Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 14/08/2008 @ 17:35:21, in lavoro, visitato 2237 volte)
Ricevo da
Maria Grazia Dicati
Forse per sviare l'attenzione del disagio che la politica attraverso i
suoi informatori ci nega, si può pensare di inserire l’intervento del Prefetto
Mosca: sembra che l’unico problema in Italia siano i Rom!
Voglio proprio vedere se questo interesse per la formazione dei bambini rom
rimane acceso quando riapriranno le scuole e quali saranno gli interventi che
verranno adottati.
di Flavia Amabile -
La Stampa
E se mandassimo i giovani rom davanti ai supermercati a fare i
lustrascarpe? L'idea è del prefetto di Roma Carlo Mosca e non si può dire
che abbia riscosso grandi consensi. «Quello che è importante - spiega - non è
etichettare un lavoro o un altro, ma consentire di avere quelle possibilità che
hanno tutti ed eventualmente in quei mestieri e in quelle arti che oggi non sono
più praticate dai ragazzi italiani. Se il termine sciuscià non ricorda il
periodo del dopoguerra? Ci sono anche italiani che fanno ancora questo lavoro
basta andare dietro piazza S. Lorenzo in Lucina per trovare un negozio di
lustrascarpe. L’importante è garantire il diritto di lavorare e creare una senso
di responsabilità nuovo e l’idea deve essere condivisa con le comunità Rom. La
mia proposta prevede ovviamente il rispetto delle leggi italiane sul lavoro, è
una proposta che riguarda solo chi è sopra i 14 anni».
Il prefetto insomma difende la sua idea. Ma non tutti sono d'accordo con
lui. «Il linguaggio e la proposta del prefetto Mosca sono inaccettabili. È una
trovata singolare e sbagliata. L’integrazione e l’accoglienza devono passare
attraverso l’educazione alla legalità delle popolazioni rom e attraverso forme
di lavoro adeguate», sostiene il ministro ombra Pd della Giustizia, Lanfranco
Tenaglia. «Penso che ci siano altri tipi di lavoro molto più adeguati non siano
quello di sciuscià».
Anche Savino Pezzotta dell'Udc trova che pulire le scarpe non sia la
soluzione migliore. «Conosco il prefetto di Roma ed è una persona che stimo
molto. Lui esprime la volontà di dare una possibilità, tramite il lavoro, ai
rom. Ma non è che gli si debba far fare lo sciuscià, che non riesco nemmeno a
capire che mestiere è... Non è che un ragazzo rom non possa inserirsi nel mondo
del lavoro e per lui bisogna trovare delle figure lavorative strane. Bisogna
capire la loro cultura, lavorare per l’integrazione che deve cominciare dalla
scuola. Il rischio invece è quello di favorire un certo tipo di emarginazione».
Niente applausi dall'Osservatorio sui Diritti dei Minori. «Forse il
prefetto scherzava... La sua comunque non è stata una buona idea. Una proposta
come questa, tanto più nel 2008, non è accettabile - osserva il presidente,
Antonio Marziale - Un giovane di etnia diversa dalla nostra - prosegue Marziale
- deve avere gli stessi diritti e doveri di un italiano, se si trova nel nostro
Paese, a patto che rispetti la cultura e le regole vigenti. Assegnare un destino
predeterminato a un giovane rom è inopportuno. Sia data loro la possibilità di
progredire come tutti i ragazzi. Precostituire per loro un avvenire da sciuscià
è un pò azzardato».
Alla fine a sostenere l'idea non sono molti. Fra i favorevoli, la
Comunità di sant'Egidio. «Sarei d’accordo con una proposta del genere - commenta
il portavoce della Comunità di S.Egidio, Mario Marazziti - come su altre mille
possibilità di dare lavoro reale e protetto ai rom, assieme a un percorso che
deve partire dal rilascio dei documenti e della cittadinanza italiana, a Roma
per almeno centinaia di bambini, figli di rom nati nella ex Jugoslavia e che
adesso non hanno più cittadinanza».
Di Fabrizio (del 21/08/2008 @ 14:44:26, in lavoro, visitato 2449 volte)
Mi piacerebbe che pubblicaste un articolo di mia moglie che
è giornalista Bielorussa e scrive per varie testate locali qui a Messina.
Quest'articolo è elaborato da lei sugli ultimi resoconti di medici senza
frontiere. Il nome di mia moglie è IRYNA CHUMAKOVA.
grazie NICOLA PAVIA
Chi accoglie uno straniero accoglie un angelo
Una delle cose che amavo di più fare all’alba sin da piccolo, era quella di
passeggiare per la lunga e bianca spiaggia del mio villaggio, Nungua Beach,
sulle coste del Ghana.
Stavo ore ad osservare le lente onde del mare del Golfo di Guinea immaginandomi
un futuro provetto pescatore, mentre il vento caldo mi accarezzava il volto. Ed
è lo stesso vento del sud che ora mi secca la gola mentre alle 4:30 del mattino
attendo insieme ad altri venti miei coetanei, tutti immigrati e rigorosamente
irregolari, l’arrivo del camioncino che ci sceglierà e farà salire per andare a
lavorare. Sono un lavoratore stagionale qui, in un paese sperduto della Sicilia,
e so che un ennesima giornata dura e infernale sta per attendermi.
Ho dormito per terra in un cascinale abbandonato in aperta campagna con altri
quattro immigrati, di cui non so neanche il nome ed in silenzio ci siamo recati
all’alba all’appuntamento. Il camion arrivò, noi saltammo su sempre in silenzio,
posizionandoci sul retro, e aspettammo la partenza con lo sguardo sempre rivolto
a terra.
Arrivati a destinazione, ognuno di noi scese velocemente avviandosi presso la
serra più grande, dove già, come sempre ogni mattina, avevano sparso i vari
pesticidi; ce ne accorgemmo perché gli occhi cominciarono a bruciare, e le mani
si arrossavano ogni volta che raccoglievamo i pomodori .
Il tempo scorreva e il sole cominciava a bruciare ma sapevamo che non avremmo
visto acqua fino al pomeriggio, vietato fermarsi. I container lentamente si
riempiono mentre i polmoni bruciano per l’aria acida, la fine della giornata ed
il riposo era lontano, avremmo continuato così fino alle 19 di sera con un
piccolo stacco alle 13. La paga è sempre quella, circa 16 o 20 euro al giorno,
ma arriva sempre alla fine del mese e a volte si aspettano anche due mesi. Il
Caporale, cosi si chiama il capo squadra, oggi è in giornata sì, ha distribuito
una razione di acqua doppia, e mentre beviamo, il mio compagno di fila si piega
in avanti gridando dal dolore. Il caporale imprecando fa segno ad altri due tizi
a bordo coltivazione e così il poveretto viene caricato in macchina e portato
via. Verrà sicuramente abbandonato davanti un posto di guardia medica per non
avere guai, lui non ha i documenti.
Arriva così il fatidico fischio di fine lavoro, una vera liberazione. I padroni
se ne vanno e noi ci incamminiamo come zombi verso una Masseria distante dì lì a
poco. Senza acqua né luce, senza viveri e senza coperte, ci sono solo tre
materassi luridi e consumati, e noi siamo in 10…
Per i servizi igienici si va in fondo alle scale, al buio, in mezzo allo sporco
ed al puzzo incredibile, in silenzio. Qualcuno esce un pezzo di pane rancido,
un altro è riuscito a nascondere tre pomodori nelle mutande. Stabiliamo i turni
per utilizzare tre alla volta il materasso e l’odore pungente della stalla
dietro, nasconde l’odore dei nostri corpi. È pericoloso uscire la notte, ci sono
i ragazzi Italiani che possono menarti con bottiglie di vetro insultandoti. La
stanchezza ha finalmente il sopravvento, e gli occhi si chiudono e nella notte
mi ritrovo bambino, un bambino che sogna: "sicuramente da grande sarò un bravo
pescatore".
I dati sono stati presi dai resoconti annuali del gruppo onlus Medici Senza
Frontiere.
Iryna Chumakova
Di Fabrizio (del 24/08/2008 @ 09:07:07, in lavoro, visitato 2394 volte)
Da
British_Roma
di LUCIA KUBOSOVA
Secondo le ultime cifre del Ministero degli Interni di giovedì 21 agosto, il
numero degli immigrati in cerca di lavoro dall'Europa centrale ed orientale
verso la Bretagna è caduto al livello più basso da quando i paesi post-comunisti
si sono uniti all'Unione Europea nel maggio 2004.
La GB è stata uno dei tre stati dell'Europa occidentale che hanno aperto il
proprio mercato del lavoro ai nuovi arrivati subito dopo che sono diventati
cittadini UE - assieme a Irlanda e Svezia - con un numero iniziale di lavoratori
arrivati che superavano largamente le previsioni del governo.
Tutti assieme, oltre 875.000 nuovi europei hanno richiesto lavoro in GB nei
quattro anni dell'unione dei loro paesi alla UE.
Ma con la sterlina più debole e l'alta disoccupazione, ora la Bretagna appare
meno attraente per chi cerca lavoro dal "nuovi" stati membri, con solo 40.000
richieste di registrazione lavoro in GB tra l'aprile e il giugno 2008.
L'erosione del valore della sterlina ha avuto conseguenze dirette per le
paghe dei lavoratori stranieri.
Gli immigrati polacchi di solito ottenevano 3.565 zloty dalle 500 sterline,
che avevano bisogno di spedire a casa per giustificare di lavorare in GB. Adesso
è meno del 40%, appena più di 2.100 zloty, secondo gli esperti citati dal
Financial Times.
Ma i lavoratori dai paesi come la Polonia, la Slovacchia o gli Stati Baltici
sono anche stati espulsi dalla riduzione del lavoro in settori come le
costruzioni, che hanno registrato un calo nei posti vacanti di circa il 13% tra
maggio e luglio.
Similarmente, i posti vacanti in ristoranti, hotel e negozi sono caduti del
9% nello stesso periodo, secondo il rapporto governativo.
Di Fabrizio (del 05/09/2008 @ 08:53:13, in lavoro, visitato 1733 volte)
Da
Czech_Roma
Agenzia trova lavoro per 40 Rom nella regione di Ostrava
By ČTK - 1 settembre 2008
Ostrava, Nord Moravia, 29 agosto (CTK) - L'agenzia per il reclutamento Rom ha
trovato lavoro per 40 Rom dal 2006, nel quadro del progetto triennale Romcentrum,
fondato dalla UE, ha detto venerdì a CTK il manager del progetto Lubomir Kuznik,
dell'Associazione dei Romanì della Nord Moravia.
L'agenzia che è situata a Karvina, una cittadina vicino a Ostrava, registra
ora circa 250 Romanì in cerca di lavoro, la maggior parte uomini.
"Cerchiamo lavoro su Internet, ma abbiamo anche contattato degli imprenditori
regionali," ha detto Kuznik.
Ha detto che i datori di lavoro spesso considerano i i Romanì in cerca di
impiego come un potenziale problema già prima di incontrarli.
D'altra parte, ha ammesso che anche molti Romanì sono da rimproverare. Alcuni
di loro non sono interessati al lavoro e vanno in congedo per malattia dopo tre
mesi.
Jan Rychly, capo dell'ufficio collocamento di Karvina, ha detto di apprezzare
gli sforzi dell'agenzia.
Ha detto che il suo lavoro è difficile perché si trattava di persone mancanti
di qualsiasi qualifica e poco abituata ad andare regolarmente a lavoro.
Rychly ha detto che è molto importante che persone della comunità Romany
lavorino nell'agenzia.
Come parte del progetto Romcentrum, operatori sul campo hanno visitato le
località Romanì nella regione di Ostrava, conosciuta per le miniere e
l'industria pesante, ed hanno informato le persone su come comportarsi con un
nuovo lavoro e come agire con i funzionari statali, ha detto Kuznik.
Ha poi detto che è stata lanciata una cooperazione con due scuole con molti
studenti Romanì.
Kuznik ha detto che la UE non rifinanzierà il progetto, ma che alcune delle
attività continueranno, come l'agenzia di reclutamento e la cooperazione con le
scuole.
This story is from the Czech News Agency (ČTK).
Di Fabrizio (del 17/09/2008 @ 09:04:18, in lavoro, visitato 1580 volte)
Da
Nordic_Roma
HELSINGIN SANOMAT
Mauri Hagert, conducente della Vantaa, guida il suo autobus nel centro di
Helsinki. A 53 anni, ha lavorato per compagnia Concordia sette anni. La
compagnia, che opera sulle principali rotte municipali nella regione di
Helsinki,impiega circa 20 altri membri della comunità Rom. Dice Hagert: "Non
abbiamo grande istruzioni, così dobbiamo prendere lavoro dove capita. Questa
compagnia non guarda di che colore sono i tuoi capelli, o la tua razza".
Giovedì 11 è stato rilasciato uno studio commissionato dal Ministero del
Lavoro, che mostra come le attitudini negative da parte di molti datori continua
a rendere difficile ai Rom trovare lavoro.
Una ricerca telefonica ha mostrato che il 12% dei datori di lavoro ammetteva
che non avrebbero assunto un Rom, anche avendo la qualifica richiesta per il
lavoro. Circa la metà degli intervistati, il 57%, erano disposti ad assumere un
Rom.
"E' certamente allarmante, ma d'altra parte, è emersa anche una positiva
sorpresa, perché si è parlato molto di discriminazione contro i Rom", ha detto
la ricercatrice Hannele Syrjä.
L'inchiesta ha mostrato che la maggior volontà di assumere i Rom arriva dalle
grandi compagnie di costruzione e da quelle di servizi nella Finlandia
meridionale, che hanno sofferto di tagli di posti di lavoro. Le risposte
più positive arrivano da compagnie che già hanno avuto dei Rom come dipendenti.
Oltre 300 compagnie hanno risposto alla ricerca.
I più grandi impedimenti, secondo la ricerca, riguardano la mancanza di
istruzione e l'esperienza lavorale. La maggior parte dei Rom che cerca lavoro
non è andata oltre l'istruzione primaria.
Hannele Syrjä elenca alcuni fattori culturali: "La gioventù è breve, le
famiglie si formano presto, ed inoltre l'istruzione è lasciata spesso. I Rom
vogliono diventare istruiti da adulti".
Tarja Cronberg, (Verdi) Ministro del Lavoro, dice che si faranno dei
tentativi per promuovere l'impiego tra i Rom aumentando il numero di mediatori
Rom presso gli uffici locali del collocamento. Si faranno anche sforzi per
fornire ai Rom servizi di apprendistato e sussidi all'impiego. Dice Cronberg:
"E' anche importante migliorare la situazione allarmante della scarsa istruzione
dei giovani".
Di Fabrizio (del 22/10/2008 @ 08:59:00, in lavoro, visitato 1522 volte)
Da
Roma_ex_Yugoslavia
La comunità Rom deve lavorare per rompere lo stereotipo per cui non sanno
lavorare bene, ha detto oggi Bajro Bajric. Bajric, che è presidente
dell'Associazione per i Rom di Croazia, l'ha detto al seminario "incontrare i
datori di lavoro con le misure di stimolo al lavoro".
Un gran numero di Rom sono stati cacciati fuori dalla comunità, ed hanno
bisogno di essere stimolati ed aiutati a diventare membri attivi della comunità,
ha detto Bajric. Ha aggiunto che i Rom hanno mostrato interesse nell'istruzione
e nell'integrazione nella società.
Questo è uno degli scopi del progetto REI (Iniziativa Impiego Rom),
cofinanziato dal programma "PHARE 2005", per cui l'Associazione per i Rom di
Croazia ha ottenuto 96.000 euro dalla UE.
Nella contea di Varazdin, 30 Rom hanno partecipato ad un programma di
formazione per la raccolta ed il riciclo dell'acciaio vecchio, come pure per
cucitrici e carpentieri, ma sinora uno solo ha trovato lavoro.
Bajric considera che la legge sul welfare va cambiata, perché l'assegno
sociale a volte è più alto dei salari che i Rom ottengono dai loro datori di
lavoro.
L'interesse della comunità locale per questi progetti è molto importante, e
la contea e la città di Varazdin hanno mostrato interesse per il miglioramento
della posizione dei Rom, per cui dovrebbero essere elogiati, ha detto Bajric.
L'ufficio regionale dell'impiego di Varazdin ha nel suo database 157 Rom
disoccupati, e questi programmi permettono ai Rom di ottenere determinate
conoscenze ed abilità, per poter trovare lavoro più facilmente, ha detto al
seminario Jasenka Hutinski, capo dell'ufficio dell'impiego di Varazdin.
Il seminario ha riunito rappresentanti dell'industria del metallo di Varazdin
e associati per il progetto REJ.
Di Fabrizio (del 23/10/2008 @ 09:16:18, in lavoro, visitato 1405 volte)
Da
Czech_Roma
Brno, 17.10.2008, 09:09 - Il gruppo di servizio Rom IQ di Brno terminerà alla
fine di questo mese il suo progetto educativo di tre anni, che si è focalizzato
sui Rom ed ha avuto grande successo, lo ha detto oggi a CTK Veronika Vankova, a
capo del progetto.
Il progetto è stato disegnato per aumentare il livello dell'istruzione e
della qualificazione dei Rom e migliorare la loro situazione sociale ed
economica, ed è stato raggiunto, ha detto Vankova.
Oltre 2.000 persone si sono unite al progetto, soprattutto giovani tra i 13 e
i 18 anni. Una delle mete era convincere i giovani Rom a rimanere nel processo
educativo quanto più a lungo possibile, ed è stata soddisfatta, ha detto Vankova.
L'80% degli studenti del nono grado coinvolti nel progetto hanno presentato
richiesta di ammissione alla scuola secondaria e ce l'hanno fatta, ha detto
Vankova.
"I contatti individuali con i candidati alla scuola secondaria mostrano
progressi visibili nella loro capacità di definire i loro obiettivi personali in
corrispondenza con le loro possibilità. Prima di queste consultazioni, solo un
quinto era capace di definire questa meta, mentre dopo la percentuale era salita
a metà," ha detto.
"D'altra parte, la parte di giovani Rom che non avevano mete o ne avevano di
non realistiche, è scesa dal 66 al 39%," ha aggiunto.
Oltre al consulto sulla scelta di una scuola adatta, il progetto includeva
anche corsi di informatica e lingue straniere come pure attività per il tempo
libero.
Oltre 600 adulti si sono uniti al progetto IQ, per essere assistiti nella
ricerca di lavoro e per la soluzione dei loro obblighi legali.
"Un quinto di chi cercava lavoro l'ha trovato e l'ha mantenuto. Dato che il
90% di loro aveva soltanto istruzione di base, l'hanno trovato nel ramo delle
pulizie e della produzione in linea o nel campo delle costruzioni," ha detto a
CTK Wail Khazal, manager del progetto.
Il servizio Rom IQ abbozzerà un rapporto dopo la fine del progetto a
novembre, rapporto che conterrà proposte per possibili misure sistematiche, ad
esempio, nella legislazione che potrebbe aiutare ad abbassare l'estensione
dell'esclusione sociale dei Rom.
CTK -
ROMEA
Di Fabrizio (del 24/10/2008 @ 09:11:51, in lavoro, visitato 2133 volte)
Da
Mundo_Gitano
20/10/2008 - La più importante fondazione Rom di Spagna sarà in Romania,
assieme all'Agenzia Nazionale per i Rom, il Programma Acceder - Assieme nel
Mercato Lavorale. La Fundación Secretariado Gitano sarà rappresentata da Humberto García Gonzáles-Gordon,
esperto in mediazione inter-culturale e fornirà assistenza tecnica nello
sviluppo del programma. Il progetto per la trasferta verso i partner della
Romania è stato firmato il 16 aprile di quest'anno.
Intervista di
Mihaela Dumitrascu – DIVERS –
www.divers.ro
Per iniziare, ci dia per favore una breve presentazione della fondazione
che lei rappresenta.
La Fundación Secretariado Gitano è un'organizzazione sociale, inter-culturale
e non-profit, che fornisce servizi per lo sviluppo della comunità Rom in Spagna
come pure in Europa. Siamo attivi in 14 comunità spagnole. L'organizzazione
iniziò ad operare negli anni '60 e divenne fondazione il 2 luglio 2001. Il suo
scopo è promuovere la comunità Rom così che i suoi componenti possano integrarsi
nella società. La fondazione ha come "due gambe": una è quella che chiamiamo
programmi diretti con i Rom (che conduciamo su vari campi - istruzione, impiego,
alloggio o sanità); l'altra è ciò che chiamiamo l'esecuzione di politiche
sociali proattive per i Rom. Questo significa lavorare specialmente con le
istituzioni pubbliche, col governo, con le amministrazioni locali per
persuaderle a portare avanti politiche speciali per la popolazione Rom, che
dovrebbero essere, tuttavia, integrate nelle politiche generali.
Perché la Fundación Secretariado Gitano ha scelto di andare in Romania?
Nel passato abbiamo cooperato per diversi anni con numerose organizzazioni,
sia pubbliche che private, di molti paesi, in ogni tipo di programma di
collaborazione. Questo ci ha dato la possibilità di creare un forte network
attraverso l'Europa. La Romania è appena diventata un membro dell'Unione Europea
e molti programmi del Fondo Sociale Europeo partiranno da qui per svilupparsi.
Abbiamo fatto in modo di creare una stretta relazione con l'Agenzia Nazionale
per i Rom (ANR), che è interessata nel nostro programma di impiego chiamato
Acceder. Abbiamo sviluppato questo programma in Spagna negli ultimi sette anni.
È risultato abbastanza buono, e l'ANR ha proposto di estenderlo alla popolazione
Rom della Romania.
Quali sono stati i risultati del programma Acceder in Spagna?
L'idea principale di Acceder è aiutare i Rom ad accedere al mercato lavorale.
Nei fatti, non solo i Rom, perché soltanto il 70% di chi beneficia del programma
Acceder in Spagna è di etnia Rom. In Spagna, il programma Acceder ha condotto
846 corsi di formazione professionale, frequentati da 7.204 persone. Abbiamo
lavorato con oltre 35.000 persone ed abbiamo firmato oltre 25.000 contratti
d'impiego. Il coinvolgimento attivo dei professionisti Rom è il miglior modo di
attirare nuovi beneficiari, di generare credibilità ed aumentare le prospettive
positive. Il programma Acceder è stato ricevuto molto bene nell'Unione Europea e
credo sia uno dei metodi per includere la popolazione Rom nel mercato lavorale.
Vi aspettate un uguale successo in Romania?
Lo spero! Ad ogni modo, dobbiamo vedere come adattarlo. Non si può
automaticamente trasformare il modello Acceder. La Romania è un paese di
differente cultura e mentalità, con una diversa amministrazione, con politiche
dell'impiego differenti. Il programma sarà applicato per un periodo di due anni
e vogliamo svilupparlo in otto città che copriranno le otto regioni della
Romania, le cosiddette regioni europee. Le città sono Bucarest,
Craiova, Timisoara, Alba Iulia, Cluj-Napoca, Piatra Neamt, Calarasi e Braila o Galati,
non abbiamo ancora deciso.
Esattamente come si sviluppa un simile programma?
Il progetto ha una metodologia basata sui bisogni individuali. Dapprima
abbiamo selezionato la squadra base che lavorerà a Bucarest, un ragioniere
specializzato, un assistente per l'amministrazione e diverse altre persone dell'ANR
che copriranno le altre due parti del progetto: la parte
amministrativa-finanziaria e quella tecnica. Stiamo parlando di tre o quattro
persone nell'area amministrativa e di quattro persone nell'area tecnica. A
questo punto intendiamo costruire una squadra di cinque persone in ognuna delle
otto città: un coordinatore per il resto della squadra, uno specialista nella
formazione professionale, uno specialista nel counseling educativo, un
negoziatore nel mercato lavorale che contatti le compagnie per vedere che tipo
di personale c'è bisogno e se vogliono assumere personale attraverso il nostro
programma, un mediatore inter-culturale che dovrà contattare le comunità Rom e
persuaderle ad unirsi al programma. Poi, assieme al professionista della
formazione professionale, faremo una diagnosi della situazione ed abbozzeremo un
corso personalizzato per l'inserzione nel mercato lavorale. E' un patto fatto da
ogni individuo che vuole unirsi al programma con lo specialista della formazione
professionale. Se queste persone non hanno formazione professionale, iniziamo
con un corso disegnato apposta per la popolazione Rom. Forniamo anche assistenza
nel mercato del lavoro per quanti hanno iniziato a lavorare per la prima volta,
per essere sicuri che siano capaci di mantenerlo, e consulenza ed appoggio ai
Rom che vogliono diventare dipendenti.
Da dove ottenete il supporto finanziario?
Il 98% del denaro arriva dall'Unione Europea ed il 2% dalla Romania. In
totale verranno spesi cinque milioni di euro per questi due anni di sviluppo e
per tutte le regioni.
A quali categorie di Rom vi indirizzate con questo programma?
In Spagna, ci siamo focalizzati sui giovani e sulle donne, perché riteniamo
che siano i settori che affronteranno le maggiori difficoltà nell'accesso al
mercato del lavoro. In Romania lavoreremo con i Rom che hanno raggiunto l'età
legale per accedere al mercato del lavoro e, principalmente, con persone di età
tra i 16 ed i 65 anni.
Pensa che i Rom rumeni si uniranno al programma?
Prima di tutto, la responsabilità dello sviluppo di questo programma non
risiede in noi, ma nell'Agenzia Nazionale per i Rom. Noi forniamo soltanto
l'assistenza tecnica. Secondo me, è importante sapere che i Rom non sono tutti
uguali e non mi aspetto che reagiscano alla stessa maniera.
Di Fabrizio (del 21/11/2008 @ 09:00:04, in lavoro, visitato 2330 volte)
L'articolo integrale su:
Bubkes: The
Weblog of Stephen Lewis
Un cancello di ferro lavorato in via Iskar o Eksark Iosef, Sofia, Bulgaria,
autunno 1996. L'artefatto è tipico della fine del XIX secolo e dell'inizio del
XX secolo di edifici e città in Bulgaria. Molti artefatti simili erano opera di
fabbri ed artigiani Rom. La foto è stata ripresa con una macchina 35 mm Minox
G-series su Tri-X film. Combina l'atmosfera della Sofia autunnale con la
delicata rappresentazione e l'accurata geometria della Minox G.
[...]
Facendo cantare il ferro
Un secolo fa, i Rom erano relativamente bene integrati nel tessuto di molti
villaggi e città nei Balcani. Gli insediamenti urbani erano più piccoli e
compatti in quei giorni e le distanze etniche, religiose e di classe erano
minori. I Rom erano anche più integrati nelle economie urbane, le loro
tradizionali capacità come fabbri, oppure di trasportatori erano di centrale
importanza nei giorni in cui il metallo si sollevava e veniva piegato. Nei cento
anni a seguire, i Rom sono stati spinti nelle periferie delle città bulgare. Le
città sono state riprogettate e le minoranze disperse oltre i cordoni sanitari.
Le capacità lavorative valutate un secolo fa sono diventate periferiche e sempre
più spesso obsolete. Soprattutto, la solidificazione dell'identità nazionale
bulgara ha marginalizzato i gruppi minoritari. I componenti delle minoranze che
avevano l'opportunità e le risorse per lasciare la Bulgaria partirono. Oltre il
90% degli Ebrei del paese se ne andarono nel 1948. La popolazione turca e
musulmana fu periodicamente pressata verso esodi di massa, culminati con la
partenza di 300.000 di loro nell'estate del 1989. I Rom furono relegati in
blocchi edilizi isolati, l'equivalente bulgaro delle favelas e dei bantustan.
La frase "facendo cantare il ferro" coniuga l'abilità e la passione dei
fabbri e dei lavoratori del metallo di un'era passata. La prima volta ho sentito
la frase da un Bulgaro turco che era stato imprigionato all'inizio degli anni
'50 nell'isola Belane sul basso Danubio, il piccolo Arcipelago Gulag della
Bulgaria. Usava quella frase per descrivere la capacità di lavorare il metallo
di un compagno di prigionia, Shakir Mustafa Pashov. Pashov era un dirigente
comunista rom negli anni in cui l'appoggio ai gruppi minoritari veniva
sollecitato dai capi comunisti ed ancora ritenuto ideologicamente accettabile. A
seguito dei processi contro il cosmopolitanismo nell'Unione Sovietica ed il
processo Slansky nella Cecoslovacchia, i comunisti come Pashov caddero presto in
disgrazia. Molti, come lui, finirono in prigione. I caratteristici cancelli in
ferro lavorato di Sofia, rappresentano un silenzioso ricordo sia delle
generazioni di Sofioti che li attraversarono che del mondo svanito dei fabbri
Rom che presero parte alla loro creazione
Lavoratore del metallo, Quartiere di Stoliponovo, Plovdiv,
Bulgaria, 1997
Photos and Text Copyright Stephen Lewis 2008
Di Fabrizio (del 12/02/2009 @ 08:41:03, in lavoro, visitato 1359 volte)
Ricevo da Rom Lavoro
Proprio nel periodo di commemorazione del Porrajmos (la Shoa dei Rom/Sinti),
un duro colpo d'arresto alle politiche di integrazione del popolo Rom/Sinti si è
avuto dal mese di febbraio con la chiusura dello Sportello di Segretariato
sociale per l'avviamento al lavoro delle Comunità Rom, Sinti e Caminanti di Via
Alessandro della Seta 20/a gestito dall'Ente Morale Opera Nomadi in
Convenzione con il Comune di Roma Dipartimento XIV Determinazione Dirigenziale
n. 1939 del 23.12.2004.
Lo Sportello era nato a febbraio 2005 con un finanziamento di 42.000 euro
per un anno. Negli anni successivi ha subito molte decurtazioni e periodi di non
finanziamento fino a giugno 2008 data di scadenza dell'ultima Convenzione
firmata.
In quest'ultimo periodo (da luglio 2008 ad oggi) lo Sportello è
"sopravvissuto" (come nei precedenti periodi di non finanziamento) grazie alle
attività di volontariato ed al sostegno delle spese (utenze, materiali, ecc.) a
carico dell'Associazione.
Una politica doverosa nei confronti delle Comunità Rom, Sinti e Caminanti, ma
che ha prodotto anche costi insostenibili per l'Associazione ed una sua crisi
dal punto di vista finanziario.
A tutti coloro che hanno potuto verificare la bontà e la qualità
dell'attività svolta chiediamo di attivarsi in tutti i modi e verso tutte le
direzioni affinchè questa esperienza non muoia e, con essa, muoia un ulteriore
lumicino di speranza per un futuro migliore delle Comunità Rom, Sinti e
Caminanti a Roma e non solo.
Per informazione sulle attività svolte dallo Sportello di Segretariato Sociale
per l'avviamento al lavoro delle Comunità Rom, Sinti e Caminanti visitare il
sito:
www.romlavoro.it
Roma, febbraio 2009
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