Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 03/08/2008 @ 09:26:14, in Regole, visitato 1824 volte)
Da
Roma_Francais
24 luglio 2008
Virginie Verdier-Bouchut / Proximum - L'Alta Autorità di lotta contro le
discriminazioni e per l'uguaglianza
(Halde) ha stimato, in una delibera dello scorso 7 luglio, che è discriminatorio
rifiutare la consegna d'una carta nazionale d'identità (CNI) a persone della
comunità della gens du voyage giustificandolo perché domiciliati su "un terreno
non adatto alla costruzione". Queste persone, "di nazionalità francese,
installati da 10 anni su un terreno non edificabile, avevano costruito senza
autorizzazione una baracca. A proposito, una decisione del giudice aveva
constatato l'illegalità della costruzione e ne aveva ordinato la demolizione. In
base a questo, il prefetto ha rifiutato di rinnovare la loro CNI stimando che
non si giustificasse il domicilio". Secondo la Halde, "la carta nazionale
d'identità viene rilasciata senza condizione di età dai prefetti e
sotto-prefetti a tutti i Francesi che ne facciano domanda nel distretto nel
quale sono domiciliati o hanno residenza, o, se necessario, nel quale si trova
il loro comune di riferimento. Essa è rinnovata alle stesse condizioni." [...]
La prova del domicilio o della residenza è stabilita da qualsiasi mezzo, in
particolare dalla produzione di un titolo di proprietà, di un certificato di
pagamento, di una ricevuta d'affitto, del gas, dell'elettricità o del telefono o
di un attestato di assicurazione dell'alloggio (decreto 55-1937 del 22 ottobre
1955 modificato dal decreto 2007-893 del 15 maggio 2007 che istituisce la carta
nazionale d'identità).
Gli interessati avevano unito alla loro domanda di rinnovo della CNI, copia
del titolo di proprietà, avvisi di pagamento EDF e
Télécom. Pertanto, portavano la prova di un domicilio reale nel comune, sola
condizione posta dal testo. Così il prefetto si è basato "su di un criterio
apparentemente neutro che ha un effetto discriminatorio sulle persone occupanti
dei terreni con delle installazioni precarie e che appartengono maggiormente
alla comunità della gens du voyage". A seguito delle osservazioni dell'Alta
Autorità, il prefetto ha deciso di rivedere la sua decisione ed ha finalmente
rilasciato la CNI alla copia interessata.
La Halde ha ugualmente deciso "di portare questa delibera all'attenzione del
ministro degli Interni e di invitare quest'ultimo ad elaborare una circolare
all'attenzione delle prefetture, ricordando il diritto di tutti alla consegna
della carta nazionale d'identità [..] indipendentemente dalle modalità del loro
alloggio, anche se temporaneo e senza condizione di forma".
Références : Halde, délibération 2008-157 du 7 juillet 2008 ; article 2 du
décret 55-1397 du 22 octobre 1955 modifié par décret 2007-893 du 15 mai 2007
instituant la carte nationale d'identité.
Di Fabrizio (del 04/08/2008 @ 08:46:23, in Europa, visitato 1824 volte)
Da
Bulgarian_Roma
Le dichiarazioni secondo cui ci sarebbe un boom demografico tra i Rom e che
questi contano sull'assistenza sociale sono un mito, mostra una ricerca
dell'Open Society Institute pubblicata sulla guida informativa "Rom in
Bulgaria", ha riportato mercoledì il sito Mediapool.bg.
Uno degli autori della pubblicazione, Aleksei Pamporov, ha spiegato che c'è
un incremento attuale nel numero dei Rom comparandolo al resto della popolazione
in Bulgaria, ma nessun boom demografico. Nel 2001 una donna Rom dava alla luce
in media 3,5 bambini, ed ora il numero è di 2,7. Nel periodo 2001-2007 la
popolazione Rom è cresciuta dell'1% in confronto all'intera popolazione.
Pamporov ha detto che attualmente i Rom sono circa 426.000. Erano 370.908 nel
2001.
Così per l'impiego, Pomparov ha spiegato che il 51% di loro svolge qualche
tipo di lavoro. Nel 1994 quelli che lavoravano erano soltanto il 27,5%.
Spesso i Rom trovano lavoro nelle costruzioni, agricoltura, servizi pubblici
e vendita al dettaglio. Il 49% degli intervistati ha indicato il proprio salario
come principale fonte di reddito, il 13,1% la pensione, il 9,9% lavoro
temporaneo, il 7% pensione di invalidità, il 6,3% assistenza sociale, il 5,7%
assegni familiari, il 3,2% affari privati, l'1,8% indennità di disoccupazione,
1,8% traffico di scarti, erbe e funghi, e l'1,3% lavoro all'estero.
Il livello di analfabetismo tra le donne Rom è doppio rispetto agli uomini.
Le cifre sono 10,7% tra gli uomini e 20,1% tra le donne.
Il 38,7% delle donne ha la licenza elementare e circa la stessa percentuale
la licenza media. Solo il 4,1% ha istruzione secondaria. D'altra parte, il 30,7%
degli uomini Rom ha la licenza elementare, il 42,9% la licenza media ed il 15,7%
si è diplomato alle superiori.
Toni Tsvetanova/bnn/
Di Fabrizio (del 04/08/2008 @ 08:54:57, in sport, visitato 2698 volte)
Da British_Roma
Londra, 27.7.2008, 15:03, (Daily Mail - VIDEO) Billy Joe Saunders è in missione. Da un sito di Viaggianti ad Hatfield ai Giochi Olimpici di Berlino, il teenager andrà in Cina come portabandiera della comunità Romani e del rinascimento della boxe britannica.
VIDEO Sky News Sport about Billy Joe Saunders Ma Saunders ha anche una crociata più personale dopo l'assenza della sua ragazza Ruby e di suo fratellino Billy Joe Jnr dai Giochi, che lo sprona a portare a casa una medaglia d'oro.
A 18 anni è il membro più giovane degli otto componenti della squadra che competerà ai giochi, Saunders ha speso settimane navigando in internet cercando di trovare una stanza per la sua famiglia, ma senza successo.
[...] Un Viaggiante non ha mai gareggiato nel più grande evento sportivo del mondo, ma Saunders farà la storia diventando il più prominente di una famiglia di pugili la cui storia va indietro sino al bisnonno 96enne che si batteva nelle fiere.
La sua emersione come candidato alla medaglia nei pesi welter è solo una delle storie di successo nella squadra GB che, grazie ai nuovi fondi versati in visione di Londra 2012,vanta otto contendenti appena quattro anni dopo che Amir Khan andò da solo ad Atene e ritornò con una medaglia d'argento.
Sono il primo viaggiante che si è mai qualificato per i giochi Olimpici," ha detto Saunders. "Come gli asiatici, i neri ed altri gruppi di persone, i viaggianti hanno questa immagine, ma voglio comportarmi bene e voglio che la gente sia orgogliosa di me."
"Ho conosciuto dei viaggianti ragazzi che sarebbero stati un milione di volte meglio di me se avessero continuato. Non è una strada facile. L'ho presa, ma faccio pugilato da 13 anni e questo è quello che conta. E' più di un titolo mondiale. Le Olimpiadi sono la cosa più grande del pianeta."
"E' grande essere un portabandiera. La mia famiglia è sulla luna. La boxe è nel mio sangue da quando son nato. Mio padre era un pugile e mio bisnonno combatté sui ring delle fiere. Era un campione."
"A volte se ne dimentica, ma ancora mi passa qualche consiglio. Conosce l'argomento. Era uno sport totalmente differente, ma ancora devi avere il coraggio ed il cuore per salire sul ring.
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Di Fabrizio (del 04/08/2008 @ 23:11:56, in casa, visitato 1759 volte)
Savorengo Ker: a parole nostre
Lettera aperta di Francesco Careri, responsabile del progetto Savorengo Ker:
una risposta alle polemiche sollevate dalla presentazione della casa di tutti;
un appello ad aderire a un'idea abitativa sperimentale.
Savorengo slideshow
Una rassegna delle migliori fotografie scattate dagli amici che ci hanno
seguito e sostenuto in questa lunga e incredibile avventura.
Savorengo Ker: istruzioni per l'uso
Un breve video di presentazione dei lavori di Savorengo Ker. Disponibili
in download anche il Press Kit e la Rassegna Stampa
Di Fabrizio (del 05/08/2008 @ 09:04:45, in lavoro, visitato 1872 volte)
Da
Czech_Roma
I 4 milioni di Rom nella regione, affondati nella disoccupazione, povertà
e malattia, sono una ruggine sociale e un'opportunità economica persa
by
S. Adam Cardais
28 giugno 2008 - Sempre più spesso nell'Europa Centrale la
disperazione della popolazione Romani nella regione rimane vergognosamente
rimossa dai pubblici scrutini in ghetti nascosti all'esterno da capitali come
Praga o Bratislava.
Ma viaggiando a sud attraverso i Balcani sino a Podgorica, dove con i bimbi
al collo tirano le braccia ai turisti per mendicare, o Sarajevo, dove protette,
delicate donne Romani circolano con i loro bambini - a mani tese - attraverso i
caffè nella Città Vecchia Turca. Questo grida la disperazione della
disoccupazione, della povertà e della malattia rampanti tra i circa 4 milioni di
Rom nell'Europa Centrale ed Orientale. Gli stessi disperati paesi come la
Repubblica Ceca cercano di marginalizzare - se non coprire - attraverso quello
che un'organizzazione dei diritti umani con base a Praga chiama "tacito apartheid".
La quasi totale esclusione sociale dei Rom - spesso denominati Zingari -
nell'Europa Occidentale ed Orientale ha ricevuto recentemente molta attenzione,
specialmente dal "Decennio di Inclusione Rom", iniziativa lanciata nel 2005 da
nove governi dell'Europa centrale e del sud-est per promuovere l'integrazione.
Tuttavia, come può facilmente vedere qualsiasi viaggiatore nei Balcani, i Rom
sono appesi a margini disperati. Di più, la recente decisione dell'Italia di
prendere le impronte digitali ai Rom rivela la profondità di sotterranei
sentimenti anti-Rom in Europa.
Data la considerevole attenzione, ed i miliardi di di Euro di aiuto dell'Unione
Europea al "Decennio di Inclusione Rom", perché così pochi progressi? Non è
mancanza di idee o di fondi, dicono gli esperti di integrazione Rom. Non è
neanche che i Rom lavorino timidamente, teoria sposata dagli scettici
sull'inclusione. No, dicono gli esperti, il problema è la debole volontà
politica.
Però mantenere i Rom al fondo dovrebbe essere inaccettabile nella moderna
Europa. Non solo è ingiusto ed immorale - è cattiva economia.
LE DIFFICOLTÀ DI CHI PAGA LE TASSE
"La povertà è costosa", dice Gwendolyn Albert di Peacework, un'organizzazione
internazionale sullo sviluppo umano. "E' quello che la maggior parte della gente
non capisce."
Effettivamente, l'esclusione dei Rom ha significativi costi economici che
dovrebbero essere gridati fra gli argomenti a favore dell'integrazione. Può
essere un approccio cinico, ma può anche avere le gambe politiche che sembrano
mancare alle considerazioni morali.
I costi iniziano col lavoro. A causa della discriminazione o della mancanza di
istruzione e specializzazioni, la disoccupazione Rom è sproporzionatamente alta
nell'Europa Centrale ed Orientale, raggiungendo il 70% in alcuni paesi.
Nel contempo, la popolazione maggioritaria sta avanzando verso le sedie a
rotelle piuttosto che i tricicli. I mercati lavorali nei prossimi decenni
faranno a meno di decine di migliaia di lavoratori, così i governi dovrebbero
provare a capitalizzare la loro economica e disponibile forza lavoro Romani. Ma
per lo più non è così. Invece, paesi come la Repubblica Ceca stanno reclutando
lavoratori stranieri per riempire il gap.
"E' assurdo portare gente dalla Mongolia alla Boemia o alla Moravia
settentrionali, quando ci sono un gran numero di Rom disoccupati," dice Albert.
Specialmente considerando che la disoccupazione porta molti Rom all'assistenza
sociale. Un rapporto del 2003 del Programma di Sviluppo ONU (UNDP) trovò che per
oltre il 70% dei Rom nell'Europa Centrale ed Orientale, il loro reddito deriva
da fonti statali come gli assegni per l'infanzia o la disoccupazione. Questa
dipendenza sociale è chiaramente costosa, ma consideriamo anche che molti Rom
con bassi stipendi non pagano tasse per supportare questi programmi ed i costi
dell'esclusione sono chiari: il paese perde lavoratori, denaro pubblico e
ingresso di tasse.
Misurare questi costi è difficile perché sono limitati i dati certi sui Rom.
Quelli UNDP sono i più recenti, e coprono soltanto Bulgaria, Repubblica Ceca,
Ungheria, Romania e Slovacchia. Ma gli economisti Luchezar Bogdanov e Georgi Angelov
hanno calcolato il drenaggio di esclusione della Bulgaria.
In uno studio del 2007 per l'ufficio Open Society Institute di Sofia, i
ricercatori hanno trovato che in 10 anni la Bulgaria avrebbe guadagnato
l'equivalente dai 7 ai 16 miliardi di euro dalla piena integrazione e che il
ritorno dell'investimento supererebbe il costo con un rapporto di 3 a 1.
Dicono gli esperti che il percorso per realizzare l'ambiziosa meta della "piena
integrazione" nella regione deve partire con riforma politica, strutturata e
coerente, che salti dalla pura consapevolezza al migliorare formazione e la
sanità nelle comunità Romani. Gabriela Hrabanova, del Consiglio governativo Ceco
per gli Affari Comunitari Rom e lei stessa per metà Romani, dice che il
programma di Assistenza Insegnanti Rom, che forma gli insegnanti per lavorare
meglio con i bambini Romani, è un progetto modello.
Sfortunatamente, dicono lei ed altri, gli sforzi di integrazione sia di
Bruxelles che dei governi regionali non sono focalizzati, viene data più enfasi
al progettare piani d'azione che programmi effettivamente di base. La Coalizione
Politiche Rom della UE, un gruppo di organizzazioni di difesa legale, è arrivata
ad una conclusione simile riguardo l'agenda UE del 2 luglio sull'affrontare
l'esclusione, dicendo che lasciava la responsabilità agli stati membri, non
riuscendo a proporre una singola strategia europea effettiva.
La coalizione spera in progressi reali alla Conferenza UE di settembre sui
Rom. Senza dubbio la si svolgeranno molte discussione sul cammino dell'Europa
sul tema dell'integrazione.
Forse qualcuno inghiottirà il relativo cinismo e ne farà un argomento
economico. Potrebbe incitare i leader all'azione.
Provided by Transitions Online
- Intelligent Eastern Europe
Di Fabrizio (del 05/08/2008 @ 09:33:21, in scuola, visitato 1648 volte)
Da
Polska_Roma
By MONIKA SCISLOWSKA - WARSAW, Poland (AP) - Il Ministro
dell'Istruzione ha programmato di chiudere le classi per soli Zingari, a seguito
delle proteste per cui sarebbero discriminatorie.
"Non ci sarà più assolutamente alcuna forma di classi separate per i bambini
Rom" ha detto venerdì Katarzyna Hall a radio Tok FM. "Dobbiamo porre una fine a
questo".
Nel 2004, il Consiglio d'Europa si era appellato alla Polonia e ad altre
nazioni con una minoranza Rom, di porre una fine alle classi segregate.
Ma il giornale polacco Dziennik ha riportato questa settimana che, secondo
dati del Ministero degli Interni, ci sono state classi separate quest'anno in
cinque città meridionali ed orientali.
I bambini Zingari erano spediti in classi separate col pretesto che non
parlavano polacco, riporta il giornale, anche se molti lo parlavano
fluentemente.
Una scuola aveva persino ingressi separati per Zingari e Polacchi, secondo il
giornale.
Krzysztof Stanowski, delegato alla Camera, ha detto all'Associated Press che
dal 1 settembre tutti i bambini saranno messi insieme, indipendentemente
dall'etnia.
"Il ministro sta parlando con tutte le autorità locali dell'istruzione
coinvolte e ha detto che a partire da quest'anno scolastico non saranno più
formate classi separate per i Rom," ha detto Stanowski.
Ha detto che il Ministero dell'Istruzione si è opposto ad ogni tipo di
discriminazione, ed elogiato il giornale per aver sollevato la questione.
Di Fabrizio (del 05/08/2008 @ 10:45:39, in media, visitato 1942 volte)
Da
British_Roma
Un mio amico ha comprato un film dal titolo
I Ricchi: Stanno rubando il Sogno Americano
E' un trailer ed una serie per il cinema
E' UNA TERRIBILE PROPAGANDA ANTI-ROM
Le star sono Eddie Izzard e Minnie Driver con 2 bambini, Shannon Marie
Woodward, Noel Fischer, Adrian Mitchell.
Creatore Dmitry Lipkin
E' fatto dalla 20th century Fox e programmato per il Fox movie channel (Fox
è un canale molto razzista qui negli USA)
Loro reclamano di essere Viaggianti (con la V maiuscola) e nell'introduzione
dicono che "alcuni ci chiamano Zingari". Sono mostrati mentre guidano un
caravan, i bambini non vanno a scuola, e c'è un "campo" con molti altri che loro
visitano occasionalmente e che è guidato da un uomo molto violento e orribile,
ch tratta le donne e le ragazze terribilmente, picchiandole e facendo maritare
le ragazzi da molto giovani.
La premessa della serie è che sono tutti ladri. Minnie Driver li definisce
come ladri professionisti e questa è la loro occupazione.
Inutile da dire, questo è solo alimentare gli esistenti terribili stereotipi
e bisogna protestare sino all'ultimo.
Non ho idea se diventerà mai una serie TV, perché non ho TV! (neanch'io,
qualcuno potrebbe informarmi? ndr)
Ma ho pensato di farvelo sapere.
Dianne Post - Phoenix, AZ
Di Fabrizio (del 06/08/2008 @ 08:46:00, in Europa, visitato 2048 volte)
Da Nordic_Roma
31 luglio 2008 1:50am BST - By Agnieszka Flak and Julie Breton HELSINKI (Reuters) - Aurelia non porta più con sé sua figlia di quattro anni a mendicare per le strade della capitale Helsinki. La donna Rom di 35 anni ha troppa paura che le prendano la bambina per darla in affido.
La Finlandia sta perseguendo i Rom, o zingari, che elemosinano con i loro bambini, minacciando di rimandare madri e figli nel loro paese di origine o di dare i bambini in affido. Lo scopo, dicono le autorità, è di proteggere i bambini.
Ma i gruppi dei diritti umani dicono che la mossa, introdotta alla fine del 2007, è sinora una delle più dure misure anti-Rom d'Europa, e costituisce una forma di ricatto che divide le famiglie invece di proteggerle.
La Finlandia non è sola nell'introdurre misure che i critici dicono essere discriminatorie contro i Rom. L'esecutivo dell'Unione Europea ha sollecitato gli stati membri ad offrire migliori opportunità ai Rom, cui spesso non vengono date pari opportunità di avanzare socialmente.
I Rom dell'Est Europa sono stimati in 9-12 milioni, sono il settore della società più povero nella regione, e molti sono fuggiti nei più ricchi stati occidentali, in cerca di una vita migliore. Ma, spesso, hanno trovato soltanto negligenza, discriminazione e schiacciante povertà.
In Italia, il governo è stato severamente criticato per il piano di prendere le impronte digitali ai Rom, inclusi i bambini, come componente di un severo provvedimento sui crimini, che molti italiani imputano agli immigrati.
I critici dicono che le misure proposte portano alla discriminazione etnica ed alla violazione delle regole UE. L'Italia ha replicato che le impronte verranno prese a tutti i cittadini, una mossa per disinnescare le critiche.
Astrid Thors, Ministra Finlandese per le Migrazioni e gli Affari UE, ha difeso la posizione del suo paese, dicendo che le autorità devono reagire se i bambini sono in pericolo.
"Stiamo cercando di agire nell'interesse dei bambini - Può essere problematico, ma è anche bene che la gente che arriva qui sappia che questa è la regola," ha detto.
Aurelia, che ha rifiutato di dare il suo cognome, elemosina ancora ma le entrate sono diminuite da quando ha smesso di portare sua figlia.
"Mendicare è ancora meglio che avere fame nel paese da cui arrivo," ha detto, agitando il bicchiere di plastica vuoto sul marciapiede vicino alla stazione di Helsinki.
"Alcune delle mie amiche sono andate via perché hanno sentito che i loro bambini sarebbero stati prese. Io non ho altra possibilità. Non ho altri sistemi migliori per appoggiare la mia famiglia a casa."
PIU' ORGANIZZATI
Il governo stima che vivano in Finlandia circa 10.000 Rom, anche se dicono che il numero potrebbe essere molto più alto, perché tracciare i loro movimenti è quasi impossibile.
Molti Rom arrivano dalla Romania e dalla Bulgaria, che hanno raggiunto l'Unione Europea nel 2007.
Quelli arrivati recentemente spesso dormono in tende o in comunità improvvisate sugli svincoli autostradali e raramente hanno accesso al servizio sanitario per prendersi cura delle loro famiglie.
Per legge, i Rom non possono essere deportati, a meno ché non commettano un crimine serio. Mendicare non è illegale.
Quando i Rom mendicanti, una presenza ubiqua nella capitale norvegese Oslo, apparvero per la prima volta l'anno scorso nelle strade di Helsinki, causarono fermento nei media locali e misero in evidenza una certa intolleranza verso gli stranieri.
I Rom non sono l'unico gruppo che ha affrontato la discriminazione in Finlandia, dove spesso la gente è ostile verso i nuovi venuti sino ai recenti segni che l'economia avrebbe sofferto se il paese non avesse adottato un approccio più positivo.
Con un clima duro ed una lingua parlata solo da pochi, la Finlandia sta ora cercando di attrarre gli immigrati per puntellare un'economia indebolita dal rapido invecchiamento della popolazione europea ed una forza lavoro ristretta.
La popolazione della Finlandia è di circa 5,3 milioni e ci sono circa 122.000 stranieri, la maggior parte dalla Russia e dall'Estonia.
Mentre il numero dei mendicanti Rom in Finlandia è ancora piccolo - meno di 100 secondo uno studio del ministro degli interni - la polizia dice che stanno diventando più organizzati ed aggressivi, a volte arrivano su mini bus noleggiati alla bisogna per la loro giornata lavorativa ad Helsinki.
E la presenza dei bambini ha fatto arrabbiare alcuni Finlandesi.
Outi Parkkinen, una madre che vive a Helsinki, ha detto che non potrebbe contribuire a suddividere la colpa dopo aver visto bambini dormire per strada ad una temperatura sotto zero.
Chiede: "La gente dice che la Finlandia non è aperta all'immigrazione ogni volta che si parla dell'arrivo dei Rom. Dovremmo forse lasciarli vagare e rischiare che qualcuno di questi bambini muoia?"
Thors ha detto che la Romania deve assumersi la responsabilità dell'integrazione della sua minoranza nomadica e prevenire che migliaia di persone inondino le altre città europee.
Pure altri stati nordici hanno iniziato a reprimere, specialmente da quando il numero dei mendicanti Rom è cresciuto dal 2007.
Le lamentele contro i mendicanti aggressivi ad Oslo hanno portato l'anno scorso i politici norvegesi a discutere il divieto di elemosina.
Anche se questa proposta è caduta, è nuovamente dibattito aperto che nuovi gruppi di Rom mendicanti, principalmente dalla Romania, hanno iniziato ad arrivare nella città più cara d'Europa.
Circa cinque anni fa, la Danimarca cercava di mettere i bambini Rom in classi speciali e di ritirare gli assegni di disoccupazione ai genitori Rom se i loro figli non frequentavano la scuola. Tutte e due le pratiche sono state ritenute illegali e da allora sono cessate.
(Additional reporting by Sakari Suoninen and Sami Torma in Helsinki, Kim McLaughlin in Copenhagen, Adam Cox in Stockholm and John Acher in Oslo; Editing by Clar Ni Chonghaile)
Di Fabrizio (del 06/08/2008 @ 08:56:08, in Italia, visitato 3498 volte)
28 luglio 2008 - Nei mesi scorsi l'Italia è stata sotto i riflettori
per l'aumento degli attacchi e la crescita del pregiudizio razziale contro le
sue comunità Rom e Sinti.
Opera Nomadi è la principale organizzazione che lavora con le comunità
nomadi in Italia. Molti dei suoi componenti sono Rom e Sinti. Guida progetti
sull'istruzione, la sanità, l'abitare e le relazioni comunitarie nelle città
italiane, incluse Milano, Roma, Napoli e Padova.
Matilde Ceravolo, dell'MRG, ha parlato col Vice Presidente dell'Opera
Nomadi, Maurizio Pagani (in foto), sul peggioramento della situazione per i
Rom in Italia.
Quali sono le vostre relazioni con le autorità locali italiane?
I sindaci italiani tendono a delegare il lavoro con le comunità Rom a terze
parti, spesso OnG. Il problema è che non coinvolgono o consultano le comunità
stesse. Buona parte del lavoro dell'Opera Nomadi è facilitare il dialogo e la
mediazione culturale.
Recentemente il lavoro è diventato sempre più difficile. Ci sono delle
distinzioni tra le città, che dipendono dalla posizione politica dei sindaci, ma
generalmente ci sono forti contraddizioni nelle politiche sociali implementate
da tutti i partiti. Riguardo le comunità nomadi, il contesto politico e sociale
è andato sempre più peggiorando durante gli ultimi due anni.
Può spiegare come la situazione delle comunità Rom e Sinti sta peggiorando
in Italia? Cosa sta causando questa situazione?
Da luglio, il governo ha adottato misure discriminatorie, ad un livello mai
visto nel passato. Le comunità Rom e Sinti si sentono minacciate ora come mai
prima. Crediamo che ci sia un serio rischio di discriminazione etnica e che ci
stiamo avvicinando verso il disegno di politiche pubbliche discriminatorie.
Tuttavia, questo non dev'essere visto soltanto come una parte di un'ondata
anti-nomadi. Quanto sta accadendo adesso è parte di più vaste politiche
migratorie. Negli ultimi anni, il dibattito politico sulla migrazione ha assunto
forti toni demagogici. L'Italia è stata sul lato sbagliato di massicce
migrazioni dall'Est Europa, soprattutto dalla Romania, da quando quel paese ha
raggiunto la UE. Molti di quei migranti erano Rom rumeni, a cui è stata data
l'unica possibilità di sistemarsi in campi alle periferie delle città, creando
nuove baraccopoli. La presenza di queste comunità di Rom rumeni ha poi creato
forti conflitti sociali nelle periferie, e questo ha recentemente attirato più
attenzione sui Rom e si è trasformato in una crescente ondata di razzismo.
Campo di Rom rumeni, Milano - Paolo Poce
Ma la vera ragione per cui accadono questi esplosivi conflitti sociali è che
l'improvvisa migrazione dalla Romania non è stata gestita adeguatamente. Non ci
sono state politiche dell'emergenza, sono state abbandonate le politiche
dell'integrazione. Le istituzioni non hanno facilitato il processo, non hanno
offerto soluzioni, ed hanno terminato discriminando i migranti su base etnica.
Le questioni sociali affrontate dai Rom sono state trattate come qualcosa di
differente dall'assistenza sociale a cui hanno diritto gli altri cittadini.
Qual'è la sua opinione sulle misure che sta adottando il governo, come
registrare tutti i Rom e prendere le impronte digitali ai bambini?
Avevamo in precedenza denunciato i Prefetti di Roma, Milano e Napoli a cui è
stato dato il ruolo di "Commissari Speciali sull'Emergenza Rom" col compito di
sviluppare il censimento della popolazione Rom, dicendo che questo non sarebbe
stato un comune censimento della popolazione, ma sarebbe stato basato
sull'etnia... Avevamo ragione.
Metà della gente Zingara nel paese sono cittadini italiani, che hanno gli
stessi documenti di ogni altro cittadino italiano. Nondimeno, come parte di
questo censimento, è richiesto loro di mostrare i loro documenti, che vengono
fotografati e tenuti in uno speciale archivio parallelo, differente dal registro
civile usato per tutti gli altri, Sfortunatamente, anche la Croce Rossa Italiana
sta partecipando al censimento.
Riguardo alle impronte, anche se molto ne è stato scritto, al momento è
accaduto in pochi casi, con l'eccezione di Napoli. A Roma, il Commissario
Speciale ha avuto il coraggio di dichiarare che rifiutava di prendere le
impronte, tranne in casi eccezionali, dove fosse altrimenti impossibile
identificare la persona.
La società civile, e specificatamente l'Opera Nomadi, cosa stanno facendo
per rispondere a questa situazione?
Abbiamo immediatamente preso alcune azioni legali. Sono informato di due casi
in Lombardia dove sono stati citati i diretti responsabili della presa di
impronte (polizia e carabinieri). L'Opera Nomadi sta appoggiando una famiglia di
Rom italiani fornendo assistenza legale al caso.
Abbiamo anche deciso di denunciare pubblicamente la sfaccettatura
discriminatoria di questa misura. Critichiamo la mancanza di politiche pubbliche
effettive nell'affrontare i problemi delle comunità nomadi. Siamo a conoscenza
che i problemi esistono, ma sinora non abbiamo visto nessuna politica volta ad
affrontare problemi come l'accesso all'istruzione, al lavoro, alla casa,
di queste comunità. Abbiamo scritto al Prefetto di Milano offrendo di
incontrarsi e discutere tutti questi argomenti. Stiamo ancora aspettando una
risposta, e siamo ancora aperti al dialogo.
La società civile generalmente ha esercitato una pressione critica su
chi deve prendere le decisioni. La "Federazione Rom e Sinti", che include
rappresentanti di ogni comunità, è stata molto attiva.
Roberto Maroni, Ministro degli Interni, sta presentando la presa delle
impronte come un'azione umanitaria. Ha dichiarato che lo scopo è fornire
cittadinanza a quei bambini che sono stati "venduti, abbandonati, lasciati a
chissà chi". Può commentare?
In Italia abbiamo un immenso problema dei bambini nati senza cittadinanza.
Riguarda principalmente i Rom dell'ex-Yugoslavia, che non hanno assolutamente
documenti d'identità o cittadinanza. Non viene neanche assegnato loro un
certificato di apolidia. Stimiamo che siano circa 15-20.000. Opera Nomadi non
può ma accoglierebbe con favore una decisione che garantisse loro la
cittadinanza.
Sfortunatamente, quello che il signor Maroni suggerisce, riguardo solo i
minori che sono stati vittime di violenze terribili, che sono stati allontanati
dai genitori dai tribunali, o quelli che non hanno famiglia. Secondo l'Osservatorio Minori,
nel 2007 c'erano 8.000 casi simili nei registri (il numero reale è chiaramente
superiore). Molti di questi casi sono di stranieri, ma i Rom sono probabilmente
non più di poche centinaia. Molti di questi bambini vengono dal Maghreb. Sono
messi sotto la protezione dei servizi sociali, ma perdono la loro condizione
quando compiono diciott'anni. A loro non viene fornito nemmeno un permesso di
lavoro, e spesso rimangono senza cittadinanza.
Campo di Rom rumeni, Milano - Paolo Poce
In questa situazione, che il signor Maroni voglia loro garantire la
cittadinanza è certamente una buona notizia. Nondimeno, dev'essere chiaro che è
solo una forma di protezione per un gruppo molto specifico. Non cambia il fatto
che la legge italiana sulla cittadinanza abbia bisogno di una riformulazione
radicale. Non è accettabile che famiglie che sono qui da 4 generazioni non
possano ancora ottenere la cittadinanza.
Due notti fa un campo Rom ha preso fuoco a Roma. Il giorno prima i corpi di
due ragazze Rom che erano annegate sono state lasciate nell'indifferenza sulla
spiaggia di Napoli. E' questa la cima dell'iceberg del razzismo contro i Rom?
Io penso si debba essere molto prudenti con affermazioni simili. Nello stesso
modo in cui il rigetto dei Rom è diventato molto più visibile, è anche vero che
parte dei media e della società civile è troppo incline ad interpretare ogni
fatto come una manifestazione di razzismo. E' molto importante verificare la
credibilità delle informazioni prima di darle per assodate. Per esempio, non c'è
prova che al campo sia stato dato fuoco di proposito. Al momento, sembra più
probabile che sia stato solo un incidente.
Riguardo al caso delle due ragazze affogate. Sfortunatamente, credo che sia
un sintomo della nostra società malata. Non credo che l'episodio sia accaduto
per l'etnia delle ragazze. Lo stesso sarebbe probabilmente successo con chiunque
altro.
Di Fabrizio (del 06/08/2008 @ 09:34:30, in casa, visitato 1951 volte)
Da
Roma_Francais
LE MONDE | 31.07.08 | 13h19
LAMEZIA TERME (ITALIE) ENVOYÉ SPÉCIAL - I fiori di plastica abbelliscono le
finestre delle baracche. I bambini giocano in mezzo ai contenitori d'acqua. La
biancheria asciuga sul filo spinato. Il campo rom di Lamezia Terme, in Calabria,
incastrato tra la pendenza della ferrovia, il recinto dell'ospedale ed un muro
di 4,5 metri di altezza per 50 di lunghezza, è un ghetto con un solo accesso, il
tunnel sotto la strada ferrata.
"Il muro c'era già quando siamo arrivati, ma era più basso", si ricorda
Massimo che è cresciuto qui. "Poco a poco, i residenti l'hanno alzato e messo
del filo spinato per impedirci di saltare dall'altra parte." Massimo, cognome
italiano come tutti quelli della famiglia: Berlingeri. Il muro separa dal
resto della città degli italiani da generazioni, con meno diritti e condizioni
di vita inumane.
"Zi' Antonio", la memoria del campo, ricorda in dialetto locale e con un
forte accento calabrese: "Prima di andare a dormire, chiamo una dozzina di
giovani che vengano coi bastoni e mi aiutino a cacciare i ratti dalla baracca."
Attorno, si conviene. Se non sono i ratti, sono le blatte. Un alloggio degno: è
quello che domandano le 84 famiglie che sono istallate in questo campo
"provvisorio" dal 1982.
E se si parla loro del censimento dei Rom in corso, aggirano la questione con
un gesto della mano. Qui, dove vive la più forte comunità rom del Sud dopo
Napoli, non è questo il problema. Anche se siano riunite tutte le condizioni per
accedere agli alloggi sociali, è tutto bloccato. "E' un vicolo cieco", riconosce
il sindaco della città, Gianni Speranza. "Il rialloggiamento in stabili ad
affitto moderato è la sola soluzione, e finirà per arrivare, ma quel giorno,
spiega, temo una guerriglia contro i Rom."
I Rom sono accusati di provocare fumi tossici incendiando i pneumatici per
ricavarne materiale da rivendere. Si rimprovera loro di avere trasformato i
dintorni del campo in uno scarico di rifiuti ingombranti o tossici. "Più facile
per i privati o le imprese girare un biglietto di 10 o 20 euro tra di loro per
sbarazzarsi dei rifiuti, che seguire la filiera obbligatoria con i costi che
comporta", spiega Antonio Rocca, dell'associazione Ciarapani. Da qui l'amalgama,
Rom, criminalità. L'associazione vuole mostrare che esiste un'altra via: ha
messo in piedi una cooperativa incaricata dal comune di raccogliere le
immondizie. "Grazie al mio lavoro, sono riuscito a trovare un alloggio in
città", spiega Massimo, fiero della sua uniforme di spazzino. "Sono dei
cittadini. E' scandaloso rinchiuderli in un ghetto, quando avrebbero diritto,
come tutti, alla scolarizzazione, alla formazione, alle opportunità di lavoro e
ad un alloggio", spiega Marina Galati, presidente dell'associazione. Ma la paura
ei Rom, denunciata dalla sinistra, dalle associazioni cattoliche e della difesa
dei diritti, allontana tutte le soluzioni. Il muro di Lamezia Terme non è pronto
a cadere.
Salvatore Aloïse
Article paru dans l'édition du 01.08.08
PS: Di Marina Galati, segnalo "Fare
cittadinanza insieme ai rom"
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