Riceviamo e pubblichiamo l'appello di Luigino Beltrami, che segue da vicino le
vicende di alcune famiglie sinte di Brescia
A meno di un anno di distanza il Comune di Brescia, guidato dal vicesindaco
Rolfi, è tornato a mordere la fascia più debole della società bresciana.
Prima parte
Facciamo un passo indietro nel tempo: il 14 febbraio 2011, alle ore 19:30,
agenti del Comune staccarono la corrente del campo sinti di via Orzinuovi, quale
punizione collettiva perché le tre famiglie Terrenghi ivi residenti non avevano
rispettato l'ultimatum del Vicesindaco di mettersi ai margini della struttura
(vedi newsletter n°10 del 13 aprile 2011 – Storia recente dei sinti di Brescia
). L'ordine fu disatteso perché incomprensibile secondo ogni logica, ma anche e
soprattutto perché vi erano due bambini molto ammalati, bisognosi di cure da
effettuarsi con l'utilizzo di strumenti elettrici, cosa impossibile ai margini
del campo dove mancava la corrente.
Non appena il campo fu messo al buio, i due bambini si aggravarono a tal punto
che fu necessario il ricovero in ospedale. Poco dopo uno dei due piccoli è
morto.
La disperazione, la rabbia il senso pieno delle ingiustizie subite scatenarono
la protesta autolesionista dei sinti che incendiarono alcune delle proprie
roulotte sul ciglio della via Orzinuovi.
In seguito alle proteste e all'indignazione generale della cittadinanza, non
solo locale, la corrente venne ripristinata e i Terrenghi furono trasferiti
nelle baracche di via Borgosatollo, dove abitavano i rom kosovari che li
accolsero fraternamente. Tutto sembrava risolto per il meglio; per tutti salvo
che per il piccolo ammalato, morto alcuni giorni dopo il blackout. In merito a
questa vicenda la Procura ha in seguito aperto un fascicolo.
Seconda parte
Gennaio 2012. A quasi undici mesi dal loro trasferimento nel campo di via
Borgosatollo, le famiglie Terrenghi si sono ben inserite fra i rom kosovari,
tutto sembra scorrere senza problemi, fatte eccezioni le frequenti visite delle
Forze dell'ordine.
Ma alla vigilia dell'Epifania, gli agenti della giunta Paroli – Rolfi consegnano
a Manuelito Terrenghi la comunicazione di inizio di procedimento di
allontanamento dal campo per i fatti del febbraio 2011 (cioè per l'incendio di
protesta autolesionista delle proprie roulotte).
Per i sinti è un brutto ritorno a un passato che si pensava non ripetibile,
l'inizio di un nuovo incubo.
La decisone comunale coinvolge nuclei familiari numerosi e molti minori, tra cui
i sei figli di Manuelito e i quattro del fratello Joselito (di cui il più
piccolo, di soli tre anni, è affetto da stenosi all'aorta).
Vivian Clara, madre di Manuelito e Joselito, accudisce una nipote di 22 anni
sordomuta.
Anche altre famiglie abitanti nel campo di via Orzinuovi hanno ricevuto lo
stesso avviso di avvio delle procedure di espulsione.
Non è difficile immaginare quali saranno le conseguenze di queste espulsioni.
Per questo è importante che tutta la cittadinanza protesti contro questa azione
crudele e razzista della giunta Paroli – Rolfi.
L'invito è di telefonare, mandare fax ed e-mail ai principali responsabili di
questi fatti per manifestare il proprio sdegno e la propria volontà di agire per
opporsi a queste continue barbarie.
Vice sindaco FABIO ROLFI
Sede: piazza Loggia 1 Tel.: 030 297.71 Fax: 030 297.8324
e-mail: frolfi@comune.brescia.it
Sindaco On. Avv. Adriano Paroli
Sede: piazza Loggia 1 Tel.: 030 297.7205 – 7206 Fax: 030 2400732
e-mail: sindaco@comune.brescia.it