Con un grave provvedimento di chiaro stampo xenofobo,da parte dell’assessore
Franzinelli e della Digos è stata vietata la conferenza “A forza di essere
vento” indetta e regolarmente autorizzata per venerdi 19 febbraio 2010 alle ore
20,30 presso la sala Albertina. > Porrajmos > La persecuzione e lo sterminio
nazifascista dei Rom e dei Sinti presenta Paolo Finzi, redattore della rivista
anarchica “A” e produttore del DVD a forza di essere vento lo sterminio nazista
degli Zingari - Alla Barriera Albertina Novara
Quindi senza una causa e senza un atto motivato si vuole impedire un diritto di
manifestare da parte di chi si oppone alla xenofobia e al razzismo delle forze
politiche che occupano le poltrone di sindaco e di assessore alla sicurezza.
Ci ricordiamo quello che avvenne nel maggio 2008 quando le bande xenofobe e
razziste sdoganate dal Governo e sentendosi protetti dall’Amministrazione
Giordano hanno assaltato nella notte di sabato (durante la cosiddetta notte
bianca) il campo Rom di via Fermi, che per un puro caso non ha provocato una
strage.
Condanniamo fermamente queste azioni criminali che da un po’ di tempo si stanno
verificando in diverse parti d’italia in nome di una strumentale “voglia di
sicurezza” dove vengono aggrediti cittadini e persone considerate diverse, che
diventano le prime vittime dell’intolleranza.
Gli Antifascisti Novaresi non lasceranno passare sotto silenzio simili gravi
atti squadristi e chiamano tutti i democratici alla vigilanza e a promuovere
iniziative di contrasto contro il dilagare dell’intolleranza e del razzismo
comunque mascherato.
Per questo respingiamo questo divieto e ribadiamo la nostra presenza alla
barriera Albertina per venerdì 19 febbraio 2010 alle ore 20,30 partecipate
numerosi in difesa dei diritti di manifestare il proprio pensiero.
Di Fabrizio (del 23/02/2010 @ 09:47:16, in Italia, visitato 1856 volte)
BresciaOggi.it CRONACA IL CASO. La «ribellione silenziosa» dei nomadi di
via Orzinuovi
Gordon Quirini: «Pochi mesi fa ho perso un figlio per colpa di un virus. Non
voglio che accada ancora»
22/02/2010
I sinti ieri sera durante il trasloco in via Orzinuovi FOTOLIVE/Morgano
«Non possiamo andare avanti così. I nostri figli stanno male, è tutto inverno
che li portiamo in ospedale, lo scorso anno mia moglie, incinta di sette mesi,
perse un bambino perchè si ammalò: io non voglio che questa situazione si
ripeta». Parole di Gordon Quirini, una delle centocinquanta persone che abitano
il campo nomadi di via Orzinuovi 108 e che da tempo si trova a vivere in
condizioni igieniche proibitive. Una realtà che cozza con quella delle «casette»
fatte costruire con fondi regionali dalla giunta Corsini qualche anno fa:
tredici abitazioni che possono ospitare altrettante famiglie. Strutture vuote
che l'attuale amministrazione comunale ha provveduto a far chiudere tenendole
sorvegliate per evitare qualsiasi tipo di inconveniente.
MA DA IERI SERA, con il calare della luce, nell'area davanti a quelle abitazioni
(civico 100 di via Orzinuovi) hanno iniziato a fare capolino alcuni sinti in
fase di trasloco dal campo nomadi situato a una ventina di metri. «Non possiamo
occupare le abitazioni perchè sarebbe un reato e non è giusto - assicura Gordon
Quirini - : però vogliamo far sentire la nostra voce a chi amministra Brescia,
siamo dei residenti che vorremmo poter usare quelle case che, in fondo, sono
state fatte anche per noi. Siamo pronti a usarle, le nostre famiglie ormai
vivono in condizioni sanitarie impossibili. Basti pensare che non siamo nemmeno
in possesso delle fognature, è chiaro che in una stagione del genere non
possiamo andare avanti. Non abbiamo nessuna intenzione violenta, vorremmo solo
trovare una soluzione che sia ideale per entrambe le parti».
Stamattina, quando l'occupazione dell'area antistante le «casette» sarà
completate ci sarà l'inevitabile presa di posizione dell'amministrazione
comunale: la zona è videosorvegliata, è improbabile che l'operazione dei sinti
sia passata sottotraccia. Probabilmente ci saranno dei colloqui, degli scambi di
vedute e chissà che, quelle casette costruite dalla giunta Corsini non possano
essere date in uso ai sinti. A giovarne sarebbe soprattutto la salute dei
quaranta bambini che abiterebbero nel campo di via Orzinuovi.
Di Fabrizio (del 23/02/2010 @ 15:15:25, in Italia, visitato 1738 volte)
17 febbraio 2010 -
Segnalazione (file .doc) di Agostino Rota Martir
Che vergogna essere livornesi stamani, che vergogna essere o
quantomeno dirsi cristiani di fronte alla distruzione di un campo rom.
Stamani
ero in via del Levante dove dei poveretti si erano costruiti delle baracchine
dove dormire, per ripararsi dal freddo, visto che non hanno soldi per pagarsi un
qualsiasi alloggio nella nostra città. Sono gli stessi che troviamo ai semafori
o fuori dai supermercati o fuori dalle nostre chiese, con la mano tesa a
elemosinare qualche spicciolo per mangiare o da portare a casa, in Romania,
dove, spesso, hanno lasciato i loro bambini con qualche parente più anziano.
Vorrei riportare in queste poche righe il loro dolore, la rabbia, l'impotenza
insieme alla mia indignazione per un azione come quella dello sgombero che, se
non è seguita da un'alternativa abitativa per queste persone, è soltanto un
intervento non solo profondamente inutile (in fin dei conti si sposteranno da
un'altra parte) ma fondamentalmente dannoso e sicuramente distante anni luce -
come ama dire il nostro Sindaco della sua politica rispetto a quella del sindaco
di Roma - distante anni luce, dicevo, da quella politica di accoglienza
necessaria ed urgente per la nostra città.
Eccole le domande dei rom: "Ma perché
il Comune non ci aiuta?" "Perché ci mandano via anche dai semafori? Lavoro non
lo troviamo, ai semafori non possiamo stare? Dobbiamo rubare?" "Vedete? Noi non
rubiamo... non prendiamo i vostri bambini... già è difficile mantenere i nostri...
Perché dovremmo prendere i vostri?!", ride la ragazza rom mentre lo afferma. Il
ragionamento non fa una piega, purtroppo spesso i pregiudizi ci sono proprio
perché non ragioniamo. "Perché stamani non è venuto nessuno del Comune? Per
parlare con noi, per dirci dove possiamo andare?" "Noi siamo gente come voi...
Anche dalle Chiese ci mandano via... Dove andiamo a dormire stanotte? "Domande
rimaste senza una risposta. E' l'ora che la nostra amministrazione, la diocesi
livornese e chiunque abbia a cuore la costruzione di una società migliore si
adoperino per trovare, insieme, delle soluzioni.
Di Fabrizio (del 24/02/2010 @ 09:02:30, in Italia, visitato 1555 volte)
BresciaOggi.it CRONACA 23/02/2010 IL CASO. I nomadi hanno occupato l'area
«attrezzata» di via Orzinuovi, il vicesindaco ribatte: «Pronti a intervenire, ma
non accettiamo minacce»
E' un tiro alla fune che non lascia margine al compromesso quello che
contrappone i sinti che vivono nel campo di via Orzinuovi e Palazzo Loggia. I
primi chiedono condizioni di vita accettabili, il Comune respinge quelle che
giudica e definisce provocazioni. Perchè da un paio di giorni i nomadi hanno
«occupato» il terreno situato tra il campo in cui sono stanziati e le 13 casette
che la Giunta Corsini aveva messo a loro disposizione, oggi vuote per il cambio
di destinazione stabilito dalla nuova Giunta (un appezzamento di 5 mila metri
quadrati riservato al campo rom chiuso due anni fa).
«Non vogliamo andare contro il Comune, ma la Loggia ci deve aiutare, perchè
non possiamo continuare a vivere con le fognature a cielo aperto e i cavi
elettrici a portata di bambino - denuncia Gordon Quirini, uno dei 150 sinti del
campo -. I nostri figli si ammalano in continuazione per le precarie condizioni
igeniche». Da qui, il trasloco: i sinti hanno spostato transenne e muretti di
cemento e trasferito una decina di roulotte nel prato a fianco del campo nomadi:
«Qui almeno c'è la rete fognaria: se fossse pulita e ci potessimo agganciare
sarebbe un grande passo avanti - dice Renato Henich, presidente
dell'Associazione italiana sinti di Brescia -. Perchè l'Asl non viene a vedere
come viviamo? Da parte nostra non c'è alcun ricorso o incitamento alla violenza:
la nostra dimostrazione è pacifica, non forzeremmo mai i cancelli per entrare
nelle casette, perchè sarebbe un reato. Siamo gente tranquilla, la maggior parte
di noi è nata qui: chiediamo solo che i nostri bambini non giochino in mezzo ai
vermi».
GLI AGENTI della Municipale e della Digos tengono la situazione sotto
controllo, in attesa di un segno dalla Loggia. «Ma c'è poco di cui parlare:
questa è occupazione abusiva di suolo pubblico e i sinti ne dovranno rispondere
- tuona il vicesindaco Fabio Rolfi -. Il tavolo di confronto in Prefettura
continua per individuare le microaree in cui trasferire le famiglie sinti che
vivono in via Orzinuovi, ma non siamo disposti ad alcun accordo che parta da
provocazioni, minacce e azioni strumentali come questa. Il terreno in questione
è stato sgomberato, come prevede il nostro programma elettorale: la linea non
cambia. Detto questo, siamo disposti a dare una mano per sistemare gli impianti
o gli scarichi, che prima funzionavano perfettamente, ma i sinti devono
rientrare nell'area a loro destinata».
La dislocazione frammentata delle famiglie sinti è un altro problema per la
Loggia, anche per il complicarsi della vicenda dell'area di Guidizzolo
acquistata dai privati e poi rivenduta da Brixia Sviluppo per 150 mila euro a
tre famiglie sinti di via Orzinuovi. Il no della giunta locale al trasloco
rimette tutto in discussione. «A Guidizzolo vogliono al massimo 7 persone,
niente roulotte o case mobili, solo strutture in muratura: ma noi siamo in 13 e
siamo nomadi. Come potremmo trasferirci con queste premesse? Personalmente ho
già mandato la disdetta», rivela Gordon Quirini, che a Guidizzolo avrebbe dovuto
insediarsi con i due fratelli e le famiglie, dopo aver pagato un acconto di
2.300 euro al momento del rogito. Ma se il trasloco non ci sarà più, che se ne
farà Brixia Sviluppo del terreno acquistato a Guidizzolo?
Cosa succederebbe se i migranti di tutta Europa incrociassero le braccia
per un giorno?
E se tutte le donne e gli uomini che rifiutano il razzismo in ogni sua forma
decidessero di appoggiarli?
Venerdì 26 febbraio sarà la “Notte
Gialla” di Milano, una serata contro la violenza e la discriminazione
alla quale aderiranno diverse associazioni e circoli Arci milanesi. 11 metri ed
Arci Bitte partecipano all’iniziativa, che rientra nel ciclo di incontri che
precedono la giornata mondiale di sciopero degli immigrati, in programma lunedì
1 marzo. Per l’occasione abbiamo scelto di utilizzare uno dei più efficaci
strumenti di integrazione: la musica.
Durante la serata si alterneranno sul palco:
I Muzikanti di Balval
Noy
dj set Miss In Red
dalle 20.30: cena (si consiglia la prenotazione)
a seguire musica e danze!
Tessera ARCI obbligatoria. Per i nuovi soci è necessario compilare la richiesta
di tesseramento sul sito www.bittemilano.com almeno 24h prima di usufruire di
servizi offerti.
Di Fabrizio (del 25/02/2010 @ 09:00:23, in scuola, visitato 2982 volte)
Ricevo da Tommaso Vitale
Milano, 24 febbraio 2010 - Sono un’insegnante di scuola elementare, lavoro
nel quartiere Bovisa, nella prima periferia milanese. Il quartiere è vivace e
multietnico e la mia classe, una prima, ne rispecchia le caratteristiche. A
gennaio si è aggiunto a noi un nuovo bambino, Romeo.
Romeo è un bambino Rom, nei suoi sei anni di vita ha vissuto varie volte
l’esperienza dello sgombero. È giunto nella nostra scuola dopo essere stato
allontanato dal Rubattino ed aver interrotto la sua frequenza scolastica alle
elementari di via Feltre. Avvisata del suo arrivo ho contattato la sua maestra,
che conosco personalmente per aver lavorato tre anni in quella scuola. Ho
recuperato i suoi libri e i suoi quaderni e glieli ho fatti trovare sul
banco quando è arrivato nella sua nuova classe, in via Guicciardi. Per due
settimane ha frequentato la scuola, arrivando sempre puntuale e motivato. In
pochi giorni ha conquistato tutti noi con la sua allegria ed il suo affetto,
anche la famiglia è sempre stata disponibile e rispettosa.
Un giovedì mattina, appena entrata in aula, sono stata letteralmente trascinata
in corridoio da Romeo che, parecchio preoccupato, continuava a ripetermi
“polizia, sgombero”. Speravo che si trattasse di un fraintendimento e invece era
tutto vero: il lunedì successivo lui, un’altra bambina che frequentava la quarta
e le loro famiglie sono stati sgomberati dal capannone in cui vivevano. Ho avuto
notizie di loro tramite gli operatori che da anni li seguono: per qualche notte
sono stati ospitati in un centro di accoglienza, si è parlato di un possibile
rientro a scuola… invece ho saputo che saranno a breve sgomberati dal luogo in
cui hanno trovato riparo, in fondo a via Bovisasca. E tutto questo a distanza di
poche settimane dal precedente sgombero.
Non ho parole. Non posso continuare a sentir parlare di ‘emergenza Rom’ se non
pensando che l’emergenza è il degrado in cui costringiamo a vivere queste
famiglie. Per me la vera emergenza ha il volto di un bambino di sei anni che –
me l’hanno raccontato pochi giorni fa – non vede l’ora di tornare a scuola e non
può farlo. È facile continuare a vendere la storiella dei Rom che non rispettano
le regole e non vogliono integrarsi, limitandosi a ragionare per stereotipi.
Nemmeno io mi sento immune dai pregiudizi, ma posso semplicemente raccontare
quello che ho visto: una famiglia continuamente cacciata nonostante la sua
evidente volontà di iniziare un percorso nuovo, un bambino a cui sono negati dei
diritti fondamentali (la casa, l’istruzione), un percorso scolastico e affettivo
continuamente interrotto. E dietro la storia di una singola famiglia intravedo
quella di troppe altre, colpite da un accanimento che odora di persecuzione. La
roboante retorica securitaria potrà nascondere ancora a lungo il totale
fallimento di queste scelte politiche nonché l’immane spreco di denaro pubblico
che ne deriva? Possibile che le cifre spese per sgomberare in continuazione le
solite famiglie non possano essere investite per seri progetti di integrazione
sociale? Possibile che la volontà di una famiglia di mandare con costanza il
proprio figlio a scuola sia un dato da non prendere minimamente in
considerazione in sede istituzionale? Leggo sui giornali di volontari,
insegnanti e famiglie che si attivano per aiutare, protestare, informare: in
città le voci di dissenso si stanno allargando a macchia d’olio, ora è il
momento che anche dal Comune di Milano arrivino segnali forti di un cambiamento
di rotta.
Romeo, quaderni e pennarelli sono sotto il tuo banco e la foto del tuo primo
giorno nella nuova scuola è ancora sulla porta dell’aula. Ti aspettiamo, torna
presto a imparare, giocare, fare amicizia con i tuoi compagni. A sei anni ci
sono parole più belle da ripetere di ‘sgombero’.
22/02/2010 - Una conferenza a Bucarest sulle condizioni dei Rom presieduta
dal presidente Traian Basescu è terminata oggi (lunedì) in proteste.
Cinque membri dell'Alleanza Civica Rom (ACR) di Romania sono stati
allontanati fuori dalla conferenza dalle guardie della sicurezza, dopo che
avevano protestato contro la mancanza di impegno nel proteggere il gruppo
etnico.
La conferenza, tenutasi nel Palazzo del Parlamento, ha visto il lancio di un
rapporto sulla strategia per migliorare la situazione dei Rom.
Dopo aver ascoltato il discorso del presidente Basescu, i membri di ACR hanno
iniziato a protestare contro il disinteresse delle autorità verso i Rom.
Hanno esibito sciarpe col messaggio "dieci anni di strategie, zero risultati"
ed accusato il governo e le altre autorità di insufficiente coinvolgimento nel
proteggere i Rom.
Gli attivisti di ARC hanno ricordato anche il "puzzolenti zingari" usato dal
presidente in una conversazione privata qualche anno fa.
Hanno anche citato una recente dichiarazione del Ministero degli Esteri Teodor Baconschi,
che aveva detto che c'erano "certi problemi fisiologici e di natura criminale
nel cuore di alcune comunità rumene, specialmente nelle comunità di etnia rom."
I contestatori sono stati allontanati dalla sala dagli incaricati del
Servizio di Protezione e Sicurezza (la guardia del presidente), anche se il
presidente diceva loro che erano liberi di esprimersi.
"Lei non ci permetterà di parlare," hanno detto i contestatori. Ha replicato
il presidente Basescu: "Parlate allora, chi ve lo impedisce?", mentre erano
scortati all'esterno dagli incaricati alla sicurezza.
Basescu ha detto che la minoranza nazionale dei Rom non è stata esclusa dalla
società e che molti Rumeni apprezzano le tradizioni e la musica di questo gruppo
etnico.
Però, ha puntualizzato Basescu, perché la situazione dei Rom migliori, la
loro comunità deve prendere coscienza delle sue responsabilità.
In mancanza di ciò, ha detto Basescu, tutti i programmi europei e governativi
sono destinati a fallire, e non ci saranno progressi indipendentemente dalle
somme investite.
Di Fabrizio (del 26/02/2010 @ 09:06:03, in Europa, visitato 1813 volte)
Segnalazione di Eugenio Viceconte
L'EspressoBrutta figura dell'Italia all'inaugurazione dell'Anno
dell'Unione europea contro la povertà e le discriminazioni sociali. Nessun
rappresentante del governo ha replicato alle accuse del rappresentante della
comunità Rom sul razzismo degli italiani
Un'operazione di censimento di nomadi
Madrid, 21 gennaio: inaugurazione dell'Anno dell'Unione europea contro la
povertà e le discriminazioni sociali. Presenti il premier spagnolo Zapatero, il
presidente della Commissione europea Barroso e molti giornalisti. A una tavola
rotonda parla Mirko Grga, rappresentante italiano della comunità rom.
Grga va giù duro: l'Italia è un paese razzista, il governo sforna provvedimenti
discriminatori come il censimento nei campi rom.
Imbarazzo in sala, la moderatrice invita due volte un qualsiasi rappresentante
italiano a replicare alle accuse di Grga: il nostro paese era stato l'unico
oggetto di critiche nella placida mattinata istituzionale. Non si alza nessuno,
perché nessuno rappresenta l'Italia. Anche se un delegato ci sarebbe: Raffaele
Tangorra, direttore generale per l'inclusione e i diritti sociali del ministero
per la Solidarietà sociale. Invitato a Madrid per l'inaugurazione dell'Anno,
Tangorra ha usato la tattica della scimmietta: non vedo, non sento, non parlo.
Interpellato sul perché ha detto: "Non c'era tempo per una replica".
Falso, secondo la moderatrice: "Gli avrei lasciato tutto il tempo necessario".
Visto il silenzio, in difesa dell'Italia è intervenuto il commissario europeo
Vladimir Spidla. Non una gran figura.
Di Sucar Drom (del 26/02/2010 @ 09:09:41, in blog, visitato 2062 volte)
Mantova, Sucar Drom: "Noi ci impegniamo..."
Siamo rimasti esterrefatti da quanto affermato dalla Lega Nord, durante la
conferenza stampa di domenica scorsa. Le affermazioni e i toni non sono solo
razzisti ma istigano al razzismo e alle discriminazioni contro le persone,
appartenenti alle minoranze sinte e rom. Rispondiamo all...
Mantova, mengro labatarpe: presentazione del progetto alla stampa
Venerdì 19 febbraio alle ore 11.00 presso la sala Bonaffini del Comune di
Mantova, in Via Roma 39, si terrà la conferenza stampa di presentazione del
progetto: Mengro Labatarpe (il nostro lavoro), valore lavoro – percorsi di
inserime...
Pesaro, condannati senza processo due attivisti del Gruppo EveryOne
Roberto Malini e Dario Picciau (in foto), co-presidenti con Matteo Pegoraro del
Gruppo EveryOne, organizzazione internazionale per i diritti umani, hanno
ricevuto in data 12 febbraio 2010 una notifica di decreto penale di condanna,
con pena detentiva...
Il popolo web e di Fb è xenofobo e razzista: lo dice una ricerca
Web e social network nuove frontiere anche per il razzismo. Sono oltre un
migliaio i gruppi su Facebook che dichiarano o si manifestano razzisti e
xenofobi. È quanto emerge dalla ricerca «Io e gli altri. I giovani nel vortice
dei cambiamenti», promossa dalla Conferenza dei presidenti dei consigli
regionali, presentata oggi alla Camera e realizzata da Swg. Pur s...
Napoli, una fisarmonica per ricordare Petru Birlandeanu
Petru Birlandeanu fu ucciso nella stazione della Cumana di Montesanto a Napoli
il 26 maggio dello scorso anno. Nello stesso punto, dove si accasciò durante una
sparatoria tra clan di camorra contrapposti, sotto gli occhi di sua moglie
Mirella, oggi c'è una t...
Napoli, Armandino e il Madre
Sono cominciate da alcuni giorni a Napoli le riprese di Armandino e il Madre, il
cortometraggio che vede l’attrice Valeria Golino per la prima volta dietro la
macchina da presa. Con lei l’inseparabile compagno, l’attore Ri...
Razzismo, il 45% dei giovani chiuso o xenofobo
Dai ragazzi inclusivi a quelli improntati al razzismo: il 40% dei giovani
italiani si ritrova su posizioni più aperte, mentre il 45% sposa atteggiamenti
di chiusura. Questa la fotografia scattata da ''Io e gli altri. I giovani
italiani n...
Elezioni regionali: in Lombardia è candidata Dijana Pavlovic
Tutti i partiti stanno definendo le ultime caselle di liste e listini, a un mese
e mezzo dalle Regionali. I nomi però sono già in circolazione. Ufficiali o meno.
Alcune delle novità più «ghiotte» emergono ...
Insulti ai rom, Radio Padania condannata
Condannato. E’ arrivata la sentenza del giudice monocratico dell’ottava sezione
penale del Tribunale di Milano chiamata a decidere se condannare o meno Leopoldo
Siegel (in foto), il conduttore di Radio Padania, accusato di diffamazione a
mezzo ...
Guidizzolo (MN), un augurio alle famiglie sinte
Diversamente da quanto si crede, i Rom e i Sinti non irridono né osteggiano la
legalità; ne danno una definizione precisa e coincidente a quella dei gagi (o
“non sinti”), come rispetto delle regole in uno Stato di diritto...
Padova, dal "campo nomadi alla città"
Martedì 2 febbraio 2010 è stato inaugurato in Corso Australia il Villaggio
Speranza, realizzato attraverso il progetto sperimentale di autocostruzione del
Comune di Padova co-finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche
Sociali...
Verona, Stella: «Gli antirazzisti finora sono stati troppo timidi»
Metti assieme un giornalista e un poliziotto a confronto sul tema del razzismo.
Ne esce il ritratto impietoso di un italiano medio impreparato a tenere il passo
con i tempi. Troppi luoghi comuni, troppi «campanili», tanta paura dell'altro e
soprattutto ignoranza...
Guidizzolo (MN), terra di confine
Dopo ventisette anni passati a svolgere servizio alla comunità in ambito
sanitario, sono infermiere, mi sento, dolorosamente, costretto a spendere due
parole sulla questione dei Sinti, che, con grande travaglio, sono alla ricerca
di una casa, tra la provinci...
Milano, presentazione del libro di Luca Bravi "tra inclusione ed esclusione"
Sarà presentato il prossimo 18 marzo 2010 il libro “tra inclusione ed
esclusione, una storia sociale dell’educazione dei Rom e dei Sinti in Italia”
dello storico Luca Bravi. L’evento si terrà presso Università di Milano
Bicocca,Via Bicocca degli Arcimboldi n. 8 ...
Prato, Rom e Sinti: cambiamo musica ai luoghi comuni
Rom e Sinti pratesi chiedono di essere ascoltati nelle stanze che contano.
Chiedono partecipazione. E l’istituzione di una tavola rotonda dove poter
discutere i loro problemi. “Rom e Sinti: cambiamo musica ai luoghi comuni”.
Questo il titolo de...
Disclaimer - agg. 17/8/04 Potete
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