2010 - Tony Gatlif è un uomo con una missione. Per 35 anni, Gatlif che è mezzo Cabilo (Algerino), mezzo zingaro, ha prodotto e diretto film sui Rom in Europa, un popolo che afferma è spesso incompreso e discriminato.

Il suo ultimo film, "Liberté", uscito quest'anno, è sui circa 30.000 Rom francesi che furono detenuti e deportati durante la II guerra mondiale.

Anche se Gatlif è arrabbiato per le espulsioni del presidente Sarkozy e per lo smantellamento dei campi rom illegali, insiste che quanto sta succedendo oggi non può in nessuna maniera essere comparato alle deportazioni della II guerra mondiale.

Ma ammonisce che è uno scomodo promemoria di ciò che accade quando un'intera razza o popolo è presa a bersaglio.

Valerie Zabriskie di Euronews si è incontrata col regista a Lione.

Tony Gatlif, lei è fermamente contrario allo smantellamento dei campi rom, anche se i sondaggi suggeriscono che il 60% dei Francesi appoggia questa politica di "smantellamento". La sorprende?

Non posso farci niente. L'unica cosa che posso fare, è spiegare a tutti quanti non capiscono questo problema sul popolo viaggiante - sono i termini amministrativi. Sono il popolo rom, zingari che sono in Francia da lungo, lungo tempo, sin da Francesco I, questi zingari, che sono nel sud della Francia e in Spagna. Tutto qui. E questo popolo che è qui in Europa dal Medio Evo, ha contribuito all'Europa, alla sua cultura, a tutto ciò che è europeo. Ed ora, vogliamo che diventino invisibili. Non vogliamo che esistano. Ma come può un popolo di 10 milioni semplicemente smettere all'improvviso di esistere? I capi di stato europei hanno deciso di approvare leggi contro di loro così che non possano più viaggiare. Questo significa che se non vuoi che un popolo si sposti, lo confini. E' quel che abbiamo fatto durante la guerra.

Ma ora che la Romania e la Bulgaria sono parte dell'Unione Europea, non si può più farlo. Hanno il diritto a spostarsi in altri paesi europei, ma se dopo tre mesi non hanno un lavoro o sono ritenuti un peso sociale, possono essere espulsi.

Questa legge è stata creata per loro, ma non è per tutti. Vicino a dove vivo io a Parigi, c'è una persona tedesca senza casa. E' lì da tre anni. Qualcuno gli ha detto che deve tornare in Germania? E' senza casa, è Tedesco, mi ha detto. Così queste leggi sono fatte per determinate persone, per i cittadini di "seconda classe" e poi ci sono leggi per i "veri" cittadini. E' così. E così io credo che queste leggi siano state create esclusivamente per gli zingari e poter dire, "attenzione, se apriamo i confini europei avremo tutti gli zingari che vorranno partire." Sanno che è quel che fanno sempre gli zingari. Così dicono che faranno queste leggi per bloccarli e rimandarli a casa dopo tre mesi.

Ma non pensa che ciò che è successo il mese scorso al vertice UE, tra il presidente Sarkozy ed il commissario europeo, mostri che la Commissione Europea stia iniziando a prestare a ciò che si chiama il problema rom in Europa?

Sono scioccati, penso, questi paesi sono scioccati perché la Spagna non agisce così, ci sono paesi UE che non fanno così. Neanche la Grecia. La Grecia ama i suoi zingari. Così la Francia, tutto d'improvviso, con queste leggi che hanno introdotto, vuole sradicare questo popolo, questi Rom che sono qui da non so quanto, forse tre o quattro anni. E li sgomberano e li espellono dalle loro baracche, dalle loro case di cartone, nei boschi, sotto i ponti, lungo le autostrade. E li spostano numerosi, in massa. E questo ci ricorda un trauma. Ci sono bambini seminudi, tra le braccia delle madri. C'è panico ovunque. Non hanno tempo di prendere le loro cose. E' il panico. Naturalmente non siamo agli estremi delle deportazioni del 1940, ma è ancora, la parte finale di un cuneo.

La gente si lamenta di vedere i Rom, gli zingari con i loro grossi caravan, le loro belle macchine e nel contempo si dipingono come vittime, le donne che mendicano per strada con i bambini...

Qui quando sono arrivato alla stazione di Lione, mi ha fermato una donna. Aveva occhi blu, non sembrava per niente straniera. Era Francese e mi ha chiesto dei soldi per i suoi bambini. Ha messo la sua miseria proprio di fronte a me, perché era povera e miserabile e non ho coperto i miei occhi. Ma lo zingaro che mendica, da fastidio a tutti. Perché? Perché ricorda loro la propria insicurezza? Forse si sentono molestati? Ma io mi sento molestato anche dai senza casa. Ma è normale che mi senta molestato. Sarebbe l'ultima frontiera, che muoiano di fronte a noi senza chiedere niente. Ma questo è com'è il mondo nuovo oggi. Il mondo moderno.

Ma con tutta la copertura dei media sulle espulsioni di quest'estate, forse lei non è ottimista, ma non spera che ci sia ora maggiore pressione sui capi di stato europei per affrontare questo problema che è europeo?

Non ho paura dei capi di stato europei. Non ho paura di chi governa l'Europa. Ho paura degli Europei. Una volta che un governo come quello della Francia - che è un paese a cui tutta l'Europa guardava durante l'era comunista perché era il paese dei diritti umani - una volta che la Francia, il paese dei diritti umani, inizia a puntare il dito contro gente che è fragile, mi preoccupa la reazione a catena. Mi preoccupa che la gente di altri paesi dirà di voler fare la stessa cosa perché questi Rom non sono buoni. E quel che ha detto il governo francese, che ha detto il presidente francese, o meglio, non ha detto che non erano buoni, ma che erano problematici. Quindi dal suo punto di vista, in paesi come la Romania, o la Bulgaria o l'Ungheria ed altrove, anche lì si può dire: "Sì, abbiamo un problema con questa gente (i Rom).

Questo mese c'è un summit a Bucarest, sull'integrazione dei Rom in Europa. Cosa ti aspetti che verrà fuori da questo tipo di vertice? Cosa speri?

Che lascino in pace questa gente. Questi Rom non chiedono niente. Non hanno mai fatto guerre, non si sono mai armati, mai usato bombe. Vogliono solo vivere. Quindi lasciamoli vivere e troviamo i mezzi per aiutarli a farlo, come chiunque altro in Europa. E smettiamo di appiccicargli etichette sulla schiena, o di creare leggi che vanno contro il loro modo di vivere.

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Di Fabrizio (del 20/10/2010 @ 23:42:36, in Europa, visitato 2408 volte)

Notizia importante per quanti hanno seguito per un anno e mezzo gli sviluppi della storia della piccola Natálka: il tribunale ha emesso il proprio giudizio. Mi manca il tempo di tradurre le varie agenzie, questo il lancio di VIRGILIO notizie (segnalato da Alberto Maria Melis)

La foto è presa dalla BBC

Ventidue anni di carcere, ridussero in fin di vita una bimba

Praga, 20 ott. (Apcom-Nuova Europa) - Pena esemplare in Repubblica ceca per i quattro neonazisti che nella primavera del 2009 - con un attacco incendiario contro una casa abitata da una famiglia Rom - ridussero in fin di vita una bambina di due anni, Natalka, provocandole ustioni gravissime in tutto il corpo.

L'attentato fu compiuto come gesto dimostrativo per celebrare il 120esimo anniversario della nascita di Adolf Hilter. Il tribunale di Ostrava, nella Moravia del Nord, oggi ha inflitto 22 anni di carcere a tre degli attentatori, mentre il quarto - incensurato, che li aveva aspettati in auto, per fuggire dopo il raid - è stato condannato a 12 anni di detenzione. I quattro, di età compresa fra 22 e 25 anni, dovranno anche versare un risarcimento complessivo di 17 milioni di corone (circa 600 mila euro). I condannati hanno immediatamente impugnato la sentenza, con un ricorso in appello.

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Di Fabrizio (del 21/10/2010 @ 09:24:09, in Kumpanija, visitato 2060 volte)


Torino:
Cerchiamo volontari!
Domenica 24 ottobre avremo bisogno anche del tuo aiuto.

Terra del Fuoco fornirà ai Rom gli strumenti e i mezzi necessari per liberare dai rifiuti gli spazi in cui vivono. Tutti sono invitati ad aderire all'iniziativa; insieme puliremo il campo avendo modo di conoscere un po' più da vicino quella realtà che talvolta ci rende diffidenti.

La bonifica del campo rom di Lungo Stura Lazio procede positivamente e si iniziano ad osservare i risultati. La giornata del 26 settembre di "Puliamo il mondo", promossa da Legambiente, è stata senza dubbio molto proficua, grazie all'entusiasmo dei volontari e dei Rom che con grande impegno e passione hanno dedicato quella domenica alla pulizia del campo.
Ci siamo resi conto che una sola giornata come quella del 26 settembre, per quanto fondamentale, no è stata sufficiente.
E' con queste premesse che vi chiediamo ancora un aiuto. Abbiamo convocato altri momenti collettivi per velocizzare un processo che si è rivelato più difficile del previsto.

Info e Contatti:
Rosanna - Terra del Fuoco
cell. 347-38.91.946
rosanna.falsetta@terradelfuoco.org
www.terradelfuoco.org


Milano:
Domenica 24 ottobre, le associazioni "Legambiente Crescenzago", "Amici della Martesana Greco", "Gorla Domani", promuovono con il contributo del Consorzio Est Ticino Villoresi

promuovono
Una giornata di volontariato per la pulizia del tratto milanese del Naviglio Martesana.

Ci si ritrova in 4 punti diversi alle 9.30
Uno dei quattro punti, sarà in via Idro 62, di fronte all'ingresso del campo nomadi. Alle operazioni di pulizia prenderanno parte gli abitanti del campo.

Tutta la cittadinanza è invitata.
Al termine della mattinata un gradevole aperitivo per tutti i partecipanti.
Nel pomeriggio all'Anfiteatro Martesana giochi per bambini a cura della Cooperativa Comin

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Di Fabrizio (del 21/10/2010 @ 09:44:15, in Kumpanija, visitato 2257 volte)

Il ristorante La Ragnatela di Mirano (VE) ospita il 29 ottobre una serata per condividere cibi e idee a sostegno dei diritti del popolo zigano

Mirano (VE), 19/10/2010 (informazione.it - comunicati stampa) La gioia di vivere che scaturisce dall'abbinare convivenza e convivialità ha sollecitato i soci del ristorante cooperativo La Ragnatela ad ideare una serata incentrata su un tema usualmente considerato tra i meno ospitali: la coabitazione tra Rom e Gage, ovvero tra nomadi e sedentari. La serata, dal titolo Fatti più in là: Sinti, Rom, Gagé e la riproduzione artificiale del nomadismo attraverso gli sgomberi, è promossa anche dal Circolo del Manifesto della Riviera del Brenta.

Il titolo dell'iniziativa mette in risalto l'intenzione di seminare dubbi sugli stereotipi verso i zigani. Come afferma Luigi Meneguzzi, tra i promotori della serata, "La maggioranza di Sinti e Rom è formata da cittadini comunitari che non riescono a scrollarsi di dosso lo stigma di persone senza fissa dimora, di trasferibili, perfino di espatriabili verso un qualsiasi luogo lontano. La realtà è ben diversa, basti dare uno sguardo agli sgomberi o alle recenti politiche antizigane del presidente francese Sarkozy: una vera e propria riproduzione artificiale del nomadismo. Ecco perché con questa serata proporremo una tavola rotonda per discutere invece le strategie più idonee per raggiungere una convivenza che assicuri il rispetto dei diritti di tutti".

L'evento inizierà venerdì 29 ottobre alle 17.30 con un aperitivo in musica che prevede un Hommage à Django Reinhard: una rivisitazione del repertorio del grande musicista zigano da parte dei Manouchemen (Tommaso Viola, chitarra; Renzo De Rossi, sax; Paolo Mason, chitarra; Andrea Tombesi, contrabbasso).

Alle 18.30 seguirà la tavola rotonda Abitare assieme a Rom e Sinti ed evitare che i territori puri impazziscano, per esplorare i percorsi che rendono possibile la coabitazione di Rom e Gagè con Davide Morello (operatore sociale del Comune di Venezia), Carlotta Saletti Salza (antropologa), Don Piero Gabella (sinto onorario), Sabrina Tosi Cambini (antropologa), Yuri Del Bar (segretario della Federazione "Rom e Sinti Insieme"), Lorenzo Monasta (epidemiologo).

A conclusione della serata, l'immancabile cena dove verranno riproposti alcuni dei piatti tradizionali della cucina gitana quali "Dolma e Sarma", "Pitta" e "Halvava", e molte altre rivisitazioni sul tema nate dalla fantasia del variegato team di cuochi della cooperativa La Ragnatela. Non resta dunque che prenotare il proprio posto a tavola ed assaporare il gusto della convivenza!

La Ragnatela è una trattoria cooperativa nata nel 1984. Oggi composta da 12 soci, propone piatti della cucina tradizionale veneta con particolare attenzione alla rintracciabilità degli alimenti per il cliente. Il ristorante è la Condotta Slow Food della riviera del Brenta, è stato tra i primi sostenitori dello Slow Food in Italia. La Ragnatela è inoltre sostenitrice di Emergency e Carta.

Informazioni e prenotazioni:
La Ragnatela, Via Caltana 79, Scaltenigo di Mirano (VE) - tel. 041436050 -
www.ristorantelaragnatela.com
direfaremangiare@ristorantelaragnatela.com

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Di Fabrizio (del 22/10/2010 @ 09:45:56, in Europa, visitato 1710 volte)

Da Czech_Roma (sulle sterilizzazioni forzate nell'est Europa, QUI)

10-12-2010 Alle donne romanì che sono state vittime di sterilizzazioni forzate è stato negato il risarcimento dal governo ceco, dopo anni che il caso è stato portato alla luce. Su istigazione governativa, le donne romanì furono regolarmente sterilizzate nella ex Cecoslovacchia durante gli anni '70. Anche se queste politiche non esistono più, singoli casi sono stati riportati fino al 2007.

Ieri, un comunicato stampa dell'European Roma Rights Centre (ERRC) notava come il primo ministro ceco avesse espresso il proprio rincrescimento per la pratica, anche se sinora il governo non avesse fatto nessun passo significativo per risarcire le coinvolte.

ERRC ha sottoposto un rapporto sulla sterilizzazione forzata al Comitato sull'Eliminazione della Discriminazione Contro le Donne alla 47a sessione del Comitato a Ginevra. In una dichiarazione scritta al comitato, ERRC ha sollevato preoccupazioni sulle sterilizzazioni forzate avvenute dal 1989 al 2007. La maggior parte delle vittime di questa pratica mancano di un rimedio efficace quando hanno scoperto di essere state sterilizzate dopo anni, e hanno cercato assistenza legale quando ogni reclamo contro i perpetratori o lo stato è andato prescritto.

ERRC ha ricordato all'ONU che il governo ceco ha mancato di prendere le misure opportune per prevenire il verificarsi di sterilizzazioni forzate, dato che legge sul consenso informato non è cambiata.

Si legge nel rapporto ERRC: "Nei 20 casi recentemente venuti alla luce ed accaduti tra il 1989 e il 2007, sembra sia mancato il consenso libero ed informato alle sterilizzazioni. La maggior parte delle donne firmò il proprio consenso all'intervento chirurgico senza essere adeguatamente informate in anticipo sulle conseguenze. Alcune delle donne firmarono sotto costrizione, mentre altre non hanno memoria di aver firmato niente. Una di loro era completamente analfabeta. Alcune donne dicono che a loro non è mai stato chiesto di firmare il consenso." ERRC ha sistematicamente indagato su questi casi assieme con l'associazione di Ostrava "Vivere Insieme".

Attualmente non esiste alcun rimedio efficace per la maggior parte delle donne i cui diritti son stati violati. Secondo Kateřina Červená, avvocato della Lega dei Diritti Umani, sinora soltanto due donne hanno ottenuto un indennizzo dai tribunali. Una ragione è che molte delle donne hanno mai saputo di essere sterilizzate solo parecchi anni dopo l'operazione. Quando hanno cercato assistenza legale, il loro diritto ad un risarcimento da parte dei perpetratori o dallo stato era andato in prescrizione.

Ha detto Gwendolyn Albert al portale di informazioni Romea.cz, presentando a Ginevra il rapporto ERRC: "La Repubblica Ceca dovrebbe seguire l'esempio di paesi come la Svezia, che hanno istituito una propria procedura di risarcimento per le vittime di sterilizzazione forzata. Dato che la maggior parte dei casi è andata in prescrizione, la Repubblica Ceca dovrebbe sviluppare una procedura separata di compensazione. Affrontare la sterilizzazione forzata delle donne rom significa fare i conti col passato".

Concorda Robert Kushen, direttore esecutivo di ERRC: "Il governo ceco deve superare le barriere esistenti nell'accedere alla giustizia, sperimentate dalle donne romanì sterilizzate, e stabilire un meccanismo che possa assicurare un compenso che tutte le donne colpite da questa pratica aberrante. Il governo ceco ha l'opportunità di fornire un esempio guida agli altri paesi dove le le donne romanì sono state coattivamente sterilizzate".

Oltre ad ERRC, anche la Lega per i Diritti Umani ha presentato un rapporto sulla protezione delle donne nella Repubblica Ceca e sui loro vari problemi. Oltre che sulle sterilizzazioni forzate, la Lega ha criticato l'attuale situazione sulle violenze domestiche, come pure le barriere per scegliere liberamente se partorire in casa o negli ospedali. Tra le altre questioni, la Lobby delle Donne Ceche ha fatto presente il fatto che non ci sono donne nell'attuale governo.

Nathalia Odwin

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Di Fabrizio (del 22/10/2010 @ 09:49:46, in Italia, visitato 1727 volte)

Dopo l'intimazione ultimativa di abbandonare il campo effettuata ieri 19.10.2010 nel tardo pomeriggio dalla Polizia locale, cosa evidentemente impossibile da compiersi nell'imminenza della sera e in assenza del supporto di servizi sociali e Amsa, nella tarda mattinata di oggi 20.1.2010 è stato effettuato l'ennesimo sgombero - il quattordicesimo - del microcampo rom di via Cavriana, in zona Forlanini, a Milano.
Dalle 7 di stamane gli abitanti del campo – una quindicina – hanno atteso l'arrivo della Polizia locale insieme a una decina di componenti del Gruppo di sostegno Forlanini, che segue da due anni la loro situazione adoperandosi per il riconoscimento del loro diritto a vivere un'esistenza dignitosa.

Nonostante la presenza di minori (due bambine di 15 e 19 mesi e un maschio di 7 anni) – già verificata da precedenti accertamenti e in ultimo dal sopralluogo di ieri sera (stamattina le madri e le rispettivi bimbe si erano comprensibilmente allontanate per non assistere allo scempio) – e di anziani con seri problemi sanitari, la procedura è stata avviata comunque; il Gruppo di sostegno, grazie al supporto dell'avvocato presente, ha preteso, ma inutilmente, l'esibizione di un titolo scritto per lo sgombero, oltretutto inizialmente in assenza di una chiara individuazione del proprietario del fondo.

Da mezzogiorno di oggi, gli abitanti del campo vagano di nuovo nel quartiere e nella città, in una città in cui non vengono riconosciuti a questa categoria “speciale” i diritti di base: la casa, la salute, l'assistenza sociale e sanitaria, l'istruzione, un lavoro.

Le ruspe intanto stanno distruggendo le baracche e tutti quei beni che gli abitanti del campo non sono riusciti a portarsi dietro nel loro ennesimo esodo.

Oggi pomeriggio i genitori del ragazzino di sette anni, che siamo riusciti a iscrivere nella scuola elementare di zona (e che sta sperimentando nelle maestre e nei compagni finalmente dei soggetti che lo riconoscono e collaborano positivamente con lui), andranno ad accoglierlo all'uscita; gli si è voluto risparmiare lo spettacolo indecente di un atto di forza, ma anche per lui prosegue una vita grama e precaria.

Il Gruppo di sostegno Forlanini proseguirà, come più volte ribadito, nell'affiancamento a questi uomini e donne, battendosi insieme a loro per conquistare i diritti essenziali, consapevole che quegli stessi diritti, così preziosi, sono sempre più spesso sotto tiro per gli stessi “oriundi”. Cedere su questo fronte implica un ulteriore imbarbarimento della vita sociale.

Gruppo di sostegno Forlanini
scendiamoincampo@gmail.com
Milano, 20/10/2010

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Di Fabrizio (del 23/10/2010 @ 09:03:02, in Europa, visitato 1932 volte)

Segnalazione di Alberto Maria Melis

MicroMega Intervista di Maria Serena Natale, Corriere della Sera, 20 ottobre 2010

Precarietà esistenziale, migrazioni incrociate, paura dello straniero. Zygmunt Bauman, l'eminente sociologo polacco teorico della modernità liquida nata dalla fine delle grandi narrazioni, inquadra il caso rom nella riflessione sull'età delle diaspore e il sentimento d'incertezza che caratterizza le nostre società, diventato fonte di legittimazione alternativa per lo Stato contemporaneo.

Professor Bauman, quali meccanismi vede dietro la linea dura di Sarkozy?
Additare lo straniero come responsabile del malessere sociale sta diventando un'abitudine globale. Nel caso delle espulsioni è in gioco il conflitto inseriti-outsider esaminato mezzo secolo fa da Norbert Elias: più di amici e nemici, gli outsider sono imprevedibili, il senso d'impotenza che deriva dall'incapacità di intuire le loro risposte ci umilia.

Con i rom la dinamica è amplificata?
Sì, perché sono percepiti come perpetui stranieri, colpevoli fino a prova contraria, preceduti da storie di criminalità più o meno accertate ma assenti dai luoghi deputati alla formazione delle opinioni, privi di élite capaci di promuovere le ragioni delle comunità.

Le ansie legate ai flussi migratori sono un tratto dominante di quella che lei descrive come una diaspora universale.
Oggi assistiamo a ondate migratorie organizzate per arcipelaghi planetari e interconnessi di insediamenti etnici, religiosi, linguistici. Ogni Paese è virtualmente bacino di emigrazione e meta di immigrazione, le rotte non sono più determinate da legami imperial-coloniali: queste diaspore frammentate e trasversali ci impongono di ridefinire il rapporto tra identità e cittadinanza, individuo e luogo fisico, vicinato e appartenenza.

Come risponde la politica?
Lo Stato contemporaneo proclama come primo compito del potere la rimozione dei vincoli alle attività orientate al profitto. Diventa così prioritario per i governi trovare al senso di vulnerabilità dei cittadini cause non riconducibili al libero mercato ma a rischi di altra natura. La priorità è la sicurezza, minacciata da pericoli per la persona fisica, la proprietà e l'ambiente che possono venire da pandemie, attività criminali, condotte anti-sociali di sottoclassi, terrorismo globale ma anche da gang giovanili, pedofili, stalker, mendicanti, regimi alimentari insani.

Uno stato d'allerta permanente.
Nel quale è impossibile sapere dove e quando le parole diventeranno carne. La mancata materializzazione di una catastrofe paventata è presentata come il trionfo della ragione governativa su un fato ostile, risultato di vigilanza e cura delle autorità.

Come va ridefinito il patto sociale?
La migrazione universale porta in primo piano e per la prima volta nella storia l'arte del convivere con la differenza. Un'alterità non più concepita come transitoria richiede un ripensamento delle reti sociali, più tolleranza e solidarietà, nuove abilità e competenze.

E come s'innesta questa differenza radicale sul terreno del multiculturalismo?
Forme di vita antagoniste si fondono e separano in una generale assenza di gerarchie: non valgono più ordini di valori consolidati né il principio di evoluzione culturale ma si sviluppano battaglie per il riconoscimento interminabili e non dirimenti.

In che modo risponde la democrazia?
Ha abdicato alla funzione di scoraggiare il ritrarsi dei singoli nella sfera privata, rinunciato a proteggere il diritto delle minoranze a una vita dignitosa. La democrazia non può fondarsi sulla promessa dell'arricchimento. Il suo tratto distintivo è rendere servizio alla libertà di tutti. Ha di fronte una sfida senza precedenti: elevare i principi della coesistenza democratica dal livello degli Stati-nazione a quello dell'umanità planetaria.

(20 ottobre 2010)

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Di Fabrizio (del 23/10/2010 @ 09:36:31, in Europa, visitato 1825 volte)

Da Roma_ex_Yugoslavia

14/10/2010 - Sono apparsi due gruppi su Facebook, richiedenti l'espulsione dei Rom dall'Istria.

Uno dei gruppi "Dignano senza zingari" era riuscito ad attrarre oltre 100 membri, prima di essere chiuso dagli amministratori. Il gruppo chiede la rimozione degli zingari dalla città istriana di Dignano (Vodnjian in croato, ndr), situata a pochi km. da Pola. Si dice nella descrizione: "I maiali sarebbero più acculturati di loro".

Anche se entrambe le pagine sono presto state rimosse dagli amministratori di controllo, pongono importanti domande sulla regione, conosciuta di solito per la sua tolleranza della diversità etnica e religiosa.

Elizabeta Pavlovic, professoressa di sociologia, dice che in tempi di crisi economica non è insolito per alcuni gruppi diventare capri espiatori dei problemi di ognuno.

"La gente da la colpa a chiunque altro, e stanno crescendo il razzismo e l'attività politica della destra. Hanno visto Sarkozy espellere i Rom dalla Francia e si meravigliano sul perché non possa accadere lo stesso a Dignano ed in Istria."

Secondo la sua opinione, molti giovani che aderiscono a gruppi simili non sono quasi coscienti di cosa stiano facendo. Inoltre è più facile essere membro di un gruppo Facebook perché si può essere anonimi.

La polizia istriana non ha ancora fatto nessun annuncio riguardo ad un proprio coinvolgimento nel caso, ma il capo distrettuale Ivan Jakovcic ha condannato il "gruppo intollerante e foriero didisordine".

Ha detto: "Riferirsi ad un gruppo etnico con parole così ingiuriose ed offensive è oltre ogni parametro di civiltà. Una simile intolleranza è in opposizione ai valori su cui costruiamo le nostre vite e lo spirito di comunità".

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Di Fabrizio (del 24/10/2010 @ 09:23:57, in Italia, visitato 3410 volte)

Sito Ufficiale

Presentazione campagna

Comunicato stampa 29 ottobre

Programma milanese

La campagna "DOSTA!" ("basta" in lingua romanes) promossa dalla Comunità europea è coordinata e finanziata dall'UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) in collaborazione con il Consiglio d'Europa e con le principali federazioni rom e sinte per promuovere in Italia una maggiore conoscenza della cultura dei Rom e dei Sinti, la più grande minoranza etnica d'Europa, e per sconfiggere con la conoscenza gli stereotipi che hanno sempre accompagnato questo popolo.

Piacere di conoscervi!

Siamo i Rom e i Sinti, ma molti per ignoranza o cattiveria ci chiamano "zingari" o "nomadi".

Viviamo in mezzo a voi da circa seicento anni ma ancora in pochi ci conoscono veramente. Probabilmente avete letto sui giornali che siamo sporchi, ladri, accattoni… ma non è così. Certo alcuni di noi sono molto poveri e alcuni hanno commesso degli sbagli. Ma non siamo tutti uguali anche se siamo tutti presi di mira da discriminazioni e in alcuni casi da razzismo vero e proprio.

In Europa siamo in dodici milioni, in Italia molto meno, circa 100.000. In maggioranza siamo Cittadini italiani dal 1871 ma alcuni di noi vengono dalla ex Yugoslavia e dalla Romania: scappati dalla guerra o dalla miseria.

Provate ad immaginare di non poter avere documenti (anche se i vostri e genitori sono nati in Italia), di non poter chiedere lavoro o continuare a studiare per questo motivo, di dover aspirare al massimo a vivere in un container o in una roulotte… di essere allontanati se entrate in un bar, di essere oggetto di battute e scherno… che vita sarebbe? La vita di molti di noi al momento.

Noi siamo i Rom e Sinti e come ogni altra minoranza abbiamo una lunga memoria storica, valori, costumi, tradizioni, arti, talenti, musica e bellezza. Abbiamo i colori di una civiltà millenaria che non hai mai preso parte ad una guerra. Tutto questo tuttavia resta confinato troppe volte negli angusti spazi che occupiamo alle periferie delle città, in ghetti che chiamano "campi nomadi".

La campagna DOSTA può rappresentare la possibilità di superare quel muro del pregiudizio che circonda la nostra gente.

Noi vi tendiamo una mano, metteremo in piazza frammenti della nostra cultura, vi sorprenderemo con il calore della nostra musica, le emozioni delle nostre danze e lo faremo in una serie di eventi che si snoderanno per tutta Italia, accompagnati da seminari e conferenze, mostre fotografiche e proiezioni video, momenti di riflessione in cui ci racconteremo a voi.

Il programma di Milano è stato realizzato dalla "Federazione Rom&Sinti insieme" e dall'Associazione UPRE ROMA con il patrocinio e il contributo di:

  • Fondazione Culturale San Fedele
  • Fondazione Giangiacomo Feltrinelli
  • Fondazione Fabrizio De André onlus
  • Casa della Cultura

Hanno aderito: ARCI Milano, Associazione Aven Amentza, Associazione Romano Drom, Lavoro, Gruppo Abele di Milano, Opera Nomadi di Milano


Rom e sinti: una piaga da scacciare o una realtà da conoscere?
A Milano la campagna "DOSTA!" contro la discriminazione di Rom e Sinti


Venerdì 29 ottobre alle ore 11.30 nella sala Marra di palazzo Marino è convocata la conferenza stampa di presentazione della campagna DOSTA!

La campagna " DOSTA!" ("basta" in lingua romanes) è stata promossa dalla Comunità europea, in Italia è coordinata e finanziata dall'UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) del ministero per le Pari Opportunità in collaborazione con il Consiglio d'Europa e con le principali federazioni rom e sinte, per promuovere una maggiore conoscenza della cultura dei Rom e dei Sinti, la più grande minoranza etnica d'Europa, e per sconfiggere con la conoscenza gli stereotipi che hanno sempre accompagnato questo popolo.

A Milano la Federazione " Rom& Sinti insieme" e l'associazione UPRE ROMA hanno prodotto uno sforzo particolare per la situazione estremamente delicata delle comunità rom e sinte (350 sgomberi di campi abusivi e la prevista chiusura di 4 campi regolari con il coinvolgimento di oltre 1000 persone tra uomini, donne e bambini).

Il programma di iniziative che viene proposto alla città ha visto il coinvolgimento di autorevoli istituti culturali come la Fondazione Culturale San Fedele, la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, la Casa della Cultura, la Fondazione De André e l'adesione dell'ARCI Milano, dell'Associazione Aven Amentza, dell'Associazione Romano Drom, della Camera del Lavoro, del Gruppo Abele di Milano, dell'Opera Nomadi di Milano.

Alla presentazione del programma intervengono Massimiliano Monanni direttore dell'UNAR, Dijana Pavlovic vicepresidente della Federazione Rom& Sinti insieme, Giacomo Costa per la Fondazione culturale San Fedele, Chiara Daniele direttrice della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Ferruccio Capelli presidente della Casa Della Cultura.

Grazie per l'attenzione

Per informazioni: 339-11.70.311


29 ottobre - ore 11.30 – sala Marra di palazzo Marino
Conferenza stampa di presentazione della campagna DOSTA!

8 novembre - ore 21 Auditorium San Fedele, via Hoepli 3/b
Saluti: Giacomo Costa, fondazione culturale San Fedele
Presentazione: un esponente dell'UNAR; Fabrizio Casavola, Upre Roma
"Le danze di Billy e Dijana"
di Daniele Lamuraglia, con Dijana Pavlovic e Diego Conti
Nell'occasione verrà esposta la mostra sul Porrajmos (lo sterminio dei rom e dei sinti)

12 novembre - ore 18-20.30 Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, via Romagnosi 3
"Rom: a Milano si può? Politiche abitative (e altro): soluzioni possibili"
Saluti: Carlo Feltrinelli presidente della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli
Introduzione: un esponente dell'UNAR; Alfredo Alietti, Upre Roma, docente di sociologia università degli studi di Ferrara
Testimonianze: don Massimo Mapelli, Casa della Carità; abitanti dei campi;
Interventi: Laura Balbo, docente di sociologia università degli studi di Padova; Antonio Tosi, docente di sociologia urbana al Politecnico di Milano; Tommaso Vitale, Scientific Director of the Master "Governing the Large Metropolis" CEE, Sciences Po Paris
E' stata invitata Mariolina Moioli, assessore alle politiche sociali Comune di Milano.

18 novembre – ore 20.30-23 - Casa della Cultura, via Borgogna 3
"La rappresentazione mediatica dei rom e dei sinti: tra dovere di informare e violazione dei diritti."
Presenzia: Ferruccio Capelli, presidente della Casa della Cultura
Introduzione: un esponente dell'UNAR; Paolo Cagna Ninchi, presidente Upre Roma
Interventi: Michael Guet, Capo della Divisione dei Rom e dei viaggianti del Consiglio d'Europa; Eva Rizzin e Angelica Bertellini, Articolo 3 - Osservatorio sulle discriminazioni di Mantova; Ferruccio de Bortoli, direttore del Corriere della Sera; Roberto Escobar, docente di filosofia della politica alla Statale di Milano; David Parenzo, conduttore e autore televisivo,
E' prevista la presenza del ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna

1 dicembre – ore 21 – Casa della Cultura, via Borgogna 3
"Sebben che siamo donne… rom - La via dei campi e la via dell'arte"
Presenzia: Ferruccio Capelli, presidente Casa della Cultura
Introduce: un esponente dell'UNAR.
Rebecca Covaciu, rom rumena, premio UNICEF per i disegni;
Laura Halilovic, rom bosniaca, autrice di "Io, la mia famiglia rom e Woody Allen";
Dijana Pavlovic, rom serba, attrice
Nel corso dell'incontro saranno proiettati frammenti delle realizzazioni artistiche

9 dicembre - ore 21 - Auditorium San Fedele, via Hoepli 3/b
Concerto conclusivo con artisti rom e italiani organizzato con la Fondazione De André (programma in via di definizione)

Tutti gli eventi sono a ingresso libero

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