Rom e Sinti da tutto il mondo

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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 12/10/2009 @ 09:45:40, in Regole, visitato 1706 volte)

Da Baxtalo's Blog

[...] I presunti assassini di Petru Birladeanu (vedi QUI ndr), il musicista rom rumeno che suonava la fisarmonica nella stazione Cumana di Montesanto, assassinato la notte del 26 maggio, sono stati arrestati a Torremolinos, vicino a Malaga, dagli agenti della brigata mobile di Napoli, con la collaborazione della polizia spagnola

Si tratta di Maurizio e Salvatore Forte, presunti appartenenti alla Camorra, secondo fonti informative della polizia napoletana.

I due arrestati, rispettivamente di 29 e 31 anni, erano assieme e la cattura da parte della giustizia italiana accade dopo alcuni mesi che furono accusati di omicidio aggravato.

Petru Birladeanu, il musicista rom assassinato dalla Camorra.

L'arresto è avvenuto ieri notte (26 settembre ndr). I due delinquenti vivevano in un appartamento e si erano anche segnalati per lo stile di vita che conducevano e per i contatti con altri delinquenti. Uno dei due, Maurizio Forte, è stato fatto uscire grazie ad uno stratagemma e catturato di fronte alla porta stessa di casa. La cattura è accaduta in queste circostanze perché la legislazione spagnola non permette alla polizia di entrare nei domicili privati senza un ordine giudiziale. Il fratello di Maurizio, Salvatore Forte, è stato catturato poco dopo, mentre faceva ritorno a casa.

Le autorità italiane ritengono che entrambe parteciparono allo scontro armato tra clan rivali nei quartieri spagnoli di Napoli dello scorso 26 maggio, in cui venne ucciso un musicista di strada di nazionalità rumena e risultò ferito un adolescente di 14 anni.

Per questo omicidio era già stato arrestato lo scorso luglio Mario Ricci, 27 anni, considerato uno dei più importanti membri del clan Ricci della camorra.

Secondo gli investigatori, i fratelli Forte possono aver collegamenti con altri due clan, quello di Mariano-Ricci e quello D’Elia, entrambi localizzati nei quartieri spagnoli di Napoli.

La vedova di Petru ed i suoi figli abbandonarono l'Italia dopo il tragico assassinio

LA CAMORRA NAPOLETANA UCCIDE UN MUSICISTA ROM

La vedova di Birladeanu, che è rientrata in Romania assieme ai suoi due figli, ha denunciato il trattamento ricevuto dal pronto intervento. "Se fossimo stati italiani non avrebbero atteso tanto", dice affermando che si è prestata attenzione solo al minore italiano ferito.

COSI' UCCIDE LA CAMORRA

Nei quartieri spagnoli di Napoli, il 26 maggio del 2009, i componenti di due bande malavitose della camorra napoletana entrano in scena a bordo di varie motociclette con l'obiettivo di segnare il loro territorio, si tratta di un regolamento di conti tra due famiglie.

Petru Birladeanu, musicista rom che per vivere suona la fisarmonica sui treni, si dirige assieme a sua moglie verso la stazione della metropolitana della Cumana, con una borsa in una mano ed il suo mezzo di sussistenza nell'altra.

La vittima riceve due colpi mortali alla gamba ed al torace, mentre tenta di rifugiarsi nella vicina stazione della metropolitana. Cade al suolo prima di raggiungere i tornelli.

Solo sua moglie tenta di aiutarlo, davanti all'indifferenza del resto dei passanti. I viaggiatori fuggono dalla stazione e lei rimane completamente sola col marito agonizzante.

Muore poco dopo, davanti all'impotenza di sua moglie. Rimane ferito anche un giovane italiano, minore di età, raggiunto alla spalla però con una sorte migliore del musicista.

Durante il tempo che aspettava i servizi di emergenza, una mezz'ora, Petru è morto. L'ospedale più vicino stava a soli 100 metri.

Tre videocamere di sicurezza installate sul luogo dei fatti hanno registrato quanto accaduto. Le immagini che ora si diffondono in diversi media italiani sono a disposizione della Direzione Antimafia del Distretto, che investiga sul caso.

FONTE: Estratto da diversi periodici che se ne fecero eco

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Di Fabrizio (del 12/10/2009 @ 09:44:40, in Italia, visitato 1812 volte)

Il Giornale di Vicenza 11/10/2009 CAMPI NOMADI. Rifondazione comunista e Davide Casadio dell'associazione Sinti rispondono a Pecori e Sandoli

Il campo nomadi di viale Cricoli

«Leggiamo sui quotidiani l'assurda polemica sulle microaree per Sinti e Rom. Vogliamo far presente che i "campi storici" - si legge in una nota firmata da Irene Rui, responsabile del dipartimento per le politiche migratorie ed etniche di Rifondazione comunista e da Davide Casadio, presidente dell'associazione "Sinti italiani in viaggio per il diritto e la cultura" - vivono una situazione insostenibile sia sotto il profilo della sicurezza, che igienico sanitario, essendo i sottoservizi vecchi. Le microaree rappresentano una soluzione per dare finalmente a queste famiglie una vita dignitosa e serena».

Inoltre, continuano i due rappresentanti, «facciamo presente a Massimo Pecori capogruppo Udc che non parliamo di extraterrestri, ma di cittadini vicentini. Altresì rispondiamo ad Alessio Sandoli, segretario cittadino della Lega Nord che questi cittadini, pur con difficoltà pagano tasse, servizi e vivono del loro lavoro: un'occupazione onesta e non illegale come qualcuno può pensare. Le microaree e gli eventuali alloggi non sono un regalo a cittadini facinorosi, ma un atto dovuto a famiglie che sono disposte a contribuire economicamente. Infine - concludono - vogliamo rispondere a Valerio Sorrentino attuale consigliere del Pdl, che il degrado è frutto di dieci anni della loro amministrazione che non ha voluto affrontare i problemi dei cittadini Sinti e Rom, ed ha preferito lasciare i campi al degrado e non ha dato la possibilità ai Rom, proprietari del campo di via Nicolosi, di adeguarlo con i sottoservizi e con le opere indispensabili. Con la costruzione delle microaree, non ci saranno né degrado, né microcriminalità».

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Di Fabrizio (del 11/10/2009 @ 09:36:19, in musica e parole, visitato 1530 volte)

OpenOption
il nuovo progetto di Teatrino Clandestino nato nell’unica municipalità Rom del mondo, Šuto Orizari in Macedonia
sarà in scena al Teatro Comunale di Carpi il 16 e 17 ottobre 2009 per VIE Scena Contemporanea Festival

Šuto Orizari si trova a Skopje, in Macedonia, ed è l’unica Municipalità Rom esistente al mondo. Si tratta di un vera propria “città nella città” in cui l’etnia Rom si autogoverna costituendo un fenomeno molto studiato e osservato a livello internazionale. Teatrino Clandestino ha incontrato questa realtà nel febbraio 2007 decidendo subito di avviare un’esperienza di residenza in questo “mondo” da scoprire e con cui dialogare.

Nasce così un lungo percorso di incontri e di residenze in cui un gruppo di attori della compagnia viene accolto dalla comunità Rom e, come etnografi, gli artisti cercano di immergersi nella vita quotidiana di Šuto Orizari. Con numerosi artisti e intellettuali della comunità Rom Teatrino Clandestino apre un dialogo e una condivisione di esperienze intorno ai grandi temi dell’uomo: il desiderio di libertà e di uguaglianza, l’aspirazione ad una vita migliore e felice, la possibilità di seguire un proprio progetto di vita fino alla libertà di muoversi senza confini e al senso del rispetto verso una legge stabilita da uno Stato.

A Šuto Orizari Teatrino Clandestino incontra anche Theatre Roma e lavora con i suoi membri su opere legate all’immaginario sui Rom e sui pregiudizi e sugli stereotipi più diffusi.

Da queste tappe di lavoro nasce lo spettacolo OpenOption, fatto di domande offerte al pubblico, di musiche e di suoni che narrano storie ed emozioni, di racconti in cui i protagonisti sono “come dei saggi caduti in confusione per le troppe possibilità espressive a loro concesse”.

Il disegno drammaturgico e lo sviluppo narrativo dello spettacolo sono stati creati partendo dal diario che gli “attori etnografi” hanno curato durante le residenze a Skopje. Di questo stesso diario sarà fatta una pubblicazione dal titolo “Confini Diamanti” sostenuta e promossa dal Progetto Movin’Up 2008 del Circuito GAI (Giovani Artisti Italiani) per la sezione Letteratura.

Per Teatrino Clandestino
Andrea

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Di Fabrizio (del 10/10/2009 @ 09:58:03, in casa, visitato 1603 volte)

La Voce di Venezia

Precisazione del vicesindaco su una nota ANSA diffusa ieri sera

[08/10] Una nota diffusa dall' Ansa ha fatto strabuzzare gli occhi a più di qualcuno ieri. Nel contenuto si poteva leggere che il nuovo villaggio Sinti in costruzione in Via Vallenari sarebbe costato 20 milioni di euro. Oggettivamente un'enormità che non può essere giustificata diversamente da un refuso di stampa.

Per questo motivo il vice sindaco di Venezia e assessore comunale al Bilancio, Michele Mognato, ha tenuto a precisare:

"Leggo in un lancio dell’Agenzia Ansa, a margine dell’incontro del ministro Maroni con il prefetto di Venezia, che il Villaggio Sinti a Mestre avrebbe un costo stimato di 20 milioni di euro. Spero si tratti di un semplice refuso e mi auguro quindi una immediata rettifica: il Villaggio Sinti costa infatti due milioni di euro!"

"In un altro lancio dell’Agenzia Ansa - continua Mognato - si riferisce che il ministro Maroni si è detto favorevole al superamento del patto di stabilità a Venezia a fronte della crisi del polo chimico a Marghera: sono certo che alle parole il ministro farà seguire al più presto un atto concreto in sede di Consiglio dei ministri, augurandomi che egli possa anche recepire le richieste in merito avanzate dall’Anci per tutti i Comuni italiani".

Francesca Chiozzotto

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Di Fabrizio (del 10/10/2009 @ 09:43:27, in Italia, visitato 1650 volte)

Segnalazione di Roberto Malini

Dal blog del Circolo Pasolini di Pavia

Oggi, 8 ottobre 2009, Telepaviaweb manda in onda il secondo servizio dedicato all’intervista a Claudio Stan (qui). Claudio Stan vive tra Pavia e il circondario dal 2003. E’ romeno di origine Rom, in parte i visitatori del blog conoscono la sua storia. Ha nella personale quotidianità sperimentato tutte le varianti dell'avversione legale, istituzionale e antropologica racchiuse nel termine "antiromanismo". Ciò non esclude un carattere particolare, irascibile e ribelle che Claudio Stan indubbiamente possiede. Lo ritengo però uno degli individui più sfortunati della terra. Nato nella più povera delle terre (Slatina) tra le terre d’Europa (la Romania di Ceausescu), senza istruzione, educazione e alfabetizzazione degna di questo nome; una di quelle vite chiamate proprio dalla vita ad arrabattarsi fin da bambini. Quel tipo di vita che porta con una naturalezza che sgomenta a sperimentare il carcere, i giacigli di fortuna, la carità compassionevole e quella di facciata, l’elemosina davanti ai supermercati e nei parcheggi, i pestaggi che riducono su di una sedia a rotelle. Avrebbe potuto diventare un delinquente coi baffi; disposto a tutto poiché nulla ha da perdere. Ma non lo è diventato e i reati che gli sono stati contestati, e in parte ammessi, sono un piccolo furto e un materasso bruciato dalla rabbia in carcere. Ora ha un decreto di allontanamento (molto diverso da un decreto di espulsione) emesso da una autorità di pubblica sicurezza italiana. Nel fine settimana scorso, è stato fermato a Casalpusterlengo dove faceva la questua. Le forze dell’ordine, durante il controllo, hanno saputo del decreto di allontanamento. Lo hanno quindi accompagnato all’aereoporto di Malpensa. Ma la carrozzina era rotta (davanti al Comune di Casalpusterlengo – mentre "occupava suolo pubblico" - chiedeva aiuto per farsela aggiustare), e l’aereo lo avrebbe portato solo fino a Bucarest che dista da Slatina, suo luogo natale, 300 chilometri che, con una carrozzina rotta, non poteva percorrere. Molto umanamente e rispettando le direttive europee che impongono un trattamento umanitario per persone in stato di handicap fisico o di disagio e quelle che hanno intimato più volte all'Italia di non comportarsi in modo discriminatorio nei confronti dei Rom, è stato accompagnato a Pavia dove c’era un cittadino che si era offerto di ospitarlo. Tanto di cappello quindi ai funzionari della Questura di Lodi, e al Questore che ha agito secondo le leggi vigenti e secondo le priorità contingenti previste in questi casi. Ma non poteva andare bene a coloro che hanno fatto di persone come Claudio Stan un capro espiatorio e una valvola di sfogo per le proprie fissazioni etnocentriche. Il Sindaco di Casalpusterlengo, non pago che Claudio Stan fosse stato comunque allontanato dal suo Comune, ha avvertito il vicesindaco di Pavia che un pericolosissimo delinquente si sarebbe aggirato in paraggi sotto la sua giurisdizione. Il vicesindaco, invece di informarsi su dove fosse Claudio Stan e alzare il telefono per ringraziare il cittadino pavese che lo ha ospitato, chiama un giornale per dichiarare furibondo: "Pavia non lo vuole", chiamando a sostegno anche un assessore provinciale del suo stesso partito, entrambi andando al di là delle rispettive funzioni di rappresentanza e del ruolo. Ne abbiamo ormai di esperienza, quanto basta per sostenere, con indicibile chiarezza, che l’immagine dell’Italia in Europa – così compromessa sui temi dell'accoglienza - sarà salvata e protetta da quelle poche persone che avranno saputo valutare con le giuste proporzioni e risposto in cuor loro ad un imperativo categorico di ordine morale accompagnato dal rispetto della legalità, e non avranno avuto vergogna o timore di farlo. E noi informeremo il Consiglio d’Europa su quanto è accaduto tra Lodi e Pavia in un fine settimana di inizio autunno.

di Irene Campari

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Di Sucar Drom (del 09/10/2009 @ 09:53:13, in blog, visitato 1623 volte)

Rom e Sinti, «Conoscersi ed eliminare le paure»
Il mondo dei Rom e dei Sinti va prima conosciuto, poi capito e infine integrato. Circa 40 persone, rappresentanti di associazioni sinte e rom, si sono date appuntamento in via Turra, il 17 sette...

Medole (MN), la retorica della sicurezza tra discriminazioni e violazioni dei diritti
Questa sera siete invitati all’incontro / dibattito dal titolo “La retorica della sicurezza tra discriminazioni e violazioni dei diritti. Testimonianze delle comunità sinte e rom”. L’incontro si terrà a Medole, presso la Torre Civica in Piazza Castello. Interverranno Yuri Del Bar e Carlo Berini dell’...

Non siamo "nomadi"!
Ancora oggi in Italia le minoranze storiche linguistiche sinte e rom sono oggetto di discriminazione, a partire dal negare a noi Sinti e Rom il diritto di autodefinirci. “Nomadi” è il termine utilizzato strumentalmente da alcuni politici per “risolvere” i problemi, soprattutto abitativi, vissuti dai S...

Schio (VI), un documento con 90 firme per due anziane sinte
Un elenco di novanta firme a supporto del dossier "Levacovigh/Caris". Il caso di Adriana Levacovigh e Nicoletta Caris, le due donne della comunità sinta che sostano da qualche settimana nel sagrato del convento dei Cappuccini dove hanno ottenuto un anno fa resi...

Ue: le popolazioni sinte e rom sono discriminate
Le popolazioni sinte e rom sono discriminate ovunque, in particolare però nei Paesi dell’Europa centrale. Questo è in estrema sintesi, il quadro illustrato il 28 settembre a Bruxelles, dal commissario Ue per gli Affari sociali, l’ambiente e le pari opportunità, il ceco Vladimi...

Roma, per i Rom è iniziato il quarto censimento in un anno
In giugno avevamo dato notizie del terzo censimento che lo Stato italiano stava effettuando a Roma nei cosiddetti “campi nomadi” e ci chiedevamo quando ci sarebbe stato il prossimo. Oggi abbiamo la notizia. Da alcuni giorni è iniziato il quarto cens...

Pringiarasmi, un corso di formazione che diventa laboratorio di idee
Premessa. Nel 2008 l’Istituto di Cultura Sinta è stato contattato dal Comune di Cremona, settore Politiche Educative, per organizzare un corso di formazione sulle minoranze sinte e rom, in rapporto alla scuola. Il corso doveva essere rivolto agli insegnanti della scuola materna ed element...

Roma, ultime dal Cie di Ponte Galeria
Davanti al Centro di identificazione ed espulsione [Cie] di Ponte Galeria, nella periferia di Roma, c’è un via-vai di veicoli: polizia, carabinieri, Croce rossa. Esce un uomo, indossa jeans e maglione arancione, ha in mano una busta di carta. Non sa come far...

Romania, indipendenza per la terra dei Siculi?
Con l'avvicinarsi delle elezioni presidenziali in Romania del 22 novembre, i leader della comunità magiara della Transilvania tornano a rivendicare l'autonomia della Terra dei siculi. Ma nella regione la qu...

Il film Barbarossa e le contraddizioni leghiste
Personaggi di ieri in scena al cospetto di personaggi di oggi, al Castello Sforzesco di Milano in anteprima mondiale. Quasi mille anni di storia dividono imperatori, condottieri, sindaci e politici. Si rivive lo spiri...

Il Premio Riviera delle Palme a Milena Magnani per il romanzo “Il circo capovolto”
Milena Magnani e Gherardo Colombo hanno vinto la 26a edizione del “Premio Riviera delle Palme” per la narrativa e la saggistica e hanno incontrato la città sabato 26 settembre scorso presso l'auditorium comunale...

La Lega ha un progetto, il Pdl no
Tutti i commentatori concordano nel ritenere che le disavventure che negli ultimi sei mesi hanno coinvolto Berlusconi, indebolendolo oggettivamente, hanno consentito a Bossi di acquisire ulteriore potere di indirizzo all’interno della compagine governativa. E conseguentemente di alzare i toni e il livello delle richiest...

Il Presidente della Repubblica riceve i promotori della Campagna contro il razzismo “Non aver paura, apriti agli altri, apri ai diritti”
Giovedì 8 ottobre il Presidente Napolitano riceverà i promotori della Campagna contro il razzismo, l’indifferenza e la paura dell’altro promossa da 27 organizzazioni, laiche e religiose, che operano quotidianamente per la difesa dei diritti umani. Si tratta di soggetti anche molto diversi tra loro, che per la prima volta hann...

Minoranze linguistiche, al via il 3° Rapporto Nazionale sull'attuazione degli strumenti di protezione
Trasmesso al Consiglio d’Europa il terzo Rapporto Nazionale sull’attuazione della Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali curato dalla direzione centrale per i Diritti Civili la Cittadinanza e le Minoranze del dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione...

Arte a Milano, "Siamo tutti Rom": quando i Diritti Umani fanno scandalo
Meno di un anno fa, il 18 novembre 2008, l'artista sociale Alfred Breitman e il Gruppo Watching The Sky realizzavano una performance antirazzista a Milano, mentre in diversi quartieri della città le autorità, in preda a una vera e propria furia xenofoba, attuavano sgombe...

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Di Fabrizio (del 09/10/2009 @ 09:34:13, in Italia, visitato 3221 volte)

Chi mi conosce, sa che il campo sosta di via Idro a Milano è quello che ho frequentato da giovane, e dove ho imparato i primi rudimenti sui Rom. Spesso il blog mi porta lontano, ma poi ci torno sempre con qualche articolo... L'occasione in questo caso è ghiotta: un quartiere che difende i propri rom.

Dallo scorso maggio sono apparse sulla stampa nazionale numerosi articoli (vedi rassegna stampa) sull'intenzione del comune di Milano di impiegare i fondi europei stanziati per i Rom, utilizzandoli per la progressiva chiusura di tutti i campi sosta comunali.

In particolare il campo di via Idro 62, che ospita da 20 anni una comunità di Rom Harvati (abitanti da più di 40 anni nella zona), vedrebbe lo spostamento dei Rom presenti, per farlo diventare un campo di transito per altre comunità rom sgomberati dagli altri campi (provvisori o regolari) a Milano.

Mercoledì 7 ottobre si è tenuta a Villa Pallavicini una conferenza stampa indetta dal comitato Vivere in Zona 2, dove si è affrontato anche questo tema.

Il comitato Vivere in Zona 2 e la comunità dei Rom residenti in via Idro, concordemente respingono il piano del comune di Milano.

La loro comune posizione è che:

Nel campo comunale di via Idro vivono cittadini italiani che hanno diritto di uscire dalla loro situazione di provvisorietà che dura da quasi mezzo secolo. Il trasferimento di questa comunità per far posto ad altri Rom, non risolverebbe né i problemi degli uni né quelli degli altri. Anzi, senza paura di essere razzisti, il punto POLITICO  è che non ci può essere una reale volontà di risolvere i problemi dei Rom arrivati in Italia negli ultimi decenni, quando colpevolmente non si affronta la questione dei Rom italiani e della loro emarginazione secolare.

I Rom tuttora residenti in via Idro hanno diritto, dopo anni di abbandono, ad una sistemazione stabile e dignitosa, ovvero:

  • possibilità di accesso alle case popolari per chi ne faccia richiesta;
  • oppure: la disposizione di un terreno dove potersi stabilire DEFINITIVAMENTE con la propria famiglia ed il proprio nucleo allargato;
  • oppure: venga riconosciuta definitivamente la loro residenza nel campo di via Idro, che deve ospitare le famiglie in condizioni salubri e civili, in strutture fisse e non provvisorie.

Ai Rom vengano quindi offerte le possibilità di essere cittadini a pieno titolo, nel rispetto delle loro tradizioni e culture, senza dover continuamente pagare lo scotto di una sistemazione provvisoria da cui possono essere sfrattati in ogni momento,in balia di emergenze che non sono provocate da loro.

Per questo, il comitato Vivere in Zona 2 e la comunità dei Rom residenti in via Idro, pur riconoscendo l'esigenza di un testo che regoli la permanenza in un campo sosta, respingono quanto proposto dai cosiddetti PATTI DI LEGALITA', in particolare quello che renderebbe un campo sosta del tutto simile ad un carcere all'aperto.

Per finire, si ricorda che la comunità Rom di via Idro, vive in un'area verde a forte rischio di speculazione edilizia. Molti componenti della comunità , che nel tempo si sono anche organizzati con una propria cooperativa, sono qualificati professionalmente come operatori del verde, altri potrebbero riconvertire le loro capacità di allevatori di cavalli per attrezzare un maneggio. Sono tutte attività che valorizzerebbero per tutta la zona l'area in cui vivono

Rassegna stampa da maggio a settembre 2009:

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Di Fabrizio (del 08/10/2009 @ 09:04:53, in Italia, visitato 1814 volte)

Martedì 6 settembre nel campo di via Bonfadini a Milano c'è stato uno sgombero parziale, raccontato nel Comunicato dell'Opera Nomadi. Quello che segue è il racconto dello sgombero, visto da Veronica, che dentro quel campo ci abita.

Si sono presentati alle 4 di mattina, bloccando tutte le strade che portano al campo. Erano più di 200 tra carabinieri, vigili e caschi blu, che dovevano solo sfrattare 19 abusivi e non Totò Riina. Hanno vietato l'ingresso ai giornalisti e ad altri testimoni esterni (ho provato lo stesso ad avvertirli). Hanno iniziato con offese verso gli zingari, questi hanno risposto con lanci di viti e bulloni, e così carabinieri e caschi blu si sono schierati, hanno iniziato il loro richiamo "oh oh oh oh", così hanno iniziato a tirare calci manganellate verso donne e uomini. Visto che in mezzo c'erano dei bambini, il capo dei caschi blu ha ordinato di non muovere più un dito, addirittura un minore il figlio di uno sfrattato si è preso due schiaffi da uno di loro, vi sembra giusto? Vi scrivo, grazie a tutti per l'attenzione, perché questa storia la voglio far sapere a tutto il mondo. Adesso sono rimaste tutte le macerie e tutto il degrado, visto che sono andati via senza neanche ripulire!!!! Cosi i bambini riescono a farsi molto male, tanto che gli frega, mica sono figli loro. Non ho mai visto niente del genere in vita mia!!!!!!!!!!!!

Alcuni bimbi ora vivono con la paura che riaccada visto che già hanno detto che lunedì prossimo torneranno per sfrattare altre 3 famiglie.

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Di Fabrizio (del 07/10/2009 @ 09:36:46, in Italia, visitato 1577 volte)

Ricevo da Marco Brazzoduro

Venerdi 25 Settembre 2009 :: ore 21:52
C-day. Roma, i lavavetri raccontano il razzismo del pacchetto sicurezza

Intorno alle 19, un’azione organizzata dall’associazione Popica ha sorpreso centinaia di persone su una delle strade più affolate e popolari di Roma, via Casilina. Nell’angolo tra via Berardi e via Clandestina, un’area abitata da numerosi migranti e rom, alcuni volontari dell’associazione e una decina di rom del vicino campo di via di Centocelle hanno cominciato tutti insieme a pulire i vetri delle automobili ferme al semaforo e, invece di chiedere in cambio monete, distribuivano, tra lo stupore di molti, volantini sul pacchetto sicurezza e sul Clandestino day.

www.carta.org

OMNIROMA

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Di Fabrizio (del 07/10/2009 @ 09:18:42, in Italia, visitato 1601 volte)

Questa mattina (ieri ndr) è stato eseguito il provvedimento di espulsione dal campo comunale di via Bonfadini di alcune famiglie Rom.

Sicuramente ne seguiranno a breve degli altri.

C.ca 300 agenti, in tenuta antisommossa, hanno occupato l'area impedendo anche alla tv e ai fotoreporter di accedere e documentare l'accaduto, come se il "campo" fosse una sorta di "teatro di guerra"...

Vale la pena di ricordare che il pretesto per l'intervento è stata la constatazione del possesso anche di un solo immobile sul territorio nazionale da parte di uno dei componenti la famiglia.

Peccato, come sanno bene i servizi sociali e gli operatori del presidio sociale che se ne occupano, che tale "requisito" non sia estensibile ad un'intera "famiglia allargata" che somma al proprio interno più nuclei familiari.

Inoltre, avverso tale provvedimento era stato mosso regolare ricorso al TAR e, tra due giorni, sarà in discussione la richiesta di sospensiva del provvedimento medesimo.

L'ordine di abbattimento delle strutture abitative non è stato mostrato nè ai legittimi proprietari della casetta nè all'avvocato lì presente.

Probabilmente si è trattato dell'ennesimo abuso e non è stato esibito perchè... inesistente.

Quello di stamattina non solo è uno degli atti istituzionali più gravi che si siano perpetrati in questa città, "molto più grave" di tutti i precedenti sgomberi che lo hanno preceduto perchè segna il concreto inizio dell'abbandono di ogni politica sociale verso i cittadini rom (tra l'altro, italiani e residenti...), ma anche un motivo di profonda vergogna per chi non ha sentito il dovere e la necessità di far sentire la propria voce e prendere una posizione chiara di condanna.

Il Direttivo
Opera Nomadi Milano


Per maggiori informazioni: operanomadimilano@tiscali.it - mauriziopagani@operanomadimilano.org

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