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Casilino 900, sul 60°anniversario della carta dei diritti dell’Uomo
Di Fabrizio (del 11/12/2008 @ 20:33:21, in Italia, visitato 2258 volte)

Ricevo da Marco Brazzoduro

Signor Sindaco,

Tutta la comunità del campo Casilino 900 è stata lieta della sua partecipazione all’ iniziativa di domenica 23 novembre "Quando cadono i muri", contro il crescente e allarmante pregiudizio nei confronti del popolo ROM, che pervade la nostra società e che sta diventando un avvelenato paradigma di tutte le intolleranze. Come non essere profondamente angosciati e come poter dimenticare la sorte che ha accomunato i Rom agli Ebrei e che ha portato al genocidio nazista dei nostri due popoli?
Abbiamo scelto questa giornata simbolica per inviarle questa lettera proprio per ricordare a tutti che ancora oggi ai Rom molti diritti fondamentali vengono negati.

Infatti, come non cogliere un atteggiamento xenofobo dietro la comunicazione dell’arresto di quattro persone insediate nel campo? Noi siamo felici dell’intervento delle forze dell’ordine quando come in questo caso è mirato all’accertamento di gravi responsabilità individuali, la comunitò è la prima vittima della criminalità organizzata e Le rinnova la disponibilità già data al Prefetto Mosca di collaborare affinchè sistemi malavitosi non si insinuino nell’insediamento. Non possiamo però non indignarci di come molta mala informazione approfitti di questi eventi per alimentare pregiudizi e fomentare la xenofobia e l’odio verso tutti i Rom, sancendo di fatto un principio di responsabilità collettiva inaccettabile in una democrazia.

La firma con cui ha voluto siglare la Petizione in sostegno e solidarietà con il Casilino 900 apre una prospettiva di concreta speranza e viene a confermare così l’accoglienza e il rilancio delle proposte della comunità, a partire dalle più indilazionabili: il rapido ripristino di acqua e luce e lo smaltimento delle immondizie.
Questi primissimi interventi irrinunciabili permetteranno a tutta la Comunità di iniziare a riemergere dalla critica crisi igienico - sanitaria in cui è precipitato l’insediamento.

Ma soprattutto, signor Sindaco, le siamo grati per la sua risoluzione di voler ripristinare il tavolo di concertazione, aperto dal Prefetto Mosca, con la comunità e con i soggetti che in questi duri mesi di accerchiamento ci sono stati vicini, per condividere le scelte che riguardano i destini della stessa comunità. A riguardo attendiamo una convocazione.

Lei, con nostro vivo compiacimento, si è inoltre appellato alla normativa europea, per stabilire i criteri con cui iniziare ad operare.
Questo di fatto lo intendiamo come un sostegno al superamento dei "campi" - per la realizzazione dei quali 3 volte l’Italia è stata condannata dalla Corte Europea - ma di insediamenti, senza discriminatorie recinzioni e videosorveglianza, ove favorire l’integrazione, invece di sancire la segregazione dei Rom.

Oltre a queste richieste che hanno fatto parte delle questioni più urgenti richiamate durante la sua visita, vogliamo cogliere immediatamente lo spirito pragmatico e di collaborazione da lei così sinceramente proposto.
Assieme a Stalker – Osservatorio Nomade, al DIP.S.U. dell’Università di Roma Tre e con il sostegno di un nutrito numero di associazioni cittadine e comitati di quartiere stiamo elaborando un ventaglio di proposte, i cui principi ispiratori sottoponiamo alla Sua attenzione affinché vengano discusse sul tavolo di concertazione, in maniera che la soluzione congiuntamente individuata possa essere sviluppata in uno studio di fattibilità ed in seguito in una progettazione definitiva.
Le proposte che di seguito riportiamo sono, come da Lei stesso dichiarato durante la Sua visita al campo, da attuarsi attraverso la pratica dell’autorecupero e dell’autocostruzione assistita, e potrebbero essere estese anche a cittadini non rom in condizioni di disagio abitativo: il fatto di partecipare insieme alla costruzione di un insediamento misto sarebbe infatti un primo passo importante verso la reciproca conoscenza e l’integrazione. Tutte le ipotesi si basano sul rispetto delle normative europee e quindi degli standard abitativi che, come lei sa, nei campi di container non vengono rispettati. Pertanto le proposte sono concepite prive di tutte quelle forme evidenti di discriminazione e ghettizzazione che caratterizzano gli attuali "campi nomadi", caratteristiche incompatibili con i dettami costituzionali ed europei e con il rispetto dei diritti dell’uomo.

- Ipotesi A _ progetto di recupero in situ
In continuità con quanto proposto dall’Agenzia delle Nazioni Unite UN – Habitat, per gli insediamenti spontanei - proponiamo un progetto di recupero dell’insediamento in situ. Abbiamo valutato che questa ipotesi risulterebbe essere la più economica, la più rapida e rispettosa del diritto all’abitare. Inoltre permetterebbe di procedere rapidamente senza dover reperire nuove aree e troverebbe il consenso entusiasta di gran parte della comunità. Vista la bassissima densità abitativa l’estensione dell’insediamento potrebbe essere considerevolmente ridotta.

- Ipotesi B _ microaree nel VII Municipio
Nel rispetto della continuità territoriale, dei principi di integrazione e di promozione della scolarizzazione, proponiamo di distribuire la Comunità, secondo la struttura dei legami familiari in microaree o edifici dismessi di proprietà pubblica da reperire all’interno del VII Municipio. Questo consentirebbe ai minori in gran parte iscritti nelle scuole del quartiere di non dover ricominciare daccapo il percorso di integrazione scolastica.

- Ipotesi C _ progetto di un nuovo insediamento fuori dal VII Municipio
Nel caso - che vorremmo scongiurare - non si reperissero le aree all’interno del VII Municipio è ipotizzabile realizzare un insediamento o l’autorecupero di immobili dimessi, su un terreno quanto più vicino all’area dell’attuale insediamento, provvisto di collegamenti pubblici e non isolato rispetto al tessuto cittadino.

Ben più di una settimana è passata dalla festa, siamo consapevoli delle difficoltà tecniche ma la invitiamo a dar seguito al più presto al suo intendimento di restituire acqua e luce all’insediamento. Che si sia lasciata, da nove mes,i un’intera comunità di 600 persone con quasi 300 bambini senz’acqua e senza luce è inaccettabile e ancora una volta contrario alla Carta dei Diritti dell’Uomo di cui oggi si celebra l’Anniversario.

Da parte nostra ci teniamo a comunicarle che stiamo dando seguito a quanto da noi stessi determinato con il regolamento interno al Casilino 900. Si stanno informando tutti i nuclei familiari del merito e delle conseguenze per quanti contravvengano. Ci stiamo attivando per favorire il deflusso delle acque stagnanti e lo smaltimento delle immondizie, problemi che costituiscono un reale pericolo igienico sanitario, e che, come lei sa bene, non possiamo risolvere da soli senza il concreto sostegno delle Istituzioni.

Rinnovando la fiducia a quanto da lei detto personalmente qui al campo non diamo credito alle illazioni, spesso portate avanti con toni discriminatori e razzisti con cui molta stampa annuncia i nostri destini già segnati, in containers fuori dal raccordo anulare, peraltro in una area di 30 ettari, più di tre volte il Casilino 900 e 10 vollte più grande di quanto non serva ad ospitare l’intera Comunità di Casilino 900.

Con i più cordiali saluti e con la massima disponibilità nella collaborazione con le Istituzioni

I rappresentanti di Casilino 900


Di seguito riportiamo alcuni documenti del Consiglio d’Europa e del Parlamento Europeo.

RACCOMANDAZIONE N. 1557 (2002) adottata da l’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, il 25 Aprile 2002
L’Assemblea invita gli Stati Membri a rispettare le sei condizioni qui elencate, necessarie per migliorare la situazione dei Rom/Sinti in Europa:

PRIMA CONDIZIONE
Riconoscere lo stato giuridico dei Rom e dei Sinti
...
SECONDA CONDIZIONE
Elaborare ed attuare programmi specifici atti a migliorare l’integrazione dei Rom e dei Sinti nella società come individui, comunità, gruppi minoritari; assicurare inoltre la loro partecipazione ai processi decisionali a livello locale, regionale, nazionale ed europeo.
...
TERZA CONDIZIONE
Garantire ai Sinti e ai Rom trattamenti in quanto gruppo minoritario nel campo dell’istruzione, dell’impiego, della assistenza medica, dei servizi pubblici, della sistemazione abitativa.
...
QUARTA CONDIZIONE
Sviluppare e mettere in atto azioni positive che favoriscano le classi svantaggiate, quali appunto i Rom ed i Sinti, nel campo dell’istruzione, dell’impiego e degli alloggi.
...
QUINTA CONDIZIONE
Prendere provvedimenti precisi e creare istituzioni speciali per proteggere la lingua, la cultura, le tradizioni, di identità sinte e rom.
...
SESTA CONDIZIONE
Combattere il razzismo, la xenofobia, l’intolleranza e garantire un trattamento non discriminatorio dei Rom/Sinti a livello locale, regionale, nazionale, internazionale.

RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO SULLA SITUAZIONE DEI ROM NELL’UNIONE EUROPEA DEL 28/04/2005
Il Parlamento europeo, condanna fermamente qualsiasi forma di discriminazione nei confronti della popolazione Rom; invita il Consiglio, la Commissione, gli Stati membri e i paesi candidati ad esaminare il riconoscimento dei Rom come minoranza europea; sollecita la Commissione a includere il tema della lotta contro l’antizingarismo/ fobia dei Rom in tutta Europa fra le sue priorità per il 2007, Anno europeo delle pari opportunità per tutti, ed esorta la società politica e civile a tutti i livelli a chiarire che l’odio razziale contro i Rom non può mai essere tollerato nella società europea;
...
invita gli Stati membri e i paesi candidati a rafforzare le proprie disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative intese a contrastare in modo specifico ed esplicito l’antizingarismo e la fobia dei Rom e a proibire la discriminazione razziale e i connessi fenomeni di intolleranza, sia diretti che indiretti, in tutti gli aspetti della vita pubblica; invita gli Stati membri e i paesi candidati a scambiare le migliori pratiche al fine di incoraggiare la promozione della cultura Rom;
invita gli Stati membri a prendere opportuni provvedimenti per eliminare l’odio razziale e l’istigazione alla discriminazione e alla violenza contro i Rom nei mass media e in ogni forma di tecnologia della comunicazione, ed esorta i grandi media ad instaurare buone prassi in materia di assunzione di personale in modo che questo rifletta la composizione della popolazione; invita gli Stati membri e i paesi candidati a definire una strategia per migliorare la partecipazione dei Rom alle elezioni in qualità di votanti e candidati a tutti i livelli; sottolinea l’esigenza di garantire pari diritti sociali e politici ai migranti di origine Rom;
sottolinea che la mancanza di documenti ufficiali costituisce un grave ostacolo all’esercizio dei diritti fondamentali dei Rom in Europa nonché al loro accesso a servizi che sono essenziali per l’inclusione sociale;
...
ricorda la risoluzione del Consiglio e dei ministri dell’istruzione riuniti in sede di Consiglio, del 22 maggio 1989, concernente la scolarizzazione dei figli degli zingari e dei girovaghi, e ritiene che garantire a tutti i figli dei Rom l’accesso all’istruzione ufficiale continui ad essere una priorità; invita gli Stati membri e i paesi candidati ad adottare provvedimenti per garantire a tutti parità di accesso ai servizi di assistenza sanitaria e di sicurezza sociale, a porre termine a tutte le pratiche di discriminazione, in particolare alla segregazione delle donne Rom nei reparti di maternità, e a impedire la pratica della sterilizzazione non consensuale delle donne Rom; accoglie con favore la formazione di un Foro dei Rom e viaggiatori europei ed il lavoro dei gruppi del Parlamento che si occupano delle questioni dei Rom e delle minoranze;
...
ritiene che la ghettizzazione esistente in Europa sia inaccettabile e invita gli Stati membri ad adottare misure concrete per procedere alla deghettizzazione, combattere le pratiche discriminatorie nell’assegnazione di alloggi e assistere i Rom nella ricerca di alloggi alternativi e in buone condizioni igieniche; sollecita i governi delle regioni in cui vivono popolazioni Rom a compiere ulteriori passi per integrare pubblici dipendenti Rom in tutti i livelli amministrativi e decisionali, in linea con gli impegni precedentemente assunti, e a stanziare le risorse necessarie per l’effettivo assolvimento dei compiti connessi con tali posizioni;
...
invita la Commissione ad esortare pubblicamente i governi nazionali a garantire che i programmi di finanziamento a favore dei Rom vedano la piena partecipazione dei soggetti interessati alla loro concezione, attuazione e monitoraggio;
...
invita i partiti politici, a livello sia nazionale che europeo, a riformare le proprie strutture e procedure interne al fine di rimuovere ogni ostacolo diretto o indiretto alla partecipazione dei Rom e ad incorporare nella propria agenda politica e sociale programmi specifici finalizzati alla loro piena integrazione;
...
sollecita tutti gli Stati membri a sostenere iniziative volte a rafforzare l’autorappresentazione dei Rom e la loro partecipazione attiva alla vita pubblica e sociale nonché a consentire alle organizzazioni civili Rom di far sentire la loro voce; invita la Commissione a sollevare la questione Rom a livello paneuropeo, in particolare con i paesi candidati, in quanto i Rom sono presenti in ogni parte d’Europa.