Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 19/07/2010 @ 16:30:15, in Italia, visitato 1900 volte)
Della situazione di Quaracchi (FI) se ne parlò a
inizio mese. Una situazione di allarmi sanitari e mezze smentite, dove ho la
sgradevole impressione che le varie associazioni giochino la loro "sporca"
polemica sulla pelle dei Rom, che al solito sono gli unici a non esprimersi.
Il rischio evidente è che per sanare la situazione sanitaria, si proceda
all'ennesimo sgombero senza alternative, tanto caro alle giunte di centro-destra
o centro-sinistra. Ecco l'ultimo appello, firmato Opera Nomadi
Appello Urgente Firenze 15 luglio 2010
Alla Regione Toscana
Enrico Rossi
Al Sindaco di Sesto Fiorentino
Gianni Gianassi
Al Sindaco di Firenze
Matteo Renzi
Alla Società della Salute
A tutti i Partiti, le Associazioni, I Sindacati
Alla Società Civile
A Quaracchi c'è una emergenza umanitaria.
A Quaracchi c'è una Favela senza acqua, luce, servizi igienici.
A Quaracchi vivono famiglie, esseri umani: bambini, disabili, anziani, donne,
uomini che dal 16 gennaio, con la loro lotta affermano il DIRITTO ALLA VITA PER
I ROM RUMENI.
Nella "Civile Toscana", nel Cuore della "CIVILE TOSCANA" esseri umani, Rom
Rumeni, cittadini Europei vengono lasciati con 40 gradi senza acqua.
Siamo di fronte ad uno scenario che ricorda Gaza, la Palestina.
Anche in Palestina i bambini vengono lasciati senza acqua.
Anche in Palestina esiste solo repressione e nessuna inclusione sociale.
Sino ad oggi solo fogli di via, repressione, minacce, maltrattamenti e botte in
Questura.
Sono state fatte 4 denunce alla Magistratura Ordinaria, denunciando ampiamente
le responsabilità dei Sindaci.
L'Asl di Firenze e Sesto, La Regione Toscana dipartimento Igiene Pubblica
afferma che le condizioni Igienico Sanitarie sono
"INCOMPATIBILI CON LA PRESENZA DI PERSONE"
I Rom sono ESSERI UMANI
I Rom vogliono lavorare
I Rom sono lavoratori
CHIEDIAMO URGENTEMENTE UN TAVOLO DI INCLUSIONE SOCIALE
CHIEDIAMO DI ADOTTARE IL PROGETTO IN ALLEGATO
CHIEDIAMO ACQUA
CHIEDIAMO SERVIZI IGIENICI
CHIEDIAMO DI RIMUOVERE LA SPAZZATURA
Marcello Zuinisi Educatore Professionale
Opera Nomadi – Toscana
320 9489950 328 1962409
Di Fabrizio (del 20/07/2010 @ 09:04:39, in Italia, visitato 1689 volte)
VicenzaPiù
Al via "Dosta!", anche a Vicenza, campagna contro i pregiudizi verso i Rom
e Sinti.
In occasione della Campagna "DOSTA" - iniziativa di sensibilizzazione per
combattere i pregiudizi e gli stereotipi nei confronti dei Rom e Sinti, promossa
dal Consiglio d'Europa e coordinata e finanziata in Italia dall'Ufficio
Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR) del Ministero per le Pari
Opportunità - la Federazione Rom e Sinti insieme e la Missione Evangelica Zigana
promuovono un incontro con la cittadinanza per martedì 20 luglio alle ore 20.30,
presso il Foro Boario a Vicenza Est.
Vogliamo combattere la discriminazione e i pregiudizi contro la minoranza Rom
e Sinti, e inaugurare un percorso attivo di integrazione che garantisca, in
particolare ai bambini, parità di diritti e di condizioni di vita, nel rispetto
delle regole. In questo quadro, la campagna "Dosta" è uno strumento utile per
vincere quegli stereotipi che spesso impediscono il dialogo tra due mondi
differenti eppure molto vicini.
Obiettivo principale della campagna è quello di diffondere la conoscenza delle
comunità Rom e Sinti - circa 150mila persone in Italia - attraverso una diversa
rappresentazione, più attenta alla loro quotidianità e meno agli aspetti
folkloristici della loro cultura, coinvolgendo direttamente gli interessati.
Per la Federazione Sinti e Rom insieme
Il Pastore Davide Casadio
Di Fabrizio (del 21/07/2010 @ 09:42:50, in Italia, visitato 2469 volte)
Storie che puntualmente riappaiono d'estate (leggere
UNO e
DUE)
Salve, mi chiamo Alessia Cocco e vi scrivo per denunciare un fatto a cui ho
purtroppo assistito passivamente.
Sabato pomeriggio, per combattere l'afa romana ho deciso di andarmene in
piscina. La scelta dell'impianto è ricaduta sulla Vigor, in via di Grotta Gregna,
un po' per la vicinanza a casa mia e un po' per il fatto che c'ero già stata il
mercoledì precedente con un mio amico e mi aveva fatto una buona impressione.
Impressione, invece, sulla quale ho dovuto ricredermi.
Mi accingo a raccontare l'accaduto. Ero in fila per pagare il biglietto
d'ingresso. Premetto che non sono socia, ma questo non è motivo discriminate per
l'entrata. L'unica differenza è nel piccolo aumento sul prezzo del biglietto.
(Il mercoledì ho pagato 6 euro invece dei 5 previsti per i soci). Ero in fila,
dicevo, mentre davanti a me si è profilata questa scenetta. Sento la ragazza al
desk che dice alla coppia che mi precedeva che l'ingresso è vietato ai non soci.
Siccome la cosa mi suona strana visto che c'ero stata qualche giorno prima e non
mi avevano fatto storie penso che probabilmente questa limitazione è messa in
atto nel week end così chiedo spiegazioni all'altra ragazza che dava
informazioni. Quest'ultima invece mi sussurra un "no" facendomi segno con la
testa di guardare più attentamente le persone che avevo davanti. E lì capisco
tutto. Capisco che anche vivendo in una grande città abituata ad accogliere
persone di diversa nazionalità, etnia, razza e cultura non ci si deve stupire se
ancora succedono cose del genere. Capisco che vivere a Roma nel 2010 non mi
risparmia dall'assistere ancora a scene di puro razzismo. Non è che non avessi
notato che la coppia non fosse italiana, ma diamine, abito a Roma, di stranieri
ne vedo continuamente! La coppia non ha destato in me particolare attenzione
solamente perché i due non erano né particolarmente caciaroni, né sporchi né
maleodoranti. Sta di fatto comunque che non erano italiani. Non saprei dire di
che nazionalità fossero, forse rumeni, ipotizzo dall'accento. Ma a parte la
diversità linguistica e del colore della pelle leggermente più scuro del mio,
non c'era nient'altro nel loro aspetto che mi facesse sospettare lontanamente
che si poteva trattare di persone pericolose, attaccabrighe o chissà cos'altro.
Non posso dire infatti che fossero trasandate, sporche, né tantomeno sudice.
Ammetto anzi che erano vestiti meglio di me che avevo su una gonnellina bianca
di non so più quanti anni fa e una magliettina a bretelline. Non si può nemmeno
addurre la discriminazione a possibili precedenti di disturbo della coppia
perché da quello che dicevano ho capito che quella era la prima volta che i due
mettevano piede nella piscina. Non credo che quelle due persone avessero potuto
immaginare quello che sarebbe successo loro quel sabato pomeriggio. Credo solo
che come me e centinaia di altre persone avessero deciso di combattere l'arsura
di questo torrido luglio con qualche tuffo in piscina, tanto più che la donna
era anche in attesa, e invece si sono ritrovati a sguazzare in uno sconcertante
bagno di razzismo.
Io mi sento in dovere di scrivere questa lettera di protesta visto che ho
assistito mio malgrado passivamente alla cosa. Lì per lì sono rimasta così
spiazzata dall'accaduto che non ho fatto né detto nulla. Non voglio
giustificarmi in alcun modo perché la mia passività mi rende colpevole quanto le
addette della piscina. Io a differenza loro però c'ho rimuginato tutto il week
end e ora sento il bisogno di denunciare questa cosa perché si sappia in che
razza di città viviamo. Probabilmente le ragazze hanno avuto l'ingrato compito
di negare l'ingresso a certe persone dai proprietari dell'impianto sportivo, ma
credo che questo non giustifichi nemmeno loro. Io mi sento terribilmente in
colpa per non aver preso le difese di quelle due persone straniere la cui unica
colpa è stata scegliere quella piscina piuttosto che un'altra. Quanto meno avrei
potuto protestare andandomene e scegliendo un'altra struttura e invece non l'ho
fatto. Ora me ne pento. Perciò ora ho bisogno di denunciare l'accaduto. Perché
si sappia che ancora a Roma, nel 2010 accadono episodi di razzismo.
Spero che qualcuno accolga la mia denuncia. E spero che questo riesca a farmi
sentire meno colpevole.
Di Fabrizio (del 23/07/2010 @ 15:40:25, in Italia, visitato 1670 volte)
in collaborazione con i Rom di via Sesia
Vi invita a partecipare a conoscere la nostra cultura rappresentata in forma di
una mostra artistica
Sabato, 24 luglio 2010 dalle ore 14.00 fino alle 18.00 - via Sesia 21, Rho
(Milano)
Buffet con i piatti tipici rom
Vi aspettiamo numerosi
Grazie a Davids Project for Pace e Opera Nomadi di Milano
Di Fabrizio (del 26/07/2010 @ 09:39:14, in Italia, visitato 1999 volte)
COMUNICATO STAMPA
Il 2 luglio 2010 la Provincia di Roma, dopo un lungo e controverso iter, ha
concesso l'Autorizzazione Integrata Ambientale all'inceneritore di rifiuti
tossici e nocivi della Basf di Roma di via di Salone, 245.
L'inceneritore non si trova all'interno di una zona industriale, dove persone
presumibilmente in buona salute trascorrono una parte limitata della giornata
per non tutti i giorni dell'anno, ma ad alcune centinaia di metri dal
villaggio attrezzato di via di Salone in cui vivono stabilmente all'aria aperta
circa trecento minori di etnia rom.
Secondo le testimonianze raccolte dall'associazione "21 luglio" già da anni gli
abitanti del villaggio hanno avvertito cattivi odori e lamentato problemi alle
vie respiratorie per i fumi emessi dalla ciminiera dell'inceneritore.
L'impianto ha subito tra il 1999 ed il 2004 una serie di guasti: la rottura di
un serbatoio di acido cloridrico, lo scoppio di un forno, un principio di
incendio.
Nel settembre 2003 l'Istituto epidemiologico (Asl RME) ha presentato i dati
analitici secondo cui la mortalità per tumore negli uomini dal 1987 al 2001 nel
territorio circostante è del 30% superiore rispetto alla media di Roma
Il 3 novembre 2006 la Asl RMB ha pubblicato i risultati di alcune indagini.
Le indagini epidemiologiche hanno confermato, tra i dati del 2003, 8 su 9
decessi per Linfomi non Hodgkin (+156% rispetto all'atteso), ed evidenziato un
maggior numero di tumori al cervello tra gli abitanti della zona.
Le indagini ambientali, hanno evidenziato concentrazioni di diossina da 5 a 20
volte superiori a quelle medie di altre zone italiane nella centralina posta a
300 metri dall'inceneritore. Le concentrazioni di palladio inoltre sono
risultate doppie.
Alla luce di tali ricerche è ragionevole dedurre che il villaggio attrezzato di
via di Salone sia situato in una zona di elevata ricaduta delle emissioni
tossiche e nocive.
Il 26 marzo 2009, secondo la relazione fatta dalla'ASL RM B "si ritiene che le
abitazioni e le diverse attività poste entro una distanza prudenzialmente
stimabile in 500 mt. dal perimetro dello stabilimento si trovino, già in
condizioni di normale esercizio degli impianti, nell'area di massima ricaduta di
inquinanti pericolosi per la salute umana".
Sempre la ASL RMB, in una nota inviata anche al dott. Angelo Scozzafava, attuale
soggetto attuatore del Piano Nomadi della capitale, aveva già espresso la
propria "contrarietà al rilascio dell'Autorizzazione Integrata Ambientale per
l'impianto di trattamento termico dei catalizzatori esausti, a causa del rischio
per la salute pubblica che esso viene a determinare nel contesto urbanistico
realizzatosi". "Dovrebbe in ogni caso essere predisposto – continua la nota - un
adeguato piano di informazione della popolazione sui rischi associati alle
attività della BASF".
Alla luce di quanto avvenuto l'associazione "21 luglio" manifesta profonda
preoccupazione per l'impatto che le emissioni prodotte dall' all'inceneritore di
rifiuti tossici e nocivi della Basf ha avuto e continua ad avere sulla salute
dei circa trecento minori residenti nel campo di via di Salone ed esprime una
forte perplessità sulla reale attuazione di un piano informativo tra i residenti
del villaggio attrezzato così come raccomandato dalle autorità sanitarie.
E' opportuno ricordare che l'art. 24 par. 1 della Convenzione Internazionale di
New York sui diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza stabilisce che "gli Stati
parti riconoscono il diritto del minore di godere del migliore stato di salute"
mentre la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea ribadisce il
diritto di ogni minore "alla protezione" (art. 24).
L'associazione "21 luglio" sollecita:
- il Commissario straordinario per l'emergenza nomadi a Roma dott. Giuseppe
Pecoraro a fornire le legittime risposte sugli eventuali rischi alla salute dei
minori rom del villaggio attrezzato di via di Salone determinati dalle
esalazioni tossiche dell'inceneritore della BASF
- le istituzioni preposte all'attuazione del Piano Nomadi della capitale a non
far venire meno l'obbligo di ispirare la scelta di collocazione di ogni
insediamento abitativo attrezzato al Principio di Precauzione sancito già dal
Trattato di Maastricht del 1992 e ribadito nei successivi documenti di politica
ambientale – sanitaria della Comunità Europea al fine di assicurare ad ogni
minore rom "le migliori condizioni di salute fisica e mentale che gli Stati
siano in grado di garantire" (art. 12 par. 1 del Patto Internazionale sui
diritti economici, sociali e culturali).
Roma, 22 luglio 2010 -
Associazione "21 luglio"
Di Fabrizio (del 30/07/2010 @ 09:28:43, in Italia, visitato 3216 volte)
Ndr. Una notizia che ha avuto parecchio risalto sui media.
Non ne avevo scritto, perché tra molti "addetti ai lavori" la nomina di Najo
Adzovic ha scatenato più che altro ripicche e gelosie, e qualche mal di pancia
da parte di chi vede compromessi i propri storici appetiti. Resti tra noi, gli
unici auguri sinceri sono arrivati dagli amici di
U VELTO. In questa breve intervista, Najo Adzovic illustra qual è il
programma che intende realizzare (insomma, ci mette la faccia); teniamola a
mente e giudichiamolo (a suo tempo) sulla base di cosa (e come) riuscirà ad
ottenere.
Iris Press
ROMA, 28 LUG - I rom della Capitale avranno una voce sola, Najo Adzovic,
già portavoce del Casilino 900: il campo nomadi sgomberato verso la fine dello
scorso anno, come previsto dal Paino Nomadi dall’amministrazione Alemanno. Najo
era un soldato nell’ex Juoslavia di Tito, e disertò quando gli chiesero di
uccidere alcuni prigionieri, e venne in Italia con mezzi di fortuna.
Najo Adzovic è il delegato del sindaco di Roma ai rapporti con la comunità rom e
sinti. L’incarico è gratuito e durerà un anno. L’obiettivo è quello di favorire
l'inserimento socio culturale, attraverso progetti di scolarizzazione,
formazione e lavoro. Per il sindaco Gianni Alemanno: la nomina rientra nel Piano
Nomadi che ha la volontà dichiarato di eliminare “situazioni indegne come i
campi Casilino 900 e La Martora”. Ma non tutti si sono detti soddisfatti della
scelta compiuta. Delusi ad esempio i rom romeni e sinti giostrai, secondo cui
Najo Adzovic non li rappresenterebbe; e polemiche vengono anche da alcune
associazioni che avrebbero voluto una scelta più partecipata della comunità rom
nella Capitale.
In cosa consiste il tuo incarico e cosa conti di fare nel breve periodo?
Farò il massimo per dare la maggior visibilità alla comunità rom di Roma
soprattutto a chi si vuole integrare, vuole lavorare, vuole mandare i bambini
nelle scuole. Daremo l'opportunità a queste persone di uscire dagli accampamenti
dando loro un'opportunità dal punto di vista lavorativo. Nei prossimi giorni
daremo anche questi input. Ma dall’altra parte la mia nomina, come delegato del
sindaco sulle problematiche della comunità rom, e come coordinatore di “Roma
rom” consiste anche nel fare tolleranza zero contro coloro che delinquono e che
ancora non si vogliono integrare.
Non tutti hanno però salutato la tua nomina come un fatto positivo, alcune
associazioni si sono dette dubbiose.
Sono soltanto polemiche inutili perché la comunità rom a Roma ha ormai
imparato a dialogare a 360 gradi con l'amministrazione. Le associazioni lo
sappiamo benissimo in questi 40 anni cosa hanno fatto. I rom sono rimasti nella
stessa identica situazione dal punto di vista abitativo, lavorativo ma anche dal
punto di vista di una politica del superamento degli accampamenti. Noi a Roma,
grazie a queste associazioni, abbiamo quasi tre generazioni di bambini che sono
rimasti nella stessa identica situazione dal punto di vista dell'educazione
scolastica: cioè non abbiamo un bambino rom, nati e cresciuti da tre generazioni
a Roma, che frequenta le scuole superiori. Queste associazioni hanno preso
denaro pubblico dall'amministrazioni e hanno fatto questo lavoro. Sicuramente la
prima cosa che farò è istituire un tavolo di confronto sia con associazioni sia
con la comunità rom e sia con tutta la parte della cittadinanza: per capire come
insieme possiamo risolvere alcune problematiche. Sarà un tavolo condiviso tra
associazioni, cittadini ed enti pubblici e tra tutti coloro che si prenderanno
la responsabilità di partecipare e discutere pacificamente e di cercare di
risolvere i problemi della comunità rom.
Autore: Fabio Ferri
Di Fabrizio (del 01/08/2010 @ 09:29:43, in Italia, visitato 1904 volte)
Ricevo da Marco Brazzoduro
Care colleghe e cari colleghi,
spero che tutti voi stiate bene.
Le vacanze sono vicine e mi auguro che voi riusciate ad avere un meritato
riposo…
Oggi, come alcuni di voi hanno già saputo, è avvenuto un fatto storico: il
nostro amico, collega e membro della federazione romanì, Najo Adzovic ha avuto
la delega per le questioni riguardanti i rom e i sinti di Roma dal primo
cittadino, l'on. Gianni Alemanno.
Negli anni passati, la delega è sempre stata data dal sindaco di turno o a un
gagiò aderente o vicino a qualche associazione pro rom.
I risultati del lavoro svolto nei precedenti anni, per quanto riguarda Roma,
sono sotto gli occhi di tutti.
Oggi il sindaco ha dato alla comunità rom una grande opportunità, ha scelto come
uomo di fiducia un rom della nostra comunità.
Ovviamente sappiamo benissimo che non sarà un compito facile da svolgere poiché
compito di Najo sarà quello di trovare un equilibrio tra le esigenze delle
Istituzioni e le esigenze della Comunità rom.
Quanto accaduto oggi a Roma (il conferimento della delega ad un rom) potrebbe
essere d'esempio per tante altre città e per tanti Sindaci amici, più disposti
al dialogo, per iniziare a lavorare insieme ai rom.
Noi, come Romà Onlus, come promotori del Coordinamento Rom a Roma sappiamo
benissimo che quello di oggi è il risultato di un lungo lavoro ed è solo un
primo piccolo passo.
Le difficoltà ci sono state e sono state tante, ma siamo contenti di questo
primo risultato che ha portato alla creazione di tre importanti strumenti per la
comunità rom romana:
- la delega di Najo,
- la costituzione di una nuova associazione di promozione sociale "Ceferino
Gimenez - Rom a Roma" [di cui Bajram Hasimi (rom kosovaro) è Presidente]
- la costituzione di una cooperativa per inserimento lavorativa denominata
"Rom a Roma" (di cui io sarò Presidente).
Sappiamo che la politica è un mondo difficile, però l'inizio sembra buono.
Vedremo che cosa accadrà domani. Noi come Romà Onlus, auguriamo al nostro caro
amico Najo, un buon inizio di lavoro.
Graziano Halilovic
Presidente
Romà onlus
Associazione di Promozione Sociale
Via Altavilla Irpina, 34/36
00177 - Roma (Italy)
Phone +39 06 64 82 97 95
Fax +39 06 64 82 97 95
graziano.halilovic@romaonlus.it
http://www.romaonlus.it
Di Fabrizio (del 06/08/2010 @ 09:07:47, in Italia, visitato 1865 volte)
Segnalazione di Stefano Romboli: MARTEDI' 10 AGOSTO ALLE ORE
18,00 COMMEMORAZIONE DELLA TRAGEDIA A PIAN DI ROTA DOVE MORIRONO I QUATTRO
BAMBINI ROM. PER NON DIMENTICARE!
Radiocage.it
Per arrivare nel luogo dove la notte del 10 agosto 2007 sono morti in un
incendio Eva, Danciu, Menji e Lenuca, bisogna raggiungere il ponte che scavalca
la Variante dalla zona industriale del Picchianti in direzione del Cisternino e
di Collesalvetti. E’ l’ultimo cavalcavia sulla Variante in direzione Stagno,
prima che la Variante stessa si concluda. Salendo sul ponte, arrivando dal
Picchianti in direzione Cisternino, ai bordi della strada ma nell’altro senso di
marcia, c’è un sentiero in terra battuta che si inoltra tra i cespugli. Da lì
bisogna percorrere a piedi una cinquantina di metri, e prendere la prima
deviazione a destra, che porta sotto il ponte, a ridosso di un pilone di
sostegno. Lì, tra i rovi e i cespugli, vi sono i resti anneriti delle povere
cose bruciate dall’incendio: una rete metallica, un passeggino, oggetti sparsi.
C’è anche una piccola croce di legno, con i nomi dei quattro bambini: Eva, Danciu, Menji, Lenuca.
Andateci.
Ogni anno, in pieno agosto, la nostra ferita cittadina torna a sanguinare.
Eva (11 anni), Danciu (8), Menji (4), Lenuca (6) venivano dalla Romania ed erano
bambini come tutti gli altri, ma hanno avuto meno tutele, meno diritti e meno
fortuna di tutti gli altri.
Meno di tutto.
Sono passati già tre anni da quella notte, e il ricordo di questi bambini è
sempre più sbiadito nella memoria della nostra comunità cittadina, che sin
dall’inizio non volle o non seppe assumere pienamente il senso e la portata di
questa tragedia e di questo lutto.
Eppure non ci era richiesto niente.
Solo di sentire che erano anche figli nostri.
Di Fabrizio (del 09/08/2010 @ 09:22:11, in Italia, visitato 1955 volte)
Da Giancarlo Ranaldi, con richiesta di pubblicazione
Qualche tempo fa (settembre 2009), grazie all'ospitalità di "U Velto", presi
l'iniziativa di scrivere una "lettera aperta" alle principali organizzazioni che
fanno proprie le istanze delle Popolazioni Rom, per raccontare la storia di
"Ladra di Profumi", una giovane Romnì al nono mese di gravidanza, sorpresa a
rubare in un negozio di profumi.
Arrestata, due giorni dopo dava alla luce il suo bambino, nato probabilmente
all'interno della stessa struttura carceraria. Quasi contemporaneamente, un
Giudice le negava qualsiasi misura alternativa alla prigione.
Questa lettera che, come potrete leggere, non apriva nessuna polemica se non
quella di una carcerazione ai limiti del legittimo, si limitava soltanto ad
auspicare la possibilità di andare a trovare mamma e figlio per sincerarsi delle
loro condizioni di salute, per poi vedere, tutti insieme, se era possibile
"immaginare" per loro un futuro diverso.
http://sucardrom.blogspot.com/2009/09/ladra-di-profumi-lettera-aperta-ai.html
Nella discussione che ne seguì (che pure potete leggere), quasi nessuno
intervenne.
Ma quello che veramente mi colpì fu l'intervento del Presidente dell'Opera
Nomadi, Massimo Converso, che pur di non assumere un impegno pubblico, in tutti
i modi disattese la mia semplice richiesta: rifiutandosi d'intervenire
direttamente nella discussione, tacciando di "provincialismo" la Redazione di "U
Velto", contestando, in maniera del tutto superficiale, l'indagine svolta dal
Partito Radicale sulla presenza di donne e bambini di etnia Rom all'interno
delle carceri, rivendicando lo "spirito di volontariato" che da 43 anni aveva
sempre contraddistinto l'Ente Morale da lui presieduto, al contrario di tutte le
altre organizzazioni, legate a diverse Chiese e Partiti, che a suo dire si
realizzavano soltanto sulla base di "contratti e convenzioni economiche". Poi,
ingenuamente, ricordai la "Convenzione" che Converso aveva appena "chiuso" con
la Regione Puglia (agosto 2009), per 480.000 euro, e qui si concluse la
discussione.
… e così nessuno andò a Monza: di "Ladra di Profumi" e del suo bambino, nato
carcerato, non se ne è saputo più nulla.
Questa storia ritrova la sua attualità, per via di due notizie di questi giorni
che riguardano la Regione Lazio:
Il Garante dei detenuti e l'Opera Nomadi firmano protocollo di intesa per
detenuti Rom
http://www.ristretti.org/index.php?option=com_content&view=article&id=2058%3Alazio-il-garante-dei-detenuti-e-lopera-nomadi-firmano-protocollo-di-intesa-per-detenuti-rom&catid=16%3Anotizie-2010&Itemid=1
Il Garante per l'Infanzia e l'Associazione "21 luglio" firmano protocollo
d'intesa per l'Osservatorio permanente sui diritti dei minori Rom
http://www.vita.it/news/view/106037
Per quanto riguarda l'Opera Nomadi se dovessimo pensare alla sensibilità
dimostrata dal suo Presidente, ogni commento appare superfluo. Dobbiamo, invece,
congratularci con l'Associazione 21 luglio, "New Entry" assoluta, costituitasi a
Roma il 6 aprile 2010, con "pratica" in via di definizione per l'acquisizione
della "personalità giuridica"ed il "riconoscimento" di Ente Morale, ma da subito
chiamata a confrontarsi con la realtà difficile dei bambini Rom che, per
Statuto, sono oggetto della propria attività.
Sembra quasi che in Italia, oggi più di ieri, nessuna seria politica di sostegno
al "disagio" sia possibile se non attraverso il coinvolgimento di "partner"
occasionali, scelti chissà come e perché.
Eppure le attuali contraddizioni della nostra società, le infinite emergenze, la
precarietà delle condizioni di vita di tante Famiglie, dovrebbero far riflettere
e suggerire strade diverse da quelle fin qui percorse, che non possono trovare
risposte nel "volontariato" più o meno assistito.
Noi aspettiamo con ansia che la "Politica", fuori da ogni logica assistenziale
ed abbandonando le tentazioni securitarie, ritrovi i suoi giusti spazi, senza
più subappaltare ad altri i problemi delle persone ma, semplicemente,
riscoprendo "percorsi istituzionali" certi che con "azioni amministrative"
concrete, consentano il graduale superamento delle "precarietà" che, non
necessariamente, sono rappresentate solo dalle "emergenze" dei Rom per i quali,
invece, si concretizzano sempre più, vere e proprie politiche di "apartheid".
... ed anche perché, come direbbe "Ladra di Profumi", nel momento del bisogno
tutti spariscono.
Per completezza d'informazione, riporto questa precisazione
di Carlo Stasolla:
Caro Giancarlo, grazie per la nota che condivido.
Consentimi però due precisazioni che riguardano l'associazione 21 luglio che
rappresento. Essa è composta da soggetti gagè e rom che da 25 anni, in
maniera volutamente nascosta e discreta, vivono nei campi della periferia
romana e conoscono l'ambiente e che dopo tanti anni di silenzio hanno
sentito la necessità di "uscire allo scoperto" partendo dai diritti dei
minori rom, quelli che incarnano il futuro della popolazione romanì. La "new
entry" di cui parli riguarda l'associazione come soggetto giuridico, non
certo i suoi associati che a Roma sono conosciuti da lungo tempo per impegno
e dedizione.
La 21 luglio, inoltre, è probabilmente l'unica associazione che si interessa
di rom e che ha nel suo statuto la norma che le vieta l'accesso a pubblici
finanziamenti per restare equidistante nei giudizi ed imparziale nelle
scelte. E' quest'ultimo un tratto caratteristico della 21 luglio che ritengo
fondamentale per comprendere professionalità e motivazioni dei suoi
volontari che tali e sono e tali vanno considerati.
La scelta del Garante è stata probabilmente suggerita da questi due aspetti
che sopra ho segnalato.
[...]
Grazie per lo spazio. Carlo
LA NAZIONE - Pistoia Allarme: rubinetti asciutti per intere settimane.
Disagi per gli anziani e per i numerosi bambini. I rappresentanti del campo
accusano il cantiere aperto per il nuovo ospedale
Pistoia, 9 agosto 2010 - Quest’estate, in particolare nel mese di luglio e
anche in questi giorni, quando il caldo torrido raggiunge i picchi più alti,
la vita nel campo nomadi in via Ciliegiole è diventata un inferno per
l’assoluta mancanza d’acqua. Il disagio che stanno vivendo le numerose famiglie
che abitano il campo, un centinaio di persone, ma soprattutto tanti bambini, è
diventato insopportabile. Una situazione che mette a rischio la salute dei più
anziani e dei più piccoli. I capi famiglia del campo hanno fatto presente la
condizione in cui si trovano attraverso gli operatori che assistono gli abitanti
dei campi, ma ciò nonostante i rubinetti del campo continuano a restare a secco.
Uno dei capifamiglia ci ha contattato per denunciare la situazione e chiedere
agli amministratori e tecnici del comune di accertare le cause della carenza
idrica e di trovare una soluzione urgente. Il problema - ci hanno spiegato i
portavoce del campo - si verifica in particolare nei giorni in cui il vicino
cantiere aperto per la costruzione del nuovo ospedale è attivo. Dal lunedì al
venerdì l’acqua viene a mancare e ritorna nei rubinetti il sabato e la domenica,
cioè quando i cantieri sono chiusi. Elvis e Andrea, due rappresentanti del
campo, ci hanno chiesto, appunto, di far presente, attraverso il nostro
giornale, la drammatica situazione che nel campo si sta vivendo dal mese di
luglio ad oggi, affinché si possa accertarne quanto prima le cause e trovare una
soluzione.
"Tutti i giorni - ci dicono Elvis e Andrea - le famiglie che vivono al campo
di via Ciliegiole sono costrette a munirsi di taniche per fare provvista di
acqua alle varie fonti della città . Meno male - ci sottolineano - che per bere
ci si può rifornire alle fontanelle aperte di recente dal Comune a S.Agostino,
Scornio e Monteoliveto, ma per tutte le altre esigenze l’erogazione per soli due
giorni alla settimana è del tutto insufficiente, con i gravi problemi igienici
che ne conseguono".
"I nostri bambini - continuano i due giovani rappresentanti del campo - e gli
anziani sono quelli che soffrono di più per questa situazione. Per questo
rinnoviamo l’appello alle autorità competenti perché risolvano al più presto una
situazione che si va facendo ogni giorno più intollerabile". Recentemente, come
è noto, è stata annunciata la costruzione di un nuovo campo nomadi. Il progetto
prevede di costruire dodici unità abitative in legno a un piano, poste in
circolo, intorno a un parcheggio da 48 posti macchina.
Le casette sono di varie dimensioni, a seconda della composizione delle
famiglie: 1 per una persona di circa 26 metri quadrati; 4 da due persone di
38 metri; 3 da tre persone di 50 metri; 3 da quattro persone di 52 metri; 1 per
cinque persone di 70 metri. La zona sarebbe stata individuata a circa 400 metri
di distanza dall’attuale campo, in prossimità dell’autostrada Firenze Mare.
di ALBERTO CIULLINI
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