Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Un altro racconto breve di
Iryna Chumakova
Il giovane leghista di trent’anni posa sorridente ed impettito insieme con la
sua donna davanti alla telecamera, con orgoglio sa di apparire in una delle più
quotate tv locali, rigorosamente della Lega. In paese parleranno tutti di lui
che ha partecipato all’ormai leggendaria manifestazione di Pontida, allestendo
un piccolo gazebo. Una sorta di sfida tra i vari gruppi partecipanti, ogni
gruppo vuol far vedere di essere valido, sia in politica, sia nel commercio sia
nell’azione… parlano del volantinaggio di domani davanti a tutte le scuole della
Padania, per sostenere la disuguaglianza sociale tra un cittadino Padano e un
cittadino del sud, e anche per cacciare via questi folli immigrati clandestini
che attentano alla sua incolumità.
"Oggi – dice davanti la telecamera - queste nuove generazioni di giovani sentono
molto di più sulla propria pelle le problematiche di immigrazione, di sicurezza
e vogliono vivere nella propria terra senza la paura di essere rapinati da
extracomunitari che, nascosti sotto la cosiddetta "integrazione", cercando di
fregarti. No... basta! lo dobbiamo impedire a tutti i costi.
la Lega è tornata di moda, ha successo tra i giovani per la comunanza di
linguaggio, di mentalità, di azione. La Lega Nord è una confederazione di più
movimenti politici
autonomisti
che attualmente ripropone il progetto di uno
Stato
federale e si batte per l'attuazione di norme più severe per contrastare l'integralismo
islamico; enfatizza anche la lotta all'immigrazione
clandestina."
Il giovane continua a parlare con maggiore tracotanza, ma all’improvviso cade a
terra privo di sensi. La sua malattia, dovuta ad una malformazione del cuore
congenita, ha avuto la prevalenza.
Trasportato di corsa in ospedale risulta subito un caso disperato… occorre un
trapianto del cuore; lo sapeva e aspettava da tempo la disponibilità
dell’organo.
…Intanto l’unico genitore in vita di Niko, ha dato il via libera alla donazione
degli organi del figlio, morto proprio quella mattina in una strada lì vicina.
Niko è un Rom, di una comunità Sinti, lombarda.
"Credo che la donazioni di organi - conclude il padre fra il pianto -
rappresenti un'espressione di altissima solidarietà , mio figlio sarebbe
d’accordo."
Dopo l’operazione riuscitissima ed una breve convalescenza, il giovane leghista
torna a vivere, compra un mazzo di rose bianche e si reca al cimitero, curioso
di conoscere il benefattore. Apprende cosi la verità, lascia i fiori nella tomba
e torna a casa piangendo… finalmente un "cuore nero" continuerà a battere sotto
la sua camicia verde.
IRYNA CHUMAKOVA
Ciao invio un articolo su Bruno Morelli, rom abruzzese, socio della
"Federazione Rom e Sinti Insieme"
Maria Grazia Dicati
da Il
Messaggero
di PINO VERI
AVEZZANO - Non poteva non esserci un rom di Avezzano nella "Federazione"
costituitasi al Ministero degli Interni quale organo consultivo per decidere i
nuovi rapporti tra rom e sinti (le due entie zingare esistenti in Italia) ed il
Governo, alla luce delle recentissime raccomandazioni dell’Europa sulla vicenda.
Non poteva non esserci dal momento che i rom ad Avezzano costituiscono una
nutrita "colonia" da tempo inseritasi nel tessuto marsicano, ed in stretto
contatto con le altre famiglie abruzzesi e romane.
Si tratta di Bruno Morelli, 49 anni, una maturità artistica conseguita a Roma al
liceo e poi la laurea in Belle arti. E’ tornato in Abruzzo per le ferie ma, fino
a ieri, è stato impegnato su più fronti: "Abbiamo lavorato a lungo assieme ai
tecnici del Ministero. E devo dire di aver trovato la massima disponibilità. Dei
rom sanno poco: abbiamo parlato di istruzione, di sanità, di casa. Non sono
l’unico abruzzese, ce ne sono altri tre o quattro, ma, insomma, devo dire che si
tratta di un confronto abbastanza serrato".
Morelli parla dell’Europa, delle raccomandazioni fatte al Governo italiano di
non isolare questa comunità e dello sforzo reciproco per far si che questo non
accada. Stupendo ed affascinante il suo mondo. Morelli vive tra Avezzano e Roma:
in Marsica ha il suo studio nel quale dipinge.
Quadri stupendi, opere di un fascino coloristico assolutamente ineguagliabile. E
l’ambiente? Tipicamente zingaro: una casa rigorosamente in periferia, fuori,
abbastanza curata ma, dentro, quasi una reggia. Principesca e coloratissima:
nulla di eccezionalmente ricco ma arredata con gusto da opere d’arte (sculture e
quadri) di evidente ispirazione zingara.
Di Fabrizio (del 22/08/2008 @ 12:41:27, in Italia, visitato 1579 volte)
Ricevo da Agostino Rota Martir
Alzati gli occhi verso i loro elettori, Gasparri e Giovanardi così
predicavano:
Beati voi ricchi, perché finalmente è ormai nostro il Regno dell'impunità
e dell'affarismo.
Beati voi che ora siete sazi,
perché ora più nessuno potrà criticare o fermare la nostra abbondanza.
Beati voi che ora beatamente banchettate,
perché saranno altri a piangere e a dover tirare la cinghia.
Beati voi quando gli uomini ci ammirano e quando ci esalteranno
adulandoci e i nostri avversari saranno visti come scellerati, a causa della
nostra propaganda.
Ma guai a voi, poveri, vi dichiariamo guerra,
perché ora avrete ciò che vi meritate: la smetterete di rovistare nei
cassonetti...sarete finalmente identificati e multati!
Guai a voi affamati perché non potrete più infastidire la gente per bene
mendicando ai semafori delle nostre ricche città, vi denunceremo e poi
prenderemo i vostri figli.
Guai a coloro che vivono piagnucolando le loro miserie, perché saranno
consolati dall'esercito che proteggerà la giusta quiete delle nostre città e per
il loro bene prenderemo le loro impronte.
Guai coloro che oseranno parlare male di noi, che siamo i nuovi
messaggeri della vera divina Provvidenza, perché i nostri guardiani dell'ordine
non permetteranno più che falsi profeti disturbino la sicurezza della nostra
patria e si permetta di mettere in dubbio i nostri valori cristiani occidentali.
Meriteranno la sorte degli antichi profeti, come fecero i nostri padri verso
costoro.
(dal vangelo della casa della libertà)
Di Fabrizio (del 22/08/2008 @ 09:15:01, in Europa, visitato 1885 volte)
Da
British_Roma
MigrantInfoSource - La Situazione della Comunità Rom di Glasgow
Di fronte a durezze, razzismo e discriminazioni crescenti nell'Europa
Centrale ed Orientale dopo la caduta dei regimi socialisti, i Rom sono fuggiti
in gran numero da una situazione che peggiorava, prima come richiedenti asilo e
poi, dal maggio 2004, come "nuovi" cittadini di un'Unione Europea allargata.
D'altro canto, sono stati incrociati da una nuova ondata di attitudini anti-Rom
emergenti nell'Europa Occidentale, sottolineata dalla speculazione dei media
sulle conseguenze, reali ed immaginarie, di un'immigrazione su larga scala dei
Rom dall'Est.
"Sproporzionalmente coinvolti da povertà e discriminati nell'impiego,
istruzione, sanità, servizi amministrativi e altri, affrontano ostacoli
considerevoli nel pieno godimento dei diritti umani e delle libertà
fondamentali"
Questo Rapporto riunisce la ricerca sull'esclusione sociale dei gruppi della
minoranza Rom in Europa e le loro sfide nel migrare in Europa Occidentale. Si
focalizza particolarmente sulla significativa comunità di Rom slovacchi a
Govanhill, Glasgow. Lo studio esamina il lavoro dei fornitori di servizio, e
guarda ai successi e alle sfide all'interno di una politica più vasta, politiche
sociali e contesti culturali.
Università della Scozia Occidentale. Commissionata e fondata
dall'Associazione di Cura e Salute della Comunità di Glasgow Sud Est e da Oxfam.
I risultati principali della ricerca:
- I governi, tanto a livello UK che scozzese, non solo hanno fallito nel
giocare la loro parte nella salvaguardia dei diritti dei Rom come gruppo
etnico riconosciuto in Europa, ma anche nel promuovere e far crescere la
consapevolezza dei diritti dei Rom entro la UK.
- Molti dei problemi dei Rom provengono dalla loro deliberata esclusione
dalla cittadinanza nei paesi UE da cui provengono. Questa esclusione è il
risultato di un razzismo profondo e radicati a tutti i livelli della
società.
- Dato il continuare della persecuzione ed esclusione dei Rom in
Slovacchia e Repubblica Ceca, non è illogico vedere i Rom come un gruppo che
continua ad essere "spinto" all'estero più che essere "attirato"
dalle promesse di impiego.
- I Rom si trovano principalmente nel lavoro part-time e temporaneo,
esclusi dalle principali strutture come risultato dai servizi d'impiego del
settore pubblico e dipendono dai "capibanda" per il lavoro e la casa. Come
risultato sono spesso incapacitati ad accedere ai benefici come il contratto
di lavoro, salario minimo, diritti pensionistici, vacanze pagate, congedo di
maternità e congedo pagato di malattia.
- Riguardo alla casa, i Rom sono particolarmente vulnerabili nella
dipendenza del settore privato, causa la loro situazione lavorativa e
conseguentemente sperimentano alti affitti, condizioni sotto gli standard e
accordi di locazione inesistenti. Questo porta al sovraffollamento dato che
le famiglie sono forzate a riunire le loro risorse, sfratti, e rapporti
forzati nella comunità come conseguenza di aumentati rumori e spreco.
- Le barriere nell'accedere ai centri dei servizi sanitari riguardano la
lingua e la cultura. Queste barriere impattano sulla capacità dei Rom di
registrarsi e sulla loro comprensione dei protocolli come la prenotazione
degli appuntamenti. Gli operatori sanitari hanno trovato livelli crescenti
di malnutrizione tra i bambini, sovraffollamento e infestazioni, tutti
portano a significativi rischi sanitari pubblici.
(English only)
Click here to download the report pdf or
click here to download the briefing
Di Fabrizio (del 22/08/2008 @ 00:09:21, in media, visitato 7286 volte)
Contemporaneamente all'articolo dell'Unità
di due giorni fa, è uscito anche questo lancio
ANSA.
20-AGO-08 18:43
NOMADI: IN VIAGGIO VERSO LA NUOVA FRONTIERA DELLA RETE /ANSA
TANTI I SITI 'FINESTRA' SUL MONDO DI ROM E SINTI (ANSA) - MILANO, 20 AGO -
Nomadi del web, nomadi del nuovo millennio. Ormai in disuso la pratica della
vita errante, i rom e sinti dell'era di internet viaggiano attraverso la rete
con blog, siti internet e portali dedicati. Nel web le diverse comunità si
incontrano, parlano, si scambiano informazioni e condividono problemi. Ma
soprattutto si fanno conoscere dal mondo che gli ruota attorno, quello che loro
stessi definiscono degli "stanziali". Gli italiani che, in modo sempre più
intenso negli ultimi mesi, hanno imparato a conoscere i nomadi tramite le pagine
di cronaca dei giornali e i tg per i furti di bambini, l'accattonaggio e il
rilevamento delle impronte digitali ai minori. Ci pensa il portale Mahalla,
specializzato in informazione dal 'mondo nomade', a rovesciare il luogo comune
sul popolo romanò, con una sorta di piccolo notiziario sull'Italia e l'Europa.
Racconta invece piccole storie quotidiane, legate alla sua provincia, il blog
dell'Associazione sinti italiani di Vicenza. "Tutto bene quando siamo in giro
per l'estate con le giostre ma quando, durante l'inverno, torniamo a casa e ci
rimaniamo per molti mesi, la gente comincia ad avere la paura del 'diverso'",
scrive Elvis Ferrari, presidente dell'Associazione sinti italiani. In un altro
post, c'é, invece, la storia di Domenico e Rosanna, rom lui e sinta lei, con una
figlia che da dieci anni si trova inchiodata al letto in stato di coma e
sopravvive grazie alla solidarietà della loro grande famiglia, composta da dieci
figli, che vivono grazie alla raccolta dei metalli. Dalle storie difficili ai
successi di grandi, piccoli nomadi. Come quella di Michele Di Rocco, il pugile
zingaro che ha addirittura difeso i colori dell'Italia alle olimpiadi di Atene.
O di Alexian Santino Spinelli, musicista e poeta rom, artista di fama
internazionale e, si legge sul suo curriculum sul sito dell'Associazione Thém
Romanò, "l'unico rom al mondo con due lauree ed una cattedra universitaria".
Partito da una roulotte in un campo di Pietrasanta, infatti, è arrivato, dopo
una laurea in lingue e l'altra al Dams all'università di Bologna, a insegnare
lingua e Cultura Romaní all'ateneo di Trieste. Tante, poi, le pagine web come 'Sucar
Drom', 'O Vurdon' e 'Nevo Drom' dedicate all'approfondimento sulle tematiche di
attualità e alle iniziative dei diversi comitati nati per valorizzare la cultura
Romanò nella penisola. Facile capire perché, il tema più caldo su cui si
spendono tante parole e commenti negli ultimi mesi, sia quello della schedatura
delle impronte per i bimbi rom. (ANSA).
PS: per i più esigenti,
QUI c'è una versione in portoghese
Di Fabrizio (del 21/08/2008 @ 14:44:26, in lavoro, visitato 2448 volte)
Mi piacerebbe che pubblicaste un articolo di mia moglie che
è giornalista Bielorussa e scrive per varie testate locali qui a Messina.
Quest'articolo è elaborato da lei sugli ultimi resoconti di medici senza
frontiere. Il nome di mia moglie è IRYNA CHUMAKOVA.
grazie NICOLA PAVIA
Chi accoglie uno straniero accoglie un angelo
Una delle cose che amavo di più fare all’alba sin da piccolo, era quella di
passeggiare per la lunga e bianca spiaggia del mio villaggio, Nungua Beach,
sulle coste del Ghana.
Stavo ore ad osservare le lente onde del mare del Golfo di Guinea immaginandomi
un futuro provetto pescatore, mentre il vento caldo mi accarezzava il volto. Ed
è lo stesso vento del sud che ora mi secca la gola mentre alle 4:30 del mattino
attendo insieme ad altri venti miei coetanei, tutti immigrati e rigorosamente
irregolari, l’arrivo del camioncino che ci sceglierà e farà salire per andare a
lavorare. Sono un lavoratore stagionale qui, in un paese sperduto della Sicilia,
e so che un ennesima giornata dura e infernale sta per attendermi.
Ho dormito per terra in un cascinale abbandonato in aperta campagna con altri
quattro immigrati, di cui non so neanche il nome ed in silenzio ci siamo recati
all’alba all’appuntamento. Il camion arrivò, noi saltammo su sempre in silenzio,
posizionandoci sul retro, e aspettammo la partenza con lo sguardo sempre rivolto
a terra.
Arrivati a destinazione, ognuno di noi scese velocemente avviandosi presso la
serra più grande, dove già, come sempre ogni mattina, avevano sparso i vari
pesticidi; ce ne accorgemmo perché gli occhi cominciarono a bruciare, e le mani
si arrossavano ogni volta che raccoglievamo i pomodori .
Il tempo scorreva e il sole cominciava a bruciare ma sapevamo che non avremmo
visto acqua fino al pomeriggio, vietato fermarsi. I container lentamente si
riempiono mentre i polmoni bruciano per l’aria acida, la fine della giornata ed
il riposo era lontano, avremmo continuato così fino alle 19 di sera con un
piccolo stacco alle 13. La paga è sempre quella, circa 16 o 20 euro al giorno,
ma arriva sempre alla fine del mese e a volte si aspettano anche due mesi. Il
Caporale, cosi si chiama il capo squadra, oggi è in giornata sì, ha distribuito
una razione di acqua doppia, e mentre beviamo, il mio compagno di fila si piega
in avanti gridando dal dolore. Il caporale imprecando fa segno ad altri due tizi
a bordo coltivazione e così il poveretto viene caricato in macchina e portato
via. Verrà sicuramente abbandonato davanti un posto di guardia medica per non
avere guai, lui non ha i documenti.
Arriva così il fatidico fischio di fine lavoro, una vera liberazione. I padroni
se ne vanno e noi ci incamminiamo come zombi verso una Masseria distante dì lì a
poco. Senza acqua né luce, senza viveri e senza coperte, ci sono solo tre
materassi luridi e consumati, e noi siamo in 10…
Per i servizi igienici si va in fondo alle scale, al buio, in mezzo allo sporco
ed al puzzo incredibile, in silenzio. Qualcuno esce un pezzo di pane rancido,
un altro è riuscito a nascondere tre pomodori nelle mutande. Stabiliamo i turni
per utilizzare tre alla volta il materasso e l’odore pungente della stalla
dietro, nasconde l’odore dei nostri corpi. È pericoloso uscire la notte, ci sono
i ragazzi Italiani che possono menarti con bottiglie di vetro insultandoti. La
stanchezza ha finalmente il sopravvento, e gli occhi si chiudono e nella notte
mi ritrovo bambino, un bambino che sogna: "sicuramente da grande sarò un bravo
pescatore".
I dati sono stati presi dai resoconti annuali del gruppo onlus Medici Senza
Frontiere.
Iryna Chumakova
Di Fabrizio (del 21/08/2008 @ 10:50:31, in media, visitato 1871 volte)
TEATRO E DANZA
La complessa realta' degli zingari che vivono in Italia, in particolare in
Puglia, è al centro del documentario "Japigia Gagi" che il regista Giovanni
Princigalli ha presentato all’Istituto italiano di cultura di Buenos Aires.
Questo lavoro, ha indicato l’autore che era presente alla proiezione, ha
partecipato al 19/o Incontro di arte e cultura del "Mercosur" a Eldorado
(Argentina settentrionale).
"Jaipigia Gagi" è in sostanza un lavoro di "esplorazione" della comunità Rom di
Jaipigia, a Bari, che ha permesso di approfondire una cultura di cui si parla
molto, soprattutto per motivi legati alla sicurezza, ma di cui si conosce molto
poco.
Il regista la racconta attraverso il punto di vista di quattro suoi membri, una
ragazza di 17 anni rinchiusa in un istituto per minori che vuole tornare a casa
dai genitori, un’adolescente che sogna di fare la modella, una bambina di undici
anni che si rifiuta di andare a scuola perché vuole continuare a fare compagnia
alla madre che chiede l’elemosina ai semafori e un uomo di 35 anni che aspetta
che arrivi la figlia dalla Romania.
Princigalli, autore anche di Gli Errori Belli (2007) che tratta dei figli degli
emigranti italiani in America che vogliono imparare la lingua dei genitori, ha
vissuto in stretto contatto con gli abitanti di Jaipigia per oltre un anno.
L'intento del documentario, ha precisato, è quello di "andare oltre la figura
del rom che sta al semaforo, senza inseguire visioni romantiche e stereotipate".
Il film ha partecipato a oltre 40 concorsi internazionali, ricevendo numerosi
premi.
20/8/2008
Da
Mundo_Gitano
ELTIEMPO.COM vida de hoy I bambini gitani in Colombia convivono tra la
modernità ed i loro costumi ancestrali Por: JOSÉ ALBERTO MOJICA P.
Foto: Claudia Rubio / EL TIEMPO Nella casa di Geraldín, in un quartiere della
zona 3 a ovest di Bogotá, vivono 23 persone. Suo papà è un artigiano del rame
A Bogotá passano inosservati perché sono immersi nella società. Dicono
che qui stanno meglio che in altri paesi dove sono perseguiti. Cronaca
"Sì, sono Gitana", confessò Geraldín Gómez davanti ai suoi compagni di
classe, quando un'insegnante le chiese se era vero quello che si commentava
nella scuola, Questo successe appena un mese fa.
"Non l'avevo detto prima perché, anche se non è un segreto, non è neanche da
raccontare a tutti", dice la ragazza, 12 anni, studente di quinta della
primaria.
Le sue amiche, stupite, le chiedono con curiosità se vive nelle tende, come
mostrano le telenovelas e le pellicole, e poi le han chiesto di leggerle la
mano.
Anche se ha ereditato le tradizioni della sua cultura millenaria dai suoi
genitori e dai nonno, e domina la lingua del popolo Rom, la chiromanzia non le
piace. Di più, chiarisce che si tratta di arte con cui si nasce e che lei non
possiede.
Geraldín è quasi una donna, di più: una bella donna. E questo preoccupa sua
padre, un uomo forte che, come la maggioranza dei maschi Gitani, si guadagna la
vita come artigiano del rame.
E' uso sposarsi a 15 anni
In casa sua, dove vivono 23 persone, in un quartiere della zona 3 a ovest di
Bogotá, condivide una stanza con fratelli e genitori.
Per l'età e la bellezza di
Geraldín, il padre confessa di pensare di ritirarla da scuola. "Lo studio va
bene, però fuori, con i 'gadzhe' (non Gitani), può perdere le sue tradizioni.
Inoltre, è quasi una donna e gli uomini possono infastidirla", sostiene.
E oltre al futuro, che spera per sua figlia, come comandano le leggi del popolo
Rom, è che a 15 anni abbia già una famiglia, con un uomo della sua comunità.
Però lei, come in molti di questi tempi, la pensa diversamente. E questo,
secondo
Dalila
Gómez, Coordinatrice Generale del Processo Organizzativo del Popolo Rom di
Colombia (PRORROM) - che cerca di garantire i diritti collettivi del suo popolo
- si è convertito in un problema.
"Anche se hanno ereditato l'idioma ed i costumi, è impossibile pretendere che
siano uguali ai Gitani di altre epoche. Vivono una dualità: tra il mistico ed il
mondo contemporaneo", sostiene Dalila, una delle poche Gitane in Colombia che
hanno una professione precisa. E' ingegnere industriale e lavora per lo Stato.
Ha dovuto confrontarsi coi suoi genitori e con tutta la comunità quando
decise che, invece di sposarsi così giovane, voleva studiare.
Oggi non è solo la leader più visibile del popolo Rom nel paese, ma si è
convertita in un modello per i giovani.
Il suo mondo è il moderno
Dalila aggiunge che, da circa due decadi, i bimbi Gitani non hanno vissuto la
vita itinerante dei loro antenati, che il tema della chiromanzia e
dell'artigianato non li emoziona, e che le tendenze attuali come la musica e
Internet sono parte della loro quotidianità.
Nonostante, Geraldín afferma che i bimbi Gitani in Colombia sono fortunati,
rispetto ai loro coetanei in Europa.
Da poco, si è interessata alle notizie dall'Italia dove si è generata una
polemica sulla proposta del Governo di questo paese di prendere le impronte
digitali ai bambini di questa etnia al fine di evitare che mendichino.
Ed ha saputo anche che due bambine Gitane sono morte affogate in una spiaggia
italiana, di fronte allo sguardo indifferente dei turisti. "Questo è inumano, e
assurdo. Siamo persone come le altre, non una piaga come molti ci vedono", dice.
Geraldín rispetta le intenzioni di suo padre, però spera che comprenda che i
tempi sono cambiati e che lei può ottenere una professione senza smettere di
essere Gitana, come ha fatto Dalila, sua zia. Tanto che vuole montare una
propria accademia di danza ed essere cantante, mentre va all'università.
"Nessuno sa cosa può succedere col futuro della bimba, però io l'appoggio.
Voglio che studi e abbia una vita migliore. Essere Gitano, andare da un posto
all'altro, non avere nulla, è molto difficile", dice sua madre, Miryam.
Geraldín sa che ha davanti una lotta ferrea col suo destino. Non vuole
ripetere la storia di sua madre, vuole diventare un professionista, senza
smettere di essere una buona Gitana.
"Il futuro per i Gitani non esiste. Il futuro è oggi e ora. Aspettiamo di
vedere cosa succede quando arriva il momento di decidere", dice.
Qui vivono in 5.000
In Colombia, secondo il censimento del 2005, vivono circa 5.000 gitani. Di
questi, 1.446 sono minori. Sono considerati come etnia dallo Stato dal 1998.
Gli uomini vivono del commercio informale, dell'artigianato dei metalli e del
rame e della riparazione di macchine pesanti. Le donne si dedicano alla
chiromanzia, al cucito ed alla cura della casa.
I gitani sono originari del nord dell'India. La loro presenza in Colombia
iniziò nel XIX secolo. Arrivarono in America Latina col terzo viaggio di
Colombo.
Bogotá, D.C., 16 de agosto de 2008.
Redacción Vida de Hoy. El Tiempo.
Di Fabrizio (del 20/08/2008 @ 18:46:02, in media, visitato 7481 volte)
Chi segue i blog, sa che ce ne sono altri, oltre a quelli
citati.
Ciao Maria Grazia
Rom e Sinti nomadi virtuali - di Alessia Grossi sull'Unità "Dal falò alla Rete". Questo è il titolo di
uno dei tantissimi post inseriti in uno dei siti delle comunità Rom Sinti e Kalè in Italia e nel mondo. A parlare della propria storia,
della storia dei propri passi e del difficile cammino verso l'integrazione nei
paesi d'approdo sono proprio loro. I nomadi, i gitani, gli zingari, comunità una
volta viandanti oggi sempre più stabili e alla ricerca di uno spazio integrato.
Sul web scrivono, si informano e si ritrovano virtualmente dopo secoli di
cammino. I luoghi sono quelli di tutti i cybernauti: blog, siti dedicati e in
questo caso completi di mappe virtuali.
Le più note finestre sulla comunità online del popolo nomade - oltre a quello
della Federazione
Rom e Sinti insieme - sono "Mahalla"
che raccoglie le comunità Sinti, Rom e Kalè da tutto il mondo e
"Sucar Drom" dove
la foto sotto l'apertura - uno striscione con su scritto: "Non vi vogliamo vi
odiamo" - augura a tutti buone vacanze. C'è poi il sito dell'Unione del Popolo
Gitano, organizzazione riconosciuta dalle Nazioni Unite che raccoglie le notizie
sui gitani in tutto il mondo.
Ma la comunità raccoglie siti di tutti i tipi. Portali della cultura Rom e
Sinti come
"Bjoco" o "Vurdòn"
dove la cultura si incontra con la storia, quella più cruenta. Così ad aprire il
sito è il "manifesto sulla purezza della razza" pubblicato settant'anni fa,
quello da cui scaturirono le leggi razziali. Sotto al link del testo la
petizione contro la schedatura voluta da Maroni e la ormai celebre fotografia
della bimba rom che dà un dito per il ministro dell'Interno italiano.
Ma quella creata in Rete - cronaca a parte - è una nuova idea di comunità
collegata non dai lunghi cammini e secolari spostamenti ma da una capillare
mappatura di siti, link e post che si richiamano tra loro. E se li apri ti si
apre una mappa di collegamenti. Dalla comunità Rom passi a quella Sinti, a blog
singoli, tutti legati dalla nuova frontiera del nomadismo. Sul sito di Mahalla
c'è una
mappa virtuale, ad esempio, che ti permette di vedere gli appartenenti alla
comunità in tutto il mondo. Dall'Australia alla Colombia, dal Canada alla
Finlandia. Ad ogni omino virtuale corrisponde un nomade vero che così può
facilmente tenersi in contatto senza troppi spostamenti.
È una nuova idea di comunità, insomma, non legata solo alle tradizioni e alla
difesa gelosa delle appartenenze ma anche di un territorio di riscatto e di
integrazione con un mondo che nutre diffidenza e timore nei loro confronti.
Pagine che trasmettono storie, problemi, testimonianze di una cultura di
migrazioni che dura da più di cinque secoli. Ma che sanno anche raccontare
piccole, buone notizie come quelle dei tanti rom e sinti che sono riusciti a
diventare importanti artisti,
musicisti, sportivi ed esponenti della cultura nel nostro paese.
Peccato che per ora resti ancora aperto l'interrogativo dell'articolo con cui
apre Mahalla, ripreso da The Guardian: "Perché gli italiani ci odiano?".
Di Fabrizio (del 20/08/2008 @ 15:55:04, in Italia, visitato 1956 volte)
Ricevo da Roberto Malini
COMUNICATO STAMPA - 19 agosto2008
Oggi, martedì 19 agosto, intorno alle ore 15, a Pesaro, di fronte al
teatro Rossini, davanti alla gelateria "Lo Zio Marco" il giovane
Ionut Grancea, 17nne Rom romeno, fratello dell'attivista Rom del Gruppo
EveryOne Nico Grancea , è stato aggredito da un italiano mentre
chiedeva l'elemosina di fronte al locale.
Il ragazzo è stato avvicinato dall'uomo, sui 35 anni, che, uscendo
dalla gelateria, lo apostrofava con parole minacciose: "vattene subito di
qui!". "Ho risposto che non stavo facendo niente di male, che sono povero e sono
costretto a mendicare per sopravvivere" è riuscito a raccontare in preda al
panico il giovane Ionut agli attivisti del Gruppo EveryOne che lo hanno
soccorso. "Mi ha detto ‘vattene o ti brucio vivo". Alla minaccia, è
seguito un violento pugno all'altezza della tempia sinistra e un breve
inseguimento, con l'obiettivo di pestare a sangue il giovane.
"E' l'ennesimo, vergognoso episodio di violenza razzista che si verifica in
Italia" commentano Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario
Picciau, i leader del Gruppo EveryOne. "Negli ultimi tempi, fra Rimini,
Pesaro e Fano si sono verificati gravissimi episodi di intolleranza razziale mai
stigmatizzati dalle Istituzioni locali: il pestaggio di una ragazzina Rom
incinta sulla passeggiata, di fronte a decine di italiani indifferenti; un
giovanissimo Rom romeno schiaffeggiato, insultato e minacciato da razzisti
italiani, sempre davanti a testimoni senza alcuna volontà di difenderlo;
l'attivista Nico Grancea, membro del nostro Gruppo, minacciato di morte. E'
necessario che le istituzioni, le autorità e la stampa locale assumano una
posizione forte e smettano di voltare la faccia dall'altra parte di fronte ad
azioni che ci riportano agli anni dei manganelli e dell'olio di ricino"
continuano i rappresentanti di EveryOne. "Nessuno dei tanti che gustavano
il loro gelato mentre Ionut veniva preso a pugni ha mosso un dito per fermare
l'aggressore, né si è alzato dal proprio tavolo per soccorrere il ragazzo:
la gente continuava indifferente a conversare, come niente fosse, e questo è un
particolare ancora più raccapricciante".
Dopo l'intervento dei Carabinieri, che hanno identificato l'aggressore,
rilevandone i dati grazie alla segnalazione della famiglia del ragazzo
aggredito, Ionut è stato condotto al pronto soccorso dell'Ospedale San
Salvatore dolorante, in preda a vertigini e in forte stato confusionale: per
lui un "trauma contusivo della guancia e della regione zigomatica sinistra
con arrossamento abraso, dolore e vertigini a seguito di percossa" e 5
giorni di prognosi.
"La città di Pesaro deve ritrovare il suo spirito democratico e
accogliente", proseguono gli attivisti "perché nonostante le lodevoli
promesse del sindaco Luca Ceriscioli relative all'avvio urgente di un
programma di integrazione e sostegno, finora la piccola comunità Rom romena
che vive in città ha subito ogni genere di vessazione e umiliazione e vive
tuttora in condizioni di povertà ed emarginazione gravissime, nonostante la
commissione del Parlamento Europeo in visita ai campi Rom d'Italia abbia scelto
i suoi membri quali esempi della condizione di persecuzione cui è soggetto il
popolo Rom nel nostro Paese. Oltretutto" affermano ancora Malini, Pegoraro e
Picciau "è stato comunicato dalle autorità alle famiglie Rom di Pesaro che a
fine agosto, contraddicendo le promesse del sindaco, verranno messe in mezzo
alla strada. Ebbene, in quelle famiglie vi sono donne e uomini sofferenti
di gravi patologie oncologiche e cardiache, bambini anche di pochi giorni e
persone in condizioni di grave denutrizione. Questo sgombero contro cui
il nostro gruppo si oppone con indignazione causerebbe un'ulteriore
tragedia e un'ulteriore dimostrazione di natura xenofobica di fronte alla quale
il sindaco Luca Ceriscioli non può restare indifferente. Ricordiamo"
concludono "che la Questura della città di Pesaro ha affisso per le strade
della città marchigiana, e nelle botteghe, locandine che ricordano gli anni
delle leggi razziali. Una di queste locandine invita la cittadinanza a
chiamare le autorità nel caso vedano per le strade nomadi. Questo in
contravvenzione delle direttive del Parlamento Europeo, della Costituzione
italiana e delle convenzioni internazionali che proteggono i diritti dei popoli
e tutelano i diritti umani".
Il Gruppo EveryOne porterà all'attenzione immediata della Commissione
Europea, del Parlamento Europeo e del Consiglio UE, il grado di indifferenza,
approssimazione e negligenza con cui spesso autorità e istituzioni locali
italiane reagiscono di fronte a episodi di matrice puramente razzista,
lesivi dei diritti fondamentali e della dignità dell'individuo, come quello di
oggi, e nel frattempo invita il sindaco Ceriscioli a condannare pubblicamente
il gesto, esprimendo solidarietà al ragazzo e a tutta la comunità Rom colpita".
Per ulteriori informazioni:
Gruppo EveryOne
Tel: (+ 39) 334-8429527 – (+ 39) 331-3585406
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PS: Su
Il Resto del Carlino
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