Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 08/07/2009 @ 09:09:20, in Italia, visitato 1825 volte)
Ricevo da Roberto Malini
Milano, 6 luglio 2009
Egregio Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d'Europa Thomas Hammarberg,
abbiamo ascoltato l'intervista che Lei ha rilasciato a Klaus Davi per
"KlausCondicio" in cui si augura che le Istituzioni italiane abbiano seguito i
Suoi consigli riguardo alla politiche sui Rom. Alle Sue speranze in relazione ai
Rom in Italia, dobbiamo rispondere che purtroppo da gennaio a oggi gli sgomberi
sono proceduti nel solito modo: famiglie messe in mezzo alla strada, minori
spesso sottratti illegittimamente ai genitori, baracche e beni personali
distrutti, nessuna assistenza sociale né sanitaria. Dopo ogni sgombero,
bambini (quelli lasciati alle madri), donne anche incinte, malati hanno dovuto
incamminarsi verso il nulla, alla ricerca di un altro riparo: un ponte, una casa
abbandonata, una baracca. Luoghi senza acqua né servizi, malsani, pericolosi.
Spesso gli agenti conducono in questura gli uomini, per "controlli" (non di rado
durante tali "controlli" si verificano abusi e brutalità) e le donne restano con
i bambini, esposte a ogni genere di abusi. Dopo gli ultimi, terribili sgomberi,
la maggior parte della famiglie è tornata in Romania o fuggita in Spagna,
Grecia, Francia. Malati di cancro, portatori di handicap, pazienti cardiopatici
hanno dovuto rinunciare alle cure, per tornare a morire in patria. Si sono
verificati aborti spontanei, in seguito agli sgomberi senza alternative*.
Da parte nostra, abbiamo investito ogni energia fisica, morale ed economica
(anche vendendo beni personali mobili e immobili) per aiutare numerose famiglie
ad acquistare farmaci e beni di sopravvivenza o ad affrontare il rinnovo dei
documenti e il viaggio in Romania (le Istituzioni ci avevano garantito almeno di
provvedere al costo dei rimpatri, ma non hanno mantenuto le promesse). Quando le
autorità hanno sottratto i bambini alle madri, spesso queste hanno commesso atti
violenti contro se stesse. Durante l'azione poliziesca di Pesaro (simile a tante
altre) abbiamo percorso la città e caricato a bordo di furgoni donne
semiassiderate, fuggite con i loro bambini per evitare la sottrazione. Si è
sfiorata la tragedia, perché padri e madri Rom avevano minacciato di darsi fuoco
se avessero perso i figli. Per concludere, le politiche delle Istituzioni
centrali e locali sono ormai di feroce persecuzione, senza alcuno scrupolo, nei
confronti delle ultime famiglie Rom. Come possono testimoniare gli ultimi Rom
romeni rimasti in Italia - perché in possesso di documenti scaduti e privi del
denaro necessario al viaggio in Romania - sono ormai negati loro anche i minimi
diritti della persona. I Rom vengono maltrattati, accusati di reati che non
hanno commesso, braccati e scacciati da tutte le città, picchiati e insultati
dagli intolleranti. La invitiamo a visitare il nostro sito per aggiornamenti e a
prendere contatto con alcune vittime della persecuzione (siamo in grado di
fornirLe recapiti telefonici), che potranno riferirle vicende di razzismo e
abuso raccapriccianti, che purtroppo sono ormai la quotidianità, in Italia, per
il popolo Rom. Le Sue parole e il Suo invito rivolto alle autorità italiane sono
lodevoli, Commissario, ma il nostro Paese è ormai in preda a un razzismo e una
xenofobia fuori controllo e di certo non bastano ammonimenti, Risoluzioni,
consigli da parte delle Istituzioni internazionali (che sono strumenti
inefficaci) per cambiare le cose. Da parte nostra, continueremo a impegnarci per
limitare la terribile tragedia umanitaria che avviene nell'indifferenza del
mondo. Cordiali saluti.
Roberto Malini, Matteo Pegoraro, Dario Picciau, Glenys Robinson, Steed Gamero,
Fabio Patronelli, Katalin Barsony, Nico Grancea, Ionut Ciuraru, Mariana Danila,
Danciu Caldarar, Mauro Zavalloni - Gruppo EveryOne
* Vedi per esempio:
http://www.everyonegroup.com/it/EveryOne/MainPage/Entries/2009/6/1_La_fabbrica_della_morte.html
Gruppo EveryOne
+39 334 8429527 :: +39 331 3585406
www.everyonegroup.com
:: info@everyonegroup.com
Di Fabrizio (del 07/07/2009 @ 09:44:07, in Italia, visitato 1534 volte)
Ricevo da Marco Brazzoduro, con preghiera di diffusione
(ulteriori notizie
QUI)
La Giunta Comunale di Pisa (centrosinistra) sempre più in linea con le
derive del Governo del "pacchetto sicurezza" (centrodestra)
Si ricomincia. Č di mercoledì 1ş luglio l'annuncio dell'assessore alle politiche
sociali, Maria Paola Ciccone: in applicazione dell’ordinanza di sgombero
generalizzato degli insediamenti "abusivi" (ord. n. 84 dell’11/12/2008), il
Comune vuole continuare a distruggere gli accampamenti dei Rom rumeni e a
concedere incentivi a chi decide di ‘rimpatriare’, posto di fronte alla minaccia
di vedere abbattuta dalle ruspe la propria dimora. Ancora una volta, il
sindaco Filippeschi non fa nulla per distinguersi dalle scelte più efferate del
Governo Berlusconi. Così, ai respingimenti dei migranti nel Mediterraneo si
risponde da Pisa con la vergogna dei ‘rimpatri assistiti’: soldi in cambio di
partenze. Il Comune dice di aver già speso circa 29mila € per i rimpatri della
prima fase (aprile-maggio 2009), sotto forma di assegni tra i 500 e i 1000 €; a
breve si prepara la seconda mandata, a cui corrisponderanno nuovi stanziamenti.
La domanda è lecita: una giunta di centrosinistra, che dovrebbe praticare
politiche di integrazione, non poteva spendere quel denaro in altro modo?
Č noto che gli stranieri hanno difficoltà ad affittare appartamenti a Pisa, a
causa della discriminazione diffusa tra chi - agenzie immobiliari o proprietari
- non si fida delle possibilità di pagamento dei migranti, anche in presenza di
un contratto di lavoro a tempo indeterminato. I soldi del Comune potevano essere
usati come garanzia, a copertura della quota richiesta dalle agenzie. Č solo un
esempio di un’alternativa possibile all’allucinata politica securitaria del
Sindaco, che negli ultimi mesi ha più volte portato il ‘caso Pisa’ alla ribalta
delle cronache nazionali, da Repubblica (24/12/2008) al Corriere della Sera
(19/04/2009).
Intanto, il Parlamento ha approvato il ‘pacchetto sicurezza’. Con un colpo di
mano razzista e xenofobo, ha introdotto il reato di clandestinità e le ronde.
Sarebbe normale attendersi che gli enti locali guidati dal centrosinistra
mettano in atto alternative serie e riconoscibili, e non che ripropongano la
ricetta del Governo, un misto di criminalizzazione (sgomberi) e di rifiuto degli
immigrati (rimpatri).
Guardando alle scelte del Sindaco Filippeschi, è evidente che qualcosa non
torna. Mentre la Regione Toscana, guidata dal centrosinistra, si è dotata di una
legge in aperto contrasto con le spinte razziste del Governo (legge n. 29 del
9/06/2009), il Comune soffia sul fuoco della paura e del "senso di insicurezza".
Per il Comune, i Rom che abitano nei campi non sono cittadini come gli altri. La
realtà è che si tratta di famiglie in condizioni di disagio, ma che lavorano per
le imprese locali e mandano i figli nelle scuole del territorio: per il Comune
sono solo un problema da rimuovere, da allontanare. Che ne pensa il Presidente
della Regione, Claudio Martini?
Ci preme sottolineare che i rumeni, cittadini europei, non possono essere
espulsi, a meno di gravi motivi di ordine pubblico. Nulla vieta che, una volta
‘rimpatriati’, tornino in tutta tranquillità e legalità in Italia. Nella
pratica, è esattamente ciò che avverrà al termine della surreale stagione dei
‘rimpatri alla pisana’.
Soldi pubblici spesi bene? No, solo spreco di risorse e politica fatta a colpi
di propaganda, ancora più offensiva in un momento di pesante crisi economica.
Chiediamo dunque che sullo stato di emergenza in cui vivono le famiglie Rom il
Comune apra subito un tavolo pubblico di discussione, oltre a interrompere
immediatamente gli sgomberi e la distruzione di accampamenti in cui abitano
anche donne, anziani e bambini. Lasciamo alla coscienza dei cittadini il
giudizio politico e morale sull’operato del Sindaco. Noi ci limitiamo ad
osservare, per il momento, come i finanziamenti pubblici potrebbero essere spesi
in modo assai più utile e costruttivo.
Associazione Africa Insieme
Pisa, 3 Luglio 2009
Segnalazione di Vielka Araya da
Mundogitano.net
Por: Maria de la Luz
Ahumada - Santiago -
11/06/2009
Timore, rifiuto e insulti compresi sono quello che giornalmente i gitani
ricevono per strada, nessuno può negare che la loro presenza ci fa subito
pensare "Ruberanno!" Se è così, e credo che sia accaduto a tutte, me inclusa,
abbiamo avuto gravi pregiudizi nei loro confronti.
Il fatto che la gente abbia un pensiero sociale tanto cattivo dei gitani,
risale alla storia di questo popolo, da cui discende la situazione attuale di
questa comunità, che in molti paesi è immersa nella povertà e, come conseguenza,
in gravi problemi di analfabetismo, delinquenza o marginalizzazione sociale.
I gitani sono stati "perseguitati" dal XIV secolo, quando esistevano in
Europa gruppi di loro che erano schiavi del re, della chiesa o dei latifondisti
e lo furono fino al XIX secolo. Così, i monarchi spagnoli costruirono un'intera
legislazione antigitana, da cui derivò un razzismo che si estese con la
colonizzazione. In piena epoca di espansione e scoperta del mondo. L'Europa
formulò supposizioni scientifiche che affermavano la differenza tra i popoli e,
soprattutto, la superiorità degli uni sugli altri. Questa superiorità
legittimava lo sfruttamento degli individui considerati inferiori.
Però oggi, in cerca di loro col mio compagno José, ci imbarchiamo verso il
loro mondo, il loro spazio e la loro cultura; all'inizio temevamo che ci
succedesse qualcosa e gli chiesi che non mi lasciasse sola, che avevo molta
paura perché, chiaro, crebbi ascoltando che erano ladri e che lanciavano
maledizioni se non gli davi soldi, però mi aspettava una gran sorpresa, per la
prima volta uscii dai miei pregiudizi ed ebbi l'opportunità che mi mostrassero
la loro vita, i loro sogni, dolori e speranze ed oggi posso testimoniare che
sono persone meravigliose, piene di vita ed allegria, e che malgrado la
loro condizione di povertà in cui vivono, i loro testimoni mi insegnarono
l'altra faccia della realtà; mi ricordai di un detto che coincideva con quello
che stavo sperimentando: "Guarda più in là di quel che vedi", questo feci e così
condivisi con loro questa forma di sentire che vivono quotidianamente come i
loro balli, la musica e quella gran fratellanza che ci mostrarono riuscirono ad
emozionarmi.
Non posso esprimere con le parole quello che i miei occhi vedevano, bambini
immersi nel freddo, non posso smettere di chiedermi come potevano sopravviverci,
alla pioggia, sino a cose così intime come l'igiene personale e perché fossero
stigmatizzate come ladri, se davanti a me vedevo persone accoglienti e
rispettose, così simili a noi, che provano ad essere parte di questa società,
persone semplici con molto da dare.
La vita...
I Gitani vivono suddivisi in diversi luoghi della regione e tutti vengono da
luoghi distinti del Cile, l'ideale per vivere è un posto in cui non faccia
freddo, che sia spazioso per collocare le tende, non rimangono mai in un solo
luogo, tutto dipende dalla situazione economica, così se un posto non va bene
emigrano cercando opportunità e luoghi migliori in cui il clima sia più tiepido.
Vivono della compravendita di veicoli, di artigianato, di lavoro del rame o
di lavori di impagliatura. Le notti di freddo le passano vestiti, negano
l'esistenza di un patriarca, piuttosto ogni famiglia è indipendente e sono loro
stessi che sovrintendono ai figli, i bambini vanno a scuola come tutti, però al
momento di partire devono iniziare un'altra volta il processo educativo. Secondo
la "Legge Gitana" la donna deve arrivare vergine al matrimonio, e solo alcune
cose sono realmente cambiate come la proibizione di accasarsi con una persona
che non fosse un gitano.
D'altra parte, ci raccontano sulle necessità elementari di sopravvivenza come
la luce pagata assieme e l'acqua che costa 1.500 pesos, che trasportano e
utilizzano in bidoni, le necessità basiche le effettuano presso la pompa di
benzina più vicina.
Così come esistono le tende, ci sono anche gitani che vivono in case ed hanno
una situazione economica migliore, quasi tutti si dicono cristiani e non bevono,
fumano solo sigarette.
Il testimonianza...
Lei è Esmeralda, gitana e madre di due figli, e ci ha parlato di quanto è
difficile vivere in queste condizioni. "La cosa più difficile del vivere nelle
tende è l'umidità, la mancanza di bagni, la scomodità ed il freddo per i
bambini, oltre ad essere costantemente discriminati dai vicini e dalle persone
che passano fuori e vedono le nostre tende".
Oltre alle durezze della loro condizione di vita, devono inoltre affrontare
la discriminazione quotidiana delle persone che li circondano, i mille rifiuti d
cui soffrono quotidianamente. Efraín Soto, è un gitano che fa parte di questa
comunità e ci dice che "il più difficile di appartenere a questa cultura è la
discriminazione nella salute, per le strade da tutti i lati. C'è gente che ci
discrimina molto e tra l'altro ci minacciano di bruciare le tende".
"Sappiamo che ci trattano da ladri," segnala Efraín riferendosi allo stigma
che si portano addosso. "Nel regno del signore c'è di tutto, come da voi c'è
gente buona e meno, nel caso dei gitani è lo stesso e per colpa dei cattivi ci
trattano tutti come ladri".
E' di grande importanza l'istruzione e l'appoggio delle autorità, perché
queste persone non vivano in condizione di povertà, non dimentichiamo che
l'unica cosa che ci differenzia da loro è la cultura, tutto il resto è uguale.
La cosa importante di questa esperienza è almeno di poter verificare [...]
che in molte occasioni i nostri pregiudizi possono portarci a pensare in maniera
sbagliata sugli altri, in questo caso mi fu chiaro che sono tanto umana quanto
loro e che tutti meritiamo un'opportunità per mostrarci come siamo...
Fuente:
El Observatodo
Di Fabrizio (del 07/07/2009 @ 09:07:46, in Italia, visitato 1891 volte)
Ricevo da Ernesto Rossi
GIOVEDI’ 9 LUGLIO 2009
CAMPO SINTI DI P.LE EUROPA (sulla destra del Palazzo Esposizioni)
Serata di Grande FESTA in P.le EUROPA , saranno presenti: Autorità,
Associazzioni di volontariato, comunita Sinte, e finalmente tanti amici
(sedentari) di Pavia e Provincia.
Comune di Pavia Università di Pavia - Facoltà di Ingegneria
Settore Servizi Sociali CdL Ingegneria Edile/Architettura
Corso di Sociologia Urbana e del Territorio
I Sinti abitano Pavia
Progettiamo insieme il superamento urbanistico e sociale dei campi nomadi
pavesi
Tra marzo e giugno del 2009 un gruppo di 30 studenti di Ingegneria
Edile-Architettura, coordinati dal sociologo Andrea Membretti, hanno
realizzato una intensa attività di
studio e di progettazione urbanistica e sociale, per affrontare il "problema
campi nomadi" in relazione alla città di Pavia.
Lo studio si inserisce in una convenzione siglata con il Comune di Pavia:
le attività si sono svolte in interazione con il Gruppo di Studio
sull’Immigrazione promosso dalla Prefettura di Pavia e hanno visto il
diretto coinvolgimento della Comunità sinta pavese, oltre che di diverse
associazioni locali e di numerosi esperti sul tema.
Per presentare i primi risultati del laboratorio di ricerca e per discuterne
insieme, la cittadinanza tutta è invitata ad una serata di incontro, di
dibattito e di socialità.
ORE 21: PRESENTAZIONE PUBBLICA DELLE ATTIVITA’ DEL LABORATORIO E DIBATTITO
ORE 22 in poi: MUSICA ZIGANA, BALLI E SOCIALITA’
Per tutta la serata sarà presente servizio bar gestito dalla comunità sinta.
Informazioni e contatti:
andrea.membretti@unipv.it -
http://www.sociability.it/sintiapavia/
Di Fabrizio (del 06/07/2009 @ 09:25:25, in media, visitato 2320 volte)
Una segnalazione di Betti
Sulla provincia pavese di oggi (ieri ndr) c'era la seguente intervista
ad un assessore. In questo momento non ho tempo di andare a verificare quali
sono le sue deleghe, ci provo domani. le trovate comunque sul sito del comune di
Pavia, www.comune.pv.it
Nota. Quando ho ricevuto la notizia, ho cercato su Facebook il gruppo
indicato: non esiste più (speriamo).
IL CASO/2 Trivi: "Ma io non ho nulla contro i Sinti"
PAVIA.
"Via i nomadi da Pavia": si chiama così il gruppo di Facebook, che, tra le
altre, ha guadagnato l’adesione dell’assessore al Commercio Pietro Trivi.
Gruppo nel quale un altro "ospite" è andato oltre, prospettando un gesto
eclatante: bruciare i campi nomadi.
Trivi, perchè ha aderito a questo gruppo?
"Non ho nulla contro gli zingari, la mia iscrizione è stata una goliardata".
In che senso?
"Non ero stato l’unico ad aderirvi. Era una cosa fatta per cortesia, per
spirito di amicizia nei confronti di chi aveva avuto l’idea. Guardi, glielo
assicuro, io non sono assolutamente intollerante".
Ma ora è assessore...
"Lo ripeto, non sono razzista. Anzi, le dirò di più: li ho anche difesi
gratuitamente gli zingari quando si sono rivolti a me. Semmai anche in campagna
elettorale ho ribadito la necessità di spostarli da piazzale Europa e via
Bramante. Da tempo e da più parti si auspica una collocazione più consona".
Ma qualcuno nello stesso suo gruppo di Facebook parla di bruciare i campi
nomadi...
"Mi dissocio assolutamente da una simile affermazione. Le assicuro che al
più presto mi cancellerò da quel gruppo".
Di Fabrizio (del 06/07/2009 @ 08:56:23, in casa, visitato 1893 volte)
Da
Roma_Francais (se ne era parlato
QUI e
QUI)
I Rom nuovamente minacciati - La giustizia si pronuncia oggi sull'avvenire
del campo di Médecin du monde a Saint-Denis
La fuga in avanti continua. Evacuate da un capannone di Bobigny il 23 maggio
dopo un incendio che ha ucciso un bambino di 10 anni, brevemente alloggiate e
quindi espulse da un asilo del comune, sloggiate in seguito d' un capannone
abbandonato di Gennevilliers, le famiglie rom, un centinaio di persone, dovranno
presto lasciare il campo stabilito un mese fa sul marciapiede di Saint-Ouen in
mancanza di un rialloggiamento.
Il tribunale delle grandi istanze deve pronunciarsi oggi sull'assegnazione a
Médecin du monde, che ha installato tende, della prefettura di Seine-Saint-Denis.
Quest'ultimo rimprovera "l'occupazione di un terreno di proprietà dello Stato".
L'accampamento attuale, installato al piede dell'A86 utilizza lo stesso
dispositivo dei campi profughi nel mondo, con l' aiuto alimentare del Soccorso
cattolico.
Il seguito impossibile " Chiediamo da tempo una tavola rotonda che riunisce lo
Stato, la Regione, le collettività e le associazioni perché non ci siano espulsioni senza soluzione di rialloggiamento duraturo, spiega il
dottor
Olivier Bernard, presidente di Médecin du monde. Ci sono soluzioni, come i
villaggi d' inserimento installati a Montreuil e ad Aubervilliers. Ma la sola
risposta, per il momento, è questa chiamata a giudizio".
Secondo l'esperto, "i gruppi non possono più lavorare: i Rom sono
incessantemente in movimento a causa delle espulsioni. Ciò impedisce il seguito
delle gravidanze, dei lattanti e l'istruzione dei bambini, che sono attualmente
in una scuola di Bobigny". Il campo di sette tende accoglie 120 Rom originari
dalla Romania, tra cui quattro donne incinte e quindici bambini con meno di 2
anni. "Viviamo a dieci o venti nelle tende," racconta Palos Constantine, un
padre di famiglia rom del campo.
"Quel che spero, è non essere più obbligati ad errare cercando un terreno. Il
problema, è che quando ci propongono un alloggio in albergo, non supera tre
notti". Segno, forse, di un'evoluzione sull'argomento: una riunione deve
svolgersi il 10 luglio tra il prefetto del dipartimento, gli eletti e diverse
associazioni.
Di Fabrizio (del 05/07/2009 @ 09:15:44, in media, visitato 1703 volte)
Da
Roma_Francais
Radio PRAHA [25-06-2009 15:07 UTC] Par Jaroslava Gregorová
Tomáš Bystrý è un giornalista, presentatore e reporter rom, ha vent'anni, e tra
l'altro presenta dei modelli per la casa di moda SKIN FASHION. Ha cominciato a
scrivere dalla scuola primaria dove aveva fondato un giornale. Più tardi, ha
lavorato per la Radio rom Rota. Ha scritto articoli per la rivista mensile di
Praga 4, Tucnák (Il pinguino). E' anche redattore del mensile Romano vod'i,
pubblicato dall'Associazione civica Romea.
Tomáš Bystrý, photo: Archives de
Tomáš Bystrý
Quest'anno ha passato la maturità al liceo Eliska Krásnohorská di Praga,
ma nel corso dei suoi studi ha seguito per più di un anno un corso sui media
organizzato nel quadro del progetto "Il Sostegno dei Rom a Praga". Può dirci
qualche parola sul progetto ed sul corso sui media?
Se non mi sbaglio, il progetto è durato quattro anni, e nel quadro di questo
progetto le differenti organizzazioni che si occupano di formazione e di
impiego dei Rom hanno organizzato differenti corsi, sia di formazione che di
riconversione professionale. Ho seguito il corso organizzato dall'Associazione
civica Romea, [...] che aveva l'obiettivo di formare qualche giovane Rom che
volesse lavorare nei mezzi d'informazione. Il corso mi ha dato tanto. Ma già
alla scuola primaria, ho cominciato ad interessarmi al lavoro nei media. [Lì] ho
fondato un giornale ed a quattordici anni ho lavorato come redattore esterno per
la Radio Rom su Internet, Rota. Questo corso ha arricchito la mia conoscenza a
livello dei media, e nel quadro dei differenti seminari che facevano parte del
corso, ho avuto occasione di incontrare gente interessante, come la sociologa
Jirina Siklová o la giornalista Jarmila Balázová e molte altre persone che ci
hanno messo in testa tutte le cose utili al mestiere di giornalista. Ci hanno
insegnato ciò che ci sarà utile nella pratica come giornalisti.
Ora cosa sta facendo? Lavora nei mezzi di informazione?
Attualmente coopero sempre con la rivista Romano vod'i, un mensile culturale,
politico e sociale, pubblicato dall'associazione Romea. Esiste da sette anni e
dal 2005 ho la mia rubrica "Visto dai nostri occhi"
(Amare jakenza) che tramite inchieste e piccole interviste con differenti
esperti riflette l'opinione dei giovani. Scrivo soggetti sui giovani rom e no,
poiché da noi le attività, gli svaghi, le pene e gioie sono identici tanto per
la gioventù rom e non rom.
Tomáš Bystrý, photo: Archives de Tomáš Bystrý
Lei ha anche presentato dei modelli per la marca SKIN FASHION. Di che
consiste e che si tratta?
Č la conclusione di un progetto di quattro anni, "Sostegno dei Rom a Praga".
Si trattava di una campagna pubblicitaria in cui sono scelti i migliori laureati
dei corsi di formazione e di riconversione professionale. Sono stato uno di
loro, essendo uno dei primi nel corso sui media. L'obiettivo era, tramite
manifesti di un'agenzia fittizia di modelli che creava modelli di abiti, di
attirare l'attenzione del vasto pubblico su questo tipo di attività e mostrare
che esistevano anche giovani Rom che non sono solo dei parassiti che abusano
delle prestazioni sociali, ma che provano a trovare il loro posto in vari
settori del mercato di lavoro e che si interessano alla formazione continua.
I genitori di Tomáš sono ovviamente Rom, la sua madre è centralinista
in una clinica privata, suo padre è autista di taxi e lavora anche in una
casa di pensione. Tomáš è passato un'infanzia eccezionale, molto felice come
dice lui stesso. La sua famiglia è rispettosa delle tradizioni Rom, ma
occorre precisare che le tradizioni Rom differiscono da una famiglia
all'altra.
Tomáš Bystrý, photo: Archives de Tomáš Bystrý
Lei stesso ha mai risentito di un'avversione in ragione delle sue origini
o le è mai capitato di essere aggredito o insultato?
Tutti quanti sono diversi dagli altri, che siano obesi, che abbiano i capelli
viola, o una decina di piercing sul viso, diventano il centro d'interesse nella
via o nel tram. Dunque noi anche, Rom riconoscibili, come è il mio caso. In
molti credono che io sia pakistano. Quotidianamente ci si confronta con
manifestazioni, in questo caso, non direi di razzismo ma di xenofobia. Quando
sono sul tram o sull'autobus e vedo le vecchiette che stringono la loro borsa al
petto per paura che punti al loro portafoglio, lo trovo sgradevole. D'altra
parte a volte mi dico che è forse un pregiudizio, ma in questo caso osservo bene
che le signore diventano più attente quando monto nel tram. Non sono stato
vittima d'aggressione, eccetto una volta in una discoteca, tre piccoli giovani
più o meno della mia età hanno cominciato ad appellarmi tipo: "Tu, italiano
(denominazione per i Rom) tornatene nel tuo paese."
La capo redattrice della sezione rom della radio ceca,
Anna Poláková, è stata obbligata ad emigrare in Canada (vedi
QUI ndr) perché la sua famiglia era aggredita e non si sentiva più
sicura nella Repubblica Ceca. Ha l'impressione che il razzismo aumenti nella
Repubblica Ceca?
Anna Poláková
Credo effettivamente chel'estremismo sia cresciuto in questi ultimi mesi. Ciò
è forse dovuto al fatto che i partiti estremisti approfittano dell'instabilità
governativa e forse della crisi economica. Nondimeno in una società democratica,
nel XXI secolo, quando tutti abbiamo appreso a scuola ciò che era Shoah, la
gente nella Repubblica Ceca e in tutto il mondo non dovrebbe manifestare un tale
estremismo. Gli estremisti sono molto professionali, hanno giuristi eccellenti e
non sono più soltanto giovani di diciotto anni in giacche di cuoio, ma c'è una
vera ideologia e fra i neonazisti c'è gente istruita e questo è molto
pericoloso. Credo che attualmente si sia realmente testimoni di vari eventi di
questo tipo, che sia l'incendio a Vítkov (vedi
QUI ndr) e altre manifestazioni degli estremisti. Siamo testimoni del
fatto che l'estremismo aumenta ed esiste realmente.
Di Fabrizio (del 04/07/2009 @ 08:57:52, in Regole, visitato 1843 volte)
Da
Roma_Benelux
Tribune de Genève La lettera del giorno Monique Châtelain |
29.06.2009 | 00:01
Onex, 27 giugno - "La legge è legge". Grazie di avermelo insegnato, Signor
poliziotto in civile, vociferandomi questo richiamo. La mia infrazione: "Al
semaforo rosso del bd des Philosophes - durano tanto - venerdì alle 13.55 ho
autorizzato un giovane Rom (come una vicina automobilista, d'altronde) a lavare
i vetri della mia vettura. In un paese democratico, pensavo di averne il
diritto. Ho inteso le urla di questo agente, che insultava quel povero giovane
terrorizzato. A mia volta ho gridato che ero libera di farmi lavare i vetri
a chi mi pareva. Lei mi ha amabilmente urlato: "Voi avete il diritto, ma lui
no!" Lei mi ha detto amabilmente: "Dategli dei soldi, se volete", cosa che ho
fatto, ho donato 3 franchi a quel giovane. Lei ha aggiunto ironicamente: "Ah
bene, quello che gli avete donato, lui non l'avrà, finirà nelle mie tasche!"
Ritengo dunque di essere stata raggirato dalla persona del diritto. Che mi renda
i miei 3 franchi! Signor poliziotto (...) lei ha avuto la sorte di essere nato
in un paese che pratica i diritti dell'uomo, dove è stato ben nutrito, istruito,
cosa che le da il diritto di esibire il sua bel documento di polizia. Se lei
fosse nato a qualche centinaio di km. da qui, sarebbe differente. Pensa mai, che
a volte potrebbe essere al posto di quei giovani senza speranza? No, ciò non la
sfiora, perché la legge è legge. Allora, Signore, io sono una cittadina che
rispetta la legge, ma che ha un cuore. Avrei potuto essere al posto di quei
giovani, lo stesso i miei figli. Ma abbiamo avuto più possibilità (...)
Di Sucar Drom (del 03/07/2009 @ 19:52:28, in blog, visitato 1622 volte)
Milano, boom di minorenni italiani dietro le sbarre del carcere Beccaria
Cresce il numero degli italiani reclusi all'Istituto penale per minorenni
Beccaria di Milano: nei primi cinque mesi del 2009 sono stati il 32,4%, nel 2008
erano il 27,2%, nel 2007 il 16,8%. "Si tratta ...
Napoli, «I napoletani? La sera gettano roba nei cassonetti e la mattina la
ricomprano»
Se a Napoli la raccolta differenziata è, per certi versi, ancora un miraggio,
c'è chi con una forma un po' «primitiva» di riciclaggio si è inventato un
piccolo business, fondato sulla vendita e sul riutilizzo della “monnezza”...
Zagabria, una romnì in Consiglio comunale
Farmacista, 32 anni, rappresentante della comunità rom in Croazia. Nura
Ismailovski (in foto), eletta nelle liste del SDP, è la prima donna rom a
sedere nel consiglio comunale di Zagabria. Il s...
L'Ilo mette sotto accusa l'Italia: "Migranti, violate le convenzioni"
Dopo il governo panamense, prima di quello etiope. L'audizione del governo
italiano alla 98° conferenza internazionale del lavoro si è tenuta ieri
pomeriggio, terza in programma tra le audizioni di altri 24 paesi, di cui
nessuno europeo. Il governo è s...
Ddl sicurezza, questa settimana l'ultima lettura al Senato
Dovrebbe essere questa la settimana del varo completo del Ddl sicurezza, il
disegno legge della vergogna. Dopo tante polemiche, anche dentro il
centro-destra, il Governo probabilmente porrà nuovamente la fiducia anche
nell'ultima lettura di Palazzo Madama. A dirsene certo, a...
Insetti clandestini? Razzismo italiota
Mentre il Parlamento sta legiferando per criminalizzare gli immigrati, c’è
qualcun altro che utilizza il concetto di clandestinità per fare soldi. Infatti,
come potete vedere nella foto tutta l’Italia è tappezz...
Roma, l´assessore alle Politiche sociali Sveva Belviso: "Ma ora troviamo dei
luoghi per i banchetti dove i rom possano vendere le loro merci"
«Bisogna trovare delle formule per andare incontro all´esigenza dei rom di fare
dei mercatini dove vendere la loro merce, come è avvenuto con il mercato
artigianale del IV municipio, un´esperienza ...
Hammarberg, sgomberi Rom in Italia? Diritti umani spesso lesi!
“Il problema che ho riscontrato in Italia è che sono stati attuati alcuni
sgomberi di Rom senza che siano stati rispettati i diritti umani. L’ultima volta
che sono stato in Italia risale a gennaio e, da allora, non ho più ricevuto
molte notizie, ma spero che gli sgomberi avvenuti ...
Ddl sicurezza, posta la fiducia su tre maxiemandementi
Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha posto la questione
di fiducia sul ddl sicurezza all'esame nel Senato. Dopo l'annuncio del ministro
il presidente del Senato ha convocato la conferenza dei capigruppo...
Roma, nuovo "campo nomadi" per i Rom del Cesare Lombroso
Sarà trasferito all'inizio del prossimo anno, entro febbraio al massimo, il
"campo nomadi" di Cesare Lombroso, nel XIX Municipio. L'area, ancora top secret,
sarà una di quelle proposte dai rappresentanti locali, e verterà sempre
all'interno del quartiere a nord di Roma. Lo hanno assicur...
Napoli, un arresto per l'omicidio di Petru
Tradito dalle "sentinelle" del rione. Accusato dalle persone che, a vario
titolo, vivono la strada, o lo spaccio o gli altri affari border-line dei
Quarteri Spagnoli. Così, grazie alle testimonianze di quattro persone, tra
neo-pentiti e testimoni di giustizia, la polizia ha catturato uno dei killer
dell´...
Firenze, al via il progetto IntegrAzione
Al via "IntegrAzione", il progetto partecipativo volto a favorire l’inserimento
della popolazione Rom. Il progetto, finanziato dalla Regione Toscana, è promosso
dal Quartiere 4 e curato da numerose associazioni...
Roma, una brutta storia
Volevano essere considerati i veri eredi della banda della Magliana con la loro
attività di traffico di cocaina, ma anche di prestiti ad usura e con la vendita
o l'affitto di armi ad altre organizzazioni criminali. Una organizzazione
criminale dedita al traffi...
Roma, la speranza
Siete tutti invitati alla presentazione del libro “Speranza” di Antun Blazevic
che si terrà il 6 luglio 2009 alle ore 19.00, presso l' enoteca "l'Infernotto"
in via del Pigneto n. 31 (isola pedonale)...
L’Arci discrimina i Sinti?
Per due anni l’ARCI ha sempre offerto uno spazio alla federazione “Rom e Sinti
Insieme” al Meeting Antirazzista di Cecina. Tant’è che la linea politica della
federazione è sempre stata lanciata proprio da Cecina. E anche quest’anno nel
programma, pubblicato il 23 giugno 2009 (rimoss...
Il ddl sicurezza è legge
Poche ore fa è stato approvato il ddl sicurezza in Senato tra le proteste
dell'opposizione dalla quale, secondo Maroni, sono state dette «falsità». Idv,
Pd e Udc hanno votato contro il provvedimento "blindato" da tre fiducie...
Uefa, stop alle partite in caso di razzismo
Gli arbitri dovranno sospendere provvisoriamente o definitivamente una partita
in caso di episodi di razzismo nello stadio. Lo rende noto la Uefa dopo
l’esecutivo che si è riunito a Vilnius. I direttori di gara dovranno applicare
la norma numero 5 del Regolamento del ...
Ddl sicurezza, le norme approvate
Chi entra in Italia o vi soggiorna clandestinamente commette un reato. Per avere
la cittadinanza si dovrà pagare una tassa da 200 euro. La permanenza nei centri
di identificazione ed espulsione potrà arrivare fino a sei mesi. Le 'ronde'
diventano legali. Sono al...
Ddl sicurezza, il Vaticano: «Una legge che porterà dolore»
Ha immediatamente raccolto il parere contrario di monsignor Agostino Marchetto
(in foto), segretario del Pontificio consiglio per la pastorale dei migranti,
l'approvazione in via definitiva del disegno di legge sulla sicurezza. La nuova
legge porterà «molti dolori e difficoltà» gli immigrati, secondo Marchetto.
«Anche se si asp...
Ddl sicurezza, i commenti in Italia e in Europa
Il "pacchetto sicurezza" è ormai legge, una legge per il presidente del
Consiglio Silvio Berlusconi «fortemente voluta dal governo e dal premier». Il
Senato, perciò, stamattina ha votato l’ultima delle tre fiducie e, con il sì di
157 senatori, il no di 124 e 3 astenuti, d’ora in poi entrare...
Ungheria, sciolta la milizia dell’estrema destra
Dovrà sciogliersi la Magyar Garda, la Guardia ungherese, la milizia paramilitare
legata al partito di estrema destra Jobbik, protagonista di un lusinghiero
successo nelle ultime elezioni europee. La Corte d’appello di Budapest ha
confermato ieri la sentenza di scioglime...
Bari, clima di razzismo
L'annuncio di provvedimenti che allontanino l´ombra del razzismo. L'invito a
rompere il muro dell'omertà e denunciare gli episodi di discriminazione a Bari.
La decisione di scendere in piazza. Il giorno do...
Una sentenza controversa
Bocciato il nuovo regolamento dei “campi nomadi”, che il Comune di Milano sta
distribuendo in questi giorni in tutte le sue strutture. Bocciata l´imposizione
del badge, i controlli in entrata e uscita dai villaggi, come le nuove
restrizioni sulle visite di parenti e amici. A pronunciarsi in ...
Di Fabrizio (del 02/07/2009 @ 21:06:01, in Regole, visitato 2165 volte)
Ricevo da Tommaso Vitale, che ricorda anche il comunicato stampa e la pagina da cui chiunque può mandare una lettera di protesta a Schifani e Napolitano (entrambe in inglese)
AMNESTY INTERNATIONAL INTERNATIONAL SECRETARIAT Peter Benenson House, 1 Easton Street London WC1X 0DW, United Kingdom T: +44 (0)20 7413 5500 - F: +44 (0)20 7956 1157 E: amnestyis@amnesty.org W: www.amnesty.org
24 June 2009 Egregio Senatore, Amnesty International desidera esprimere viva preoccupazione per le proposte incluse nel disegno di legge C.2180-A/09, il cosiddetto "pacchetto sicurezza", approvato dalla Camera il 14 Maggio 2009 e ora passato all'esame in Senato come disegno di legge S. 733-B/09. Amnesty International ritiene che alcune delle norme proposte violerebbero i diritti di immigrati e richiedenti asilo; inoltre il testo introdurrebbe norme che sembrano essere discriminatorie e avere potenziali effetti discriminatori in particolar modo nei confronti di Rom e Sinti. Amnesty International in particolare vuole esprimere preoccupazione circa le seguenti parti del disegno di legge: Norme che "criminalizzano" l'immigrazione irregolare Il disegno di legge, all' art. 21, stabilisce il reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato . La norma criminalizza l'entrata irregolare e il soggiorno in Italia, e li punisce con un'ammenda tra i 5000 e i 10000 Euro. Secondo il nuovo disegno di legge, i procedimenti penali contro i richiedenti asilo senza permesso di soggiorno verrebbero sospesi nel caso in cui la domanda di riconoscimento di protezione internazionale sia stata presentata, e archiviati se tale domanda sia stata accettata. Molti organismi per i diritti umani, incluso il Relatore Speciale delle Nazioni Unite per i Diritti Umani dei Migranti nel suo rapporto del 2007 ((UN Doc. A/HRC/7/12, paragrafo 50), e il Gruppo di Lavoro delle Nazioni Unite sulla Detenzione Arbitraria in un rapporto del 2008 (UN Doc. A/HRC/7/4, 10 gennaio 2008, paragrafo 53), hanno chiesto agli Stati di non punire come reato l'ingresso irregolare nel loro territorio, sottolineando che la posizione irregolare di un individuo non puo' essere usata dagli Stati come ragione per non assolvere all'obbligo di proteggere ciascun individuo da violazioni dei suoi diritti. Sebbene gli Stati abbiano il diritto e il potere di regolare l'immigrazione, cio' deve essere fatto senza violare i diritti umani. Come gia' piu' volte sottolineato da meccanismi speciali sui diritti dell'uomo delle Nazioni Unite, l'immigrazione irregolare dovrebbe essere considerata solo un illecito amministrativo, senza pregiudizio dei diritti fondamentali dei migranti. Amnesty International esprime preoccupazione per le norme proposte, e per le conseguenze della loro applicazione, ed in particolare per l'imposizione di sanzioni penali per l'entrata e/o soggiorno irregolari in Italia. Si tratta di misure di controllo sull'immigrazione eccessivamente severe, che violano gli obblighi del governo italiano posti dal diritto internazionale sui diritti umani. In particolare creano minacce per i diritti umani dei migranti, come il diritto alla salute e all'istruzione, e il diritto a registrare la nascita all'anagrafe, e di conseguenza il diritto al riconoscimento di ogni persona di fronte alla legge.
L' introduzione del reato d'ingresso e soggiorno illegale avrebbe ulteriori conseguenze a causa della applicazione congiunta di tale norme e di esistenti norme penali. In ottemperanza alle norme di cui agli artt. 361 e 362 c.p., tutti i pubblici ufficiali e gli incaricati di un pubblico servizio (funzionari e impiegati di enti pubblici, insegnanti, personale del Servizio Sanitario Nazionale, impiegati dei Comuni incaricati del rilascio di carte d'identita' e documenti ecc.) hanno l'obbligo di denunciare alla polizia o alle autorita' giudiziarie i reati di cui abbiano notizia nell'esercizio delle loro funzioni. Se il disegno di legge venisse approvato, l'obbligo ex artt. 361 e 362 c.p. si estenderebbe alla denuncia di tutte le persone in posizione irregolare dal punto di vista delle norme sull'immigrazione. L'omissione di tale denuncia si configurerebbe come reato punibile con una multa o, in alcuni casi, con la reclusione fino ad un anno. Temiamo che l'introduzione del reato d'ingresso e soggiorno illegale, in connessione con le norme che criminalizzano l'omessa denuncia di pubblici ufficiali e incaricati di pubblico servizio, costringa coloro che hanno una posizione irregolare dal punto di vista della normativa sull'immigrazione a non curarsi presso le strutture sanitarie pubbliche, anche nei casi piu' gravi e urgenti, per paura di essere denunciati alla polizia. Amnesty International nota che una precedente proposta di abrogare o modificare l'art. 35 comma 5, del Testo Unico sull'immigrazione (D. LGS286/98), che vieta agli impiegati del Servizio Sanitario di denunciare i pazienti senza permesso di soggiorno, e' stata esclusa dal disegno di legge. Tuttavia rimarrebbero salvi gli effetti negativi suesposti dell'applicazione degli artt. 361 e 362 c.p. in combinato disposto con la norma che istituisce il reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato. Tale situazione violerebbe gli standard internazionali relativi al diritto fondamentale alla salute, tra cui l'art. 12 della Convenzione Internazionale per i Diritti Economici, Sociali e Culturali (ICESCR); l'art. 35 della Carta dei Diritti fondamentali nell'Unione Europea; l'art. 32 della Costituzione Italiana. Come stabilito dalla Corte Costituzionale, tale ultima norma crea obblighi diretti gravanti sullo Stato e su ciascun soggetto a non violare il diritto alla salute altrui. Analogamente, sebbene la norma che avrebbe esplicitamente obbligato i dirigenti delle scuole statali a denunciare alla polizia gli stranieri in posizione irregolare, i cui figli sono iscritti alle scuole da loro dirette, sia stata esclusa dal disegno di legge, l'obbligo di segnalazione, posto dagli artt. 361 e 362 del codice penale, permarrebbe comunque per tutti coloro che lavorano presso una scuola pubblica, se il reato di immigrazione irregolare venisse introdotto. Inoltre l'effetto del combinato disposto della norma che introducesse il reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato e della norma proposta nel disegno di legge ora in approvazione (art. 45) che modifica l'art 6 comma 2, del Testo Unico in materia d'immigrazione (L.286/1998), potrebbe consistere nella violazione gli obblighi dello Stato italiano a rispettare e proteggere il diritto di registrare le nascite e il diritto di ciascun soggetto ad essere riconosciuto dalla legge. L' introduzione dell'art. 45 del disegno di legge, infatti, avrebbe l'effetto di imporre la presentazione di documento idoneo a provare la presenza regolare in territorio italiano per gli atti. Tale obbligo si estenderebbe anche alla registrazione all'anagrafe della nascita di un figlio. Le conseguenze potrebbero essere gravissime, in particolare per le donne con statuto irregolare che partoriscono sul territorio italiano; esse potrebbero trovarsi nell'impossibilita' di registrare la nascita del figlio. Sebbene Amnesty International sia consapevole del fatto che le donne in stato di gravidanza non in possesso di valido titolo per soggiornare in Italia possono richiedere un permesso di soggiorno per un periodo non superiore ai sei mesi dopo il parto (in base al Testo Unico sull'immigrazione - L. 286/1998, art. 19 - in combinato disposto con gli artt. 9 e 28 DPR 394/1999), questa possibilita' e' concessa solo a condizione che venga presentato un passaporto o documento equipollente. Se la madre naturale non possiede un passaporto non potra' ne' ottenere un permesso di soggiorno ne' riconoscere il figlio nato in Italia. Ai padri di tali figli che siano immigrati irregolari sarebbe in ogni caso precluso il riconoscimento del figlio. Inoltre se la madre priva di documentazione che la autorizzi a permanere nel territorio italiano tentasse di registrare il figlio presso l' anagrafe, correrebbe il rischio di essere denunciata per il reato di immigrazione irregolare; l'incaricato del servizio pubblico dell'anagrafe potrebbe correre il rischio di denuncia penale se omettesse di denunciare la donna. Le conseguenze di queste disposizioni produrrebbero un contrasto con gli obblighi del governo italiano al rispetto e alla protezione del diritto del bambino a essere riconosciuto davanti alla legge e ad essere registrato, diritti garantiti dagli articoli 16 e 24 del Patto Internazionale per i Diritti Civili e Politici (ICCPR) e della Convenzione ONU sui Diritto dei Fanciulli. Inoltre le donne in gravidanza in posizione irregolare dal punto di vista delle norme sull'immigrazione potrebbero rinunciare a partorire presso un ospedale o decidere di non cercare assistenza medica, per paura di essere denunciate alla polizia. Il disegno di legge, all'art.6, impone l'obbligo al cittadino non membro dell'Unione Europea, che vuole unirsi in matrimonio in Italia, di presentare un permesso di soggiorno valido. Tale norma sembra essere in contraddizione con l'art. 23 comma 2 dell' ICCPR, relativo al diritto di costituire una famiglia legittima. La norma proposta violerebbe sia il diritto del cittadino di Stato non membro dell'Unione Europea che vuole unirsi in matrimonio, che il diritto del cittadino di Stato membro della UE che desideri unirsi in matrimonio con un soggetto privo di autorizzazione a restare in territorio italiano. Norme che potrebbero avere un impatto negativo sui diritti di persone vulnerabili sulla base della registrazione ai fini della residenza Il disegno di legge, all' art.50, prevede che tutti coloro che sono "senza fissa dimora' siano registrati presso il Ministero dell'Interno. I senzatetto e coloro che vivono in alloggi in condizioni igienico-sanitarie non idonee (in maggioranza migranti e richiedenti asilo) o in case mobili (in maggioranza Rom e Sinti) saranno cancellati dall'anagrafe del Comune dove risiedono e verranno schedati in apposito registro istituito presso il Ministero dell'Interno. Il disegno di legge prevede che tutti coloro, "senza fissa dimora', che desiderano spostare la residenza in altro Comune, potranno fare domanda di iscrizione al registro dei residenti, anche dopo essere stati cancellati dal registro anagrafico dei residenti del Comune dove risiedevano precedentemente. I Comuni avranno tuttavia il diritto di rifiutare la registrazione di un soggetto nei propri registri dei residenti qualora ritengano che le condizioni di alloggio del richiedente non siano conformi a standard igienico sanitari (art.42). I Comuni potranno negare la registrazione, con amplissimo margine di discrezionalita', dopo 30 giorni dalla proposizione della richiesta, in attesa della verifica dei requisiti di residenza posti dalla legge in discussione. La registrazione come residente presso un Comune e' un requisito per ottenere l'accesso alle cure sanitarie (con l'eccezione di quelle di emergenza) nella localita' ove un soggetto risiede, e per ottenere accesso all' assistenza sociale; per ottenere il rilascio di un documento d'identita'; per poter votare nel luogo di residenza, per chi gode dei diritti elettorali, nelle elezioni amministrative, europee e nazionali. Percio' le nuove norme, se approvate, potrebbero avere l'effetto di negare ad alcuni soggetti il diritto di godere dei suesposti diritti a parita' di condizioni con gli altri aventi diritto. Dal disegno di legge non traspare chiaramente in che modo i soggetti che saranno inclusi nel registro nazionale per i "senza fissa dimora', una volta cancellati dai registri anagrafici dei Comuni ove sono residenti, potranno accedere ai servizi sanitari, e assistenziali, come potranno ottenere il rilascio di carte d'identita' e altri documenti, e dove, se godono del diritto di voto, potranno votare. Ulteriore conseguenza di queste norme sembra essere che sulle carte d'identita' e su altri documenti questi soggetti sarebbero indicati come "senza fissa dimora". Cio' potrebbe sfociare in situazioni di stigmatizzazione e discriminazione da parte delle forze dell'ordine e del personale addetto alla sicurezza, o da parte di altri soggetti, pubblici o privati, per esempio nella ricerca di un posto di lavoro. Poiche' inoltre, secondo informazioni ricevute da Amnesty International, la maggior parte di coloro che vivono in case mobili sono Rom e Sinti, e molti fra coloro che vivono in abitazioni prive dei requisiti di idoneita' sono immigrati irregolari, l'organizzazione teme che le nuove norme abbiamo un effetto discriminatorio nei confronti di questi gruppi. Il livello di discrezionalita' concesso alle autorita' locali nel decidere quando i soggetti facenti richiesta di registrazione all'anagrafe dei residenti siano in possesso di tutti i requisiti richiesti e' preoccupante. L'esercizio di una discrezionalita' cosi' ampia potrebbe tradursi in comportamenti discriminatori e nell'arbitrario rifiuto di registrare in particolar modo coloro che vivono in case mobili, se gli incaricati del Comune alla verifica dei requisiti dichiarano che la loro presenza nel territorio del Comune non costituisce stabile dimora, e nei molti casi in cui, per esempio, Rom e Sinti che vivono in case mobili non hanno accesso all' acqua e ai servizi sanitari. Amnesty International esprime dunque viva preoccupazione poiche' l'applicazione della legge, se approvata, sebbene apparentemente neutrale, potrebbe avere effetti negativi in maniera sproporzionata su Rom e Sinti, oltre che su altri gruppi per il solo fatto della loro situazione economica precaria. Cio' potrebbe condurre a situazioni di grave discriminazione indiretta. Le norme sopra esposte sono a rischio di violare gli obblighi internazionali sanciti dal Patto Internazionale per i Diritti Civili e Politici, dalla Convenzione Europea dei Diritti Umani e Liberta' Fondamentali, dalla Direttiva Europea 43/2000 (recepita nel D.Lgs 215/2003) e dalla Costituzione Italiana (in particolare l'art. 3, che proibisce la discriminazione e l'art. 16 che garantisce ad ogni cittadino di poter circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale). Affinche' la legge sia resa conforme con i principi costituzionali e di diritto internazionale, il legislatore dovra' assicurare: 1) che tutti coloro che saranno inclusi nel registro nazionale possano esercitare i diritti a loro riconsociuti dai trattati internazionali e dalla Costituzione in maniera eguale o comunque non discriminata rispetto a coloro che sono registrati come residenti nei registri anagrafici dei Comuni; 2) che il diritto di ognuno ad avere un'alloggio adeguato sia protetto e rispettato, anche attraverso l'assistenza da parte delle autorita' competenti nell'assicurare il godimento di un alloggio adeguato Articolo 52, che legittima l'utilizzo di associazioni di cittadini per il controllo del territorio Amnesty International esprime inoltre preoccupazione circa l'articolo 52 del "pacchetto sicurezza' in esame al Senato. Se sara' approvato, gli enti locali, previo parere del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, saranno legittimati ad avvalersi della collaborazione di associazioni tra cittadini non armati al fine di segnalare agli organi di polizia locale, ovvero alle forze di polizia dello Stato, eventi che possano arrecare danno alla sicurezza urbana ovvero situazioni di disagio sociale. Amnesty International e' preoccupata circa la mancanza di chiarezza della norma. Nella sua forma attuale non appaiono definiti l'ampiezza e i limiti dei poteri o dell'autorita' conferita a tali associazioni, in particolare il potere di fermare e arrestare soggetti (con particolare riferimento all'applicazione dell'art. 383 c.p.p. che conferisce la facolta' di arresto a privati in determinate condizioni); le qualifiche e la formazione richieste a ciascun soggetto che fara' parte di queste associazioni; sotto quale autorita' opereranno e dove ricadra' la responsabilita' per la supervisione e il coordinamento di coloro che ne faranno parte; quali misure e procedure saranno adottate per assicurare che, qualora ci fossero violazioni di norme nazionali o di standard internazionali sui diritti umani non vi sia impunita' per gli aderenti a tali associazioni; chi sara' responsabile per il risarcimento dei danni patiti da soggetti i cui diritti fossero violati da aderenti a tali associazioni. L'articolo 52 del disegno di legge dichiara che le associazioni di cittadini non armati potranno essere utilizzate al fine di segnalare eventi che possano arrecare "danno alla sicurezza urbana" ovvero "situazioni di disagio sociale". L'esatto significato di questi concetti non e' chiaro, e dunque non e' chiaro in quali situazioni o a quale scopo le autorita' locali si potranno avvalere della collaborazione di tali associazioni. Amnesty International teme che l'applicazione di tale norma possa condurre a situazioni discriminatorie e di violenza, invece che ad una maggiore sicurezza pubblica e ad un maggior rispetto dello stato di diritto. Non e' chiaro se saranno predisposti meccanismi per assicurare che questi gruppi siano chiamati a rispondere delle proprie azioni, anche qualora queste conducano a comportamenti discriminatori o contrari ai diritti di appartenenti a minoranze e a gruppi vulnerabili. Negli ultimi anni Amnesty International e altre organizzazioni hanno documentato attacchi e violenze da parte di gruppi di cittadini nei confronti di Rom e immigrati in varie parti d'Italia; si teme che, invece di condurre ad una riduzione di tali minacce, la potenziale "legittimazione" delle associazioni di cittadini possa sfociare in un livello di abusi e molestie, anche rilevanti penalmente, al contempo piu' alto e meno palese. Infatti, se la proposta d'introduzione del reato di immigrazione clandestina venisse approvata, i richiedenti asilo e gli immigrati irregolari rischierebbero di essere presi di mira in maniera piu' che proporzionale da tali gruppi, e risulterebbero piu' vulnerabili alle violazioni dei loro diritti: e' molto probabile che i richiedenti asilo e gli immigrati irregolari finirebbero per non denunciare alle autorita' competenti abusi che dovessero eventualmente subire da parte di appartenenti a tali gruppi, per timore di essere denunciati per il reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato. In base al diritto internazionale sui diritti umani, le autorita' Italiane sono tenute a prendere le misure necessarie per la prevenzione di abusi di diritti umani, tra cui la discriminazione, e comportamenti nocivi da parte di privati, per assicurare la tutela di tutti i diritti fondamentali e per l'investigazione e la punizione effettive di tali abusi, ove occorrano. In linea con il diritto internazionale, inclusa la Convenzione Internazionale per l'Eliminazione di ogni forma di Discriminazione Razziale (che l'Italia ha ratificato), le autorita' italiane devono astenersi da ogni azione o dichiarazione che possa istigare alla discriminazione o all'ostilita' nei confronti delle minoranze, inclusi Rom, Sinti e migranti. Le autorita' italiane non devono adottare alcuna norma, come l'art. 52, che possa sfociare in discriminazione a meno che possano dimostrare che tale legge non violi gli obblighi dell'Italia a tutelare i diritti umani, compreso il diritto a non essere discriminati. Per le ragioni sopra esposte, Amnesty International chiede al Governo e al Parlamento italiani di assicurarsi che ogni norma adottata nel contesto del "pacchetto sicurezza' sia in linea con gli obblighi internazionali di cui l'Italia e' firmataria. Amnesty International ha scritto a questo proposito al Ministro dell'Interno, Onorevole Roberto Maroni. Copia di tale lettera e' stata inviata all'Onorevole Franco Frattini, Ministro degli affari esteri.
Distinti saluti, Nicola Duckworth Direttore Programma Europa e Asia Centrale
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