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La redazione
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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 23/09/2010 @ 09:35:08, in lavoro, visitato 1584 volte)

Segnalazione di Alberto Maria Melis

Petizione in favore di Cirque Tzigane Romanes: http://www.petitions24.net/cirqueromanes

COMITATO DI SOSTEGNO al  CIRQUE TZIGANE ROMANES

Il circo famigliare zigano ROMANES a Parigi, è oggi parte del paesaggio artistico europeo.

"Noi zigani, siamo accusati di tutto e soprattutto di mandare i nostri bambini a mendicare e rubare, occorrerebbe una buona volta per tutte sapere cosa si vuole: chiedo ai parlamentari francesi di non gettare i miei bambini per strada e permettere loro di apprendere e di esercitare il mestiere che hanno scelto" Alexandre ROMANES

Al fine di permettere al Cirque ROMANES di continuare la sua attività, noi membri di questo collettivo chiediamo alle autorità francesi:

  • di ridare ai musicisti rumeni del Cirque ROMANES i permessi di lavoro che sono stati loro ingiustamente ritirati
  • di autorizzare il Cirque ROMANES ad impiegare gli artisti rumeni e bulgari con cui lavorano da anni
  • di chiedere al Pubblico Ministero di abbandonare le accuse contro il Circo ed i suoi dirigenti, per la partecipazione dei loro figli allo spettacolo
  • di proporre ai parlamentari francesi di avere la gentilezza di non proibire ai bambini del Circo di esercitare il più presto possibile uno dei rari mestieri ancora apprezzati dalla gioventù
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Di Fabrizio (del 24/09/2010 @ 09:13:52, in Europa, visitato 2414 volte)

Da Baltic_Roma (in Mahalla, di Russia si è scritto soprattutto a proposito di sgomberi forzati e violenze poliziesche. Ecco un'altra versione dei fatti)

RIA NOVOSTI

16/09/2010 - La cultura romanì, con tutte le sue pratiche controverse come le predizioni e il furto dei cavalli, è stata parte del panorama multiculturale della Russia per diversi secoli, e l'atteggiamento verso i Rom in questo paese è rimasto tollerante, se non amichevole, sin dall'inizio.

L'attuale deportazione francese degli immigrati rom può essere salutato come una misura sensata da Italia, Danimarca, Belgio, Svezia, Paesi Bassi e altre nazioni europee che stanno per seguire, ma per i Russi questa idea sfida ogni logica.

La comunità rom russa ora è di circa 200.000 secondo le stime ufficiali, mentre i suoi membri si contano in mezzo milione. Eppure la comunità non si è mai sentita aliena o paria in questo paese, dove i Rom iniziarono ad insediarsi circa 300 anni fa. I primi gruppi romanì arrivarono in Russia dalla Polonia, ed a loro venne quasi immediatamente concessa la cittadinanza russa, Molti di loro si sono convertiti al cristianesimo ortodosso, la religione predominante nel paese. Un decreto del Senato nel 1733 permetteva agli immigrati rom di risiedere qui ed impegnarsi nelle occupazioni tradizionali come il commercio di cavalli. Secondo questo decreto, potevano unire le loro proprietà e nel XIX secolo si potevano trovare Rom tra gli intrattenitori, i mercanti, i borghesi e i contadini.

Nel XX secolo, un'era di cambiamenti radicali in Russia, vennero fatti ripetuti tentativi di acculturare i Rom russi, molti dei quali continuarono a mantenere il loro tradizionale stile di vita nomade. Per esempio, durante la campagna bolscevica di collettivizzare l'agricoltura in Russia, vennero messi fuorilegge i tradizionali mercati di cavalli, deprivando i Rom che li vendevano rubati o meno, della loro principale fonte di sostentamento. Le autorità sovietiche tentarono anche di stabilire le comunità rom in residenze permanenti. Ma molti dei suoi membri scelsero di stabilirsi volontariamente dopo la II guerra mondiale. Tra di loro di gran lunga le attività più popolari erano legate all'agricoltura e all'artigianato.

Durante la II guerra mondiale, i Romanì sovietici combatterono contro i sovietici sia con l'esercito regolare che con le unità partigiane. Nei territori occupate, furono braccati come bersaglio della campagna di genocidio nazista. Molti Rom in Russia sopravvissero grazie alla solidarietà dei Russi che li avvertivano dei pericoli e offrivano a loro un posto dove nascondersi.

Il 5 ottobre 1956, il parlamento sovietico emanò un decreto volto ad obbligare tutti i Rom "vagabondi" ad abbandonare il loro stile di vita nomade ed accettare i lavori comuni. Questa legge piuttosto rigida venne mitigata da alcuni incentivi economici, come casa e terreni gratuiti.

Per quanto riguarda l'identità culturale dei Rom, non è mai stata violata in questo paese. Il moscovita Teatro Romen, che presenta danze e canzoni rom tradizionali, ha ottenuto popolarità e consensi generali tra persone di tutte le etnie. Anche registi russi hanno aiutato a promuovere la cultura romanì. La serie televisiva "Tsygan" diretta nel 1979 da Alexander Blank con popolari attori sovietici, e una precedente produzione di  Emil Lotjanu, "Anche gli zingari vanno in cielo" ("Tabor ukhodit v nebo") hanno entrambe riscosso un successo immediato presso il pubblico sovietico.

L'interesse russo nell'arte romanì ha una lunga storia, precedente all'era sovietica. Molti aristocratici locali e membri della borghesia avevano una forte passione per le danze e le canzoni zingare. Paradossalmente, le canzoni liriche degli zingari di Russia erano comunemente viste nell'Europa del XX secolo come una forma originale dell'arte russa, e l'intensità emozionale di queste canzoni era intesa come una manifestazione dell'anima russa profonda.

Durante il boom commerciale russo degli anni '90, molti Rom iniziarono a viaggiare all'estero procurandosi beni da rivendere con profitto in patria. Altre tradizionali occupazioni romanì rivissero in quel periodo. Famiglie allargate ricorsero al furto e alla truffa. Qualcuno finì coinvolto nel crimine organizzato, incluso il traffico di droga, omicidi su ordinazione e schemi immobiliari fraudolenti. Nel sottobosco criminale, ogni gruppo tribale romanì ha la sua specializzazione.

La predizione della fortuna, occupazione romanì tradizionale, divenne la più comune forma di sostentamento dei Rom di Russia nel periodo post sovietico. Hanno anche cercato di immettersi in nuovi business, in particolare il traffico di droga, con discreto successo. Secondo l'osservatorio anti-narcotici di san Pietroburgo, sono stati i Tagichi ad occuparsi del commercio all'ingrosso di eroina nella seconda città più grande di Russia, mentre i Rom sono stati coinvolti nella distribuzione, assieme alla comunità azera. La mafia rom, con la sua tradizione di mutua responsabilità, è riuscita a costruire un'estesa rete di traffico di droga, la cui estrema segretezza rende difficile da individuare.

Atti sfacciati, fuorilegge o legali, sono abbastanza tipici dei Rom russi. La sfida, dopo tutto, è un loro importante tratto culturale. Naturalmente, molti in Russia sono sorpresi di vedere i Rom in Francia acquiescenti ad essere deportati. Il compenso monetario offerto dalle autorità francesi (300 euro per ogni adulto e 100 euro per bambino) può essere parte della ragione dietro al loro esodo ordinato, ma non spiega tutto.

RIA Novosti commentator Olga Sobolevskaya - Le opinioni espresse in questo articolo sono dell'autore e non necessariamente rappresentano quelle di RIA Novosti.

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Di Fabrizio (del 24/09/2010 @ 09:34:28, in Italia, visitato 1774 volte)

Segnalazione di Marco Brazzoduro

"il manifesto", 17 settembre 2010 - Annamaria Rivera

Se almeno a sinistra si fosse capaci di fare esercizio di decentramento, forse si coglierebbero la gravità di ciò che accade in Europa e l'affinità con alcune delle tendenze che condussero alla catastrofe. E allora suonerebbe meno infondato l'allarme delle rare cassandre che da alcuni anni cercano di richiamare l'attenzione sul razzismo di massa che dilaga in Italia e in Europa e sulla temibile saldatura fra razzismo di Stato e razzismo popolare. Quando si prende di mira una minoranza (non una qualsiasi, ma i rom, cioè le vittime storiche, insieme agli ebrei, della discriminazione, della persecuzione e dello sterminio europei), attribuendole caratteri essenziali – che siano intesi come razziali, sociali o culturali è irrilevante - non si sa mai dove si va a finire. Quando si stigmatizza e si discrimina, si vessa e si perseguita quella minoranza negandole diritti umani fondamentali, in realtà mettendone in dubbio la stessa qualità umana, la strada è spianata per ogni genere di avventura autoritaria (per non dire totalitaria). Esemplare è il caso della patria dei Diritti dell'Uomo divenuta terreno delle scorrerie razziste di un mediocre presidente-sceriffo e dei suoi accoliti: ansiosi di sottrarre ai lepenisti lo scettro di difensori di legge-e-ordine, convinti di fronteggiare gli effetti sociali della crisi economica e la perdita di consenso con la frusta strategia del capro espiatorio, in ciò favoriti da chi a sinistra ha spianato loro la strada. Conviene ricordare che il primo disegno di legge "contro il velo islamico", in realtà contro i musulmani, fu presentato da un socialista; e che comunista è il presentatore della legge "contro il burqa", approvata dal parlamento francese pochi giorni fa. D'altra parte, nella sinistra italiana, non sono pochi/e coloro che vorrebbero "fare come la Francia", ignari/e, forse, di quanto veleno razzista ci sia nella coda di quelle leggi proibizioniste. Esse, in realtà, appartengono allo stesso ciclo che ha prodotto il grottesco dibattito sull'identità nazionale, in cui era implicito il disegno di fare "pulizia etnica", di liberare la nazione dalle impurità che la storia le ha lasciato in eredità. Pur di perseguirlo, Sarkozy e i suoi tradiscono la consueta compostezza francese, la lealtà formale verso le istituzioni europee, con uno stile grossolano da par loro, simili come sono ai governanti nostrani, con i quali anche in questa occasione hanno volentieri "giocato di sponda". Non ci sorprende troppo che a ripetere la volgare frase fatta "Se gli piacciono tanto – i 'negri', gli 'extracomunitari', gli 'zingari'- li accolga a casa sua" sia l'uomo della strada o il Beppe Grillo di turno (nel 2006 rivolse questo invito al ministro Ferrero; più tardi, con coerenza, definì i rom "una bomba a tempo"). Non è banale, invece, che la frase insultante sia indirizzata dal presidente della Repubblica di un importante paese europeo a una autorevole rappresentante delle istituzioni europee. Non è solo una caduta di stile; è il segno che il razzismo a tal punto è stato detabuizzato da divenire forma della politica, per citare Alberto Burgio. In Italia ciò è avvenuto da più lungo tempo, col concorso decisivo di quei "razzisti democratici" che, tra una strage di profughi albanesi e un consiglio di guerra sulla "piaga" dei rom, hanno costruito le tessere che altri hanno composto per farne, appunto, forma della politica. Questa forma non può produrre altro che barbarie. Ed è perciò che la condizione primaria per qualsiasi progetto di ricomposizione della sinistra, o solo di alleanza in difesa della democrazia, è che al primo punto vi siano l'impegno antirazzista e la difesa incondizionata dei diritti dei rom, dei migranti, dei profughi.

Commenti all'articolo:

• rossoverde, ma di che sinistra parli?? ma non lo vedi che ormai i poveri, i lavoratori, gli operai, sono quasi tutti di destra, perché la destra sta dalla loro parte?? non lo vedi che ormai quelli di sinistra sono solo ricchi e intellettuali che se lo possono permettere e che si vogliono sentire più buoni? la sinistra ha perso ogni contatto con la gente!!!!!!!!!!!!!! la sinistra invece di stare dalla parte del cittadino non fa che accusarlo di razzismo! il cittadino lo fa sentire un imputato! 17-09-2010 19:54 - bruno
• xPaolo. Nessun commento e' fuori luogo come il suo .L'articolo di Annamaria RIVERA , non e' delirante. In riferimento al commento, definito, esilerante, forse dovrebbe essere Lei piu' aperto con le opinioni altrui.FORSE e' offeso per il richiamo al razzismo che fu l'espressione piu' raccapriciante del nazismo e fascismo . FORSE non condivide la condanna storica del nazifascismo?A proposito dell'intelettualmente scorretto o fuori luogo, sono sempre da comparare con le politiche razziste di ogni tipo per chi conosce la storia ed e' un sincero democratico non trova certo il richiamo ai delitti nazisti :ne esileranti ne deliranti. 17-09-2010 19:11 - pasquino
• e chi glielo dà un lavoro a un rom? il rom fa da capro espiatorio per la crisi della società del lavoro. si comincia da lui poi si arriva a tutti gli improduttivi (incapaci, inferiori), in quanto sottouomini, fino all'ebreo, in quanto, invece, superuomo (speculatore parassita). l'articolo sbaglia in una cosa, nell'evocare il rischio di un totalitarismo. infatti, con la crisi chi lo finanzia il controllo statale totale sulla società? la dinamica è in realtà quella della decomposizione istituzionale e all'esclusione sociale secondo criteri liberalconcorrenziali ovvero socialdarwinisti. 17-09-2010 18:32 - lpz
• io non scomodo esempi storici della prima parte del 900, vorrei far notare anche a chi dice che i zingari sono ladri che i zingari non fanno furti in banca ma fanno piccoli furtarelli,mentre sarkozy è attualmente accusato di ben altri furti, cioè come al solito "i piccoli ladri sono impiccati dai grandi ladroni". inoltre chiederei a chi a scritto male dei rom nei loro commenti, se loro assumerebbero mai dei rom? è vero che i rom rubbano ma è anche vero che a causa del razzismo non hanno altra alternativa al furto. inoltre vorrei far notare che quella dei rom è una minoranza che non ha alcun riconoscimento, e nessuna tutela da parte dello stato italiano che non tutela la loro lingua o la loro cultura. per quanto riguarda l'articolo trovo che alcuni paralleli con gli islamici sono eccessivi non vorrei un domani ritrovarmi in un paese in mano a degli esaltati religiosi come quelli che danno fuoco alle scuole cattoliche in india. noi di sinistra dovremmo difendere il laicismo e non i religiosi che come possono ci danno a dosso avete mai chiesto a un mussulmano cosa penza di un ateo? non sono molto diversi dai cattolici che non vogliono che facciamo sesso, che ci vorrebbero trattenere in vita anche se ormai siamo spacciati senza parlare dell'omosessualità etc. 17-09-2010 18:28 - massi
• Io credo che l'unica,per quanto improbabilissima, possibilità che abbiamo,noi e loro,stia in un divenire Rom (chi ha orecchie per capire capisca) del mondo,vista l'inutilità di provvedimenti legislativi e altre amenità varie.Ogni altra ipotesi essendo solo patetica esibizione di volontarismo ingenuo. 17-09-2010 17:54 - Stefano
• scrivo alle 17.35: a questo momento ci sono 11 commenti su questa notizia, 2 sul diluvio in Pakistan e 2 sul taglio degli insegnati di sostegno. Mi sembra molto significativo. Interessano molto le chiacchere a vuoto sulla sorte dei Rom bulgari e romeni, che vengono "deportati" con un contributo di circa 300 euro a persona e fra 15 giorni saranno di nuovo in Francia, dove saranno di nuovo deportati con gettone di presenza e così via, almeno fino alle presidenziali francesi del 2012. La catastrofe biblica del Pakistan e i problemi dei disabili interessano molto meno: loro non vengono deportati come ai tempi di Vichy. Per coloro i quali volessero un'informazione esauriente sulla "deportazione" dei Rom, consiglio di leggere Le Canard Enchainè delle ultime settimane, che riporta il problema alla sua reale dimensione. dario gasparini 17-09-2010 17:43 - dario gasparini
• Deliranti se non esilaranti l'articolo e certi commenti. Niente di più logicamenete e intellettualmente scorretto dell'atteggiamento di chi agita il nazismo per la questione dei Rom in Francia. Nazismo a parte, accusa che non serve confutare perché evidentemente fuori luogo, concordo anche con chi tra i lettori ha detto che non si tratta di razzismo, ma tutela di una legalità e di uguaglianza di doveri oltre che di diritti. tanto per rispondere a chi parla di questi ultimi, i diritti sono inalienabili e i Rom NON possono scegliere di non educare i figli (diritto all'eduzaciopne), di NON lavorare (diritto al lavoro) , di NON vivere in condizioni insalubri e disgustose (diritto alla salute) cosi come NON possono ledere continuamente i diritti altrui dedicandosi allo sfruttamento, al furto e altro. Il puntop semmai è che se tra 15000 Rom ce ne sono 150 che non vivono in contrasto alle norme, leggi e usi della società in cui si trovano, purtroppo vengono messi nello stesso calderone degli altri 14850... Ma come proliferano in Italia le associazioni e movimenti antimafia per cui anche se non obietterei a vedere espellere dalla Germania i 2000 e più mafiosi li rifugiati non mi piace che tutti gli italiani siano accomunati ai mafiosi, perché non ci sono movimenti di Rom che denunciano e si distanziano APERTAMENTE da comportamenti illegali? Non sarà che la società Rom non è nemmeno così democratica?
Quanto all legge sul velo, siamo alla follia : adesso la legge sarebbe CONTRO le donne islamiche... patetico, sentire certi commenti da chi si è riempito la bocca delle parole delle lotte per l'emancipazione della donna! Quante donne musulmane vogliono portare il velo ma non potranno, in rapporto a quante NON volevano portarlo ed erano costrette?? Siamo seri, le leggi hanno sempre un carattere di generalità. Lenin avrà anche voluto 'educare' i musulmani, ma non è che allora era un 'esportare di civiltà' ante litteram? Aho, come diciamo a Roma, ma che le cose si vedono sempre in solo senso? E come pensava di proteggere le donne dalle imposizioni dei loro uomini, nell'attesa che questi capissero e si illuminassero? E poi, è giusto voler cambiare laa cultura di qualcuno o forse meglio lasciare le idee libere sotto però una legge da rispettare?
Oltretutto è nuovamente una operazione di inganno intellettuale dire che una legge che ha pienamente giustificata applicazione su un vasto campo di situazioni (la copertura del viso in luogo pubblico) per il solo fatto che una sottocategoria di casi ricada nel suo campo (il velo islamico) sia ad hoc intesa per questa categoria più ristretta. Avrei preferito contrapporre argomentazioni almeno più serie, tipo : come si farà quando nel Nord della Francia in un inverno freddo e temepestoso migliaia di persone porteranno le loro sciarpe e passamanontagna per proteggersi dal freddo? (questa battuta è mia e i militanti pro-velo non potranno usarla...pena fare la figura di persona di scarsa immaginazione). Tra i film che invito a vedere c'è 'La Crise' , film francese di qualche anno fa (il dialogo tra il parlamentare socialista e l'abitante di Saint Denis). 17-09-2010 17:18 - Paolo
• Purtroppo che i rom siano sovente dediti a furti e crimini vari non é un luogo comune (lo é quello che rapiscono i bambini) e neppure é un luogo comune quello che la loro cultura sia ormai incompatibile con la vita civile. Bisogna evitare le deportazioni, questo é ovvio, ma occorre imporre loro di osservare le regole e cercare lavori onesti, altrimenti il loro rimpatruio mi sembra inevitabile. Quanto al burqa va vietato senza esitare: rappresenta una barbarie che nulla ha a che fare peraltro con il Corano, che prescrive soltanto la copertura del capo. Essere di sinistra non significa ad ogni costo giustificare "culture" che sono soltanto ignobili barbarie di persone violente ed oscurantiste. 17-09-2010 17:06 - roberto
• ok. dovrei essere di sinistra (non oso scomodare il termine comunista) e quindi a priori condanno quello che sta avvenedo in Francia contro i Rom (ed è avvenuto qui da noi a Roma, a Milano ecc.) e le dichiarazioni dei rappresentanti dei partiti che governano l'italia.
Vorrei però sapere come possiamo fare noi di sinistra a dimostrare ai milioni di italiani che li considerano il male assoluto, che invece sono persone da rispettare e che dovremmo impegnarci per la loro integrazione.
Come faccio a sostenere che dovrebbero essere costruiti per loro luoghi di accoglienza civili, che dovrebbero essere ipossibile per loro trovare lavori normali, che i loro figli dovrebbero avere una scolarizzazione, quando per via della crisi viene tagliato il walfare, c'è un tasso di disocupazione altissimo (credo ben oltre l'8,5% dichiarato), la nostra scuola publica cade a pezzi.
Potete informarmi se l'europa mette a disposizioni per ogno governo fondi per aiutare i popoli migranti.?
C'è una statistica che può contradire il luogo comune che i furti vengono conpiuti in gran parte dai Rom, e a seguire dagli altri immigrati ?
Scusandomi per la confusione, chiederei che qualcuno del giornale rispondesse a questi miei dubbi (avete la mia mail).
Grazie e ciao
Lodovico 17-09-2010 16:13 - lodovico
• Ma perchè si insiste a dire che quelli di sinistra tollerano tutto accettano tutto.. Quelli di sinistra non tollerano i ladri e gli sfruttatori di bambini e della prostituzione. Quelli di sinistra Pariolina li accettano, quelli che mangiano in barca e vestono Prada li tollerano. Quelli di sinistra VERA che vivono nelle periferie e li conoscono molto bene, non tollerano certe schifezze. E per fortuna sono la maggioranza delle persone di sinistra. 17-09-2010 16:04 - rossoverde
• mariani maurizio e tutti coloro che approvano l'articolo ci dovrebbe dire se secondo loro è logico tollerare persone che si rifiutano di lavorare x mantenersi. che insegnano ai loro figli a chiedere l'elemosina anzichè andare a scuola o lavorare. il punto è semplice: non prevedono di mantenersi da soli. ovvero: ci sono delle persone, tipicamente i rom, che partono pensando che x tutta la vita li dovranno mantenere gli altri. gradirei che qualcuno mi spiegasse che c'entra questo col razzismo. il punto è: se vuoi vivere qui, mi devi spiegare che fai x mantenerti e che conti di far fare ai tuoi figli. mi sembra semplice. a sinistra non sapete fare altro che accusare tutti di razzismo insensatamente e ignorare i problemi. i razzisti sono i musulmani, mille volte più di chiunque altro. ma voi non sapete fare altro che concedere di tutto agli altri ed accusare gli italiani di razzismo anche quando non c'entra NULLA. altro che operai: tra un pò a sinistra non ci votano più neanche gli spazzini. 17-09-2010 15:25 - bruno
• Nom credo di essere razzista se pongo una questione di civilta' nei confronti dei rom come popolo itinerante e appartenente ai zingari dell' est Europa. Credo che il loro modo di concepire la societa' non e' per nulla eguale alla popolazione, europea ed e' per questo che sono ritenuti non conformi al nostro modo di vivere e lavorare. Non possono fare quello che gli garba ma debbono sottostare alle leggi del paese che gli ospita. Perche 'questo popolo sara' eternamente OSPITE di qualche territorio europeo.Ma e' un popolo che ha i suoi diritti ma anche i doveri . Che li rispetti!!!!! In ogni paese europeo si costruiscano dei campi "Attrezzati" ma non si puo',permettere accampamenti abusivi. Noi europei abbiamo subito il nazifascismo, con i campi di sterminio che oltre,ai sei milioni di ebrei , e a centinaia di migliaia di antifascisti ;comunisti , socialisti e democratici, ci furono anche gli zingari, finiti nelle camere a gas. Ho citato il massacro degli innocenti vittime dei nazifascisti per ricordare come il razzismo, possa essere crudele nei confronti dei <>, che un olocausto cosi feroce nella storia dell'umanita' non vi e' traccia. Questo e' un monito a tutti quei governi che vorrebbero risolvere la <>e immigrazione extra comunitaria con l'espulsione di massa che poi si tradurrebbe con la cacciata di persone, che cercano in Europa una vita migliore. Credo che la migliore soluzione sia regolamentare questi flussi con leggi che tutti i migranti debbono rispettare assieme ai governi dei paesi ospitanti. 17-09-2010 15:01 - pasquino
• Vorrei suggerire la visione di un film bellisssimo di Dziga Vertov: Kino Eye / Three Songs About Lenin (non conosco il titolo italiano ammesso che ci sia).
Il Film e' del 1924 e la rivoluzione era fresca. Si narra, tra l'altro, del tentativo di elevare il livello culturale delle donne mussulmane in una regione del Turkistan. Nessuna proibizione, solo letture e cultura. Ma, si sa, Lenin era un barbaro e amava veder morire i bambini.
Vorrei aggiungere che i reati, da chiunque commessi, zingari o meno, debbono/dovrebbero essere puniti in accordo con la legge senza giustificazioni, me le deportazioni sono un'altra cosa e certamente non appartengono al concetto di civilta'. 17-09-2010 14:24 - Murmillus
• "Quando si prende di mira una minoranza attribuendole caratteri essenziali - che siano intesi come razziali, sociali o culturali è irrilevante- non si sa mai dove si va a finire."
Invece sì. 17-09-2010 13:50 - Eduard Khil
• Sicuramente è il miglior articolo che ho letto su questa vicenda. L'analisi della situazione è perfetta e descrive un dato di fatto. Non voglio dare dei giudizi su Sarkozy solo per paura che il commento non mi venga pubblicato. Spero soltanto che l'ONU, che rappresenta il diritto internazionale, intervenga con più forza su questa sporca vicenda. L'emarginazione dei rom è un problema politico che riguarda tutti gli stati membri, ma le dichiarazioni di Sarkozy sul "teneteli voi" mi hanno veramente scioccato. Credo che il governo francese, così come quello italiano, rappresentano in maniera inequivocabile il loro elettorato. La crisi economica ha generato una fobia razzista secondo la quale è lo straniero che toglie lavoro e fa pagare più tasse. Le persone intelligenti sanno che non è così, e sanno perfettamente di chi è la colpa. Non esiste più una politica economica di sviluppo, ed è questa la ragione della crisi economica. Sia in Francia sia in Italia, la sinistra non riesce a rialzarsi dopo la caduta del muro di Berlino. Da quando cioè non c'è più quella legittimazione esterna che le veniva data dall'U.R.S.S. Senza soldi non si fa politica, e la sinistra non ha più casse, mentre invece i conservatori prendono mucchi di soldi dai capitalisti. La classe dei lavoratori è senza una rappresentanza forte ormai da diversi anni, e questi sono i risultati. 17-09-2010 13:43 - Marx
• La Francia razzista.
La Padania in mano a un pazzo che parla di orrori del passato.
Un Berlusconi che plaude a tante canaglie e ne prende le difese come se fosse lui l'ispiratore di questa nuova stagione di nazzismo.
Nessuno che ha orrore di se stesso.Facce di gente che si sente brava e anche cristiana.
Facce di persone che non hanno mai guardato dentro di loro.
Scommetto che se si fermassero a guardarsi avrebbero un sussulto che li farebbe apparire come l'omino del dipinto di Munch.Il giorno che quel cornuto del nano francese si vedrà com'è veramente,penso che si impiccherà a un trave della Torre.
Il nazzismo è stato fatto da gente così. Hitler ha potuto prosperare, perche vi erano persone come i nostri nanetti che gli battevano le mani e lo salutavano come un DUCE.
L'orrore sta tornando e attacca come una peste.Ieri i mussulmani e le loro donne,oggi i zingari e i stranieri poveri,domani gli ebrei. Anche se oggi sono amati e rispettati perche hanno un mare di soldi.
Gli ebrei quando si afferma il nazzismo, diventano rapidamente i primi obbiettivi del popolo.
Già si sentono, per le strade di Roma,i bisbigli d'avanti le lussuose bottece degli ebrei.Un chiacchiericcio in sordina,che però diventa sempre più udibile e più forte.
Il nazzismo non si fermerà ai soli zingari,vedrete...! 17-09-2010 13:41 - mariani maurizio
• anche noi dobbiamo cambiare le nostre parole d'ordine però.
parlare di difesa dei diritti per i rom non ha senso, visto che in pratica non ne hanno affatto!
stessa cosa per gli immigrati, sono completamente vessati dalla nostra legislazione.
Più che difendere-resistere qui ci sarebbe da costruire 17-09-2010 12:42 - uitko
• ho 44 anni per cui certe fasi drammatiche della storia non le ho vissute di persona ma ho una frase che mia nonna/partigiana mi diceva" stai attento perchè il morbo del nazi\fascismo non è morto è solo nascosto in attesa del momento fertile per esplodere con forme diverse ma non meno drammatiche,e di questo te ne accoegerai quando cominceranno a colpire rom omossessuali ed ebrei,prima in forme soft per far si che la gente assorbisca bene la cosa per poi esplodere con violenza. per cui stai sempre all'erta" domanda: siamo a questo punto? 17-09-2010 12:18 - mauro
• Sul burqua sarei un tantino meno tollerante,ma solo per far capire ad un cittadino mussulmano che coprire il volto di una donna è contro ogni logica anche religiosa.Del resto rimango inorridito al pensiero che una guerra mondiale potrebbe essere scatenata dalle stesse motivazioni del medioevo.Rimangono irrisolti (e certamente questo stallo fa comodo alle lobby dei produttori di armi)il conflitto palestinese,afgano,ma ci sono guerre dimenticate come quella somala che avvolge nel manto nero altri popoli del centroafrica.Sulle radici della xenofobia nostrana credo che ci siano indubbie reminescenze ideologiche fasciste,che mai come oggi stanno trovando nuova linfa nelle farneticanti dichiarazioni di politici leghisti. L'anacronistica pretesa di costoro consiste,da quel che sembra emergere,di omologarsi ad una sorta di svizzera trasformando il Nord in 3 o 4 cantoni marcare i confini che frammentano la penisola.In sintesi per questi deficitari militanti significa resettare 200 anni di stori,migliaia di ragazzi morti per realizzare il sogno di una nazione unita più gli 800.000 militari ,giovanissimi,dilaniati dalle mitraglie austriache.Si preferisce abbandonare il povero piuttosto che fare un analisi seria che metta in evidenza le propie contraddizoni,il cosidetto federalismo di Bossi e compagnia consiste in questo,far resuscitare i fantasmi del nazifascismo,laddove non c'è riuscito valerio borghese,licio gelli e tutta la P2 sta per diventae l'obiettivo per il criminale sodalizio leghista . 17-09-2010 12:04 - gennaro -avellino-

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Di Fabrizio (del 24/09/2010 @ 11:19:12, in musica e parole, visitato 1715 volte)

DOMENICA 26 SETTEMBRE
Festa per la comunità aeroportuale e per tutti i lavoratori stranieri
CRAL Aeroporto di Linate - MILANO

ORE 15.30 INTRATTENIMENTI PER BAMBINI
(GIOCO, MOVIMENTO, MUSICA, BENESSERE con Elena Pillan "Scuola di Maria Fux")

ORE 17.30 NUTELLA PARTY

ORE 18.00 PRESENTAZIONE DEI CORSI PER I SOCI (2010-2011)
Attività:
(Tango project dimostrazione dei maestri Ivano Magni ed Emanuela Fantini)
(Laboratorio di movimento per adulti di Elena Pillan)

ORE 19.30 SI MANGIA

ORE 20.30 MUSICA BALCANICA con la fisarmonica di Jovica Jovic ed il gruppo dei Muzikanti

COSA SI MANGIA
PANINO, SALSICCIA, CRAUTI E BICCHIERE DI VINO O BIBITA___4 EURO
COUS COUS DI VERDURA BICCHIERE DI VINO O BIBITA___3 EURO

CONSERVANDO IL BIGLIETTO DELLA CONSUMAZIONE, SARA' POSSIBILE PARTECIPARE A FINE SERATA, ALL'ESTRAZIONE DI ALCUNI INTERESSANTISSIMI PREMI.

"MA QUANTE SONO LE MENTI UMANE CAPACI DI RESISTERE ALLA LENTA, FEROCE, INCESSANTE, IMPERCETTIBILE FORZA DI PENETRAZIONE DEI LUOGHI COMUNI?" (PRIMO LEVI, "LA TREGUA")

INFO.
CRAL Linate int. 2752/53 est. 02/7485-2752-2753
Fax. 02-7485 3066
www.crallinate.it
e-mail: crallinate@sea-aeroportimilano.it

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Di Fabrizio (del 25/09/2010 @ 09:33:03, in scuola, visitato 1532 volte)

16 settembre 2010 - L'ERRC (European Roma Rights Centre) invita tutti gli interessati a presentare domanda per il prossimo Corso di formazione per i diritti dei Rom/Sinti che sarà tenuto in Roma, Italia fra 8-14 Novembre 2010.

Il corso, della durata di 7 giorni è inteso per giovani Rom/Sinti, sia studenti o attivisti per i diritti dei Rom/Sinti/Diritti Umani di tutta Italia. Il corso offrirà un'introduzione ai diritti umani e un eccellente occasione di scambio, confronto di idee e di esperienze e di innovazione per i partecipanti che si trovano alle fasi iniziali della propria carriera.

Il corso di formazione costituirà un'occasione unica per immergersi nella teoria e nella pratica dei diritti umani, i diritti delle minoranze e la lotta alle discriminazioni, e di beneficiare dell'esperienza e delle conoscenze di esperti impegnati nel campo dei diritti umani. Il programma intensivo comprende un'ampia gamma di attività sociali che consentiranno ai partecipanti di stabilire contatti tra di loro e con gli esperti, assicurando che il programma sia istruttivo e piacevole.

Lo scopo principale del corso è lo sviluppo delle competenze in una nuova generazione di attivisti Rom/Sinti nell'uso degli strumenti e dei meccanismi nazionali, internazionali e regionali di promozione dei diritti dei Rom/Sinti, sia a livello locale che internazionale, e nel combattere le discriminazioni a partire dalla base fino al livello di governo nazionale.

Obiettivi del corso:

  • Analisi dei problemi e della situazione dei Rom/Sinti nei propri paesi in relazione ai valori e ai principi dei diritti umani universalmente accettati;
  • Sviluppo delle conoscenze nell'uso dei meccanismi nazionali (legislazione nazionale) e internazionale degli strumenti per i diritti umani (per es. Trattati delle Nazioni Unite, Trattati Europei, e altri meccanismi legali e politici del Consiglio Europeo e dell'Unione Europea) per proteggere e promuovere i diritti dei Rom;
  • Rafforzamento delle capacità di monitoraggio, denuncia e difesa contro le violazioni dei diritti umani;
  • Aumento della capacità di applicare le nozioni apprese all'interno delle organizzazioni e delle società/comunità, e
  • Esplorazione e facilitazione delle occasioni per stabilire contatti e sviluppare collaborazioni con esperti e ONG per sostenere la causa dei diritti dei Rom in Italia e in tutta Europa.

Partecipanti:

Il Corso di formazione per i diritti dei Rom fa parte del programma ERRC per aumentare le conoscenze degli attivisti Rom/Sinti. Le domande di partecipazione da parte degli attivisti Rom/Sinti interessati ai diritti umani sono benvenute. I candidati dovranno:

  • possedere una buona conoscenza della lingua italiana orale e scritta (il corso prevede la lettura di documenti e materiale didattico),
  • avere un'età compresa tra i 20 e i 35 anni
  • possedere almeno una diploma di scuola secondaria.

I candidati dovranno dimostrare di essere attivi nel campo dei problemi dei Rom/Sinti e/o nel lavoro con le comunità Rom/Sinti in Italia. ERRC attribuisce particolare importanza alla partecipazione di donne Rom/Sinti, individui LGBT, Rom/Sinti portatori di handicap e altri tipi di minoranze.

Procedura per la presentazione delle domande:

Gli aspiranti alla partecipazione al corso dovranno presentare quanto segue:

  1. Modulo di iscrizione compilato - Clicca QUI,
  2. Curriculum Vitae/Resume (massimo due pagine);
  3. Lettera di presentazione da parte di un insegnante, professore o supervisore (leader di una comunità, leader religioso o attuale datore di lavoro) che sia a conoscenza del lavoro del candidato e del suo impegno nel campo dei diritti dei Rom/Sinti. La lettera dovrà spiegare la natura della relazione con il candidato, la durata della conoscenza reciproca, ed evidenziare i principali motivi che rendono il candidato adatto a partecipare al Corso di Formazione ERRC per i diritti dei Rom/Sinti.

Ai partecipanti selezionati verrà garantita una borsa di studio per il Corso di Formazione ERRC per i diritti di Rom/Sinti.Tutte le domande di iscrizione, corredate della documentazione di supporto completa, devono essere ricevute al più tardi entro il 17 ottobre 2010. Si invitano cordialmente i candidati a presentare le proprie domande di partecipazione prima di tale scadenza.

Le domande di iscrizione complete devono essere inviate per e-mail, come allegato, a Dora Eke: dora.eke@errc.org. Oggetto dell'e-mail: Corso di addestramento 2010 per i diritti dei Rom/Sinti.

http://www.errc.org/cikk.php?cikk=3683

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Di Fabrizio (del 25/09/2010 @ 09:35:29, in Italia, visitato 2495 volte)

Allora... mentre a Milano la sinistra non sa cosa dire (che novità!) sui "nomadi" il Comune è nella confusione più totale:

  • da un lato dice di non volere più campi sosta in città, dall'altro vuole costruirne uno per 600 persone a rotazione (in pratica, un Triboniano 2 senza politiche di integrazione);
  • un comitato leghista ha raccolto 10.000 firme contro gli stessi leghisti che siedono in consiglio comunale;
  • la maggioranza in consiglio si spacca perché d'improvviso ha scoperto che il piano finanziato dal ministro Maroni prevedeva anche di consegnare ben 25 case ai Rom che lasceranno il campo;
  • per finire il finanziamento del piano scade al 31 dicembre, e dopo un anno e mezzo che se ne parla, ancora non si è mosso niente.

Insomma, se il paragone non vi sembra azzardato, la situazione sembra una ripetizione di quella dell'EXPO 2015: chiacchiere, un casino di soldi in ballo, a cui nessuno vuole rinunciare, anche se non c'è uno straccio di idea su come giustificarne la spesa.

Così, con le elezioni che si avvicinano, CronacaQui (giornale noto per la sua indipendenza di giudizio) non trova di meglio che prendersela con don Colmegna, che sarà pure un volpone, ma in mezzo a questa gentaglia deve in qualche modo sopravvivere.

ULTIM'ORA

Mannaggia! Devo imparare a stare attento a come scrivo: avevo appena affermato che dopo un anno e mezzo non succedeva niente, ed ecco il fulmine a ciel sereno...

COMUNICATO STAMPA con preghiera di diffusione

Milano, 24 settembre 2010
La presente viene inviata a nome delle famiglie di Rom italiani che da oltre 20 anni abitano nel campo comunale di via Idro 62. Dal maggio dell'anno scorso si parla dello sgombero del nostro campo, ma in tutto questo tempo nessuno ci ha mai detto quando e come sarebbe avvenuto lo sgombero, e soprattutto quale sarebbe stato il nostro destino, di cittadini italiani che in questa zona risiedono, lavorano, mandano a scuola i figli.
Questa mattina si sono presentati i vigili, notificando ad una ventina di famiglie (la quasi totalità del campo) un vero e proprio avviso di sfratto, esecutivo entro 48 ore.
Difatti, in base ad una interpretazione del "Regolamento delle aree destinate ai nomadi nel territorio del Comune di Milano" [art. 12 par. a)], consegnatoci l'anno scorso, chi ha commesso reati perde "l'autorizzazione all'ammissione e permanenza" nel campo e "l'assegnazione del modulo abitativo", e con lui tutto il nucleo famigliare. 
Questo Regolamento è stato oggetto di diverse contestazioni, sia a livello italiano che da parte della Comunità Europea. Nessuno di quanti hanno ricevuto la notifica si è mai macchiato di reati particolarmente gravi, trattasi in buona parte di reati giudicati sospesi o di accattonaggio. A qualcuno vengono addirittura contestati reati commessi negli anni '70. Reati comunque antecedenti l'entrata in vigore di questo regolamento.
E' una misura a nostro giudizio crudele e ingiusta, soprattutto quando riguarda tutto il nucleo famigliare. I nostri bambini hanno appena ricominciato l'anno scolastico. E' lesivo dei diritti fondamentali della persona.
Noi, cittadini italiani, non abbiamo alcun posto dove andare, né riusciremo a trovarlo in 48 ore. A meno di non doverci accampare per protesta davanti a Palazzo Marino o alla Casa della Carità.

 
Le famiglie del campo comunale di via Idro 62

 
Per informazioni:
Fabrizio Casavola, 347-717.96.02 info@sivola.net
Antonio Braidic, 338-771.28.56
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Di Fabrizio (del 26/09/2010 @ 09:12:03, in Europa, visitato 1649 volte)

Le condizioni di vita a cui sono obbligati i Rom Macedoni, la lunga storia dei pregiudizi e dalle intolleranze razziste, la segregazione e l'emarginazione fuori centro abitato, tutto ciò ha contribuito a farne un archetipo della "repulsione", cioè a presentarli a gran parte delle società ospitanti come coloro che si devono odiare.

Per salvare i Rom Macedoni dai disagi della non convivenza e da un degrado che assomiglia sempre più allo stesso sterminio culturale di tutti i popoli minoritari, si sono levate voci autorevoli del Mondo della Cultura europea: ultimo Gunther Grass che ha creato una Fondazione per il Popolo Rom a Lubecca, in Germania.

Ad Arpinova (FG), i Rom Macedoni convivono con sporcizia dimenticata dall'AMICA, con topi grandi come gatti senza disinfestazione, neanche un solo bagno (tutti all'aria aperta con tutti i rischi), acqua corrente à singhiozzo (così, nessuno si lava a dovere), 15 famiglie abbandonate nel degrado degno di un paese terremotato e disastrato etc…
I servizi sociali comunali dimenticano di visitare il campo per alleviare le sofferenze, consigliare le donne; soprattutto quelle sole; vigilare sull'igiene dei minori etc.

I 60 bambini tornati à scuola di ogni grado e ordine con i mezzi dell'ATAF ( Ma non hanno la possibilità di studiare al campo), rappresentano la speranza di un'etnia che soffre e chi pensa ad un'integrazione che tarda à concretizzarsi. Ma non hanno la possibilità di studiare al campo.

I Rom/Nomadi/Gitans sono poveri di sicurezze umane, costretti ogni giorno a fare i conti con la precarietà e l'incertezza del futuro. Proprio per questo approfondiscono il senso dell'ospitalità e della solidarietà e, contemporaneamente, si rafforzano nella fede e nella speranza.

Proprio per questo attendono gesti di ospitalità e di vera solidarietà senza cedere alla disperazione.

Dove è finita la solidarietà dei foggiani nella città di SS. Guglielmo e Pellegrino, di Genoveffa di Troia, di Padre Pio?

IL PRESIDENTE ACSI.
Habib SGHAIER.

ASSOCIAZIONE COMUNITA' STRANIERE IN ITALIA.
ASSOCIACION COMUNIDADES EXTRANJERAS EN ITALIA
ASSOCIACAO COMUNIDADES ETRANGERES da ITALIA
ASSOZIATION ITALIENSCHE GEMEINSCHAFTEN ETRANGERES
ASSOCIATION DES COMMUNAUTES ETRANGERES EN ITALIE
FOREIGN COMMUNITIES ASSOCIATION IN ITALY
SHOQATE KOMUNITET HUAJ NE ITALIA
ОБЕДИНЕНИЕ НА ЧУЖДЕСТРАННИТЕ ОБЩНОСТИ В ИТАЛИЯ
ОБЪЕДИНЕНИЕ ИННОСТРАННЫХ ОБЩНОСТЕЙ В ИТАЛИИ
ASOCIATIA COMUNITARIA A STRAINILOR IN ITALIA
Onlus

Via Federico Spera, 95/ 97 /99 – 71100 FOGGIA (Italy)
Tel. (39) 3497239108 - Fax:(39) 0881200015
Codice Fiscale - Partita IVA 01740400716 E-mail: “com.stran@yahoo.it

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Di Fabrizio (del 26/09/2010 @ 09:54:30, in Italia, visitato 2623 volte)

Segnalazione di Ernesto Rossi

Visita del Servizio Civile Internazionale al Terradeo

A Buccinasco, alle porte di Milano, è in corso da anni un avanzato esperimento, volto a consolidare l'inclusione sociale di un'ampia famiglia di Sinti lombardi (ex giostrai), già presenti nel Comune dal 1980, e ivi residenti dal 1991, benché qualcuno continui strumentalmente ad agitare il mito dei 'nomadi'. La sperimentazione ha coinvolto, in vent'anni, diverse Amministrazioni di diverso orientamento, le quali hanno mantenuto una costante positiva attenzione. Al punto che esiste in Comune un tavolo, presieduto da un assessore, per affrontare i problemi della comunità sinta. E vi è un finanziamento, disposto nel 2009 coi fondi del Ministero dell'Interno, e gestito dal Prefetto, per completare i lavori nel Quartiere Terradeo, come localmente si chiama il villaggio sinto.

Improvvisamente, in estate, questa vicenda è salita a pretestuosi onori di cronaca, a causa d'una interrogazione in Consiglio regionale, basata evidentemente su informazioni inesatte, sull'esistenza, in terreno di proprietà comunale, nel Parco Sud, di alcune casette di legno senza fondamenta (arditamente definite 'ville'!), in attesa di formale autorizzazione. Realizzate fra il 1994 e il 2004, documentate al Parco e alla Prefettura, su di esse, non certo per responsabilità dei sinti, ancora non è stato raggiunto un accordo di regolarizzazione, secondo le leggi vigenti, nonostante una procedura avviata più volte, dal centrosinistra e poi dal centrodestra.

L'area è stata assegnata con delibera (1994, centrodestra); vi è un contratto decennale tra famiglie e Comune, che prevede diritti e doveri dei contraenti (2005, centrosinistra); il campo è stato ampliato e ristrutturato secondo gli standard dei campeggi; la Provincia ha finanziato blocco servizi, collegamenti acquedotto e fogne.

La comunità è ben inserita, seguita da un'assistente sociale e da una sanitaria, oltre che dall'associazione creata da sinti e volontari. Non v'è nessun problema di convivenza, né di scolarizzazione (quest'anno due ragazzi alle superiori), quelli di salute sono nella norma; non c'erano quasi più nemmeno problemi di lavoro: ne sono tornati a causa della crisi, tanto che abbiamo avuto persino un cassintegrato. Pressoché unanime il sostegno delle forze politiche locali e di buona parte della popolazione.

Ma c'è chi vorrebbe caricare sulle spalle deboli d'una minoranza, spesso (ma non qui!) emarginata, il mancato risultato d'una serie di procedure avviate da anni da più amministrazioni, che senza inevitabili lungaggini burocratiche avrebbero già risolto il problema.

Che questo possa essere il principale problema di Buccinasco, può pensarlo solo chi chiude gli occhi su ben altre questioni. Ma forse molti italiani sono migliori di certi amministratori.

Buccinasco, 20.09.2010

"Apertamente di Buccinasco"
costituita il 13 novembre 2006, registrata a Milano l'8 marzo 2007, n.1753, serie 3. Codice fiscale 97459790156

info e documentazione e partecipazione a incontri, a disposizione di quanti ne facciano richiesta a:
Ernesto Rossi, Presidente, cell.3338628466, meg.rossi@tin.it - Augusto Luisi, Consigliere, cell.3355324525, luisibuc@gmail.com

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Di Fabrizio (del 26/09/2010 @ 22:48:26, in Italia, visitato 2290 volte)

Venerdì scorso, nel tardo pomeriggio,è stato recapitato da Agenti del Comando di Polizia Locale un provvedimento di espulsione dal campo comunale di via Idro alla quasi totalità delle persone regolarmente residenti, oltre un centinaio, tutti Rom italiani, che entro 48 ore dovrebbero abbandonare l'area in assenza di qualsiasi altra alternativa abitativa.

Il provvedimento, a firma del Direttore Centrale alle Politiche Sociale, Carmela Madafferi, una delle più chiacchierate Dirigenti dell'Amministrazione Comunale, in applicazione del Regolamento dei campi nomadi comunali, contesta ad alcune dei soggetti presenti la responsabilità di piccoli reati personali addirittura risalenti a 25 anni fa!!!, estendendo quindi gli effetti "previsti" a tutti gli appartenenti il nucleo familiare (ma i "reati" sono perseguibili, in genere dall'Autorità Giudiziaria…, personalmente o collettivamente nel nostro Paese???).

In pratica, da domani mattina, oltre cento persone, bambini che da anni frequentano le scuole della zone, adulti, anziani e ammalati dovrebbero abbandonare le case che abitano dall'inizio degli anni '90 (ma la loro permanenza in zona è attestata addirittura dai primi anni '70).

Chiediamo che la vicenda venga portata al più presto all'attenzione del Consiglio Comunale perché né sospenda l'esecutività e poi né disponga il ritiro.

Denunciamo uno degli atti di violenza amministrativa più grave che stia per essere commesso ai danni di cittadini milanesi, dalle conseguenze imprevedibili sul piano sociale e in palese contrasto con tutte le più elementari norme del diritto civile, inutile ad affrontare "l'emergenza nomadi" (che recentemente anche il Ministro degli Interni Maroni ha definito "conclusa"), indecente sul piano morale.

Chiediamo che venga fatta luce sugli interessi che gravitano sull'area in questione (quella di via Idro), i costi di realizzazione di eventuali nuove opere di "assistenza" e i beneficiari, poiché riteniamo che la "cacciata", ma qui sarebbe meglio dire la "deportazione" dei cittadini rom milanesi sia anche strettamente legata all'oscuro intreccio di interessi privati e pubblici, "caritatevoli" e non, ai danni dei soggetti più deboli della città.

Il Direttivo Opera Nomadi Milano

Associazione Opera Nomadi
Milano Onlus
Via De Pretis n. 13
0284891841 - 3393684212
20142 Milano
C.F. 97056140151
www.operanomadimilano.org
operanomadimilano@tiscali.it

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Di Fabrizio (del 27/09/2010 @ 09:02:49, in Europa, visitato 2232 volte)

Da Mundo_Gitano

Euronews.net Andalusia, la terra promessa dei Rom?

16/09/2010 - Sandra Heredia è consulente del lavoro presso l'organizzazione rom Hamuradi-Falaki di Siviglia. "Sono orgogliosa di essere Rom. Non dico "Salve, sono Sandra e sono Rom". Dico solo "Salve, sono Sandra". Anche se, sapete, è un nome abbastanza comune tra i Rom, così naturalmente sto dicendo loro che sono Rom e di solito la gente dice, "Davvero sei Rom?" Non dicono "Ma non sei abbastanza scura e vivi modernamente..." ma quasi...

Sandra Heredia, laureata in gestione aziendale, non si conforma agli stereotipi tanto dentro che fuori dalla sua comunità.

Le notizie sulle espulsioni di Rom dalla Francia ha provocato condanne unanimi dalle organizzazioni rom spagnole. Il 4 settembre, Sandra ha preso parte ad una manifestazione a Parigi, in rappresentazione delle donne rom qualificate in Spagna. Ha commentato: "E' stato incredibile, un'esperienza straordinaria perché stavamo dimostrando in rappresentanza del Consiglio Statale per i Rom.  Avevamo il nostro striscione, e la bandiera spagnola, così la gente si avvicinava e ci chiedeva perché eravamo lì. Abbiamo marciato da Rue de la République a Place de la Bastille. La gente ci ringraziava per essere lì, per averli appoggiati."

Anche Manuel García Rondón, Segretario Generale di "Unión Romaní" era lì: "Siamo spaventati. Siamo in disaccordo con l'atteggiamento di Nicolas Sarkozy e del governo francese, ma per me la cosa peggiore è che ciò sta accadendo in un paese che si autodefinisce patria della democrazia... fraternité, egalité et liberté. Ed il problema non è l'essere Rom in sé, è l'essere poveri."

La prima menzione documentata dei Rom in Spagna data dal 1425. Attualmente si stima che oltre mezzo milione dia Spagnoli siano di etnia Rom. Circa il 40% di loro vive in Andalusia.

Manuel García Rondón ha detto: "Per i Rom, l'Andalusia è la terra promessa. La chiave di ciò è la coabitazione, la mutua comprensione tra i due gruppi della popolazione. Grazie a questo, abbiamo eliminato tutte le barriere e viviamo fianco a fianco."

L'Andalusia è sempre stato un punto di incontro per civiltà e culture: Rom, Arabi, Ebrei ed altri hanno contribuito all'identità della regione. Sia le facce che la musica riflettono questo mix.

Come dappertutto, nel passato i Rom non erano sempre benvenuti sul suolo spagnolo. Ma le politiche recenti si sono focalizzate nell'aiutare i Rom e specificatamente identificare i loro bisogni. Ora la sfida è di  costruire sulla tolleranza per raggiungere una vera integrazione.

Ana Gómez è Direttrice Generale dei Servizi Sociali in Andalusia. "La chiave del successo è di avere politiche in atto che via via promuovano l'accesso ai diritti e ai doveri, come tutti gli altri cittadini e tutti gli altri Andalusi."

I Rom arrivarono in Spagna in un'altra era, un altro contesto politico, economico e sociale... Ma l'esperienza spagnola può servire altrove come esempio?

Juan Manuel Reyes, direttore regionale della "Fundation Secretariado Gitano" ha detto a Euronews: "Questa politica è esportabile? Certamente, qui, la filosofia e la partecipazione dei Rom nelle pubbliche amministrazioni è notevole. Ed infatti penso che sempre più l'Europa stia guardando alla Spagna nel progettare politiche di sostegno all'integrazione dei Rom. Ci sono stati grandi progressi negli ultimi cinque anni, specialmente riguardo al loro accesso ai beni e ai servizi, alloggio, istruzione e lavoro. E di cui, naturalmente, hanno beneficiato la maggior parte dei Rom, anche se ci sono ancora alcuni grossi problemi da risolvere."

Da 75 anni El Vacie, a pochi minuti dal centro di Siviglia, è la più antica baraccopoli d'Europa. Quando venne qui Francisco Franco, promise alloggi decenti per gli abitanti. Ma dopo decenni di delusioni, 900 Rom vivono ancora là.

Uno di loro, Lole del Campo, ci ha detto: "Appena dici di essere di El Vacie, non ti daranno lavoro, e ho passato gli esami. Ho il mio CV, ma è inutile. Non mi daranno un lavoro solo a causa di dove vivo."

Alcuni dei Rom qui sono nuovi arrivati dall'Europa orientale. Ma le autorità andaluse, determinate a sradicare tutte le baraccopoli, non autorizzeranno ulteriori costruzioni.

Dice un altro residente: "Voglio essere chiaro, non li vedo come fratelli. Ma sono Rom come loro. E loro hanno gli stessi miei diritti. E ho un posto e una baracca - anche loro hanno il diritto di vivere."

Di martedì e venerdì la polizia rastrella la baraccopoli cercando nuove capanne, di solito costruite da europei dell'est. Lo scopo è di sradicare le rimanenti baraccopoli in Andalusia, e di evitare che ne vengano costruite altre. Ma come vengono smantellate, così sono ricostruite. Ed il governo regionale comprende di non aver ancora trovato una soluzione permanente per i Rom dell'est.

Espulsa in varie occasioni, la famiglia Mihalache ha un permesso speciale per fermare qui la sua roulotte. Sono in Spagna da quattro anni, in Siviglia gli ultimi due. Qualche mese fa, il padre ha trovato lavoro come meccanico e le tre figlie ora vanno a scuola.

Spiega Petru Mihalache: "In Romania non abbiamo niente, così per guadagnare qualcosa tutti vengono in Spagna, Francia o Italia."

Sua moglie Patrita aggiunge: "Molti vengono nonostante il sistema delle quote, per far soldi, per curare i bambini, e per mandarli a scuola. Per costruire o ricostruire una casa perché ci sono stati così tanti alluvioni."

Una delle loro figlie, Crina Mariana Mihalache, commenta: "In Romania non possiamo lavorare. Là non abbiamo case, neanche qui. Ma ora mio padre ha un lavoro e ci va ogni giorno."

La famiglia Mihalache ha avuto l'appoggio dell'organizzazione spagnola Romani Unión che ha installato un centro informazioni per la comunità. José vi ci si reca regolarmente per vedere cosa stanno facendo.

Dice: "La Romani Unión è al 100% un'entità rom e considera il popolo rom come universale. Così quando vediamo questa crescente migrazione dall'est dell'Europa, capiamo che questi nuovi arrivati hanno specifici bisogni. I collegamenti tra tutti i Rom significano che dobbiamo aiutarli, dobbiamo intervenire per migliorare il loro standard di vita."

Ma Manuel García Rondón è convinto che il momento migliore per i Rom debba ancora arrivare. "L'Europa sta invecchiando e ci sono 12 milioni di Rom in Europa. Siamo un popolo molto, molto giovane. Ed avranno bisogno di noi per lavorare. Così dovranno trattarci equamente perché molto presto avranno bisogno di noi... Per favore, non siate tirchi con noi."

E così lasciamo qui i Rom di Siviglia. La prossima puntata della serie sui Rom verrà dall'Ungheria, nel cuore dell'Europa.

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