Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

L'OROLOGERIA DI MILANO srl viale Monza 6 MILANO

siamo amici da quasi 50 anni, una vita! Per gli amici, questo e altro! Se passate di li', fategli un saluto da parte mia...

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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 14/05/2009 @ 09:36:12, in Italia, visitato 1654 volte)

Un caro saluto da Ernesto Rossi, presidente associazione "ApertaMente di Buccinasco"

Gentili Signore e Signori, cari Amici,

vi rivolgiamo l'invito, che si avvia ormai a divenire tradizionale, alla 3^ Festa dei Sinti del Quartiere Terradeo, che si terrà sabato 16 maggio in via dei Lavoratori 2, col patrocinio del Comune di Buccinasco, nell'ambito della 14^ edizione di “Giovani ed Associazioni in Festa.

Quest'anno essa è specialmente dedicata a bambini e ragazzi, e pertanto il programma prevede giochi e animazioni, con una merenda al seguito. Alle 17 la celebrazione della Messa, dedicata al Beato gitano Ceferino. Mentre i ragazzi giocano, potremo accogliere gli ospiti, autorità e associazioni, cui presentare il Quartiere, la sua associazione e i suoi programmi.

Come molti sanno ormai, la Festa è un'occasione d'incontro reciproco fra gli abitanti del Terradeo e la cittadinanza, con l'obiettivo di eliminare progressivamente le distanze che si frappongono ad una completa inclusione di questa comunità in quella più grande di Buccinasco.

ore 14,00: festa dei giovani Sinti e i loro amici con giochi vari, visita al quartiere Terradeo
ore 16,15: merenda
ore 17,00: Santa Messa al campo

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Di Fabrizio (del 14/05/2009 @ 09:43:38, in Europa, visitato 1475 volte)

Da Roma_Daily_News

7 maggio 2009, Economist.com Incomprensi e bloccati nel fango

POCHI argomenti destano più controversie dei Rom nell'ex regione comunista. E' facile caricaturare le posizioni più esplicite. Da una parte, attivisti prezzolati che non vedono altro che razzismo di un'arrogante maggioranza bianca. Dall'altro, retti cittadini, soddisfatti di sé stessi che ritengono i Rom (messa gentilmente) autori delle loro sfortune, o (meno gentilmente) un assieme di ladri parassiti buoni a nulla.

La realtà è molto più complicata. Chiaramente il non-intervento, l'approccio punitivo dei Rom - delinquenti non è una risposta. Rinchiudere i Rom (per esempio, come l'America imprigiona il suo sottoproletariato nero) non è solo futile, ma sbagliato. La sofferenza di così tanti milioni di Europei dovrebbe scuotere la coscienza del continente. La schiavitù rom terminò soltanto circa 150 anni fa. Sono stati l'unico gruppo razziale, con gli Ebrei, che Hitler tentò di sterminare. I regimi comunisti resero illegale il loro modo di vita. Le riforme economiche hanno tagliato la loro rete di sicurezza.

Reuters

Inoltre, gli argomenti dei Rom - delinquenti sono fragili. Asseriscono simultaneamente che la discriminazione non è il problema mentre contemporaneamente rilasciano ampie dichiarazioni sulla criminalità rom, la loro avversione all'istruzione, ed inaffidabilità. La disgustosa esperienza dei bambini rom adottati alla nascita da genitori non-rom mostra che il razzismo è almeno una parte del problema.

In verità, le generalizzazioni sulle questioni rom sono inaccurate dal punto di vista dell'inutilità. Chiaramente non tutti i Rom sono poveri (o senza istruzione, o abusano dell'assistenza pubblica, o inclini alla criminalità). Difatti, le caratteristiche comuni sono rare: l'uso della lingua romanì, per esempio, varia ampliamente. Certamente i Rom non sono del tutto innocenti per le critiche stereotipate su di loro. In effetti, pochi attivisti rom vorrebbero dimostrare il contrario.

Ma ragionare sull'accuratezza di queste generalizzazioni è futile, specialmente perché la definizione stessa di "Rom" è contestata. Per fortuna, i paesi civilizzati non usano i test del DNA per stabilire l'etnia e scrivere il risultato sui documenti d'identità. Indipendentemente da ciò, "Rom" è una questione di auto-descrizione. Alcune parti del problema si vedono meglio come questioni etniche. Piuttosto, si può capire di più come il risultato di una povertà profondamente radicata in un sottoproletariato. Come puntualizza Petra Gelbart, un'attivista rom ceca ora in America, molti dei problemi ascritti ai Rom, come le frodi nell'assistenza pubblica, sono presenti anche nelle comunità povere non-Rom.

Quei Rom che conducono vite miserabili nell'Europa orientale (e migrano verso quella occidentale per trovarsi vilipesi anche lì), lo fanno principalmente perché sono poveri, non a causa di una loro (spesso apparente) connessione linguistica e culturale con una datata migrazione dall'India. Cercare di fermare la discriminazione e promuovere la lingua romanì può aiutare quanti già attaccano la mobilità. Ma cercare di terminare una cultura di povertà radicata per generazioni, probabilmente è più importante.

Questo non rende facile le risposte. Soprattutto nelle politiche sociali, un meccanismo statale determinato ma flessibile è il requisito centrale. Una scuola locale dinamica che offre pasti caldi gratuiti e sovvenzioni le divise scolastiche può cambiare le attitudini familiari sul mandare lì i propri figli. Combinato con un sistema di assistenza che renda i benefici dipendenti da bassi tassi d'interesse e tutto ciò diventa ancora più efficace.

Tutto questo richiede fondi e buon governo. Questo sembra nel breve termine. I paesi ex-comunisti hanno fatto fatica nella gestione anche quando i tempi erano buoni. Poiché la diminuzione economica comprime la spesa pubblica, prestare attenzione urgente ad una minoranza disprezzata non sembra una mossa vincente.

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Di Fabrizio (del 15/05/2009 @ 09:30:35, in lavoro, visitato 1336 volte)

Da Roma_Francais

(riassunto)

13.05.2009 | 09:40 - Il 28% dei salariati dicono di essere stati vittime di discriminazione

Secondo un sondaggio dell'Halde, che consegna questo mercoledì il suo rapporto all'Eliseo, l'età, l'impegno e l'origine sono visti come i tre principali fattori di discriminazione sul lavoro.

Vittime e/o testimoni, i salariati sembrano sempre più sensibili alle discriminazioni nel quadro del loro lavoro. E' ciò che rivela mercoledì il 13 maggio un sondaggio CSA realizzato dalla Alta autorità di lotta contro le discriminazioni e per le pari opportunità e l'OIT (Organizzazione Internazionale del Lavoro), lo stesso giorno in cui il presidente della Halde, Louis Schweitzer, rimetterà alle 17.00 all'Eliseo il suo rapporto annuale al presidente Nicolas Sarkozy. Nel settore privato, il 28% dei salariati dicono di essere stati vittime di discriminazioni, il 22% nel settore pubblico. Un sondaggio simile realizzato nel 2008 aveva donato il 25% nel privato ed il 22% nel pubblico.

Come fattore di discriminazione, l'età (oltre 45 anni) è citata dal 32% dei salariati nel privato e dal 38% nel pubblico. L'impegno politico o sindacale è citato dal 25% nel privato e dal 33% nel pubblico e l'origine etnica dal 35% nel privato e dal 26% nel pubblico.

La gens du voyage la più discriminata

Più di un terzo dei salariati dicono di essere stati testimoni di discriminazione (38% nel privato e 37% nel pubblico). Le persone della comunità della gens du voyage sono le più suscettibili ad essere discriminate a competenza legale, si stima il 50% dei salariati nel privato (44% nella funzione pubblica).

Il secondo criterio è l'handicap (43%) e l'età superiore a 45 anni (36% nel privato, 34% nel pubblico). In compenso la gioventù (meno di 25 anni), l'omosessualità ed il fatto di essere una donna o francese di origine straniera, non sono percepiti né come un vantaggio né come un inconveniente.

Riguardo alla discriminazione, vissuta o osservata, il 33% dei lavoratori dipendenti del privato ne ha parlato alla direzione o al responsabile (44% nel pubblico), il 24% ha allertato i sindacati nel privato (40% nel pubblico) ed il 7% hanno aperto una procedura nel privato (15% nel pubblico).

I mezzi di prevenzione

Il ricorso ai sindacati ed ai rappresentanti del personale è considerato come il livello efficace d'intervento dal 67% dei salariati nel privato e dal 78% di quelli del pubblico.

Per prevenire le discriminazioni sul lavoro, i salariati credono alla pubblicazione dei risultati di azioni a favore dell'uguaglianza nelle imprese, e poi alla possibilità di allertare la direzione in maniera confidenziale ed anonima sui casi di discriminazione.

Seguono poi i CV anonimi ed i marchi di diversità. In compenso i pareri sono mitigati sulla possibilità di un ricorso a quote d'assunzione.

- Sondaggio realizzato dal 18 al 21 marzo 2009 per telefono su un campione rappresentativo di 1.000 persone (500 del privato, 500 del pubblico).

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Di Fabrizio (del 15/05/2009 @ 09:45:59, in Italia, visitato 1564 volte)

Segnalazione di Veniero Granacci e Giorgio Bezzecchi

Desideriamo invitarVi a partecipare alla serata di presentazione del libro "I ROM E L'AZIONE PUBBLICA" a cura di Giorgio Bezzecchi, Maurizio Pagani e Tommaso Vitale - Teti Editore, organizzata dall'Associazione La Conta in collaborazione con il Circolo ARCI Martiri di Turro, che ci sarà, con ingresso gratuito con tessera Arci, lunedì 18 maggio 2009 alle ore 21,00 al Circolo ARCI Martiri di Turro - Via Rovetta, 14 a Milano.

In particolare parteciperanno alla serata Giorgio Bezzecchi, Maurizio Pagani e Tommaso Vitale che hanno curato il libro "I ROM E L'AZIONE PUBBLICA", nonché Alberto Giasanti ed altri ancora che ci parleranno, tra l'altro, dei Rom, dei sinti e di altri gruppi di zingari, della loro storia, della loro cultura, delle forme espressive quali la musica, la danza, i costumi ecc, affinché possiamo conoscerli un pochino meglio e far venire meno i stereotipi e pregiudizi tutt'ora presenti. Saranno discusse altresì le politiche adottate negli ultimi 10 anni dal Comune di Milano, i loro fallimenti ed effetti perversi, nonché alcune proposte già sperimentate in altre città per migliorare le condizioni di vita dei gruppi zigani e favorirne il riconoscimento politico e culturale.

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Di Fabrizio (del 15/05/2009 @ 22:01:10, in blog, visitato 1666 volte)

Da Nazione Indiana un post di Marco Revelli, che mi ricorda come il CLANDESTINO non sia per forza uno straniero

Clandestino, clam-des-tinus. Ciò che sta nascosto al giorno, e odia la luce. Chi sta nell’ombra. L’agguato al varco, là in fondo al corridoio nero, un film di Lynch. L’uomo nero, unheimlich. Uomo sabbiolino: Enter sandman. Exit light. Enter night.

Tu, clandestino, sei un delinquente. La tua invisibilità, la tua condizione d’inesistenza, prodotta dal diritto, da oggi il diritto la punisce. Che meraviglioso gioco di prestigio. E che meraviglioso servo sei tu, clandestino. Ci servi, ci serviamo di te, e non lo diciamo. Se una mano dà scandalo, la si tagli. Quanta parte dell’Italia oggi occorrerebbe amputare?

Trovo intorno a me i soliti vecchi nuovi mostri, e più potenti. La realtà è in mano loro, che la rovesciano, e rovesciano le parole, e le mostrificano. Nel mondo realmente rovesciato, il vero è un momento del falso. Si prosegua lo show, un barcone viene fermato, rovesciata la dritta, al rovescio adesso, al rovescio dei campi e del deserto, un piccolo sacrificio per dar segno di ineluttabilità, guardami negli occhi lazzaro, guardami e ingoia il bianco delle mie pupille, fatti inghiottire, guardami e torna a dormire, il pubblico impagabile applaude e ritorna alla sua impagabile assenza. Segni, intorno nient’altro che segni d’assenza. La testa nella sabbia. E sopra (il mondo è realmente rovesciato), il sabbiolino che soccombe al sole del deserto dove è stato ricacciato. Non si veda, questo sole accecante, la testa nella sabbia! Lo spettacolo è sabbia che occulta il reale, e la testa accecata di buio non vede la sabbia.

Manca il fiato, qui. Qui si gira a vuoto. Un movimento senza presa sulle cose, che produce solo rumore, effetto larsen. Parole che tornano su se stesse, e crescono l’una sull’altra, superfetazione tumorale. Un grande apparato coscienziale che produce, insonne, mostri. Sì, lo so, è solo l’incubo prodotto da questo illusorio, è questo illusorio reale che vince su di me e mi toglie ogni speranza. E sì, so che mai cesserò di produrre parole, le parole sono cose che alla lunga producono un altro reale, ma adesso questo illusorio reale è troppo potente e mi mostrifica le parole, non mi appaiono come evangelio ma come apocalissi. Sono sopraffatto da questo illusorio reale che non vede e acceca di buio. Che mi fa clandestino.

Enuncio il mio soccombere, solo così posso rialzarmi, riprendere a parlare.

Now I lay me down to sleep.

Mi risveglio alla luce.

Su la testa.

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Di Fabrizio (del 16/05/2009 @ 09:08:23, in Europa, visitato 1688 volte)

Da British_Roma

Il Consiglio RCN deve far pressione per rivedere l'accesso ai servizi sanitari e sociali per gruppi socialmente esclusi, come le comunità viaggianti ed i senza casa, hanno detto le infermiere.

Le infermiere hanno votato quasi all'unanimità una mozione, proposta da Marcelle De Sousa, del forum adolescenti dell'RCN, che solleva preoccupazioni sulla qualità dell'assistenza per questi gruppi.

"Il gap tra ricchi e poveri è il più ampio dal 1960. I Viaggianti spesso trovano che i siti permanenti sono al lato di strade, fabbriche o impianti industriali, ed hanno alte incidenze di asma ed eczemi."

Tuttavia, ha aggiunto che l'assistenza che hanno ricevuto spesso è stata inadeguata. "Quando accedono al servizio sanitario, trovano che non si adattano al sistema," ha aggiunto.

"Molti lottano per l'accesso all'assistenza e quando lo fanno, a volte incontrano discriminazioni," ha detto Lorraine Tinker, del forum pediatrico oncologico.

"Le ambulanze non assisteranno nei siti fissi, o loro non sono in grado di accedere ai servizi primari. Ci sono tuttavia problemi di droga e alcool e violenza domestica. Appoggio la risoluzione per assicurare che cia sia una fine per questa ineguaglianza d'accesso per questi membri più vulnerabili della società."

Garet Phillips, membro del consiglio RCN per il Galles, ha avvisato i delegati di ignorare i volantini distribuiti fuori dalla sala del congresso dall'Alleanza dei Contribuenti.

I volantini criticavano il Consiglio di Ealing per aver assunto un "Incaricato al Collegamento per Zingari, Rom e Viaggianti"[sic].

"Questi volantini non hanno posto nel Congresso RCN," ha detto. La mozione è stata gradita dal 99% dei presenti.

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Di Fabrizio (del 16/05/2009 @ 09:24:50, in scuola, visitato 1781 volte)

Segnalazione di Demetrio Gomez e Giorgio Bezzecchi

Class 55 è una piattaforma costituita da Rom e attivisti pro-Rrom, che si sono uniti alfine di porre fine alla segregazione dei Rom nelle scuole:

[...]

  1. Il 17 maggio 1954, il Tribunale Supremo degli Stati Uniti prese una decisione storica nel caso "Brown contro Ministero dell'Istruzione".
  2. Paesi dell'Europa centrale e orientale segregano i loro stessi cittadini di seconda classe - i Rom.
  3. Il noto caso di "DD. HH. e altri contro la Repubblica Ceca" confermò che i bambini rom erano inviati ingiustamente alle scuole "speciali".

Il 17 maggio 1954, il Tribunale Supremo degli Stati Uniti prese una decisione storica nel caso "Brown contro Ministero dell'Istruzione", ponendo fine alla segregazione degli studenti neri nel sistema educativo americano. Mentre l'America celebra il 55° anniversario di questa sentenza, paesi dell'Europa centrale e orientale segregano i loro stessi cittadini di seconda classe - i Rom. Diverse OnG appartenenti alla Società Civile hanno segnalato in diverse occasioni le pratiche di segregazione, come pure la discriminazione diretta e indiretta dei Rom, senza dubbio le loro voci sono poco ascoltate. Class 55 è una piattaforma costituita da Rom e attivisti pro-Rrom, che si sono uniti alfine di porre fine alla segregazione dei Rom nelle scuole.

I Rom sono il gruppo etnico più discriminato in Europa in tutte le sfere della vita, incluso nell'istruzione. Varie scuse sono usate dai professori, direttori ed autorità educative per segregare i Rom, invece di ammettere semplicemente che le scuole sono monoculturali, ed incapaci di integrare qualsiasi tipo di differenza. Riguardo a queste differenze, sono varie le etichette date ai bambini rom: "socialmente svantaggiati", "di basso ambiente culturale", "carenti di capitali sociali", ecc., intendendo spesso che il bambino non ha le capacità per entrare nell'istruzione ufficialmente stabilita.

Nel noto caso di "DD. HH. e altri contro la Repubblica Ceca" il Tribunale Europeo dei Diritti Umani a Strasburgo confermò nel novembre 2007 che nella Repubblica Ceca, i bambini rom furono diagnosticati erroneamente ed inviati in scuole di istruzione speciale per bambini psichicamente incapaci. Un anno e mezzo dopo questa decisione, la Repubblica Ceca, così come altri paesi membri del Consiglio d'Europa, furono obbligati a porre fine a queste diagnosi basate sul pregiudizio etnica; nella pratica, i bambini rom continuano ad essere inviati in scuole di bassa qualità educativa. Anche se queste scuole non sono denominate come "speciali", la maggioranza degli alunni segue tuttavia un piano speciale e differente di studi, con un livello di istruzione più basso del piano di studi normale.

"Si è utilizzato ogni tipo di scusa per segregare i bimbi rom e porli in scuole o classi per soli Rom in paesi dell'Europa centrale e orientale. Questa pratica è assolutamente sbagliata e senza giustificazione. Per esempio, nel Regno Unito Unito quegli stessi bambini, dopo aver migrato con i loro genitori, frequentano le scuole normali ufficiali usando una lingua che prima non avevano mai parlato," dice Scott Elliott, attivista canadese pro-Rom di Roma Rights Network.

Class55.org crede che il 55° anniversario di una vittoria dei Diritti Umani sia la migliore occasione per mostrare ai governi dell'Europa che la segregazione dei Rom è completamente inaccettabile, e che questa pratica debba terminare immediatamente Chiunque può aderire a Class 55 ed appoggiarne la causa inviando un messaggio ai ministri dell'istruzione, firmando la petizione e facendo circolare queste informazioni tra i suoi amici e famiglia, usando il tipo di tecnologia preferita.

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Di Fabrizio (del 16/05/2009 @ 12:50:30, in casa, visitato 1515 volte)

In Italia, soltanto il 5% delle popolazioni Rom/Sinti/Caminanti persegue ancora uno stile di vita nomade. Il resto è stanziale, e molti dei nuovi arrivati dalla ex Jugoslavia e dalla Romania, vivevano precedentemente in case. Nonostante ciò, continua il fraintendimento di chiamarli "nomadi", quando il loro migrare è dovuto soprattutto ai continui sgomberi. Il termine esatto, sarebbe "sfollati".

Ma mentre loro sarebbero contenti di trovare una casa o una qualsiasi sistemazione stabile e sicura (e anche di pagarne i costi), c'è chi riscopre il nomadismo:

Da Affaritaliani.it Segnali/ Contro la crisi, diventa fulltimer: un camper come casa, ti sposti dove vuoi e... niente bollette Sabato 16.05.2009 02:55 di David Migliori

La protagonista di un libro che leggo spesso ai miei bimbi è una zebra insoddisfatta della propria abitazione. Va ad abitare in una casetta in mezzo alla giungla ma non sopporta i vicini chiassosi, si trasferisce nel deserto ma soffoca dal caldo, costruisce una casa in riva al mare ma si ritrova con l’acqua sul pavimento. Dopo tanto penare, alla fine trova la soluzione che fa per lei: una casa su ruote da spostare comodamente dove gli pare a seconda delle “voglie”…

Una vita in un camper
Zingari, zigani, gitani, nomadi… chissà se a loro piacerebbe essere definiti così. Ma, di fatto, hanno scelto uno stile di vita errante che li accomuna alle popolazioni che della fissa dimora hanno sempre preferito fare a meno.
Negli Usa non sono pochi quelli che, una volta lasciato il lavoro, decidono di andare a vivere in camper e di spostarsi nelle zone più calde nei mesi più freddi dell’anno, magari svernando in campeggi appositamente attrezzati per loro. Il portale per tutti questi viaggiatori del nuovo millennio è Trailer Life Directory

In Europa la cosa è ancora poco diffusa, ma qualcuno incomincia a parlare anche dalle nostre parti di fulltimers, persone che hanno venduto tutti i loro beni e li hanno investiti in un camper.
In Spagna, nella zona di San Juan, una cinquantina di chilometri a sud di Cartagena, è facile imbattersi in centinaia di Fulltimers che parcheggiano nei pressi delle spiagge di quella località. E poi, nei mesi più freddi, si trasferiscono un po’ più a sud e passano l’inverno in Marocco per tornare a nord con l’arrivo del caldo. Nulla di nuovo, molti animali fanno lo stesso.
A differenza delle altre specie, l’uomo deve però fare i conti con il problema dei soldi.
E di soldi ne servono parecchi per acquistare un camper, anche se nulla a che vedere con i costi stratosferici di una “comune” abitazione di cemento e mattoni. Un bel camper nuovo costa più di 30mila euro, ma se si vuole averne uno di grandi dimensioni, di quelli, per intenderci, al cui interno è possibile parcheggiare una piccola vettura come una Smart, bisogna prepararsi a spendere anche 150mila euro.

Ma poi non ci saranno molti motivi per rimpiangere le comodità di casa. Dimenticate le vecchie roulotte e le scomodità del passato, oggi tutto punta al confort. I nuovi camper sono pensati per la comodità e per chi ormai non è disposto a rinunciare alle tecnologie. Le case viaggianti hanno antenne paraboliche e satellitari, sono predisposte per tv al plasma, computer e internet; hanno cucina e bagno, doccia (ovviamente con acqua calda), frigorifero a gas, riscaldamento, pannelli solari e l’elenco potrebbe continuare...

I nuovi nomadi più estremi sono poco stanziali e si fermano nelle piazzole che trovano di loro gradimento, ma la maggioranza è meno estrema e si appoggia a campeggi dove è possibile stazionare in cambio di 100 o 200 ero al mese. Il vantaggio di questa soluzione è di poter avere comunque una base fisica che offre una serie di servizi comuni a chi ha scelto uno stile di vita simile e un luogo dove ricevere comunicazioni: è vero che nell’era di internet poco resta delle vecchie comunicazioni cartacee via posta, ma non tutto è ancora automatizzato, basta pensare alle multe… E guidando un camper una delle massime preoccupazioni è proprio quella di prendere una multa e di vedersi pian piano decurtare i punti dalla patente…

Se a chi ha fatto questa scelta si chiedono le ragioni della propria soddisfazione, di solito si ottengono due generi di risposta. La prima è economica. Basta affitto se si esclude il campeggio, basta ici, basta un’infinità di altre tasse a cui siamo sottoposti e un grande risparmio su tutto il resto, dall’elettricità al gas…
L’altra ragione di soddisfazione è invece filosofico-esistenziale. Chi ha scelto uno stile di vita nomade e ne è contento, si sente finalmente libero da una serie di cose e situazioni a cui noi persone normali e stanziali siamo costretti. Liberi anche da tanti oggetti di uso quotidiano che in un camper, per quanto spazioso, non ci possono stare, cose di cui prima non potevano fare a meno e di cui oggi non sentono più la mancanza…

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Di Fabrizio (del 17/05/2009 @ 09:24:37, in media, visitato 1782 volte)

Su Facebook, Mauro Sabbadini e Laura Di Martino indicano queste foto di Le Monde sul progressivo sgombero di Sulukule, mentre Davide Zaccheo consiglia quest'album di Nigel Dickinson sui Rom in Italia.

A mia volta, vi consiglio queste storie fotografiche di Eugenio Viceconte

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Di Fabrizio (del 17/05/2009 @ 09:41:15, in Italia, visitato 2018 volte)

Napoli - dal 15 maggio al 14 settembre 2009
Santiago Sierra - Ponticelli

MADRE - MUSEO D'ARTE DONNA REGINA vai alla scheda di questa sede
Via Luigi Settembrini 79 (80139)
+39 08119313016
www.museomadre.it 

Nuovo progetto di Santiago Sierra pensato e realizzato dall’artista a Napoli, e per la prima volta esposto al Madre, che affronta la questione dei Rom e, in particolare i recenti fatti della comunità Rom di Ponticelli, prendendola a simbolo della nuova ondata xenofoba e di intolleranza verso gli immigrati che attraversa il paese e, più in generale il mondo occidentale a seguito della crisi economica mondiale.

orario: dal lunedì al venerdì ore 10.00 – 21.00 sabato e domenica ore 10.00 – 24.00 Giorno di chiusura: martedì (possono variare, verificare sempre via telefono)
biglietti: Intero: € 7.00 Ridotto: € 3.50 Gratuito tutti i lunedì Audioguide € 4.00
vernissage: 15 maggio 2009. ore 12
ufficio stampa: ELECTA NAPOLI
curatori: Bartolomeo Pietromarchi
autori: Santiago Sierra
note: La mostra è realizzata in collaborazione con la Prometeo Gallery di Ida Pisani. parte (integrante) del nuovo progetto di Santiago Sierra è già in mostra per le vie di Napoli in diversi spazi urbani normalmente dedicati alla pubblicità
genere: arte contemporanea, personale

Comunicato stampa
PONTICELLI è il nuovo progetto di Santiago Sierra pensato e realizzato dall’artista a Napoli, e per la prima volta esposto al MADRE, che affronta la questione dei Rom e, in particolare i recenti fatti della comunità Rom di Ponticelli, prendendola a simbolo della nuova ondata xenofoba e di intolleranza verso gli immigrati che attraversa il paese e, più in generale il mondo occidentale a seguito della crisi economica mondiale. Il progetto si compone di tre opere in mostra al museo e di un imponente progetto pubblico che per tutto un mese (da metà maggio a metà giugno) occuperà numerosi spazi urbani normalmente dedicati alla pubblicità con una serie di immagini realizzate dall’artista.

Le immagini rappresentano dentature digrignanti di due famiglie Rom, ultime rimaste prima dello sgombero definitivo del campo di via Ponticelli, che si sono prestate per realizzare l’opera. Un segno forte nella città, segno di rabbia e di disperazione, urlo contro l’intolleranza di tutti i generi, sensibilizzazione verso un silenzio impotente di fronte al montare di odio e paura. Un’opera che con grande impegno riflette sulla questione del diverso, della tolleranza e della convivenza in momenti di crisi quando la questione si fa più sensibile e attuale.

In mostra al MADRE oltre alle due opere che ne hanno preparato la realizzazione QUEMA DE VIVIENDAS (ESCENA ENCONTRADA) e ESTUDIO FOTOGRÁFICO DE PONTICELLI anche la serie completa delle immagini del progetto pubblico DIENTES DE LOS ÚLTIMOS GITANOS DE PONTICELLI, oltre ad un programma di proiezioni di video di recenti progetti dell’artista compreso il controverso LOS PENETRADOS recentemente realizzato a Madrid sul tema del genere, il sesso e la razza.

In occasione della mostra sarà realizzata una giornata di studio e di approfondimento sulla questione dei Rom, in particolare, e su quella dell’integrazione del diverso e dello straniero più in generale. All’incontro saranno invitati il collettivo Stalker, Nando Sigona uno dei fondatori di OsservAzione - Centro di ricerca e azione contro la discriminazione Rom e Sinti - e docente di Refugee Studies presso la Oxford Brookes University e City University (London), e rappresentanti delle associazioni e degli attivisti che si occupano dell’argomento, oltre all’Associazione Nazionale Opera Sinti e Rom.

Santiago Sierra è nato in Madrid e si è trasferito nel 1995 a Città del Messico. Artista di fama mondiale Sierra è conosciuto per le sue opere provocatorie realizzate dentro e fuori gli spazi dedicati all’arte. Santiago Sierra si e’ progressivamente distinto negli ultimi anni grazie ad un lavoro in bilico tra la scultura minimalista, la fotografia concettuale e la performance, mettendo costantemente in discussione i limiti e le costrizioni imposti dalla società contemporanea. Tra le ultime prove dell’artista ricordiamo il Padiglione Spagnolo alla 50° Biennale di Venezia, a cui si poteva accedere solo se in possesso di un passaporto iberico; ”The first verse of the Marseillaise played uninterruptedly for one hour” al Centre d’art contemporain de Bretigny, dove un’intera orchestra ha suonato il primo verso dell’inno francese per un’ora, e ”300 Tonnen” alla Kunsthaus di Bregenz, una possente installazione in cemento del peso di trecento tonnellate che ha spinto agli estremi le capacità strutturali del museo austriaco, al punto da poter accogliere solo quaranta visitatori alla volta.
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