Ricevo da Roberto Malini
Milano, 6 luglio 2009
Egregio Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d'Europa Thomas Hammarberg,
abbiamo ascoltato l'intervista che Lei ha rilasciato a Klaus Davi per
"KlausCondicio" in cui si augura che le Istituzioni italiane abbiano seguito i
Suoi consigli riguardo alla politiche sui Rom. Alle Sue speranze in relazione ai
Rom in Italia, dobbiamo rispondere che purtroppo da gennaio a oggi gli sgomberi
sono proceduti nel solito modo: famiglie messe in mezzo alla strada, minori
spesso sottratti illegittimamente ai genitori, baracche e beni personali
distrutti, nessuna assistenza sociale né sanitaria. Dopo ogni sgombero,
bambini (quelli lasciati alle madri), donne anche incinte, malati hanno dovuto
incamminarsi verso il nulla, alla ricerca di un altro riparo: un ponte, una casa
abbandonata, una baracca. Luoghi senza acqua né servizi, malsani, pericolosi.
Spesso gli agenti conducono in questura gli uomini, per "controlli" (non di rado
durante tali "controlli" si verificano abusi e brutalità) e le donne restano con
i bambini, esposte a ogni genere di abusi. Dopo gli ultimi, terribili sgomberi,
la maggior parte della famiglie è tornata in Romania o fuggita in Spagna,
Grecia, Francia. Malati di cancro, portatori di handicap, pazienti cardiopatici
hanno dovuto rinunciare alle cure, per tornare a morire in patria. Si sono
verificati aborti spontanei, in seguito agli sgomberi senza alternative*.
Da parte nostra, abbiamo investito ogni energia fisica, morale ed economica
(anche vendendo beni personali mobili e immobili) per aiutare numerose famiglie
ad acquistare farmaci e beni di sopravvivenza o ad affrontare il rinnovo dei
documenti e il viaggio in Romania (le Istituzioni ci avevano garantito almeno di
provvedere al costo dei rimpatri, ma non hanno mantenuto le promesse). Quando le
autorità hanno sottratto i bambini alle madri, spesso queste hanno commesso atti
violenti contro se stesse. Durante l'azione poliziesca di Pesaro (simile a tante
altre) abbiamo percorso la città e caricato a bordo di furgoni donne
semiassiderate, fuggite con i loro bambini per evitare la sottrazione. Si è
sfiorata la tragedia, perché padri e madri Rom avevano minacciato di darsi fuoco
se avessero perso i figli. Per concludere, le politiche delle Istituzioni
centrali e locali sono ormai di feroce persecuzione, senza alcuno scrupolo, nei
confronti delle ultime famiglie Rom. Come possono testimoniare gli ultimi Rom
romeni rimasti in Italia - perché in possesso di documenti scaduti e privi del
denaro necessario al viaggio in Romania - sono ormai negati loro anche i minimi
diritti della persona. I Rom vengono maltrattati, accusati di reati che non
hanno commesso, braccati e scacciati da tutte le città, picchiati e insultati
dagli intolleranti. La invitiamo a visitare il nostro sito per aggiornamenti e a
prendere contatto con alcune vittime della persecuzione (siamo in grado di
fornirLe recapiti telefonici), che potranno riferirle vicende di razzismo e
abuso raccapriccianti, che purtroppo sono ormai la quotidianità, in Italia, per
il popolo Rom. Le Sue parole e il Suo invito rivolto alle autorità italiane sono
lodevoli, Commissario, ma il nostro Paese è ormai in preda a un razzismo e una
xenofobia fuori controllo e di certo non bastano ammonimenti, Risoluzioni,
consigli da parte delle Istituzioni internazionali (che sono strumenti
inefficaci) per cambiare le cose. Da parte nostra, continueremo a impegnarci per
limitare la terribile tragedia umanitaria che avviene nell'indifferenza del
mondo. Cordiali saluti.
Roberto Malini, Matteo Pegoraro, Dario Picciau, Glenys Robinson, Steed Gamero,
Fabio Patronelli, Katalin Barsony, Nico Grancea, Ionut Ciuraru, Mariana Danila,
Danciu Caldarar, Mauro Zavalloni - Gruppo EveryOne
* Vedi per esempio:
http://www.everyonegroup.com/it/EveryOne/MainPage/Entries/2009/6/1_La_fabbrica_della_morte.html
Gruppo EveryOne
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