Da
Mundo_Gitano
Euronews.net Andalusia, la terra promessa dei Rom?
16/09/2010 - Sandra Heredia è consulente del lavoro presso l'organizzazione
rom Hamuradi-Falaki di Siviglia. "Sono orgogliosa di essere Rom. Non dico
"Salve, sono Sandra e sono Rom". Dico solo "Salve, sono Sandra". Anche se,
sapete, è un nome abbastanza comune tra i Rom, così naturalmente sto dicendo
loro che sono Rom e di solito la gente dice, "Davvero sei Rom?" Non dicono "Ma
non sei abbastanza scura e vivi modernamente..." ma quasi...
Sandra Heredia, laureata in gestione aziendale, non si conforma agli
stereotipi tanto dentro che fuori dalla sua comunità.
Le notizie sulle espulsioni di Rom dalla Francia ha provocato condanne
unanimi dalle organizzazioni rom spagnole. Il 4 settembre, Sandra ha preso parte
ad una manifestazione a Parigi, in rappresentazione delle donne rom qualificate
in Spagna. Ha commentato: "E' stato incredibile, un'esperienza straordinaria
perché stavamo dimostrando in rappresentanza del Consiglio Statale per i Rom.
Avevamo il nostro striscione, e la bandiera spagnola, così la gente si
avvicinava e ci chiedeva perché eravamo lì. Abbiamo marciato da Rue de la
République a Place de la Bastille. La gente ci ringraziava per essere lì, per
averli appoggiati."
Anche Manuel García Rondón, Segretario Generale di "Unión Romaní" era lì:
"Siamo spaventati. Siamo in disaccordo con l'atteggiamento di Nicolas Sarkozy e
del governo francese, ma per me la cosa peggiore è che ciò sta accadendo in un
paese che si autodefinisce patria della democrazia... fraternité, egalité et
liberté. Ed il problema non è l'essere Rom in sé, è l'essere poveri."
La prima menzione documentata dei Rom in Spagna data dal 1425. Attualmente si
stima che oltre mezzo milione dia Spagnoli siano di etnia Rom. Circa il 40% di
loro vive in Andalusia.
Manuel García Rondón ha detto: "Per i Rom, l'Andalusia è la terra promessa.
La chiave di ciò è la coabitazione, la mutua comprensione tra i due gruppi della
popolazione. Grazie a questo, abbiamo eliminato tutte le barriere e viviamo
fianco a fianco."
L'Andalusia è sempre stato un punto di incontro per civiltà e culture: Rom,
Arabi, Ebrei ed altri hanno contribuito all'identità della regione. Sia le facce
che la musica riflettono questo mix.
Come dappertutto, nel passato i Rom non erano sempre benvenuti sul suolo
spagnolo. Ma le politiche recenti si sono focalizzate nell'aiutare i Rom e
specificatamente identificare i loro bisogni. Ora la sfida è di costruire
sulla tolleranza per raggiungere una vera integrazione.
Ana Gómez è Direttrice Generale dei Servizi Sociali in Andalusia. "La chiave
del successo è di avere politiche in atto che via via promuovano l'accesso ai
diritti e ai doveri, come tutti gli altri cittadini e tutti gli altri Andalusi."
I Rom arrivarono in Spagna in un'altra era, un altro contesto politico,
economico e sociale... Ma l'esperienza spagnola può servire altrove come
esempio?
Juan Manuel Reyes, direttore regionale della "Fundation Secretariado Gitano"
ha detto a Euronews: "Questa politica è esportabile? Certamente, qui, la
filosofia e la partecipazione dei Rom nelle pubbliche amministrazioni è
notevole. Ed infatti penso che sempre più l'Europa stia guardando alla Spagna
nel progettare politiche di sostegno all'integrazione dei Rom. Ci sono stati
grandi progressi negli ultimi cinque anni, specialmente riguardo al loro accesso
ai beni e ai servizi, alloggio, istruzione e lavoro. E di cui, naturalmente,
hanno beneficiato la maggior parte dei Rom, anche se ci sono ancora alcuni
grossi problemi da risolvere."
Da 75 anni El Vacie, a pochi minuti dal centro di Siviglia, è la più antica
baraccopoli d'Europa. Quando venne qui Francisco Franco, promise alloggi decenti
per gli abitanti. Ma dopo decenni di delusioni, 900 Rom vivono ancora là.
Uno di loro, Lole del Campo, ci ha detto: "Appena dici di essere di El Vacie,
non ti daranno lavoro, e ho passato gli esami. Ho il mio CV, ma è inutile. Non
mi daranno un lavoro solo a causa di dove vivo."
Alcuni dei Rom qui sono nuovi arrivati dall'Europa orientale. Ma le autorità
andaluse, determinate a sradicare tutte le baraccopoli, non autorizzeranno
ulteriori costruzioni.
Dice un altro residente: "Voglio essere chiaro, non li vedo come fratelli. Ma
sono Rom come loro. E loro hanno gli stessi miei diritti. E ho un posto e una
baracca - anche loro hanno il diritto di vivere."
Di martedì e venerdì la polizia rastrella la baraccopoli cercando nuove
capanne, di solito costruite da europei dell'est. Lo scopo è di sradicare le
rimanenti baraccopoli in Andalusia, e di evitare che ne vengano costruite altre.
Ma come vengono smantellate, così sono ricostruite. Ed il governo regionale
comprende di non aver ancora trovato una soluzione permanente per i Rom
dell'est.
Espulsa in varie occasioni, la famiglia Mihalache ha un permesso speciale per
fermare qui la sua roulotte. Sono in Spagna da quattro anni, in Siviglia gli
ultimi due. Qualche mese fa, il padre ha trovato lavoro come meccanico e le tre
figlie ora vanno a scuola.
Spiega
Petru Mihalache: "In Romania non abbiamo niente, così per guadagnare qualcosa
tutti vengono in Spagna, Francia o Italia."
Sua moglie Patrita aggiunge: "Molti vengono nonostante il sistema delle
quote, per far soldi, per curare i bambini, e per mandarli a scuola. Per
costruire o ricostruire una casa perché ci sono stati così tanti alluvioni."
Una delle loro figlie, Crina Mariana Mihalache, commenta: "In Romania non
possiamo lavorare. Là non abbiamo case, neanche qui. Ma ora mio padre ha un
lavoro e ci va ogni giorno."
La famiglia Mihalache ha avuto l'appoggio dell'organizzazione spagnola Romani Unión
che ha installato un centro informazioni per la comunità. José vi ci si reca
regolarmente per vedere cosa stanno facendo.
Dice: "La Romani Unión è al 100% un'entità rom e considera il popolo rom come
universale. Così quando vediamo questa crescente migrazione dall'est
dell'Europa, capiamo che questi nuovi arrivati hanno specifici bisogni. I
collegamenti tra tutti i Rom significano che dobbiamo aiutarli, dobbiamo
intervenire per migliorare il loro standard di vita."
Ma Manuel García Rondón è convinto che il momento migliore per i Rom debba
ancora arrivare. "L'Europa sta invecchiando e ci sono 12 milioni di Rom in
Europa. Siamo un popolo molto, molto giovane. Ed avranno bisogno di noi per
lavorare. Così dovranno trattarci equamente perché molto presto avranno bisogno
di noi... Per favore, non siate tirchi con noi."
E così lasciamo qui i Rom di Siviglia. La prossima puntata della serie sui
Rom verrà dall'Ungheria, nel cuore dell'Europa.