Un progetto con i Rom per combattere i pregiudizi
Di Fabrizio (del 15/01/2012 @ 09:10:33, in Italia, visitato 1388 volte)
Segnalazione di Alberto Maria Melis
Nuovo Corriere BARISERA 10 gen 2012 - Un primo piano di una delle protagoniste della performance di Teadrom su gli
autobus baresi
BARI – "No, grazie non vogliamo nulla da voi, non abbiamo spiccioli".
Sembra proprio che il pregiudizio nei confronti dei Rom sia ancora presente
nella comunità barese, almeno tastando le reazioni su autobus e ai semafori
delle persone che involontariamente sono stati coinvolti nel progetto 'Teadrom'. Le
reazioni sono state immortalate in un video conclusivo dell'iniziativa messa in
campo dall'associazione Ri-belle di Bari che a partire da questa estate ha
organizzato seminari e spettacoli con la forma espressiva del teatro di strada
(in lingua romanès "drom" significa strada). "La collaborazione fra ragazzi rom
(sette) e gadjè (non rom, una ventina in tutto) – spiega uno dei responsabili
delle attività Gabriele Di Palma – ha favorito il dialogo e la conoscenza
reciproca, ha potenziato le capacità espressive e immaginifiche di ciascuno e la
fiducia in sé stessi. A rotazione i ragazzi coinvolti (i rom fanno parte di un
interno nucleo familiare di 11 persone, ndr) hanno realizzato un esperimento di
teatro invisibile. Sono saliti sugli autobus cittadini facendo finta di non
conoscersi. Hanno cercato di regalare un portaoggetti in plastica (realizzato
con bottigliette di plastica tagliate e chiuse con una zip, ndr) contenente un
fiore di stoffa e un volantino che spiegava il progetto. Durante lo spettacolo
le persone si spostavano e quando io fingendomi un ragazzo italiano precario ho
chiesto denaro ai rom, sono rimasti a bocca aperta. Anche ai semafori nessuno
voleva accettare il dono". Ora il nucleo familiare (11 persone con bambini dai
20 ai 2 anni) cerca una casa. "Ora vivono in condizioni precarie a Foggia –
conclude Di Palma – ma stiamo trattando con la Chiesa di San Sabino per una
casetta a Sannicandro. Speriamo che così possano riprendere a vivere".
Fiorella Barile
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