Rom e Sinti da tutto il mondo

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Di Fabrizio (del 01/03/2009 @ 09:11:46, in Europa, visitato 2157 volte)

Da Hungarian_Roma (a proposito di ronde e controronde, latitanza dello stato e crisi economica)

By Thomas Escritt in Miskolc, Hungary - 20 febbraio 2009

Quando cala la notte a Hetes, un insediamento zingaro ai margini della città settentrionale di Ózd, gli uomini scendono per le strade a montare di guardia, armandosi con ogni tipo di arma improvvisata, dai bastoni ai coltelli da cucina.

"Stiamo alzati tutta notte", dice Henrik Radics, con le mani appoggiate su una falce. "Se arriva un'auto, la fermiamo e chiediamo cosa stanno facendo. Se sono pacifici li lasciamo andare".

Radics ed i suoi compagni hanno affrontato in proprio la questione dopo una serie di avvenimenti culminati con una casa data alle fiamme e dai piani dalla Magyar Garda, un gruppo in uniforme di destra che dice di proteggere l'etnia ungherese dal "crimine zingaro", di tenere raduni di reclutamento nella città.

Ózd è una tipica cittadina nella contea di Borsod: una volta orgoglioso centro industriale con un gigantesco impianto per l'acciaio, decaduto con la caduta del comunismo nel 1989, senza nessun datore a dare lavoro al posto della defunta industria pesante dell'era socialista.

Ma la decrescita economica nell'Europa centrale ed orientale ha aggiunto nuova urgenza ad un problema di marginalizzazione che risale a decenni indietro. Ricerche mostrano che gli ungheresi, come molti dei loro vicini nella regione, nutrono forti sentimenti di pregiudizio contro gli zingari. Questo significa che i Rom sono i primi a essere colpiti, e nel modo più duro, dalla disoccupazione, che è al 14% nella contea di Borsod, con la sua alta percentuale di popolazione zingara, due volte la media nazionale. Con le previsioni del governo che prevedono che l'economia quest'anno si contrarrà di un ulteriore 2,7%, la disoccupazione è in rapida crescita.

"La questione ha raggiunto il punto critico", dice Peter Hack, criminologo. "Con la decrescita economica, è iniziata la tradizionale caccia al capro espiatorio. Dato che non ci sono immigrati in Ungheria, i Rom sono il bersaglio".

Zsolt Farkas, zingaro di Miskolc, la terza città ungherese e capitale di contea, parla a nome di molti quando dice che sta diventando impossibile trovare lavoro.

"Lavoravo su una linea di assemblaggio a Bosch, e poi ho installato persiane nelle case, ma adesso è impossibile trovare un lavoro. Quando... vedono che sono zingaro, non sono più interessati".

Il mese scorso il Movimento per un'Ungheria Migliore, un partito di estrema destra, ha ottenuto l'8% in un'elezione distrettuale a Budapest dopo una campagna elettorale condotta sugli slogan contro il "crimine zingaro". Settimana scorsa Albert Pasztor, capo della polizia di Miskolc, ha attratto in ugual misura obbrobrio ed elogi quando ha detto in una conferenza stampa che "tutte le aggressioni a scopo di rapina" nel territorio di Miskolc nei due mesi scorsi erano state commesse da zingari, aggiungendo: "Le culture ungherese e zingara non possono vivere assieme". E' stato sospeso su ordine del ministero di giustizia e reintegrato meno di 24 ore dopo, a seguito di un coro di proteste di alti funzionari di polizia, governi cittadini locali ed un rally di 1.000 skinhead.

Questa settimana il panico zingaro ha raggiunto l'isteria tre giocatori professionisti di pallamano di Croazia, Romania e Serbia sono stati pugnalati in un nightclub, si suppone da una banda di circa 30 zingari, nella città occidentale di Veszprem. Il rumeno, Marian Cozma, giovane promessa sportiva, è morto per le ferite.

Durante il funerale, Ferenc Gyurcsany, socialista e primo ministro, ha promesso di "agire decisamente" contro la violenza, e il partito di destra all'opposizione ha detto che il governo dovrebbe concentrarsi nel prendere i criminali. "Il numero di crimini gravi commessi da gente di origine zingara sta crescendo in modo allarmante", viene detto.

Janos Ladanyi, un sociologo, dice che gli zingari, deprivati prima dai programmi di insediamento negli anni '70 del loro tradizionale stile di vita itinerante, e poi dalla deindustrializzazione negli anni '90 dai lavori con bassa professionalità da cui dipendevano, si sono rivolti al crimine, sia in scala ridotta che organizzato.

"Abbiamo ora una popolazione che ha vissuto fuori dalla società per 20 anni. Sempre più spesso, qualcuno richiede una rapida, semplicistica soluzione, che porta ad uno scoppio di panico anti-zingaro, ma questa volta la crisi economica rende tutto più serio", dice.

IL gruppo escluso, che conta il 6% della popolazione ungherese, è anche quello con la crescita più rapida.

"Se non possiamo integrarli nella forza lavoro, allora è in questione la stabilità a lungo-termine del sistema fiscale", ha detto Gordon Bajnai, ministro dell'economia. Un pacchetto di 2 miliardi di € sta per essere immesso nell'industria delle costruzioni come parte della risposta, dice, per creare il tipo di lavori a bassa professionalità di cui questa popolazione ha bisogno.

The Financial Times Limited 2009

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Di Fabrizio (del 01/03/2009 @ 09:19:27, in musica e parole, visitato 2270 volte)

Da Virgilio notizie

Sold out concerto per Black Panthers, mitico locale gitano. Si raccoglievano fondi per riaprirlo dopo incendio in dicembre - postato 15 ore fa da APCOM

Belgrado, 27 feb. (Apcom-Nuova Europa) - Belgrado difende la sua anima zingara. "Sold out" ieri sera al concerto per la raccolta fondi da destinare alla riapertura del luogo simbolo della musica gitana nella capitale serba: il mitico Black Panthers, il locale-barcone sulle rive di Ada ziganlia, l'isola 'zingara' sul fiume Sava.

Lo scorso dicembre un corto circuito dell'impianto elettrico ha ridotto in cenere il Black Panthers che prende il nome dal gruppo di musicisti zingari che lo fondarono nel 1990. Da allora il Panther non è rimasto zitto una sola notte: nel 1999, i belgradesi vi si rifugiavano a soffocare il rumore delle bombe con quello squillante di fisarmoniche, chitarre e violini incessanti all'unisono fino al chiaro del mattino. Sera dopo sera fino a diventare un mito, un simbolo: non c'è una guida turistica di Belgrado che non lo segnali e un visitatore che non lo stipi nei suoi ricordi della Serbia.

Non avevano minima idea dell'esistenza del movimento rivoluzionario afroamericano quando trent'anni fa (molto prima di aprire il locale) si battezzarono Pantere nere: "il nome ci piaceva, suonava bene non so nemmeno perché lo abbiamo scelto" ci racconta Toma, uno dei due soli componenti rimasti in vita della formazione originaria del gruppo.

Toma e Bronson, il bassista, ieri sera si sono esibiti "come il primo giorno" sul palco dell'Orchestra filarmonica di Belgrado, che ha fornito i locali per il concerto: i leggii di ordinanza degli orchestrali avanzano per chi la musica degli spartiti non la conosce e suona a orecchio da tutta la vita.

Di generazione in generazione la stirpe di nipoti e pronipoti si avvicenda ad accompagnare il duetto: il resto lo fa l'immancabile bicchierino di rakija (tipica grappa balcanica) che fa il suo ingresso inaspettato persino sull'austero palcoscenico.

"Del nostro locale - prosegue la voce storica dei Panthers - vive tutta la nostra famiglia". Un rapido conto mentale: "Circa 150 persone".

In attesa di riaprire "il sei maggio, il giorno di San Giorgio (nel calendario ortodosso, ndr.), il protettore di noi zingari", il Black Panthers ha traslocato in una zattera vicina. Ma i belgradesi rivogliono quella stessa, precisa, storica, barca.

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Di Fabrizio (del 01/03/2009 @ 11:11:22, in Italia, visitato 1661 volte)

Da Lia Didero

Al Sindaco di Pesaro
Al Prefetto
Alla città di Pesaro

Noi, associazioni, realtà cittadine, semplici abitanti e frequentatori di questa città, avuto notizia delle operazioni di polizia contro le famiglie rom presenti a Pesaro il 25 febbraio, riteniamo quanto successo una grave sconfitta politica e sociale di una città come la nostra.

Una comunità rom di poco più di 30 persone tra adulti e bambini, che non si è mai fatta notare per atteggiamenti contrari alla legge ma cercava semplicemente di sopravvivere alla meno peggio, è stata sgombrata e costretta ad allontanarsi con la forza. Donne, bambini, malati costretti ad andarsene. Dove? Non importa, l'importante è fuori dai confini comunali.

Si dirà: avevano occupato illegalmente una fabbrica, una casa abbandonata, ed è reato.
Noi diciamo: la fabbrica, la casa erano vuote, fatiscenti, in vendita da chissà quanto tempo e chissà per quanto tempo, e loro non avevano una casa, un posto dove stare. E fa freddo, d’inverno./

Si dirà: non avevano un lavoro onesto.
Noi diciamo: è vero, ma lo hanno cercato, hanno bussato a tante porte e nessuno ha dato loro una possibilità.

Si dirà: erano dei parassiti, volevano vivere sfruttando la carità della gente.
Noi diciamo: a chi non ha nulla, basta poco, meno del superfluo di chi ha troppo. Non amiamo la carità, ma la solidarietà sì.

Si dirà: erano sporchi, puzzavano, non sanno vivere.
Noi diciamo: provate a vivere senz’acqua, senza luce, e sapendo che vi possono sgombrare in ogni momento, e vediamo che decoro siete capaci di mantenere.

Si dirà ancora: i bambini non possono vivere in quelle condizioni.
Noi diciamo: E’ vero, non dovrebbero. Ma sono bambini amati, e per non perderli i genitori sono stati costretti a lasciare quel poco che potevano avere qui. e adesso quei bambini vivono ancora peggio.

Si dirà: Pesaro adesso è più sicura.
Noi diciamo: NO, Pesaro adesso è meno civile, meno giusta, meno ricca. Meno nostra.

Adesioni (individuali e collettive) da spedire a altlib@altraofficina.it

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Di Fabrizio (del 02/03/2009 @ 09:03:40, in lavoro, visitato 1981 volte)

Da Roma_Francais

Le Parisien Boris De La Cruz | 24.02.2009, 07h00

"A Saint-Tropez, c'è Brigitte Bardot e, a Saintes-Maries- de-la-Mer, ci sono i Gitani. Qui, è un'istituzione", nota Nicole, 68 anni, di cui 45 a leggere l'avvenire nelle linee della mano. Da qualche giorno, la più anziana predittrice di buona fortuna della città nella Camargue, ha preso la testa di una fronda contro un'ordinanza municipale che proibisce le pratiche divinatorie ed occulte sulla strada pubblica.

Votato un anno fa, questo testo sul quale la Halde dovrà pronunciarsi (leggi: inquadrare) sinora non è mai stato applicato. Ma la stagione turistica si avvicina, la polizia s'è messa a moltiplicare i controlli. "Abbiamo ampliamente partecipato alla leggenda di questo villaggio e ora non ci vogliono più. Che facciamo di male? Non rubiamo, non aggrediamo nessuno", s'indigna Nicole.

"Non siamo affatto contro i Gitani"

All'origine di questa decisione, il sindaco Rolland Chassain giustifica la sua decisione con le lamentele dei commercianti e dei turisti. Non siamo affatto contro i Gitani. Quando ce ne sono sei o sette che predicono nel centro città, d'accordo, ma non le dozzine come accade in estate. Alcune aggrediscono verbalmente quelli che rifiutano di sottomettersi alle loro pratiche", argomenta Rolland Chassain, che si dice "inflessibile". "E' diventato un furto organizzato sui turisti", lamenta un ristoratore. "Si gettano addosso e non li lasciano. Se fanno così davanti a me, sono sicuro di perdere un cliente". Ma non tutti i commercianti sono così ostili: "Leggere il futuro, è una tradizione locale. I turisti, soprattutto quelli stranieri, quando non li trovano ci chiedono se possono vedere i Gitani", ammette uno di loro. Cécile Berger, un'abitante, si dice accorata.

"E' disonorevole, fanno parte del nostro patrimonio, vengono dai quattro angoli del mondo per vederli e li si caccia".

A qualche passo da lì, una Gitana si avvicina ad una coppia di olandesi e impugna loro la mano. "Sarete felici e santa Sara vi protegge", dice prima di lasciar loro una medaglia e intascare qualche moneta. "Senza di noi, Saintes-Maries non è Saintes-Maries. Possono mandarci via, ritorneremo!" fulmina Sarah, una predittrice. "La polizia ha cominciato a sorvegliarci, giochiamo al gatto e al topo", rincara Cynthia. Nicole, sua nonna, spera che il sindaco ritornerà sulla sua decisione. Per questo, è pronta a leggergli l'avvenire gratuitamente.


Le Parisien C.D.S. | 24.02.2009, 07h00

Oggi o domani, l'Alta Autorità di Lotta contro le Discriminazioni e per l'Uguaglianza (Halde) dovrebbe pronunciarsi sull'iniziativa dell'Associazione nazionale cattolica della gens du voyage sull'affare di chi predice il futuro a Saintes-Maries- de-la-Mer. Probabilmente, la Halde dovrebbe dichiararsi competente a trattare il dossier.

Rimarrà in seguito da sapere se l'ordinanza municipale rileva o no una discriminazione. Questa non riguarderà l'attività delle veggenti ma la loro origine, che rappresenterebbe il primo motivo di deferimento (29% dei 788 dossier trattati nel 2008) da parte della Halde.

Ma quest'ultima ha già avuto, varie volte, l' occasione di allertare il governo sulle discriminazioni di cui sono vittime i membri della Comunità della gens du voyage. Il parere della Halde non dovrebbe cadere prima di sei mesi.

Rapporté par Denis Toulmé denis.toulme@worldonline.fr
http://filsduvent.kazeo.com

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Di Fabrizio (del 02/03/2009 @ 09:20:10, in Italia, visitato 1726 volte)

- di Dijana Pavlovic

Ho ricevuto una telefonata da un Sinto. Mi dice che devo smettere di dire che Rom e Sinti sono lo stesso popolo, che loro non c'entrano nulla con i rom stupratori e che per colpa nostra i gage se la prendono anche con i Sinti. Non capisco. Poi mi arrivano notizie di alcuni amici preoccupati : in diverse città italiane prossime alle elezioni amministrative esponenti del Popolo delle Libertà hanno offerto ai Sinti - cittadini italiani- 50€ per voto in cambio di protezione dopo una eventuale vincita.

Č già successo - mi dicono - anche con altre formazioni di destra. Gli "zingari" allora non sono proprio tutti da buttare via e da prendere a "calci nel culo"? Ce ne sono che servono per una manciata di voti e così si esporta un po' del proprio razzismo nelle comunità che ne sono anche l'oggetto e scatenare un'altra guerra: Sinti, cittadini italiani, votanti, contro i Rom stranieri, "tutti stupratori e ladri" e non votanti.

Mi chiedo che protezione possono offrire a queste persone terrorizzate? Forse le ronde selezioneranno in che campo andare? E come potranno spiegare questo ai loro elettori che in ogni campo senza distinzione vedono solo zingari e basta? Come la prenderanno quegli elettori che sul Facebook hanno creato un gruppo che si chiama ACCENDI ANCHE TU UN FIAMMIFERO ... PER DARE FUOCO A UN CAMPO ROM!!! e che ha 14400 iscritti che ripetono nella loro chat, le parole i concetti dei vari Borghezio e che non vedono l'ora di iscriversi alle associazioni "civili e innocue" che faranno le ronde "armati solo di telefonini"?

Tanto per non lasciare dubbi uno di questi aspiranti rondisti si firma con un nome tragicamente famigerato: Himmler. Questi sono gli allievi di Gentilini che con la stessa camicia verde e dallo stesso palco di Bossi e Maroni invoca l'eliminazione dei bambini zingari. La Lega, come l'apprendista stregone di Paul Dukas (per chi avesse visto Fantasia di Disney) ha innestato con la sua campagna di terrore contro immigrati e rom una deriva razzista che trova nelle norme del pacchetto sicurezza legittimità e giustificazione e soprattutto scava nella coscienza delle persone il solco incolmabile dell'odio. Io vengo da un paese distrutto dall'odio e Ivo Andric, grande scrittore serbo, ci aveva ammonito: "Io so che l'odio e la collera hanno una loro funzione nello sviluppo della società.

Ci sono ingiustizie e soprusi che solo i vortici dell'odio e della collera possono annientare. Ma non si tratta dell'odio che rappresenta un momento nel processo di sviluppo della società, la tappa inevitabile di un'evoluzione storica, ma di un odio che si manifesta come una forza autonoma, che trova in se stesso la propria ragione di essere. Č l'odio che fa scontrare l'uomo con un suo simile e poi li rigetta entrambi nella miseria e nella disgrazia, o li sotterra."
dijana.pavlovic@fastwebnet.it
28 febbraio 2009

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Di Fabrizio (del 03/03/2009 @ 09:15:56, in Europa, visitato 1835 volte)

Da Bulgarian_Roma

25/02/2009 [...]

Minoranze Nazionali/Razziali/Etniche

La discriminazione societaria contro i Rom ed altri gruppi minoritari rimane un problema, che a volte sfocia in violenti incidenti tra i membri di differenti gruppi etnici.

Anche se le stime ufficiali indicano i Rom al 4,6% della popolazione, la loro reale percentuale è stimata tra il 6 e il 7%, Secondo un rapporto del 2002 del 2002, c'erano nel paese tra i 600.000 e gli 800.000 Rom. Secondo il censimento del 2001, l'etnia turca contava il 9% della popolazione. I musulmani di etnia bulgara, spesso chiamati Pomaks, sono un altro gruppo di discendenza slava, i cui antenati si convertirono dal cristianesimo ortodosso all'islam, costituivano dal 2 al 3% della popolazione.

La discriminazione sul posto di lavoro contro le minoranze, particolarmente i Rom, continua ad essere un problema. Il tasso di disoccupazione tra i Rom era vicino al 65%, raggiungendo l'80% in alcune regioni. In un caso del 2006, il tribunale cittadino di Sofia trovò responsabile una compagnia quando uno dei suoi impiegati raccomandò ad Angel Assenov di non fare domanda d'assunzione, in quanto era Rom e non sarebbe stato assunto.

L'attitudine generalmente sfavorevole ai Rom, sposata col loro basso livello d'istruzione, rende i Rom meno capaci di accedere al mercato del lavoro. Molti osservatori hanno notato che la qualità dell'istruzione offerta ai bambini rom era inferiore di quella permessa alla maggioranza degli altri studenti.

I pregiudizi contro i Rom hanno continuato a giocare un ruolo significativo nella società e spesso è stata condivisa da chi deve far rispettare la legge. Ci sono stati continui rapporti sulla polizia che minaccia, arresta arbitrariamente ed usa violenza contro i Rom; comunque, le OnG hanno riportato che l'anno scorso la polizia è stata generalmente più cauta nell'uso della forza. I gruppi dei diritti umani asseriscono che talvolta i magistrati non perseguono i crimini commessi contro le minoranze.

Nell'agosto 2007, circa 200 Rom si sono rivoltati nel quartiere Krasna Poliana di Sofia, dopo che erano circolate voci che sarebbero stati attaccati da un gruppo di skinhead. Secondo alcuni testimoni i disordini erano una rappresaglia agli avvenimenti della sera prima, quando un gruppo di giovani descritti come skinhead attaccarono tre coetanei rom, uno dei quali fu malmenato severamente. Dopo l'incidente quattro bulgari vennero accusati di hooliganismo dopo l'incidente, la polizia ne arrestò tre e ne rilasciò uno su cauzione. La polizia detenne anche quattro Rom accusandoli di hooliganismo.

Nell'agosto2007 un gruppo di quattro giovani percosse a morte Asparuh Atanasov, Rom diciassettenne, perché erano arrabbiati che lui fosse nel centro della città. La polizia detenne quattro sospetti ed il processo contro di loro è continuato alla fine dell'anno.

Molti Rom vivono in case sotto gli standard e mancano di registrazione legale per i loro posti di residenza. Le autorità locali hanno incontrato difficoltà nell'allocare risorse e trovare siti dove costruire nuove case.

Le OnG hanno riportato che i Rom incontrano difficoltà nel richiedere i benefici sociali e soffrono di accesso inadeguato all'assistenza sanitaria. Il 2 giugno, il tribunale cittadino di Sofia ha trovato che la clinica di maternità Sveta Sofia aveva rifiutato il trattamento medico ad una donna rom a causa della sua etnia. La corte aveva riconosciuto alla querelante 50 leva (circa $ 38) per danni.

Durante l'anno le organizzazioni dei diritti umani hanno continuato a compilare reclami riguardo le legge anti-discriminazioni. Ad aprile il tribunale distrettuale di Blagoevgrad ha confermato il giudizio per danni di un tribunale minore contro un ristorante che nel 2004 rifiutò di servire clienti Rom, facendolo invece per i non-Rom.

Incitare all'inimicizia, odio o discriminazione razziale è un crimine punibile con sino a tre anni di galera, ed i querelanti possono appellarsi direttamente al tribunale per i danni inflitti da dichiarazioni discriminatorie.

A maggio la corte d'appello di Sofia ha confermato il giudizio contro Volen Siderov, leader del partito Ataka, per dichiarazioni discriminatorie contro le etnie turche, rom, ebrea ed altri gruppi. Sei degli otto casi di querela contro Siderov sono rimasti al vaglio del tribunale regionale di Sofia. La denuncia è partita da una coalizione di 60 OnG, che hanno accusato Siderov di minacce e discriminazioni contro persone a causa della loro appartenenza etnica, religiosa o sessuale. Nei due casi in cui s'è pronunciata, entrambe nel 2006, la corte ha deciso una volta che Siderov aveva incitato alla discriminazione etnica, ma nell'altro che non aveva discriminato in base all'orientamento sessuale. A seguito di un appello, il tribunale di Sofia ha mantenuto a maggio il giudizio sulla discriminazione etnica.

Nel 2007, BHC e l'UNHCR hanno espresso la propria preoccupazione sui rapporti di incidenti violenti e motivati razzialmente contro minoranze visibili. Nel gennaio e nel maggio 2007, quattro persone, due dalla Nigeria e due dal Sudan, sono stati attaccati con coltelli. Il 31 ottobre, il tribunale cittadino di Sofia ha inflitto ad Alexander Ginchev cinque anni di carcere per aver assalito nel gennaio 2007 un calciatore nigeriano.

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Di Fabrizio (del 03/03/2009 @ 09:20:32, in conflitti, visitato 1575 volte)

Da Hungarian_Roma

Budapest, 27 febbraio (MTI) - Il direttore dell'Ufficio Nazionale Investigazioni ha detto venerdì alla stampa che la polizia ungherese ha stabilito connessioni tra i recenti attacchi contro i Rom, alcuni dei quali finiti in omicidi.

Gli investigatori affronteranno procedure disciplinari per gli errori che hanno compiuto durante la più recente uccisione di un Rom e di suo figlio, dice il risultato di un rapporto pubblicato venerdì.

"Le prove sin qui scoperte suggeriscono che abbiamo a che  fare con una serie di crimini, i cui autori [provengono] dal medesimo circolo di criminali", ha detto Attila Petofi dell'Ufficio Nazionale Investigazioni.

Ha detto che nell'insieme sono stati esaminati sette attacchi, in cui sono stati uccisi quattro Rom.

Nello sviluppo dei collegamenti, la polizia ha fermato e presto interrogherà un sospetto per un attacco con granate ad una famiglia Rom di cinque persone a Pecs (Sud Ungheria) nel novembre dell'anno scorso, in cui furono uccisi i genitori, ha detto Istvan Hazi, alto funzionario presso l'unità omicidi al Quartiere Generale della Polizia.

Nel recente omicidio di un uomo e di suo figlio di cinque anni, i poliziotti sono stati trovati colpevoli nelle loro azioni quando sono apparsi inizialmente sulla scena del crimine, ha detto Sandor Armos, capo della polizia della contea di Pecs. Il Rom e sue figlio sono stati colpiti a morte mentre fuggivano dalla loro casa data alle fiamme all'inizio di settimana scorsa.

Armos ha detto che un rapporto completato venerdì, ha trovato che i poliziotti non hanno condotto indagini sulla scena del delitto a crimine appena avvenuto. Hanno ignorato le pallottole sparate dall'arma dell'uccisione che successivamente sono state scoperte ad appena alcuni metri dalla casa. Ha aggiunto che, d'altra parte, la polizia non è colpevole per non aver inizialmente trattato il caso come omicidio, perché sia i medici che gli esperti presenti sul luogo diedero loro rapporti che non indicavano evidenza di omicidio.

Le organizzazioni rom hanno accusato la polizia di essere inadatta nel risolvere il caso,dato che inizialmente non l'hanno trattato come omicidio.

Il primo ministro Ferenc Gyurcsany ha chiesto un'inchiesta per stabilire se l'azione della polizia è stata inadeguata riguardo gli attacchi contro la popolazione rom e sollevato le forze di polizia nelle aree dove i disaccordi tra gruppi rom e no hanno causato problemi.

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Di Sucar Drom (del 03/03/2009 @ 21:14:59, in Italia, visitato 1519 volte)

Le associazioni Sucar Drom e Nevo Drom invieranno nei prossimi giorni il seguente appello ai Segretari di tutte le formazioni politiche in Italia per chiedere che Sinti e Rom siano inseriti nelle liste elettorali alle prossime elezioni. Le associazioni che vogliono aderire all’appello inviino una comunicazione scritta a sucardrom@sucardrom.191.it o nevodrom@nevodrom.it entro lunedì 9 marzo.

Gentilissimo Segretario, si stanno avvicinando le elezioni per rinnovare l’Europarlamento e molti Consigli comunali, provinciali e regionali. Ad oggi, in Italia, nessun formazione politica ha candidato un Sinto o un Rom.

I Cittadini italiani, appartenenti alle minoranze sinte e rom (denominate “zingari” e “nomadi” in maniera dispregiativa ed etnocentrica), sono ancora oggetto di discriminazione, emarginazione e segregazione. Spesso quando si parla di Rom e Sinti si tende a considerarli come un gruppo uniforme ed omogeneo che condivide un’identità comune e le stesse caratteristiche, che sono, spesso eccessivamente romantiche o estremamente negative. In realtà quando si parla delle popolazioni rom e sinte si parla di un mondo molto eterogeneo che comprende Cittadini italiani, comunitari, extra comunitari (profughi, richiedenti l’asilo…).

Pochi però sanno che in Italia la maggioranza dei Sinti e dei Rom sono Cittadini italiani e quindi ad oggi decine di migliaia di persone necessitano di essere consigliate e naturalmente ci interpellano. Inoltre, oggi in Italia esiste un vero problema di rappresentanza dei Sinti e dei Rom nella politica , una questione che invece molti Paesi europei hanno superato.

Rare sono Italia le realtà dove le comunità sinte e rom sono considerate protagoniste sociali e dove sono attuate politiche di interazione, di partecipazione diretta e di mediazione culturale, riconoscendo le loro culture, la lingua sinta e la lingua romanés.

Oggi Lei è di fronte a un bivio: rendere protagonisti i Sinti e i Rom, scegliendo di candidarli nelle liste elettorali della sua formazione politica o negare la partecipazione politica dei Sinti e dei Rom, continuando a considerarli Cittadini di serie b.

Candidare nelle proprie liste elettorali Sinti e Rom sarebbe un segnale di cambiamento che darà fiducia alle migliaia di Rom e di Sinti e che offrirà a tutta la società italiana la possibilità di confrontarsi direttamente con gli stessi Sinti e con gli stessi Rom.

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Di Fabrizio (del 04/03/2009 @ 08:55:21, in casa, visitato 1421 volte)

Da Roma_Francais

La Gazzette.fr - 28-2-09

Con un aumento, per l'anno 2008, del 110% dei suoi interventi in favore di famiglie che vivono in carovane private di elettricità, l’Association nationale des gens du voyage catholiques (ANGVC) suona il campanello d'allarme. "L'abitare in carovana non è riconosciuto come alloggio e non è protetto da alcuna tregua invernale, così dobbiamo evocare -motivi umanitari- per evitare tagli o riattivare gli allacciamenti a -5 o -10 gradi, per persone che vivono su terreni famigliari da molti anni", sottolinea Marc Beziat, delegato generale dell'associazione.

L’Association nationale internationale tsigane (Asnit) e l’Union française des associations tsiganes (Ufat) confermano questa constatazione e rimarcano che la tendenza in aumento del numero dei conflitti si ripete nel 2009.

[...]

Spesso presi di sorpresa da iniziative dell'Electricité réseau distribution France (ERDF) chiedono di assumersi la responsabilità se rinnovare o meno degli allacciamenti provvisori finora a rinnovati tacitamente, le comunità vivono male l'obbligo di prendere decisioni con una mannaia sulla testa.

"Chiediamo un chiarimento dei rapporti tra i comuni e la ERDF, perché per il momento le regole e le responsabilità non ci sembrano ben stabilite", ha dichiarato lo scorso 26 febbraio il sindaco di Brie-Comte-Robert, sollecitato da alcune famiglie residenti su quel territorio da quattro anni.

Nella Sarthe diversi comuni, tra cui Ruadin Changé, si sono impegnati dalla fine del 2008 per le revisione dei piani locali d'urbanizzazione (PLU). Di fronte a proprietari o locatari di terreno non edificabile che vivono in carovane, i comuni si trovano di fronte a obblighi contraddittori.

Si trovano, da un lato, nell'obbligo di permettere l'accesso di tutti gli abitanti ai servizi fondamentali dell'elettricità e dell'acqua, e dall'altro, devono applicare il codice dell'urbanismo che non riconosce l'abitare in carovane solo su terreni attrezzati. Queste ultime costrizioni necessitano di lunghe procedure tenendo conto del diritto di proprietà, delle possibilità di regolarizzazione dei lotti utilizzati, delle possibilità di scambio di terreno o di rialloggio delle famiglie.

Pour en savoir
Téléchargez la présentation de la législation des branchements par ERDF lors d'un réunion de l'AMF dans l'Isère le 9 juin 2008 (pdf in francese ndr)

Olivier Berthelin

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Di Fabrizio (del 04/03/2009 @ 09:01:34, in Europa, visitato 1386 volte)

Da Roma_und_Sinti

Taz.de 28.02.2009

Povertà crescente ed esclusione, tradizioni patriarcali. Secondo la politica Lívia Járóka, la difficile situazione dei Rom nell'Europa dell'Est riguarda l'intera UE.

Lívia Járóka siede nel Parlamento Europeo eletta nel partito ungherese di destra Fidesz. Con l'espansione ad est, i Rom sono la più vasta minoranza entro la UE. Molti dei circa 10 milioni di Rom soffrono di povere condizioni di vita e di discriminazione sociale. In molti paesi dell'Europa orientale ci sono classi speciali per i bambini rom, ghetti con alta disoccupazione e povera assistenza medica.

Signora Járóka, l'Unione Europea ha spesso avuto a che fare con la situazione dei Rom in Europa. Ciò nonostante, la situazione della più grande minoranza etnica in un'Europa unita continua a rimanere precaria: in alcune parti come recentemente in Ungheria ci sono sempre più attacchi contro i Rom. Questo non ha portato niente?

Prima che i nuovi stati membri si unissero alla UE, la Commissione poteva, tramite i suoi rapporti a questi paesi, fare una certa pressione sui loro governi per diventare attivi su questi temi. Ma come gli est europei si sono trovati nella UE, molti hanno pensato che non dovevano più sforzarsi su ciò. Ma ora la Commissione UE vede che non tutto può essere delegato agli Stati Membri.

A Bruxelles c'è stato, l'anno scorso, un "Summit Rom" ed il Parlamento UE ha adottato una risoluzione sulla situazione dei Rom in Europa. Cosa si è ottenuto?

Il Parlamento UE vuole mostrare la focalizzazione sociale nella mappa europea. Ma presto ci si rende conto che non riguarda problemi specifici dei Rom, ma problemi sociali nei differenti paesi. In termini di condizioni di vita, casa, lavoro, sanità ed istruzione, i Rom in Europa sono ad un livello simile della gente nell'Africa subsahariana. Ma in questo non differiscono da altri gruppi sociali sotto-privilegiati. Perciò, non voglio un Commissario speciale a Bruxelles per gli affari rom. E' un tema che va affrontato a diversi livelli, con i commissari delegati ai temi della sanità, istruzione, condizioni di lavoro e assistenza sociale.

Cosa può fare la UE?

C'è bisogno che Bruxelles promuova più progetti regionali ed appoggi i Rom locali. E gli Stati Membri dovrebbero concordare nell'intraprendere specifici piani d'azione. Se non realizzano in un dato periodo, la Commissione deve imporre sanzioni. Inoltre, l'integrazione sociale dev'essere vista come una questione incrociata e considerata in ogni offerta UE.

Sinora ci sono stati solo progetti riservati specificamente ai Rom. Alcuni vedono ciò come una ragione per cui così tanti soldi sono stati spesi in maniera inefficace. Concorda?

Questa è una delle ragioni. Qual'è l'utilità, per esempio, di un progetto sull'istruzione dei bambini rom, se affondano nel fango per andare a scuola, dato che non c'è una strada per il loro villaggio? Ci sono fondi europei per l'istruzione, l'assistenza sanitaria o gli alloggi - ma non per tutti assieme. Invece si perde il proprio tempo in mini progetti caritativi, lo stato dovrebbe coinvolgersi maggiormente.

Come la vede?

Perché lo stato non può operare nell'industrializzazione in regioni con alta disoccupazione? Questa è una cosa che non posso capire! Un secondo fattore di debolezza è che ci sono pochissimi studi sui Rom - e i dati esistenti non sono presi in considerazione.

Durante il Summit Rom di settembre, si è avuta l'impressione che le organizzazioni rom siano nemiche tra loro e non lottino per lo stesso scopo.

Ci sono molte ragioni per questo. Primo, molte organizzazioni versano in difficili situazioni finanziarie. D'altra parte, i partiti giocano politicamente con loro. Prima delle elezioni, sono corteggiate e sfruttate, dopo, tornano nell'anonimato. E' tempo di un cambio generazionale al vertice -invece che funzionari politici, dovrebbero essere formati giovani specialisti ben formati. Occorre un cambio di valori tra le organizzazioni rom.

Lei insiste che anche nelle famiglie rom qualcosa deve cambiare. Cos'è?

Nel mio rapporto sulla situazione delle donne rom, elaborato due anni fa per il Parlamento Europeo, ho scritto che le strutture paternalistiche nelle famiglie rom sono ancora troppo forti . come in altri gruppi sociali in Europa. Ma sotto c'è molto di più di quanto si percepisca dall'esterno. Un problema è lo sfruttamento dei bambini, forzati a mendicare. Di questo ne parlo apertamente.

Per questo, qualcuno la accusa di sputare nel proprio piatto. Cosa dice di queste critiche?

Vengono da funzionari rom che proteggono i propri interessi. Molta gente, al contrario, vede il mio lavoro come una grande opportunità per loro. Ed, al contrario, importante che le critiche arrivano da chi appartiene lui stesso al gruppo dei Rom. Lo sa, che ce ne sono di veramente disperati? Recentemente ho visto un documentario sulla BBC, dove una donna incinta chiedeva al reporter se non volesse prendersi il suo bambino, sarebbe stato meglio così. Può immaginarlo? Una madre che vuol dar via suo figlio perché non ha futuro?

Perché è così?

Le famiglie vivono alla giornata - e poi cadono nelle mani di usurai che si prendono il 600% di interesse. Alcune diventano completamente dipendenti dal denaro di questi piccoli re che prestano soldi. I paesi membri potrebbero chiedere microcrediti al Fondo Sociale. Ma non ne fanno uso.

Il parlamento UE ha anche chiesto progetti separati per i Rom mobili e sedentari. Ha senso questa distinzione?

Naturalmente. Ma il problema del nomadismo non andrebbe sovrastimato. C'è soltanto il 5% dei Rom che sono ancora itineranti. Mi chiedo sempre perché ci siano così ottime soluzioni per i figli dei diplomatici [che sono] nomadi - e per i Rom non si muove niente. I diplomatici troveranno una scuola internazionale in ogni angolo del mondo, possono studiare tanto a Shangai che a Bruxelles.

Da cinque anni, anche lei appartiene ai diplomatici nomadi. Nella sua homepage, la si vede mentre saluta marito e figli il lunedì mattina sulla strada dell'aeroporto. Il lavoro di deputato vale lo sforzo?

Ho lavorato per dieci anni in una OnG. In tutto quel tempo, non ho ottenuto quanto in un anno come parlamentare europea. Naturalmente, è doloroso quando hai due bambini piccoli. Il più giovane ha solo due anni. Ma i nonni ci stanno aiutando e mio marito vive coi bambini. Per lavorare efficacemente nella politica alta e a livello regionale nel mio paese, devo essere estremamente organizzata. Questo l'ho imparato.

Intende concorrere per un secondo turno a giugno?

Non posso fermarmi adesso. Dal primo giorno del mio lavoro, ho avuto un appoggio eccezionale dal mio partito, il conservatore Fidesz. Mi hanno messo al settimo posto in lista per le elezioni europee a giugno. Ora sono uno dei volti del più grande partito ungherese ed appaio nei loro video elettorali.

INTERVISTA: Daniela Weingärtner

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