Da
rage against the world
Sempre più dura la reazione dell'America latina alla direttiva Ue sulle
espulsioni
Dopo la minaccia di chiudere i rubinetti del petrolio, Hugo Chávez ha avvertito
nuovamente l'Unione europea: se andrà avanti con la nuova direttiva
sull'immigrazione, Caracas potrebbe rispondere con l'espulsione di capitali
europei. L'Assemblea Nazionale (Parlamento) del Venezuela analizzerà
prossimamente la proposta lanciata dal presidente: "Se i governi d"Europa
applicano la direttiva per il ritorno degli immigrati illegali approvata
recentemente dal Parlamento dell'Ue - ha detto la presidente dell'Assemblea
Nazionale, Cilia Flores - si metterà in pratica il principio della reciprocità"
e "si prenderanno delle misure rispetto ai capitali presenti nel nostro
territorio". Il messaggio di Chávez è stato chiaro: "Se l"Europa inizia a
oltraggiare il nostro popolo", allora "noi potremmo prendere in considerazione"
una nuova norma, ovvero "una legge di ritorno dei capitali europei".
L'avvertimento non poteva essere più esplicito: "Se ne vadano, tornino in
Europa. Qui ci sono varie banche europee, potrebbero andarsene" come le
"compagnie petrolifere". Chávez ha assicurato che le aziende e i cittadini del
vecchio continente vengono accolti a braccia aperte nel paese sudamericano, ma
ha avvisato: "Siamo disposti a far sì che ci rispettino in tutto il mondo". In
Venezuela esistono importanti investimenti europei nel settore del greggio (da
Total a Statoil) e nel campo finanziario (ad esempio i gruppi spagnoli Bbva o
Santander).
Non è la prima accesa reazione di Chávez contro la nuova politica migratoria
approvata dai 27 membri dell'Unione. Qualche settimana fa il leader venezuelano
annunciò la possibile sospensione delle vendite petrolifere ai paesi che
applicheranno la direttiva. Si calcola che circa 1,8 milioni di latinoamericani
senza documenti potrebbero essere interessati dalla nuova legge.
Anche il vicepresidente del Parlamento venezuelano, Saúl Ortega, ha
assicurato che l"Assemblea Nazionale discuterà la proposta di Chávez. Tutta
l'America latina - secondo Ortega - dovrebbe rispondere contro questa nuova
politica migratoria. Una delle condanne più dure, finora, è arrivata dai
presidenti del Mercosur.