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Rolfi: «I Sinti tornino a posto, poi vedremo»
Di Fabrizio (del 24/02/2010 @ 09:02:30, in Italia, visitato 1555 volte)

BresciaOggi.it CRONACA 23/02/2010 IL CASO. I nomadi hanno occupato l'area «attrezzata» di via Orzinuovi, il vicesindaco ribatte: «Pronti a intervenire, ma non accettiamo minacce»

E' un tiro alla fune che non lascia margine al compromesso quello che contrappone i sinti che vivono nel campo di via Orzinuovi e Palazzo Loggia. I primi chiedono condizioni di vita accettabili, il Comune respinge quelle che giudica e definisce provocazioni. Perchè da un paio di giorni i nomadi hanno «occupato» il terreno situato tra il campo in cui sono stanziati e le 13 casette che la Giunta Corsini aveva messo a loro disposizione, oggi vuote per il cambio di destinazione stabilito dalla nuova Giunta (un appezzamento di 5 mila metri quadrati riservato al campo rom chiuso due anni fa).

«Non vogliamo andare contro il Comune, ma la Loggia ci deve aiutare, perchè non possiamo continuare a vivere con le fognature a cielo aperto e i cavi elettrici a portata di bambino - denuncia Gordon Quirini, uno dei 150 sinti del campo -. I nostri figli si ammalano in continuazione per le precarie condizioni igeniche». Da qui, il trasloco: i sinti hanno spostato transenne e muretti di cemento e trasferito una decina di roulotte nel prato a fianco del campo nomadi: «Qui almeno c'è la rete fognaria: se fossse pulita e ci potessimo agganciare sarebbe un grande passo avanti - dice Renato Henich, presidente dell'Associazione italiana sinti di Brescia -. Perchè l'Asl non viene a vedere come viviamo? Da parte nostra non c'è alcun ricorso o incitamento alla violenza: la nostra dimostrazione è pacifica, non forzeremmo mai i cancelli per entrare nelle casette, perchè sarebbe un reato. Siamo gente tranquilla, la maggior parte di noi è nata qui: chiediamo solo che i nostri bambini non giochino in mezzo ai vermi».

GLI AGENTI della Municipale e della Digos tengono la situazione sotto controllo, in attesa di un segno dalla Loggia. «Ma c'è poco di cui parlare: questa è occupazione abusiva di suolo pubblico e i sinti ne dovranno rispondere - tuona il vicesindaco Fabio Rolfi -. Il tavolo di confronto in Prefettura continua per individuare le microaree in cui trasferire le famiglie sinti che vivono in via Orzinuovi, ma non siamo disposti ad alcun accordo che parta da provocazioni, minacce e azioni strumentali come questa. Il terreno in questione è stato sgomberato, come prevede il nostro programma elettorale: la linea non cambia. Detto questo, siamo disposti a dare una mano per sistemare gli impianti o gli scarichi, che prima funzionavano perfettamente, ma i sinti devono rientrare nell'area a loro destinata».

La dislocazione frammentata delle famiglie sinti è un altro problema per la Loggia, anche per il complicarsi della vicenda dell'area di Guidizzolo acquistata dai privati e poi rivenduta da Brixia Sviluppo per 150 mila euro a tre famiglie sinti di via Orzinuovi. Il no della giunta locale al trasloco rimette tutto in discussione. «A Guidizzolo vogliono al massimo 7 persone, niente roulotte o case mobili, solo strutture in muratura: ma noi siamo in 13 e siamo nomadi. Come potremmo trasferirci con queste premesse? Personalmente ho già mandato la disdetta», rivela Gordon Quirini, che a Guidizzolo avrebbe dovuto insediarsi con i due fratelli e le famiglie, dopo aver pagato un acconto di 2.300 euro al momento del rogito. Ma se il trasloco non ci sarà più, che se ne farà Brixia Sviluppo del terreno acquistato a Guidizzolo?

Mara Rodella