Da
Roma_Daily_News
VICE-beta By Alon Aviram - Artur Conka fotografa i Rom poveri che ha lasciato
Artur Conka è uno dei
pochi Rom che ha documentato la propria comunità da dietro l'obiettivo.
Originario di Lunik IX (vedi
qui, ndr), una delle più grandi e povere comunità della Slovacchia,
la sua famiglia ha viaggiato attraverso l'Europa, prima di stabilirsi infine in
Bretagna, quando Artur aveva otto anni. Anni dopo, fornito di una laurea in
fotografia, Artur ha rivisitato la sua vecchia casa, per vedere com'era cambiata
la vita di chi era rimasto.
Molte cose si sono rilevate cambiate. Al posto del luogo gioioso che aveva fatto
da sfondo ai suoi anni d'infanzia, Artur ha tyrovato una comunità di 10.000
persone segregate razzialmente, che soffre al 99% di disoccupazione, disagio
diffuso e abuso pervasivo di droghe. Una volta lì, ha girato un
breve
documentario sulla vita quotidiana a Lunik IX, che andrebbe visto.
L'ho chiamato per una chiacchierata.
Ciao, Artur. Dimmi un po' di te.
Sono nato a Lunik IX in Slovacchia, ma la mia famiglia se n'è andata quando
avevo due o tre anni. Abbiamo viaggiato in tutta Europa per un po' e alla fine
siamo arrivati in Inghilterra che avevo otto anni. Anche se ero molto giovane,
ricordo molto di dove son nato. Penso che ciò mi abbia permesso di vedere
chiaramente il modo in cui è cambiato, quando ci sono tornato la prima volta nel
2009.
E cosa è cambiato?
Molto. Mi ricordo che c'era molta tensione razziale, ma al tempo in cui ce ne
andammo - all'inizio degli anni '90 - c'era ancora una specie di integrazione a
Lunik IX tra Rom e Slovacchi. Ora gli Slovacchi se ne sono andati da Lunik IX e
la situazione tra la comunità rom e le altre minoranze è lentamente deteriorata.
Questo a causa della crisi economica, la caduta del comunismo, e la rivoluzione
di velluto che ha avuto luogo dopo la scissione della Cecoslovacchia.
La segregazione sembra aver spinto i Rom in una situazione dove non possono
permettersi il cibo, l'alloggio e altre necessità di base. E' ciò che succede
quando si stigmatizza un popolo, quando lo si taglia dalla società. Senza
un'adeguata istruzione e le altre necessità, la gente non sviluppa le competenze
di cui ha bisogno per sopravvivere nel mondo d'oggi, e tutto ciò alimenta il
pregiudizio e l'odio razziale tra gli Slovacchi. Tornare è stato sicuramente uno
schock.
Il tuo caso è unico, sei uno dei pochi fotografi rom che si impegna nel
suo lavoro con la propria comunità. Questo progetto cambia in qualche modo la
tua prospettiva sui Rom?
Sì, sicuramente. Crescere in un determinato sistema d'istruzione, lavorando in
un altro paese - non importa se è quello da cui provieni - inavvertitamente
cambia il tuo punto di vista. Cambia tutto guardando da dietro l'obiettivo.
Qualcuno guarderà al mio lavoro dicendo che è molto di parte, propagandistico, o
troppo empatico verso la comunità rom. Ma quella per me è la realtà - non puoi
nasconderla o spingerla sotto il tappeto.
Nel tuo documentario hai catturato alcuni
simpatici momenti abbastanza intimi. Come hanno reagito i
residenti di Lunik IX quando li riprendevi?
Quando sono arrivato la prima volta è stato difficile, perché la gente non mi
riconosceva. Quando ho accennato con chi ero imparentato, mi hanno mostrato
rispetto, specialmente perché ero nato lì. E la generazione più vecchia
conosceva mia madre e mio padre. Il film comprende anche alcuni membri della mia
famiglia. Posso garantire che se fossi stato un non-Rom non avrei ottenuto la
stessa apertura. Credo che sarei stato cacciato dalla comunità.
Per te, com'era una tipica giornata a Lunik IX?
Ci arrivai a marzo e si congelava. A Lunik IX non esiste gas o riscaldamento
centralizzato, e l'acqua viene fornita solo due volte al giorno. Questo
significa che la mattina devi prendere dei contenitori per l'acqua da un amico
che ha lavorato nell'idraulica. Poi si esce in cerca di legna o qualsiasi altra
cosa che bruci, da usare come riscaldamento. La legna si usa anche per cucinare.
[...] La gente cerca di trovare un lavoro, ma la segregazione rende la cosa
difficile.
Se vai nella città più vicina, Kosice (la seconda città della Slovacchia)
troverai negozi esclusivi. Poi prendi l'autobus per Lunik IX ed in 20 minuti sei
in un mondo differente. L'odore di fogna e dei rifiuti ti colpisce
immediatamente.
E riguardo alle disposizioni statali, cosa si può fare?
Difficile da dire. Le famiglie ottengono sovvenzioni, come il sostegno al
reddito. D'altra parte, a causa dell'economia e della recessione, i prezzi sono
lievitati. E' dura per una famiglia con quattro bambini sopravvivere per un mese
di soli sussidi, perché il cibo costa molto caro. L'istruzione, le scuole sono
segregate. Slovacchi e Rom non vogliono condividere le stesse classi o i parchi
giochi. E'come tornare ai tempi della segregazione razziale in America. I
non-Rom sono cresciuti con questa paura e l'idea che i Rom siano esseri umani
orribili, e viceversa.
Quindi, data l'enorme quantità di disoccupazione nella comunità ed il
fatto che le sovvenzioni statali non bastano, come sopravvive la gente?
La gente guadagna con la vendita di rottami metallici, furto ed elemosine. O
prendono benefici dal governo. Si vive col minimo indispensabile.
Ci sono problemi di droga?
Sì. C'è un grande problema con la droga. Vivere in condizioni così orribile può
solo portare alle droghe come un tentativo di soluzione. Molti acquirenti sono
bambini - letteralmente di cinque o sei anni. Ho visto bambini e adulti
ubriacarsi assieme.
Immagino che condizioni simili portino anche molte tensioni domestiche.
L'abuso domestico è una questione importante?
Sì, lo è. Stavo filmando in questa casa e il marito della donna è tornato
veramente ubriaco e ha cominciato un diverbio. Ha iniziato a colpirla e
schiaffeggiarla di fronte a me. Inoltre, sembra ci sia parecchio traffico del
sesso in tutta la Slovacchia e in particolare a Lunik IX.
Vengono trafficanti del sesso a Lunik IX?
Sì. E alcuni di loro persuadono le giovani rom ad andare all'estero, con
l'illusione che la vita sarà migliore, così finiscono in schiavitù.
Cosa speri di ottenere con questo progetto?
Devo ritornare qualcosa ed è per questo che ci sto dando da lavorando. Il fatto
è che quando finisci in povertà, pensi che la vita sia così. Non ti rendi conto
che fuori c'è una classe media in espansione. Ho alcuni ricordi molto felici
della mia infanzia, ma ricordo anche le cose brutte. Ricordo mia madre assalita
per motivi razziali. Ricordo che una volta non ci servirono al ristorante, a
causa del colore della pelle. Per queste esperienze sento di dover dare una voce
ai Rom. E per me l'unica via è attraverso la fotografia ed il cinema.