Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 10/07/2005 @ 19:15:42, in sport, visitato 1960 volte)
Grazie al blog CaLCiO MoDeRnO ho scoperto questa iniziativa in Emilia.
Conclusosi in anticipo per la pioggia, ma con coppe meritate per tutte le squadre.
qui la squadra Kokavakere Roma, composta da ragazzi della Comunità Rom che vivono nella Repubblica Slovacca
Speriamo che tra due settimane ad Edimburgo il tempo sia più ragionevole.
Da: Rachel Francis - UK Association of Gypsy Women
Ilire Xhama. Home Office Ref: X1032702
Ilire Xhama dopo una vita di persecuzioni lasciò la sua casa in Serbia. Come Rom, musulmana e portavoce della comunità albanese, ha dovuto subire violenze e umiliazioni sia dai Serbi che dai Kossovari.
Una notte di tre anni fa, casa sua fu circondata da uomini armati e data alle fiamme. Durante la fuga, Ilire e suo marito furono malmenati. Ilire era incinta. Suo marito morì per le percosse e lei rimase con sua figlia di quattro anni, testimone anche lei delle atrocità passate.
[Arrivati in Gran Bretagna] sia Ilire che sua figlia mostrarono disordini mentali ed emotivi, conseguenze delle violenze subite. Qui è nato il secondo figlio, pochi mesi dopo il loro arrivo e nonostante tutto, hanno tentato di ricostruirsi una vita. Entrambe i bambini parlano inglese come lingua madre, frequentano la scuola, hanno amici e conducono una vita "normale".
Ora il Ministero degli Interni ha stabilito che per loro è giunto il tempo di fare ritorno da dove sono scappate traumatizzate e dove il bambino più piccolo non ha mai vissuto.
Testimonianze raccolte dalle Nazioni Unite, da Amnesty International e da altri esprimono "grave e profonda preoccupazione" sul futuro dei Rom (in particolare in quella parte d'Europa).
L'Ombudsman in Kossovo ha scritto ai governi europei per ammonire sui rischi che i rifugiati all'estero corrono ritornando in patria.
[...]
Fonte: Romano_Liloro
Petizione on line: http://www.sivola.net/download/kossovo.htm
Di Fabrizio (del 10/07/2005 @ 14:10:26, in lavoro, visitato 2399 volte)
Non ricordo il periodo preciso, credo all'inizio degli anni '90. Lavoravo in una ditta di costruzioni, edilizia specializzata, con cantieri sparsi in tutto il mondo e allora circa 2000 dipendenti: "un'aristocrazia operaia" che proveniva soprattutto dal Veneto, dalla Puglia, dalla Calabria e dagli Abruzzi, a cui andavano affiancandosi sempre più numerosi manovali e tecnici stranieri. Tangentopoli si sarebbe presentata da lì a poco. Fu allora che la nostra commissione interna siglò l'accordo per la tutela degli operai stranieri nei nostri cantieri in Italia e all'estero. Il primo accordo in tal senso.
Allora ero nel Consiglio di Fabbrica: l'intesa nacque dopo una mia risposta "pepata" al rappresentante della direzione. Per stendere i punti principali di un argomento che non era neanche all'ordine del giorno, impiegammo 5 minuti, e poi altre due settimane per tradurli in burocratese. Nella commissione interna i compagni non erano tutti della stessa opinione: c'era chi diceva che tanto non avrebbe funzionato e chi preferiva che si fosse aspettato per un accordo provinciale.
Durante le trattative conobbi dei sindacalisti albanesi: così diversi dall'iconografia socialista dell'Albania di allora e anche da quegli sbandati che si trovavano nei pressi della stazione centrale. I primi albanesi con cui andavo d'accordo.
Leggo su Stranieri in Italia
Edilizia Un operaio su cinque è straniero Si infortunano di più, ma guadagnano meno dei loro colleghi italiani. Rapporto Ires-Cgil
ROMA - I lavoratori stranieri sono ormai protagonisti nell'edilizia. Nel 2004 dei 508.752 addetti del settore, circa un quinto (95.000 dipendenti) erano stranieri, con punte che sfiorano il 50% in alcune aree.
Lo rivela il primo rapporto dell'osservatorio sui lavoratori immigrati nel settore delle costruzioni edili dell'Ires-Cgil, presentato nell'ambito della II assemblea nazionale dei lavoratori stranieri della Fillea-Cgil. Crescono a ritmo sostenuto anche le imprese di costruzione guidate da extra-comunitari: nel primo trimestre 2005 risultavano iscritte al registro circa 48.681 imprese individuali a titolarità non comunitaria, il 27,3% in più rispetto all'anno precedente.
La banca dati dell'Inps evidenzia come nel corso degli ultimi due anni il numero dei lavoratori non comunitari del settore delle costruzioni è praticamente decuplicato. "Non è difficile immaginare - si legge nel rapporto - che in pochi anni il peso dei lavoratori immigrati assumerà una valenza sempre maggiore.
I lavoratori edili stranieri svolgono per la maggior parte "attività a minor apporto qualitativo della manodopera". Vengono infatti utilizzati "soprattutto nelle mansioni più dure e meno retribuite": "il 67% degli stranieri nel 2004 ha lavorato come operaio comune rispetto al 37% dei lavoratori totali, inoltre, gli operai specializzati e di quarto livello rappresentano il 9% della forza lavoro straniera a fronte del 30% della forza complessiva".
Viste le mansioni che ricoprono, questi lavoratori sono più esposti agli incidenti. Il tasso di incidenza infortunistico registrato lo scorso anno fra i lavoratori non comunitari è superiore di circa il 50% rispetto a quello medio nazionale (circa 65 casi contro 42 ogni 1.000 occupati). In particolare, quasi un quinto degli infortuni registrati nel 2004 nel settore delle costruzioni ha colpito lavoratori non comunitari.
I lavoratori edili non comunitari emersi con la regolarizzazione avviata nel 2002 guadagnano in media, rispetto alla retribuzione media pro capite dei dipendenti totali, il 24% in meno rispetto agli addetti dipendenti complessivi del settore. Confrontando invece le retribuzioni lorde dei lavoratori non comunitari già regolari con quelle dei dipendenti complessivi, i differenziali retributivi si riducono al 20%.
"In definitiva, - precisa il rapporto Ires-Cgil - analizzando la retribuzione di fatto di un operaio di terzo livello la differenza fra un operaio italiano, un immigrato regolare ed un immigrato 'neo-regoalrizzato' è questa: il primo percepirà circa 19.869 euro per 13 mensilità, il secondo circa 15.895 ed il terzo circa 15.100 euro".
(8 luglio 2005)
Settembre 2004: Esce un'indagine CGIL, ma le cronache sono piene delle notizie sul rapimento di Simona Pari e Simona Torretta. Anche nell'europea Milano sta prendendo piede il fenomeno caporalato. La mattina prima dell'alba, prima di essere assediato dal traffico, piazzale Lotto si anima di immigrati e strani arruolatori. Attorno, la zona è un fiorire di cave, spedizionieri, i cantieri del nuovo polo fieristico, ma anche villette signorili e l'ippodromo, dove qualche lavoro a giornata si può sempre trovare. A due passi l'ambasciata rumena. Molti di quanti cercano un lavoro, arrivano dai vicini insediamenti di via Barzaghi-Triboniano e campi clandestini lì attorno, ma ci sono macchine e pullmini con targhe di Reggio Emilia, Como, Bergamo...
Campioni senza dimora pag.56
"Oggi un muratore guadagna dai 70 ai 150 euro al giorno - racconta Irinel -i rumeni hanno preso il posto della gente del Sud Italia.I capicantiere sono quasi tutti italiani, ma sotto la manovalanza parla spesso la mia lingua. Puoi entrare in una squadra di altre tre persone e in un anno e mezzo, se lavori bene e ti fai vedere, puoi diventare caposquadra cominciando a impastare la sabbia per fare il cemento". Le squadre sono pagate spesso a cottimo, ovvero a metro quadro. " Col lavoro a cottimo più metri fai, più ti spezzi la schiena e più sei pagato". Secondo Irinel, una buona media ti può portare a fare 150 o 200 metri quadri in un giorno, cosa impossibile se lavorassi a giornata perché penseresti alla tua schiena e alle tue gambe. Un tanto al metro, e ti massacri contento.
Dove si trova:
- Nelle migliori librerie (feltrinelli, libraccio e altre...)
- Dai venditori di strada di Terre di mezzo
- Nelle botteghe del mercato equo
- Presso l'associazione MultiEtnica2001
- ...o richiedere QUI
Google: ore 18.30
Nipote, non sta bene bere da soli!
Ieri mattina la prima reazione è stata di rivedere i blog di chi so sta a Londra. Qualcuno mi ha tranquillizzato via Skype. Poi, mi sono quasi vergognato per la mia reazione tipo DEJA VU. Non so voi, ma è successo l'11 settembre e poi Madrid, ed è come se lo spavento, il dolore, la sorpresa che ho provato allora, stessero diventando NORMALI. A ripensarci, in molti han fatto l'abitudine agli eccidi in Medio Oriente, a Beslan, in qualsiasi punto della periferia del nostro mondo. L'impatto di New York, con i serissimi discorsi “mai più, noi non cederemo” che volevano dire: “mai più QUI, noi continueremo ad essere la FACCIA FORTUNATA, e i massacri sono altrove”. Ci illudiamo di anestetizzarci, ma la fortezza che dovrebbe ripararci, non tiene. “Non cambieranno il nostro sistema di vita e i nostri valori”, dice un Blair affranto e stanco. Chi si illude di poterlo fare con gli altri, con la ragione o con le bombe non fa differenza, sappia che CAMBIERA' IL SUO SISTEMA DI VITA E I SUOI VALORI. Che lo voglia o no.
“Quasi” periferia del mondo:
Da: Haller Istvan
Cari amici,
Nel settembre 1993 nel villaggio di Hadareni si consumò un violento attacco razzista contro la comunità Rom.
La Liga PRO EUROPA (associazione rumena dei diritti umani) offrì immediatamente aiuto alle vittime. Disgraziatamente, le indagini su quanto accadde partirono solo nel 1997 e il processo penale si chiuse nel 1999 con pochi degli imputati condannati, mentre quello civile è terminato nel 2005.
Nel 1997, abbiamo aiutato le vittime a ricorrere alla Corte Europea dei Diritti Umani e nel 2000 abbiamo supportato l'European Roma Rights Center (che forniva assistenza legale) in un ulteriore appello al Tribunale Europeo.
Finalmente, il 6 luglio 2005 il Tribunale si è espresso, riconoscendo i danni patiti durante quell'assalto.
Haller Istvan
Program Director - PRO EUROPA League
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Cari amici,
Vorrei darvi alcuni chiarimenti su quanto scritto da Istvan Haller della Liga ProEurope Romania, suk caso di Hadareni, settembre 1993, quando contro la comunità Rom ci fu un verio e proprio pogrom e non un semplice "assalto a sfondo razziale".
Tre Rom furono uccisi dopo essere stati torturati e un gajio (chi non è Rom ndr) morì, colpito da una coltellata infertagli da mio fratello nel tentativo di difendersi.
Siccome mi sembra che le autorità, le istituzioni o le organizzazione dei diritti umani abbiano dimenticato la realtà scioccante di quanto successe, ma SOPRATTUTTO, che abbiano dimenticato i loro compiti e doveri, mi permetto di ricordare:
Quella notte che non dimenticherò, furono uccisi due miei fratelli, dopo svariate torture. Mio fratelllo di 21 anni ebbe tutte le osse rotte con tutti gli attrezzi da giardiniere immaginabili. Implorò gli assalitori e i poliziotti di smettere, senza che mostrassero alcuna pietà.
L'altro mio fratello di 19 anni, ricevette 81 coltellate prima di morire, dopo che due poliziotti lo avevano rassicurato di poter tornare al villaggio senza timore, messo poi in manette e consegnato ai suoi aguzzini con la promessa che non sarebbero stati perseguiti.
Altri tre arrivarono ancora vivi all'ospedale per farsi curare, morirono lì perché nessuno fece niente...
Mio marito di 31 anni morì soffocato dal fumo dell'incendio di casa nostra. Ma prima i suoi assassini gli tagliarono le braccia e la gambe e lo buttarono vivo nel fuoco. Lo so, perché ritrovai le sue braccia e le gambe in un posto totalmente differente. Nonostante le nostre testimonianze sinora nessuno, istituzioni, associazionie la stessa ERRC, ha voluto FAR LUCE SU QUEL CHE SUCCESSE. Per loro, mio marito perì semplicemente nell'incendio...
Oggi, come allora, ci sono organizzazioni Rom e no, che vogliono mostrare quanto ci aiutano. Disgraziatemente, CI RAPPRESENTANO A DIVERSI LIVELLI, FANNO PROGETTI PER NOI, SULLE NOSTRE CARRIERE E SUI NOSTRI SALARI, CI COPRONO LE SPESE DI VIAGGIO E DI COORDINAMENTO, MA DI NOI A LORO IMPORTA POCO. Non ci hanno mai chiesto, governo e istituzioni, se avevamo da mangiare o dove dormire. Ci hanno usato, ma nessuno ha mai portato un pezzo di pane o cioccolato ai nostri bambini. Nessuno ha fatto pressione sul governo perché ci fosse assicurata almeno l'esistenza...
Infine, oggi... Istvan Haller ci informa sulla decisione di Strasburgo e su quanto la sua organizzazione sisia adoperata per questo risulltato. NON E' COSI'. Si sono impegnati per ottenere visibilità e un compromesso. Se secondo lui il fatto che il governo rumeno abbia dato dei soldi ai parenti dei sopravvissuti è un suo successo, VOGLIO GRIDARE CHE QUESTO NON E' SUCCESSO E NON E' GIUSTIZIA!!
Istvan Haller sostiene che la sua organizzazione ha fornito aiuto immediato alle vittime. Vorrei capire cosa intende per aiuto. Fare domande ai sopravvissuti? Scrivere rapporti? Presenziare alle conferenze?
Dal mio modesto punto di vista e per la mia esperienza, la risposta è NO. [...] E, per favore, non vorrei più sentire nominare in futuro gli avvocati [di ERRC NDR], perché sono tra i peggiori che hoincontrato in tutta la mia vita.
Io non mi sono accorta tuttora che il governo rumeno si sia preso nessuna responsabilità per quanto accadde.Non hanno riconosciuto le loro colpe e quanto sia corrotta la giustizia in Romania. Dicono solo che a loro "dispiace, bla, bla, bla". Tutto ciò che vedo è una dichiarazione di facciata su impegni da rispettare in futuro.
Spero che il futuro possa vedere altre decisioni più obiettive... ma come fare ad averne la certezza?
Florina Zoltan - London, UK
Di Fabrizio (del 08/07/2005 @ 15:00:12, in sport, visitato 5709 volte)
Ieri ho finalmente letto il libro di Filippo Podestà, si divora d'un fiato.
Se volete saperne di più, ecco un'intervista dall'archivio di Pirori (19 Agosto 2004)
Come andare in Svezia e vincere una coppa mondiale:
Intervista a Bogdan Kwappik e Barbara Gorgon
Come siete entrati in contatto con quella che poi sarebbe diventata l'associazione MULTIETNICA 2001? Qualche anno fa, ad una manifestazione degli immigrati per la casa, era il periodo delle prime occupazioni e si chiedeva la chiusura del Centro di via Corelli. Già allora si parlava della necessità di associazione e di organizzarsi. Ci siamo ritrovati coi Rom di via Barzaghi e i rapporti sono stati da subito molto intensi.
A questo punto entra in ballo il calcio... Sino a quel momento era solo passione: (Bogdan) quando avevo 18 anni ero juniores in Polonia, ma durante un incontro mi hanno spaccato il ginocchio,ma lo spirito è rimasto. Sì, il calcio è una parte del lavoro che abbiamo impostato. Dopo quattro mesi che ci si frequentava, si parlava di cosa fare in vista di uno dei soliti sgomberi. Io proponevo di ripulire noi l'area li attorno, per dimostrare noi per primi che potevamo fare qualcosa. L'idea non è stata accolta e molto nervoso sono tornato a casa e ho acceso la televisione: trasmettevano una di quelle "partite del cuore". Lì m'è venuta l'idea di organizzare un incontro simile: Rom contro i consiglieri comunali. Chi vinceva si teneva il campo. In due mesi abbiamo trovato dove disputare l'incontro (al Vigorelli) e l'Inter che ci ha fornito delle divise bianche. Abbiamo vinto e via Barzaghi (per quella volta) è rimasta a noi.
Come nasce e come resiste Multietnica 2001? Non abbiamo mai pensato al calcio come qualcosa di fine a se stesso: sin dall'inizio 30/40 Rom hanno collaborato con entusiasmo, si discuteva e a volte si litigava se quest'associazione dovesse avere un direttore Italiano o Rom, per noi, o era Rom o niente. Il calcio è stato la chiave di volta, per cementare un'associazione e un'idea: al Vigorelli la prima volta abbiamo battuto la squadra di La Russa, ma per noi era in ballo la permanenza in via Barzaghi. Subito dopo, partecipammo al torneo quadrangolare di amivìcizia dei Rom. Lo sport può essere un ottimo mezzo di integrazione, anche per la casa e il soggiorno. E poi è un mezzo immediato per dimostrare dal vero chi sono i Rom, non ci sono le mediazioni di stampa e tv quando ti incontri sul campo.
Cosa dicono i vostri compagni di lavoro? Io (ancora Bogdan) avevo parecchie "grane" col mio datore, dato che ero anche responsabile della sicurezza. Allora: entro nel suo ufficio e gli dico che devo prendere ferie, per accompagnare la squadra in Svezia per un torneo a cui partecipavano squadre di tutto il mondo. Lui mi squadra e poi mi chiede "Ce l'avete lo sponsor". Non solo ho avuto le ferie, ma anche le divise... la ditta Carlo Gavazzi in fondo ha fatto bene i suoi conti, visto che le altre squadre portavano scritto Nyke, Vodafone ecc. I miei colleghi, che dire... da anni provavano a fare sponsorizzare le loro iniziative. Vedi, dove lavoro siamo di 58 nazionalità differenti, e questi stranieri, spesso bistrattati, erano l'ossatura di una squadra che rappresentava l'Italia, credo l'abbiano sentita come una cosa anche loro. Al solito, invece, stampa e televisione hanno quasi oscurato la notizia.
Ci sarà anche una squadra pulcini? A differenza di come fanno in molti, abbiamo cominciato con gli adulti, per rivolgerci poi ai bambini. C'è la possibilità, ma al solito mancano le strutture fisse, abbiamo gli allenatori, giocatori già "anziani" che hanno le capacità di allenare - sul centro sportivo ci stiamo lavorando, da anni. Adesso c'è più possibilità, siamo una realtà.
Dove giocate e in quanti siete? Giochiamo presso l'Arci Olmi in zona Baggio. Siamo iscritti al CSI come squadra di calcio a 11, a 7 e a 5, quindi siamo 4 squadre in tutto - poi c'è la squadra di basket. Saremo... 100 persone, crediamo. Il fatto è che MULTIETNICA 2001 non è più soltanto la squadra dei Rom rumeni, potremmo essere anche di più, ma come associazione vogliamo rivolgerci a quanti vediamo più attivi ad esempio, nelle manifestazioni. Per esempio, la comunità Brasiliana è quella più calda, saranno 50/80 persone e due di loro sono consiglieri, poi l'Argentina, Santo Domingo per il basket, vale lo stesso discorso. Fatta l'associazione, a questo punto a settembre ormai sarà tempo di fare le tessere. Abbiamo sempre questa fissa dell'associazione, ci credi e non c'è niente che ti fermi.
Sul vostro sito (http://www.multietnica2001.org/) si parla anche di Comitato Immigrati in Italia. Non bastano i comitati che già ci sono in Italia? Nasce due anni fa a Roma, sulla spinta di diverse associazioni, le principali da Milano, Roma, Firenze, Caserta, Brescia, Verona, Napoli... Nasce dal tavolo dei Migranti Social Forum, con lo stesso discrimine con cui descrivevamo le nostre prime difficoltà: da una parte gli italiani, dall'altra gli emigrati che si sentivano emarginati e senza possibilità di parola. Ci ritroviamo nelle diverse città, l'ultima volta a MIlano nell'auditorium della Regione Lombardia, con balli cileni e musica Rom. Alcune associzioni - Multietnica 2001 - Todo Cambia - Associzione Culturale Cilena - Associazioni di El Salvador e delle Mauritius - le comunità Rom di via Triboniano e via Novara
Ultima fatidica domanda: cosa volete, cosa cercate? Vogliamo realizzare: 1 centro sportivo multietnico 1 campionato multietnico (prima di calcio e poi di altre discipline sportive) 1 federazione sportiva emigrati Tutto no profit e aggiungendo che, con gli ultimi risultati sportivi, il rapporto col Comune di Milano non va male. Diciamo meglio: il Comune è "stato costretto" a collaborare con noi, per la visibilità che ne ricava, per il risultato ottenuto, per altre ragioni ancora. Abbiamo mostrato a tutti come i migranti sono andati in Svezia e hanno vinto, il ché ci ripaga dei nostri sforzi, ma è un fatto che dedichiamo a tutti quanti fanno la fila per il rinnovo del permesso di soggiorno ed il lavoro. Ed è una vittoria del progetto di far nascere e crescere l'associazione. Quello che facciamo ora, è sfruttare la forza di tante associazioni diverse, anche per il rinnovo dei permessi di soggiorno. Il nostro capocannoniere è stato buttato fuori casa, tramite noi adesso ha un posto dove vivere e, visto che è imbianchino, da migliorare. Tutto questo non è solo calcio, e non sarebbe stato possibile senza Barbara, che non solo è infermiera e quindi è impegnata come tutti sul campo, ma anche la segretaria che appiana tutte le difficoltà, e poi c'è Wojciech che è il vice-presidente.
Un ultimo ricordo dalla Svezia: sapevamo che per questa edizione era stati investita il doppio dela somma dell'anno precedente. Eppure ci siamo trovati alloggiati in una sistemazione di fortuna, col cibo che era quasi immangiabile. Abbiamo fatto conoscenza con un grupppo di italiani residenti lì, emigranti come noi. All'inizio con un po' di timidezza, poi alla fine hanno ovviato al cibo ed erano presenti alle partite a tifare per l'Italia.
Adesso, siamo stanchi morti, soddisfatti, orgogliosi, spaventati dalle somme che ancora dobbiamo pagare. La strada è ancora lunga, nel frattempo questo è un link per percorrerla assieme: http://www.multietnica2001.org/sostienici.html
PS chi fosse interessato, può richiedere in redazione la rassegna stampa dell'evento - le foto sono di Filippo Podestà
Multietnica 20001, burocrazia e passaporti permettendo, sta preparando le valigie per Edimburgo 2005.
Ultimi appuntamenti per i milanesi:
In attesa che la squadra parta per Edimburgo per la terza edizione del mondiale di streetsoccer alla "Homeless World Cup 2005", la AS.MultiEtnica2001 organizza una iniziativa per presentare la squadra che difenderà il titolo mondiale. Dalle h18.00 alle h20.00 si disputerà un quadrangolare di calcio che vedrà i Campioni del mondo della MultiEtnica sfidare tre squadre di Comunità Nuova. alle h21.00 presso il Barrio's Cafè, in via Barona angolo via Boffalora, ci sarà la presentazione del libro "Campioni senza dimora" di Filippo Podestà. Sarà presenta l'autore e i giocatori. alle h22.00, sempre al Barrio's cafè è previsto il concerto di Nazca con musica dal Perù. Info: Bogdan 347 8638372
Inoltre: I CAMPIONI INVITANO A DONARE IL SANGUE! La MultiEtnica 2001, prima della partenza per i mondiali di Street Soccer a Edimburgo invita tutti/e il 10 luglio dalle 8.00 alle 11.00 a donare il sangue.
La donazione è prevista presso l'ospedale San Paolo di Milano. Al termine sarà indetta una conferenza stampa per la presentazione della squadra nazionale italiana che difenderà il titolo ai mondiali di Edimburgo previsti dal 20 al 24 luglio.
L’incontro sarà anche l’occasione per rinnovare l’invito al tesseramento e presentare il libro “Campioni senza dimora” (Ed Terre di mezzo/10 Euro).
Requisiti: un documenti d'indentità valido (anche il Passaporto) Perchè donare non è un dovere, ma vivere è un diritto di tutti!
responsabile donazioni del sangue: Ilaria (cell. 328 1827765)
Di Fabrizio (del 08/07/2005 @ 14:45:51, in Regole, visitato 1774 volte)
art. 6. La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.
La legge di tutela toccò al neonato governo dell'Ulivo. Bisognava capire che cosa
significava minoranza linguistica. A scanso di equivoci, la Lega mise avanti mani e piedi:
I Rom parleranno, i veneti no
Bilinguismo per pochi eletti, per tutti gli altri sarà il silenzio
(La Padania 23-5-98)
Difatti:
Legge 15 Dicembre 1999, n. 482
Art. 2.
1. In attuazione dell'articolo 6 della Costituzione e in armonia con i princípi generali stabiliti dagli organismi europei e internazionali, la Repubblica tutela la lingua e la cultura delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l'occitano e il sardo.
Art. 10.
1. Nei comuni di cui all'articolo 3, in aggiunta ai toponimi ufficiali, i consigli comunali possono deliberare l'adozione di toponimi conformi alle tradizioni e agli usi locali.
Art. 16.
1. Le regioni e le province possono provvedere, a carico delle proprie disponibilità di bilancio, alla creazione di appositi istituti per la tutela delle tradizioni linguistiche e culturali delle popolazioni considerate dalla presente legge, ovvero favoriscono la costituzione di sezioni autonome delle istituzioni culturali locali già esistenti.
L'articolo 3 non l'ho copiato perché troppo lungo, sapete come trovarlo.
Morale della favola: la più grande minoranza etnica europea non era considerata, in compenso se una regione o una provincia veneta erano stanche di finanziare Roma Ladrona, potevano finanziare corsi di lingua
locale. La Lega votò la legge e il governo si salvò. In compenso a leggere i giornali, sembra tutto il contrario.
Prima milanese di Zingari in carrozza. Alle spalle di una vecchia liuteria artigianale, sotto un pergolato fantastico cinema all'aperto per stare freschi una sera milanese, in ottima compagnia... ha piovuto tutta la serata Dedicato a chi c'era, a chi sino all'ultimo ha asciugato le sedie, montato e smontato lo schermo e litigato col proiettore, ha esaurito la carica del telefonino per il passaparola, e a chi non ce la fatta:
Continuiamo con la favola ...perché in fondo tutta la storia è una favola, bella e assurda, e sperando che qualche giorno si avveri, si tira avanti a forza di sogni e di ruspe. Leggevo proprio ieri sulle pagine cittadine del Corriere:
Loredana ha 12 anni e frequenta le medie. Il pomeriggio suona il violino sul metrò, linea rossa, insieme al fratello e al padre che tutti chiamano Director. Il primo incontro fortunato è stato quello con Claudio Bernieri, che l'ha scelta come protagonista del suo film "Zingari in carrozza". Nel remake di "Miracolo a Milano" Loredana interpreta se stessa. [...]
Nella vita reale Loredana vuole fare la ballerina. Come tutte le ragazze del suo popolo si muove con grazia. E' cresciuta ascoltando i ritmi zingari, un po' mediterranei e un po' orientali. Qualche sera fa il secondo incontro fortunato con Franca Roberta Cannavò,insegnante di danza alla Scala. Nella trasmissione di Canale Italia "Passeggiando per Milano" [...] ha visto ballare Loredana e ha deciso di regalarle un corso di flamenco, che si terrà a settembre. [...]
Alle nostre orecchie, un modo per farsi pubblicità, lo so. Ma accettate un consiglio (se volete, beninteso): capire il mondo dei Rom non è facile, ci sono l'ignoranza, la sporcizia, i furti, il Kossovo, le ruspe, la Lega... ma a volte per capirlo bisogna credere alle favole, come Loredana che ha pregato la Madunina di farla diventare una ballerina e forse ci ha persino creduto.
L'importante è non perdere tempo, perché di solito la fortuna dei Rom non dura: ieri sera, dopo la proiezione, Loredana raccontava che ha già cominciato a studiare con la signora Cannavò. Di flamenco non si parla ancora, per ora si sta applicando sulla sevillana. Passi che i nonni dei nonni dei suoi nonni portarono in Spagna. E suo padre, per adeguarsi, dopo i ritmi balcanici, ha ripreso a studiare musica. Flamenco, stavolta.
Giovedì 7 luglio, ore 21.00
presso il Centro sociale Garibaldi
via Garibaldi 89/b (MM Lanza) Milano
- proiezione del film Zingari in Carrozza (sarà presente il regista
e alcuni degli attori) in anteprima cittadina.
- banchetto di presentazione del libro "CAMPIONI SENZA DIMORA. La favolosa storia di
Multietnica, la squadra di immigrati campione del mondo"
(sarà presente l'autore). E' un'occasione ideale per incontrare la squadra
campione del mondo 2004 di calcetto a 5, prima della partenza per il
campionato mondiale di Edimburgo, che inizierà il 18 luglio.
- naturalmente, ci sarò anch'io, presente come il prezzemolo...
trailer su vivimilano
Di Fabrizio (del 07/07/2005 @ 12:45:13, in Italia, visitato 3751 volte)
Volente o nolente, mi occupo spesso di quanto fa la Lega.
Su quanto accaduto due giorni fa a Strasburgo, sposo in toto la dichiarazione
di Borghezio riportata oggi dal Corriere: "...Si deve decidere: la
Lega è anche questa". Ha ragione Snowdog quando parla di Pippo,
Palla e Pertica, ma tra le tante cose che sono state scritte, voglio
riportare un post su Politicablog
(scusandomi con gli esclusi che magari hanno fatto ragionamenti simili):
Mi permetto una malevola interpretazione di quanto è accaduto ieri al parlamento europeo. Dal 2001 la Lega ha espresso in piazza e nelle sue forme sguaiate il Berlusconi pensiero. Anche questa volta, secondo me, c'è stato il solito gioco del "vai avanti tu che a me viene da ridere". Per vedere se a pensare male si commette peccato (ma spesso ci si azzecca), basterà attendere le linee guida della campagna elettorale di Forza Italia. Se sarà incentrata sull'euro e sull'ostilità malcelata verso l'Europa allora non saremo andati troppo lontani. Ieri, secondo me, è stata fatta una prova generale. I tre guastatori, di lungo corso e di nessuna credibilità, sono stati mandati allo sbaraglio per vedere le reazioni del paese. Se l'indignazione non sarà
sufficientemente forte Berlusconi capirà di poter cavalcare lo scontento di quella parte di opinione pubblica più arretrata e meno in grado di capire quale disastro sarebbe per il paese lasciare il carro europeo e la moneta unica. Con spregevole cinismo Borghezio e soci questo non lo dicono. Ma quando l'ex tecnico di volo Speroni chiama il Presidente della Repubblica "il Ciampi" si ha l'impressione di trovarsi davanti ad una sceneggiatura scritta da altri. Più colti, più capaci e più spregevolmente cinici.
[...]
15:02:17 di luca ajroldi
Scrive Stefano Folli su IL SOLE - 24 ORE di ieri:
"Borghezio una volta era un personaggio emarginato e folkloristico del
movimento. Le sue posizioni di estrema destra lo avvicinavano a un Le Pen
sguaiato e lo stesso Bossi preferiva tenerlo in disparte. Ma erano altri
tempi. La Lega di oggi si sta sempre più estremizzando, la malattia del capo
ha dato la stura a una rincorsa che non sappiamo dove porterà. [...] ...
stupefacente che la gazzarra di Strasburgo sia avvenuta all'indomani di una
cena ad Arcore, la prima dopo tanto tempo fra Bossi e il presidente del
Consiglio [...]
Analogie inquietanti, se lascio le birre di Strasburgo per tornare ai più
familiari campi nomadi nella provincia milanese. Ho la stessa sensazione che la
Lega sia la testa d'ariete, ma di uno schieramento più composito e nascosto...
Facile prendersela con i pacchi
postali. Più difficile trovare
soluzioni.
Ma se un partito, che qualche anno fa chiedeva l'ingresso della Padania
nell'Euro (per salvare le imprese del Nord), oggi non trova di meglio che
dare la colpa a Prodi, ecco che in Lombardia l'assessore (leghista) al
territorio:
- un anno fa chiedeva l'abolizione dei campi nomadi per farne aree di giochi
(quantomeno singolare, visto che sono posti in aree lontano dalla città,
spesso inondati o vicino a discariche)
- oggi interviene
nella polemica tra Comune e Provincia, chiedendo l'abolizione della Legge
a tutela del nomadismo. Cioè l'unica legge che ha tentato di
intervenire contro la proliferazione di quegli "insediamenti
abusivi" che a parole TUTTI vogliono combattere.
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