Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 03/08/2011 @ 09:58:21, in Italia, visitato 1624 volte)
di Radames Gabrielli, Presidente Federazione Rom e Sinti
Insieme
Roma, 28 luglio 2011. Carissimi Sinti, Rom e amici, come tutti sapete quello
che sta succedendo in Italia peggiora ogni giorno di più, siamo ritenuti
colpevoli di tutto quello di cui vogliono incolparci, senza darci nessuna
opportunità a difenderci. Non ci permettono di dire nemmeno la nostra opinione e
verità, gli sgomberi non si fermano mai, non ci permettono di abitare e lavorare
come ogni essere umano esistente su questo mondo. La scuola: è impossibile
che ai nostri figli venga insegnato come ai figli dei gagé, sbattono i nostri
figli all'ultimo banco senza mai insegnargli niente. Prima di farli entrare
nelle scuole li lavano dando la colpa, a noi che non manteniamo puliti i nostri
figli, senza mai ammettere che non ci permettono di abitare in un'area decente e
attrezzata, con almeno i servizi necessari e vitali come l'acqua fredda e calda
per l'inverno.
Ma io avrei un milione di cose da dirvi, cose che voi sapete e state vivendo
ogni giorno, cose diverse per ognuno di noi, chi la scuola, chi il lavoro, chi
l'habitat e chi tanto tanto altro. Sono poche le persone che hanno avuto la
fortuna di trovare quei pochi gagé che hanno voluto aiutare davvero qualche
bambino Rom o Sinto a frequentare le scuole e ad avere un diploma, ma pochi sono
riusciti a trovare il lavoro per cui hanno preso il diploma. Voglio fermarmi qui
e non continuare a parlarne, ma voglio sentire la vostra opinione.
Secondo me oggi è arrivata l'ora di radunarci tutti quanti, Sinti, Rom, gagé,
Camminanti e tutti quelli che lavorano per migliorare la vita di tutti noi,
radunarci per cercare di avere i nostri diritti, diritti che tutti gli esseri
umani hanno su questa terra all'infuori di noi, far vedere e sapere che ci siamo
anche noi. Tutto questo con una grandissima manifestazione, invitando anche
Sinti e Rom da varie parti d' Europa. Una manifestazione con personaggi del
governo di oggi e di domani, ai quali possiamo consegnare dei documenti in cui
ci sia scritto tutto quello che vogliamo e che abbiamo urgentemente bisogno per
migliorare la vita; non la nostra, ma quella dei nostri figli e dei figli dei
nostri figli.
Ho parlato direttamente con parlamentari, onorevoli, assessori di Roma che
conosco, per organizzare questa manifestazione; mi hanno promesso la loro
completa disponibilità se noi riusciamo a fargli vedere che per avere i nostri
diritti siamo pronti a scendere in campo e radunarci tutti quanti in un solo
grande popolo: una grandissima manifestazione davanti a palazzo Chigi o davanti
al Quirinale a Roma, tutti uniti almeno una volta nella vita, uniti per
combattere la discriminazione razziale, per cercare di migliorare almeno un po'
il nostro modo di vita.
Per ottenere davvero qualcosa dobbiamo far vedere che siamo tutti uniti, che
proveniamo da ogni città d'Italia e che diciamo basta a tutti i soprusi che ci
stanno ormai seguendo da migliaia di anni, che i campi di concentramenti,
l'olocausto per noi non sono ancora finiti, che la morte di Adolf Hitler non ci
a portato nessun cambiamento, e tanto tanto altro.
Spero che vi prendiate un po' di tempo per pensarci e mi comunichiate la
partecipazione diretta, non solo adesione, vostra e dei vostri conoscenti alla
manifestazione per i nostri diritti.
Per informazioni:
Radames Gabrielli
Presidente Federazione Rom e Sinti Insieme
Email: radames.gabrielli@gmail.com
Di Fabrizio (del 01/08/2011 @ 09:01:46, in Italia, visitato 1848 volte)
Ricevo da Rosi Mangiacavallo
Spero di farvi cosa gradita inviandovi i link degli ultimi documenti che lo
European Roma Rights Centre ha prodotto sull'Italia:
- un
report sulla condizione delle donne rom in Italia presentato alla
Commissione CEDAW delle Nazioni Unite;
- un
rapporto/sintesi sulla situazione dei bambini rom in Italia presentato
al Comitato dei Diritti dell'Infanzia delle Nazioni Unite.
(i link sono in inglese, NDR)
Di Fabrizio (del 31/07/2011 @ 09:49:03, in Italia, visitato 1658 volte)
Utilizzando la mascherina è possibile segnalare casi di discriminazione e di
razzismo subiti direttamente o di cui si è stati testimoni. I casi saranno
inseriti nel nostro database ma, soprattutto, provvederemo a darne comunicazione
all'Unar e, quando possibile, a operatori che possano intervenire a tutela delle
vittime.
Vai alla pagina
Di Fabrizio (del 30/07/2011 @ 09:06:16, in Italia, visitato 1499 volte)
Di Fabrizio (del 13/07/2011 @ 09:31:45, in Italia, visitato 1579 volte)
Mediterranews Di Eleonora Casula
San Nicolò D'Arcidano, una delle prime comunità stabili Rom della provincia di Oristano, ieri pomeriggio rimane vittima di un tragico incendio che ha completamente distrutto il
"campo". Non ci sono feriti tra i rom che vivono nel campo, una novantina, tra i quali molti bambini. Fiamme alte anche 20 metri, che nel giro di meno di due ore hanno praticamente raso al suolo tutte le baracche del campo. Momenti di paura per l'esplosione di alcune bombole di gas. Per domare le fiamme sono dovuti intervenire due elicotteri del servizio antincendi regionale. La natura dell'episodio è ancora da accertare ma non si esclude il dolo. La Protezione Civile ha lavorato sino a notte inoltrata e, nel campo sportivo del comune sono state issate 7 tende che come si legge sulla Nuova Sardegna online, sono state fornite dal Servizio di Protezione civile della Regione. Le tende sono equipaggiate di biancheria pulita e nell'arco della giornata dovrebbero essere montati alcuni gazebo per creare ombra e refrigerio. Attualmente anche gli spogliatoi e i servizi igienici del campo di S.N.Arcidano sono utilizzati dai cittadini di etnia Rom, l'amministrazione comunale poi già da ieri, con grande solerzia, ha predisposto un servizio catering e, d'intesa con l'Asl, l'erogazione dell'assistenza medica ad alcune persone ammalate, inoltre sembra persino che per evitare ulteriori disguidi la tendopoli sia costantemente vigilata dai locali L volontari della Protezione civile.
La comunità rom di San Nicolò d'Arcidano, la più
"antica" della provincia è da sempre integrata ottimamente con la comunità locale, e, attualmente sembra essere composta da circa 100 rom stanziali. Nell'incendio di ieri però tutto è andato distrutto persino i mezzi che i Rom usano per lavorare. è composta da 94 persone, molti sono i bambini e diverse anche le persone anziane. Nell'incendio di ieri pomeriggio hanno perso tutti i loro averi. Con le baracche sono bruciati arredi e suppellettili e il fuoco ha incenerito anche alcuni mezzi parcheggiati nelle adiacenze. Al comune sono già pervenute richieste di aiuto economico. Da qui ad un mese la situazione sarà delicatissima e, fortunosamente già da tempo, grazie a dei fondi Europei, si lavorava alla sistemazione di un'area nei pressi del campo rom, per poter creare alcuni spazi abitativi migliori e così già tra un mese i rom arcidanesi potranno avere le nuove
"case" fatto sta che però la situazione potrebbe rivelarsi critica dal punto di vista del disagio economico in cui verseranno alcune famiglie zingare.
Di Fabrizio (del 06/07/2011 @ 09:14:29, in Italia, visitato 1688 volte)
Catanzaroinforma.it Martedì, 05 Luglio 2011 12.12
L'Associazione ''Terra di Confine' è il quarto anno che propone e porta
avanti il progetto ''Un'estate insieme' con risultati notevoli. L'iniziativa ha
sempre risposto ad un bisogno della comunità rom di Via Lucrezia della Valle,
ovvero permettere ai bambini dai 6 ai 13 anni di affrontare i mesi estivi, in
concomitanza con la chiusura della scuola, in maniera alternativa alla vita del
campo. Con la chiusura dell'anno scolastico nasce l'esigenza di diversificare
gli interventi, ''Terra di Confine' sperimenta un modo diverso di rapportarsi
con la Comunità, e soprattutto con i più giovani, prevedendo attività di
animazione che hanno lo scopo di coinvolgerli in prima persona. Tutto questo per
offrire la possibilità di far vivere ai bambini di Via Lucrezia della Valle
un'estate diversa e di promuovere quello che ''Terra di Confine' cerca di fare
da anni, far conoscere la realtà del popolo Rom attraverso azioni positive che
permettano il superamento dei pregiudizi e degli stereotipi nei loro confronti.
Lo scorso anno l'associazione ha deciso insieme alla comunità, di portare avanti
una sperimentazione, le operatrici che hanno lavorato al progetto sono state le
donne rom, le mamme dei bambini. Vista la bontà dei risultati, si è deciso di
continuare nel percorso che ormai non può più definirsi una sperimentazione ma
una prassi, una buona prassi, consolidata.
''L'impegno che portiamo avanti ormai da 18 anni - dice il presidente
dell'associazione, Maria De Luca - ci permette oggi, attraverso una profonda
conoscenza della realtà rom, di proporre percorsi alternativi che vedano loro
come reali protagonisti del cambiamento. Il discorso è già iniziato a dicembre
2009 con il ''Progetto Arcobaleno' finanziato dall'Assessorato comunale alle
Politiche Sociali, che ha visto coinvolte due ragazze della comunità'. ''Terra
di Confine' e la comunità Rom di Via Lucrezia della Valle ringraziano il Comune
nella persona del consigliere Eugenio Occhini per aver permesso anche quest'anno
la realizzazione del progetto. Nonostante ci siano state le elezioni comunali il
consigliere Occhini è riuscito nel mese di marzo a prevedere un impegno di spesa
utilizzando i ''dodicesimi', dimostrando un lodevole e reale impegno nei
confronti delle politiche di integrazione delle comunità rom residenti nel
nostro territorio.
Di Fabrizio (del 05/07/2011 @ 09:41:34, in Italia, visitato 1717 volte)
Segnalato da Karin Faistnauer
Abitare in Calabria di Italia Serratore
Dall'alto di una collinetta, che dava sulla strada che da Cortale porta a
Iacurso, mia zia mi mostrava un carro di zingari, che trasportava persone
adulte, alcuni bambini, utensili, qualche mobile. "Guarda, quelli sono gli
zingari e rapiscono i bambini". Ero piccolissima e sentii un colpo allo
stomaco: avevo paura. Avevo ricevuto in realtà il peso di un pre-giudizio ed ero
spaventata. Oggi l'Italia in politica estera condivide le posizioni più retrive:
Berlusconi fa sua quella di Sarkozy sugli zingari, Fini (destra da cui dovrebbe
arrivare la luce!) è d'accordo senza riserve sul divieto francese del burqa,
ancora Berlusconi ci fa assistere alla passerella di hostess di un tipo come
Gheddafi che tanto ricorda il circo delle sue allegre estati in Sardegna. Anche
a Lamezia Terme, per parlare di un centro a noi vicino, sono famigerati gli
zingari (la città non ha mai saputo affrontare la questione), più che gli
‘ndranghetisti. Anni dopo quel mio primo incontro con il popolo dei Rom, una
zingara chiede se può entrare in casa nostra per predirci, in cambio di un po'
di cibo, il futuro. "Voliti ndivinata a fortuna?", chiede quella donna, con un
bambino in braccio. Di solito, nei nostri vicoli, dove non si sapeva cosa si
potesse rubare vista la non ricchezza, gli adulti erano soliti dire ai ragazzi:
"Chiudi la porta, potrebbe entrare qualche zingara!". Quel giorno però mia madre
forse aveva un po' più tempo, forse voleva capire e dice all'altra: "Veramente
lo sai fare?". E la zingara, pure lei stanca della maschera, risponde: "Se lo
sapessi fare, indovinerei la mia sorte". A mia madre piacque la sincerità e la
malinconia della zingara ed io vidi le due sorridere, perché si riconoscevano
simili per la condizione economica (erano entrambe povere) e per l'essere donne
e madri. In Italia oggi chi ci governa vuole in verità spingerci ad avere paura
di ciò che ci circonda, ad avere paura del futuro, e ci vuole portare alla
conservazione del pregiudizio, a non avere il coraggio di aprirci. Rispetto al
mondo ed al nuovo, noi possiamo però avere due posizioni e quella dell'apertura
è una sfida, che forse rende più sereni. Quando ricordo quel colpo allo stomaco
per le parole di mia zia o mi sento spaventata da ciò che non conosco, cerco di
ricordare e seguire la risata di mia madre e della zingara, due donne che per un
attimo si sono parlate ed hanno vinto la diffidenza.
Di Fabrizio (del 04/07/2011 @ 09:43:18, in Italia, visitato 1996 volte)
Segnalazione di Elisabetta Michelini
Dalla Provincia Pavese - 30 giugno 2011
Non voglio assolutamente sostituirmi al vescovo monsignor Giudici nel rispondere
al consigliere comunale di Pavia della Lega Nord, tuttavia non riesco a non
esternare alcune considerazioni: il consigliere non conosce evidentemente i
nomadi pavesi altrimenti non confonderebbe i sinti con i rom. Per intenderci
i rom a Pavia erano all'ex Snia dove sono stati «evacuati» dal comune (in modo
tragico), in parte sono stati rimandati al paese di origine, in parte accolti da
privati, i da strutture comunali o messe a disposizione dalla diocesi. I sinti
sono residenti a Pavia da decenni, frequentano da 30 anni le nostre scuole,
molti di loro lavorano in regola, molti in nero come tanti altri italiani,
sicuramente qualcuno ha avuto a che fare con la giustizia per i piccoli furti.
Quando nel lontano 1992 parlavo del problema furti con la regina Mafalda,
capostipite dei sinti pavesi, questa mi rispose «hai ragione, ma noi rubiamo
poche lire, il vostro ministro De Lorenzo ha rubato miliardi» non sapevo come
risponderle. Oggi sarei altrettanto imbarazzata visti i reati per cui sono
indagati alcuni nostri politici. La regina Mafalda, aveva rinunciato al
nomadismo e voleva per i propri figli e nipoti una integrazione. Hanno fatto dei
grossi sforzi in tale senso ed i servizi sociali del comune, i volontari, don
Cinto dei Salesiani li hanno sostenuti. Don Franco, frate di Canepanova, vive
ormai da anni con loro in piazza Europa. E veniamo alla ricchezza: evidentemente
i valori della Lega sono diversi da quelli della Chiesa e, per fortuna, di una
società, anche pavese, che considera una diversa cultura come una ricchezza. I
nomadi hanno storicamente la ricchezza della libertà, della generosità, del
condividere e dell'accogliere. Hanno anche dei difetti ma chi è senza peccato
scagli la prima pietra.
Ida Bianchessi
Di Fabrizio (del 04/07/2011 @ 09:02:34, in Italia, visitato 1796 volte)
La Provincia Pavese La protesta dei sinti a Torre del Gallo dopo gli
arresti per il pestaggio del testimone di un incidente - di Adriano Agatti
PAVIA
«Tomas libero». Si legge nello striscione appeso davanti all’ ingresso del
carcere di Torre del Gallo, ieri pomeriggio, da una cinquantina di Sinti. Un
vero e proprio sit-in di protesta contro l’arresto, avvenuto qualche giorno fa,
di Tomas Casagrande. Il ragazzo 21 anni, è accusato (insieme a Rosario
Casagrande, 22 anni ) di aver picchiato Claudio Russo, un operaio di 38 anni che
aveva assistito ad un incidente stradale avvenuto in via Cantieri Spada. Il
pestaggio è da far risalire allo scorso mese di febbraio e il ferito aveva
trascorso qualche giorno in ospedale per la frattura della mandibola. I sinti,
quasi tutti del campo di piazzale Europa, hanno organizzato la protesta perchè
ritengono che Tomas Casagrande sia innocente.
«Quel giorno Tomas – spiega Aurora Casagrande – non era nemmeno a Pavia. Si
trovava a Vigevano insieme alla moglie e con il pestaggio non c’entra proprio
nulla. C’è stato uno scambio di persona molto evidente. Noi l’abbiamo sempre
saputo e cercheremo di dimostrarlo nel più breve tempo possibile. Questa nostra
protesta è anche contro gli errori giudiziari che possono rovinare persone
innocenti. Abbiamo già individuato la persona che ha pestato quell’uomo e lui
stesso ha ammesso le sue responsabilità. L’ha anche raccontato ai carabinieri ma
in carcere è finito Tomas. Non è giusto»
Ieri i due arrestati sono stati interrogati dal Gip del tribunale di Pavia
Anna Maria Oddone.
«C’è discriminazione nei confronti dei sinti – continua Aurora Casagrande – e
si può capire da quelli che noi riteniamo siano errori giudiziari. Ma vorrei
ricordare a tutti che siamo italiani a tutti gli effetti e siamo nati qui.
Vorremmo essere trattati come tutte le altre persone. Tra l’altro il padre di
Tomas è in gravi condizioni di salute e l’arresto del figlio lo ha
particolarmente provato»
I sinti avrebbero quindi eseguito un’ indagine personale e avrebbero scoperto
chi avrebbe veramente partecipato al pestaggio del 26 febbrio in via Cantieri
Spada. Si tratta di un giovane che avrebbe già ammesso di aver colpito Claudio
Russo. In ogni caso l’avvocato ha già presentato istanza di scarcerazione.
Il primo a scendere in strada quel pomeriggio di fine febbraio era stato uno
studente universitario. Dalla sua abitazione aveva sentito il botto dello
scontro tra due auto. In quel momento era arrivato Claudio Russo che stava
rientrando a casa. Si era avvicinato al punto dell’incidente senza immaginare
quali fossero le intenzioni del conducente e del passeggero della Twingo che era
appena uscita di strada ed era andata a sbattere contro una vettura
parcheggiata. Claudio Russo era stato aggredito con ferocia e colpito senza
pietà con pugni e calci. Gli aggressori non si erano fermati nemmeno quando
l’uomo era caduto a terra: un pestaggio brutale. La Twingo (che era rimasta sul
posto dell’incidente perché il conducente non era riuscito a farla ripartire)
era risultata intestata alla madre di uno degli arrestati. E da lei erano
partite le indagini dei carabinieri.
01 luglio 2011
Di Fabrizio (del 02/07/2011 @ 14:51:16, in Italia, visitato 2618 volte)
Siete avvisati: non scriverò cose simpatiche.
Stamattina s'è svolta a Milano la conferenza stampa di presentazione della
neonata
Consulta Rom, iniziativa per una volta presentata con rilievo da diversi
media.
Per quanto ho potuto osservare, accanto alle immancabili buone intenzioni,
questa Consulta nasce già con un carico notevole di problemi da affrontare.
Specifico meglio: non problemi legati alle politiche per Rom e Sinti, ma dovuti
alla sua stessa nascita e composizione.
Parto da uno dei punti chiave: la "pretesa" rappresentanza di tutte le realtà
rom e sinte della città. In realtà, ne ho testimonianze dirette, le varie
comunità restano fortemente divise tra loro su rivendicazioni ed obiettivi, e
sono restie a far fronte comune. Se da una parte ci sono i settori più deboli
(principalmente i Rom rumeni), dall'altra quelli italiani non intendono
mischiarsi. Alcune realtà storiche, come i Rom Harvati di via Chiesa Rossa (ex
Palizzi Fattori, circa 160 persone), non hanno partecipato ai lavori di
preparazione e tuttora non si sono fatti vivi.
Migliore, anche se davvero minoritaria, la partecipazione dei Rom Abruzzesi
dei due campi di via Bonfadini.
Ancora diversa la situazione dei Rom Harvati di via Idro. Sono stato
contattato (all'ultimo momento) dagli organizzatori della Consulta per
coinvolgerli e, nonostante le reticenze, comunemente si era deciso di
partecipare, almeno per capire di cosa si trattasse. Hanno anche portato un loro
contributo personale ed articolato a quella che doveva essere una
piattaforma comune. Nonostante ciò, quando martedì scorso questa Consulta ha
avuto il primo incontro col comune, nessuno degli organizzatori si è premurato
di avvisarli; viceversa in previsione della conferenza stampa di oggi, sì.
Forse che questi Rom vadano bene come pecore che applaudono, ma ancora una volta
senza il diritto di interloquire in prima persona con le autorità?
Scambiando qualche opinione con chi segue la situazione opposta dei campi
irregolari, mi hanno confermato che verso di loro è stato tenuto lo stesso
comportamento.
Resta il fatto che i due punti più sfumati affrontati nella conferenza
stampa, siano stati proprio il destino dei campi, regolari o meno, e la critica
agli sgomberi effettuati dalla nuova giunta.
Altro punto caldo: il rapporto con questa giunta. Per quanto si
continui a parlare di vento cambiato, i
primi segnali non sono incoraggianti. Si rischia di ripetere l'esperienza
del
Tavolo Rom (guarda caso, fondato a suo tempo dalle stesse persone), che ha
finito per essere un'istanza che rappresentava solo se stessa, perché nonostante
le intenzioni non aveva rapporti né con i Rom né col Comune.
Per terminare: la mia impressione, molto terra-terra, è che dietro
l'enunciazione di grandi princìpi, ci sia il tentativo di alcuni personaggi di
avere un palco di visibilità dopo i pesci in faccia presi dall'amministrazione
precedente: un'attrice mediocre, che ultimamente si è specializzata
nell'interpretare la parte del difensore dei Rom; qualcuno che sulla loro pelle
s'è costruito casa in Toscana ed i soliti residuati bellici.
Forse, mafforse, è un po' presto per emettere giudizi (d'altronde non
sono né un critico teatrale né un ingegnere). Se assisterò ad un cambiamento di
rotta ve ne darò conto (come al solito).
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