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Intervista a Najo Adzovic: delegato per il sindaco Alemanno per la comunità nomade di Roma
Di Fabrizio (del 30/07/2010 @ 09:28:43, in Italia, visitato 3216 volte)

Ndr. Una notizia che ha avuto parecchio risalto sui media. Non ne avevo scritto, perché tra molti "addetti ai lavori" la nomina di Najo Adzovic ha scatenato più che altro ripicche e gelosie, e qualche mal di pancia da parte di chi vede compromessi i propri storici appetiti. Resti tra noi, gli unici auguri sinceri sono arrivati dagli amici di U VELTO. In questa breve intervista, Najo Adzovic illustra qual è il programma che intende realizzare (insomma, ci mette la faccia); teniamola a mente e giudichiamolo (a suo tempo) sulla base di cosa (e come) riuscirà ad ottenere.

Iris Press

ROMA, 28 LUG - I rom della Capitale avranno una voce sola, Najo Adzovic, già portavoce del Casilino 900: il campo nomadi sgomberato verso la fine dello scorso anno, come previsto dal Paino Nomadi dall’amministrazione Alemanno. Najo era un soldato nell’ex Juoslavia di Tito, e disertò quando gli chiesero di uccidere alcuni prigionieri, e venne in Italia con mezzi di fortuna.

Najo Adzovic è il delegato del sindaco di Roma ai rapporti con la comunità rom e sinti. L’incarico è gratuito e durerà un anno. L’obiettivo è quello di favorire l'inserimento socio culturale, attraverso progetti di scolarizzazione, formazione e lavoro. Per il sindaco Gianni Alemanno: la nomina rientra nel Piano Nomadi che ha la volontà dichiarato di eliminare “situazioni indegne come i campi Casilino 900 e La Martora”. Ma non tutti si sono detti soddisfatti della scelta compiuta. Delusi ad esempio i rom romeni e sinti giostrai, secondo cui Najo Adzovic non li rappresenterebbe; e polemiche vengono anche da alcune associazioni che avrebbero voluto una scelta più partecipata della comunità rom nella Capitale.

In cosa consiste il tuo incarico e cosa conti di fare nel breve periodo?
Farò il massimo per dare la maggior visibilità alla comunità rom di Roma soprattutto a chi si vuole integrare, vuole lavorare, vuole mandare i bambini nelle scuole. Daremo l'opportunità a queste persone di uscire dagli accampamenti dando loro un'opportunità dal punto di vista lavorativo. Nei prossimi giorni daremo anche questi input. Ma dall’altra parte la mia nomina, come delegato del sindaco sulle problematiche della comunità rom, e come coordinatore di “Roma rom” consiste anche nel fare tolleranza zero contro coloro che delinquono e che ancora non si vogliono integrare.

Non tutti hanno però salutato la tua nomina come un fatto positivo, alcune associazioni si sono dette dubbiose.
Sono soltanto polemiche inutili perché la comunità rom a Roma ha ormai imparato a dialogare a 360 gradi con l'amministrazione. Le associazioni lo sappiamo benissimo in questi 40 anni cosa hanno fatto. I rom sono rimasti nella stessa identica situazione dal punto di vista abitativo, lavorativo ma anche dal punto di vista di una politica del superamento degli accampamenti. Noi a Roma, grazie a queste associazioni, abbiamo quasi tre generazioni di bambini che sono rimasti nella stessa identica situazione dal punto di vista dell'educazione scolastica: cioè non abbiamo un bambino rom, nati e cresciuti da tre generazioni a Roma, che frequenta le scuole superiori. Queste associazioni hanno preso denaro pubblico dall'amministrazioni e hanno fatto questo lavoro. Sicuramente la prima cosa che farò è istituire un tavolo di confronto sia con associazioni sia con la comunità rom e sia con tutta la parte della cittadinanza: per capire come insieme possiamo risolvere alcune problematiche. Sarà un tavolo condiviso tra associazioni, cittadini ed enti pubblici e tra tutti coloro che si prenderanno la responsabilità di partecipare e discutere pacificamente e di cercare di risolvere i problemi della comunità rom.

Autore: Fabio Ferri