Il reportage: "Ci hanno distrutto la baracca, ora siamo qui, tra i cespugli. Non
cacciateci più". Il difficile lavoro dei volontari della "Piccola Carovana"
Gli "invisibili" sono dappertutto, nelle praterie di Bologna, nascondono le loro
tende nei parchi e nei campi trascurati, sempre più lontani dalla città,
inseguiti dalle forze dell'ordine e per niente amati dai residenti. A Casteldebole, le ruspe hanno distrutto anche gli alberi, per spazzare via le
tende. Cataste di tronchi divelti accanto alle misere cose ridotte a poltiglia.
Tornate ad essere rifiuto, come del resto erano state prima di essere riusate.
La scena non cambia, dai tempi di Cofferati. A Casteldebole, vicino a villa
Ranuzzi, le ruspe hanno sgomberato decine di rom romeni non più tardi di dieci
giorni fa. Sono rimaste solo le tracce della caccia agli "invisibili", qualcuno
ha rialzato una tenda un po' più distante. "Due settimane fa qui c'era un
villaggio rom, ci saranno state cinquanta persone. Era alla fermata dell'86,
loro identificano i luoghi così. Quanto costa il lavoro di una ruspa? Se i soldi
spesi dal Comune per questi interventi venissero usati per realizzare dei
percorsi di reinserimento, sarebbe tutto di guadagnato. Gli sgomberi non
risolvono il problema. Ed è chiaro che l'invisibilità, la mancanza di una casa e
di un lavoro aumenta il ricorso all'illegalità".
Daniele Bergamini è presidente della coop Piccola Carovana, di cui è socio anche
don Giovanni Nicolini. L'associazione per conto del Comune segue le famiglie rom
sgomberate anni fa dal Reno, ora quasi tutte (una quarantina) dotate di
alloggio. Ma i volontari non perdono di vista gli "invisibili", i romeni
arrivati dopo gli sgomberi del Reno che cercano scampo dalle ruspe negli
anfratti dei parchi e dei campi, da Borgo Panigale a Casteldebole, dal Navile al
Reno, dalla collina ai Prati di Caprara a via Bassa dei Sassi. Famiglie
disseminate, spesso con bambini piccoli "e da anni ormai i servizi sociali non
se ne occupano più, quando arriva la polizia o i vigili per uno sgombero, le
assistenti sociali non ci sono", dice Elisa Trimeni, volontaria del gruppo che
in via Triumvirato incontra una donna rom di 23 anni con tre figli, il più
grande di sette anni. Niente foto. I suoi occhi nerissimi, appena sa che c'è un
giornalista, si riempiono di terrore: "Adesso mi portano via i figli?".
Elisa e Daniele le regalano un pacco di pasta, lei racconta che hanno distrutto
la sua baracca in via Bencivenni e ora la famiglia vive nascosta tra i cespugli,
"ma i vigili e i carabinieri vengono sempre a cacciarci via". E' di Brca, vicino
a Craiova, "ma la mia casa è piccola e non c'è da mangiare. Qui mio marito ogni
tanto trova un piccolo lavoro". I volontari la invitano ad un incontro, magari
potrebbero trovarle un alloggio meno precario. I bambini ridono sull'altalena.
Anche nei boschi dei Prati di Caprara, a due passi dalla maternità del Maggiore,
le ruspe hanno lasciato le tracce dei cingoli e i cumuli dei rifiuti. Qualcuno
vive ancora lì. Ecco un uomo e una donna che si dileguano tra alberi e radure.
Qualche tenda di cellophane e tracce di fuochi recenti. Anche qui, una volta,
c'erano decine di rom: "Le nostre stime dicono che attualmente a Bologna ci sono
dai 100 ai 150 "invisibili" - dice Bergamini - vanno e tornano, non vanno mai
via del tutto. Li trovi magari a dormire al pronto soccorso dell'ospedale, a
fare la doccia al dormitorio del Lazzaretto, a girare sui treni o a chiedere
aiuto nelle parrocchie, alcune delle quali sono molto sensibili. Noi portiamo
cibo, diamo consulenza psicologica. Una famiglia che viveva a Borgo Panigale
l'abbiamo fatta rimpatriare con un aiuto economico. Ma ci vuole di più".
IL POPOLO ROM CULTURA, LINGUA, POLITICHE SOCIALI, USI E COSTUMI,
STORIA, INFANZIA
CALENDARIO 2011
3 novembre 2011 La cultura romanì tra passato e presente di Mirko e Giorgio Bezzecchi
10 novembre 2011 Comunità zigane e politiche pubbliche di Maurizio Pagani e Giorgio
Bezzecchi
1 dicembre 2011 La musica ziganadi Jovica Jovic
15 dicembre 2011 Uno sguardo antropologico sull'infanzia romdi Sophie Alice Sarcinelli
DALLE 17.00 ALLE 19.00
AL MUSEO DEL VIAGGIO IN VIA IMPASTATO, 7 MILANO ROGOREDO
MM3 SAN DONATO
"Lingua e cultura Rom"
Il ciclo d'incontri di Cultura Romanì, curato da Giorgio Bezzecchi e Maurizio
Pagani (entrambi con una ricca e ventennale esperienza maturata all'interno
dell'Opera Nomadi e in collaborazione con A.P., università e centri di ricerca
culturali), sarà volto ad approfondire il tema delle Politiche Pubbliche e
gli aspetti culturali dei diversi gruppi rom e sinti.
Gli incontri avranno una frequenza bisettimanale per un totale complessivo di 50
ore. E' possibile iscriversi anche a uno o più cicli d'incontro di proprio
interesse.
Il corso si avvarrà della partecipazione di studiosi e docenti universitari
che operano da diversi anni nel Settore, proponendo approfondimenti di ricerca
tematici.
Gli incontri tematici avranno come relatori filologi, antropologi, pedagogisti,
sociologi, ma anche artisti e figure del popolo Rom e Sinto. Il corso è rivolto a insegnanti, educatori, mediatori, assistenti
sociali, amministratori e impiegati pubblici, studiosi, ricercatori…. e a
chiunque abbia voglia di approfondire questo tema.
"Musica zigana"
Il Maestro Jovica Jovic, proporrà un corso di cultura musicale
con l'uso e la conoscenza di alcuni strumenti musicali tipici e l'insegnamento
della fisarmonica. Jovica è senz'altro oggi, unanimemente, riconosciuto
come uno dei più valenti musicisti nato e formatosi all'interno delle comunità
Rom.Autore e protagonista di numerose performance artistiche, metterà a
disposizione il suo talento musicale e la grande generosità umana per accostarsi
e approfondire la conoscenza e l'insegnamento della musica zigana, attraverso
lezioni frontali e di gruppo.
Gli incontri avranno una frequenza bisettimanale per un totale complessivo di 50
ore. Il corso è rivolto a coloro che intendono approfondire la propria
conoscenza musicale.
I DOCENTI:
GIORGIO BEZZECCHI – presidente della cooperativa Romano Drom, è
un Rom Harvato, esperto di processi e politiche di mediazione culturale. Da
molti anni è uno dei massimi dirigenti dell'Opera Nomadi. Vive e lavora a
Milano.
MAURIZIO PAGANI - dirigente dell'Opera Nomadi, da molti anni è
attivamente impegnato in azioni di promozione sociale delle comunità zingare
e studio delle politiche pubbliche. Vive e lavora a Milano.
SOPHIE ALICE SCARPINELLI - dottore in antropologia presso l'Ehess
di Parigi - École des Hautes Études en Sciences Sociales - si occupa di
antropologia dell'infanzia.
JOVICA JOVIC - Musicista Rom Dal 1971 al 1996 ha fatto il
musicista in vari paesi d'Europa. Dal 1996 vive stabilmente in Italia e
continua ad esercitare la professione di musicista.
MIRKO BEZZECCHI - Anziano della famiglia Bezzecchi, Rom harvato,
è l'unico della sua famiglia di origine ad essere sopravvissuto al Porrajmos.
E' cittadino italiano di origine slovena.
Di Fabrizio (del 04/11/2011 @ 09:00:36, in conflitti, visitato 1745 volte)
E' da un po' di tempo che non dedico attenzione
all'Ungheria. Di quanto è successo nei mesi scorsi a
Gyöngyöspata ne parlai questa primavera. Trovo su
Chiara-di-notte.blogspot.com l'aggiornamento che riporto sotto. Dall'autrice di quel blog
mi arriva anche un invito a dare spazio a figure femminili che tra i Rom si
battano non solo contro le discriminazioni esterne, ma anche contro quelle
interne alla comunità, come ad esempio
Ostalinda Maya Ovalle. Tempo permettendo, ci proverò.
L'articolo sara' un po' lungo - ed anche noioso -, pertanto ho scelto di
proporlo diviso in piu' parti, in modo da renderlo maggiormente scorrevole alla
lettura e piu' snello all'eventuale discussione che dovesse svilupparsi. Conto
di poter, con le parti successive e i commenti, sviscerare quelle eventuali
domande o dubbi che credo siano presenti quando si parla di zingari, di gadje',
di razzismo, d'intolleranza, di colpe e cause di un fenomeno che ormai sta
dilagando in tutta Europa.
L'Ungheria e' in crisi. Le tensioni con la popolazione zingara minacciano di
lacerare l'intero tessuto sociale del paese. Nonostante il popolo rom abbia qui
vissuto armoniosamente per cinque secoli, ora, con l'ascesa della destra
xenofoba e razzista, vigilantes seminano il terrore nelle comunita' tzigane ed
e' soprattutto nella citta' di Gyöngyöspata che il problema, alcuni mesi fa, e'
esploso prepotentemente svegliando la coscienza sopita di molte persone.
Gyöngyöspata e' una piccola citta' che si trova nel nord-est dell'Ungheria, ad
un'ora e mezzo di strada da Budapest. Per chi non conosce questa terra e vi si
reca da turista, e' un luogo che possiede quel fascino tipico di ogni cittadina
ungherese della regione: una imponente chiesa bianca e le case dai tetti rosso
stucco disseminate lungo un ordinato e ben curato paesaggio di campagna. Pero',
alla periferia, su entrambi i lati di un torrente che ogni volta che piove
tracima, c'e' quello che i turisti non vedranno mai: il ghetto zingaro. Case
fatiscenti dove il soffitto fa fatica a non crollare. Una cucina, un paio
camerette e dieci, quindici, persone che ci vivono dentro ammassate. Sono
moltissimi i bambini.
Se riuscirete a farvi accettare, potrete essere invitati ad entrare. Allora vi
siederete su un letto povero e dondolante, mentre intorno a voi i bimbi,
sorprendentemente tutti sempre allegri e sorridenti, inizieranno a danzare al
ritmo di qualsiasi musica esca dall'altoparlante della vecchia radio. Nella
piccola cucina, ci sara' di sicuro un'enorme pentola di riso bollente sul fuoco,
quella che serve ogni giorno per il pranzo e la cena. La padrona di casa vi
raccontera' con un sorriso pieno d'orgoglio della sua famiglia e dei suoi
nipoti, molti dei quali vi fisseranno come se foste dei viaggiatori giunti da un
lontano pianeta.
In queste famiglie, ormai, nessuno piu' ha un lavoro o la speranza di trovarne
uno. Il tasso di natalita' nella comunita' tzigana e' il doppio di quello dei
gadje' - i non zingari - e sono pochi i bambini che frequentano una scuola. Le
cose sono precipitate negli ultimi tempi, con la crisi economica. Lo Stato
risulta sempre piu' assente ed ha tagliato moltissimi dei fondi destinati al
welfare e alla tutela delle minoranze. Per questo motivo un po' tutti, zingari e
non, per ragioni diverse, stanno cominciando a perdere la pazienza, ed e' sempre
piu' tangibile la sensazione che le due comunita', incitate anche dai tanti
politicanti che mestano nel torbido, difficilmente riusciranno ad andare
d'accordo come e' avvenuto in passato.
Quello della difficile coesistenza fra zingari e gadje', che piu' di ogni altra
cosa rappresenta non solo simbolicamente l'enorme divario fra chi oggi ha
qualcosa e chi invece non ha niente, e' un problema che esiste in tutta Europa.
Dalla Bulgaria alla Gran Bretagna, dall'Italia alla Francia, oggi il vecchio
continente e' alle prese con un nuovo focolaio di intolleranza xenofoba, ed
anche stavolta, come sempre, a farne le spese saranno i piu' deboli, vale a dire
coloro che non possono difendersi su cui si riversera' l'odio e la rabbia di
tutti: gli zingari.
Si deve dire che fin da quando sono arrivati nel XV secolo, raramente le
relazioni degli zingari con le comunita' locali sono andate lisce. Hitler non e'
e non sara' certo l'ultimo ad aver tentato di sterminare questo popolo che gia'
molti altri, in passato, avevano gia' cercato di cancellare dalla faccia della
terra, ed e' nei discorsi di tanta gente, fra i buonismi ipocriti di chi si
mette a piangere per i cagnetti abbandonati, che spesso si riscontra questo
antico desiderio atavico: sterminare chi viene ritenuto diverso, inferiore,
inutile, apportatore solo di degrado, sporcizia, malaffare.
Tutto cio' lo si puo' vedere bene da cio' che accade in molti paesi al cui
governo sono arrivati partiti populisti e di chiara matrice razzista, ma anche
laddove il diritto di rimanere zingari non era mai stato messo in discussione.
Paesi in cui le tensioni continuano pero' ad aumentare. In Gran Bretagna,
l'intolleranza e' cresciuta a dismisura negli ultimi anni a causa delle ondate
di immigrazione dalla Romania e Bulgaria, ma anche in Bulgaria e Romania, paesi
dove gli zingari hanno vissuto in gran numero per secoli, esiste tuttora
un'inestinguibile discriminazione. Persino in Spagna, unico paese europeo che
dopo la morte di Franco puo' vantare dei veri successi in fatto di tolleranza e
integrazione, il tasso di abbandono della scuola da parte dei bimbi gitani e'
dell'80%.
Nei confronti dei Rom persiste un po' ovunque l'immagine di una comunita' di
fuorilegge, piccoli criminali, inetti, miserabili che sbarcano il lunario
sopravvivendo ai margini della societa'. Questo, da alcuni anni, lo si riscontra
anche in Ungheria, uno dei paesi in cui fino a poco tempo fa ci si poteva
aspettare che le cose andassero meglio. Dopo tutto, gli zingari qui ci hanno
vissuto per un lungo periodo di tempo - circa cinquecento anni – tanto che le
parole "ungherese" e "tzigano" alla fine si integrano perfettamente. Come in
Spagna per i gitani, l'immaginario artistico del Rom ungheresi, specialmente
nella musica, si e' intrecciato con l'identita' culturale dell'intera nazione.
Senza gli tzigani, infatti, Franz Liszt non avrebbe mai potuto comporre le sue
melodie.
I Rom di Ungheria, fra l'altro, sono anche i piu' importanti dal punto di vista
sociale e a un livello culturale piu' alto che altrove, ad eccezione forse della
sola Russia. Ci sono quattro deputati rom nel parlamento ungherese, e l'unica
eurodeputata rom a Strasburgo e' ungherese. Molti funzionari del governo lo
sono, ed anche gran parte della burocrazia. Eppure, fra tutti i luoghi, e'
proprio in Ungheria, dove non ci sono problemi legati all'immigrazione o alla
lingua, che gli zingari sembrano costituire una potenziale e grave minaccia per
il futuro della nazione.
Lo scorso marzo, centinaia di vigilantes in divisa hanno fatto irruzione in
Gyöngyöspata rimanendovi per tre settimane. Vestiti in uniformi paramilitari
nere, sono entrati nel ghetto zingaro ed hanno iniziato a pattugliarlo
ostentatamente, come se fossero poliziotti. Appartenevano ad un'organizzazione
chiamata Szebb Jövőért Polgárőr Egyesület (Guardia Civile per un Futuro
Migliore), una frangia del partito di estrema destra Jobbik.
Con gli atteggiamenti tipici dei nazisti, questa gente ha pattugliato la citta'
giorno e notte, gridando ed impedendo ai rom di dormire, oppure minacciandoli
con armi e cani, o seguendoli ogni volta che lasciavano le loro case, senza che
la polizia locale dicesse o facesse niente. I bambini avevano paura di andare a
scuola, gli uomini non se la sentivano di andare a lavorare e alle madri veniva
impedito di entrare nei negozi a comprare cibo. Questa situazione ha avuto fine
solo quando la Croce Rossa ungherese ha evacuato tutti i rom, portandoli via a
bordo di autobus.
E' stata l'ascesa dell'estrema destra magiara, che nelle ultime elezioni ha
raggiunto oltre il 15%, che ha rinfocolato e dato forza a questo sentimento
antitzigano che non si vedeva piu' dai tempi del nazismo. Qualcosa che preoccupa
e spaventa tutti, persino i liberali ungheresi tradizionalmente di destra. Si
deve tener conto che l'etnia rom in Ungheria rappresenta oltre l'8% dell'intera
popolazione e cio' che potrebbe scaturire da un'eventuale sommossa, qualora gli
animi fossero esacerbati, non e' prevedibile ne' auspicabile.
In questo clima d'intolleranza e razzismo, non sono mancate le violenze fisiche
e neppure svariati attacchi omicidi: sono nove gli zingari uccisi negli ultimi
tre anni. La tecnica preferita degli aggressori e' quella di colpire una casa ai
margini di un villaggio, gettare una bottiglia molotov, attendere che gli
abitanti fuggano dalle fiamme per poi sparare loro addosso quando escono. Ma al
di la' di questi dati scioccanti e del cieco pregiudizio, cio' che manca e' una
spiegazione del perche' tutto cio' stia accadendo proprio ora.
Ovviamente, si tratta anche di un problema locale. In Gyöngyöspata il problema
sono gli alloggi, cioe' le misere case degli zingari, fatiscenti e considerate
pericolose dal punto della stabilita' strutturale - anche se alcune sono
migliori e piu' solide di altre - che sono tutte raggruppate insieme sul bordo
della citta'. Quando la Croce Rossa ha proposto di risistemare alcune famiglie
in alloggi meno malsani piu' vicini al centro della citta', cio' ha infiammato
l'intolleranza dei gadje' che non volevano "mischiarsi" a chi, a loro giudizio,
avrebbe portato in citta' degrado, sporcizia e traffici illeciti. Senza
considerare che non si trattava di intrusi, di invasori, di inferiori da
ghettizzare, ma di una popolazione ben radicata che vive in Ungheria da
centinaia d'anni. Gli zingari di Gyöngyöspata, infatti, cantavano l'inno
nazionale in faccia ai vigilantes. Ed avevano tutto il diritto di farlo essendo
ad ogni effetto cittadini ungheresi, uguali agli altri per diritto
costituzionale oltre che per diritto "umano".
Di Fabrizio (del 04/11/2011 @ 09:05:53, in casa, visitato 1356 volte)
31/10/11
TORTONA - Proseguono gli incontri del Tavolo di Concertazione per Area
attrezzata Comunità dei Sinti tortonesi voluti dall'amministrazione comunale e
dai rappresentanti della comunità al fine di iniziare un percorso di adeguamento
della struttura e di affrontare tematiche urgenti come le problematiche relative
allo sgombero dell'area interessata dalla costruzione della nuova tangenziale.
I vari soggetti che abitualmente siedono al tavolo, tra cui il sindaco,
Massimo Berutti, l'assessore ai Lavori Pubblici, Stefano Orsi Carbone,
l'assessore ai Servizi Sociali, Laura Castellano, il responsabile della Caritas
Diocesana, Don Michele Chiappuzzi, il rappresentante dell'Associazione Sucar
Drom per la tutela diritti e cultura Sinti, Carlo Berini, oltre a dirigenti
dell'amministrazione comunale e alcuni rappresentanti della Comunità dei Sinti
di Tortona, hanno ritenuto opportuno definire un Protocollo d'Intesa tra Comune
e Comunità dei Sinti di Tortona che consenta l'avvio del progetto.
Nel corso dell'incontro di giovedì scorso più che un protocollo d'intesa è
stato stilato un atto con cui le parti interessate riconoscono i propri impegni
e le azioni da compiere.
Nello specifico l'amministrazione comunale acquisterà, una superficie che
sarà messa a disposizione della Comunità dei Sinti, quale area aggiuntiva a
quella esistente, per realizzare il trasferimento e il regolare insediamento dei
nuclei attualmente residenti sull'area da loro occupata non regolarmente.
I nuclei della Comunità dei Sinti si impegneranno a trasferirsi, a propria
cura e spese, nell'area resa disponibile del comune, contribuiranno, con
modalità finanziarie e pratiche che si andranno a definire sulla base del
progetto alla realizzazione dell'area.
"Con questo accordo – ha precisato l'assessore al Patrimonio e alle
Infrastrutture, Stefano Orsi Carbone – procederemo all'acquisto del terremo di
circa milleottocento metri quadri di cui disponiamo già l'impegno di vendita. In
questo modo adempiremo a quanto richiesto dalla SCR eliminando la problematica
che vincolava l'inizio dell'opera. Tengo a precisare che, come da progetto,
l'area confinante con la nuova tangenziale sarà protetta con due guard rail e
pannelli alti due metri, tutelando così anche gli abitanti del campo"
Nel corso dell'incontro i rappresentanti della Comunità dei Sinti hanno
voluto sottolineare la loro posizione. "Per troppo tempo siamo comparsi sui
giornali e, per questa ragione, vogliamo intervenire per far capire la nostra
situazione – hanno dichiarato i rappresentanti della Comunità dei Sinti -. Una
nostra rappresentanza partecipa a tutti gli incontri del tavolo di concertazione
voluto dal Comune, con il quale ci siamo accordati per provvedere ai pagamenti
dell'acqua e per lo spostamento dall'area sulla quale passerà la tangenziale. La
fognatura l'abbiamo fatta a nostre spese, collaborando nei lavori. La luce la
paghiamo e ci teniamo a dire che dal Comune non abbiamo mai ricevuto dei soldi,
né oggi né in passato. Ci stiamo regolarizzando nei limiti delle nostre
possibilità. Noi siamo una minoranza linguistica; siamo cittadini sinti italiani
e nati in Italia da numerose generazioni. La maggior parte dei nostri vecchi è
nata a Tortona. Noi non disturbiamo e non diamo fastidio a nessuno, abbiamo la
residenza e siamo cittadini tortonese, e troviamo ingiusto che, per colpa di chi
sbaglia, si generalizzi creando una sorta di diffidenza nei nostri confronti.
Purtroppo, nonostante i nostri bambini vadano a scuola regolarmente e giochino a
calcio nelle squadre cittadine, siamo ancora troppo discriminati e nei nostri
confronti ci sono troppi pregiudizi. La nostra è una tradizione che dura da più
di 2000 anni e la gente dovrebbe conoscerla per capire il nostro modo di vivere.
Il Vescovo e le associazioni di volontariato ci sono molto vicini; con lo stesso
Vescovo abbiamo dei momenti di aggregazione. Noi chiediamo solo rispetto e
dignità, le stesse cose che noi diamo agli altri; la possibilità di integrarci,
abbiamo anche fatto dei corsi di formazione ma nessuno ci assume. E chiediamo di
non comparire più sui giornali e di essere lasciati stare. Noi siamo disposti ad
assumerci i nostri doveri ma chiediamo più rispetto".
Di Sucar Drom (del 05/11/2011 @ 09:52:51, in blog, visitato 1527 volte)
Energia elettrica, la Federazione Rom e Sinti Insieme incontra l'Autorità per
l'energia e per il gas
Dal mese di settembre l'ENEL non ha più rinnovato i contratti a forfait
(forniture temporanee) per l'erogazione dell'energia elettrica. Al posto dei
vecchi contratti ha imposto dei nuovi contratti temporanei a consumo, secondo
quanto disposto dall'Autorità per l'energia e per il gas con Delibera
n.67/2010...
Milano, nuova amministrazione, vecchi sgomberi!
Intervista ai volontari del servizio di Medicina di strada del Naga in merito ai
recenti sgomberi nel territorio milanese. Allontanamenti spontanei, prevenzione
di insediamenti abusivi, sgomberi civil...
Censimento 2011, come funziona e cosa fare
Da alcuni giorni è iniziato in Italia il 15° Censimento dell'ISTAT (Istituto
Nazionale di Statistica), l'ultimo è stato dieci anni fa. Il Censimento
serve a "contare" la popolazione e a raccogliere informazioni che costituiscono
il punto di partenza per individuare adeguate politiche e azioni di sviluppo...
Milano, la Consulta Rom e Sinti presenta un documento al Sindaco
Oggi, lunedì 24 ottobre dalle ore 16, rappresentanti della Consulta Rom e Sinti
di Milano saranno presenti davanti a Palazzo Marino (in foto) in occasione della
riunione del consiglio comunale...
Lanciano (CH), 18° edizione del Festival Alexian and International Friends
Il 29 ottobre prossimo la 18° edizione del Festival Alexian and International
Friends fra gli ospiti che si esibiranno Lino Patruno e i Ladri di Carrozzelle.
Confermata la partecipazione di Ferdi Berisa vincitore del Grande Fratello 2009
e di Povia vincitore di San Remo del 2006. Presenterà l’evento la famosa
conduttrice Rai Lorena Bianchetti...
Federazione all'Autorità: sospendete la delibera 67/10 e istituite un tavolo
tecnico
Il 13 ottobre scorso una delegazione della Federazione Rom e Sinti Insieme ha
incontrato il dott. Egidio Fedele Dell'Oste e due suoi collaboratori (Direzione
Tariffe) dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas. L'incontro è stato
cordiale e ha fatto emergere le criticità che tantissimi sinti e rom in Italia
hanno sollevato in questi giorni, dopo l'entrata in vigore della...
Rom e Sinti, TUTTI UNITI il 9 novembre a Roma
Il 9 novembre 2011 si terrà a Roma in piazza Montecitorio la prima
manifestazione unitaria delle associazioni sinte e rom italiane. L'idea della
manifestazione è stata lanciata nei mesi scorsi da Radames Gabrielli, Presidente
della Federazione Rom e Sinti Insieme che coordina 22 associazioni sinte e rom a
livello nazio...
Pisa, niente scuolabus per i bimbi Rom di Marina
Per chi suona la campana a Pisa? Quante volte ancora attraverseremo,
indifferenti, i confini che ci allontanano dalla cosiddetta civiltà per
approdare nei paludosi territori dominati dalla barbarie? Gran...
Tortona (AL), i sinti: basta falsità, chiediamo più rispetto!
A Tortona (AL) da alcuni mesi un esponente politico locale interviene a
sproposito sulla situazione abitativa delle famiglie sinte residenti. Per questa
ragione le famiglie sinte hanno redatto un comunicato che nei giorni scorsi è
stato diffuso dalla stampa locale...
TUTTI UNITI, aderisci anche tu!
Mercoledì 9 novembre 2011 si terrà a Roma la manifestazione nazionale TUTTI
UNITI (crohl chetane), promossa dalle associazioni sinte e rom in Italia. La
manifestazione è stata lanciata da Radames Gabrielli, Presidente della
Federazione Rom e Sinti Insieme...
Di Fabrizio (del 06/11/2011 @ 08:54:47, in casa, visitato 1836 volte)
Chiediamo a coloro che possono farlo d’intervenire presso il Prefetto
Lombardo con una mail o telefonicamente per chiedere che ci venga dato il tempo
materiale di eseguire gli ordini ricevuti, come già è successo e sta succedendo.
Non si può chiedere a famiglie con bambini e donne incinte (una ha partorito
alcuni giorni fa, un’altra è prossima) di stare sotto la pioggia, non essendo
ancora pervenute tutte le case mobili sostitutive delle casette da demolire. Si
chiede di sospendere l’ordinanza o prorogare i termini, essendovi la volontà di
ottemperare.PER INVIARE MAIL
COMUNICATO dell’ASSOCIAZIONE APERTAMENTE
Nonostante l'accordo raggiunto tra le parti tradotto in delibera dal
Commissario, la firma dell'applicazione dello stesso da parte delle sei famiglie
sinte , queste sono state bersagliate da ben 4 ordinanze di demolizione
esecutive (vedi
cronache precedenti, ndr.).
Due nell'ultima settimana.
Quattro di queste famiglie hanno svuotato completamente la vecchia
abitazione.
Tre alle quali sono state assegnate altrettante case mobili (che però sono
oggetto di contestazione perché ammalorate e forse più vecchie di quanto ci
hanno detto), stanno smontando la vecchia abitazione. Operazione che dovrebbe
terminare per domenica sera, nonostante il maltempo.
Altre tre famiglie, quelle col maggior numero di figli, stanno attendendo la
notizia di quando arriveranno le loro case mobili. Nel frattempo sono ferme
nell'operazione di demolizione delle loro vecchie case perché non avrebbero dove
andare con i loro figli.
In questo quadro, c'è pendente sul capo di tutte e sei le famiglie, l'ultima
ordinanza esecutiva per il 07.11.2011. Non solo, ci è giunta la notizia che per
lunedì mattina 07.11.2011, è stata predisposta una azione sul Q.re Terradeo
(Campo sinti ) ad opera delle Forze dell’Ordine.
Da noi interpellato il Segretario Comunale ha confermato e si è
dichiarato impotente a revocare o modificare l'ordine già impartito.
Come Associazione Apertamente a fronte di questa incomprensibile ed
irresponsabile decisione, riteniamo non si possano lasciare da sole queste
Famiglie.
Saremo lunedì mattina al Quartiere con loro, come abbiamo fatto per questa
vicenda in questi mesi, dalle ore 07.30. Vi invitiamo a intervenire sul
Commissario per revocare o prorogare questa inutile ed assurda decisione ed ad
essere presenti con un vostro rappresentante al Quartiere Terradeo.
Stiamo mandando questa comunicazione a tutte le Forze Politiche di Buccinasco, di Destra, di Centro e di Sinistra, alle Parrocchie, alla Caritas Decanale
alle Direzioni Didattiche, il Tavolo Rom e Sinti di Milano ed a tutti coloro nel
recente passato ci hanno sostenuto per la soluzione positiva di questa
incredibile vicenda.
Per Associazione Apertamente Rossi Ernesto, Luisi Antonio
Buccinasco 05.11.2011
Per cercare di comprendere il perche' delle gravi tensioni che esistono fra rom
e non rom, pero', non basta solo attribuire la responsabilita' a certe frange
estremiste dei gadje', che sono sicuramente il problema principale e piu'
immediato, ma non l'unico. Occorre anche individuare cio' che e' legato alle
diverse appartenenze all'interno della comunita' tzigana e, cosa importante,
tener conto della storia recente dell'Ungheria, che come quasi tutti i paesi
dell'est Europa ha attraversato decenni di regime comunista.
Sebbene, quando si parla di tzigani, ci si riferisca spesso ad un'unica entita'
linguistica e culturale, le cose stanno in verita' in modo un po' diverso,
poiche' le anime che compongono la comunita' sono almeno tre. Ci sono i Romungro,
i rom di lingua ungherese, che rappresentano circa il 70% degli tzigani nel
paese, i cui antenati hanno vissuto in Ungheria da cosi' tanto tempo da
diventarne elemento culturale integrante e che includono la maggior parte degli
artisti e degli intellettuali. Ci sono poi i Vlach (20% del totale), discendenti
degli zingari fuggiti dalla Romania dov'erano tenuti schiavi nel XIX secolo, che
parlano la lingua Lovari. Infine, i Beas (10%) che parlano un antico dialetto
rom, giunti in terra magiara due secoli fa.
Tutto questo crea inevitabili incomprensioni perche' non e' solo la lingua che
differenzia le varie anime che compongono la comunita', ma e' la stessa
concezione di "appartenenza". I Romungro si sentono sia tzigani che ungheresi.
Un mix di due culture in cui credono di aver assorbito il meglio di entrambe,
essendosi da tempo spogliati di tutto cio' che ritenevano in contrasto con una
convivenza civile con i gadje'. I Vlach e i Beas, invece, respingono
generalmente qualsiasi tipo di integrazione, rimanendo attaccati agli usi e alle
tradizioni degli antenati, rifiutandosi in molti casi di imparare la lingua ed
essendo refrattari a dare un'istruzione ai loro figli.
Ma a parte il fattore che riguarda le strade separate percorse dai vari gruppi,
come molte altre cose, i problemi in Gyöngyöspata e non solo in Gyöngyöspata,
hanno origine dal comunismo, ovvero dal suo crollo. Nel periodo comunista, tutti
dovevano lavorare. Chi non lo si faceva, andava in prigione. Il regime comunista
non ha mai voluto considerare gli zingari come minoranza, ma piuttosto come un
problema sociale. Nel 1961, il Partito Socialista Ungherese dei Lavoratori,
scriveva: "Nonostante alcune caratteristiche etniche, i Rom non costituiscono
una nazionalita'. Coloro che lo affermano preservano la segregazione degli
zingari e rallentano la loro integrazione nella societa'". Gli zingari erano
dunque, come tutti gli altri, semplicemente dei proletari che avevano bisogno di
essere costretti nel sistema, solo piu' indisciplinati.
Sono stati di conseguenza relegati in soluzioni abitative di scarsa qualita' e
costretti alla fatica, come tutti gli altri. La maggior parte dei Rom lavorava
nelle citta', nelle fabbriche o nei cantieri edili. Quelli di campagna
lavoravano in aziende agricole di piccole dimensioni o nei villaggi, impiegati
nella raccolta della frutta o scavando nei campi. Il regime non voleva che
ottenessero una maggiore istruzione, perche' aveva bisogno di manodopera non
qualificata e a buon mercato. Cosi', gli tzigani, come comunita' e come etnia,
sono scomparsi per lungo tempo, assorbiti e diluiti nel sistema socialista.
Ma quando quel sistema e' collassato in modo quasi improvviso nel 1989, il
problema dei Rom, come molti altri a cui il comunismo aveva promesso risposte
definitive, si e' riproposto in modo, per molti versi, piu' acuto di prima.
Quando le fabbriche e gli impianti produttivi hanno chiuso alla rinfusa, sono
stati i lavoratori non qualificati e di basso livello - rom in particolare - ad
essere maggiormente penalizzati e a restare praticamente senza niente di cui
vivere. La crisi economica successiva, poi, ha fatto il resto. Si consideri che,
negli ultimi due anni, la disoccupazione rom e' aumentata dal 15% all'85%. E
oggi sembra che gli tzigani siano entrambe le cose: sia una minoranza etnica che
un problema sociale.
In assenza di lavoro, i poveri si sono affidati al welfare. La mungitura del
sistema e' diventata cosi' una strategia per sopravvivere. I sussidi di
disoccupazione, di maternita', l'assegno per figli e molti altri piccoli
benefici, davano almeno la possibilita' di vivere. Non certo per diventare
ricchi, ma per uno stile di vita accettabile, e non solo per chi era tzigano, ma
per chiunque si trovasse in condizione di profonda poverta'.
Cio' e' durato per quasi vent'anni. Per tenere bassa la tensione sociale e'
stato scelto di dedicare sempre piu' fondi al welfare, senza far nulla per
creare occupazione o ricostruire un tessuto produttivo nel quale tutte queste
persone povere potessero trovare occupazione. Tutti i governi che si sono
succeduti da allora, sia di sinistra che di destra, hanno scelto l'immobilismo e
di non fare niente al riguardo. Cosi' lo Stato si e' indebitato sempre di piu',
arrivando al punto, oggi, da non poter piu' sostenere la spesa sociale. Di
questo, cioe' dell'impoverimento del paese, nonostante ad usufruire del welfare
siano e siano stati soprattutto i non rom - gli zingari sono solo un terzo delle
famiglie in poverta' assoluta - sono ciononostante i rom ad essere accusati, in
quanto individuati come i soli ad aver "munto" lo stato.
C'e' inoltre la questione della criminalita'. Esistono due linee di pensiero
ovviamente in antitesi fra loro: c'e' chi considera gli zingari solo delle
vittime, colpevoli di nient'altro se non di essere quello che sono, ed e' l'idea
per cui lottano gli attivisti e le organizzazioni che si occupano della difesa
dei diritti delle minoranze etniche e culturali vestendo i panni di difensori
della comunita' rom, e chi, invece - praticamente la stragrande maggioranza
degli ungheresi -, la pensa in modo diametralmente opposto.
Cio' genera odio in entrambe le comunita' e la gente ha esperienza quotidiana di
questo conflitto. A scuola, molti sono i bambini non rom in conflitto con i loro
compagni rom. E' quindi qualcosa che si radica nelle coscienze fin dall'infanzia
e spesso sono i genitori stessi ad indicare ai propri figli l'altro come un
probabile pericolo. Non sono piu' isolati ormai i casi in cui ci sono
aggressioni, sia da parte che dall'altra. Si formano gruppi e bande di giovani
al cui naturale conflitto che anima un po' tutti gli adolescenti, si aggiunge
anche l'odio etnico. Sono a volte episodi terribili fatti di faide anche cruente
in cui a farne le spese, spesso, sono sempre le persone piu' deboli. I bambini e
le donne. Gadje' o rom che siano. In mezzo a tutto cio', non mancano pero'
manifestazioni di civile convivenza, in cui le due parti si incontrano e si
rispettano, ma perche' cio' sia possibile e' necessario che alla base ci sia una
educazione, civile ed etica, possibile solo con la scolarizzazione piu' ampia
che istruisca i giovani e li sottragga alla strada ed alle attivita' illecite.
Uno dei reati che piu' fa infuriare i gadje' di Gyöngyöspata e' il furto di
frutta e verdura dai loro giardini. Gli alberi da frutto sono sempre stati una
risorsa per la popolazione locale, ma nessuno si preoccupa piu' di prendersene
cura perche', ogni volta che i frutti arrivano a maturazione, gli alberi vengono
saccheggiati. D'altro canto non si puo' neppure impedire a chi non ha un lavoro
e non sa come nutrire i figli, di appropriarsi di qualcosa che gli e' necessario
alla sopravvivenza, anche se appartiene a qualcun altro. Il conflitto e' dunque
fra chi possiede qualcosa, anche se poco, e chi non ha davvero niente.
E' quello che le autorita' chiamano reato di sopravvivenza, che in qualche modo
e' diventato accettabile e la polizia generalmente tollera. Ma anche se e' cosi'
a livello politico, cio' non rispecchia la realta' quotidiana, e non fa altro
che aumentare l'intolleranza della gente comune, sempre piu' arrabbiata, verso i
rom che vengono considerati "protetti" nei loro reati, anche se si tratta di
reati di misera entita'. Tutto questo senza che qualcuno abbia il coraggio di
porsi la domanda: se le parti fossero invertite le cose andrebbero diversamente?
Di Fabrizio (del 07/11/2011 @ 09:52:58, in media, visitato 1698 volte)
Lunedì 14 novembre - ore 21.00 Circolo ARCI Martiri di Turro - Via Rovetta
14, Milano - ingresso gratuito, con tessera Arci
proiezione di "Ho
incontrato anche zingari felici" (Skupljaci perja) – Jugoslavia
- 1967 di Aleksandar Petrovic
Presenta la serata Ivana Kerecki - Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia
secondo appuntamento della terza edizione della rassegna di film "HO
INCONTRATO ZINGARI FELICI" (Maladilem bachtale Romenca - da Upre Roma),
organizzata dall'associazione La Conta, in collaborazione con
l'associazione Aven Amentza - Unione di Rom e Sinti, con l'associazione
ApertaMente, la redazione di Mahalla e con il circolo ARCI
Martiri di Turro
E' stato il primo
film di successo ad affrontare l'argomento. Alterna scene di vita che oggi
definiremmo di maniera, ad uno sguardo attento e partecipe alla vita
comunitaria, ai suoi amori e dissidi. Fu forse anche il primo film che illustrò
il supposto nomadismo di Rom e Sinti, non come uno loro necessità di viaggiare,
ma legato a motivazione precise. Ciononostante, non è un semplice
documentario, una trama sottile collega le scene che descrivono il loro modo di
vita, nel quadro del complesso tentativo della Jugoslavia di allora di
integrare le sue diverse etnie e popolazioni.
Segnò anche il
successo internazionale di Bekim Fehmiu, attore di origine albanese morto a
giugno 2010, conosciutissimo in Italia per la sua interpretazione di Ulisse
nell'Odissea televisiva alla fine degli anni '60.
Il volume rappresenta un'assoluta novità nel panorama della letteratura
giuridica italiana. Si tratta, infatti, della prima
opera che cerca di fornire una visione completa, aggiornata e interdisciplinare
dei problemi giuridici relativi alla
condizione in Italia delle persone appartenenti alla minoranza dei Rom e dei
Sinti. I capitoli fanno riferimento a
molteplici aspetti con ricadute di rilievo tanto per la giurisprudenza
costituzionale che per quella ordinaria, ma anche
per il diritto dell'UE e la giurisprudenza della Corte europea dei diritti
dell'uomo. Sono così approfonditi tutti gli aspetti
della condizione delle singole persone (italiane, straniere o apolidi) e dello
status della minoranza in sé, le norme
statali e regionali rilevanti, le prassi istituzionali e i problemi di
discriminazione, le raccomandazioni e le proposte
emesse da organismi internazionali. Le analisi vanno a toccare il diritto
costituzionale, pubblico e regionale, il diritto
amministrativo e urbanistico, il diritto penale e processuale penale, il diritto
civile, il diritto del lavoro, il diritto
internazionale e dell'Unione europea. Sono presenti altresì riflessioni di
diritto comparato (Francia, Spagna, Ungheria,
Romania, Stati dell'ex-Jugoslavia), nonché analisi empiriche sulle prassi
amministrative e giudiziarie. Oltre ad analisi
svolte da giuristi accademici, l'opera contiene contributi di magistrati e
avvocati, ma anche di sociologi, politologi,
epidemiologi, antropologi e linguisti scelti tra coloro che più si sono distinti
nello studio del mondo rom e sinto. Sono
altresì presenti contributi di rappresentanti di istituzioni statali italiane,
della Commissione europea, del Consiglio
d'Europa e dell'OSCE, nonché testimonianze di rappresentanti
dell'associazionismo rom e sinto. L'appendice
contiene un'articolata bozza di progetto di legge elaborata dai curatori.
In questa direzione ci piacerebbe organizzare anche con gli autori alcune
presentazioni del volume (per il quale nessun autore o curatore percepisce
diritti d'autore) in diverse città italiane, magari mantenendo lo stile con cui
è stato costruito il convegno prima e il libro poi, ovvero avvicinando
collaborativamente accademici, istituzioni e terzo settore, e in particolare le
associazioni in cui si esprime la partecipazione di Rom e Sinti, e
contestualmente discutendo le ipotesi di progetto di legge. In tali eventi si
potrebbe presentare il volume (per il quale nessuno riceve alcun diritto
d'autore) e discutere anche le ipotesi di progetto di legge. Ci comunichi ogni
idea in proposito, per poterci organizzare insieme e anche con l'editore Giuffré.
Nello stesso spirito, ti invitiamo a diffondere l'informazione sul volume su
siti internet, e a segnalarlo a riviste per recensioni.
Nonostante il grande lavoro per immaginare il convegno prima, e per realizzare
il volume in seguito, continuiamo a pensare che tutto ciò non sia altro che un
punto di partenza, e ci piace pensare che la nostra collaborazione possa
continuare su questo tema, così importante.
Con molta cordialità e sincera riconoscenza,
Paolo Bonetti, Alessandro Simoni e Tommaso Vitale
INDICE
TOMO I
PAOLO BONETTI, ALESSANDRO SIMONI e TOMMASO VITALE Presentazione. La condizione giuridica di Rom e Sinti in Italia: dall'ascolto
e confronto alla proposta
....................................................... 1
GIORGIO NAPOLITANO Telegramma del Presidente della Repubblica
........................................... 11
Sezione I
INTRODUZIONE
PAOLO BONETTI I nodi giuridici della condizione di Rom e Sinti in Italia
......................... 15
Sezione II
ASPETTI GENERALI
DIETER HALWACHS Possiamo dire che Roma, Sinti, Calé, ecc. sono un'unica minoranza
linguistica?
...............................................................................................
127
FRANCESCO PALERMO Rom e Sinti come minoranza. Profili di diritto pubblico italiano e comparato
e di diritto internazionale
............................................................ 151
SERENA BALDIN Le minoranze rom in Europa: proposte classificatorie e accomodamento delle
istanze identitarie
........................................................................... 175
GIANNI LOY Diritto e legislazione su Rom e Sinti "dal nostro punto di vista"
............. 203
ALESSANDRO SIMONI Il "problema di una gente vagabonda". Retrospettiva sulla percezione degli
"zingari" nella cultura giuridica italiana
........................................... 225
TOMMASO VITALE Gli stereotipi che ingombrano politiche e rappresentazioni
........................ 255
ANNA RITA CALABRÒ Segregazione urbana e debolezza delle politiche sociali
............................. 273
Sezione III
ASPETTI DI DIRITTO COMUNITARIO E INTERNAZIONALE E DI DIRITTO DEGLI STRANIERI
MATTEO FORNARA I principi di base comuni sull'inclusione sociale dei Rom e dei Sinti
elaborati dagli organismi dell'Unione europea
............................................ 293
JAMES A. GOLDSTON e COSTANZA HERMANIN Corti europee e cause pilota: una finestra d'opportunità per combattere la
discriminazione dei Rom in Italia?
......................................................... 303
DELFINA BONI La libera circolazione dei Rom e dei Sinti all'interno dell'Unione europea
.......................................................................................................
321
GIULIA PERIN L'applicazione ai Rom e ai Sinti non cittadini delle norme sull'apolidia,
sulla protezione internazionale e sulla condizione degli stranieri comunitari ed
extracomunitari
..........................................................................363
GRÉGOIRE COUSIN e FRANCESCA MARIANI Il passepartout dell'"ordine pubblico". Politica e diritto nelle prassi di
allontanamento dei "rumeni detti rom" in Italia e Francia
........................ 415
Sezione IV
BREVE CASISTICA DI MODELLI EUROPEI
FERNANDO REY MARTÍNEZ L'uguaglianza razziale/etnica e i Gitani in Spagna: fatti, garanzie,
prospettive
.............................................................................................
457
KATALIN KELEMEN Tutela giuridica della minoranza rom nell'ordinamento giuridico ungherese
......................................................................................................
477
SIMINA TANASESCU Protezione giuridica e inclusione sociale della minoranza rom in Romania
......................................................................................................
505
MARIA DICOSOLA Strumenti di protezione giuridica delle comunità rom negli stati
dell'ex-Jugoslavia
............................................................................................
527
CHRISTOPHE LE BERRE Categorie giuridiche e identità etnica nel diritto francese: dalle gens du
voyage alla "questione rom"
................................................................. 553
Sezione V
EGUAGLIANZA, DISCRIMINAZIONI E AZIONI LEGALI
MARZIA BARBERA I Rom e i paradossi del diritto antidiscriminatorio
.................................. 587
TIZIANA VETTOR Il lavoro delle persone rom e sinti, tra esclusione e interventi promozionali
613
ALESSANDRO MAIORCA Il quadro degli strumenti di tutela giuridica in Italia contro le
discriminazioni nei confronti delle persone rom e sinte
......................................... 625
VICTORIA VASEY Casi riguardanti Rom e Sinti presentati presso la Corte europea dei diritti
dell'uomo
........................................................................................
647
ALBERTO GUARISO Azione civile antidiscriminatoria e tutela dei Rom: ipotesi su un sodalizio
mancato
...........................................................................................
659
EVA RIZZIN e ANGELICA BERTELLINI Istigazione all'odio razziale e discriminazioni nel discorso pubblico
italiano. Dai rapporti di ricerca alle cause strategiche
.................................. 673
PALMINA TANZARELLA La propaganda d'odio razziale nel discorso pubblico. Alcune riflessioni
.. 691
TOMO II
Sezione VI
INTEGRAZIONE, PARTECIPAZIONE E COMUNICAZIONE
FEDERICO FURLAN Rom e Sinti nelle legislazioni regionali
.................................................... 703
NANDO SIGONA Discriminazione, cittadinanza e partecipazione politica
.......................... 739
GIULIO ENEA VIGEVANI Obblighi dei mezzi di comunicazione e prevenzione della stigmatizzazione
....................................................................................................
747
Sezione VII
I DIRITTI A CIRCOLARE, A SOGGIORNARE E AD ABITARE
CECILIA CORSI I diritti delle persone rom e sinte alla circolazione, al soggiorno e
all'abitazione
........................................................................................
759
ANTONIO TOSI Le politiche abitative per i Rom e i Sinti
................................................ 791
NICOLA BASSI Le diverse forme di abitazione dei Rom e dei Sinti nel diritto amministrativo
e nel diritto urbanistico
............................................................. 805
ELENA PACIOTTI Le condizioni abitative dei Rom e dei Sinti in Italia di fronte ai suoi
obblighi internazionali e comunitari: i rapporti dell'Agenzia dell'Unione
europea per i diritti fondamentali
........................................................... 813
GIOIA SCAPPUCCI e ROVENA DEMIRAJ Il diritto all'abitazione di Rom e Sinti: gli obblighi dell'Italia alla luce
della giurisprudenza del Comitato europeo dei diritti sociali relativa
all'articolo 31 della Carta sociale europea (riveduta)
.............................. 823
LORIS LEVAK Libertà di circolare e soggiornare e diritto alla casa: il punto di vista di
un Rom
................................................................................................
841
FABRIZIO CASAVOLA Politiche abitative sinte e rom
................................................................ 843
LIVIO NERI I profili giuridici dello sgombero degli insediamenti abusivi
..................... 849
Sezione VIII
I DIRITTI LINGUISTICI, CULTURALI E DELL'ISTRUZIONE
GIOVANNI POGGESCHI I diritti linguistici dei Rom e dei Sinti: una nuova sfida per la tutela
giuridica della diversità
...............................................................................
861
VALERIA PIERGIGLI I diritti culturali e dell'istruzione delle persone rom e sinte
...................... 893
ELENA ROZZI Discriminazioni dei minori rom e sinti rispetto al diritto all'istruzione:
uno sguardo socio-giuridico
.................................................................... 941
DIMITRIS ARGIROPOULOS Diritto alla cultura e all'educazione in una prospettiva romanì
.............. 969
ELISABETTA CIMOLI Gli interventi di volontariato a sostegno scolastico dei Rom e Sinti
......... 983
GIORGIO BEZZECCHI Mediazione culturale: uno strumento fondamentale
................................ 991
MASSIMO MAPELLI Interventi e opportunità sociali per contrastare l'esclusione urbana dei Rom
.....................................................................................................
997
Sezione IX
FAMIGLIA E DIRITTI DEI MINORI
ELISABETTA LAMARQUE La tutela legale della famiglia
................................................................ 1007
PAOLO MOROZZO DELLA ROCCA Il diritto alla vita privata e familiare, i diritti dei bambini rom e sinti e
la loro tutela
..........................................................................................
1021
CARLOTTA SALETTI SALZA Le adozioni dei minori rom e sinti in Italia. Risultati di una recente
ricerca sulla prassi tra il 1985 e il 2005
.................................................. 1047
Sezione X
IL DIRITTO ALLA SALUTE
FULVIA MOTTA e SALVATORE GERACI L'accesso di Rom e Sinti al diritto e alla tutela della salute
..................... 1065
LORENZO MONASTA La condizione di salute delle persone rom e sinte nei campi nomadi
......... 1081
Sezione XI
ASPETTI PENALI E PROCESSUALI
LUCA MASERA Il diritto penale di fronte a Rom e Sinti
.................................................. 1099
FRANCESCO VIGANÒ La giurisprudenza sui reati commessi da Rom e Sinti nei confronti dei minori
...................................................................................................
1109
GIULIO UBERTIS Multiculturalismo e processo penale
........................................................ 1127
LORENZO TRUCCO Le persone rom e sinte nel processo penale e nell'ordinamento penitenziario
........................................................................................................
1137
LAURA LAERA L'applicazione delle misure di protezione e il trattamento penale dei minori
nomadi
..........................................................................................
1145
SABRINA TOSI CAMBINI Chi ruba i bambini? I risultati di uno studio sui casi di presunto tentato
rapimento di minori gagé da parte di Rom nel periodo 1986-2007 .........
1155
Sezione XII
LE SFIDE PER IL FUTURO
ANDRZEJ MIRGA Crimini d'odio contro Rom e Sinti nell'area OSCE: una tendenza pericolosa
....................................................................................................
1169
MAURIZIO CERMEL Rom e Sinti: cittadini senza patria o popolo europeo transnazionale?
...... 1185
NICOLAE GHEORGHE Non si tratta di un «problema rom», né «europeo», si tratta di un «problema
rumeno»
......................................................................................
1213
MICHAEL GUET Le misure contro il razzismo e l'intolleranza a protezione dei popoli rom e
sinti: le raccomandazioni del Consiglio d'Europa
................................. 1231
TOMMASO VITALE e LORIS CARUSO Ripensare le politiche a livello locale dentro il quadro di una tutela
nazionale delle minoranze
.......................................................................... 1241
Sezione XIII
VERSO UNA LEGGE ITALIANA PER IL RICONOSCIMENTO E LA TUTELA DELLA MINORANZA DEI
ROM E DEI SINTI?
OLGA MAROTTI Verso una legge italiana per il riconoscimento delle minoranze rom e sinte?
........................................................................................................
1263
MAURIZIO PAGANI Tra "legge" e "questione sociale"
............................................................ 1271
GIANCARLO PEREGO Non ai margini, ma al centro: verso una legge italiana per il riconoscimento
e la tutela delle minoranze dei Rom e dei Sinti? ...........................
1275
APPENDICE
UN'IPOTESI DI PROPOSTA DI LEGGE: NORME PER LA TUTELA E LE PARI OPPORTUNITÀ DELLA
MINORANZA DEI ROM E DEI SINTI
PAOLO BONETTI, ALESSANDRO SIMONI e TOMMASO VITALE Relazione generale
..................................................................................
1281 Bozza di proposta di legge: indice e articolato
.......................................... 1295
Io e
Paul Polansky siamo seduti al bar uno di fronte all'altro. Sul tavolino tanti libri e due bicchieri di birra. So che la sera mi aspetta un compito non facile: dobbiamo presentare il suo
ultimo libro uscito da appena 2 giorni, e ovviamente non ho ancora potuto
leggerlo.
Per fortuna il posto è tranquillo. Paul mi ha riassunto i capitoli principali, a
cui ho dato una rapida scorsa, poi gli faccio alcune domande su quelle che mi
sembrano le questioni chiave sollevate. Ci accordiamo: durante la presentazione,
leggerò l'inizio di quei capitoli e gli porrò 2 o 3 domande per volta, altre
(spero) verranno dal pubblico, lui risponderà.
Non voglio fare una brutta figura di fronte a lui e al pubblico, così gli dico
che mentre aspettiamo darò un'altro sguardo al libro, "RANDOM", per farmene
un'idea meno approssimativa. Lui annuisce e si concentra nella traduzione in
spagnolo di alcune sue poesie.
Leggo con attenzione ma poca partecipazione l'introduzione di Pietro Marcenaro e
poi quella sua. Passo alle pagine interne, scorro la prima parte sulla Spagna. E
da questo momento termina la mia intenzione di leggere a caso e la mia
improbabile carriera di critico. Perché quando passo distrattamente al secondo
capitolo, la storia diventa un film breve e appassionante che non riesco ad abbandonare: quei
personaggi lì vedo davanti a me, reali, in tutto simili a tanti che conosco.
Riconosco il loro modo di parlare e ricordare, le strade percorse, le loro
vicissitudini, forse ne sento persino l'odore.
Ho persino paura che qualcuno possa notare il mio turbamento. Cerco di calmarlo
uscendo a fumare una sigaretta.
A parte questo, cosa potete trovare in 206 pagine, al prezzo di 18 euro?
Tante cose. Chi già conosce l'autore, troverà la risposta ad una domanda che
viene naturale farsi: come ha iniziato a vivere con gli zingari e perché ha
iniziato a scriverne. Chi non lo conosce, potrà fare un viaggio introduttivo
nella storia, cultura, religione, dei popoli rom e sinti in Europa e altrove.
Polansky è nel contempo un antropologo severo ed un testimone partecipe. Ama
ripetere: "Vivo tra gli zingari come uno studioso, ma ne scrivo con le loro
parole e la loro mente." ...Le loro parole e la loro mente: ecco il senso
del turbamento che descrivevo prima, perché Polansky sa anche essere scrittore
di razza. Asciutto, fotografico.
E poi, il libro va letto anche per le piccole chicche:
come quando racconta di un Rom scampato alla guerra, che nel 1948 aiuta
un Tedesco residente nei Sudeti ad abbandonare la Cecoslovacchia comunista,
che stava espellendo tutti i cittadini di origine tedesca;
o di quando ricorda un suo viaggio nel deserto del Rajastan: giunto nei
pressi di un accampamento zingaro, questi gli chiesero se voleva ascoltare
la loro musica. Si misero a suonare, ed eruppe una musica che a decine di
migliaia di km. e a secoli di distanza, assomigliava in tutto al cante
hondo dei gitani.
Lasciamo il libro per un momento, e facciamo un confronto:
Non voglio dilungarmi, il libro potrà anche stupire o far discutere, visto
che l'argomento ZINGARI rimane scottante. L'importante è approcciarlo con la
serietà e la passione necessarie.
Termino riportando l'ultima pagina del libro, per la sola
ragione che è bella:
Vivendo con loro ho scoperto che le differenze tra loro e me sono così
piccole che a volte non riesco a vederle affatto. L'amore delle madri per i
loro figli mi ricorda l'amore della mia per i suoi sette figli. Infatti, ho
notato che le madri, e in generale le famiglie gitane, sono molto più
premurose di quanto non siano le famiglie europee o americane di oggi. Gli
Zingari anziani non vengono messi in case di cura come fossero dei lebbrosi
ma, al contrario, vengono accuditi e rispettati nella propria casa e dalla
propria famiglia. Ciò non accade spesso nella civiltà occidentale.
So che, quando sarò vecchio, sarà probabilmente una famiglia di Zingari a
prendersi cura di me fino alla mia morte e non uno dei miei quattro figli.
Grazie Dio, per aver creato gli Zingari. Possano essi ereditare la terra,
come Dio ha promesso loro!
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