Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 06/07/2008 @ 09:49:17, in Europa, visitato 2006 volte)
Da Slovak_Roma
3 luglio 2008, Budapest, Madrid, Ostrava, Praga: Oggi, una coalizione comprendente Donne Danneggiate dalla Sterilizzazione, Centro Europeo per i Diritti dei Rom (ERRC) e Fondo Sviluppo per la Pace hanno lanciato una campagna globale per ottenere supporto alle donne Romani vittime di pratiche di sterilizzazione forzata nella Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia. La campagna è sostenuta dal Programma di Sanità Pubblica dell'Open Society Institute e dall'Heinrich Boll Stiftung di Varsavia.
I governi interessati hanno mancato di reagire, attraverso scuse pubbliche e compensazioni per i danni inflitti alle donne Romani, a 5 anni di richieste da parte degli avvocati e dei gruppi di appoggio delle vittime. Oggi, le sopravissute ed i loro avvocati chiedono ai movimenti per i diritti umani globali di rafforzare i loro sforzi per assicurare la giustizia, iniziando dal Congresso Mondiale Femminile 2008 a Madrid dal 3 al 9 di luglio, dove saranno presentati gli argomenti più pressanti sui diritti femminili di tutto il mondo.
La campagna include una tavola di discussione sulle pratiche di sterilizzazione forzata nell'Europa Centrale condotta dalle sopravissute ed i loro avvocati, come pure una campagna di lettere inviate alle autorità della Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia, che chiedono ai rispettivi governi di riconoscere l'estrema violazione dei diritti umani perpetrata sul loro territorio e per assicurare scuse e compensazioni alle sopravissute.
Date chiave:
- Dal 3 al 9 luglio la Coalizione condurrà una serie di incontri con le organizzazioni Romani attraverso la Spagna e terrà interviste su varie radio e televisioni, distribuirà stampati informativi e lettere e cartoline degli avvocati da spedire ai responsabili governativi.
- Il 4 luglio la Coalizione distribuirà opuscoli informativi e legali a Madrid e Budapest (Godor Klub, 14:00 – 18:00 PM).
- Il 5 luglio la Coalizione ospiterà una tavola di discussione sulle pratiche di sterilizzazione forzata delle donne ed i loro avvocati per far crescere la consapevolezza nel movimento femminile ed iniziare uno sforzo di lobbying globale (16:30, Universidad Complutense de Madrid (España), habitación ODO-Fernando del Rio, Facultad de Odontología, Ciudad Universitaria).
- Il 6 luglio donne del Gruppo delle Donne Danneggiate dalla Sterilizzazione distribuiranno a Ostrava lettere e cartoline degli avvocati da sottomettere al Governo Ceco.
Dite ai governi coinvolti che è tempo di agire. Appoggiate le sopravissute Romani alla sterilizzazione forzata nella Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia inviando lettere e cartoline, disponibili sul sito ERRC in inglese, spagnolo, ceco, ungherese e slovacco.
Per aggiornamenti sul nostro lavoro al Congresso di Madrid, opuscoli e lettere/cartoline, prego visitate il sito ERRC http://www.errc.org/cikk.php?cikk=2965
Comunicateci di aver spedito lettere o cartoline, o se appoggiate in altro modo la campagna, e aggiungetevi ai nostri supporter scrivendoci a: compensation.now@errc.org
Per ulteriori informazioni o interviste, contattate prego: Group of Women Harmed by Sterilisation: *Elena Gorolova (Czech, Romanes), elena.gorolova@seznam.cz European Roma Rights Centre: *Anita Danka (Hungarian, English), Staff Attorney, anita.danka@errc.org *Ostalinda Maya (Spanish, English), Women’s Rights Consultant, ostalinda@gmail.com *Monika Pacziga (Hungarian, English), Women’s Rights Officer, monika.pacziga@errc.org Peacework Development Fund: *Gwendolyn Albert (Czech, English), Director of Women’s Initiatives Network, gwendolyn.albert@gmail.com
Durante il Congresso, le rappresentanti possono essere raggiunte ai seguenti numeri di telefono: +34.627.212.118 o +36.20.398.8303 o +420.774.895.444.
Oppure, potete contattare gli uffici ERRC:: +36.1.413.2200.
--- Il Centro Europeo per i Diritti dei Rom è un'organizzazione di pubblico interesse che monitora la situazione sui diritti umani dei Rom e fornisce difesa legale in caso di abuso dei diritti umani. Per ulteriori informazioni sul Centro Europeo per i Diritti dei Rom, visitate http://www.errc.org/
Per dare appoggio a ERRC, http://www.errc.org/cikk.php?cikk=2735
European Roma Rights Centre 1386 Budapest 62 P.O. Box 906/93 Hungary Tel: +36.1.413.2200 Fax: +36.1.413.2201
Di Fabrizio (del 09/07/2008 @ 08:46:19, in Europa, visitato 1451 volte)
Da
Roma_Benelux
La Commissione Europea preconizza un'azione comune contro l'esclusione dei
Rom
Reference: IP/08/1072 Date: 02/07/2008 - IP/08/1072 - Bruxelles, 2 luglio 2008
Milioni di Europei di origine rom sono oggetto di una discriminazione
persistente - tanto individuale che istituzionale - e di un'esclusione sociale
di grande ampiezza, afferma la Commissione Europea in un nuovo rapporto
pubblicato oggi. Sono in atto gli attrezzi per migliorare questa situazione, ma
occorre che l'Unione Europea (UE), gli Stati membri e la società civile uniscano
le loro forze in vista di un coordinamento efficace dei loro sforzi. Il rapporto
presentato in questi giorni costituisce una risposta alla domanda formulata dai
dirigenti UE nel dicembre 2007, che metteva sotto esame le politiche e gli
strumenti esistenti nella UE per migliorare l'inclusione dei Rom.
"I cittadini rom formano una delle principali minoranze etniche delle UE.
Troppo spesso, tuttavia, sono i dimenticati d'Europa", ha dichiarato Vladimír
Spidla, commissario europeo per le pari opportunità, prima di aggiungere:
"Subiscono una discriminazione persistente ed un'esclusione sociale di grande
ampiezza. L'Unione ed i suoi Stati membri condividono la responsabilità di
mettere fine a questa situazione. Gli attrezzi necessari esistono - sta a noi
utilizzarli più efficacemente."
Secondo il 77% degli Europei, i Rom sono svantaggiati nella società, alla
stregua dei portatori di handicap (79%).
Nella relazione, si conclude con "l'esistenza di un insieme solido di
strumenti legislativi, finanziari e di coordinamento delle politiche ed
all'aumentato ricorso a questi strumenti, di cui l'applicazione negli Stati
membri resta tuttavia lacunosa. I Fondi strutturali europei - tra cui i Fondi
sociali europei (FSE) - e gli strumenti di preadesione giocano un ruolo cruciale
per vincere l'esclusione. Così, tra il 2000 ed il 2006, 275 milioni di euro
provenienti dal FSE sono stati consacrati a progetti specialmente destinati ai
Rom, un miliardo supplementare di euro è andato a gruppi vulnerabili, tra cui i
Rom. In questa materia, la riuscita dipende da un coordinamento forte ed
efficace e dalla piena partecipazione della società civile all'elaborazione,
all'esecuzione ed al controllo dell'azione comunitaria.
I precisi poteri conferiti alla UE in materia di lotta contro la
discriminazione hanno permesso di legiferare (direttiva 2000/43/CE in materia di
uguaglianza di trattamento senza distinzione di razza od origine etnica) e di
assicurare la trasposizione corretta del diritto comunitario. La maggior parte
delle materie essenziali per l'integrazione dei Rom sollevano tuttavia in primo
luogo la competenza degli Stati membri (scolarizzazione, lavoro, integrazione
sociale, per esempio). In questi campi, l'Unione può solamente coordinare le
politiche degli Stati membri e sostenere la loro applicazione, in mezzo, tra gli
altri, dei Fondi strutturali.
La relazione è dedicata all'esame degli strumenti - la legislazione, la
politica di coesione e le azioni di lotta contro la discriminazione
(informazione, sensibilizzazione, cooperazione con la società civile) - ed i
settori d'azione più importanti per l'integrazione dei Rom: impiego,
integrazione sociale, scolarizzazione, sanità pubblica, allargamento e
l'uguaglianza tra uomini e donne. Bilancio degli strumenti e delle politiche
esistenti, questo documento ha ugualmente permesso di rilevare una serie di
insegnamenti permettendo un'utilizzazione più efficace del quadro attuale.
Completa la nuova strategia di lotta contro la discriminazione elaborata
dalla Commissione nel prolungamento dell'Anno europeo per le pari opportunità
per tutti (2007) ed esposta in una comunicazione adottata ugualmente oggi
(IP/08/1071). Questi due documenti saranno esaminati in occasione del vertice
europeo sui Rom che si terrà a Bruxelles il 16 settembre 2008.
IP/08/1070: La Commissione propone un ordine del giorno rinnovato per dare ai
cittadini gli strumenti e l'aiuto di cui hanno bisogno nell'Europa del XXI
secolo.
MEMO/08/462
Documento di lavoro dei servizi della Commissione: gli strumenti e le
politiche comunitarie in favore dell'integrazione dei Rom
http://ec.europa.eu/social/BlobServlet?docId=481&langId=fr
Communicazione: "Non-discriminazione e pari opportunità: un impegno rinnovato"
http://ec.europa.eu/social/BlobServlet?docId=486&langId=fr
Per informazioni più ampie, consultare i seguenti documenti:
Eurobarometro speciale n° 296, La discriminazione nell'Unione Europea
http://ec.europa.eu/public_opinion/archives/eb_special_en.htm
Flash Eurobarometro n° 232:
http://ec.europa.eu/public_opinion/flash/fl_232_fr.pdf
Sito della Commissione Europea dedicato ai Rom:
http://ec.europa.eu/employment_social/fundamental_rights/roma/index_fr.htm
Video comunicati stampa dedicati alla discriminazione fondata sull'handicap ed i
Rom
http://ec.europa.eu/avservices/video/video_prod_fr.cfm?type=detail&prodid=6383&src=1
http://ec.europa.eu/avservices/video/video_prod_fr.cfm?type=detail&prodid=6384&src=1
Di Fabrizio (del 10/07/2008 @ 09:15:10, in Europa, visitato 1708 volte)
Da
Roma_Daily_News
3 luglio 2008
Anche se la discriminazione in generale è decresciuta nel continente europeo
durante gli ultimi anni, la discriminazione basata sull'origine etnica è ancora
percepita come estesa, con i Rom in particolare affrontano alti livelli di
pregiudizio, secondo una notizia di Eurobarometro.
Tra le sei categorie investigate (disabilità, età, genere, origine etnica,
religione ed orientamento sessuale), la discriminazione su base di origine
etnica è percepita come la più estesa tra gli Europei ed è considerata essere un
problema più grande di quanto fosse cinque anni fa.
Mentre la discriminazione basata su età, disabilità, religione e genere
sembra essere scesa, quasi la metà degli intervistati (48%) dicono che la
discriminazione etnica sta peggiorando.
Questo è particolarmente il caso dei Paesi Bassi, dove il 71% degli
intervistati hanno detto che la situazione è deteriorata. Ora circa quattro
persone su cinque dicono che la discriminazione è estesa e più di uno su cinque
lo ha testimoniato di persona. La situazione è percepita come peggiore in
Danimarca (69%), Ungheria (61%), Italia (58%) e Belgio (56%), mentre i cittadini
di
Polonia (17%), Lituania (20%), Cipro (23%) and Lettonia (25%) sono più ottimisti
riguardo la situazione nel loro paese rispetto a cinque anni fa.
L'omofobia è tuttora forte
La discriminazione su base dell'orientamento sessuale è vista come la seconda
più comune forma di discriminazione nella UE, con il 51% degli intervistati che
la considerano diffusa. La situazione è peggiore a Cipro, in Grecia ed in
Italia, con circa tre quarti degli intervistati che dicono che l'omofobia è
comune. Ma anche il
Portogallo (65%) e la Francia (59%) sono generalmente percepiti come omofobici.
L'omofobia meno diffusa si vede nei nuovi stati membri, come la Bulgaria (20%),
la Repubblica Ceca (27%), la Slovacchia (30%) e l'Estonia (32%).
Diritti dei cittadini?
La ricerca mostra anche che più della metà degli Europei non conosce i propri
diritti (53%) e potrebbe diventare vittima di discriminazioni o fastidi. In
media, solo un terzo degli intervistati ha detto di essere informato sui propri
diritti. Anche se i cittadini in Finlandia (62%), Malta (49%) e Slovenia (44%)
appaiono essere più informati, i livelli sono molto più bassi in Austria (18%) e Bulgaria (17%).
Rom - categoria speciale
Mentre la media degli Europei dice di trovarsi comoda avendo come vicino
qualcuno di differente origine etnica (con una media di 8,1 su una scala da uno
a dieci, con dieci intervistati "totalmente comodi" ed uno "molto scomodo"), la
situazione è completamente differente quando si tratta di avere vicino un Rom.
Nella Repubblica Ceca come in Italia, quasi la metà degli intervistati (47%) si
troverebbe scomoda (media Ceca 3,7, media Italiana 4,0). Questo è anche il caso
di Irlanda (40%; 4,8), Slovacchia (38%;
4,5), Bulgaria (36%; 4,8) e Cipro (34%; 5,6).
La Commissione invita ad una risposta unitaria
Come parte del pacchetto sociale principale presentato ieri (2 luglio), la
Commissione Europea ha pubblicato anche un rapporto intitolato: "L'esclusione
Rom richiede una risposta unitaria," che guarda ai diversi strumenti disponibili
per l'azione della UE per ottenere una migliore inclusione dei Rom.
Esso identifica diverse aree chiave per azioni, inclusa l'istruzione, la
sanità pubblica e l'uguaglianza di genere. Il documento sarà discusso al Summit
Rom Europei che avrà luogo a Bruxelles il 16 settembre 2008. "I Rom sono una
delle più grandi minoranze etniche nella UE, ma troppo spesso sono i cittadini
dimenticati d'Europa," dice il Commissario per le Pari Opportunità Vladimír Špidla. "Affrontano
persistente discriminazione ed ampia esclusione sociale. La UE hanno una
responsabilità comune nel terminare questa situazione. Abbiamo gli strumenti per
compiere il lavoro - ora dobbiamo usarli più efficacemente."
Links:
Eubarometer:
Discrimination in the European Union: Perceptions, Experiences and
Attitudes
European Commission:
Roma exclusion requires joint response, says EC report
Di Fabrizio (del 10/07/2008 @ 17:29:38, in Europa, visitato 1564 volte)
Da
Radionetherland
By Vanessa Mock in Strasbourg 10-07-2008
Il ministro italiano degli interni, Roberto Maroni, dice che la misura è
disegnata per "prevenire fenomeni come l'accattonaggio". Ma i critici ritengono
che la minoranza zingara sia stata ingiustamente oggetto del nuovo governo di
destra guidato dal Primo Ministro Silvio Berlusconi.
La Commissione Europea ha chiesto un'indagine sulle misure.
Contemporaneamente, il Parlamento Europeo ha appena adottato una risoluzione che
chiede al Governo Italiano di fermare i suoi piani. Il Parlamento Europeo dice
che è inaccettabile "violare i diritti fondamentali [degli zingari] e
criminalizzarli."
Database etnico
La parlamentare italiana Monica Frassoni (Verdi) ritiene che le
autorità abbiano già iniziato a creare banche dati sugli zingari che vivono
nei campi attorno alle maggiori città. Ammonisce che questo vìola le leggi
europee.
"il punto è che il governo italiano ha rilasciato un decreto
obbligando tutti quelli che vivono nei campi - normalmente zingari - ad
essere archiviati e dicendo da dove arrivino e quale origine etnica abbiano.
Anche quale sia la loro religione, cosa che è assolutamente proibita dalle
nostre leggi. Questo significa realmente creare un database su origine
etnica. Questa è la ragione per cui ci focalizziamo su questo: perché c'è
una contraddizione diretta con la legislazione europea".
Il Commissario Europeo alla Giustizia Jacques Barrot sottolinea che l'Italia
ha promesso di inviare un rapporto dettagliato sui propri piani entro la fine di
luglio.
"E' importante per me che ci sia un'indagine estremamente precisa e
chiara,"
dice. Ma il Commissario dice anche che gli è stato assicurato dal ministro
Maroni che l'agenzia infantile delle Nazioni Unite, l'UNICEF, appoggia il piano
controverso. Questo perché le impronte digitali aiuterebbero ad assicurare che i
bambini Rom vadano a scuola e ricevano l'assistenza sociale.
Facile Bersaglio
Ma Juan de Dios Ramírez-Heredia, presidente della Union Romani della vicina
Spagna, dice che le misure sono in primo luogo collegate alle promesse di
sconfiggere il crimine. Queste promesse sono un elemento chiave della campagna
che hanno riportato Berlusconi al potere all'inizio dell'anno. Il Primo Ministro
ha anche fatto un collegamento esplicito tra il crescere del tasso di
criminalità ed il grande numero di Rom che vivono in Italia.
"Ha vinto sfruttando la paura pubblica sul crescere dell'insicurezza
in Italia. La paura è stata incanalata verso gli zingari, che sono una
minoranza invisibile."
Juan de Dios Ramírez-Heredia aggiunge che i più deboli della società sempre
"finiscono per pagare il prezzo delle politiche anti-migratorie".
Frassoni dice che ora è dovere dell'Europa di agire.
" Non sono neppure sicura che sarà abbastanza, ma la UE è una comunità
di diritti e valori e dobbiamo fare questo oppure saremo mostrati come
totalmente inutili".
Petizione
Nel contempo, oltre 100 membri del Parlamento Europeo - inclusi i leader dei
gruppi parlamentari - mercoledì hanno aggiunto le proprie impronte ad una
petizione di protesta contro la politica italiana.
"Questo è un forte atto politico che intende chiedere una fine immediata a
questa azione,"
ha detto Giusto Catania, parlamentare italiano comunista che ha organizzato
la protesta.
Di Fabrizio (del 10/07/2008 @ 18:24:16, in Europa, visitato 1547 volte)
Da
Luciano Muhlbauer
Riportiamo qui di seguito il comunicato stampa ufficiale del Parlamento
Europeo, relativo all’odierna approvazione della risoluzione contro il
rilevamento delle impronte digitali ai rom in Italia:
"A seguito dell'acceso dibattito in Aula del 7 luglio scorso, il Parlamento
ha adottato con 336 voti favorevoli, 220 contrari e 77 astensioni una
risoluzione sostenuta da PSE, ALDE, Verdi/ALE e GUE/NGL che esorta le
autorità italiane "ad astenersi dal procedere alla raccolta delle impronte
digitali dei rom, inclusi i minori, e dall’utilizzare le impronte digitali
già raccolte, in attesa dell'imminente valutazione delle misure previste
annunciata dalla Commissione". Ritiene infatti che ciò "costituirebbe
chiaramente un atto di discriminazione diretta fondata sulla razza
e l’origine etnica, vietato dall'articolo 14 della Convenzione europea dei
diritti dell’uomo, e per di più un atto di discriminazione tra i cittadini
dell’UE di origine rom o nomadi e gli altri cittadini, ai quali non viene
richiesto di sottoporsi a tali procedure".
Più in particolare, i deputati ritengono "inammissibile" che, con
l'obiettivo di proteggere i bambini, questi ultimi "vedano i propri diritti
fondamentali violati e vengano criminalizzati". Sostengono, invece, che "il
miglior modo per proteggere i diritti dei bambini rom sia di
garantire loro parità di accesso a un’istruzione, ad alloggi e a
un’assistenza sanitaria di qualità, nel quadro di politiche di inclusione e
di integrazione, e di proteggerli dallo sfruttamento". Conpidono inoltre
la posizione della Commissione, secondo cui questi atti costituirebbero una
violazione del pieto di discriminazione diretta e indiretta, prevista
dalla direttiva UE n. 2000/43/CE che attua il principio della parità di
trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall'origine
etnica, sancito dal trattato. Osservano peraltro che i rom sono "uno dei
principali bersagli del razzismo e della discriminazione", come dimostrato
"dai recenti casi di attacchi e aggressioni ai danni di rom in Italia e
Ungheria.
Il Parlamento invita inoltre la Commissione "a valutare
approfonditamente le misure legislative ed esecutive adottate dal
governo italiano per verificarne la compatibilità con i trattati dell’UE e
il diritto dell’UE". Esprime poi preoccupazione per il fatto che, a seguito
della dichiarazione dello stato di emergenza, i Prefetti, cui è stata
delegata l’autorità dell’esecuzione di tutte le misure, inclusa la raccolta
di impronte digitali, "possano adottare misure straordinarie in deroga alle
leggi", sulla base di una legge riguardante la protezione civile in caso di
"calamità naturali, catastrofi o altri eventi", "che non è adeguata o
proporzionata a questo caso specifico". I deputati si dicono anche
preoccupati riguardo all’affermazione - contenuta nei decreti amministrativi
e nelle ordinanze del governo italiano - secondo cui la presenza di campi
rom attorno alle grandi città costituisce di per sé una grave emergenza
sociale, con ripercussioni sull'ordine pubblico e la sicurezza, che
giustificano la dichiarazione di uno "stato d'emergenza" per 12 mesi.
Più in generale, il Parlamento chiede a tutti gli Stati membri
di rivedere e abrogare le leggi e le politiche che discriminano i rom sulla
base della razza e dell’origine etnica, direttamente o indirettamente, e
sollecita Consiglio e Commissione a monitorare l’applicazione dei trattati
dell’UE e delle direttive dell’UE sulle misure contro la discriminazione e
sulla libertà di circolazione, al fine di "assicurarne la piena e coerente
attuazione". Ribadisce, infatti, che "le politiche che aumentano
l'esclusione non saranno mai efficaci nella lotta alla criminalità e non
contribuiranno alla prevenzione della criminalità e alla sicurezza". Invita
poi gli Stati membri a intervenire a tutela dei minori non accompagnati
soggetti a sfruttamento, "di qualsiasi nazionalità essi siano". Inoltre,
sostengono che, laddove l'identificazione di tali minori sia necessaria, gli
Stati membri dovrebbero effettuarla, caso per caso, attraverso procedure
ordinarie e non discriminatorie e "nel pieno rispetto di ogni garanzia e
tutela giuridica".
Il Parlamento, condanna "totalmente e inequivocabilmente" tutte le forme di
razzismo e discriminazione cui sono confrontati i rom e altri considerati
"zingari" e invita il Consiglio e la Commissione a rafforzare
ulteriormente le politiche dell’UE riguardanti i rom, lanciando una
strategia dell’UE per i rom volta "a sostenere e promuovere azioni e
progetti da parte degli Stati membri e delle ONG connessi all’integrazione e
all’inclusione dei rom, in particolare dei bambini". Invita inoltre la
Commissione e gli Stati membri "a varare normative e politiche di sostegno
alle comunità rom, promuovendone al contempo l’integrazione in tutti gli
ambiti, e ad avviare programmi contro il razzismo e la discriminazione nelle
scuole, nel mondo del lavoro e nei mezzi di comunicazione e a rafforzare lo
scambio di competenze e di migliori pratiche".
In tale contesto, ribadisce l’importanza di sviluppare strategie a livello
dell’UE e a livello nazionale, avvalendosi pienamente delle
opportunità offerte dai fondi dell’UE, di abolire la segregazione
dei rom nel campo dell’istruzione, di assicurare ai bambini rom parità di
accesso a un’istruzione di qualità (partecipazione al sistema generale di
istruzione, introduzione di programmi speciali di borse di studio e
apprendistato). Ma anche di assicurare e migliorare l’accesso dei rom ai
mercati del lavoro, di assicurare la parità di accesso all’assistenza
sanitaria e alle prestazioni previdenziali, di combattere le pratiche
discriminatorie in materia di assegnazione di alloggi e di rafforzare la
partecipazione dei rom alla vita sociale, economica, culturale e politica".
Di Fabrizio (del 12/07/2008 @ 08:52:38, in Europa, visitato 1797 volte)
Da
Roma_Daily_News
Riporta La Repubblica nell'edizione online, che i cittadini Europei
più infastiditi dalla presenza dei Rom sono gli Italiani, seguiti soltanto dai
Cechi, secondo i dati rivelati da una ricerca di Euro-barometro condotta tra
febbraio e marzo sull'argomento della discriminazione nell'Unione Europea.
Approssimativamente il 47% degli intervistati Italiani dichiara di essere
importunato dall'idea di avere un vicino Rom, comparato alla media EU del 24%.
Questa è la più alta percentuale vista in Europa, ma l'Italia non è il
solo paese in questa posizione, dato che anche il 47% dei Cechi è infastidito
dalla prospettiva di vivere vicino ad una persona Rom. Segue la Slovacchia, col
38%. Ma la situazione è differente in Francia, dove soltanto il 15% degli
intervistati è infastidito dalla presenza dei Rom, mentre la percentuale in
Germania è del25%.
Attraverso la UE, il 24% degli Europei, vale a dire un quarto della
popolazione, non vuole avere niente a che fare con gente di etnia Rom. Secondo i
dati da Euro-barometro, la percentuale riguardo gli altri gruppi etnici scende
in questo caso al 6%.
D'altra parte, soltanto il 5% degli Italiani dichiara di avere amici Rom, la
stessa percentuale è presente pure tra gli intervistati Tedeschi. Ma in
Francia, questa percentuale è del 14%, la stessa della percentuale generale
europea.
I dati del sondaggio indicano che il 14% degli Italiani non si sente
infastidito dai Rom, comparato con la media Europea del 36%. In Francia, questa
percentuale è del 48%, comparato al 33% della Germania.
Nel medesimo contesto, possiamo vedere che i tre quarti degli intervistati
Polacchi considerano che la tematica Rom sparirebbe se avessero un lavoro.
D'altra parte, l'avversione verso i Rom è minore in Polonia che in
Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca, scrive il giornale
Gazeta Wyborcza.
La maggioranza dei Polacchi (92%) considera che ogni bambino Rom ha il
diritto di imparare nella stessa classe di altri bambini; soltanto il 4% la
pensa differentemente. In confronto, i rapporti sono del 77% e del 18% in
Slovacchia.
Il Centro di Ricerca per l'Opinione Pubblica in Polonia (CBOS) puntualizza il
fatto che nel loro paese, il numero dei Rom è inferiore di quello di altri paesi
inclusi nella ricerca. Per questo, l'opinione dei Polacchi è, in larga misura,
il risultato di stereotipi e non è basato sull'esperienza reale. Solo il 19% dei
Polacchi dichiara di conoscere i Rom, mentre questa percentuale ammonta a circa
l'80% negli altri paesi.
Secondo altri studi di CBOS, i Rom causano ancora la più alta avversione tra
tutti, ma questa decresce di anno in anno. Nel 1995, il 73% dei Polacchi
dichiarò la propria avversione verso i Rom, mentre la percentuale scese al 59%
nel 2007.
DIVERS – www.divers.ro
Di Fabrizio (del 12/07/2008 @ 09:07:21, in Europa, visitato 1468 volte)
Da
rage against the world
Sempre più dura la reazione dell'America latina alla direttiva Ue sulle
espulsioni
Dopo la minaccia di chiudere i rubinetti del petrolio, Hugo Chávez ha avvertito
nuovamente l'Unione europea: se andrà avanti con la nuova direttiva
sull'immigrazione, Caracas potrebbe rispondere con l'espulsione di capitali
europei. L'Assemblea Nazionale (Parlamento) del Venezuela analizzerà
prossimamente la proposta lanciata dal presidente: "Se i governi d"Europa
applicano la direttiva per il ritorno degli immigrati illegali approvata
recentemente dal Parlamento dell'Ue - ha detto la presidente dell'Assemblea
Nazionale, Cilia Flores - si metterà in pratica il principio della reciprocità"
e "si prenderanno delle misure rispetto ai capitali presenti nel nostro
territorio". Il messaggio di Chávez è stato chiaro: "Se l"Europa inizia a
oltraggiare il nostro popolo", allora "noi potremmo prendere in considerazione"
una nuova norma, ovvero "una legge di ritorno dei capitali europei".
L'avvertimento non poteva essere più esplicito: "Se ne vadano, tornino in
Europa. Qui ci sono varie banche europee, potrebbero andarsene" come le
"compagnie petrolifere". Chávez ha assicurato che le aziende e i cittadini del
vecchio continente vengono accolti a braccia aperte nel paese sudamericano, ma
ha avvisato: "Siamo disposti a far sì che ci rispettino in tutto il mondo". In
Venezuela esistono importanti investimenti europei nel settore del greggio (da
Total a Statoil) e nel campo finanziario (ad esempio i gruppi spagnoli Bbva o
Santander).
Non è la prima accesa reazione di Chávez contro la nuova politica migratoria
approvata dai 27 membri dell'Unione. Qualche settimana fa il leader venezuelano
annunciò la possibile sospensione delle vendite petrolifere ai paesi che
applicheranno la direttiva. Si calcola che circa 1,8 milioni di latinoamericani
senza documenti potrebbero essere interessati dalla nuova legge.
Anche il vicepresidente del Parlamento venezuelano, Saúl Ortega, ha
assicurato che l"Assemblea Nazionale discuterà la proposta di Chávez. Tutta
l'America latina - secondo Ortega - dovrebbe rispondere contro questa nuova
politica migratoria. Una delle condanne più dure, finora, è arrivata dai
presidenti del Mercosur.
Di Fabrizio (del 15/07/2008 @ 08:31:37, in Europa, visitato 2303 volte)
Da
Roma_ex_Yugoslavia
Martedì 8 luglio 2008 -
Persiste l'emergenza sanitaria nei campi Rom dell'ONU
QUANDO MILIONI DI GIOCATTOLI fabbricati in Cina furono recentemente
richiamati per paura di avvelenamento da piombo, Time magazine, CNN e la maggior
parte dei media ne fecero una notizia da prima pagina. Dottori di tutto il
mondo furono citati per come la pittura al piombo potesse causare danni al
cervello e agli organi, specialmente in bambini sotto i sei anni di età il cui
sistema immunitario non era ancora pienamente sviluppato. Ma nessun media a suo
tempo ha menzionato una parola sul peggior caso di
avvelenamento da piombo nella
storia medica: i campi ONU per persone internamente disperse (IDPs) nel nord
Kosovo.
Forse per la maggior parte dei giornalisti, i campi di morte ONU non sono una
nuova storia anche se le morti continuano a crescere. Ne ho scritto
sull'International Herald Tribune. In seguito a questo, la ZDF (TV tedesca) fece
un breve programma sui campi, e così fece Aljazeera. Bild Zeitung, il più
diffuso giornale tedesco, non solo raccontò la storia, ma chiamo otto bambini
(dopo che la loro madre ed un fratello erano morti di avvelenamento da piombo) in Germania per
trattamenti medici dove le scansioni mostrarono che i bambini avevano gli organi
danneggiati e danni irreversibili al cervello.
Questo è come successe
Il 16 giugno 1999, quattro giorni dopo l'arrivo delle truppe NATO, bande di
estremisti Albanesi, guidate dagli ufficiali in uniformi nere dell'Armata di
Liberazione del Kosovo, attaccarono quasi tutte le comunità Rom in Kosovo. Agli
Zingari fu detto di fuggire o che sarebbero stati uccisi. Su di una popolazione
anteguerra di circa 130.000, oltre 100.000 Rom nei seguenti tre mesi lasciarono
il Kosovo.
Dopo la loro partenza, più di 14.000 case Zingare furono saccheggiate e poi
distrutte.
Le truppe NATO rifiutarono di intervenire, dicendo che era un problema della
polizia locale. Ma a quel tempo non c'era polizia locale. I Serbi che
costituivano la polizia locale erano stati costretti dalla NATO a ritirarsi in
Serbia.
Ho personalmente assistito a parte di questa diaspora, perché nel luglio 1999
l'ONU mi chiese di recarmi volontario in Kosovo e consigliarli sui problemi Rom.
Per tre mesi, sono stato l'unico non-Zingaro a vivere 24 ore al giorno nel più
grande campo ONU, Obilich. Durante il giorno, mi recavo spesso dove gli Zingari
erano stati minacciati. Ho visitato particolarmente la più grande comunità
Zingara in Kosovo, a Mitrovica sud. Là una comunità di oltre 8.000 Zingari (Rom,
Askali ed Egizi) che vivevano in oltre 1.000 case erano state costrette a
fuggire sotto l'occhio delle immobili truppe NATO.
La maggior parte degli Zingari di Mitrovica scappò all'estero. Circa 1.000
trovarono rifugio in una scuola serba chiusa per le vacanze estive. Per alcuni
mesi organizzai acqua e cibo attraverso diverse agenzie di aiuto per questi
Zingari accampati nella scuola.
Nel novembre 1999, l'UNHCR si prese carico di loro e li trasferì in quattro
campi costruiti su di un terreno tossico, gli unici posti che l'ONU disse erano
disponibili. Protestai, chiedendo l'attenzione degli ufficiali ONU - e
specialmente dei capi dell'UNHCR a Pristina - sul fatto che queste aree
intossicate potevano essere di detrimento alla salute di questi IDPs. L'UNHCR mi
rassicurò dicendo che avevano firmato contratti con le municipalità locali,
assicurando che gli IDPs sarebbero stati nei campi per soli 45 giorni. Alla fine
di questi 45 giorni, avrebbero avuto ricostruite le loro case e vi avrebbero
fatto ritorno, oppure sarebbero stati mandati come rifugiati in un altro paese
estero. Sfortunatamente, dopo quasi nove anni e molte morti, a causa
dell'avvelenamento da piombo, gli IDPs vivono ancora su un terreno contaminato.
Durante l'estate del 2000, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) fece
un'indagine medica a Mitrovica, perché a molti poliziotti ONU e soldati francesi
furono trovati alti livelli di piombo nel sangue. Nel novembre 2000, l'OMS
presentò un rapporto sanitario, dichiarando che la maggior parte di chi viveva a
Mitrovica soffriva di avvelenamento da piombo. Il rapporto dichiarava che gli
effetti peggiori si producevano sugli Zingari che vivevano nei campi ONU e
raccomandava che i campi fossero evacuati e cintati così che nessuno potesse
accedervi accidentalmente. Bernard Kouchner, l'attuale Ministro degli Esteri
francese, era allora a capo dell'UNMIK. Disse agli autori del rapporto sanitario
che lui era un dottore e comprendeva il pericolo di avvelenamento da piombo.
Promise di prendere misure appropriate. Ma l'unica cosa che fece fu di chiudere
la fonderia nelle vicine miniere di Trepca. Non evacuò e non chiuse i campi
Zingari dove i livelli di piombo erano tre volte più alti della popolazione
generale.
Invece di chiudere i campi Zingari, l'ONU costruì una pista che divideva due
dei campi dai depositi di scorie tossici. Poi l'ONU mise cartelli in quattro
lingue chiamando questa pista l'Alleato della Sanità. L'ONU costruì anche un
campo da calcio ed uno da basket per i bambini Zingari accanto a 100 milioni di
tonnellate di rifiuti tossici. Non venne detto loro che tramite questi sport,
con l'apertura dei polmoni, sarebbero stati più vulnerabili all'avvelenamento da
piombo.
Nonostante i ripetuti appelli per aiutare gli Zingari, specialmente quanti
vivevano nei tre campi nell'area nord di Mitrovica, l'ONU fece esattamente
l'opposto. Gli aiuti sul cibo vennero sospesi nel 2002, dicendo che era tempo
che provvedessero loro ai rifornimenti. Nel campo di Zitkovac venne tagliata per
sei mesi la fornitura d'acqua perché gli amministratori del campo - il partner
ONU, Chiese al Lavoro Assieme - trovarono che gli Zingari usavano troppa acqua.
Alla fine, gli Zingari di Zitkovac dovevano camminare per quattro km. due volte
al giorno per prendere l'acqua potabile. In tutti i tre campi la maggior parte
degli Zingari doveva passare dalla discarica per trovare il cibo.
Nell'estate del 2004, l'OMS fece un'indagine speciale nei tre campi dopo che Jenita Mehmeti,
una bambina di quattro anni,morì per avvelenamento da piombo. Non era la prima.
Sino allora in 28 (soprattutto bambini e giovani adulti) erano morti nei tre
campi, ma Jenita fu la prima ad essere curata per avvelenamento da piombo prima
che morisse. Nuovi esami del sangue presi dall'OMS mostrarono che molti bambini,
i più vulnerabili all'avvelenamento, avevano livelli più alti di quanto la
macchina potesse registrare.
I trattamenti medici a riguardo richiedono l'immediata evacuazione dalla
fonte di avvelenamento e l'ospedalizzazione se i livelli di piombo superano i 40 mg/dl.
Danni irreversibili al cervello iniziano di solito a10 mg/dl, specialmente in
bambini sotto i sei anni di età il cui sistema immunitario deve ancora
svilupparsi. Molti dei livelli di piombo nei bambini dei tre campi erano oltre i
65 mg/dl, i livelli più alti che la macchina dell'OMS potesse leggere. Lo staff
dell'OMS sospettava che alcuni bambini (a causa dei loro sintomi) avessero
livelli di piombo tra gli 80 e i 90. Come risultato, un bambino di sette anni
aveva livelli di 120 mg/dl, il più alto nella storia medica.
Nel novembre 2004, l'OMS presentò all'UNMIK il suo rapporto sanitario sui
campi Zingari, raccomandandone l'immediato sgombero. Anche se c'erano dei
precedenti, quando l'ONU evacuò migliaia di Albanesi e Serbi del Kosovo quando
si trattava di fatti che minacciavano la loro vita, questi Zingari non vennero
evacuati. L'unica misura presa dall'ONU fu di iniziare incontri bimensili tra le
agenzie ONU ed altre OnG per studiare il problema. Anche se molte OnG, compreso
il Comitato Internazionale per la Croce Rossa, firmarono una petizione per
chiedere all'ONU l'immediato sgombero di questi "campi della morte", l'ONU non
prese nessuna decisione sino al 2006.
Nel gennaio 2006 l'ONU chiuse uno dei campi e spostò le 35 famiglie in una
nuova località, a circa 50 metri dal vecchio campo. La nuova sistemazione venne
chiamata Osterode. Era un'ex base NATO francese a nord Mitrovica, ma era stata
abbandonata quando a molti soldati fu diagnosticato l'avvelenamento da piombo.
Infatti, ai soldati francesi i medici dissero di non avere figli per nove mesi
da quando avessero lasciato il campo a causa degli alti livelli di piombo nel
loro sangue.
Tuttavia l'ONU, nella sua saggezza, ha speso oltre 500.000 € (donati dal
governo tedesco) per risistemare questo campo. Immaginando che la maggior parte
dell'avvelenamento da piombo venisse dal suolo, l'ONU ha cementato tutta l'area,
ottenendo un certificato dal Centro per il Controllo del Disagio (CCD),
un'agenzia fondata dall'ONU, che il campo era "libero da piombo". Anche se tutti
questi campi sono stati costruiti sopra le vene delle miniere di Trepca, la
maggior parte dell'inquinamento da piombo arriva tramite l'aria, da 100 milioni
di tonnellate di scorie di fronte ai campi.
A settembre 2006, durante la sua prima conferenza stampa come capo dell'ONU
in Kosovo, Joachim Ruecker annunciò orgogliosamente che l'ONU stava facendo
qualcosa per gli Zingari che morivano per il piombo. Oltre a spostarli ad
Osterode, che era stato dichiarato non libero dal piombo ma "più libero dal
piombo", l'ONU iniziò a trattare gli intossicati con una dieta migliore. Per la
prima volta dopo quattro anni, vennero forniti aiuti alimentari agli Zingari,
che così non dovevano più recarsi alle discariche. L'ufficio USA di Pristina
dono 1.000.000 di $ per questa "dieta migliore".
E' ben noto ai medici che una dieta appropriata può diminuire i livelli di
piombo del 20%, ma solo se la persona affetta viene rimossa dalla fonte di
avvelenamento. Nel caso degli Zingari infettati, ridurre il loro livello di
piombo del 20% li avrebbe lasciati lo stesso con livelli pericolosamente alti.
Per la prima volta in quattro anni, l'ONU procurò uno staff medico giornaliero
per visitare gli Zingari. Sfortunatamente, l'avvelenamento da piombo può essere
curato solo se il paziente viene allontanato dalla fonte di inquinamento.
Con la primavera 2006, furono chiusi due campi (Zitkovac e Kablare) ed oltre
100 famiglie vivono ora ad Osterode. Dopo tre mesi, vennero fatti gli esame del
sangue e, secondo l'UNMIK, la salute degli Zingari andava migliorando, grazie
alla nuova dieta ed i livelli di piombo stavano scendendo. Però, l'OMS e l'UNMIK
rifiutarono di mostrare al pubblico o alle stesse famiglie Zingare la copia di
questi esami del sangue.
Nel 2006 l'ONU annunciò che l'unica soluzione per gli Zingari che vivevano
sui terreni tossici era ricostruire le loro case nel loro vecchio quartiere e
spostarli là. Così l'ONU chiamò diversi donatori internazionali per ricostruire
alcune case Zingare e diversi blocchi di appartamenti, con la promessa di
spostare gli Zingari infettati dal piombo al loro vecchio quartiere.
Sfortunatamente, come queste case furono completate tra l'estate e la fine del
2006, l'ONU non diede gli appartamenti a chi viveva nei campi avvelenati, ma
principalmente a Zingari rifugiati del Kosovo che l'ONU voleva rimpatriare dalla
Serbia e dal Montenegro, per mostrare che la politica di ritorno dei rifugiati
stava funzionando.
Nell'aprile 2007, vennero interrotti tutti gli aiuti medici ed alimentari,
perché l'ONU disse di non avere più fondi. Un'altra volta gli Zingari furono
costretti a trovare il cibo nelle discariche. Ma il peggio doveva ancora
arrivare.
Dato che molti bambini ad Osterode e nel vicino campo di Cesmin Lug
mostravano segni comuni (piombo nei denti, vomito giornaliero e perdita della
memoria), i leader del campo insisterono per nuovi esami del sangue nell'aprile
2008. Esami a caso su 105 bambini mostrarono risultati vacillanti. Per molti
bambini del campo ONU "più libero dal piombo" di Osterode, i loro livelli di
piombo erano raddoppiati dal loro trasferimento nell'ex base francese.
Visto che l'ONU, l'UNHCR e l'UNHCHR si rifiutavano di aiutare questi
cittadini del Kosovo, mi sono appellato direttamente al Ministro della Sanità
del neo dichiarato stato del Kosovo. Alush Gashi non è soltanto un dottore, ma
anche un mio amico personale da anni. Una volta viveva e lavorava a San
Francisco. Non solo gli ho scritto una mail, ma l'ho cercato anche nel suo
ufficio, pregandolo di aiutare questa minoranza di cittadini. Lui capisce il
problema. Conosce la situazione. Come dottore sa che questi Zingari devono
essere evacuati immediatamente. Dice che il suo governo vuole aiutarli, ma
sinora non hanno offerto nessun piano concreto.
Dal 2005 abbiamo cercato di obbligare l'ONU ad aiutare questi Zingari. Un
avvocato americano, Dianne Post, ha tentato di citare l'ONU a nome delle diverse
centinaia di Zingari che vivono nei campi. La sua causa contro l'ONU al
tribunale dei Diritti Umani di Strasburgo è stata rigettata perché la corte ha
dichiarato che solo uno stato, non un'organizzazione, può essere accusato. Anche
se l'ONU era l'unico amministratore del Kosovo, il tribunale ha deciso che non
poteva essere accusato. Ma ora che il Kosovo è finalmente un paese indipendente,
può essere citato per negligenza, discriminazione ed omicidio non premeditato.
L'ONU ha una politica di compensazione per problemi simili. Ma gli avvocati
ONU, per tre anni, hanno rifiutato di cooperare nel cercare una compensazione
per gli Zingari o risolvere i loro problemi di salute. L'ONU non nega le proprie
responsabilità ma rifiuta di rispondere sul proprio ruolo e sulle proprie norme.
Nel 2005 la Società per i Popoli Minacciati, la più grande OnG in Germania dopo
la Croce Rossa, ha portato in Kosovo il massimo esperti tedesco
sull'avvelenamento tossico, il dottor Klaus Runow. Anche se l'ONU ha provato ad
escluderlo dai campi, ha potuto raccogliere 60 campioni di capelli dai bambini
Zingari. Spedì i campioni ad un conosciuto laboratorio di Chicago. I risultati
mostrarono che non solo molti dei bambini avevano i più alti livelli di piombo
nella storia medica, ma che tutti avevano anche livelli di avvelenamento di
altri 36 metalli pesanti. Nel tentare di difendersi, il personale ONU rispondeva
che l'avvelenamento da piombo dipendeva dal fatto che gli Zingari fondevano le
batterie delle auto. D'altra parte, il dottor Runow puntualizzava che nessuno di
questi metalli pesanti si trovava nelle batterie delle auto.
Il dottor Rohko Kim, impiegato all'OMS di Bonn, venne raccomandato dall'ONU
sulla questione. Anche se aveva ordini di non dare interviste o informazioni sui
campi Zingari, potei parlare con lui. Gli chiesi se l'avvelenamento dipendeva
dallo smaltire le batterie delle auto. Mi rispose di no. Mi disse che la maggior
parte dell'avvelenamento proveniva dalla polvere tossica dei depositi di scorie
e dal fatto che i campi erano costruiti sopra il terreno delle miniere. Disse
che ogni bambino concepito nei campi avrebbe avuto danni irreversibili al
cervello. Disse che avevamo già un'intera generazione di bambini Zingari
avvelenati dal piombo. In un discorso pronunciato nel 2005 all'OMS, UNMIK e al
Ministero della Sanità del Kosovo, il dottor Kim disse: "L'attuale situazione
della comunità Rom che vive ora nei campi è estremamente, estremamente seria. Ho
personalmente fatto ricerche sull'avvelenamento da piombo dal 1991, ma non ho
mai visto nella letteratura una popolazione con livelli di piombo nel sangue
così alti. Credo che il caso di Mitrovica nord sia unico, mai visto prima nella
storia. Questo è la più grave catastrofe connessa al piombo nel mondo e nella
storia." Nel 1999, l'ufficio USA di Pristina trasportò via aereo 7.000 Albanesi
a Fort Dix, NJ, per proteggerli dai Serbi. Nel marzo 2004, la polizia ONU e la
KFOR evacuarono 4.000 Serbi nella base KFOR per salvarli dagli Albanesi. Ci sono
precedenti in Kosovo per salvare vite, ma non per 500 vite Zingare.
Sinora, 77 Zingari sono morti nei campi ONU. Sono successi anche molti aborti.
L'ONU non ha mai investigato su queste morti o mai condotto un'autopsia.
Tuttavia, dai sintomi descritti da genitori e vicini, i dottori consultati
ritengono che l'avvelenamento da piombo ha contribuito alla maggior parte delle
morti e degli aborti.
Qualche settimana fa un bambino Zingaro è morto ad Osterode. Aveva un mese d'età
ed era nato con una grande testa, pancia gonfia e gambe piccolissime. Si è
svegliato alle sei di mattina, vomitando ed è morto venti minuti dopo in
ospedale.
Avvelenamento da piombo significa per i bambini una morte spaventosa e dolorosa.
Jenita Mehmeti, quattro anni, frequentava l'asilo del campo, quando la sua
insegnante notò che stava perdendo la memoria e faticava a camminare. Jenita fu
rimandata alla sua baracca, dove per i seguenti tre mesi vomitò più volte al
giorno, prima rimanendo paralizzata e poi morendo. Quando la sua sorellina di
due anni mostrò gli stessi sintomi, il dottore ONU per Mitrovica rifiutò di
curarla, dicendo che era in un campo ONU ad un km. dalla sua giurisdizione. Un'OnG
la portò a Belgrado e le salvò la vita.
Paul Polansky è un autore americano e capo della missione Società per i
Popoli Minacciati. Ha vissuto in Kosovo dal luglio 1999. Nel 2005 ha pubblicato
un libro sui campi chiamati ONU-Sangue con Piombo. Può essere ordinato online
pjpusa50401@yahoo.com Questo
indirizzo email è protetto dallo spam, occorre attivare gli JavaScript .
Rukija Mustafa morì nell'aprile 2005 assieme al suo neonato. Sopravvissero
il marito ed otto bambini, tutti portati in Germania per cure mediche dalla Bild Zeitung,
il più diffuso giornale tedesco in circolazione.
Nikolina Mehmeti, bambina di due anni sorella di Jenita che morì di
avvelenamento da piombo. Poco dopo la morte di Jenita, Nikolina mostrò gli
stessi sintomi. L'ONU a Mitrovica rifiutò di autorizzare le cure per Nikolina a
Belgrado, anche se lei cadeva in coma continuamente. Una OnG Romani locale la portò a
Belgrado e le salvò la vita. Più tardi un donatore americano diede alla famiglia
un pezzo di terra a Priluzje dove costruirono una casa. I dottori a Belgrado
dissero che se Nikolina fosse tornata alla fonte dell'avvelenamento, sarebbe
morta come sua sorella.
Di Fabrizio (del 15/07/2008 @ 09:11:06, in Europa, visitato 1596 volte)
Da
Osservatorio sui Balcani
Saluto nazista durante un concerto di Thompson
Esaltazione del nazismo tra i giovani croati
10.07.2008 - Da Osijek, scrive
Drago Hedl - Sempre più diffusa tra i giovani croati l’esaltazione dei
simboli nazisti e del movimento ustascia della Seconda guerra mondiale. Secondo
molti, complici del fenomeno sono le performance del cantante Marko Perkovic
Thompson, appoggiato da politici e da circoli della Chiesa
La scorsa settimana presso il Tribunale di Zagabria, uno studente di ventun'anni
è stato condannato con la condizionale ad una pena di 25 giorni di carcere e al
pagamento di 1.600 kune (circa 220 euro), perché durante il concerto del
controverso cantante Marko Perkovic Thompson, tenutosi a Zagabria il 30
maggio scorso, aveva indossato un cappello con lo stemma di una grande "U",
simbolo del movimento filonazista ustascia della Croazia, al tempo della Seconda
guerra mondiale.
Dal momento che la Croazia non dispone di una legge con cui si possa condannare
l’esaltazione dei contrassegni e dei simboli nazisti, il giovane è stato
condannato in base alla Legge sul disturbo dell’ordine e della quiete pubblica e
in base alla Legge sui raduni in pubblico. Finirà in carcere solo se compirà un
gesto simile nell’arco del prossimo anno. Si tratta comunque della prima volta
che in Croazia viene comminata una pena per un gesto del genere, e nell’ultimo
periodo di atti simili ce ne sono stati parecchi.
La pena inflitta al giovane, motivata dall’istigazione di simboli nazisti, è
ritenuta da alcuni analisti croati, tra cui l’ex presidente del Comitato di
Helsinki per i diritti umani in Croazia, Zarko Puhovski, come un segnale
positivo della risolutezza del potere nel prendere di petto la situazione.
Altri, però, come l’ex ministro degli Esteri al tempo di Franjo Tudjman,
Zvonimir Separovic, dicono che la stessa pena andrebbe inflitta anche per chi
inneggia alla stella a cinque punte, simbolo comunista, sotto il quale in
Croazia - afferma Separovic - sono state uccise alcune centinaia di migliaia di
persone.
La sentenza dello studente ventunenne è giunta solo una decina di giorni dopo lo
scandalo in una scuola di Makarska, cittadina sulla costa adriatica, dove 12
maturandi per la festa dell’ultimo anno si sono fatti fotografare sotto la
svastica. I loro volti sorridenti, dietro i quali si vede bene la svastica, sono
diventati uno scandalo di prim’ordine, mentre le foto sono finite anche sulle
prime pagine dei giornali.
Il direttore del ginnasio di Makarska, Slavko Gudelj, ritiene però che tutta la
faccenda abbia ricevuto una pubblicità inutile e che all’incidente sia stata
data un’importanza immeritata.
"Si tratta di un colpo di testa e della mancanza di informazione di giovani
generazioni non appesantite dalle vecchie ideologie", ha detto il direttore
della scuola. Ma il giorno successivo, quando la polizia ha iniziato ad indagare
sul caso, il direttore ha in qualche modo cambiato il tono della risposta:
"Nessuna persona con un po' di senno potrebbe appoggiare l’ideologia che sta
dietro a quei simboli", ha affermato Gudelj.
"Questi ragazzi sono il prodotto di una società che dagli anni novanta in avanti
è diventata parzialmente ustascia, solo che questo non viene dichiarato
pubblicamente e ad alta voce", ha detto al quotidiano "Slobodna Dalmacija" il
professor Tvrtko Jakovina, esperto della Seconda guerra mondiale.
Dopo le reazioni negative dell’opinione pubblica, anche gli studenti si sono
scusati, affermando che si è trattato solo di "un brutto scherzo", mentre altri
di loro hanno cercato di relativizzare la questione dicendo che sulla foto non
c’era la svastica, ma bensì "il simbolo indiano della pace e dell’amore".
Tuttavia, l’indagine condotta dimostra che la vicenda non è andata in modo così
ingenuo. Prima di farsi fotografare davanti alla svastica, gli studenti della
stessa classe del ginnasio avevano indossato delle magliette con scritto "Über
alles", e alcuni di loro avevano proposto come "inno della loro generazione" la
canzone ustascia "Jasenovac e Gradiska Stara", che inneggia all’uccisione di
serbi, ebrei e rom nei due campi di concentramento ustascia durante la Seconda
guerra mondiale.
Solo alcuni giorni dopo quanto accaduto, la Lega calcistica della Croazia è
stata multata con 12.500 euro per il comportamento tenuto dai tifosi croati
durante la partita Croazia – Turchia del 20 giugno a Vienna, che la Commissione
disciplinare della UEFA ha valutato come xenofobo e razzista.
Reagendo alla sempre più diffusa esaltazione del nazismo tra i giovani croati,
il presidente della comunità ebraica di Zagabria Ognjen Kraus ha inviato una
lettera al ministro dell’Educazione Dragan Primorac nella quale, con amarezza,
dice: "Mi congratulo con lei per la riforma della scuola, che ha conseguito nel
suo mandato, ma che ha dato come esito lo spiacevole episodio dei maturandi di
Makarska, cui non è stato da meno l’episodio dei giovani sulla piazza Ban
Jelacic".
Sulla piazza principale di Zagabria, un mese fa, si era tenuto il concerto del
cantante Marko Perkovic Thompson, le cui canzoni, secondo molti, tanto per le
parole usate che per l’iconografia scenica, invitano i giovani ad esaltare il
movimento ustascia. Tra il pubblico dei suoi concerti si possono vedere
regolarmente dei giovani con indosso i simboli ustascia, e il noto cantante non
li ha mai invitati una sola volta a non farlo.
Thompson è appoggiato da molti politici in Croazia, i quali ritengono che la sua
vicinanza possa portar loro i voti dell’elettorato. È interessante che il suo
concerto di Zagabria, al quale erano presenti circa 60.000 persone, perlopiù
giovani, sia stato organizzato dalla città di Zagabria, a capo della quale c’è
Milan Bandic, membro del Partito socialdemocratico.
Anche nei circoli della Chiesa cattolica Thompson gode di un certo appoggio.
L’ordinario militare, il vescovo di Zagabria Juraj Jezerinac, ha letto alcune
righe delle sue canzoni durante la liturgia a Vukovar, e quando i giornali hanno
pubblicato la notizia, ha detto di non sapere che fosse Thompson l’autore di
quegli scritti.
Dal momento che le cose evidentemente sono iniziate a sfuggire di mano, e dal
momento che al premier Ivo Sanader di certo non serve questa immagine della
Croazia alla vigilia dei negoziati per l’ingresso in Unione europea, ecco che
per l’esaltazione dei simboli nazisti iniziano ad arrivare anche le prime
sanzioni.
Di Fabrizio (del 15/07/2008 @ 10:02:32, in Europa, visitato 1890 volte)
Da
Roma_Daily_News
Forum Europeo dei Rom e Viaggianti
Comunicato stampa
NOTA di protesta contro il Governo Italiano
Strasburgo 10 luglio: Rudko Kawczynski, Presidente del Forum Europeo dei Rom
e Viaggianti, ha consegnato a Pietro Lonardo, Rappresentante Permanente
dell'Italia al Consiglio d'Europa, una nota di protesta richiedente di fermare
l'azione anti-Rom delle autorità Italiane di prendere le impronte digitali dei
Rom che vivono nei campi del paese, rifiutando le proteste delle Istituzioni
Europee e delle organizzazioni Internazionali.
"Attività simili non sono soltanto una minaccia alla comunità Rom. Queste
attività ci ricordano i periodi nazista e fascista nei primi anni '30, quando
Rom/Sinti ed Ebrei vennero scelti per discriminazioni e persecuzioni che
portarono poi al genocidio di milioni di innocenti. Al giorno d'oggi questa
è una seria minaccia al futuro degli Europei, della democrazia e del ruolo della
legge" ha scritto Kawczynski nella nota di protesta indirizzata al Primo
Ministro Italiano Silvio Berlusconi.
La nota di protesta, scritta a nome dei 15 milioni di Rom, preme perché le
autorità Italiane fermino immediatamente le attività anti-Rom e prendano tutte
le misure necessarie per fermare i pogrom anti-Rom ed assicurino una vita salva
e sicura a tutti i Rom che vivono in Italia come pure la piena implementazione
delle leggi e degli standard internazionali.
"Crediamo che anche le istituzioni internazionali, come la Commissione
Europea, il Parlamento Europeo, il Consiglio d'Europa, l'OCSE e le Nazioni Unite
debbano prendere posizione e condannare le azioni del governo Italiano come
inumane ed inaccettabili" ha detto Kawczynski in una osservazione di chiusura
della nota di protesta.
Il Forum Europeo dei Rom e Viaggianti ha osservato molto attentamente gli
incidenti dei violenti attacchi ai campi in Italia, la brutalità e le violazioni
della polizia, i discorsi d'odio, in cui centinaia di Rom sono stati obbligati a
scappare per paura della propria vita.
* * *
Il Forum Europeo dei Rom e Viaggianti (ERTF), che ha un accordo di
associazione col Consiglio d'Europa ed uno status speciale con questa
istituzione, è l'organizzazione dei Rom Europei più grande ed inclusiva.
Riunisce le principali OnG internazionali Europee ed oltre 1.500 organizzazioni
Rom nazionali dalla maggior parte degli stati membri del Consiglio d'Europa.
Per ulteriori informazioni contattate:
European Roma and Travellers Forum
c/o Council of Europe
F – 67 075 Strasbourg
Tel.: 00 33 3 90 21 53 50
Email: ertf@ertf.org o
ertf@coe.int
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