In Italia, soltanto il 5% delle popolazioni Rom/Sinti/Caminanti
persegue ancora uno stile di vita nomade. Il resto è stanziale, e molti dei
nuovi arrivati dalla ex Jugoslavia e dalla Romania, vivevano precedentemente in
case. Nonostante ciò, continua il fraintendimento di chiamarli "nomadi", quando
il loro migrare è dovuto soprattutto ai continui sgomberi. Il termine esatto,
sarebbe "sfollati".
Ma mentre loro sarebbero contenti di trovare una casa o una
qualsiasi sistemazione stabile e sicura (e anche di pagarne i costi), c'è chi
riscopre il nomadismo:
Da
Affaritaliani.it Segnali/ Contro la crisi, diventa fulltimer:
un camper come casa, ti sposti dove vuoi e... niente bollette Sabato
16.05.2009 02:55 di David Migliori
La protagonista di un libro che leggo spesso ai miei bimbi è una zebra
insoddisfatta della propria abitazione. Va ad abitare in una casetta in mezzo
alla giungla ma non sopporta i vicini chiassosi, si trasferisce nel deserto ma
soffoca dal caldo, costruisce una casa in riva al mare ma si ritrova con l’acqua
sul pavimento. Dopo tanto penare, alla fine trova la soluzione che fa per lei:
una casa su ruote da spostare comodamente dove gli pare a seconda delle
“voglie”…
Una vita in un camper
Zingari, zigani, gitani, nomadi… chissà se a loro piacerebbe essere definiti
così. Ma, di fatto, hanno scelto uno stile di vita errante che li accomuna alle
popolazioni che della fissa dimora hanno sempre preferito fare a meno.
Negli Usa non sono pochi quelli che, una volta lasciato il lavoro, decidono
di andare a vivere in camper e di spostarsi nelle zone più calde nei mesi più
freddi dell’anno, magari svernando in campeggi appositamente attrezzati per
loro. Il portale per tutti questi viaggiatori del nuovo millennio è
Trailer Life
Directory
In Europa la cosa è ancora poco diffusa, ma qualcuno incomincia a parlare
anche dalle nostre parti di fulltimers, persone che hanno venduto
tutti i loro beni e li hanno investiti in un camper.
In Spagna, nella zona di San Juan, una cinquantina di chilometri a sud di
Cartagena, è facile imbattersi in centinaia di Fulltimers che parcheggiano nei
pressi delle spiagge di quella località. E poi, nei mesi più freddi, si
trasferiscono un po’ più a sud e passano l’inverno in Marocco per tornare a nord
con l’arrivo del caldo. Nulla di nuovo, molti animali fanno lo stesso.
A differenza delle altre specie, l’uomo deve però fare i conti con il problema
dei soldi.
E di soldi ne servono parecchi per acquistare un camper, anche se nulla a
che vedere con i costi stratosferici di una “comune” abitazione di cemento e
mattoni. Un bel camper nuovo costa più di 30mila euro, ma se si vuole averne uno
di grandi dimensioni, di quelli, per intenderci, al cui interno è possibile
parcheggiare una piccola vettura come una Smart, bisogna prepararsi a spendere
anche 150mila euro.
Ma poi non ci saranno molti motivi per rimpiangere le comodità di casa.
Dimenticate le vecchie roulotte e le scomodità del passato, oggi tutto punta al
confort. I nuovi camper sono pensati per la comodità e per chi ormai non
è disposto a rinunciare alle tecnologie. Le case viaggianti hanno antenne
paraboliche e satellitari, sono predisposte per tv al plasma, computer e
internet; hanno cucina e bagno, doccia (ovviamente con acqua calda), frigorifero
a gas, riscaldamento, pannelli solari e l’elenco potrebbe continuare...
I nuovi nomadi più estremi sono poco stanziali e si fermano nelle piazzole
che trovano di loro gradimento, ma la maggioranza è meno estrema e si
appoggia a campeggi dove è possibile stazionare in cambio di 100 o 200 ero al
mese. Il vantaggio di questa soluzione è di poter avere comunque una base fisica
che offre una serie di servizi comuni a chi ha scelto uno stile di vita simile e
un luogo dove ricevere comunicazioni: è vero che nell’era di internet poco resta
delle vecchie comunicazioni cartacee via posta, ma non tutto è ancora
automatizzato, basta pensare alle multe… E guidando un camper una delle massime
preoccupazioni è proprio quella di prendere una multa e di vedersi pian piano
decurtare i punti dalla patente…
Se a chi ha fatto questa scelta si chiedono le ragioni della propria
soddisfazione, di solito si ottengono due generi di risposta. La prima è
economica. Basta affitto se si esclude il campeggio, basta ici, basta
un’infinità di altre tasse a cui siamo sottoposti e un grande risparmio su tutto
il resto, dall’elettricità al gas…
L’altra ragione di soddisfazione è invece filosofico-esistenziale. Chi ha scelto
uno stile di vita nomade e ne è contento, si sente finalmente libero da una
serie di cose e situazioni a cui noi persone normali e stanziali siamo costretti.
Liberi anche da tanti oggetti di uso quotidiano che in un camper, per quanto
spazioso, non ci possono stare, cose di cui prima non potevano fare a meno e di
cui oggi non sentono più la mancanza…