Chi segue i blog, sa che ce ne sono altri, oltre a quelli
citati.
Ciao Maria Grazia
Rom e Sinti nomadi virtuali - di Alessia Grossi sull'Unità
"Dal falò alla Rete". Questo è il titolo di
uno dei tantissimi post inseriti in uno dei siti delle comunità Rom Sinti e Kalè in Italia e nel mondo. A parlare della propria storia,
della storia dei propri passi e del difficile cammino verso l'integrazione nei
paesi d'approdo sono proprio loro. I nomadi, i gitani, gli zingari, comunità una
volta viandanti oggi sempre più stabili e alla ricerca di uno spazio integrato.
Sul web scrivono, si informano e si ritrovano virtualmente dopo secoli di
cammino. I luoghi sono quelli di tutti i cybernauti: blog, siti dedicati e in
questo caso completi di mappe virtuali.
Le più note finestre sulla comunità online del popolo nomade - oltre a quello
della Federazione
Rom e Sinti insieme - sono "Mahalla"
che raccoglie le comunità Sinti, Rom e Kalè da tutto il mondo e
"Sucar Drom" dove
la foto sotto l'apertura - uno striscione con su scritto: "Non vi vogliamo vi
odiamo" - augura a tutti buone vacanze. C'è poi il sito dell'Unione del Popolo
Gitano, organizzazione riconosciuta dalle Nazioni Unite che raccoglie le notizie
sui gitani in tutto il mondo.
Ma la comunità raccoglie siti di tutti i tipi. Portali della cultura Rom e
Sinti come
"Bjoco" o "Vurdòn"
dove la cultura si incontra con la storia, quella più cruenta. Così ad aprire il
sito è il "manifesto sulla purezza della razza" pubblicato settant'anni fa,
quello da cui scaturirono le leggi razziali. Sotto al link del testo la
petizione contro la schedatura voluta da Maroni e la ormai celebre fotografia
della bimba rom che dà un dito per il ministro dell'Interno italiano.
Ma quella creata in Rete - cronaca a parte - è una nuova idea di comunità
collegata non dai lunghi cammini e secolari spostamenti ma da una capillare
mappatura di siti, link e post che si richiamano tra loro. E se li apri ti si
apre una mappa di collegamenti. Dalla comunità Rom passi a quella Sinti, a blog
singoli, tutti legati dalla nuova frontiera del nomadismo. Sul sito di Mahalla
c'è una
mappa virtuale, ad esempio, che ti permette di vedere gli appartenenti alla
comunità in tutto il mondo. Dall'Australia alla Colombia, dal Canada alla
Finlandia. Ad ogni omino virtuale corrisponde un nomade vero che così può
facilmente tenersi in contatto senza troppi spostamenti.
È una nuova idea di comunità, insomma, non legata solo alle tradizioni e alla
difesa gelosa delle appartenenze ma anche di un territorio di riscatto e di
integrazione con un mondo che nutre diffidenza e timore nei loro confronti.
Pagine che trasmettono storie, problemi, testimonianze di una cultura di
migrazioni che dura da più di cinque secoli. Ma che sanno anche raccontare
piccole, buone notizie come quelle dei tanti rom e sinti che sono riusciti a
diventare importanti artisti,
musicisti, sportivi ed esponenti della cultura nel nostro paese.
Peccato che per ora resti ancora aperto l'interrogativo dell'articolo con cui
apre Mahalla, ripreso da The Guardian: "Perché gli italiani ci odiano?".