Segnalazione di Vielka Araya da
Mundogitano.net
Por: Maria de la Luz
Ahumada - Santiago -
11/06/2009
Timore, rifiuto e insulti compresi sono quello che giornalmente i gitani
ricevono per strada, nessuno può negare che la loro presenza ci fa subito
pensare "Ruberanno!" Se è così, e credo che sia accaduto a tutte, me inclusa,
abbiamo avuto gravi pregiudizi nei loro confronti.
Il fatto che la gente abbia un pensiero sociale tanto cattivo dei gitani,
risale alla storia di questo popolo, da cui discende la situazione attuale di
questa comunità, che in molti paesi è immersa nella povertà e, come conseguenza,
in gravi problemi di analfabetismo, delinquenza o marginalizzazione sociale.
I gitani sono stati "perseguitati" dal XIV secolo, quando esistevano in
Europa gruppi di loro che erano schiavi del re, della chiesa o dei latifondisti
e lo furono fino al XIX secolo. Così, i monarchi spagnoli costruirono un'intera
legislazione antigitana, da cui derivò un razzismo che si estese con la
colonizzazione. In piena epoca di espansione e scoperta del mondo. L'Europa
formulò supposizioni scientifiche che affermavano la differenza tra i popoli e,
soprattutto, la superiorità degli uni sugli altri. Questa superiorità
legittimava lo sfruttamento degli individui considerati inferiori.
Però oggi, in cerca di loro col mio compagno José, ci imbarchiamo verso il
loro mondo, il loro spazio e la loro cultura; all'inizio temevamo che ci
succedesse qualcosa e gli chiesi che non mi lasciasse sola, che avevo molta
paura perché, chiaro, crebbi ascoltando che erano ladri e che lanciavano
maledizioni se non gli davi soldi, però mi aspettava una gran sorpresa, per la
prima volta uscii dai miei pregiudizi ed ebbi l'opportunità che mi mostrassero
la loro vita, i loro sogni, dolori e speranze ed oggi posso testimoniare che
sono persone meravigliose, piene di vita ed allegria, e che malgrado la
loro condizione di povertà in cui vivono, i loro testimoni mi insegnarono
l'altra faccia della realtà; mi ricordai di un detto che coincideva con quello
che stavo sperimentando: "Guarda più in là di quel che vedi", questo feci e così
condivisi con loro questa forma di sentire che vivono quotidianamente come i
loro balli, la musica e quella gran fratellanza che ci mostrarono riuscirono ad
emozionarmi.
Non posso esprimere con le parole quello che i miei occhi vedevano, bambini
immersi nel freddo, non posso smettere di chiedermi come potevano sopravviverci,
alla pioggia, sino a cose così intime come l'igiene personale e perché fossero
stigmatizzate come ladri, se davanti a me vedevo persone accoglienti e
rispettose, così simili a noi, che provano ad essere parte di questa società,
persone semplici con molto da dare.
La vita...
I Gitani vivono suddivisi in diversi luoghi della regione e tutti vengono da
luoghi distinti del Cile, l'ideale per vivere è un posto in cui non faccia
freddo, che sia spazioso per collocare le tende, non rimangono mai in un solo
luogo, tutto dipende dalla situazione economica, così se un posto non va bene
emigrano cercando opportunità e luoghi migliori in cui il clima sia più tiepido.
Vivono della compravendita di veicoli, di artigianato, di lavoro del rame o
di lavori di impagliatura. Le notti di freddo le passano vestiti, negano
l'esistenza di un patriarca, piuttosto ogni famiglia è indipendente e sono loro
stessi che sovrintendono ai figli, i bambini vanno a scuola come tutti, però al
momento di partire devono iniziare un'altra volta il processo educativo. Secondo
la "Legge Gitana" la donna deve arrivare vergine al matrimonio, e solo alcune
cose sono realmente cambiate come la proibizione di accasarsi con una persona
che non fosse un gitano.
D'altra parte, ci raccontano sulle necessità elementari di sopravvivenza come
la luce pagata assieme e l'acqua che costa 1.500 pesos, che trasportano e
utilizzano in bidoni, le necessità basiche le effettuano presso la pompa di
benzina più vicina.
Così come esistono le tende, ci sono anche gitani che vivono in case ed hanno
una situazione economica migliore, quasi tutti si dicono cristiani e non bevono,
fumano solo sigarette.
Il testimonianza...
Lei è Esmeralda, gitana e madre di due figli, e ci ha parlato di quanto è
difficile vivere in queste condizioni. "La cosa più difficile del vivere nelle
tende è l'umidità, la mancanza di bagni, la scomodità ed il freddo per i
bambini, oltre ad essere costantemente discriminati dai vicini e dalle persone
che passano fuori e vedono le nostre tende".
Oltre alle durezze della loro condizione di vita, devono inoltre affrontare
la discriminazione quotidiana delle persone che li circondano, i mille rifiuti d
cui soffrono quotidianamente. Efraín Soto, è un gitano che fa parte di questa
comunità e ci dice che "il più difficile di appartenere a questa cultura è la
discriminazione nella salute, per le strade da tutti i lati. C'è gente che ci
discrimina molto e tra l'altro ci minacciano di bruciare le tende".
"Sappiamo che ci trattano da ladri," segnala Efraín riferendosi allo stigma
che si portano addosso. "Nel regno del signore c'è di tutto, come da voi c'è
gente buona e meno, nel caso dei gitani è lo stesso e per colpa dei cattivi ci
trattano tutti come ladri".
E' di grande importanza l'istruzione e l'appoggio delle autorità, perché
queste persone non vivano in condizione di povertà, non dimentichiamo che
l'unica cosa che ci differenzia da loro è la cultura, tutto il resto è uguale.
La cosa importante di questa esperienza è almeno di poter verificare [...]
che in molte occasioni i nostri pregiudizi possono portarci a pensare in maniera
sbagliata sugli altri, in questo caso mi fu chiaro che sono tanto umana quanto
loro e che tutti meritiamo un'opportunità per mostrarci come siamo...
Fuente:
El Observatodo