Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
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L'essere straniero per me non è altro che una via diretta al concetto di identità. In altre parole, l'identità non è qualcosa che già possiedi, devi invece passare attraverso le cose per ottenerla. Le cose devono farsi dubbie prima di potersi consolidare in maniera diversa.

Wim Wenders
-

\\ Mahalla : VAI : Italia (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 21/01/2012 @ 09:44:17, in Italia, visitato 1490 volte)

Riceviamo e pubblichiamo l'appello di Luigino Beltrami, che segue da vicino le vicende di alcune famiglie sinte di Brescia

A meno di un anno di distanza il Comune di Brescia, guidato dal vicesindaco Rolfi, è tornato a mordere la fascia più debole della società bresciana.

Prima parte
Facciamo un passo indietro nel tempo: il 14 febbraio 2011, alle ore 19:30, agenti del Comune staccarono la corrente del campo sinti di via Orzinuovi, quale punizione collettiva perché le tre famiglie Terrenghi ivi residenti non avevano rispettato l'ultimatum del Vicesindaco di mettersi ai margini della struttura (vedi newsletter n°10 del 13 aprile 2011 – Storia recente dei sinti di Brescia ). L'ordine fu disatteso perché incomprensibile secondo ogni logica, ma anche e soprattutto perché vi erano due bambini molto ammalati, bisognosi di cure da effettuarsi con l'utilizzo di strumenti elettrici, cosa impossibile ai margini del campo dove mancava la corrente.
Non appena il campo fu messo al buio, i due bambini si aggravarono a tal punto che fu necessario il ricovero in ospedale. Poco dopo uno dei due piccoli è morto.
La disperazione, la rabbia il senso pieno delle ingiustizie subite scatenarono la protesta autolesionista dei sinti che incendiarono alcune delle proprie roulotte sul ciglio della via Orzinuovi.
In seguito alle proteste e all'indignazione generale della cittadinanza, non solo locale, la corrente venne ripristinata e i Terrenghi furono trasferiti nelle baracche di via Borgosatollo, dove abitavano i rom kosovari che li accolsero fraternamente. Tutto sembrava risolto per il meglio; per tutti salvo che per il piccolo ammalato, morto alcuni giorni dopo il blackout. In merito a questa vicenda la Procura ha in seguito aperto un fascicolo.

Seconda parte
Gennaio 2012. A quasi undici mesi dal loro trasferimento nel campo di via Borgosatollo, le famiglie Terrenghi si sono ben inserite fra i rom kosovari, tutto sembra scorrere senza problemi, fatte eccezioni le frequenti visite delle Forze dell'ordine.
Ma alla vigilia dell'Epifania, gli agenti della giunta Paroli – Rolfi consegnano a Manuelito Terrenghi la comunicazione di inizio di procedimento di allontanamento dal campo per i fatti del febbraio 2011 (cioè per l'incendio di protesta autolesionista delle proprie roulotte).
Per i sinti è un brutto ritorno a un passato che si pensava non ripetibile, l'inizio di un nuovo incubo.
La decisone comunale coinvolge nuclei familiari numerosi e molti minori, tra cui i sei figli di Manuelito e i quattro del fratello Joselito (di cui il più piccolo, di soli tre anni, è affetto da stenosi all'aorta).
Vivian Clara, madre di Manuelito e Joselito, accudisce una nipote di 22 anni sordomuta.
Anche altre famiglie abitanti nel campo di via Orzinuovi hanno ricevuto lo stesso avviso di avvio delle procedure di espulsione.
Non è difficile immaginare quali saranno le conseguenze di queste espulsioni.
Per questo è importante che tutta la cittadinanza protesti contro questa azione crudele e razzista della giunta Paroli – Rolfi.

L'invito è di telefonare, mandare fax ed e-mail ai principali responsabili di questi fatti per manifestare il proprio sdegno e la propria volontà di agire per opporsi a queste continue barbarie.

Vice sindaco FABIO ROLFI
Sede: piazza Loggia 1 Tel.: 030 297.71 Fax: 030 297.8324
e-mail: frolfi@comune.brescia.it

Sindaco On. Avv. Adriano Paroli
Sede: piazza Loggia 1 Tel.: 030 297.7205 – 7206 Fax: 030 2400732
e-mail: sindaco@comune.brescia.it

 
Di Fabrizio (del 20/01/2012 @ 09:13:15, in Italia, visitato 1754 volte)

Che qualcosa stia cambiando? (segnalazione di Cosimo Palazzo)



(OMNIMILANO) Milano, 18 GEN - "Non è più tollerabile che ai cittadini stranieri senza permesso di soggiorno, che non hanno una casa in cui ripararsi la notte, venga impedita, nonostante le temperature sotto zero, l'accoglienza nelle strutture organizzate dai Comuni e dal terzo settore.

Chiediamo al Governo di farsi carico di questa situazione, individuando tempestivamente soluzioni normative che consentano agli Enti locali di garantire, in questi giorni di temperature rigide, il diritto alla vita sia di chi ha il permesso di soggiorno, sia di chi non lo ha. Continuare a girare lo sguardo e non intervenire significa attendere ulteriori tragedie". Lo ha dichiarato l'assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco ajorino. "Capita molto spesso - ha spiegato l'assessore - che i cittadini stranieri senza permesso di soggiorno non si rivolgano ai centri di accoglienza per timore dell'espulsione, e siano costretti a sfidare la sorte dormendo per strada. È una situazione che limita gli sforzi del Comune e degli enti convenzionati che intendono aiutare queste persone che rappresentano la parte più fragile della società. Negli anni scorsi molte realtà del terzo settore, impegnate nell'accoglienza dei senza fissa dimora, sono state costrette a ospitare cittadini stranieri senza permesso chiudendo un occhio sulla loro condizione giuridica. Questa situazione non è più tollerabile".

"Riteniamo moralmente e giuridicamente inaccettabile - ha aggiunto Majorino - la discriminazione che nei fatti si opera tra chi è regolare e chi non lo è, condizione che decide chi ha diritto a sopravvivere al freddo e chi no. Il diritto alla vita non può essere condizionato da alcuna disposizione di legge. Al contrario, è proprio la legge che deve garantire quel diritto".

Quest'anno per il Piano Antifreddo il Comune di Milano ha stanziato 1,2 milioni di euro mettendo a disposizione, direttamente o in convenzione con enti del terzo settore, oltre 1.400 posti letto per i senza fissa dimora, incrementando sensibilmente rispetto agli anni passati il numero dei posti disponibili. Inoltre, da lunedå scorso ß stato creato in via Verziere, nel centro della città, un Punto Caldo, dove volontari distribuiscono coperte e bevande, eseguono controlli medici e trasferiscono chi lo desidera nel centro della Protezione Civile di via Barzaghi 2.

 

L'articolo che segue merita due parole di introduzione. Da almeno tre mesi, la Gazzetta di Lucca denuncia lo scandalo degli sprechi di acqua pubblica in un insediamento rom in città. Durante tutto questo periodo, la testata sembra sia lo sola ad occuparsi della vicenda, ritornandovi periodicamente con toni polemici sull'incapacità dei politici, sui cittadini-contribuenti che pagano gli sprechi di tasca loro, sul fatto che il giornale è l'unico a parlarne. Un mix di arroganza e vittimismo, in puro stile italico, ma col merito indiscutibile di svolgere il ruolo di un giornale: sollevare il problema ed insistere per la sua soluzione. Che poi la testata sia di destra o sinistra (non è difficile capirlo), non cambia il ruolo che gli compete.
I Rom, al solito finiscono per essere il vaso di coccio della vicenda. Descritti (a volte in maniera implicita, altre esplicitamente) come sporchi, ladri, inaffidabili... insomma il solito campionario. Non mi risulta (ma potrei sbagliarmi) che in tutto questo periodo la testata abbia intervistato uno di loro.
Ma in questo caso, interviene la politica, per una volta intendendola nel senso esatto del termine. Dopo che il giornale ha descritto puntualmente in questi mesi le varie contrapposizioni e polemiche tra i soliti partiti, finalmente esce un pezzo più sereno, quello che lo stesso giornale definisce un cambiamento culturale.
Si tratta, in poche parole, del vecchio motto "ognuno faccia la sua parte", quindi:

  • il comune verifica le spese, ricordate LA MANGIATOIA?
  • censisce i "bisogni necessari" e la possibilità degli interessati nel contribuire alla spesa;
  • si individuano referenti di collegamento tra campo ed amministrazione pubblica.

A questo punto cosa manca? Un ultimo passaggio, indispensabile: sensibilizzare gli stessi abitanti del campo, e farli parte del comitato di gestione. Non è che perché sono Rom smettono di essere persone, con DIRITTI e DOVERI (anzi, soprattutto quando si parla di diritti e doveri)!

mercoledì, 18 gennaio 2012, 00:26 - di fabrizio vincenti

Forse qualcosa è davvero cambiato. Nella riunione di giunta di quest'oggi, come anticipato dal nostro quotidiano, è stato infatti affrontato il tema delle condizioni in cui versa il campo zingari di via delle Tagliate, che nelle scorse settimane è finito al centro dell'attenzione prima per i consumi idrici, poi per il generale stato di degrado e di insicurezza in cui versa.

La giunta ha infatti concordato di non procedere a spese di ripristino di quanto devastato o malfunzionante (circa 78 mila in tempi stretti più altri 100 mila in una seconda fase) sino a quando non sarà chiara la situazione del campo stesso. Ovvero sarà definito un regolamento composto da diritti e doveri, sarà individuato un gruppo di persone che fungano da collante con l'amministrazione comunale anche sul tema dell'ordine all'interno del campo, saranno censiti i bisogni di servizi primari (luce e acqua in primis) verificando la possibilità che i singoli residenti delle piazzole possano o meno fare fronte alle spese con i propri mezzi, saranno definite operazioni per contenere eventuali sprechi nella fornitura dei servizi.

In pratica, dovrebbero essere messe in discussione pesantemente le linee che hanno ispirato la politica nei confronti del campo, basata su un assistenzialismo peloso e per niente rispettoso della dignità della persone e dei soldi pubblici come testimoniano le cifre spese sinora e lo stato in cui versa il campo. In verità, a quanto si apprende, qualche tentativo, soprattutto da parte tecnica, di provare a procedere primariamente con le riparazioni confidando di metter mano solo in un secondo momento a regolamenti e quant'altro pare sia stato fatto. E del resto lo stesso direttore generale Volpi nei giorni scorsi ha più volte cercato di ridurre la questione a una mera perdita di acqua come se la situazione penosa del campo non esistesse, oppure esistesse talmente da tanto tempo da fare ormai parte a pieno titolo della città.

Il tentativo, però, è andato a vuoto e la giunta ha chiesto precise garanzie ed un percorso definito prima di far mettere mano, nuovamente, al portafoglio comunale. Verrà costituito a breve un comitato che dovrà monitorare la situazione, nel quale dovrebbero figurare sia politici che tecnici, e individuata una o due persone che fungano da raccordo tra l'amministrazione e il campo in primo luogo per la gestione ordinata dello stesso, una tema colpevolmente abbandonato da anni. Il sindaco ha nella sostanza avallato la linea di chi chiedeva un cambio di passo sulla questione zingari dopo anni e anni di pietismo sterile. E se un passo anche culturale è stato indubbiamente compiuto, la partita, però, non è conclusa: la giunta infatti non ha prodotto un documento e dunque quanto dichiarato dovrà ora trovare riscontro negli atti e nei comportamenti politici e amministrativi, sempre che qualcuno, dall'interno nella macchina burocratica, non proceda in altra direzione. Non sarebbe la prima volta.

 
Di Fabrizio (del 15/01/2012 @ 09:10:33, in Italia, visitato 1387 volte)

Segnalazione di Alberto Maria Melis

Nuovo Corriere BARISERA 10 gen 2012 - Un primo piano di una delle protagoniste della performance di Teadrom su gli autobus baresi

BARI – "No, grazie non vogliamo nulla da voi, non abbiamo spiccioli". Sembra proprio che il pregiudizio nei confronti dei Rom sia ancora presente nella comunità barese, almeno tastando le reazioni su autobus e ai semafori delle persone che involontariamente sono stati coinvolti nel progetto 'Teadrom'. Le reazioni sono state immortalate in un video conclusivo dell'iniziativa messa in campo dall'associazione Ri-belle di Bari che a partire da questa estate ha organizzato seminari e spettacoli con la forma espressiva del teatro di strada (in lingua romanès "drom" significa strada). "La collaborazione fra ragazzi rom (sette) e gadjè (non rom, una ventina in tutto) – spiega uno dei responsabili delle attività Gabriele Di Palma – ha favorito il dialogo e la conoscenza reciproca, ha potenziato le capacità espressive e immaginifiche di ciascuno e la fiducia in sé stessi. A rotazione i ragazzi coinvolti (i rom fanno parte di un interno nucleo familiare di 11 persone, ndr) hanno realizzato un esperimento di teatro invisibile. Sono saliti sugli autobus cittadini facendo finta di non conoscersi. Hanno cercato di regalare un portaoggetti in plastica (realizzato con bottigliette di plastica tagliate e chiuse con una zip, ndr) contenente un fiore di stoffa e un volantino che spiegava il progetto. Durante lo spettacolo le persone si spostavano e quando io fingendomi un ragazzo italiano precario ho chiesto denaro ai rom, sono rimasti a bocca aperta. Anche ai semafori nessuno voleva accettare il dono". Ora il nucleo familiare (11 persone con bambini dai 20 ai 2 anni) cerca una casa. "Ora vivono in condizioni precarie a Foggia – conclude Di Palma – ma stiamo trattando con la Chiesa di San Sabino per una casetta a Sannicandro. Speriamo che così possano riprendere a vivere".

Fiorella Barile

 
Di Fabrizio (del 13/01/2012 @ 09:45:01, in Italia, visitato 1617 volte)

Di quello che è successo a Torino il mese scorso: dallo stupro inventato al pogrom, sino alle recenti omertà, sappiamo parecchio. Sembra che qualcuno ci abbia preso gusto. Ora è il turno di Vicenza... c'è un brutto mondo là fuori!

VicenzaToday Torri: "Mi hanno rapito gli zingari" ma era una scusa per i compiti
Un ragazzino di 11 anni si è inventato un tentativo di sequestro per non andare a scuola senza aver fatto i compiti. Dopo tre ore confessa: aveva gettato lo zaino nel fiume
di Redazione 10/01/2012

E' tornato a casa in lacrime raccontando alla mamma che, mentre andava a scuola, gli "zingari" avevano tentato di rapirlo, riuscendo a prendergli però solo lo zaino. E' la storia inventata da un ragazzino undicenne di Torri di Quartesolo per non dover presentarsi in classe senza aver fatto i compiti. Dopo tre ore, spese da parte della polizia locale a cercare riscontri, lo studente ha "confessato": lo zaino era stato gettato nel fiume.

Mattinata movimentata a Torri, per una mamma terrorizzata che il figlio potesse finire nelle mani di pericolosi nomadi, per i vigili che per ore hanno cercato prove sul racconto di un ragazzino e per il protagonista, che non ha trovato di meglio per giustificarsi di non avere fatto i compiti a casa. Man mano che la mattina trascorreva, l'inverosimiglianza del racconto cominciava a farsi netta e l'undicenne ha confessato: mentre andava a scuola, ha gettato lo zaino dal ponte di via Marconi ed è corso a casa, inventandosi il drammatico evento. I genitori hanno promesso sonore punizioni.

 
Di Fabrizio (del 12/01/2012 @ 09:51:13, in Italia, visitato 1269 volte)

GIOVEDÍ 19 GENNAIO ALLE ORE 11.00 - presso il NAGA, in Via Zamenhof 7/A - Milano
CONFERENZA STAMPA

Come vivono i rom a Milano: analisi delle condizioni di vita e di salute delle persone che abitano le aree dismesse e i campi irregolari

Uno studio a cura dei volontari di Medicina di Strada del Naga, pubblicato sulla rivista Epidemiologia & Prevenzione, analizza i dati sociodemografici e sanitari raccolti in 14 aree dismesse e campi sul territorio milanese tra gennaio 2009 e dicembre 2010.
In questi due anni di attività, i volontari del Naga hanno visitato 1.142 persone - circa la metà delle persone rom presenti a Milano secondo le stime ufficiali: sono stati raccolti e analizzati dati su condizioni di salute, scolarità, lavoro, abitudine al fumo e altre informazioni sociodemografiche che determinano le condizioni di vita e di salute dei rom sul territorio cittadino.

Durante la conferenza stampa i volontari di Medicina di strada del Naga illustreranno i principali risultati dell'indagine, portando alla luce dati inediti che delineano una situazione di rischio e discriminazione.

Saranno disponibili copie della rivista.

Info: Naga - 349 1603305 - 02 58102599 - naga@naga.it
Scarica l'invito alla conferenza stampa

 
Di Fabrizio (del 06/01/2012 @ 09:41:17, in Italia, visitato 1793 volte)

Da NO(b)LOGO (Nel caso, rileggetevi anche QUESTO e QUESTO)

Non mi risulta, e credetemi sono stato molto attento, che il sindaco Fassino abbia ricevuto le vittime del pogrom della Continassa.

Ha fatto si qualche dichiarazione, ma talmente ambigua da essere riproposta tal quale da un gazzettino notoriamente fascista e razzista e specializzato nell'antigitanismo.

Gli zingari non meritano attenzione, o per lo meno meritano meno attenzione dei cani.

Chi scrive questo blog è un animalista convinto, ma si indigna e prova un disgusto estremo se vede che un cane ha più rispetto di un bambino, di una donna, di un uomo.

Negli scorsi giorni Fassino ha incontrato con la massima attenzione il presidente dell'ENPA per risolvere un caso della massima gravità.

Infatti c'è un canile (ospita "ben" 80 cani e qualche gatto) che confina con un campo rom (per inciso dato alle fiamme 4 anni fa ... si sa torino è una città ospitale ed accogliente come dice sempre Fassino [1] ) che ospita "solo" 800 persone, di cui 400 saranno bambini, che hanno l'indiscutibile colpa di essere ROM.

Leggiamo cosa è stato fatto a queste povere bestiole dagli zingaracci:

  • Le grondaie di copertura degli stabili erano state rubate
  • Alcuni bambini erano stati sorpresi mentre tenevano un gattino per il collo all’interno della struttura
  • Ma è negli ultimi giorni che si è raggiunto il limite. Mentre stava per andare via dal canile, uno dei volontari ha visto dei bambini di poco più di 8 anni che stavano colpendo la sua auto parcheggiata davanti alla struttura.

Ovviamente per un buon animalista un cane che morde è un cane maltrattato uno zingarello che fa danni è un criminale in erba ed è richiesto l'intervento di Pietro lo sceriffo Fassino.

Interessante la lettura dei commenti sul gruppo Facebook di questi amanti degli animali.
ad esempio: ---- i cani liberi e gli zingari al guinzaglio !!!! ---- Non deve chiudere il canile, deve chiudere il campo ROM ---- DATELI IN PASTO AI PITBULL,NE BASTANO UNA DECINE ,,LI SCILOGLIAMO QUALCHE MINUTO E MANGIANO GRATIS CARNE FRESCA.(...POSTATO DA MIO MARITO EX DEL POPOLO DI FB) ---- assolutanente daccordo con te Simona!questi schifosi devono sparire, loro sono la spazzatura, i nostri fratelli pelosetti devono poter vivere in pace

In circoscrizione c'è qualcuno che sembra prendere le giuste prospettive.
Interessante confrontare l'impegno del comune per i canile rispetto a quello per la scolarizzazione, così a naso sembra che si spenda di più per gli ottanta cani rispetto a quanto si spenda per i 400(?) bambini ...

[1] Quello stesso campo rom fu pure assediato da baldi fasci qualche giorno dopo il rogo.
Documentandosi sul passato si scopre che quando una romnì viene ammazzata da un ubriaco alla guida italico la cosa non fa notizia, la donna assurge alla dignità di romena e la cosa finisce li. Cosa sarebbe successo al campo nomadi se alla guida ci fosse stato un rom e la donna travolta fosse stata torinese?

 
Di Sucar Drom (del 05/01/2012 @ 09:40:12, in Italia, visitato 2043 volte)

Corriere del Mezzogiorno I ragazzini di Chiaiano e Secondigliano imparano l'arte circense e la giocoleria con i loro coetanei dei campi rom
Immagine dal sito www.puntacorsara.it

NAPOLI – In equilibrio su una corda a 30 metri d'altezza o volando da un trapezio all'altro. Sono i ragazzi dei campi rom e quelli di Scampia, insieme. È il miracolo del Circo Corsaro di Napoli, la scuola di circo che raccoglie allievi provenienti dai campi rom dell'hinterland napoletano e allievi dei quartieri più degradati della città partenopea (Scampia e Chiaiano in primis) per un totale di quasi 100 giovani allievi circensi. Giovani italiani e rom imparano quotidianamente discipline come giocoleria, acrobatica, equilibrismo, clownerie, acrobatica aerea su trapezio e tessuti, seguendo corsi per diverse fasce d'età. I bambini e i ragazzi si sono impegnati nelle varie abilità, scegliendo quella che meglio si adattava al proprio modo di esprimersi. A ognuno, il circo ha trasmesso il rispetto delle regole, degli altri e del gruppo. Tra gli obiettivi principali c'è soprattutto la difficile convivenza tra ragazzi e bambini di diversa provenienza territoriale ed etnica. «Grazie alla nostra scuola di circo», spiega la responsabile Maria Teresa Cesaroni, «tanti ragazzi riacquistano fiducia in se stessi, imparano nuove discipline, vengono ascoltati e si sentono finalmente orgogliosi in una vita in cui si sono sempre sentiti come delle nullità». E naturalmente, diminuisce anche la devianza giovanile, nell'hinterland napoletano molto sviluppata.

A Scampia il circo dell'integrazione: foto

LA SCUOLA - Nata nel 2006 a Scampia grazie a un gruppo informale di persone, la scuola circense si è sviluppata progressivamente nel corso degli anni. La scuola di circo, attualmente finanziata dalla Fondazione «L'albero della vita» e sostenuta dall'associazione «Giocolieri e Dintorni», è stata sostenuta da diversi enti, fondazioni e associazioni e la sua sede è cambiata varia volte sempre muovendosi all'interno del quartiere di Scampia. Attualmente le attività si svolgono nella palestra comunale di Piscinola. Ora come in passato si avvale di collaborazioni di maestri e registi provenienti da altre realtà circensi e teatrali e intreccia il suo lavoro tra un tendone ad un passo dai famosi condomini «Le Vele» e i palcoscenici patinati del centro di Napoli. In tempi di crisi economica, mantenere solida l'attività della scuola è molto difficile. È quanto spiega la responsabile Cesaroni: «Rischiamo di chiudere da un giorno all'altro se i supporti economici non aumentano». Poi lancia un appello: «Ci rivolgiamo alle istituzioni locali e nazionali, sia pubbliche che private, affinché qualcuno si faccia avanti per sostenere una preziosa attività sociale e d'integrazione che rischia di morire». Il Circo Corsaro si esibirà all'interno del festival internazionale Circomondo, in programma a Siena dal 5 all'8 gennaio.

Walter Medolla - redazioneweb@comunicareilsociale.com 02 gennaio 2012

 
Di Fabrizio (del 22/12/2011 @ 09:57:43, in Italia, visitato 2174 volte)

Ricevo da Stefano Nutini

Considerando che:

  • da marzo 2011 circa 200 persone di origine rumena hanno provveduto a installare abusivamente abitazioni di emergenza nell'area di via Varsavia-Sacile sul retro dell'Ortomercato;
  • tra di essi si contano alcune decine di minori, tra i quali bambini/e iscritti alle scuole elementari di via Monte Velino, via Martinengo e Madre Teresa di Calcutta.
  • nella realtà sopra citata operano diverse associazioni di volontariato come Padri Somaschi, Comunità di S. Egidio, Gruppo sostegno Forlanini e una rete di zona comprendente, oltre a questi enti, il Comitato inquilini Molise-Calvairate-Ponti, il Sicet e l'Unione inquilini;
  • II Comune di Milano ha deciso di sgomberare le strutture abitative insediate in tale area in data 22 novembre 2011, salvo poi scegliere di concerto con gli occupanti di procrastinare lo sgombero al 12-12-2011
  • la permanenza degli abitanti nell'area è rischiosa a causa della vicinanza della ferrovia, dell'uso di bombole a gas e per le precarie condizioni igieniche

Il Consiglio di Zona 4, pur condannando ogni forma di occupazione abusiva della proprietà privata e di quella pubblica, chiede che:

  • il Consiglio di Zona 4 venga correttamente e tempestivamente informato su tutte le decisioni che il Comune di Milano intende adottare e/o adotterà al fine della risoluzione del problema.
  • se si è già definito o se si può trovare, anche con la partecipazione del Consiglio di zona 4, un percorso condiviso con gli occupanti che non intendono fare ritorno in Romania;
  • il Consiglio di Zona 4 sia parte in causa nell’analisi e nella realizzazione degli interventi che si auspicano vengano posti in essere per preservare le acquisizioni dal punto di vista scolastico e lavorativo di alcuni degli occupanti al fine di ridurre per quanto possibile le forme di disagio e di insicurezza;
  • venga chiarito quale sia l'impatto del passaggio della Paullese nell'area considerata e negli altri insediamenti della zona;
    si faccia luce sullo stato dei residui economici del "Fondo Maroni", per un reale utilizzo sociale del denaro pubblico, a fini di inclusione sociale e non di semplice repressione/dissuasione;
  • la tematica della presenza dei gruppi rom e sinti a Milano sia affrontata partendo da un'analisi socio-demografica e territoriale degli insediamenti attenta alle specifiche configurazioni, risorse e condizioni e si sviluppi attraverso percorsi di dialogo e di incontro per la ricerca di una soluzione di inclusione condivisa che non comporti disgregazioni dei nuclei familiari e che conduca ad una reale politica sociale di superamento dei campi.

IL CONSIGLIO DI ZONA 4

  • Visto il Regolamento del Decentramento Territoriale;
  • sulla base dell’esito della votazione palese, proclamata dal Presidente nei seguenti termini:

Presenti 33

voti favorevoli 29
voti contrari =
astenuti 4 (Bassi, Conte, Mariani, Testa)


D E L I B E R A

di esprimere PARERE FAVOREVOLE a quanto esposto in relazione.

IL SEGRETARIO Dr. Aldo Braccio
IL PRESIDENTE Loredana Bigatti
IL DIRETTORE DI SETTORE Dott. Carlo Premoselli

  • ALL’ASSESSORE ALLE POLITICHE SOCIALI

Mozione definitiva, approvata dal CDZ giovedì scorso, con ulteriori modifiche, e favorevolmente votata dalla maggioranza più Pdl (Lega astenuta, cioè nei fatti contraria)

 
Di Fabrizio (del 21/12/2011 @ 09:00:46, in Italia, visitato 1444 volte)

Punto di vista interessante, quello presentato su GAY INDIPENDENT. Anche se la critica lì è più centrata sul dualismo uomo-donna, la domanda di fondo è: quanto può essere efficace scindere la lotta alla discriminazione tra antirazzismo da una parte e pari opportunità dall'altra?

Di Enzo Cucco - 15/12/2011

Lo scorso 13 dicembre il Governo ha assegnato ad Andrea Riccardi alcune funzioni di grande rilievo nell'ambito delle politiche sociali, tra cui quelle sulla famiglia, sulle tossicodipendenze e sull'UNAR, l'Ufficio nazionale contro le discriminazioni razziali, ed ha riconfermato ad Elsa Fornero le funzioni sulle pari opportunità.
Va ricordato che l'attuale Governo ha ridotto in modo molto consistente il numero dei Ministri (sia con portafoglio che senza), e tenendo presente la scadenza della legislatura, l'impressionante mole di lavoro e di responsabilità a carico di ciascuno e la oggettiva scarsità di funzioni assegnate ad alcuni dei Sottosegretari e Viceministri, una ridefinizione delle attribuzioni era necessaria.

Ma perché allontanare l'UNAR dalle pari opportunità?

Questa distinzione appare in controtendenza rispetto all'evoluzione che tutto questo ambito di politiche (ma anche di norme) ha subito e sta subendo in tutt'Europa. Come è noto l'Italia ha prodotto un corpo di norme significativo ed all'avanguardia nell'ambito delle pari opportunità tra uomo e donna, ma manca del tutto di una norma specifica per la lotta contro tutte le forme di discriminazione, oltre alle due leggi di recepimento delle direttive comunitarie del 2000. La carenza normativa e l'assenza di un soggetto terzo per l'intervento in materia di lotta alle discriminazioni sono stati per anni i motivi sia delle critiche europee che dell'assenza di una vera politica nazionale sulla materia. Di questa situazione era perfettamente consapevole sia il Ministro Carfagna che l'UNAR a cui dobbiamo riconoscere di aver fatto letteralmente dei miracoli per recuperare nell'ambito delle politiche e degli interventi concreti quello che sul piano normativo non poteva essere recuperato. Prima di tutto la facoltà di intervenire su tutte le sei aree di potenziale discriminazione previste dall'articolo 19 dei Trattato dell'Unione (genere, orientamento sessuale, età, disabilità, religione e credenze personali, origine etniche e nazionali) e non solo in materia di razzismo, come la missione iniziale prevedeva.

Unire l'UNAR al Ministero "della cooperazione internazionale e integrazione" sembra re-spingere queste politiche nell'alveo di quelle contro il razzismo, con la conseguenza che le pari opportunità tornano ad essere esclusivamente quelle "classiche" tra uomo e donna. E' così, o si tratta solo di un effetto ottico dovuto ad una redistribuzione di funzioni basata su logiche politiche e non su una razionale trattazione delle materie in oggetto?

Spero di essere smentito, magari anche solo leggendo il testo dei decreti di delega che ancora non si conoscono, e sono certo che la qualità del Ministro Riccardi e l'indiscussa consapevolezza e dedizione che l'UNAR ha dimostrato negli ultimi anni nel gestire una materia tanto incandescente, sapranno non solo dissipare ogni ombra ma anche far procedere l'Italia nella direzione di quelle riforme che in tutta Europa ormai sono concretezza da anni. Non ci sono ne i tempi né le condizioni politiche per intervenire sulla legislazione italiana in modo organico, ma molto si può fare sulle politiche e soprattutto si deve tentare di istituire quel soggetto indipendente dal Governo che, assorbendo l'UNAR e magari qualche altra istituzione di parità, sappia farci fare quel passo avanti di cui abbiamo bisogno.

Saprà il Governo marciare, diviso ma unito, su questo obiettivo? Saprà gestire l'oggettiva sovrapposizione di due Ministeri su una materia che, nella sostanza e per molti ambiti non solo sono sovrapponibili ma necessitano di integrazione?

 

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