Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

L'OROLOGERIA DI MILANO srl viale Monza 6 MILANO

siamo amici da quasi 50 anni, una vita! Per gli amici, questo e altro! Se passate di li', fategli un saluto da parte mia...

ASSETTO VARIABILE

E' sospeso sino a data da destinarsi.

Le puntate precedenti sono disponibili QUI


Volete collaborare ad ASSETTO VARIABILE?
Inviate una
mail
Sostieni il progetto MAHALLA
 
  
L'associazione
Home WikiMAHALLA Gli autori Il network Gli inizi Pirori La newsletter Calendario
La Tienda Il gruppo di discussione Rassegna internazionale La libreria Mediateca Documenti Mahalla EU Assetto Variabile
Inoltre: Scuola Fumetti Racconti Ristorante Ricette   Cont@tti
Siamo su:  
AVVISO AI NAVIGANTI: qui potrete trovare molte notizie che abitualmente non volete conoscere.

La redazione
-

Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 10/06/2013 @ 09:00:50, in Italia, visitato 1444 volte)

di TestardaMenteIo su SIMONA HRISTIAN BLOG

Da diversi anni si assiste ad un interesse per la musica e la cultura Rom, prevalentemente d'origine balcanica, senza che si vada oltre le musiche di Goran Bregovic o i film di Emir Kusturica, trascurando quindi le radici della storia dei Rom e, soprattutto, ignorando le attuali condizioni di vita in cui si trovano.

Nel contesto cittadino romano, in zone decentrate e relativamente isolate dai centri abitati, esistono diversi campi rom nei quali convivono varie etnie provenienti da alcuni Paesi dell'ex Jugoslavia e dalla Romania. Nella mia esperienza professionale, ho avuto l'opportunità di avvicinarmi alla realtà dei campi attrezzati della Capitale, autorizzati dal Comune e gestiti da varie associazioni italiane. Ho conosciuto diverse persone che ci abitano e ho ascoltato i loro racconti che vanno oltre ogni demagogia e retorica politica. La realtà dei campi è fatta di problemi oggettivi legati alla convivenza più o meno coatta in condizioni non idonee, dato che spesso la capienza del campo è inferiore al numero di persone ospitate, per lo più minori. Per non parlare del posizionamento di questi insediamenti, periferici e lontani dai centri abitati e dai servizi. Molti Rom non hanno mai conosciuto la vita di campo dato che nei loro Paesi di origine hanno vissuto una vita da sedentari. In Italia si ignora questo aspetto e si continua a considerarli nomadi.



Un testimone privilegiato di questa realtà è l'artista Antun Blazevic, in arte Tonizingaro che abbiamo interpellato per avere una opinione da parte di chi l'esperienza del campo l'ha vissuta in prima persona. Autore e interprete protagonista dei suoi spettacoli teatrali, Toni ha svolto anche il ruolo di mediatore culturale all'interno dei campi rom della Capitale dove è vissuto per circa 15 anni. Dall'inizio dell'intervista, Toni dimostra la sua natura anticonformista e irriverente, rispondendo con una battuta spiritosa, nonostante le tematiche affrontate. Alla domanda se vivesse ancora nel campo, ha esordito rispondendo: "No, grazie".

Toni, hai svolto il ruolo di mediatore culturale anche nei campi rom, quelli che sono erroneamente chiamati "campi nomadi". Secondo te, perché si continua a parlare dei rom come popolo nomade, nonostante siano stanziali?

Secondo me, si continua a parlarne di nomadismo per ignoranza, ancora non hanno capito cosa vuol dire nomadismo e non sanno che finì 200 anni fa. Ormai, per trovare dei nomadi rom, dovresti andare a cercarli in Mongolia.

Tu hai lavorato in uno dei campi rom della Capitale dove convivono insieme rom romeni, bosniaci e serbi, anche se divisi da un recinto "simbolico". Esistono dei contrasti tra varie etnie?
Io ho lavorato sia nel servizio H24, controllando chi entrava e chi usciva dal campo, che nel servizio di accompagnamento dei bambini a scuola. Non parlerei di conflitto tra le etnie. Secondo me, si tratta più di un desiderio di proteggere le proprie tradizioni che variano da un gruppo etnico all'altro. E' più una questione legata al senso di appartenenza. Per quanto riguarda la divisione del campo, si tratta, a mio avviso, di un problema di organizzazione. Le associazioni che gestiscono i campi dovrebbero risolvere e prevenire dall'inizio queste situazioni.

E' noto che molti bambini rom accumulano tante assenze a scuola e per quanto riguarda le cause, le opinioni sono diverse. Secondo la tua esperienza, cosa si potrebbe fare per risolvere questo problema?
Le responsabilità stanno da entrambe le parti. I motivi oggettivi non mancano: i campi si trovano in zone molto periferiche; le scuole che non accettano più di un certo numero di bambini rom sono distanti tra di loro; la mattina c'è tanto traffico; non ci sono soste adatte per gli scuola-bus e si deve cercare un parcheggio, far accompagnare ogni bambino a scuola, ripartire e ripetere la stessa prassi per tutti i bambini, che ovviamente arrivano quasi sempre in ritardo a scuola. Le associazioni che gestiscono i campi hanno problemi di organizzazione. Quando ho lavorato come accompagnatore per i bambini, avevo proposto di fare qualche cambiamento (partire presto, andare prima alla scuola più lontana per poi tornare verso quelle più vicine ecc.), ma non se ne è fatto niente. Dall'altra parte, ci sono le responsabilità dei rom che non sempre preparano in tempo i bambini e quindi molte volte si parte in ritardo per questo motivo.

Secondo te quali sono le cause che hanno portato i rom a essere così passivi?
Come dichiarai tempo fa in una trasmissione di RAI 3, il male assoluto che colpì i rom in Italia fu l'assistenzialismo. Queste politiche hanno permesso alle associazioni che gestiscono i campi di sostituirsi ai genitori e alle famiglie e quindi hanno abituato i rom ad aspettarsi che gli altri risolvano i loro problemi. I rom, al loro arrivo, pensavano da soli a se stessi ma queste politiche assistenzialiste li hanno portati a pensare di avere dei diritti senza considerare gli obblighi. Come dicevo prima, la responsabilità è sempre delle associazioni perché dovrebbero prendere dei provvedimenti e cercare di cambiare la situazione. Credo che si è ancora in tempo per cambiare l'andamento delle cose.

Nei campi ci sono anche dei rom italiani?
Qualcuno c'è, ma la maggioranza vive nelle case, sono inseriti nella società come i Sinti abruzzesi e i Camminanti siciliani che sono tutti stanziali.

Si sente spesso dire che i rom sono abituati a vivere così e che quindi sono loro stessi a volere i campi. Come sono nati i campi rom a Roma?
Sono nati negli anni '70 con le baraccopoli dei migranti dell'Italia meridionale che, nel momento in cui si sono trasferiti nelle case popolari, hanno affittato le baracche ai rom. Sono nati così i campi rom a Roma.

I campi rom sono un prodotto dell'emergenza abitativa della Capitale?
A Roma, il costo elevato degli affitti e la scarsità di case popolari sono una realtà. Molti appartamenti sono disabitati, altri sono proprietà della Chiesa e non vengono affittati. Inoltre, non è da sottovalutare la diffidenza verso i rom.



I Rom sono spesso presentati attraverso gli stereotipi e i pregiudizi. Nella mia vita da pendolare, mi è capitato spesso di sentire che il ritardo del treno fosse dovuto al furto di rame. Anche se negli annunci non si specifica chi siano gli autori, non manca chi fa commenti riferiti ai rom.
Sai, i rom sono utili per tante cose. Ai bambini non rom si insegna l'educazione, usando come minaccia gli "zingari"; sono attuali gli stereotipi che vedono gli zingari che rapiscono i bambini, che rubano e che sono sporchi. Mi ricordo un episodio a cui assistetti anni fa a Milano. Tornavo col tram da uno studio televisivo dove ero stato invitato e vicino a me sentii due signore italiane sulla settantina che parlavano della donna rom salita con un bambino in braccio e un altro che si reggeva alla gonna e che, secondo loro, puzzava. Quando la donna rom andò a timbrare il biglietto, le signore insinuarono che l'avesse rubato. Un'altra volta, a Roma, salii su un autobus e una signora, vedendomi, strinse subito la sua borsa al petto. La tranquillizzai dicendogli di non preoccuparsi perché quel giorno non stavo "lavorando".
Per quanto riguarda i ritardi dei treni, visto che ci sono sempre e su tutti le linee, se la colpa fosse dei rom, significherebbe che essi lavorano 24 ore su 24. Tu conosci dei rom che lavorano ininterrottamente 24 ore al giorno?

Qual è secondo te, se c'è, l'elemento che contraddistingue il popolo rom?
Se me lo avessi chiesto 20 anni fa, avrei saputo risponderti. Adesso non lo so perché negli ultimi tempi, con questa integrazione, ormai, non esistono più delle differenze. Quando si parla di integrazione, si intende assimilazione.

Questo purtroppo riguarda tutti i migranti, non solo i rom.
L'assimilazione rappresenta un impoverimento reciproco. Ci viene chiesto di lasciare la nostra cultura e adottare la loro per entrare a pieno titolo nella società. Si parla spesso del fatto che i rom non vogliano lavorare, ma non è tanto vero. Nei convegni o in altre occasioni, chiedo sempre alle persone che hanno questa opinione se prenderebbero preso come assistente famigliare o domestica una rom. Succede ancora oggi che appena si scopre che un dipendente sia rom, venga licenziato. Oltre la discriminazione c'è anche la crisi e la mancanza del lavoro per tutti, la concorrenza è tanta e i rom non sono neanche tanto qualificati e molti di loro non hanno neanche studiato. In compenso, le nuove generazioni hanno iniziato a specializzarsi di più e a studiare.

Sostieni che ormai non ci sia più alcun tratto caratteristico dei rom, eppure, secondo me, esiste una peculiarità del popolo rom che è il "pacifismo". In tutta la storia dell'umanità, il popolo rom non ha mai dichiarato una guerra o rivendicato terre.
Non ha mai fatto la guerra perché non esiste un paese per cui combattere. Neanche gli ebrei hanno fatto le guerre finché non hanno avuto uno stato. Se non hai un territorio da difendere o un paese di appartenenza, non ha senso fare le guerre.

Inno del popolo Rom "Jelem Jelem" (Camminando, camminando), eseguito dall'Orchestra Europea per la Pace e l'Alexian Group insieme a Miriam Meghnagi

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 11/06/2013 @ 09:01:04, in Europa, visitato 3719 volte)

Pagine 124 formato A4
Formato del file: PDF
Dimensioni del file: 1.25 MB
Software necessario: Tutti i lettori PDF, Apple Preview
Prezzo di lancio: 2,00 euro

Support independent publishing: Buy this e-book on Lulu.
Visita la Libreria di Mahalla

Succede anche nelle migliori famiglie: ho iniziato la primavera scorsa scrivendo un libro su Milano, a dicembre già l'argomento era diventato l'Italia e adesso, tocca all'Europa.

Di che si scrive? Vediamo cosa recita l'introduzione:


Sempre più spesso sento ripetere che quello contro i Romanì è rimasto l'unico razzismo che l'Europa ancora si permette. Il quadro che ne deriva è abbastanza schizofrenico, quella che chiamiamo popolazione maggioritaria, li vede:

  • o come criminali e asociali irrecuperabili, da rinchiudere in riserve (salvo poi lamentarsi se queste riserve diventano discariche invivibili);
  • oppure come vittime della società (però vorrebbero "integrarsi" nella stessa società di cui sono vittime).

Il quadro, desolatamente, è simile in tutta Europa. A fatica, Romanì e società maggioritaria trovano modi di interagire, ma i risultati riguardano frazioni minoritarie delle due popolazioni, e dopo secoli di convivenza ogni tentativo, presente e passato, appare fragile e temporaneo.
Questo non toglie che dopo secoli di presenza nel nostro continente, anche la galassia romanì abbia potuto esprimere le proprie eccellenze in diverse campi. Ma, anche se il contributo all'umanità tutta di queste personalità è stato notevole, rimane la sensazione di casi isolati.
L'ispirazione delle pagine che seguono mi viene da un libro di Stefania Ragusa: "AFRICA QUI storie che non ci raccontano". Nell'introduzione scrive l'autrice:

    Questo libro nasce dalla domanda che, qualche anno fa, mi ha fatto Sara, una mia giovane amica italianissima ma dalla pelle d'ebano. Era appena rientrata da una breve vacanza a Londra, la prima fatta all'estero e da sola. [...] Sara mi diceva che a Londra aveva visto neri che lavoravano in banca, negli ospedali, all'università, negli studi legali, a dare notizie in tv, a dirigere il traffico... Perché, si chiedeva, in Italia i neri, quando riescono a lavorare, fanno solo mestieri umili? Ho risposto che tutto questo era dovuto al fatto che l'immigrazione, africana e non, in Italia è un fenomeno recente. Perché per iella o per fortuna non siamo riusciti a essere una potenza coloniale e perché, fino all'altro ieri, eravamo noi costretti a emigrare. Ma ho risposto anche che non tutti i neri, in Italia, facevano lavori umili. Che quella del "povero negro" era in buona parte un luogo comune. Lei mi ha rivolto uno sguardo perplesso e di sfida e ha detto: non ti credo, dimostramelo. Non era un ordine ma l'indicazione di un bisogno, profondissimo e non ancora dichiarato. [...]

Per i Romanì in tutta Europa, non nella sola Italia, la situazione è simile, anzi peggiore. E, mettiamoci la mano sulla coscienza, come reagiremmo NOI se incrociassimo un medico, un vigile, un ortolano Rom o Sinto? Questo tipo di persone esistono, le ho anche incontrate, ma la paura dello "stigma" spesso è più forte della voglia di dichiararsi. Ricordo nel libro "Non chiamarmi zingaro" di Pino Petruzzelli, il racconto di una dottoressa in Italia che nasconde persino a suo marito il suo essere rom.
Se con sguardo distaccato osserviamo la situazione dei Romanì in Europa, quello che notiamo non è tanto che nei secoli possano esserci state figure prominenti, ma l'assenza di quella borghesia (non necessariamente che sia anche classe dirigente), che ha accompagnato lo sviluppo di altri popoli. Questo significa che quasi dappertutto in Europa i Romanì vivono una situazione di continuo dopoguerra, non solo economico, ma anche sociale e politico.
Il dottore, l'avvocato, il giornalista romanì esistono, a volte superano anche la paura di dichiararsi. Per anni ho raccolto frammenti di queste storie, riportati da varie testate o direttamente dalla loro voce.
Riprendere qui le loro testimonianze può servirci:

  • ad avere un quadro meno stereotipato della più grande minoranza etnica in Europa;
  • nel contempo, a comprendere quanto la forte spinta ad emanciparsi, si leghi all'attaccamento e all'interazione con la comunità d'origine, come pure al mantenimento della propria identità;
  • infine, la speranza è la stessa del libro AFRICA QUI, che le testimonianze raccolte possano incoraggiare le giovani generazioni romanì a trovare un posto dignitoso tra i popoli di un'Europa di cui fanno parte a pieno titolo.

Un ulteriore motivo di approfondimento, deriva dagli argomenti trattati nelle interviste o nei ritratti che verranno presentati: da questioni quotidiane a tematiche più propriamente politiche. Per politica, non intendo soltanto i cosiddetti "temi classici": razzismo, integrazione, convivenze... ma anche questioni di base che riguardano il futuro del nostro continente, trattate da questa futura classe intellettuale. Ancora una volta, il gioco di vederci allo specchio, e di saper cogliere i contributi ideali che possono arrivarci.

In appendice ho aggiunto tre contributi: un mio saggio su come anche le novità della tecnologia non siano estranee alla galassia romanì, la recensione di una serie televisiva di qualche anno fa - che descriveva in modo atipico la vita di una famiglia rom in Slovacchia, e un raccontino finale, che spero possa essere di buon auspicio.

Indice:

  1. L'Europa che c'è - Pag. 2
  2. Introduzione: - Pag. 3
  3. Autore: - Pag. 5
  4. Paesi, competenze e professioni: - Pag. 8
  5. FRANCIA - L'attivista atipico - Pag. 8
  6. SPAGNA - Un'antropologa - Pag. 10
  7. La situazione delle donne rom in Europa - Pag. 11
  8. SERBIA - Comunità ed emancipazione - Pag. 15
  9. EUROPA - Biglietti da visita - Pag. 17
  10. ROMANIA - e l'identità - Pag. 19
  11. REPUBBLICA CECA - Professionisti di confine - Pag. 21
  12. GRAN BRETAGNA - Un giornalista "globale" - Pag. 23
  13. SLOVACCHIA - La preside - Pag. 26
  14. UNGHERIA - Dalla scuola alla società e viceversa - Pag. 32
  15. GRECIA - Il dottore - Pag. 35
  16. SLOVACCHIA - Una dottoressa tra tradizione e cambiamento - Pag. 37
  17. REPUBBLICA CECA - Il frigorifero come questione culturale - Pag. 42
  18. AUSTRALIA - La scrittrice - Pag. 44
  19. ISRAELE - Nomade e digitale - Pag. 47
  20. GRAN BRETAGNA - I ricordi di una scrittrice - Pag. 49
  21. SLOVACCHIA - Riflessioni sull'integrazione - Pag. 54
  22. Rom, Rivoluzione delle aspettative - Pag. 59
  23. SPAGNA - Il master - Pag. 62
  24. BULGARIA - La futura dottoressa - Pag. 63
  25. BULGARIA - Il plurilaureato - Pag. 64
  26. Confessioni di un Rom laureato - Pag. 64
  27. MACEDONIA - L'avvocato - Pag. 67
  28. SLOVACCHIA - Ricominciare a 50 anni - Pag. 69
  29. REPUBBLICA CECA - giornalista o attivista? - Pag. 77
  30. SLOVACCHIA e REPUBBLICA CECA - Quando i mondi si incontrano - Pag. 80
  31. SPAGNA - Responsabile socialista sull'immigrazione - Pag. 84
  32. ROMANIA - L'altra faccia dell'attivista - Pag. 85
  33. REPUBBLICA CECA - Reporter TV - Pag. 89
  34. SPAGNA - Uno sguardo da distante - Pag. 93
  35. GRAN BRETAGNA e IRLANDA - A suon di pugni - Pag. 98
  36. SVIZZERA - Il compositore sinfonico - Pag. 101
  37. REPUBBLICA CECA - Rapper e ambasciatore - Pag. 105
  38. Questo non ve l'aspettavate... - Pag. 107
  39. UNGHERIA - Pag. 107
  40. GRAN BRETAGNA - Pag. 109
  41. REPUBBLICA CECA - Pag. 109
  42. Ultima tappa - Pag. 112
  43. GRAN BRETAGNA: giornalista e blogger - Pag. 112
  44. Appendici - Pag. 116
  45. I Rom al tempo della rete - Pag. 116
  46. Televisione - Pag. 122
  47. Finale - Pag. 123
Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 12/06/2013 @ 09:05:02, in Regole, visitato 1306 volte)

affaritaliani.it

    Il Tribunale civile accoglie la causa di Elviz Salkanovic, cittadino italiano ma di etnia rom che era stato identificato e fotografato durante il censimento di tre anni fa. Riconosciuto "il carattere discriminatorio della procedura e violata la dignità con l'effetto di creare un clima ostile". Lo riferisce l'associazione 21 luglio. Tutti i dati sensibili dovranno essere eliminati dalla Presidenza del Consiglio

Mercoledì, 5 giugno 2013 - Fra il Tar e il Tribunale Civile non c'è giorno in cui la comunità rom di Roma non porti a casa una strepitosa vittoria contro il tentativo di dare una soluzione ad una vertenza che sembra non averne. E se poi c'è la campagna elettorale, la condanna con relativo risarcimento che mr. Elviz Salkanovic, ha portato a casa assume i connotati di una sconfitta istituzionale.
A dare la notizia, tanto per cambiare, è l'associazione 21 luglio, da sempre al fianco e dei rom e ormai vero baluardo contro ogni tentativo comunale di attuare il "Piano nomadi".

Ecco la storia. "Tre anni fa, insieme ad altri migliaia di rom residenti nella Capitale, era stato oggetto del censimento nell'ambito della cosiddetta 'emergenza nomadi'. Nei giorni scorsi, con una storica sentenza, il Tribunale Civile di Roma ha riconosciuto a un cittadino rom di essere stato vittima di una discriminazione su base etnica e ha ordinato al Ministero dell'Interno di distruggere tutti i documenti che contengono i dati sensibili dell'uomo raccolti durante il fotosegnalamento".
Continua l'associazione 21 Luglio: ""Accogliendo il ricorso di Elviz Salkanovic, cittadino italiano di etnia rom con regolare documento d'identità - prosegue il comunicato - l'autorità giudiziaria ha di fatto riconosciuto il carattere discriminatorio della procedura di foto segnalamento in quanto l'uomo è stato coinvolto in un'operazione i cui destinatari erano esclusivamente persone appartenenti alla comunità rom. La misura, secondo la sentenza del Tribunale Civile di Roma, ha provocato l'effetto sia di violare la dignità del rom sia di creare un clima ostile da parte dell'opinione pubblica. Oltre all'eliminazione di tutti i dati sensibili del cittadino rom, la Presidenza del Consiglio dei Ministri e lo stesso Ministero dell'Interno sono stati condannati al pagamento di 8 mila euro in qualità di risarcimento morale".

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 13/06/2013 @ 09:00:01, in media, visitato 2094 volte)

Rileggevo quanto diceva un Romanichal (uno che non conviene contraddire): "Sono irlandese d'origine, nato a Manchester, ma non sono Irlandese o Inglese, sono uno zingaro. Vi dirò cosa rende Traveller: è come nascere neri. Per me è irrilevante dove vivere: in una casa, un caravan o una tenda."

Settimana scorsa ero ad una performance artistico-letteraria-teatrale: esecuzioni di brani di Charlie Mingus alternati alla recitazione della sua biografia, o meglio la ricostruzione cronachistica di momenti comuni della sua vita privata e d'artista. Spettacolo potente: mentre sentivo la musica, in testa mi si accavallavano gli accordi del contrabbasso (che comunque non so suonare!), e la recitazione dava un senso tra disperazione e grandezza: lacrime, gloria e vanagloria, polvere e ricerca di un dio.

Mingus: un grosso borghese, simile "dentro" a tanti giovani neri senza arte né parte, magari magri e col berrettino da basket. Quando la tua voglia di mondo, il suo contemporaneo rifiuto, la fame e l'insoddisfazione diventano un tratto comune che lega il benestante Mingus al giovane sottoproletario, forse quella è la cultura.

    Parlerò di cultura (FORSE, dipende da qual è il nostro vocabolario mentale): cosa lega l'artista nero, il cameriere sotto casa mia, quella ragazzina con la minigonna, il rom che non sa più a quale mondo appartiene? E cos'è quell'insicurezza che leggi tanto negli occhi di un professionista magari ebreo, come in quelli di un teppistello da strada, se non il ricordo di un isolamento che ti porta COMUNQUE, a prescindere, a diffidare?

Cultura che nasce dalla pelle, dallo schiavismo, dal ghetto... Tutte cose che porti fuori anche quando nel ghetto non ci abiti più e puoi concederti due settimane all'anno di vacanza come il bianco che ti sei sempre immaginato (che molti bianchi ormai le vacanze se le sognano, è un particolare irrilevante).

I ghetti fanno pensare ai modi di vivere (la cui immagine speculare sono le ricorrenti rivolte urbane), tipici degli USA e dei paesi anglosassoni: c'è posto per tutti, ma per favore ognuno stia per conto suo e si risolva le sue beghe per conto suo (gli altri, non devono sapere, non devono interessarsene).

Ma i ghetti sono un'invenzione nostra: la testimonianza più antica resiste a Venezia, col ghetto ebraico. Gli ebrei, da anni ne hanno valicato i confini, ma i ghetti sono proliferati lo stesso: cosa sono altrimenti i campi nomadi, o certi quartieri di periferia lasciati da decenni a se stessi?

Non importa che nel nostro immaginario il ghetto debba essere un posto schifoso (come è in effetti la maggior parte delle volte), o che invece possa "anche" essere un posto con una sua dignità, con modi di vivere che non trovi altrove. Il ghetto è comunque il frutto di un isolamento, imposto con le buone o con le cattive.

Cioè: nel ghetto puoi finirci perché ti viene imposto (i nativi americani), o puoi capitarci a tua insaputa: ad esempio andando ad abitare in un quartiere di "bianchi" o inizialmente misto, ma poi i bianchi per varie ragioni, si trasferiscono altrove e lo spopolano. Allora, per tornare all'attualità NOSTRA, richiedere case per Rom e Sinti non basta a superare il ghetto, gli esempi sono GIA' sotto gli occhi.

Però, perché durante quello spettacolo vedevo davanti a me le facce di Mingus e del resto dello zoo, le note mi risuonavano in mente, riconoscevo una scala musicale nell'alternarsi di preghiere, bestemmie, bisogni espressi o meno, modi di dire? E perché, quando sono in un campo nomadi, dovunque sia, mi sento a casa?

Ecco: tu (scusa se passo al TU così diretto) il ghetto da fuori lo vedi popolato da facce preoccupanti, oppure preoccupate (a seconda della tua sensibilità), comunque conciate male. Messi assieme, non li valuteresti 10 euro... Però, se provi a considerarle PERSONE, trovi che persino quella vecchia semianalfabeta, lurida e cenciosa, potrebbe stare ore o ore a raccontarti la storia del mondo, MA NON VUOLE! Che persino quel ragazzino più bravo col coltello che con la matita, sa ripeterti ad orecchio tanto Mozart che Puf Daddy, MA NON VUOLE! Tu, proprio tu così civile ed istruito, vieni escluso da questa cultura!

Il ghetto, non è solo cultura (minoritaria), ma è soprattutto la sua condivisione, il codice per trasmetterla ai propri simili. La capacità di "esportarla" o di "preservarla". Vedi (scusa se continuo con il TU), creare ghetti e confini comporta un gioco strano: alla fine ci si ritrova tutti, anche noi, in un ghetto; ma se il gioco diventa quello di "escludere il diverso", alla fine il risultato che non c'è più nessuno con cui comunicare, e anche la più centenaria della culture, se diventa solo una caratteristica identitaria, è destinata a sparire.

Difatti noi, i bianchi, finiamo a vivere in ghetti che ci autoimponiamo, ma non siamo in grado di riprodurne la cultura. Le nostre pulsioni, i nostri bisogni, non ci appartengono, al limite appartengono ai media, che oscillano nello strano equilibrio tra una perduta identità e mode che assumono dai ghetti altrui.

Se continuiamo ad essere vincenti, è solo perché siamo in tanti, e perché (questo devo ancora capirlo bene) abbiamo la proprietà dei mezzi d'informazione - o forse sono loro che ci posseggono.

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 14/06/2013 @ 08:50:56, in Regole, visitato 3361 volte)

Ricevo da Stefania Benedetti:

Milano: 13 giugno 2013 - Oggi ero da Marina ad aiutare le figlie con i compiti per le vacanze quando sono arrivate Nadia, Tora, Katiuscia con il piccolo Louis e Michelle sconvolte e agitate per avere subito un episodio di puro razzismo... chi le conosce sa come sono, donne per bene , vestite alla moda come noi gagè per cui fa ancora più impressione per come sono state trattate... Mi sale la rabbia e vado con Nadia e Tora nel luogo dove è accaduto il fatto per chiedere spiegazioni...
Poi mi faccio raccontare tutto per filo e segno quello che è successo dalle mie amiche e ve lo scrivo con la preghiera di diffondere il racconto alla stampa...


Visualizzazione ingrandita della mappa

Alle 18,00/18,30 circa 4 donne (e un bambino piccolo in braccio alla sua mamma) si recano nel centro commerciale situato tra via Derna e via Palmanova [vedi piantina sopra, ndr].
Entrano nel negozio di scarpe Pittarello. Stanno facendo un giro per il negozio quando improvvisamente vengono affiancate da due poliziotti che gli intimano di uscire perché: - Persone come voi non sono gradite - Le donne allibite chiedono il motivo anzi una di loro si rivolge alla commessa che era lì di fianco e le chiede :- Ho fatto qualcosa?- risponde la commessa: - No! un'altra dice a un poliziotto: - Chiami il Direttore perché mi conosce bene, vengo spesso qui a comprare le scarpe - il poliziotto - Non c'è! E comunque ripeto qui non vi vogliono - I clienti del negozio si girano e le guardano. La donna che ha in braccio il figlio di pochi mesi esclama: - Ci fate fare brutta figura e ci fate vergognare davanti alla gente - Il poliziotto risponde:- Proprio te parli di vergogna andiamo a vedere la tua fedina penale! -
- Se vuole andiamo - Ribatte quest'ultima . - Non fare la gradassa perché hai il bambino in braccio! Vi consiglio di andare via. Se volete rientrare sono fatti vostri! - Le donne escono dicendo : - Noi non rubiamo perche lavoriamo, io - dice una delle 4 - lavoro da 20 anni nella scuola di via Russo - Allora uno dei due poliziotti è rimasto zitto mentre l'altro ha continuato ad inveire...


Alle 19 vado nel negozio a chiedere spiegazioni e dicendo ai commessi che finiranno sul giornale per il loro comportamento, una commessa si affretta a scusarsi con le mie amiche per l'increscioso incidente (perché non l'ha fatto prima con i poliziotti?) dicendo che la Polizia non l'hanno chiamata per loro ma per dei ladri che poco prima erano entrati in negozio per rubare ed erano scappati ( ma che c'entra!!!)
Stefania


Nota dalla redazione

Lo confesso, prima di adesso ignoravo persino di cosa si occupasse Pittarello. Quando l'ho scoperto, mi sono un po' preoccupato:

, "Questione di cuore" recita il claim. In realtà, si tratta di scarpe. E loro, col cuore, ci tengono al cliente, e pure all'immagine. Sono su Facebook,su Twitter e anche su Google +. In parole povere, sono in mezzo a noi, ad un clic di distanza.

Cioè, PENSATE CHE BELLO: se chi ha letto questa notizia vuol protestare, e lo vuol fare anche chi la diffonde, ci vuole poche ad inondare le loro bacheche. VOGLIAMO FARLO? METTIAMOCI D'ACCORDO.

E facciamoglielo capire, col cuore - naturalmente, dove loro sono più interessati:

  • in un simile periodo di crisi ci vuol poco a rivolgersi ad altri "brand" per scarpe, stivali e calzature varie.

Visto che questi non sono piccoli artigiani, facciamo lavorare i loro esperti di marketing su quanti potenziali clienti hanno perso.

Voi, che ne pensate?

Articolo Permalink Commenti Oppure (3)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Sucar Drom (del 15/06/2013 @ 09:08:35, in blog, visitato 1586 volte)

Roma, le mani delle donne
La Cooperativa Zajedno e l'Associazione Libra 2.0 organizzano a Roma l'8 e il 9 Giugno 2013 una festa dedicata all'arte e all'artigianato femminile presso il Centro G. Ferri, sito in via Largo Beltramelli - Angolo Via...

Roma, "campi" da Alemanno a Marino...

Bolzano, Arte e Diritti
L’associazione Nevo Drom organizza tre giornate di eventi culturali, a partire dal 12 giugno a Bolzano. La particolarità di questi appuntamenti è la partecipazione e il coinvolgimento attivo di sinti e rom...

Francia, Hollande non mantiene le promesse e sgombera i rom
In Francia continuano gli sgomberi senza alternative e le espulsioni. L'offensiva del Governo Hollande e in particolare del Ministro dell'Interno Manuel Valls, in spregio alle promesse fatte in campagna elettorale, non sembra fermarsi. Al contrario, Manuel Valls pochi...

Rom e Sinti, rappresentazione tra stampa e politica
Il 9 e il 10 giugno Roma dovrà eleggere il suo nuovo sindaco e anche quest’anno, come già cinque anni fa, il dibattito politico si è concentrato sul tema di Rom e Sinti, un...

Ferrara, l’internamento di sinti e rom a Berra, Cento e in Italia
Sabato 8 giugno 2013 alle ore 10, presso l’Archivio di Stato di Ferrara in Corso Giovecca 146, si terrà la conferenza “Porrajmos. L’internamento di sinti, rom e gitani a Berra, Cento e in Italia”. Il Porrajmos (l...

Bolzano, Sinti und Roma, kunst und rechte
L’associazione culturale di promozione sociale Nevo Drom organizza la manifestazione SINTI E ROM: ARTE E DIRITTI, due giornate di eventi culturali e un dibattito politico nei giorni 12-13-14 giugno. La particolarità di questi appuntamenti è la partecipazione e il coinvolgimento attivo di Sinti e Rom, per una volta protagonisti come promotori, art...

BABEL FILM FESTIVAL 2013, il bando è online
E' online il bando della terza edizione del BABEL FILM FESTIVAL 2013, il primo concorso cinematografico che intende valorizzare e promuovere il cinema delle minoranze linguistiche, dando voce alle loro storie, alla l...

Cagliari, rom in corteo: dosta!
"Abbiamo voluto questa manifestazione per dire no al razzismo e chiedere diritti uguali. A coloro che si presentano come “buoni” chiediamo: parlate tanto di inclusione sociale ma perché non ci rendete parteci...

Pugilato, Di Rocco sul trono d'Europa saluta tutti i rom e sinti d'Italia
Il titolo europeo di pugilato dei pesi superleggeri va all'Italia, a conquistarlo è il pugile Michele Di Rocco. Battuto con verdetto unanime il co-sfidante Lenny Daws, 35 anni, di Londra. Michele Di Rocco al termine dell'incontro grida: "Saluto tutti i gitani d'Italia"...

Rivergaro (PC), la musica dei viandanti

Elezioni 2013

La primavera degli sgomberi, Nizza si prepara per la stagione turistica
In questo primo anno della nuova gestione socialista di François Hollande, la Francia si è distinta almeno per tre elementi: per alcune controverse misure di politica economica atte a far fronte alla crisi incombente, per un lacera...

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 16/06/2013 @ 09:02:48, in media, visitato 1452 volte)

Da Roma_Daily_News

VICE-beta By Alon Aviram - Artur Conka fotografa i Rom poveri che ha lasciato

Artur Conka è uno dei pochi Rom che ha documentato la propria comunità da dietro l'obiettivo. Originario di Lunik IX (vedi qui, ndr), una delle più grandi e povere comunità della Slovacchia, la sua famiglia ha viaggiato attraverso l'Europa, prima di stabilirsi infine in Bretagna, quando Artur aveva otto anni. Anni dopo, fornito di una laurea in fotografia, Artur ha rivisitato la sua vecchia casa, per vedere com'era cambiata la vita di chi era rimasto.

Molte cose si sono rilevate cambiate. Al posto del luogo gioioso che aveva fatto da sfondo ai suoi anni d'infanzia, Artur ha tyrovato una comunità di 10.000 persone segregate razzialmente, che soffre al 99% di disoccupazione, disagio diffuso e abuso pervasivo di droghe. Una volta lì, ha girato un breve documentario sulla vita quotidiana a Lunik IX, che andrebbe visto.

L'ho chiamato per una chiacchierata.

Ciao, Artur. Dimmi un po' di te.
Sono nato a Lunik IX in Slovacchia, ma la mia famiglia se n'è andata quando avevo due o tre anni. Abbiamo viaggiato in tutta Europa per un po' e alla fine siamo arrivati in Inghilterra che avevo otto anni. Anche se ero molto giovane, ricordo molto di dove son nato. Penso che ciò mi abbia permesso di vedere chiaramente il modo in cui è cambiato, quando ci sono tornato la prima volta nel 2009.

E cosa è cambiato?
Molto. Mi ricordo che c'era molta tensione razziale, ma al tempo in cui ce ne andammo - all'inizio degli anni '90 - c'era ancora una specie di integrazione a Lunik IX tra Rom e Slovacchi. Ora gli Slovacchi se ne sono andati da Lunik IX e la situazione tra la comunità rom e le altre minoranze è lentamente deteriorata. Questo a causa della crisi economica, la caduta del comunismo, e la rivoluzione di velluto che ha avuto luogo dopo la scissione della Cecoslovacchia.

La segregazione sembra aver spinto i Rom in una situazione dove non possono permettersi il cibo, l'alloggio e altre necessità di base. E' ciò che succede quando si stigmatizza un popolo, quando lo si taglia dalla società. Senza un'adeguata istruzione e le altre necessità, la gente non sviluppa le competenze di cui ha bisogno per sopravvivere nel mondo d'oggi, e tutto ciò alimenta il pregiudizio e l'odio razziale tra gli Slovacchi. Tornare è stato sicuramente uno schock.



Il tuo caso è unico, sei uno dei pochi fotografi rom che si impegna nel suo lavoro con la propria comunità. Questo progetto cambia in qualche modo la tua prospettiva sui Rom?
Sì, sicuramente. Crescere in un determinato sistema d'istruzione, lavorando in un altro paese - non importa se è quello da cui provieni - inavvertitamente cambia il tuo punto di vista. Cambia tutto guardando da dietro l'obiettivo. Qualcuno guarderà al mio lavoro dicendo che è molto di parte, propagandistico, o troppo empatico verso la comunità rom. Ma quella per me è la realtà - non puoi nasconderla o spingerla sotto il tappeto.

Nel tuo documentario hai catturato alcuni simpatici momenti abbastanza intimi. Come hanno reagito i residenti di Lunik IX quando li riprendevi?
Quando sono arrivato la prima volta è stato difficile, perché la gente non mi riconosceva. Quando ho accennato con chi ero imparentato, mi hanno mostrato rispetto, specialmente perché ero nato lì. E la generazione più vecchia conosceva mia madre e mio padre. Il film comprende anche alcuni membri della mia famiglia. Posso garantire che se fossi stato un non-Rom non avrei ottenuto la stessa apertura. Credo che sarei stato cacciato dalla comunità.

Per te, com'era una tipica giornata a Lunik IX?
Ci arrivai a marzo e si congelava. A Lunik IX non esiste gas o riscaldamento centralizzato, e l'acqua viene fornita solo due volte al giorno. Questo significa che la mattina devi prendere dei contenitori per l'acqua da un amico che ha lavorato nell'idraulica. Poi si esce in cerca di legna o qualsiasi altra cosa che bruci, da usare come riscaldamento. La legna si usa anche per cucinare. [...] La gente cerca di trovare un lavoro, ma la segregazione rende la cosa difficile.

Se vai nella città più vicina, Kosice (la seconda città della Slovacchia) troverai negozi esclusivi. Poi prendi l'autobus per Lunik IX ed in 20 minuti sei in un mondo differente. L'odore di fogna e dei rifiuti ti colpisce immediatamente.

E riguardo alle disposizioni statali, cosa si può fare?
Difficile da dire. Le famiglie ottengono sovvenzioni, come il sostegno al reddito. D'altra parte, a causa dell'economia e della recessione, i prezzi sono lievitati. E' dura per una famiglia con quattro bambini sopravvivere per un mese di soli sussidi, perché il cibo costa molto caro. L'istruzione, le scuole sono segregate. Slovacchi e Rom non vogliono condividere le stesse classi o i parchi giochi. E'come tornare ai tempi della segregazione razziale in America. I non-Rom sono cresciuti con questa paura e l'idea che i Rom siano esseri umani orribili, e viceversa.

Quindi, data l'enorme quantità di disoccupazione nella comunità ed il fatto che le sovvenzioni statali non bastano, come sopravvive la gente?
La gente guadagna con la vendita di rottami metallici, furto ed elemosine. O prendono benefici dal governo. Si vive col minimo indispensabile.

Ci sono problemi di droga?
Sì. C'è un grande problema con la droga. Vivere in condizioni così orribile può solo portare alle droghe come un tentativo di soluzione. Molti acquirenti sono bambini - letteralmente di cinque o sei anni. Ho visto bambini e adulti ubriacarsi assieme.

Immagino che condizioni simili portino anche molte tensioni domestiche. L'abuso domestico è una questione importante?
Sì, lo è. Stavo filmando in questa casa e il marito della donna è tornato veramente ubriaco e ha cominciato un diverbio. Ha iniziato a colpirla e schiaffeggiarla di fronte a me. Inoltre, sembra ci sia parecchio traffico del sesso in tutta la Slovacchia e in particolare a Lunik IX.



Vengono trafficanti del sesso a Lunik IX?
Sì. E alcuni di loro persuadono le giovani rom ad andare all'estero, con l'illusione che la vita sarà migliore, così finiscono in schiavitù.

Cosa speri di ottenere con questo progetto?
Devo ritornare qualcosa ed è per questo che ci sto dando da lavorando. Il fatto è che quando finisci in povertà, pensi che la vita sia così. Non ti rendi conto che fuori c'è una classe media in espansione. Ho alcuni ricordi molto felici della mia infanzia, ma ricordo anche le cose brutte. Ricordo mia madre assalita per motivi razziali. Ricordo che una volta non ci servirono al ristorante, a causa del colore della pelle. Per queste esperienze sento di dover dare una voce ai Rom. E per me l'unica via è attraverso la fotografia ed il cinema.

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 17/06/2013 @ 09:04:36, in Italia, visitato 1296 volte)

Nuovo sgombero

14/06/2013 - Ieri mattina circa 60 cittadini rom sono stati sgomberati da via Grassi.

"Abbiamo assistito ad un ennesimo sgombero di cittadini rom nella nostra città sempre con le stesse modalità: nessuna alternativa abitativa con una progettualità definitiva , e con un preavviso di qualche ora." Dichiarano i volontari del servizio di medicina di strada del Naga.

"Ovviamente anche le conseguenze sono le stesse: dispersione dei cittadini rom nel tessuto urbano; difficoltà nel mantenere situazioni lavorative stabili; abbandono scolastico frequente" proseguono i volontari del servizio del Naga, "Ci chiediamo infine a quanto ammonti il costo in termini economici e di impegno di questa tipologia di interventi."

Il Naga continuerà a monitorare la situazione e a denunciare la politica comunale ancora una volta guidata dalla gestione dell'emergenza e senza prospettare soluzioni alternative percorribili e stabili.

Naga: 349.1603305 -02.58102599 - naga@naga.it

Ndr: il brano qui sotto è Underground Tango, di Goran Bregovic

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 18/06/2013 @ 09:05:57, in Italia, visitato 1409 volte)

CORRIEREIMMIGRAZIONE, di Sergio Bontempelli

Alcuni attivisti definiscono i tavoli migranti "inutili e non rappresentativi". Ma cosa sono e come funzionano questi organismi di partecipazione?

"Inutili, non funzionali e non rappresentativi". E anche "autoreferenziali", incapaci di "intercettare le istanze e le aspettative" delle comunità migranti. Così Yalla Italia, definisce i "tavoli" sull'immigrazione creati dai Comuni, dalle Province e dagli enti locali in genere. Un giudizio senza appello, che si conclude con una proposta altrettanto lapidaria: meglio chiudere quei tavoli. E una volta chiusi, meglio non riaprirli.

Tutto nasce dalla vicenda di Parma, che ha sollevato un vespaio di polemiche, sia locali che nazionali. Riassumiamo ad uso dei distratti: nella città emiliana, l'amministrazione Vignali decide di dar vita, nel 2010, al "Tavolo immigrazione e cittadinanza", di cui fanno parte sei rappresentanti di altrettante "comunità" straniere. Poi arrivano i Cinque Stelle e il nuovo sindaco Federico Pizzarotti: per Parma si annuncia un'era nuova, gli amministratori hanno volti giovani e riscuotono diffuse simpatie.

I sei membri del Tavolo sono fiduciosi, e chiedono subito un incontro al primo cittadino: vogliono che il "nuovo corso" si apra all'insegna della partecipazione dei migranti. Pizzarotti però prende tempo, dice che prima di incontrarli preferisce aspettare la nomina dell'assessore al welfare. Quando finalmente arriva l'assessore, i sei rappresentanti si fanno di nuovo vivi ma nessuno risponde. E il silenzio dura un anno: quanto basta per far capire le reali intenzioni della Giunta.

Così, Cleophas Adrien Dioma - presidente del fatidico "tavolo" - rassegna le sue dimissioni. E siccome anche gli altri componenti fanno la stessa cosa, il Tavolo viene sciolto dai suoi stessi membri: che anzi, in segno di protesta, decidono di restituire al Sindaco le chiavi della loro sede.

Fin qui, la vicenda di Parma. Ma cosa succede altrove, in altre città? I "tavoli" sono davvero, e ovunque, luoghi "inutili, non funzionali e non rappresentativi"? Proviamo a dare un'occhiata.

Tavoli, consulte, consigli e consiglieri Quelli che Yalla Italia definisce "tavoli" si chiamano, tecnicamente, "organismi di partecipazione". Il Testo Unico degli Enti Locali, cioè la legge che regola la vita di Comuni, Province e Comunità Montane, prevede all'art. 8 l'obbligo di istituire "organismi di partecipazione popolare" (comma 1), nonché "forme di partecipazione dei cittadini dell'Unione europea e degli stranieri regolarmente soggiornanti" (comma 5). La norma, come si vede, è abbastanza generica: non dice come devono funzionare questi organismi, chi deve farne parte, come devono essere scelti i membri, quanto durano in carica, se e come decadono. I Comuni (e le Province) hanno ampi margini di autonomia. E così, ognuno finisce per sperimentare formule diverse.

Le più diffuse sono quelle a carattere elettivo, chiamate - a seconda dei casi - "consulta degli immigrati", "consiglio degli stranieri", con infinite variazioni sul tema. Il corpo elettorale di questi organismi non è sempre lo stesso: a volte si chiamano alle urne tutti i cittadini stranieri, altre volte ci si limita ai soli non comunitari (come è accaduto a Modena, Bolzano, Perugia); in molti Comuni emiliani si escludono gli immigrati con doppia cittadinanza (italiana e straniera), mentre nell'area milanese i naturalizzati possono tranquillamente votare ed essere eletti. Poi ci sono i cosiddetti "consiglieri aggiunti", sperimentati per la prima volta a Nonantola, in provincia di Modena, negli anni Novanta. Anche in questo caso, i cittadini stranieri sono chiamati alle urne, ma non eleggono "consigli" e "consulte": devono scegliere, invece, un rappresentante che siederà in consiglio comunale, con diritto di parola ma senza diritto di voto. Una specie di "consigliere di serie B", in attesa che anche ai migranti venga riconosciuto (chissà quando) un diritto di voto vero e proprio.

Quante sono le consulte, quanti sono i consigli, quanti i consiglieri aggiunti? Quanto sono diffuse queste forme di partecipazione? Può sembrare bizzarro, ma la risposta non c'è. Le uniche "mappature" in circolazione sono ben fatte, ragionate e dettagliate, ma un po' vecchiotte: ne esistono due - una della Caritas e l'altra dell'Asgi - che risalgono al lontano 2005. Per avere dati aggiornati, bisogna fare riferimento alla rilevazione condotta dal portale Integrazione Migranti (curato dal Governo italiano): è una ricerca ancora in corso, quindi nulla di definitivo.

Secondo il portale, dunque, esisterebbero 14 Consulte regionali, 48 a livello comunale e 19 su scala provinciale. I consiglieri aggiunti sarebbero in tutto 29. Non sono esattamente cifre da capogiro, se si pensa che l'Italia è famosa per i suoi "ottomila comuni": certo, nessuno si aspettava ottomila consulte o consigli, ma trovarne appena 48 non fa un bell'effetto.

Chi partecipa Ancora più disarmanti sono i dati sull'affluenza alle urne. Nel novembre scorso, per dirne una, le elezioni a Cagliari sono state salutate come un trionfo della partecipazione, un vero e proprio record: sono andati a votare il 31% degli aventi diritto. Un anno prima, si era votato per la Consulta del Comune di Padova, e la percentuale dei votanti si era fermata al 21,5%. Secondo Marco Zurru, un sociologo cagliaritano che di queste cose se ne intende, "in quasi tutte le esperienze, la prima volta che gli stranieri si sono recati alle urne hanno dimostrato una partecipazione che oscilla tra un 30-34%, per poi declinare a percentuali molto più modeste (intorno al 15%) nelle successive tornate". Detta brutalmente, "consulte", "consigli" e "consiglieri" rappresentano un quinto, un quarto o - quando va di lusso - un terzo del loro elettorato potenziale. Un po' poco per parlare di rappresentanza.

Immigrati "qualunquisti"? Bisognerebbe interrogarsi sui motivi di questa disaffezione al voto: certo, siamo in un periodo in cui l'astensionismo "tira" anche tra gli italiani, ma le cifre (almeno per ora) non sono paragonabili. L'impressione è che questi organismi siano percepiti più come una palestra per aspiranti (e inutili) leader, che come reali strumenti di partecipazione. Anche perché i loro poteri reali sono pressoché nulli: si tratta, ricordiamolo, di organi "consultivi". Una conferma indiretta di questa sensazione ci viene da una recente ricerca Parsec, condotta su un campione di associazioni di stranieri in tre regioni italiane (Lazio, Calabria e Emilia Romagna: qui il testo integrale). Le associazioni censite sono circa 400: nel 36% dei casi si tratta di gruppi mononazionali (le cosiddette "comunità"), il 24% è plurinazionale e il 39% è indicato come "interculturale" (cioè con la presenza di attivisti italiani).

I tempi dell'associazionismo "separato" stanno forse tramontando, e per i migranti è arrivato il momento di una partecipazione piena e intera. C'è bisogno, in altre parole, del diritto di voto, del coinvolgimento attivo nella vita politica, non di una partecipazione "in tono minore", in organismi separati e consultivi. Ed è ancora la ricerca Parsec a dirci che "in molti casi le associazioni che partecipano a coordinamenti locali non prendono invece parte alle consulte". Come dire che esiste un mondo di attivismo migrante che non si riconosce negli "organismi di rappresentanza". Ed è anche da questo mondo, dalle sue istanze e dai suoi bisogni, che nasce la provocazione di Yalla Italia: rovesciamo i "tavoli", chiudiamoli. Voltiamo pagina. Facciamo due passi avanti. È arrivato il momento.

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 19/06/2013 @ 09:03:22, in blog, visitato 1509 volte)

Si avvisano i gentili lettori,

    soprattutto quelli che quando è uscito L'Europa che c'è mi hanno risposto "che bello", "molto interessante", "lo comprerò di sicuro" ma poi se ne sono scordati,

che è disponibile su Lulu.com una piccola libreria della Mahalla, con questi Ebook a prezzi economici o anche gratuiti:

  1. L'Europa che c'è - prezzo di lancio: 2 euro
  2. Luoghi comuni - 1,40 euro
  3. Cocci - GRATIS
  4. Pacchetto formativo per Osservatori Legali - GRATIS
  5. Negligenza mortale - GRATIS
  6. I media e la percezione di Rom e Sinti - GRATIS
    e...
  7. altre novità in uscita tra settembre e ottobre...

Inoltre, nella pagina dedicata agli approfondimenti ci sono file e documenti da scaricare (tutti gratuitamente)

Tutte le altre opportunità, QUI.

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134 135 136 137 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153 154 155 156 157 158 159 160 161 162 163 164 165 166 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176 177 178 179 180 181 182 183 184 185 186 187 188 189 190 191 192 193 194 195 196 197 198 199 200 201 202 203 204 205 206 207 208 209 210 211 212 213 214 215 216 217 218 219 220 221 222 223 224 225 226 227 228 229 230 231 232 233 234 235 236 237 238 239 240 241 242 243 244 245 246 247 248 249 250 251 252 253 254 255 256 257 258 259 260 261 262 263 264 265 266 267 268 269 270 271 272 273 274 275 276 277 278 279 280 281 282 283 284 285 286 287 288 289 290 291 292 293 294 295 296 297 298 299 300 301 302 303 304 305 306 307 308 309 310 311 312 313 314 315 316 317 318 319 320 321 322 323 324 325 326 327 328 329 330 331 332 333 334 335 336 337 338 339 340 341 342 343 344 345 346 347 348 349 350 351 352 353 354 355 356 357 358 359 360 361 362 363 364 365 366 367 368 369 370 371 372 373 374 375 376 377 378 379 380 381 382 383 384 385 386 387 388 389 390 391 392 393 394 395 396 397 398 399 400 401 402 403 404 405 406 407 408 409 410 411 412 413 414 415 416 417 418 419 420 421 422 423 424 425 426 427 428 429 430 431 432 433 434 435 436 437 438 439 440 441 442 443 444 445 446 447 448 449 450 451 452 453 454 455 456 457 458 459 460 461 462 463 464 465 466 467 468 469 470 471 472 473 474 475 476 477 478 479 480 481 482 483 484 485 486 487 488 489 490 491 492 493 494 495 496 497 498 499 500 501 502 503 504 505 506 507 508 509 510 511 512 513 514 515 516 517 518 519 520 521 522 523 524 525 526 527 528 529 530 531 532 533 534 535 536 537 538 539 540 541 542 543 544 545 546 547 548 549 550 551 552 553 554 555 556 557 558 559 560 561 562 563 564 565 566 567 568 569 570 571 572 573 574 575 576 577 578 579 580 581 582 583 584 585 586 587

Titolo
Quest'anno ci saranno le elezioni europee. Ti senti coinvolto:

 Per niente
 Poco
 Normalmente
 Abbastanza
 Molto

 

Titolo
La Newsletter della Mahalla
Indica per favore nome ed email:
Nome:
Email:
Subscribe Unsubscribe

 

********************

WIKI

Le produzioni di Mahalla:

Dicono di noi:

Bollettino dei naviganti:

********************


Disclaimer - agg. 17/8/04
Potete riprodurre liberamente tutto quanto pubblicato, in forma integrale e aggiungendo il link:
www.sivola.net/dblog.
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza nessuna periodicita'. Non puo' pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. In caso di utilizzo commerciale, contattare l'autore e richiedere l'autorizzazione.
Ulteriori informazioni sono disponibili QUI

La redazione e gli autori non sono responsabili per quanto pubblicato dai lettori nei commenti ai post.
Molte foto riportate sono state prese da Internet, quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non hanno che da segnalarlo, scrivendo a info@sivola.net

Filo diretto
sivola59
per Messenger Yahoo, Hotmail e Skype


Outsourcing
Questo e' un blog sgarruppato e provvisorio, di chi non ha troppo tempo da dedicarci e molte cose da comunicare.
Alcune risorse sono disponibili per i lettori piu' esigenti:

Il gruppo di discussione

Area approfondimenti e documenti da scaricare.

Appuntamenti segnalati da voi (e anche da me)

La Tienda con i vostri annunci

Il baule con i libri Support independent publishing: Buy this e-book on Lulu.


Informazioni e agenzie:

MAHALLA international

Romea.cz

European Roma Information Office

Union Romani'

European Roma Rights Center

Naga Rom

Osservazione


Titolo
blog (2)
Europa (7)
Italia (6)
Kumpanija (2)
media (2)
musica e parole (4)

Le fotografie più cliccate


21/11/2024 @ 16:30:55
script eseguito in 194 ms

 

Immagine
 Gli amici sono partiti... di Fabrizio



Cerca per parola chiave
 

 
 

Circa 8682 persone collegate


InChat: per non essere solo un numero scrivete /n  e poi il vostro nome/nick

< novembre 2024 >
L
M
M
G
V
S
D
    
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
 
             
Titolo
blog (506)
casa (438)
conflitti (226)
Europa (986)
Italia (1410)
Kumpanija (377)
lavoro (204)
media (491)
musica e parole (445)
Regole (348)
scuola (335)
sport (97)

Catalogati per mese:
Maggio 2005
Giugno 2005
Luglio 2005
Agosto 2005
Settembre 2005
Ottobre 2005
Novembre 2005
Dicembre 2005
Gennaio 2006
Febbraio 2006
Marzo 2006
Aprile 2006
Maggio 2006
Giugno 2006
Luglio 2006
Agosto 2006
Settembre 2006
Ottobre 2006
Novembre 2006
Dicembre 2006
Gennaio 2007
Febbraio 2007
Marzo 2007
Aprile 2007
Maggio 2007
Giugno 2007
Luglio 2007
Agosto 2007
Settembre 2007
Ottobre 2007
Novembre 2007
Dicembre 2007
Gennaio 2008
Febbraio 2008
Marzo 2008
Aprile 2008
Maggio 2008
Giugno 2008
Luglio 2008
Agosto 2008
Settembre 2008
Ottobre 2008
Novembre 2008
Dicembre 2008
Gennaio 2009
Febbraio 2009
Marzo 2009
Aprile 2009
Maggio 2009
Giugno 2009
Luglio 2009
Agosto 2009
Settembre 2009
Ottobre 2009
Novembre 2009
Dicembre 2009
Gennaio 2010
Febbraio 2010
Marzo 2010
Aprile 2010
Maggio 2010
Giugno 2010
Luglio 2010
Agosto 2010
Settembre 2010
Ottobre 2010
Novembre 2010
Dicembre 2010
Gennaio 2011
Febbraio 2011
Marzo 2011
Aprile 2011
Maggio 2011
Giugno 2011
Luglio 2011
Agosto 2011
Settembre 2011
Ottobre 2011
Novembre 2011
Dicembre 2011
Gennaio 2012
Febbraio 2012
Marzo 2012
Aprile 2012
Maggio 2012
Giugno 2012
Luglio 2012
Agosto 2012
Settembre 2012
Ottobre 2012
Novembre 2012
Dicembre 2012
Gennaio 2013
Febbraio 2013
Marzo 2013
Aprile 2013
Maggio 2013
Giugno 2013
Luglio 2013
Agosto 2013
Settembre 2013
Ottobre 2013
Novembre 2013
Dicembre 2013
Gennaio 2014
Febbraio 2014
Marzo 2014
Aprile 2014
Maggio 2014
Giugno 2014
Luglio 2014
Agosto 2014
Settembre 2014
Ottobre 2014
Novembre 2014
Dicembre 2014
Gennaio 2015
Febbraio 2015
Marzo 2015
Aprile 2015
Maggio 2015
Giugno 2015
Luglio 2015
Agosto 2015
Settembre 2015
Ottobre 2015
Novembre 2015
Dicembre 2015
Gennaio 2016
Febbraio 2016
Marzo 2016
Aprile 2016
Maggio 2016
Giugno 2016
Luglio 2016
Agosto 2016
Settembre 2016
Ottobre 2016
Novembre 2016
Dicembre 2016
Gennaio 2017
Febbraio 2017
Marzo 2017
Aprile 2017
Maggio 2017
Giugno 2017
Luglio 2017
Agosto 2017
Settembre 2017
Ottobre 2017
Novembre 2017
Dicembre 2017
Gennaio 2018
Febbraio 2018
Marzo 2018
Aprile 2018
Maggio 2018
Giugno 2018
Luglio 2018
Agosto 2018
Settembre 2018
Ottobre 2018
Novembre 2018
Dicembre 2018
Gennaio 2019
Febbraio 2019
Marzo 2019
Aprile 2019
Maggio 2019
Giugno 2019
Luglio 2019
Agosto 2019
Settembre 2019
Ottobre 2019
Novembre 2019
Dicembre 2019
Gennaio 2020
Febbraio 2020
Marzo 2020
Aprile 2020
Maggio 2020
Giugno 2020
Luglio 2020
Agosto 2020
Settembre 2020
Ottobre 2020
Novembre 2020
Dicembre 2020
Gennaio 2021
Febbraio 2021
Marzo 2021
Aprile 2021
Maggio 2021
Giugno 2021
Luglio 2021
Agosto 2021
Settembre 2021
Ottobre 2021
Novembre 2021
Dicembre 2021
Gennaio 2022
Febbraio 2022
Marzo 2022
Aprile 2022
Maggio 2022
Giugno 2022
Luglio 2022
Agosto 2022
Settembre 2022
Ottobre 2022
Novembre 2022
Dicembre 2022
Gennaio 2023
Febbraio 2023
Marzo 2023
Aprile 2023
Maggio 2023
Giugno 2023
Luglio 2023
Agosto 2023
Settembre 2023
Ottobre 2023
Novembre 2023
Dicembre 2023
Gennaio 2024
Febbraio 2024
Marzo 2024
Aprile 2024
Maggio 2024
Giugno 2024
Luglio 2024
Agosto 2024
Settembre 2024
Ottobre 2024
Novembre 2024

Gli interventi più cliccati

Ultimi commenti:
BuongiornoE-mail: giovannidinatale1954@gmail.comOf...
28/12/2021 @ 11:20:35
Di giovannidinatale
Hi we are all time best when it come to Binary Opt...
27/11/2021 @ 12:21:23
Di Clear Hinton
 

Locations of visitors to this page

Contatore precedente 160.457 visite eliminato il 16/08/08 per i dialer di Specialstat

 Home page © Copyright 2003 - 2024 Tutti i diritti riservati.

powered by dBlog CMS ® Open Source