[...] I presunti assassini di Petru Birladeanu (vedi
QUI ndr), il musicista rom rumeno che suonava la fisarmonica nella
stazione Cumana di Montesanto, assassinato la notte del 26 maggio, sono stati
arrestati a Torremolinos, vicino a Malaga, dagli agenti della brigata mobile di
Napoli, con la collaborazione della polizia spagnola
Si tratta di Maurizio e Salvatore Forte, presunti appartenenti alla
Camorra, secondo fonti informative della polizia napoletana.
I due arrestati, rispettivamente di 29 e 31 anni, erano assieme e la cattura
da parte della giustizia italiana accade dopo alcuni mesi che furono accusati
di omicidio aggravato.
Petru Birladeanu, il musicista rom assassinato dalla Camorra.
L'arresto è avvenuto ieri notte (26 settembre ndr). I due delinquenti
vivevano in un appartamento e si erano anche segnalati per lo stile di vita che
conducevano e per i contatti con altri delinquenti. Uno dei due, Maurizio Forte,
è stato fatto uscire grazie ad uno stratagemma e catturato di fronte alla porta
stessa di casa. La cattura è accaduta in queste circostanze perché la
legislazione spagnola non permette alla polizia di entrare nei domicili privati
senza un ordine giudiziale. Il fratello di Maurizio, Salvatore Forte, è stato
catturato poco dopo, mentre faceva ritorno a casa.
Le autorità italiane ritengono che entrambe parteciparono allo scontro
armato tra clan rivali nei quartieri spagnoli di Napoli dello scorso 26
maggio, in cui venne ucciso un musicista di strada di nazionalità rumena e
risultò ferito un adolescente di 14 anni.
Per questo omicidio era già stato arrestato lo scorso luglio Mario Ricci, 27
anni, considerato uno dei più importanti membri del clan Ricci della
camorra.
Secondo gli investigatori, i fratelli Forte possono aver collegamenti con
altri due clan, quello di Mariano-Ricci e quello D’Elia, entrambi
localizzati nei quartieri spagnoli di Napoli.
La vedova di Petru ed i suoi figli abbandonarono l'Italia dopo il tragico
assassinio
LA CAMORRA NAPOLETANA UCCIDE UN MUSICISTA ROM
La vedova di Birladeanu, che è rientrata in Romania assieme ai suoi
due figli, ha denunciato il trattamento ricevuto dal pronto intervento. "Se
fossimo stati italiani non avrebbero atteso tanto", dice affermando che si è
prestata attenzione solo al minore italiano ferito.
COSI' UCCIDE LA CAMORRA
Nei quartieri spagnoli di Napoli, il 26 maggio del 2009, i
componenti di due bande malavitose della camorra napoletana entrano
in scena a bordo di varie motociclette con l'obiettivo di segnare il loro
territorio, si tratta di un regolamento di conti tra due famiglie.
Petru Birladeanu, musicista rom che per vivere suona la fisarmonica
sui treni, si dirige assieme a sua moglie verso la stazione della
metropolitana della Cumana, con una borsa in una mano ed il suo mezzo di
sussistenza nell'altra.
La vittima riceve due colpi mortali alla gamba ed al torace,
mentre tenta di rifugiarsi nella vicina stazione della metropolitana. Cade
al suolo prima di raggiungere i tornelli.
Solo sua moglie tenta di aiutarlo, davanti all'indifferenza del resto
dei passanti. I viaggiatori fuggono dalla stazione e lei rimane
completamente sola col marito agonizzante.
Muore poco dopo, davanti all'impotenza di sua moglie. Rimane
ferito anche un giovane italiano, minore di età, raggiunto alla spalla
però con una sorte migliore del musicista.
Durante il tempo che aspettava i servizi di emergenza, una mezz'ora,
Petru è morto. L'ospedale più vicino stava a soli 100 metri.
Tre videocamere di sicurezza installate sul luogo dei fatti hanno
registrato quanto accaduto. Le immagini che ora si diffondono in diversi
media italiani sono a disposizione della Direzione Antimafia del Distretto,
che investiga sul caso.
FONTE: Estratto da diversi periodici che se ne fecero eco
Di Fabrizio (del 12/10/2009 @ 09:44:40, in Italia, visitato 1812 volte)
Il Giornale di Vicenza11/10/2009 CAMPI NOMADI. Rifondazione comunista e Davide Casadio
dell'associazione Sinti rispondono a Pecori e Sandoli
Il campo nomadi di viale Cricoli
«Leggiamo sui quotidiani l'assurda polemica sulle microaree per Sinti e Rom.
Vogliamo far presente che i "campi storici" - si legge in una nota firmata da
Irene Rui, responsabile del dipartimento per le politiche migratorie ed etniche
di Rifondazione comunista e da Davide Casadio, presidente dell'associazione "Sinti
italiani in viaggio per il diritto e la cultura" - vivono una situazione
insostenibile sia sotto il profilo della sicurezza, che igienico sanitario,
essendo i sottoservizi vecchi. Le microaree rappresentano una soluzione per dare
finalmente a queste famiglie una vita dignitosa e serena».
Inoltre, continuano i due rappresentanti, «facciamo presente a Massimo Pecori
capogruppo Udc che non parliamo di extraterrestri, ma di cittadini vicentini.
Altresì rispondiamo ad Alessio Sandoli, segretario cittadino della Lega Nord che
questi cittadini, pur con difficoltà pagano tasse, servizi e vivono del loro
lavoro: un'occupazione onesta e non illegale come qualcuno può pensare. Le
microaree e gli eventuali alloggi non sono un regalo a cittadini facinorosi, ma
un atto dovuto a famiglie che sono disposte a contribuire economicamente. Infine
- concludono - vogliamo rispondere a Valerio Sorrentino attuale consigliere del
Pdl, che il degrado è frutto di dieci anni della loro amministrazione che non ha
voluto affrontare i problemi dei cittadini Sinti e Rom, ed ha preferito lasciare
i campi al degrado e non ha dato la possibilità ai Rom, proprietari del campo di
via Nicolosi, di adeguarlo con i sottoservizi e con le opere indispensabili. Con
la costruzione delle microaree, non ci saranno né degrado, né microcriminalità».
OpenOption il nuovo progetto di Teatrino Clandestino nato nell’unica municipalità
Rom del mondo, Šuto Orizari in Macedonia sarà in scena al Teatro Comunale di Carpi il 16 e 17 ottobre 2009 per VIE
Scena Contemporanea Festival
Šuto Orizari si trova a Skopje, in Macedonia, ed è l’unica Municipalità Rom
esistente al mondo. Si tratta di un vera propria “città nella città” in cui
l’etnia Rom si autogoverna costituendo un fenomeno molto studiato e osservato a
livello internazionale. Teatrino Clandestino ha incontrato questa realtà
nel febbraio 2007 decidendo subito di avviare un’esperienza di residenza in
questo “mondo” da scoprire e con cui dialogare.
Nasce così un lungo percorso di incontri e di residenze in cui un gruppo
di attori della compagnia viene accolto dalla comunità Rom e, come etnografi,
gli artisti cercano di immergersi nella vita quotidiana di Šuto Orizari. Con
numerosi artisti e intellettuali della comunità Rom Teatrino Clandestino apre un
dialogo e una condivisione di esperienze intorno ai grandi temi dell’uomo: il
desiderio di libertà e di uguaglianza, l’aspirazione ad una vita migliore e
felice, la possibilità di seguire un proprio progetto di vita fino alla libertà
di muoversi senza confini e al senso del rispetto verso una legge stabilita da
uno Stato.
A Šuto Orizari Teatrino Clandestino incontra anche Theatre Roma e lavora con i
suoi membri su opere legate all’immaginario sui Rom e sui pregiudizi e sugli
stereotipi più diffusi.
Da queste tappe di lavoro nasce lo spettacolo OpenOption, fatto di
domande offerte al pubblico, di musiche e di suoni che narrano storie ed
emozioni, di racconti in cui i protagonisti sono “come dei saggi caduti in
confusione per le troppe possibilità espressive a loro concesse”.
Il disegno drammaturgico e lo sviluppo narrativo dello spettacolo sono stati
creati partendo dal diario che gli “attori etnografi” hanno curato durante le
residenze a Skopje. Di questo stesso diario sarà fatta una pubblicazione dal
titolo “Confini Diamanti” sostenuta e promossa dal Progetto Movin’Up 2008
del Circuito GAI (Giovani Artisti Italiani) per la sezione Letteratura.
Precisazione del vicesindaco su una nota ANSA diffusa ieri sera
[08/10] Una nota diffusa dall' Ansa ha fatto strabuzzare gli occhi a più di
qualcuno ieri. Nel contenuto si poteva leggere che il nuovo villaggio Sinti in
costruzione in Via Vallenari sarebbe costato 20 milioni di euro. Oggettivamente
un'enormità che non può essere giustificata diversamente da un refuso di stampa.
Per questo motivo il vice sindaco di Venezia e assessore comunale al Bilancio,
Michele Mognato, ha tenuto a precisare:
"Leggo in un lancio dell’Agenzia Ansa, a margine dell’incontro del ministro
Maroni con il prefetto di Venezia, che il Villaggio Sinti a Mestre avrebbe un
costo stimato di 20 milioni di euro. Spero si tratti di un semplice refuso e mi
auguro quindi una immediata rettifica: il Villaggio Sinti costa infatti due
milioni di euro!"
"In un altro lancio dell’Agenzia Ansa - continua Mognato - si riferisce che il
ministro Maroni si è detto favorevole al superamento del patto di stabilità a
Venezia a fronte della crisi del polo chimico a Marghera: sono certo che alle
parole il ministro farà seguire al più presto un atto concreto in sede di
Consiglio dei ministri, augurandomi che egli possa anche recepire le richieste
in merito avanzate dall’Anci per tutti i Comuni italiani".
Oggi, 8 ottobre 2009, Telepaviaweb manda in onda il secondo servizio dedicato
all’intervista a Claudio Stan (qui).
Claudio Stan vive tra Pavia e il circondario dal 2003. E’ romeno di origine Rom,
in parte i visitatori del blog conoscono la sua storia. Ha nella personale
quotidianità sperimentato tutte le varianti dell'avversione legale,
istituzionale e antropologica racchiuse nel termine "antiromanismo". Ciò non
esclude un carattere particolare, irascibile e ribelle che Claudio Stan
indubbiamente possiede. Lo ritengo però uno degli individui più sfortunati della
terra. Nato nella più povera delle terre (Slatina) tra le terre d’Europa (la
Romania di Ceausescu), senza istruzione, educazione e alfabetizzazione degna di
questo nome; una di quelle vite chiamate proprio dalla vita ad arrabattarsi fin
da bambini. Quel tipo di vita che porta con una naturalezza che sgomenta a
sperimentare il carcere, i giacigli di fortuna, la carità compassionevole e
quella di facciata, l’elemosina davanti ai supermercati e nei parcheggi, i
pestaggi che riducono su di una sedia a rotelle. Avrebbe potuto diventare un
delinquente coi baffi; disposto a tutto poiché nulla ha da perdere. Ma non lo è
diventato e i reati che gli sono stati contestati, e in parte ammessi, sono un
piccolo furto e un materasso bruciato dalla rabbia in carcere. Ora ha un decreto
di allontanamento (molto diverso da un decreto di espulsione) emesso da una
autorità di pubblica sicurezza italiana. Nel fine settimana scorso, è stato
fermato a Casalpusterlengo dove faceva la questua. Le forze dell’ordine, durante
il controllo, hanno saputo del decreto di allontanamento. Lo hanno quindi
accompagnato all’aereoporto di Malpensa. Ma la carrozzina era rotta (davanti al
Comune di Casalpusterlengo – mentre "occupava suolo pubblico" - chiedeva aiuto
per farsela aggiustare), e l’aereo lo avrebbe portato solo fino a Bucarest che
dista da Slatina, suo luogo natale, 300 chilometri che, con una carrozzina
rotta, non poteva percorrere. Molto umanamente e rispettando le direttive
europee che impongono un trattamento umanitario per persone in stato di handicap
fisico o di disagio e quelle che hanno intimato più volte all'Italia di non
comportarsi in modo discriminatorio nei confronti dei Rom, è stato accompagnato
a Pavia dove c’era un cittadino che si era offerto di ospitarlo. Tanto di
cappello quindi ai funzionari della Questura di Lodi, e al Questore che ha agito
secondo le leggi vigenti e secondo le priorità contingenti previste in questi
casi. Ma non poteva andare bene a coloro che hanno fatto di persone come Claudio
Stan un capro espiatorio e una valvola di sfogo per le proprie fissazioni
etnocentriche. Il Sindaco di Casalpusterlengo, non pago che Claudio Stan fosse
stato comunque allontanato dal suo Comune, ha avvertito il vicesindaco di Pavia
che un pericolosissimo delinquente si sarebbe aggirato in paraggi sotto la sua
giurisdizione. Il vicesindaco, invece di informarsi su dove fosse Claudio Stan e
alzare il telefono per ringraziare il cittadino pavese che lo ha ospitato,
chiama un giornale per dichiarare furibondo: "Pavia non lo vuole", chiamando a
sostegno anche un assessore provinciale del suo stesso partito, entrambi andando
al di là delle rispettive funzioni di rappresentanza e del ruolo. Ne abbiamo
ormai di esperienza, quanto basta per sostenere, con indicibile chiarezza, che
l’immagine dell’Italia in Europa – così compromessa sui temi dell'accoglienza -
sarà salvata e protetta da quelle poche persone che avranno saputo valutare con
le giuste proporzioni e risposto in cuor loro ad un imperativo categorico di
ordine morale accompagnato dal rispetto della legalità, e non avranno avuto
vergogna o timore di farlo. E noi informeremo il Consiglio d’Europa su quanto è
accaduto tra Lodi e Pavia in un fine settimana di inizio autunno.
Di Sucar Drom (del 09/10/2009 @ 09:53:13, in blog, visitato 1623 volte)
Rom e Sinti, «Conoscersi ed eliminare le paure»
Il mondo dei Rom e dei Sinti va prima conosciuto, poi capito e infine integrato.
Circa 40 persone, rappresentanti di associazioni sinte e rom, si sono date
appuntamento in via Turra, il 17 sette...
Medole (MN), la retorica della sicurezza tra discriminazioni e violazioni dei
diritti
Questa sera siete invitati all’incontro / dibattito dal titolo “La retorica
della sicurezza tra discriminazioni e violazioni dei diritti. Testimonianze
delle comunità sinte e rom”. L’incontro si terrà a Medole, presso la Torre
Civica in Piazza Castello. Interverranno Yuri Del Bar e Carlo Berini dell’...
Non siamo "nomadi"!
Ancora oggi in Italia le minoranze storiche linguistiche sinte e rom sono
oggetto di discriminazione, a partire dal negare a noi Sinti e Rom il
diritto di autodefinirci. “Nomadi” è il termine utilizzato strumentalmente da
alcuni politici per “risolvere” i problemi, soprattutto abitativi, vissuti dai
S...
Schio (VI), un documento con 90 firme per due anziane sinte
Un elenco di novanta firme a supporto del dossier "Levacovigh/Caris". Il caso di
Adriana Levacovigh e Nicoletta Caris, le due donne della comunità sinta che
sostano da qualche settimana nel sagrato del convento dei Cappuccini dove hanno
ottenuto un anno fa resi...
Ue: le popolazioni sinte e rom sono discriminate
Le popolazioni sinte e rom sono discriminate ovunque, in particolare però nei
Paesi dell’Europa centrale. Questo è in estrema sintesi, il quadro illustrato il
28 settembre a Bruxelles, dal commissario Ue per gli Affari sociali, l’ambiente
e le pari opportunità, il ceco Vladimi...
Roma, per i Rom è iniziato il quarto censimento in un anno
In giugno avevamo dato notizie del terzo censimento che lo Stato italiano stava
effettuando a Roma nei cosiddetti “campi nomadi” e ci chiedevamo quando ci
sarebbe stato il prossimo. Oggi abbiamo la notizia. Da alcuni giorni è iniziato
il quarto cens...
Pringiarasmi, un corso di formazione che diventa laboratorio di idee
Premessa. Nel 2008 l’Istituto di Cultura Sinta è stato contattato dal Comune di
Cremona, settore Politiche Educative, per organizzare un corso di formazione
sulle minoranze sinte e rom, in rapporto alla scuola. Il corso doveva essere
rivolto agli insegnanti della scuola materna ed element...
Roma, ultime dal Cie di Ponte Galeria
Davanti al Centro di identificazione ed espulsione [Cie] di Ponte Galeria, nella
periferia di Roma, c’è un via-vai di veicoli: polizia, carabinieri, Croce rossa.
Esce un uomo, indossa jeans e maglione arancione, ha in mano una busta di carta.
Non sa come far...
Romania, indipendenza per la terra dei Siculi?
Con l'avvicinarsi delle elezioni presidenziali in Romania del 22 novembre, i
leader della comunità magiara della Transilvania tornano a rivendicare
l'autonomia della Terra dei siculi. Ma nella regione la qu...
Il film Barbarossa e le contraddizioni leghiste
Personaggi di ieri in scena al cospetto di personaggi di oggi, al Castello
Sforzesco di Milano in anteprima mondiale. Quasi mille anni di storia dividono
imperatori, condottieri, sindaci e politici. Si rivive lo spiri...
La Lega ha un progetto, il Pdl no
Tutti i commentatori concordano nel ritenere che le disavventure che negli
ultimi sei mesi hanno coinvolto Berlusconi, indebolendolo oggettivamente, hanno
consentito a Bossi di acquisire ulteriore potere di indirizzo all’interno della
compagine governativa. E conseguentemente di alzare i toni e il livello delle
richiest...
Arte a Milano, "Siamo tutti Rom": quando i Diritti Umani fanno scandalo
Meno di un anno fa, il 18 novembre 2008, l'artista sociale Alfred Breitman e il
Gruppo Watching The Sky realizzavano una performance antirazzista a Milano,
mentre in diversi quartieri della città le autorità, in preda a una vera e
propria furia xenofoba, attuavano sgombe...
Di Fabrizio (del 09/10/2009 @ 09:34:13, in Italia, visitato 3221 volte)
Chi mi conosce, sa che il campo sosta di via Idro a Milano è quello che ho
frequentato da giovane, e dove ho imparato i primi rudimenti sui Rom. Spesso il
blog mi porta lontano, ma poi ci torno sempre con qualche articolo...
L'occasione in questo caso è ghiotta: un quartiere che difende i propri rom.
Dallo scorso maggio sono apparse sulla stampa nazionale numerosi articoli
(vedi rassegna stampa) sull'intenzione del comune di
Milano di impiegare i fondi europei stanziati per i Rom, utilizzandoli per la
progressiva chiusura di tutti i campi sosta comunali.
In particolare il campo di via Idro 62, che ospita da 20 anni una comunità di
Rom Harvati (abitanti da più di 40 anni nella zona), vedrebbe lo spostamento
dei Rom presenti, per farlo diventare un campo di transito per altre comunità
rom sgomberati dagli altri campi (provvisori o regolari) a Milano.
Mercoledì 7 ottobre si è tenuta a
Villa Pallavicini
una conferenza stampa indetta dal comitato
Vivere in Zona 2,
dove si è affrontato anche questo tema.
Il comitato Vivere in Zona 2 e la comunità dei Rom residenti in via Idro,
concordemente respingono il piano del comune di Milano.
La loro comune posizione è che:
Nel campo comunale di via Idro vivono cittadini italiani che hanno diritto di
uscire dalla loro situazione di provvisorietà che dura da quasi mezzo secolo. Il
trasferimento di questa comunità per far posto ad altri Rom, non risolverebbe né
i problemi degli uni né quelli degli altri. Anzi, senza paura di essere
razzisti, il punto POLITICO è che non ci può essere una reale volontà
di risolvere i problemi dei Rom arrivati in Italia negli ultimi decenni, quando
colpevolmente non si affronta la questione dei Rom italiani e della loro
emarginazione secolare.
I Rom tuttora residenti in via Idro hanno diritto, dopo anni di abbandono, ad
una sistemazione stabile e dignitosa, ovvero:
possibilità di accesso alle case popolari per chi ne faccia richiesta;
oppure: la disposizione di un terreno dove potersi stabilire
DEFINITIVAMENTE con la propria famiglia ed il proprio nucleo allargato;
oppure: venga riconosciuta definitivamente la loro residenza nel campo
di via Idro, che deve ospitare le famiglie in condizioni salubri e civili,
in strutture fisse e non provvisorie.
Ai Rom vengano quindi offerte le possibilità di essere cittadini a pieno
titolo, nel rispetto delle loro tradizioni e culture, senza dover continuamente
pagare lo scotto di una sistemazione provvisoria da cui possono essere sfrattati
in ogni momento,in balia di emergenze che non sono provocate da loro.
Per questo, il comitato Vivere in Zona 2 e la comunità dei Rom residenti in
via Idro, pur riconoscendo l'esigenza di un testo che regoli la permanenza in un
campo sosta, respingono quanto proposto dai cosiddetti PATTI DI LEGALITA', in
particolare quello che renderebbe un campo sosta del tutto simile ad un carcere
all'aperto.
Per finire, si ricorda che la comunità Rom di via Idro, vive in un'area verde
a forte rischio di speculazione edilizia. Molti componenti della comunità , che
nel tempo si sono anche organizzati con una
propria cooperativa, sono qualificati professionalmente come
operatori del verde, altri potrebbero riconvertire le loro capacità di
allevatori di cavalli per attrezzare un maneggio. Sono tutte attività che
valorizzerebbero per tutta la zona l'area in cui vivono
Di Fabrizio (del 08/10/2009 @ 09:04:53, in Italia, visitato 1814 volte)
Martedì 6 settembre nel campo di
via Bonfadini a Milano c'è stato uno sgombero parziale, raccontato nel
Comunicato dell'Opera Nomadi. Quello che segue è il racconto dello sgombero,
visto da Veronica, che dentro quel campo ci abita.
Si sono presentati alle 4 di mattina, bloccando tutte le strade che portano
al campo. Erano più di 200 tra carabinieri, vigili e caschi blu, che dovevano
solo sfrattare 19 abusivi e non Totò Riina. Hanno vietato l'ingresso ai
giornalisti e ad altri testimoni esterni (ho provato lo stesso ad avvertirli).
Hanno iniziato con offese verso gli zingari, questi hanno risposto con lanci di
viti e bulloni, e così carabinieri e caschi blu si sono schierati, hanno
iniziato il loro richiamo "oh oh oh oh", così hanno iniziato a tirare calci
manganellate verso donne e uomini. Visto che in mezzo c'erano dei bambini, il
capo dei caschi blu ha ordinato di non muovere più un dito, addirittura un
minore il figlio di uno sfrattato si è preso due schiaffi da uno di loro, vi
sembra giusto? Vi scrivo, grazie a tutti per l'attenzione, perché questa storia
la voglio far sapere a tutto il mondo. Adesso sono rimaste tutte le macerie e
tutto il degrado, visto che sono andati via senza neanche ripulire!!!! Cosi i
bambini riescono a farsi molto male, tanto che gli frega, mica sono figli loro.
Non ho mai visto niente del genere in vita mia!!!!!!!!!!!!
Alcuni bimbi ora vivono con la paura che riaccada visto che già hanno detto
che lunedì prossimo torneranno per sfrattare altre 3 famiglie.
Di Fabrizio (del 07/10/2009 @ 09:36:46, in Italia, visitato 1577 volte)
Ricevo da Marco Brazzoduro
Venerdi 25 Settembre 2009 :: ore 21:52 C-day. Roma, i lavavetri raccontano il razzismo del pacchetto sicurezza
Intorno alle 19, un’azione organizzata dall’associazione Popica ha sorpreso
centinaia di persone su una delle strade più affolate e popolari di Roma, via
Casilina. Nell’angolo tra via Berardi e via Clandestina, un’area abitata da
numerosi migranti e rom, alcuni volontari dell’associazione e una decina di rom
del vicino campo di via di Centocelle hanno cominciato tutti insieme a pulire i
vetri delle automobili ferme al semaforo e, invece di chiedere in cambio monete,
distribuivano, tra lo stupore di molti, volantini sul pacchetto sicurezza e sul
Clandestino day.
Di Fabrizio (del 07/10/2009 @ 09:18:42, in Italia, visitato 1601 volte)
Questa mattina (ieri ndr) è stato eseguito il provvedimento di
espulsione dal campo comunale di via Bonfadini di alcune famiglie Rom.
Sicuramente ne seguiranno a breve degli altri.
C.ca 300 agenti, in tenuta antisommossa, hanno occupato l'area impedendo
anche alla tv e ai fotoreporter di accedere e documentare l'accaduto, come se il
"campo" fosse una sorta di "teatro di guerra"...
Vale la pena di ricordare che il pretesto per l'intervento è stata la
constatazione del possesso anche di un solo immobile sul territorio nazionale da
parte di uno dei componenti la famiglia.
Peccato, come sanno bene i servizi sociali e gli operatori del presidio
sociale che se ne occupano, che tale "requisito" non sia estensibile ad
un'intera "famiglia allargata" che somma al proprio interno più nuclei
familiari.
Inoltre, avverso tale provvedimento era stato mosso regolare ricorso al TAR
e, tra due giorni, sarà in discussione la richiesta di sospensiva del
provvedimento medesimo.
L'ordine di abbattimento delle strutture abitative non è stato mostrato nè ai
legittimi proprietari della casetta nè all'avvocato lì presente.
Probabilmente si è trattato dell'ennesimo abuso e non è stato esibito perchè...
inesistente.
Quello di stamattina non solo è uno degli atti istituzionali più gravi che si
siano perpetrati in questa città, "molto più grave" di tutti i precedenti
sgomberi che lo hanno preceduto perchè segna il concreto inizio dell'abbandono
di ogni politica sociale verso i cittadini rom (tra l'altro, italiani e
residenti...), ma anche un motivo di profonda vergogna per chi non ha sentito il
dovere e la necessità di far sentire la propria voce e prendere una posizione
chiara di condanna.
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