Da
Osservatorio sui Balcani
Saluto nazista durante un concerto di Thompson
Esaltazione del nazismo tra i giovani croati
10.07.2008 - Da Osijek, scrive
Drago Hedl - Sempre più diffusa tra i giovani croati l’esaltazione dei
simboli nazisti e del movimento ustascia della Seconda guerra mondiale. Secondo
molti, complici del fenomeno sono le performance del cantante Marko Perkovic
Thompson, appoggiato da politici e da circoli della Chiesa
La scorsa settimana presso il Tribunale di Zagabria, uno studente di ventun'anni
è stato condannato con la condizionale ad una pena di 25 giorni di carcere e al
pagamento di 1.600 kune (circa 220 euro), perché durante il concerto del
controverso cantante Marko Perkovic Thompson, tenutosi a Zagabria il 30
maggio scorso, aveva indossato un cappello con lo stemma di una grande "U",
simbolo del movimento filonazista ustascia della Croazia, al tempo della Seconda
guerra mondiale.
Dal momento che la Croazia non dispone di una legge con cui si possa condannare
l’esaltazione dei contrassegni e dei simboli nazisti, il giovane è stato
condannato in base alla Legge sul disturbo dell’ordine e della quiete pubblica e
in base alla Legge sui raduni in pubblico. Finirà in carcere solo se compirà un
gesto simile nell’arco del prossimo anno. Si tratta comunque della prima volta
che in Croazia viene comminata una pena per un gesto del genere, e nell’ultimo
periodo di atti simili ce ne sono stati parecchi.
La pena inflitta al giovane, motivata dall’istigazione di simboli nazisti, è
ritenuta da alcuni analisti croati, tra cui l’ex presidente del Comitato di
Helsinki per i diritti umani in Croazia, Zarko Puhovski, come un segnale
positivo della risolutezza del potere nel prendere di petto la situazione.
Altri, però, come l’ex ministro degli Esteri al tempo di Franjo Tudjman,
Zvonimir Separovic, dicono che la stessa pena andrebbe inflitta anche per chi
inneggia alla stella a cinque punte, simbolo comunista, sotto il quale in
Croazia - afferma Separovic - sono state uccise alcune centinaia di migliaia di
persone.
La sentenza dello studente ventunenne è giunta solo una decina di giorni dopo lo
scandalo in una scuola di Makarska, cittadina sulla costa adriatica, dove 12
maturandi per la festa dell’ultimo anno si sono fatti fotografare sotto la
svastica. I loro volti sorridenti, dietro i quali si vede bene la svastica, sono
diventati uno scandalo di prim’ordine, mentre le foto sono finite anche sulle
prime pagine dei giornali.
Il direttore del ginnasio di Makarska, Slavko Gudelj, ritiene però che tutta la
faccenda abbia ricevuto una pubblicità inutile e che all’incidente sia stata
data un’importanza immeritata.
"Si tratta di un colpo di testa e della mancanza di informazione di giovani
generazioni non appesantite dalle vecchie ideologie", ha detto il direttore
della scuola. Ma il giorno successivo, quando la polizia ha iniziato ad indagare
sul caso, il direttore ha in qualche modo cambiato il tono della risposta:
"Nessuna persona con un po' di senno potrebbe appoggiare l’ideologia che sta
dietro a quei simboli", ha affermato Gudelj.
"Questi ragazzi sono il prodotto di una società che dagli anni novanta in avanti
è diventata parzialmente ustascia, solo che questo non viene dichiarato
pubblicamente e ad alta voce", ha detto al quotidiano "Slobodna Dalmacija" il
professor Tvrtko Jakovina, esperto della Seconda guerra mondiale.
Dopo le reazioni negative dell’opinione pubblica, anche gli studenti si sono
scusati, affermando che si è trattato solo di "un brutto scherzo", mentre altri
di loro hanno cercato di relativizzare la questione dicendo che sulla foto non
c’era la svastica, ma bensì "il simbolo indiano della pace e dell’amore".
Tuttavia, l’indagine condotta dimostra che la vicenda non è andata in modo così
ingenuo. Prima di farsi fotografare davanti alla svastica, gli studenti della
stessa classe del ginnasio avevano indossato delle magliette con scritto "Über
alles", e alcuni di loro avevano proposto come "inno della loro generazione" la
canzone ustascia "Jasenovac e Gradiska Stara", che inneggia all’uccisione di
serbi, ebrei e rom nei due campi di concentramento ustascia durante la Seconda
guerra mondiale.
Solo alcuni giorni dopo quanto accaduto, la Lega calcistica della Croazia è
stata multata con 12.500 euro per il comportamento tenuto dai tifosi croati
durante la partita Croazia – Turchia del 20 giugno a Vienna, che la Commissione
disciplinare della UEFA ha valutato come xenofobo e razzista.
Reagendo alla sempre più diffusa esaltazione del nazismo tra i giovani croati,
il presidente della comunità ebraica di Zagabria Ognjen Kraus ha inviato una
lettera al ministro dell’Educazione Dragan Primorac nella quale, con amarezza,
dice: "Mi congratulo con lei per la riforma della scuola, che ha conseguito nel
suo mandato, ma che ha dato come esito lo spiacevole episodio dei maturandi di
Makarska, cui non è stato da meno l’episodio dei giovani sulla piazza Ban
Jelacic".
Sulla piazza principale di Zagabria, un mese fa, si era tenuto il concerto del
cantante Marko Perkovic Thompson, le cui canzoni, secondo molti, tanto per le
parole usate che per l’iconografia scenica, invitano i giovani ad esaltare il
movimento ustascia. Tra il pubblico dei suoi concerti si possono vedere
regolarmente dei giovani con indosso i simboli ustascia, e il noto cantante non
li ha mai invitati una sola volta a non farlo.
Thompson è appoggiato da molti politici in Croazia, i quali ritengono che la sua
vicinanza possa portar loro i voti dell’elettorato. È interessante che il suo
concerto di Zagabria, al quale erano presenti circa 60.000 persone, perlopiù
giovani, sia stato organizzato dalla città di Zagabria, a capo della quale c’è
Milan Bandic, membro del Partito socialdemocratico.
Anche nei circoli della Chiesa cattolica Thompson gode di un certo appoggio.
L’ordinario militare, il vescovo di Zagabria Juraj Jezerinac, ha letto alcune
righe delle sue canzoni durante la liturgia a Vukovar, e quando i giornali hanno
pubblicato la notizia, ha detto di non sapere che fosse Thompson l’autore di
quegli scritti.
Dal momento che le cose evidentemente sono iniziate a sfuggire di mano, e dal
momento che al premier Ivo Sanader di certo non serve questa immagine della
Croazia alla vigilia dei negoziati per l’ingresso in Unione europea, ecco che
per l’esaltazione dei simboli nazisti iniziano ad arrivare anche le prime
sanzioni.