Milano, 18 novembre 2008. Un grande graffito raffigurante la Ruota Rossa,
simbolo del popolo Rom, è apparso a Milano, proprio sulla pavimentazione di
piazza Duomo. Sotto il disegno - un cerchio rosso rubino con 16 raggi - la
scritta "Interrompete la persecuzione dei Rom". L'opera di denuncia civile è
stata realizzata dall'artista Alfred Breitman, che è rimasto per oltre mezz'ora,
in pieno giorno, a spiegarne i contenuti a un capannello di cittadini milanesi.
Quando sono intervenuti sul posto alcuni agenti di Polizia Municipale, Breitman
ha detto loro che il lavoro gli era stato commissionato dal Circolo culturale
"Goffredo Bezzecchi". Non era la verità, ma l'artista ha inteso rendere omaggio
a Goffredo Bezzecchi, Rom di 69 anni che vive a Milano ed è l'ultimo testimone
della persecuzione nazifascista degli "zingari" lombardi. Gli agenti hano
creduto ala spiegazione offerta da Breitman e si sono fermati a porre domande
all'artista, che ha tenuto anche a loro beneficio una breve lezione sul
Samudaripen, lo sterminio nazista del popolo Rom e sulle similitudine fra quel
crimine contro l'umanità e l'attuale persecuzione che Milano e l'Italia
perpetrano sempre contro il popolo "nomade". La performance di Breitman
costituisce la prima azione del Gruppo Watching The Sky, per denunciare con gli
strumenti dell'arte sociale e dell'arte di strada la più odiosa forma di
razzismo del nostro tempo. Alfred Breitmen ha abbandonato il luogo della
performance fra gli applausi di decine di cittadini, ivi compresi i vigili
urbani. L'opera d'arte, realizzata con colori naturali, è stata parzialmente
cancellata già nel pomeriggio.
Noi ce lo ricordiamo l'Assessore Cioni (ex Ds ora Pd) di Firenze: aveva fatto
scuola tra i politici vuoti a perdere mentali. Aveva dato avvio alla teoria
delle ordinanze anti-poveri nelle città italiane, con quella vergata di suo
pugno contro i lavavetri. Era assessore alla sanità pubblica e integrazione
socio-sanitaria, salute, igiene pubblica, sicurezza sociale, IPAB, sicurezza
e vivibilità urbana, polizia municipale, città sicura (sic!), occupazione e
alterazioni suolo pubblico, coordinamento dei lavori e delle manifestazioni,
manutenzione strade e aree pubbliche arredo e decoro urbano. Si era in piena
caccia al Rom, e Cioni, con un guizzo luminescente, scansando ogni accusa di
razzismo aveva scelto di prendersela con una categoria piuttosto che con una
gruppo culturalmente definito, i lavavetri. Era però talmente bischera come
ordinanza che si era visto scaraventata addosso l'indignazione di mezza Italia.
Ma Cioni aveva le sue ragioni. Doveva, ad ogni costo, deviare l'attenzione
pubblica da altro da sé. A quanto pare infatti era allora in affari lucrosi con
Salvatore Ligresti, tanto lucroso quanto, pare, clandestini e illeciti. E'
inquisito, insieme all'assessore all'urbanistica Biagi (ex Ds ora Pd). Anche
noi, nel nostro piccolo, avevamo avuto un'esperienza di quel genere. Ve la
ricordate Piera Capitelli, soccorsa dall'ineffabile assessore ai Servizi sociali
Brendolise, che per un anno si scatena contro i Rom dell'ex Snia, abbandonandoli
a se stessi, fino ad invertire improvvisamente la rotta e, per una settimana,
volerne salvaguardare l'incolumità, facendo demolire un capannone vincolato dal
Prg di proprietà di Luigi Zunino? Bene. Erano gli asini che volano, come i
lavaverti di Cioni. L'attenzione dei cittadini doveva dirigersi verso i Rom e
allontanarsi dai vincoli degli edifici dell'ex Snia e dai supermercati che Luigi
Zunino voleva costruirci. Non c'è riuscita Piera. Abbiamo informato, denunciato
la lottizzazione abusiva e riaffermato i diritti dei Rom. E sì perchè Capitelli
ci teneva talmente tanto alla loro incolumità che li ha sgomberati e
immediatamente cacciati da Pavia, con pubbliche dichiarazioni di soddisfazione
sua e dei dirigenti del suo partito. Ha demolito inutilmente un capannone, ha
diffamato inutilmente un'intera comunità Rom, ha violato il Piano regolatore
generale per ritrovarsi con un'area dismessa che nessuno può permettersi di
bonificare e di ricostruire, tanto meno Banca Intesa che ne ha in pegno una
buona parte. Andremo avanti e scriveremo a breve ancora su quel che accadde
l'estate scorsa. Ritornando al Cioni. La Procura di Firenze non è stata con le
mani in mano, e ha inquisito l'assessore fiorentino per corruzione, insieme al
costruttore Ligresti. Padrone della Sai, di Immobiliare lombarda, di Impregilo
insieme a Gavio e Benetton, e con enormi interessi nell'Expo2015. E l'edilzia e
la speculazione sono al centro di quell'inchiesta. Si tratta dell'area di Piana
di Castello. Appalti per la costruzione del nuovo palazzo della Regione e della
Provincia di Firenze tramite un protocollo di intesa che a detta degli informati
rappresenta una delle più grandi speculazioni immobiliari in Italia. Sono
coinvolti amministratori pubblici e consulenti. Sarebbero implicati anche due
architetti genovesi, Savi e Casamonti, destinatari di commesse pubbliche a
Genova e Finale Ligure. Gli interssi di Ligresti in Liguria sono attualissimi:
ha infatti questo mese presentato il piano per il porto di Loano. Porti,
autostrade e logistiche sono la specialità del socio, Marcellino Gavio. Tutto
ciò che accade in Liguria prima o poi accade anche qui., a meno che non sia già
accaduto.
Curare gli indigenti, soprattutto i bambini, è un dovere deontologico per
tutti i medici, ma è un imperativo etico per un paese civile.
Non cancelliamo con un decreto un diritto costituzionale
…." chi di questi ti sembra stato il prossimo di colui che fu ferito dai
briganti ?"
Quello rispose "chi ha avuto compassione e si è preso cura di lui"
ed Egli disse "va e fa anche tu lo stesso" (Vangelo secondo Luca)
Appello promosso dalla Segreteria Provinciale FIMP
( Federazione Italiana Medici Pediatri ) di Modena
L'art. 32 della Costituzione Italiana sancisce come diritto fondamentale
dell'individuo il diritto alla tutela della salute e garantisce agli indigenti
il diritto alle cure gratuite, anche nell'interesse della collettività.
Il DL 286/ 98 all'art. 35 prevede la gratuità delle cure urgenti ed essenziali
anche agli stranieri non iscritti al SSN, privi di permesso di soggiorno, e
privi di risorse economiche e non prevede nessuna segnalazione, salvo i casi di
obbligatorietà di referto, come per i cittadini italiani.
La Lega Nord - Padania ha presentato attraverso 5 Senatori un emendamento che
prevede l'abrogazione del comma 5 dell'art. 35 e abolisce la gratuità della
prestazione urgente ed essenziale agli stranieri non iscritti al SSN e privi di
risorse economiche, e propone inoltre l'obbligo per le autorità sanitarie di
segnalarli all'autorità competente.
I Pediatri di libera scelta aderenti alla FIMP ( Federazione Italiana Medici
Pediatri ) operanti nel SSN, sottoscrittori di questo appello, ritengono
gravissimo tale emendamento che finirebbe per respingere in sacche di esclusione
la popolazione più indigente e ne richiedono il ritiro:
esso non è soltanto la negazione di un diritto costituzionalmente sancito, ma
costituisce anche un pericolo per la tutela della salute della collettività, per
la mancata cura di patologie anche gravi, con conseguente rischio di diffusione
e rappresenta inoltre un pericoloso passo legislativo verso l'abolizione del
diritto alla cura.
Ritengono inoltre che la segnalazione all'autorità competente di un paziente
indigente sia in aperto contrasto con il codice etico ordinistico al quale i
medici debbono attenersi e di cui affermano il primato.
Denunciano con preoccupazione che tale emendamento priverà della assistenza
sanitaria essenziale migliaia di bambini divenuti "per Decreto invisibili e
senza diritti" in totale contrasto con la Convezione ONU sui diritti del
fanciullo e richiedono che lo Stato Italiano firmatario con L. 176/91 della
Convenzione ONU di New York del 20.11. 1989 sui diritti del fanciullo garantisca
ad ogni minore straniero il pieno diritto di usufruire delle prestazioni mediche
pediatriche a prescindere dalla regolarità del soggiorno.
Richiedono quindi a tutti i colleghi Pediatri, a tutti i Medici, agli Operatori
Sanitari e a tutti i Cittadini Italiani ai quali stanno a cuore i fondamenti
dello stato sociale e la solidarietà di sottoscrivere questo appello.
Di Fabrizio (del 03/12/2008 @ 08:52:52, in Italia, visitato 1842 volte)
Ass. Insieme Zajedno un’esperienza di pace e solidarietà
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Siamo aperti il lunedì, mercoledì, venerdì e sabato ore 9 -14
Alla vigilia della Conferenza Stampa che illustrerà le iniziative organizzate in
Italia per il 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani,
Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della pace, ha rilasciato la seguente
dichiarazione:
“Tra una settimana, il 10 dicembre 2008, il mondo celebrerà il 60° anniversario
della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: la “Magna Carta” dell’umanità,
il documento che per la prima volta ha riconosciuto i diritti fondamentali di
tutti gli esseri umani.
Ci sarà il mondo, ma non ci sarà l’Italia. O meglio non ci sarà il governo
italiano. E’ uno scandalo! L’Italia è il solo paese europeo che ha scelto di ignorare
l’appello dell’Onu che il 10 dicembre 2007 aveva inaugurato l’Anno dei Diritti
Umani e invitato tutti gli stati ad un maggiore impegno concreto.
Il fatto è ancora più grave perché l’Italia fa parte del Consiglio Diritti Umani
dell’Onu, l’organismo che più di ogni altro ha la responsabilità di difendere e
promuovere il rispetto dei diritti umani nel mondo. Per questo, l’Italia
dovrebbe essere in prima linea, tra i paesi che più s’impegnano per i diritti
umani.
Non è così. L’Italia è addirittura inadempiente: non ha nemmeno attuato le
raccomandazioni che gli sono state ripetutamente rivolte dall’Onu in materia di
diritti umani. Ma se non facciamo noi quello che ci chiede l’Onu come possiamo
pretendere che lo faccia l’Iran?
L’Italia è, non da ora, carente di una politica organica dei diritti umani.
L’Italia è troppo spesso assente nelle istituzioni dove si lavora tutti i giorni
per far avanzare il rispetto dei diritti umani.
Non c’è l’Italia. O meglio non c’è il governo italiano.
A tenere alta la bandiera dell’Italia ci sono migliaia di cittadini, giovani,
amministratori locali, insegnanti, associazioni ed Enti Locali che scelgono di
dedicare una parte importante del proprio tempo, delle proprie competenze e del
proprio denaro per difendere e promuovere i diritti umani a casa nostra e nel
resto del mondo. Sono loro che hanno raccolto la bandiera dell’Onu e dei diritti
umani e hanno organizzato l’Anno dei diritti umani. Sono loro che mercoledì 10
dicembre daranno vita alla Giornata nazionale d’Azione per i diritti umani.”
(Flavio Lotti)
Mercoledì 3 dicembre 2008
Roma, Hotel Nazionale, Piazza Montecitorio, ore 11.00
CONFERENZA STAMPA
di presentazione della Giornata nazionale d’azione per i diritti umani
e della manifestazione “diamo voce ai diritti umani” in programma il 10 dicembre
2008 davanti alla sede rai di viale Mazzini
Interverranno tra gli altri: Citto Maselli e Ugo Gregoretti, Coord. Emergenza
cultura - Salvatore Nocera, Federazione Italiana Superamento Handicap - Stefano
Busi, Unione degli Studenti - Luca De Zolt portavoce Rete degli studenti medi -
Igiaba Scego, giornalista e scrittrice somala - Kurosh Danesh, Responsabile
Coordinamento Immigrati Cgil - Salvatore Sasso, Dirigente scolastico - Andrea
Olivero, Presidente nazionale delle Acli - Paolo Beni, Presidente nazionale
delle Arci - Gabriella Stramaccioni, Libera - Giuseppe Giulietti, Articolo 21 -
Adriano Poletti, Vicepresidente del Coordinamento Nazionale degli Enti Locali
per la Pace e i Diritti Umani - Flavio Lotti, coordinatore Comitato Nazionale
per il 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani
Durante la Conferenza stampa verrà effettuata la prima proiezione del film
“La lunga marcia dei diritti umani”, simpatica cronaca della Marcia
Perugia-Assisi effettuata dai conduttori di Caterpillar Massimo Cirri e Filippo
Solibello
Come cresce la G2: una ricerca dell'Ismu sulle nuove generazioni
nella società multietnica
Della G2 in Italia si è iniziato a parlare da poco, e purtroppo sull'onda della
cronaca, spesso senza distinguere il tema da quello più ampio delle migrazioni,
che ha assunto proporzioni consistenti ('preoccupanti' per molti) negli anni '80
e ha raggiunto il culmine mediatico da metà anni '90 in poi: un passaggio così
rapido che l'attenzione si è concentrata più sull'onda primo migrante che sulle
seconde generazioni, le quali nel frattempo si sono formate, stanno
crescendo e hanno un'identità in via di definizione.
Un'indagine dell'Ismu su un campione di 17.225 preadolescenti (11-14 anni)
che vivono in Lombardia, tra italiani, stranieri e figli di coppie miste, ha
provato a farne un ritratto, per quanto sia possibile dato che si tratta di un
fenomeno ancora in formazione. Ne è emerso un quadro composito, che mostra tutte
le difficoltà dell'inserimento e del senso di appartenenza ad una nazione che
sempre più spesso mostra, anche a livello politico, di rifiutare l'integrazione.
Soltanto il 32,6% dei figli di immigrati dice di sentirsi italiano; il 60% delle
femmine asiatiche, per esempio, ha relazioni nulle o poche frequenti con gli
italiani, mentre il 91,4% dei maschi stranieri rimane indietro di 5 punti
percentuali rispetto agli italiani quando si chiede se l'essere nati in Italia
costituisce un requisito sufficiente per la piena padronanza della lingua.
Dati contraddittori anche sul fronte scolastico: se gli stranieri (in
percentuali simili sia i nuovi arrivati che i figli di coppia mista) presentano
un rendimento scolastico peggiore rispetto a quello degli italiani - soprattutto
le etnie latinoamericane -, la maggior parte degli studenti stranieri vuole
continuare a studiare e iscriversi all'università: il 43,9% dei maschi stranieri
e il 54,2% delle femmine ha intenzione di frequentare gli atenei italiani, dato
che sale ulteriormente per i figli di coppia mista.
Ma non basta: la maggior parte degli stranieri e dei figli di coppia mista
aspira un domani ad una professione intellettuale. Chissà se il sistema
scolastico italiano consentirà loro di avere percorsi formativi in linea con
tali aspettative.
Interrogativi subordinati anche alla conoscenza della lingua: l'essere nati
in Italia non costituisce infatti un requisito sufficiente per la piena
padronanza dell'italiano; i maschi stranieri nati in Italia risultano indietro
di 5 punti percentuali rispetto agli italiani.
Un discorso a parte meritano poi i “Separated children”, cioè i minori
stranieri non accompagnati, “una categoria difficile da identificare e quindi
anche da quantificare”, come ha commentato Rita Bichi, autrice del volume sul
tema. Al 30 settembre 2007 i minori stranieri non accompagnati in Italia sono
6.554, provenienti soprattutto da Marocco, Albania e Palestina. Se la Sicilia,
primo punto di approdo per i migranti dal sud, è ovviamente la regione con
maggiori presenze, la Lombardia si colloca al secondo posto con 1.053 casi
registrati, “senza contare il dato sommerso”.
Al 31 gennaio 2007 dei 989 minori censiti dal Comitato minori stranieri in
Lombardia, 647 si concentravano a Milano, 121 a Cremona, 66 a Varese, 54 a
Brescia e 24 a Lecco. Questi dati non comprendono bulgari e rumeni che dal
1°gennaio 2007 non sono più soggetti alla normativa sugli extracomunitari.
“Il fenomeno va inserito nella più vasta situazione europea - ha spiegato Bichi
- perché il problema risponde a regole locali ma anche sovranazionali. Questi
bambini presentano una triplice vulnerabilità: sono minori, stranieri e soli”.
Le pubblicazioni
- Somiglianze e differenze. Le nuove generazioni nella società multietnica di
Guia Gilardoni
- Separated children. I minori stranieri non accompagnati di Rita Bichi
Di Fabrizio (del 07/12/2008 @ 09:40:00, in Italia, visitato 1801 volte)
Li, 4/12/2008
Al Ministro dell’Interno On. Roberto Maroni ROMA
Gent.imo Ministro
la Federazione Rom e Sinti insieme negli incontri tenuti presso il
Ministero dell’Interno con il sottosegretario di Stato Michelino Davico e con il
capo segreteria del Ministro dott. Ciriello, ha sollecitato un dialogo diretto
con Rom e Sinti per collaborare nella ricerca della corretta soluzione per
l’integrazione culturale delle nostre minoranze.
Comprendiamo che i numerosi impegni del suo Ministero rendono difficile un
Suo incontro con la nostra Federazione, ma un dialogo diretto con i diretti
interessati Rom e Sinti è diventato indispensabile sia per una corretta
informazione, sia per mettere in atto coerenti interventi per evitare i disastri
del passato.
La Federazione rom e sinti insieme sollecita il Ministro dell’Interno a
garantire una “sicurezza abitativa” dignitosa per Rom e Sinti, una
politica abitativa, pubblica e privata, evitando ogni forma di “GHETTIZZAZIONE e
SEGREGAZIONE”.
Per questo Le chiedo di inserire la “Federazione rom e sinti insieme”
nel gruppo di lavoro che intende costituire presso il Ministero dell’Interno per
collaborare al piano di attuazione degli interventi successivi al censimento.
Comprendere la Federazione Rom e Sinti insieme nel gruppo di lavoro
presso il Ministero dell’Interno sarebbe la dimostrazione concreta di una
precisa volontà politica del Suo Ministero di voler realizzare un VERO processo
di interazione con e per Rom e Sinti per prevenire e contrastare concretamente
ogni forma di illegalità presente anche in alcune persone delle minoranze Rom e
Sinte.
Escludere la Federazione Rom e Sinti insieme dal gruppo di lavoro presso
il Ministero dell’Interno sarebbe la dimostrazione di una precisa volontà del
suo Ministero di NON VOLER realizzare CONCRETI PERCORSI di integrazione
culturale di Rom e Sinti, violando i principi della nostra Costituzione. Questa
negazione imporrebbe alla nostra organizzazione di mettere in atto con
determinazione forme di protesta, civile e democratica, per poter finalmente
informare correttamente l’opinione pubblica.
Di Fabrizio (del 08/12/2008 @ 09:23:56, in Italia, visitato 2234 volte)
Ricevo da Roberto Malini
Riceviamo dalla Delegazione italiana del Gruppo socialista presso il
Parlamento europeo il testo della dichiarazione di Maria Grazia Pagano,
Pd-Pse, Commissione per le Libertà civili, la giustizia e gli affari
interni. Abbiamo inviato le nostre considerazioni e alcune proposte ai membri
della Commissione che ci paiono sinceramente sensibili alla necessità di
adeguarsi alla linea Europea, che non concede più spazio all'odio razziale e
omofobico.
Dichiarazione di Maria Grazia Pagano
Bruxelles, 5 dicembre 2008. "Il razzismo e la xenofobia non hanno posto in
Europa": è questo il messaggio che l'Unione Europea lancia all'indomani del
Consiglio dei 27 ministri della Giustizia che introduce sanzioni fino a 3 anni
di carcere per chi incita pubblicamente alla violenza e all'odio. Ma io direi di
più: il razzismo, l'omofobia e le discriminazioni di ogni sorta non hanno dimora
in una UE che ad una legislazione già avanzata in materia di diritti di
cittadinanza aggiungerà presto una direttiva, attualmente all'esame del
Parlamento Europeo, contro ogni forma di discriminazione.
Sarà da vedere se l'Italia saprà o vorrà trasporre correttamente questa
normativa senza incappare in un'ennesima procedura d'infrazione del diritto
comunitario. Devo dire, però, che nutro poca fiducia nell'attuale maggioranza di
governo, non tanto perché di uno schieramento opposto al mio, quanto perché
l'attuale centrodestra mi sembra, da un lato, incapace di sviluppare una cultura
dell'integrazione e dell'inclusione e, dall'altro, ancora incapace di difendere
la laicità dello Stato e troppo timoroso degli strali del Vaticano.
La posizione espressa dalla Chiesa in questi giorni sulla depenalizzazione
dell'omosessualità nel mondo e sulla Convenzione ONU sull'handicap è nota.
Quello che stupisce, però, è che uno stato laico sia incapace di difendere
apertamente i diritti umani e si preoccupi di smorzare le preoccupazioni del
Vaticano con dichiarazioni di comprensione, se non di apprezzamento, a partire
da quella del ministro Frattini. L'Italia deve stare tutta - destra e sinistra,
laici e cattolici - dalla parte dei diritti."
La proposta EveryOne. Razzismo, omofobia, diritto di cittadinanza: per
cambiare è necessario aprire gli occhi sulla realtà attuale e cominciare con una
seria autocritica
Roma, 6 dicembre 2008. Accogliamo con favore e speranza questo vostro messaggio.
La destra italiana, che ha ingannato gli elettori attraverso una campagna di
propaganda razziale senza precedenti attua una politica improntata
all'intolleranza, mentre non si impegna in alcun modo in relazione ai problemi
veri: la criminalità organizzata, collusa con politica e informazione, che ha
toccato i suoi "record" di "fatturato" nel 2007: 130 miliardi di euro in Italia,
circa 500 nel mondo (altro che criminalità straniera!); le disastrose politiche
ambientali, che non sono solo le pessime soluzioni adottate in Campania per
l'emergenza-rifiuti, ma la cecità di fronte all'inquinamento, all'effetto-sera,
ai progetti sul nucleare; la diffusione in ogni strato della società di
ideologie razziste, negazionismi, nazionalismi e federalismi pretestuosi; la
totale censura politica sui media (basti pensare al nostro gruppo: nonostante i
risultati ottenuti, nel campo dei Diritti Umani, in tutto il mondo e il rispetto
che ci circonda, siamo soggetti a un diktat e "bannati" da TV e stampa, salvo
briciole e scampoli, quando diffondiamo notizie inedite di interesse nazionale).
La sinistra, però, deve cambiare, perché le politiche razziali, che esistono in
Italia da lustri, sono diventate spregiudicate, poi efferate proprio durante il
governo Prodi e la Roma di Veltroni ha inaugurato l'inferno in cui attualmente
versano i Rom. I pochi uomini di sinistra che conoscono la realtà della
persecuzione antizigana in Italia si comportano ormai come le tre scimmiette:
per loro il razzismo è qualcosa di "astratto" e non riguarda il popolo
annientato dei Rom. Amministrazioni di sinistra come quella di Pesaro attuano
politiche persecutorie assolutamente disumane (basta digitare su google "Pesaro"
e "Rom" per averne un saggio); ma praticamente tutti i comuni in cui esistono
giunte di sinistra conducono azioni di persecuzione etnica e razziale, nei
confronti dei Rom, eccettuati i comuni sardi, dove tuttavia la presenza Rom è
minima. Idem per quelli di "destra". Se le forze politiche di sinistra
iniziassero a proporre programmi di integrazione e non di espulsione e
vessazione e decidessero di interrompere e far interrompere la propaganda
razzista, che raggiunge punte spaventose durante le elezioni, sarebbe un bel
passo avanti. I recenti discorsi di Rutelli, però, fanno pensare che si va in
direzione opposta. Riguardo all'Omofobia, il nostro gruppo è in grado di
elaborare una mozione per una Direttiva europea che garantisca diritti basilari
a tutti i cittadini omosessuali che risiedono nell'Unione europea, a partire da
una formula - che deve valere ovunque - per dare un riconoscimento giuridico
alle unioni. Se non è riconosciuto il rapporto di solidarietà e amore fra due
persone, i diritti dei Gay restano nella preistoria, perché si nega la base
stessa della libertà di scelta sessuale, che non è solo "poesia", ma deve
trovare una tutela nella legge. Se ritenete che i tempi siano maturi,
parliamone.
Di Fabrizio (del 11/12/2008 @ 20:33:21, in Italia, visitato 2258 volte)
Ricevo da Marco Brazzoduro
Signor Sindaco,
Tutta la comunità del campo Casilino 900 è stata lieta della sua partecipazione
all’ iniziativa di domenica 23 novembre "Quando cadono i muri", contro il
crescente e allarmante pregiudizio nei confronti del popolo ROM, che pervade la
nostra società e che sta diventando un avvelenato paradigma di tutte le
intolleranze. Come non essere profondamente angosciati e come poter dimenticare
la sorte che ha accomunato i Rom agli Ebrei e che ha portato al genocidio
nazista dei nostri due popoli?
Abbiamo scelto questa giornata simbolica per inviarle questa lettera proprio per
ricordare a tutti che ancora oggi ai Rom molti diritti fondamentali vengono
negati.
Infatti, come non cogliere un atteggiamento xenofobo dietro la comunicazione
dell’arresto di quattro persone insediate nel campo? Noi siamo felici
dell’intervento delle forze dell’ordine quando come in questo caso è mirato
all’accertamento di gravi responsabilità individuali, la comunitò è la prima
vittima della criminalità organizzata e Le rinnova la disponibilità già data al
Prefetto Mosca di collaborare affinchè sistemi malavitosi non si insinuino
nell’insediamento. Non possiamo però non indignarci di come molta mala
informazione approfitti di questi eventi per alimentare pregiudizi e fomentare
la xenofobia e l’odio verso tutti i Rom, sancendo di fatto un principio di
responsabilità collettiva inaccettabile in una democrazia.
La firma con cui ha voluto siglare la Petizione in sostegno e solidarietà con il Casilino 900 apre una prospettiva di concreta speranza e viene a confermare così
l’accoglienza e il rilancio delle proposte della comunità, a partire dalle più
indilazionabili: il rapido ripristino di acqua e luce e lo smaltimento delle
immondizie.
Questi primissimi interventi irrinunciabili permetteranno a tutta la Comunità di
iniziare a riemergere dalla critica crisi igienico - sanitaria in cui è
precipitato l’insediamento.
Ma soprattutto, signor Sindaco, le siamo grati per la sua risoluzione di voler
ripristinare il tavolo di concertazione, aperto dal Prefetto Mosca, con la
comunità e con i soggetti che in questi duri mesi di accerchiamento ci sono
stati vicini, per condividere le scelte che riguardano i destini della stessa
comunità. A riguardo attendiamo una convocazione.
Lei, con nostro vivo compiacimento, si è inoltre appellato alla normativa
europea, per stabilire i criteri con cui iniziare ad operare.
Questo di fatto lo intendiamo come un sostegno al superamento dei "campi" - per
la realizzazione dei quali 3 volte l’Italia è stata condannata dalla Corte
Europea - ma di insediamenti, senza discriminatorie recinzioni e
videosorveglianza, ove favorire l’integrazione, invece di sancire la
segregazione dei Rom.
Oltre a queste richieste che hanno fatto parte delle questioni più urgenti
richiamate durante la sua visita, vogliamo cogliere immediatamente lo spirito
pragmatico e di collaborazione da lei così sinceramente proposto.
Assieme a Stalker – Osservatorio Nomade, al DIP.S.U. dell’Università di Roma Tre
e con il sostegno di un nutrito numero di associazioni cittadine e comitati di
quartiere stiamo elaborando un ventaglio di proposte, i cui principi ispiratori
sottoponiamo alla Sua attenzione affinché vengano discusse sul tavolo di
concertazione, in maniera che la soluzione congiuntamente individuata possa
essere sviluppata in uno studio di fattibilità ed in seguito in una
progettazione definitiva.
Le proposte che di seguito riportiamo sono, come da Lei stesso dichiarato
durante la Sua visita al campo, da attuarsi attraverso la pratica dell’autorecupero
e dell’autocostruzione assistita, e potrebbero essere estese anche a cittadini
non rom in condizioni di disagio abitativo: il fatto di partecipare insieme alla
costruzione di un insediamento misto sarebbe infatti un primo passo importante
verso la reciproca conoscenza e l’integrazione. Tutte le ipotesi si basano sul
rispetto delle normative europee e quindi degli standard abitativi che, come lei
sa, nei campi di container non vengono rispettati. Pertanto le proposte sono
concepite prive di tutte quelle forme evidenti di discriminazione e
ghettizzazione che caratterizzano gli attuali "campi nomadi", caratteristiche
incompatibili con i dettami costituzionali ed europei e con il rispetto dei
diritti dell’uomo.
- Ipotesi A _ progetto di recupero in situ
In continuità con quanto proposto dall’Agenzia delle Nazioni Unite UN – Habitat,
per gli insediamenti spontanei - proponiamo un progetto di recupero
dell’insediamento in situ. Abbiamo valutato che questa ipotesi risulterebbe
essere la più economica, la più rapida e rispettosa del diritto all’abitare.
Inoltre permetterebbe di procedere rapidamente senza dover reperire nuove aree e
troverebbe il consenso entusiasta di gran parte della comunità. Vista la
bassissima densità abitativa l’estensione dell’insediamento potrebbe essere
considerevolmente ridotta.
- Ipotesi B _ microaree nel VII Municipio
Nel rispetto della continuità territoriale, dei principi di integrazione e di
promozione della scolarizzazione, proponiamo di distribuire la Comunità, secondo
la struttura dei legami familiari in microaree o edifici dismessi di proprietà
pubblica da reperire all’interno del VII Municipio. Questo consentirebbe ai
minori in gran parte iscritti nelle scuole del quartiere di non dover
ricominciare daccapo il percorso di integrazione scolastica.
- Ipotesi C _ progetto di un nuovo insediamento fuori dal VII Municipio
Nel caso - che vorremmo scongiurare - non si reperissero le aree all’interno del
VII Municipio è ipotizzabile realizzare un insediamento o l’autorecupero di
immobili dimessi, su un terreno quanto più vicino all’area dell’attuale
insediamento, provvisto di collegamenti pubblici e non isolato rispetto al
tessuto cittadino.
Ben più di una settimana è passata dalla festa, siamo consapevoli delle
difficoltà tecniche ma la invitiamo a dar seguito al più presto al suo
intendimento di restituire acqua e luce all’insediamento. Che si sia lasciata,
da nove mes,i un’intera comunità di 600 persone con quasi 300 bambini senz’acqua
e senza luce è inaccettabile e ancora una volta contrario alla Carta dei Diritti
dell’Uomo di cui oggi si celebra l’Anniversario.
Da parte nostra ci teniamo a comunicarle che stiamo dando seguito a quanto da
noi stessi determinato con il regolamento interno al Casilino 900. Si stanno
informando tutti i nuclei familiari del merito e delle conseguenze per quanti
contravvengano. Ci stiamo attivando per favorire il deflusso delle acque
stagnanti e lo smaltimento delle immondizie, problemi che costituiscono un reale
pericolo igienico sanitario, e che, come lei sa bene, non possiamo risolvere da
soli senza il concreto sostegno delle Istituzioni.
Rinnovando la fiducia a quanto da lei detto personalmente qui al campo non diamo
credito alle illazioni, spesso portate avanti con toni discriminatori e razzisti
con cui molta stampa annuncia i nostri destini già segnati, in containers fuori
dal raccordo anulare, peraltro in una area di 30 ettari, più di tre volte il
Casilino 900 e 10 vollte più grande di quanto non serva ad ospitare l’intera
Comunità di Casilino 900.
Con i più cordiali saluti e con la massima disponibilità nella collaborazione
con le Istituzioni
I rappresentanti di Casilino 900
Di seguito riportiamo alcuni documenti del Consiglio d’Europa e del Parlamento
Europeo.
RACCOMANDAZIONE N. 1557 (2002)
adottata da l’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa,
il 25 Aprile 2002
L’Assemblea invita gli Stati Membri a rispettare le sei condizioni qui
elencate, necessarie per migliorare la situazione dei Rom/Sinti in Europa:
PRIMA CONDIZIONE Riconoscere lo stato giuridico dei Rom e dei Sinti
... SECONDA CONDIZIONE Elaborare ed attuare programmi specifici atti a migliorare l’integrazione
dei Rom e dei Sinti nella società come individui, comunità, gruppi minoritari;
assicurare inoltre la loro partecipazione ai processi decisionali
a livello locale, regionale, nazionale ed europeo.
... TERZA CONDIZIONE Garantire ai Sinti e ai Rom trattamenti in quanto gruppo minoritario nel
campo dell’istruzione, dell’impiego, della assistenza medica, dei servizi
pubblici, della sistemazione abitativa.
... QUARTA CONDIZIONE Sviluppare e mettere in atto azioni positive che favoriscano le classi
svantaggiate, quali appunto i Rom ed i Sinti, nel campo dell’istruzione,
dell’impiego e degli alloggi.
... QUINTA CONDIZIONE Prendere provvedimenti precisi e creare istituzioni speciali per proteggere
la lingua, la cultura, le tradizioni, di identità sinte e rom.
... SESTA CONDIZIONE Combattere il razzismo, la xenofobia, l’intolleranza e garantire un
trattamento non discriminatorio dei Rom/Sinti a livello locale, regionale,
nazionale, internazionale.
RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO SULLA
SITUAZIONE DEI ROM NELL’UNIONE EUROPEA DEL
28/04/2005 Il Parlamento europeo,
condanna fermamente qualsiasi forma di discriminazione nei confronti
della popolazione Rom;
invita il Consiglio, la Commissione, gli Stati membri e i paesi candidati
ad esaminare il riconoscimento dei Rom come minoranza europea;
sollecita la Commissione a includere il tema della lotta contro l’antizingarismo/
fobia dei Rom in tutta Europa fra le sue priorità per il 2007,
Anno europeo delle pari opportunità per tutti, ed esorta la società politica
e civile a tutti i livelli a chiarire che l’odio razziale contro
i Rom non può mai essere tollerato nella società europea;
...
invita gli Stati membri e i paesi candidati a rafforzare le proprie disposizioni
legislative, regolamentari ed amministrative intese a contrastare
in modo specifico ed esplicito l’antizingarismo e la fobia dei
Rom e a proibire la discriminazione razziale e i connessi fenomeni di
intolleranza, sia diretti che indiretti, in tutti gli aspetti della vita
pubblica;
invita gli Stati membri e i paesi candidati a scambiare le migliori pratiche
al fine di incoraggiare la promozione della cultura Rom;
invita gli Stati membri a prendere opportuni provvedimenti per eliminare
l’odio razziale e l’istigazione alla discriminazione e alla violenza
contro i Rom nei mass media e in ogni forma di tecnologia della comunicazione,
ed esorta i grandi media ad instaurare buone prassi in materia
di assunzione di personale in modo che questo rifletta la composizione
della popolazione;
invita gli Stati membri e i paesi candidati a definire una strategia per
migliorare la partecipazione dei Rom alle elezioni in qualità di votanti
e candidati a tutti i livelli;
sottolinea l’esigenza di garantire pari diritti sociali e politici ai
migranti di origine Rom;
sottolinea che la mancanza di documenti ufficiali costituisce un grave
ostacolo all’esercizio dei diritti fondamentali dei Rom in Europa nonché
al loro accesso a servizi che sono essenziali per l’inclusione sociale;
...
ricorda la risoluzione del Consiglio e dei ministri dell’istruzione riuniti
in sede di Consiglio, del 22 maggio 1989, concernente la scolarizzazione
dei figli degli zingari e dei girovaghi, e ritiene che garantire
a tutti i figli dei Rom l’accesso all’istruzione ufficiale continui ad
essere una priorità;
invita gli Stati membri e i paesi candidati ad adottare provvedimenti per
garantire a tutti parità di accesso ai servizi di assistenza sanitaria e
di sicurezza sociale, a porre termine a tutte le pratiche di discriminazione,
in particolare alla segregazione delle donne Rom nei reparti di
maternità, e a impedire la pratica della sterilizzazione non consensuale
delle donne Rom;
accoglie con favore la formazione di un Foro dei Rom e viaggiatori europei
ed il lavoro dei gruppi del Parlamento che si occupano delle questioni
dei Rom e delle minoranze;
...
ritiene che la ghettizzazione esistente in Europa sia inaccettabile e
invita gli Stati membri ad adottare misure concrete per procedere alla
deghettizzazione, combattere le pratiche discriminatorie nell’assegnazione
di alloggi e assistere i Rom nella ricerca di alloggi alternativi
e in buone condizioni igieniche;
sollecita i governi delle regioni in cui vivono popolazioni Rom a compiere
ulteriori passi per integrare pubblici dipendenti Rom in tutti i
livelli amministrativi e decisionali, in linea con gli impegni precedentemente
assunti, e a stanziare le risorse necessarie per l’effettivo
assolvimento dei compiti connessi con tali posizioni;
...
invita la Commissione ad esortare pubblicamente i governi nazionali a
garantire che i programmi di finanziamento a favore dei Rom vedano la
piena partecipazione dei soggetti interessati alla loro concezione, attuazione
e monitoraggio;
...
invita i partiti politici, a livello sia nazionale che europeo, a riformare
le proprie strutture e procedure interne al fine di rimuovere ogni
ostacolo diretto o indiretto alla partecipazione dei Rom e ad incorporare
nella propria agenda politica e sociale programmi specifici finalizzati
alla loro piena integrazione;
...
sollecita tutti gli Stati membri a sostenere iniziative volte a rafforzare
l’autorappresentazione dei Rom e la loro partecipazione attiva alla
vita pubblica e sociale nonché a consentire alle organizzazioni civili
Rom di far sentire la loro voce;
invita la Commissione a sollevare la questione Rom a livello paneuropeo,
in particolare con i paesi candidati, in quanto i Rom sono presenti in
ogni parte d’Europa.
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