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Cile
Di Fabrizio (del 07/07/2009 @ 09:25:53, in Kumpanija, visitato 1581 volte)

Segnalazione di Vielka Araya da Mundogitano.net

Por: Maria de la Luz Ahumada - Santiago - 11/06/2009

Timore, rifiuto e insulti compresi sono quello che giornalmente i gitani ricevono per strada, nessuno può negare che la loro presenza ci fa subito pensare "Ruberanno!" Se è così, e credo che sia accaduto a tutte, me inclusa, abbiamo avuto gravi pregiudizi nei loro confronti.

Il fatto che la gente abbia un pensiero sociale tanto cattivo dei gitani, risale alla storia di questo popolo, da cui discende la situazione attuale di questa comunità, che in molti paesi è immersa nella povertà e, come conseguenza, in gravi problemi di analfabetismo, delinquenza o marginalizzazione sociale.

I gitani sono stati "perseguitati" dal XIV secolo, quando esistevano in Europa gruppi di loro che erano schiavi del re, della chiesa o dei latifondisti e lo furono fino al XIX secolo. Così, i monarchi spagnoli costruirono un'intera legislazione antigitana, da cui derivò un razzismo che si estese con la colonizzazione. In piena epoca di espansione e scoperta del mondo. L'Europa formulò supposizioni scientifiche che affermavano la differenza tra i popoli e, soprattutto, la superiorità degli uni sugli altri. Questa superiorità legittimava lo sfruttamento degli individui considerati inferiori.

Però oggi, in cerca di loro col mio compagno José, ci imbarchiamo verso il loro mondo, il loro spazio e la loro cultura; all'inizio temevamo che ci succedesse qualcosa e gli chiesi che non mi lasciasse sola, che avevo molta paura perché, chiaro, crebbi ascoltando che erano ladri e che lanciavano maledizioni se non gli davi soldi, però mi aspettava una gran sorpresa, per la prima volta uscii dai miei pregiudizi ed ebbi l'opportunità che mi mostrassero la loro vita, i loro sogni, dolori e speranze ed oggi posso testimoniare che sono persone meravigliose, piene di vita ed allegria,  e che malgrado la loro condizione di povertà in cui vivono, i loro testimoni mi insegnarono l'altra faccia della realtà; mi ricordai di un detto che coincideva con quello che stavo sperimentando: "Guarda più in là di quel che vedi", questo feci e così condivisi con loro questa forma di sentire che vivono quotidianamente come i loro balli, la musica e quella gran fratellanza che ci mostrarono riuscirono ad emozionarmi.

Non posso esprimere con le parole quello che i miei occhi vedevano, bambini immersi nel freddo, non posso smettere di chiedermi come potevano sopravviverci, alla pioggia, sino a cose così intime come l'igiene personale e perché fossero stigmatizzate come ladri, se davanti a me vedevo persone accoglienti e rispettose, così simili a noi, che provano ad essere parte di questa società, persone semplici con molto da dare.

La vita...

I Gitani vivono suddivisi in diversi luoghi della regione e tutti vengono da luoghi distinti del Cile, l'ideale per vivere è un posto in cui non faccia freddo, che sia spazioso per collocare le tende, non rimangono mai in un solo luogo, tutto dipende dalla situazione economica, così se un posto non va bene emigrano cercando opportunità e luoghi migliori in cui il clima sia più tiepido.

Vivono della compravendita di veicoli, di artigianato, di lavoro del rame o di lavori di impagliatura. Le notti di freddo le passano vestiti, negano l'esistenza di un patriarca, piuttosto ogni famiglia è indipendente e sono loro stessi che sovrintendono ai figli, i bambini vanno a scuola come tutti, però al momento di partire devono iniziare un'altra volta il processo educativo. Secondo la "Legge Gitana" la donna deve arrivare vergine al matrimonio, e solo alcune cose sono realmente cambiate come la proibizione di accasarsi con una persona che non fosse un gitano.

D'altra parte, ci raccontano sulle necessità elementari di sopravvivenza come la luce pagata assieme e l'acqua che costa 1.500 pesos, che trasportano e utilizzano in bidoni, le necessità basiche le effettuano presso la pompa di benzina più vicina.

Così come esistono le tende, ci sono anche gitani che vivono in case ed hanno una situazione economica migliore, quasi tutti si dicono cristiani e non bevono, fumano solo sigarette.

Il testimonianza...

Lei è Esmeralda, gitana e madre di due figli, e ci ha parlato di quanto è difficile vivere in queste condizioni. "La cosa più difficile del vivere nelle tende è l'umidità, la mancanza di bagni, la scomodità ed il freddo per i bambini, oltre ad essere costantemente discriminati dai vicini e dalle persone che passano fuori e vedono le nostre tende".

Oltre alle durezze della loro condizione di vita, devono inoltre affrontare la discriminazione quotidiana delle persone che li circondano, i mille rifiuti d cui soffrono quotidianamente. Efraín Soto, è un gitano che fa parte di questa comunità e ci dice che "il più difficile di appartenere a questa cultura è la discriminazione nella salute, per le strade da tutti i lati. C'è gente che ci discrimina molto e tra l'altro ci minacciano di bruciare le tende".

"Sappiamo che ci trattano da ladri," segnala Efraín riferendosi allo stigma che si portano addosso. "Nel regno del signore c'è di tutto, come da voi c'è gente buona e meno, nel caso dei gitani è lo stesso e per colpa dei cattivi ci trattano tutti come ladri".

E' di grande importanza l'istruzione e l'appoggio delle autorità, perché queste persone non vivano in condizione di povertà, non dimentichiamo che l'unica cosa che ci differenzia da loro è la cultura, tutto il resto è uguale.

La cosa importante di questa esperienza è almeno di poter verificare [...] che in molte occasioni i nostri pregiudizi possono portarci a pensare in maniera sbagliata sugli altri, in questo caso mi fu chiaro che sono tanto umana quanto loro e che tutti meritiamo un'opportunità per mostrarci come siamo...

Fuente: El Observatodo