Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Ricevo da Luisa
Da
GEYGER DISF
Ieri è stato presentato alla regione Puglia il programma del Festival
della "Notte della Taranta", la cui XI edizione si terrà fra il 7 e il 23 agosto
nei Comuni della Grecìa Salentina, per concludersi nel concertone finale di
Melpignano, durante il quale è prevista la partecipazione di Caparezza, Aprés la
classe, Sud Sound System, Radiodervish, Richard Galliano e Rokia Traore' (nei
prossimi giorni maggiori informazioni).
Benché siano in molti, anche qui in Puglia, ad associare la "Notte della Taranta"
quasi soltanto al concertone di Melpignano, in realtà da anni questo Festival di
pizziche e contaminazioni folk è diventato itinerante, e per molti seguaci, "carovaniero" per tutto il Basso Salento, con circa 15 serate sparse fra
Calimera e Alessano, passando per Otranto e Galatina. Per non parlare di tutte
le rassegne, sagre, piccoli festivals ed eventi che costellano il Salento per
tutta l’estate, fornendo ampiamente scelte alternative per una stessa serata.
Anche il pubblico è perciò eterogeneo ed itinerante. Ad uno stesso concerto del
Festival, un terzo del pubblico è composto dalla popolazione locale- ma in buona
parte sono migranti italianissimi. Un altro terzo è composto da vacanzieri con
il culto dell’esotico, e l’ultimo terzo è costituito dai giovani travellers
d’Italia e ormai anche d’Europa (l’anno scorso ho anche incontrato
sudamericani). Al pubblico occorre aggiungere la non piccola comunità
temporanea degli ambulanti e degli addetti ai lavori, dei giocolieri e degli
artisti di strada, di chi organizza le varie rassegne e di chi fa commercio
(anche di dischi, magliette e libri). A volte la distinzione fra festival e
sagra s’assottiglia pericolosamente, a tutto vantaggio degli stands
gastronomici, che pagano di più ai Comuni. Altre volte i vigili lasciano fare, e
ciò rende la serata meno "istituzionalizzata" e "bottegaia".
Per molti giovani travellers il festival diventa davvero un’esperienza
nomadica "per scelta", assai simile ai fasti dell’Umbria Jazz d’un tempo,durante
la quale si incontrano, oltre il variegato mondo dell’ambulantato, anche gli
"zingari", in particolare nelle celebrazioni di San Rocco a Torrepaduli. Bands
di origine "zingara", come Mascarimirì di Claudio "Cavallo" Giagnotti, Crifiu,
Ziringaglia, sono presenti in parecchie serate, ma in genere molte formazioni
mixano ecletticamente ogni sorta di fonti musicali folk, etniche, world, afro,
reggae. Vi sono poi serate particolari in cui si incontrano "maestri" e "regine", come a Sternatia lo scorso anno, Lucilla Galeazzi ed Esma Redzepova
"the Queen of Gypsies" con il Canzoniere Grecanico Salentino.
Stratificazioni antiche, a volte rivendicate come "identitarie", e linee di fuga
contemporanee si intrecciano in un meticciato culturale reso più eccitante da o’
sole, o’ mare, sex drugs and rock’n’roll, dai mille incontri occasionali a volte
stimolanti, a volte divertenti, a volte convenzionali. Come sempre. Con la
"paura" di tornare a casa, alla solita vita scuola-lavoro-famiglia. E sullo
sfondo un Salento che con gli anni tende sempre più a "imborghesirsi", a sedentarizzarsi, a recintarsi, sempre meno
"selvaggio" e "primitivo" sempre più "bottegaio". Prima di tutto lo "sviluppo", il
"marketing del territorio", in
funzione turistica: villaggi, resort, bed & breakfast, strade, porti, etc.
L’alternativa fra nomadismo e sedentarietà oscilla fra le scorribande notturne e
la noia vacanziera, compresenti sullo stesso territorio per qualche mese estivo.
Nulla che in fondo non sia un déjà vu, da queste parti. Dove al tradizionale
incontro/scontro fra contadini, zingari e classi agiate si è sovrapposto quello
post-moderno fra migranti, vacanzieri, nuovi nomadi, artisti di strada,
giocolieri, e… affaristi. Più i nuovi Rom arrivati di recente dalla ex
Jugoslavia, e in particolare dal Kosovo, in seguito alle guerre etniche ed
"umanitarie".
Il gruppo più antico di Rom in Italia, proveniente dai Balcani, si è insediato
fin dal XV sec. nell’Italia centro-meridionale, fra Abruzzo, Molise, Campania,
Puglia e Calabria. Esercitavano le attività di fabbri, mercanti di equini,
giostrai. Fino agli anni successivi la seconda guerra mondiale durante la bella
stagione giravano per i mercati con carrozzoni trainati da cavalli; svernavano
vicino a qualche borgo, in stalle o fienili presi in affitto. Col tempo la
lingua romani, già fortemente influenzata dai dialetti regionali, è stata
quasi del tutto abbandonata o sopravvive nell’uso di alcune frasi gergali. Allo
stesso modo, il nomadismo è diventato stagionale e i più si sono "fermati" in
campi e baraccopoli alle periferie delle città.
La loro partecipazione ad alcune feste religiose le influenza in maniera
determinante come nel caso della festa di S. Rocco a Torrepaduli e della festa
dei SS. Cosma e Damiano a Riace (CZ). La presenza degli zingari è sensibilmente
diversa da quella dei contadini:
"i contadini trascorrono la notte accampati in chiesa, seguono la processione
cantando, suonano e danzano la tarantella solo in spazi e in momenti a margine
della festa vera e propria; gli zingari si accampano in automobili, camion o
furgoni, nei pressi del santuario. A Riace precedono la processione danzando; a
Torrepaduli, dopo la processione, si impadroniscono del sagrato dando vita per
tutta la notte a delle "ronde" di "pizzica". Qui agli zingari (e, in misura
minore, ad altri marginali e a gente di malavita) spetta prevalentemente il
ruolo di danzatori, ai contadini quello di suonatori di tamburello e di armonica
a bocca. La tarantella ballata a Torrepaduli in occasione della festa di S.
Rocco è detta la "scherma": due uomini si affrontano danzando, indice e medio
della mano destra tesi a simulare la presenza di un coltello, e duellano fino a
che uno dei due contendenti viene toccato per la terza volta dalle dita
dell’avversario"(Nico Staiti).
La "pizzica-scherma" verrebbe dalla Calabria, dov’è chiamata anche "tarantella maffiusa", tipica non degli zingari, ma come danza di contadini, pastori, e
gente di malavita. Ma i Rom salentini restano comunque gli interpreti principali
della "scherma", e sono loro ad averla importata dalla Calabria nel Salento.
Com’è tipico del nomadismo e degli zingari, sono questi ad aver svolto un ruolo
di mediatori di tradizioni fra due diverse regioni dell’Italia meridionale, cosa
impossibile fra culture "chiuse", e allo stesso tempo, a Torrepaduli come a
Riace, svolgono un ruolo complementare rispetto agli altri partecipanti.
La grande capacità degli zingari, come sottolineava Luca Guglielminetti nel post
di ieri, "La nuova musica zingara: il Jazz dei Balcani", è quella di costruire i
brani musicali attraverso "l'apprendimento, come per la lingua parlata, di arie
e melodie popolari dai luoghi di passaggio, e l'estro individuale
particolarmente esaltato dalla pratica molto frequente dell'improvvisazione. È
difficile individuare una musica originale zingara. Si possono riconoscere però
stili diversi…".
Questo tipo di "ibridazione", di "musica ibrida ai confini del mondo in un
cocktail irresistibile di musiche balcaniche…ricche di echi arabi, turchi e
mediorientali in un turbinio di ritmi etc." costituisce il contributo specifico
della musica "zingara" alla musica "etnica" del Salento. La sua profondità
(Liszt) riflette "un dato di precarietà sociale eccezionale" percepito
con intensità e forza straordinarie, alla quale, forse, anche il più distratto
vacanziero o migrante di ritorno, colto in un attimo di libertà fuori dalle
consuete costrizioni del lavoro e del quotidiano, s’abbandona mollemente.
"Se il dato primario degli zingari è la capacità (necessità) di adattarsi a
contesti sociali sempre nuovi, cui prestare attenzione per percepire quanto
serve per sopravvivere, è ben possibile che, come per i neri americani,
prestando orecchio a quanto le tradizioni musicali popolari fornivano nei
contesti dei luoghi nei quali si aggiravano abbiano condotto a queste strepitose
"sintesi" o "rivitalizzazioni" di tradizionali arie in forme dotate di una
autonoma cifra stilistica" (Luca Guglielminetti).
Di Fabrizio (del 07/08/2008 @ 08:43:27, in blog, visitato 1497 volte)
Da
Roma_Francais
BIENVENUE CHEZ LES ROMS (blog)
Miei cari amici Rom,
Porto un toast al vostro coraggio ed a ciò che dovete sopportare per me. Da
quando sono stato nominato presidente del Consiglio dei ministri, ho rinunciato
a scegliere tra i mandati più difficili e optato per quelli che mi avrebbero
apportato più cre-di-bi-li-tà. Dopo aver passato in rivista i grandi assi della
mia politica, mi son dovuto arrendere all'evidenza. I soli che mi potevano
salvare la pelle eravate proprio voi, Voi, miei amici Rom!
Ho rinunciato alla lotta alla mafia poiché tutti i miei amici ne fanno parte.
Il potere d' acquisto sul quale non ho nessuna influenza. La lotta alla povertà,
alla miseria e all'indigenza, chi se ne frega! Tutte queste
preoccupazioni per le quali non posso strettamente fare nulla non avendo le
competenze ed ancor meno l'interesse. Fortunatamente, sono definitivamente
scappato alla giustizia mettendomi al riparo da azioni giudiziarie. Unica cosa
efficace che so riuscito sinora ad ottenere.
Pregando Dio in ginocchio, l'imploravo di mostrami la strada giusta e come
rassicurare gli Italiani. Guardando lungamente la croce sulla quale Gesù
sacrificato ha versato il suo sangue per me. Di colpo, un'illuminazione
straordinaria. Al posto di Gesù, ho visto un Rom.
Sì! Una rivelazione divina. Dio mi aveva inviato i Rom per venirmi in aiuto.
Voi siete stati designati, come l'agnello sacrificale sull'altare della politica
italiana. Immolati per far dimenticare agli Italiani che tutto va alla deriva.
Mi lanciai, in ginocchio, sul pavimento della Chiesa, per ringraziare il Padre
nostro di avervi designato tra noi.
E gli Italiani sono contenti dell'olocausto che gli offro. Mi incensano, mi
onorano, voi siete seguiti con tutti gli altri immigrati, ho inviato loro
l'esercito per le strade. Si sentono infine amati, compresi, rassicurati.
Avevano bisogno di un padre, ebbene, ce l'hanno. Onnipresente. Penso per
loro, decido per loro. L'uniforme, l'esercito, sono simboli potenti della forza
del padre, d'ora in poi si manifesterà a tutti gli angoli di strada.
Allora, miei amici Rom, lasciatemi ringraziarvi di avermi aiutato ad erigere
questa statua che io rappresento e che l'Italia intera adora. Per il vostro
coraggio, per il vostro dono di sé, sarete ricompensati davanti la Porta di San
Pietro. Prego tutti i giorni perché voi accediate al Paradiso, senza indugi, in
grazia dei servizi resi all'Italia.
Per finire, Cari amici Rom, siete i migliori cittadini italiani che il paese
ha mai avuto e meritereste, per questo, di essere decorati.
Alla vostra salute, leviamo i nostri bicchieri, tutti assieme, e beviamo alla
vostra gloria!
Di Fabrizio (del 07/08/2008 @ 08:59:31, in Europa, visitato 2320 volte)
Da
Czech_Roma
30 luglio, 2008 - By Gwendolyn Albert
Anita Danka/European Roma Rights Centre.
Elena Gorolova, a sinistra, a Madrid con una reduce alla sterilizzazione
forzata, Marta Pušková.
Negli ultimi quattro anni, sono stata coinvolta nell'aiutare le reduci delle
sterilizzazioni forzate nella Repubblica Ceca, nella loro lotta per ottenere dal
governo una riparazione per i danni da loro sofferti, e per impedire che
violazioni simili accadano ancora negli ospedali cechi. Assieme ad OnG locali ed
internazionali, le donne della comunità Rom di Ostrava in particolare, hanno
perseverato in questa ricerca, nonostante le minime risorse ed appoggio. Il loro
solo alleato è il difensore pubblico dei diritti Ceco (ombudsman), le cui
raccomandazioni fatte nel 2005 rimangono inadempiute dal governo, nonostante i
richiami dei consulenti governativi di riconoscere la responsabilità per le
violazioni, scusarsi con le vittime e fornire una riparazione.
Qualche settimana fa, mi sono trovata in un albergo di Vienna, dopo una
settimana di attivismo ad una grande
conferenza a Madrid sui diritti delle donne. Assieme ad alcune delle reduci
di Ostrava ed allo staff dell'European Roma Rights Centre, avevo raccolto firme
per richiedere ai governi ceco, ungherese e slovacco di riparare queste
violazioni. Curiosa di vedere le notizie, ho girato sulla CNN - e quasi sono
caduta per la sorpresa. Uno spot annunciava che il documentario Processo per un
Bambino Negato, sulla sterilizzazione coercitiva nella Repubblica Ceca, sarebbe
stato trasmesso durante la serie "Storie Mai Raccontate dal Mondo". Essendo
stata coinvolta da vicino nell'assistere i produttori del film, ero strafelice
di vedere il loro lavoro raggiungere il mondo.
Ma per me, lo sviluppo più importante negli scorsi quattro anni è stato il
cambiamento che ho osservato nelle donne stesse. Nonostante alcune difficoltà -
come le cronache ostili nella stampa locale dopo che avevano dimostrato fuori
dall'ospedale di Ostrava nel 2006 - queste donne hanno superato lo stigma che
chiunque proverebbe a discutere dettagli sulla propria vita così intimi. In un
recente incontro con le donne Rom della Slovacchia che sono state oggetto degli
stessi abusi, le reduci delle sterilizzazioni di Ostrava parlarono
appassionatamente del bisogno di raggiungere in qualche modo il pubblico
attraverso i media, non solo di scambiarsi le proprie esperienze privatamente.
Anche dopo quattro anni di quasi silenzio dal governo, ed anche sapendo che loro
sono coscienti che la grande maggioranza di loro non vedrà mai quel giorno in
tribunale, rimangono focalizzate e desiderose di giustizia.
Nessuna personifica questa trasformazione così chiaramente come Elena Gorolova,
che fu sterilizzata senza il suo consenso nel 1990, nel corso del suo secondo
parto cesareo. Durante il travaglio in sala parto, con un'enorme paura e sotto
l'influenza dei sedativi, i dottori le diedero un pezzo di carta e le dissero:
"Firma o morirai." Credendogli, firmò senza nemmeno leggere il documento - come
disse più tardi, "In quel momento, avrei firmato la mia condanna a morte."
Il "consenso" ottenuto da Elena sotto queste circostanze è tipico dei reclami
del post-comunismo registrati dall'ombudsman. Lei non scelse di essere
sterilizzata - i dottori scelsero per lei.
Quattro anni fa, quando riportai per la prima volta di queste violazioni alle
Nazioni Unite di New York, fu il suo primo viaggio aereo. Così ci organizzammo
per un'altra donna, che l'avrebbe accompagnata e mostrato la rotta.
Quest'estate, per il nostro viaggio a Madrid, Elena non solo ha volato da
Ostrava da sola, ma è stata lei ad offrire supporto ad un'altra che a sua volta
volava per la prima volta. Ha anche imparato ad usare, l'e-mail e Skype.
L'esperienza di parlare in pubblico ed interagire con i giornalisti ha
rafforzato non solo l'autostima di Elena, ma anche quella delle sue colleghe,
come il documentario dipinge così bene. Elena è anche stata nominata
recentemente membro della società civile del Consiglio Governativo per gli
Affari della Comunità Rom, un organo consultivo del governo sulle tematiche Rom.
Solo un'individualità veramente forte può aver sostenuto l'esperienza recente
di un'intervista online con i lettori del server di notizie iDNES.cz, che Elena
ha voluto fare mentre eravamo a Madrid. I partecipanti alla conversazione,
alcuni firmandosi "Dottore", accusavano Elena e le sue compagne di vari motivi
clandestini, come quello di voler diventare "ricche alla svelta" - un'accusa
ridicola per chiunque abbia familiarità con i tempi del sistema legale ceco, e
le somme tradizionalmente basse dei compensi elargiti solo in casi eccezionali.
Quanti interrogavano sembravano afferrare a fatica che le doglie non sono il
momento migliore per chiedere ad una donna se volesse essere sterilizzata.
Tentavano di spiegare ad Elena che il "vero problema" era il desiderio di suo
marito di avere più figli, non quello del dottore che la sterilizzava senza il
suo informato consenso. Questo implicava che avere bambini era solo uno
stratagemma per ricevere appoggio sociale. Le hanno chiesto se fumasse, quali
voti avesse a scuola e perché non adottasse un figlio. Le hanno chiesto perché i
Rom abusino del sistema sociale, perché si perdano nel gioco, droghe e alcool -
domande razziste che non hanno niente a che fare con gli abusi dei diritti
umani.
Come era sua prerogativa, non ha risposto alle domande più ignoranti. Ha
risposto a quelle che riteneva utili, ripetendo la sua storia intensamente
personale forse per la millesima volta, nello sforzo di far capire alla gente
che non solo lei, ma molte altre, ci sono passate. Ho trovato la sua stamina
semplicemente incredibile.
Il governo ceco assumerà la presidenza UE nella prima metà del 2009, seguito
dalla Svezia. Dieci anni fa, quella nazione decise di fare quanto la Repubblica
Ceca non ha ancora fatto: riconoscere che il programma di sterilizzazione
adottato dai primi anni '30 sino agli anni '70 portava all'abuso dei diritti
umani, e compensò le vittime di questa pratica. Per quanto ne so, il
riconoscimento di questa verità non è costato niente al governo svedese nei
termini di prestigio internazionale - invece, ha sollevato la condizione del
paese fra i fautori dei diritti umani e della giustizia.
Grazie agli sforzi di quanti hanno lavorato sull'argomento delle
sterilizzazioni forzate in questo paese sin dalla fine degli anni '70, il
governo ceco ha ora un'enorme opportunità di unirsi al gruppo di quei paesi
capaci di auto-riflessione ed espiazione. La domanda è se i leader cechi hanno
abbastanza compassione per farlo.
The author is the Director of the Women’s Initiatives Network of the
Peacework Development Fund.
Di Fabrizio (del 08/08/2008 @ 09:36:50, in casa, visitato 2326 volte)
Da
Roma_Francais
LE MONDE | 02.08.08 | GENÈVE CORRESPONDANCE
Quando la Russia ha iniziato, giovedì 31 luglio a Ginevra, i suoi esami per
passare davanti al Comitato per l'eliminazione della discriminazione razziali
delle Nazioni Unite (CERD), due OnG, la Federazione internazionale delle leghe
per i diritti dell'uomo (FIDH) ed il centro Memoriale di San Pietroburgo,
pubblicano un rapporto dettagliato sulle gravi discriminazioni di cui sono
vittime i circa 500.000 Rom di Russia.
Lo studio - "Sgomberi forzati e diritto all'alloggio dei Rom di Russia" -
elabora una tabella scura sulla situazione, che riferisce molti casi di
espulsioni forzate di interi villaggi, distruzioni di case e di campagne di
stigmatizzazione. Il tutto in un contesto di grande miseria sociale, di impunità
e di diniego totale da parte delle autorità russe.
I diciotto esperti del CERD, riuniti nella 73^ sessione, dal 25 luglio al 15
agosto, per passare al setaccio gli inadempimenti dei dieci stati firmatari
della convenzione ONU sull'eliminazione della discriminazione razziale, tra cui
la Russia, avranno così numerose domande da indirizzare a Mosca, continuando
l'esame lunedì 4 agosto.
Se la recrudescenza delle aggressioni razziste contro i provenienti dall'Asia
centrale e dal Caucaso e contro gli studenti di colore - più 20% in media
all'anno - dove le derive della lotta antiterrorismo sono fatti conosciuti in
Russia, le gravi discriminazioni che soffrono i Rom, una popolazione
sedentarizzata a forza dal 1956, sono, queste, largamente passate sotto
silenzio.
Risultato di una missione sul campo che s'è svolta nel maggio 2007, il rapporto
della FIDH e del Memoriale, s'è particolarmente fermato sulla sorte dei Kelderari (30 % della
popolazione dei Rom) che hanno conservato un modo di vita tradizionale.
Ripartiti in un centinaio di villaggi in tutta la Russia, le loro terre sono
ormai l'obiettivo dei promotori immobiliari e di altri speculatori.
"A partire dal 1956, i Rom si sono visti rimettere le terre dalle autorità
locali e vi hanno costruito case spesso con semplici autorizzazioni verbali.
Spesso, non figurano nemmeno sul catasto o sui piani, spiega Olga Abramenko, del Memorial,
una specialista sui Rom arrivata a Ginevra per perorare la loro causa, a fianco
di altri sei difensori russi dei diritti dell'uomo. I villaggi, che contano dai
duecento ai mille abitanti, non hanno né numeri né nome delle strade. Risultato,
su decisione di un tribunale, si può ordinare la distruzione delle loro case e
la confisca delle loro terre senza alcun rimborso", indica la signora
Abramenko.
Così, tra febbraio e giugno 2006, gli abitanti del villaggio di
Dorozhnoe
(regione di Kaliningrad), che non erano riusciti ad ottenere dei titoli di
proprietà, sono stati espulsi. Quarantacinque case sono state distrutte dai
bulldozer, le sole due abitazioni risparmiate appartenevano a famiglie "russe".
Queste demolizioni sono state accompagnate da una campagna sulla stampa locale
che designava gli espulsi come trafficanti di droga.
Tra aprile e maggio 2007, nel villaggio di Chudovo (regione di Novgorod), gli
stessi abitanti hanno dovuto distruggere otto case. Sono previste altre
quattordici demolizioni. Nel contempo, a Kolyanovo (regione di Ivanovo) in
previsione della sistemazione dell'aeroporto, trentotto famiglie hanno accettato
le pressioni per cedere le loro abitazioni per somme irrisorie. Numerosi altri
villaggi vivono sotto minaccia di espulsione. "Vogliono cacciarci, ma dove
andremo? Occupiamo questa terra dal 1972, Abbiamo l'impressione che le autorità
vogliano che noi adottiamo nuovamente il nostro vecchio stile di vita nomade",
si lamenta Boris Mikhay - leader del quartiere di Mysovskaya, a Tioumen (Siberia),
dove sono installate 50 famiglie rom - interrogato da FIDH e dal Memoriale.
Olga Abramenko, che lavora con una dozzina di avvocati reclutati in Russia per
aiutare i Kelderari a registrare le loro abitazioni, si appoggia a un muro. Il
rapporto redatto dalla Russia in occasione del suo passaggio al CERD, non
comporta una linea sui Rom. Di solito le autorità locali negano ferocemente il
problema, avanzando argomenti "ultra-legalisti" o igienisti, per giustificare le
espulsioni.
Agathe Duparc
Di Fabrizio (del 08/08/2008 @ 09:48:13, in Europa, visitato 1936 volte)
Da
Romanian_Roma
I limiti dell'integrazione: Il settimanale rumeno
Revista 22 ha sollevato la questione sull'integrazione dei Rom in Romania ed
in Europa: "Se fossimo onesti e studiassimo un poco la Storia, ci accorgeremmo
che l'integrazione dei Rom in una società organizzata è un'idea nuova. Per
secoli, i Rom hanno vissuto ai margini della società, in Persia, negli Imperi
Bizantino e Ottomano, in Gran Bretagna e nell'Europa Centrale e Orientale. Hanno
beneficiato della debolezza e della corruzione della società maggioritaria,
com'è attualmente il caso della Romania dove i clan Rom non avrebbero potuto
diventare ricchi senza la corruzione degli amministratori pubblici e della
polizia. Non possono integrarsi da un giorno all'altro, non possono
integrarsi neanche sotto pressione, non possono integrarsi in uno Stato debole e
corrotto, dove è più conveniente infrangere la legge che rispettarla. Questo è
ciò che ci insegna l'integrazione dei Rom in Spagna, che è riuscita meglio di
quella dei paesi dell'Europa Centrale e Orientale. Sfortunatamente, le OnG ed il
governo rumeno, come pure la UE hanno oltrepassato la questione: dove investire
miliardi di euro in programmi per i Rom, se sono usati da un'amministrazione
inefficiente ed illegale.
Di Fabrizio (del 08/08/2008 @ 19:09:27, in Europa, visitato 1447 volte)
Di Fabrizio (del 09/08/2008 @ 08:57:11, in media, visitato 1621 volte)
Da
Czech_Roma
La fotografa turca freelance
Gülbin Özdamar ha
passato molto tempo fotografando il popolo Romani mentre viveva nel 2007 nella
Repubblica Ceca e rivela quello che chiama "il razzismo e la discriminazione"
che vi ha trovato.
Gülbin di Eskişehir, 28 anni, ha frequentato il seminario World Press Photo
in Turchia nel 2002-2003, dice che ha iniziato un progetto per focalizzarsi
sulla minoranza Romani "stigmatizzati come "zingari" dalla maggioranza dominante
nella cittadina del nord est di Usti Nad Labem."
Dice Gülbin: "La via Matiční è vista come il quartiere "zingaro" ed il
governo locale ha costruito un muro nel 1999 per separare i Romani dai Cechi. La
ragione adotta fu di prevenire l'inquinamento ambientale causato dalla
spazzatura lasciata dagli zingari. Ma la ragione principale furono il
pregiudizio e l'immagine negativa che i nativi hanno degli zingari. Così il muro
fu costruito per isolare la minoranza Romani di Matiční."
"C'è un'organizzazione sociale che organizza alcune attività per i bambini
zingari, ma non è abbastanza. Alcuni non possono nemmeno andare alla scuola
normale. La maggior parte di loro va alle scuole speciali isolati dai bambini
Cechi."
Gülbin è una laureata del Dipartimento di Giornalismo all'Università Anadolu
di Eskişehir ed ha una borsa di studio della Scuola Film e TV (FAMU)
dell'Accademia di Arti dello Spettacolo di Praga.
Ha esposto nella capitale ceca come pure in Gran Bretagna ed in USA, ed ha
curato un'esposizione intitolata Sommossa Intima supportata dalla FAMU.
"Ho usato una Contax G2 col telemetro di 28 mm. e lenti da 50 mm." dice Gülbin.
"Preferisco prendere tutte le mie foto con la luce naturale."
Vedi la
galleria (9 immagini)
Di Fabrizio (del 09/08/2008 @ 09:39:45, in Europa, visitato 1940 volte)
Da
Roma_und_Sinti
DW-WORLD.D DEUTSCHE WELL
Diritti Umani | 05.08.2008
Il Consiglio dei Sinti e Roma Critica la Discriminazione in Germania
I Membri della comunità dei Rom e dei Sinti dicono che ancora affrontano la
discriminazione in Germania
Il Consiglio Centrale delle comunità Sinti e Rom in Germania ha rilasciato
lunedì 4 agosto un rapporto ad Heidelberg, criticando quello che loro vedono
come un tasso inaccettabile di attacchi razzisti contro i Sinti e i Rom.
Il rapporto viene sulle gambe delle richieste di misure più effettive
dall'Unione Europea per proteggere le minoranze.
Rappresentanti dalla Germania stanno dando una versione alla commissione ONU
sul razzismo a Ginevra, circa i programmi statali e le leggi per combattere il
razzismo e la discriminazione. Questa mossa, d'altra parte, non è abbastanza, ha
detto un portavoce per i Sinti e i Rom.
Il loro rapporto parallelo accusa la polizia di manipolazione in alcuni casi.
"Ancora oggi, qualcuno nel sistema di polizia tedesco perpetua la
discriminazione contro le minoranze come i Sinti e i Rom," si legge nel
rapporto. Puntualizzano che alcuni poliziotti usano termini peggiorativi come
zingari e vagabondi ed altri sinonimi per i sospetti quando devono compilare i
rapporti di polizia.
Inoltre, il rapporto del consiglio sottolinea le preoccupazioni sui gruppi di
destra che agitano il razzismo su Internet.
DW staff (cat)
Di Sucar Drom (del 09/08/2008 @ 23:42:20, in blog, visitato 1820 volte)
Buone vacanze a tutti...
Sole, mare, monti, vacanze... ma i problemi in questa Italia non vanno certo in
ferie. Le splendide coste non sono più così splendide, il mare non è più così
pulito, gli italiani non hanno più grandi disponibilità economiche per
trascorrere lunghi periodi di riposo lontano dalle città...
Auschwitz-Birkenau, critiche al Governo italiano
I responsabili di alcune associazioni rom polacche e tedesche hanno criticato le
misure prese dal governo italiano per censire gli abitanti dei "campi nomadi".
In occasione di una cerimonia nell'ex campo di sterminio nazista di
Auschwitz-Birkenau, il capo dell'Associazione dei rom in Polonia, Roman
Kwiatkowski...
La politica del riciclo
Magari ci avrò capito poco. O magari la colpa è dei giornali, compreso quello su
cui scrivo ora. Ma sta di fatto che quest’estate le notizie sparate in prima
pagina mi sembrano per lo più altrettante bufale, storielle buone per i grulli.
O meglio, non tanto le notizie: gli annunci di noti...
Bari, notti sotto le stelle
L’iniziativa del primo cineforum in insediamento rom per bambini, “Notti sotto
le stelle”, ha riscosso un meritato successo e ha attirato circa 500 spettatori
nel corso delle cinque serate. Organizzato dalla cooperativa Artezian, della
comunità rom di Bari-Japigia, e dall’associazione interculturale barese Vox...
Vico del Gargano (FG), festambientesud
Il titolo, nonché tema della rassegna, è «teatro civile». Non solo civilissimo,
ma anche entusiasmante e commovente è stato l'inizio di questo festival,
approfondimento spettacolare di Festambientesud, che dal debutto dell'anno
scorso a Monte Sant'Angelo, si è insediato o...
Paese indegno popolo indegno, quello italiano
Le due bambine rom morte annegate nel mare di Napoli, i cui corpi sono coperti
da pezzi di stoffa che lasciano visibili i loro piedi, giacciono abbandonate
sulla spiaggia al sole (in attesa di...?), nella palese indifferenza dei
bagnanti che passano o che si crogiolano al sole a pochi metri. Le foto diffuse
in tutto il mondo sono eloquenti. Paese indegn...
Roma, il Casilino 900 è "controllato"
La guerra ai rom continua. Al Casilino 900 dopo l’agitazione del comitato di
quartiere e l’udienza concessagli da Sindaco e Prefetto, pronto è stato
l’intervento delle autorità. Ma non per migliorare l’infimo livello di vita dei
650 individui costretti a vivere in una baraccopoli la cui mis...
Olimpiade, l'Italia cerca la pagliuzza...
Un gesto di dissenso contro la violazione dei diritti umani in Cina, come
potrebbe essere quello di disertare la cerimonia d’apertura del prossimo 8
agosto. A chiederlo agli atleti italiani il presidente d...
I sindaci sceriffi, la Lega Nord cambia il Paese
Da oggi i sindaci delle città saranno "protagonisti e non comprimari della
sicurezza sul territorio". Così il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha
commentato il decreto attuativo che concede più poteri ai sindaci sottolineando
che, d'ora in avanti, è fondamentale una "collaborazione virtuosa" tra tutti i
soggetti coinvolti e agg...
Roma, il Ministro Mara Carfagna ha visitato il “campo nomadi” di Tor de' Cenci
Il “campo nomadi” di Tor de' Cenci non sarà chiuso, almeno per il momento. E'
quanto emerso dal sopralluogo nell'insediamento rom, alle porte di Roma,
effettuato oggi pomeriggio dal ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna,
accompagnata dal sott...
Mantova, solidarietà al Sindaco
Manifestiamo piena solidarietà al Sindaco di Mantova, Fiorenza Brioni, a seguito
della grave intimidazione ricevuta. Siamo rimasti molto colpiti e turbati dal
gravissimo atto di minaccia esplicita al nostro Sindaco...
Ue, la politica non ha fermato l’intolleranza verso i Rom e i Sinti
Rapporto impietoso sull’Italia dell’Agenzia Ue sui diritti fondamentali. «Tutto
parte da Ponticelli». Uno spartiacque. C’è un prima e un dopo Ponticelli. Perché
dallo scorso 10 maggio, quando il campo nomadi alle porte di Napoli è stato
assaltato, l’Italia è divent...
I Rom rumeni, indesiderabili in Italia e in Francia
Benché cittadini dell'Unione Europea, i Rom subiscono sgomberi, espulsioni e
schedature. Indesiderabili, in Francia come altrove in Europa, i Rom,
sballottati da una bidonville all'altra, sono regolarmente oggetto di sgomberi.
Il che permette di schedare progressivamente l'in...
Padova, dal "campo nomadi" alla città
Si può demolire un pregiudizio come un muro, tirando su un altro muro, fatto di
mattoni e calce? Il luogo comune da picconare è quello che vuole Rom e Sinti
indissolubilmente abbinati a "campi nomadi", roulotte e camper. A provarci
insieme sono una comunità di sinta di Pad...
Ue, il Ministro Maroni ha dimostrato di voler collaborare
Il 1 agosto 2008 la Commissione Europea ha ricevuto il rapporto del ministro
dell’Interno Roberto Maroni sulle misure di censimento dei Rom e Sinti che
vivono nei cosiddetti “campi nomadi” e il testo dei decreti legislat...
Di Fabrizio (del 10/08/2008 @ 08:51:08, in Europa, visitato 2140 volte)
Da
Roma_Daily_News
TOWARD FREEDOM
Scritto da Reuel S. Amdur - martedì 5 agosto 2008
Bimbo Zingaro in Kosovo (Photo reprinted from
Flickr)
I nazisti non li hanno uccisi tutti, ma i razzisti in Europa Orientale ed in
Italia stanno tentando di rendere miserabile la vita per quanti sono ancora
intorno. Sto parlando di un popolo variamente conosciuto come Rom, Roma, Romany, Sinti,
e Zingari. Il macello dei Rom da parte dei nazisti è poco documentato, risulta
che abbia riguardato da 200.000 ad un milione e mezzo di loro, che equivale
all'80% della loro popolazione di allora in Europa. La loro continua
persecuzione ha portato ad una crescente richiesta di asilo politico in Canada.
Nel 1997, un gran numero di Rom cechi raggiunse il Canada a seguito della
produzione di un programma televisivo su quanto i Rom erano trattati bene in
Canada. Come risultato dell'afflusso, il Canada impose registrazioni sui visti,
che furono richiesti dal novembre 2007. Dal 2001 al 2007, 123 Cechi chiesero
rifugio in Canada, ma dallo scorso novembre a marzo di quest'anno sono stati
267, probabilmente tutti Rom. Perché fuggivano?
Secondo l'avvocato Max Berger di Toronto, che rappresenta qualcuno di loro,
"Mi hanno detto che è per i pestaggi e le minacce degli skinhead e dei
neo-nazisti." Paul St. Clair, direttore esecutivo del Centro Comunitario Rom di
Toronto, da una versione più dettagliata. Su circa 40 famiglie con cui ha
lavorato nei mesi recenti, "Sette donne incinte sono state picchiate e colpite
allo stomaco dagli skinhead. Quattro non possono più concepire. Un'altra donna,
incinta di otto mesi, è stata picchiata allo stomaco e ora sua figlia segni
permanenti dell'attacco."
St. Clair ha detto che gli skinhead portano coltelli e mazze da baseball con
delle cinghie che avvolgono intorno ai polsi e che usano per attaccare i Rom
nelle stazioni della metropolitana e altrove. Come risultato, riferisce St.
Clair, i Rom hanno paura di prendere la metropolitana. Gli skinhead lanciano
pietre e bottiglie molotov verso le case dei quartieri Rom, a volte invadono le
dimore, assaltando chi è dentro e distruggendo le proprietà. Quando questi
hooligan sono condannati per i loro attacchi contro i Rom, a volte vengono
comminate sentenze leggere o viene sospesa la sentenza. Recentemente, un nuovo
gruppo, che si autodefinisce Guardia Nazionale e celebra il compleanno di
Hitler, organizza marce e colpisce chiunque incontri con la pelle scura,
gridando: "La Repubblica Ceca è per i bianchi!" Questo gruppo è un ramo della
Magyar Gàrda ungherese.
Non dovrebbe essere sorprendente sapere che i Rom affrontano discriminazioni
nel lavoro nella Repubblica Ceca. Anche i politici condividono il pregiudizio
contro di loro. Nel 1997, Liana Janackova, una sindaca locale, propose di pagare
i due terzi del biglietto aereo ai Rom che partivano e rinunciavano alla
cittadinanza ceca. Nel 2006, disse ad una riunione che "Io sono razzista. Sono
contraria all'integrazione dei Rom e che vivano nel distretto." Lei è sia
sindaca che senatrice, è vice-presidente del Comitato del Senato sui Diritti
Umani. Il Senato ha rifiutato di revocarle l'immunità parlamentare per
permettere alla polizia di procedere per l'accusa di istigare l'odio con i suoi
discorsi. Soltanto13 dei 54 Senatori presenti erano a favore di toglierle
l'immunità.
Una donna arrivata in Canada nel 1997 come richiedente asilo fu alloggiata
dalle autorità migratorie in un motel a Toronto, davanti a cui si radunarono
alcuni razzisti locali per dimostrare contro i Rom. La sua prima reazione fu che
stava rivivendo la situazione ceca anche lì. Ma si rasserenò nel vedere la
polizia che arrivava là per proteggere i Rom.
Sfortunatamente, la discriminazione dei Rom non avviene solo nella Repubblica
Ceca. Le donne Rom protestano contro la sterilizzazione forzata non solo là, ma
anche in Slovacchia e Ungheria. Ed ora il governo italiano ha preso una
posizione apertamente razzista.
Alcuni campi Rom in Italia sono stati distrutti, ed il governo di destra di
Silvio Berlusconi ha intrapreso di prendere le impronte digitali ad ogni Rom nel
paese, cittadino o no. I Rom sono vittime pure in altri paesi europei. La
brutalità della polizia è un problema in Macedonia. Violenze razziste anti-Rom
sono successe in Russia, dove politici e media fanno a gara di dichiarazioni
razziste.
In Ucraina, i Rom sono stati allontanati dalle loro case. Alle vittime di
violenza degli skinhead è stato detto che gli autori delle violenze non potevano
essere identificati e che non si poteva avere accesso ai documenti di accusa. In
molti paesi dell'Europa Orientale, i bambini Rom sono segregati in scuole
speciali, spesso con la scusa che siano mentalmente deficienti. In Bulgaria,
Amnesty International (AI) ha identificato attacchi degli skinhead con
l'indifferenza della polizia, come pure la brutalità della polizia. AI riporta
anche brutalità della polizia in Grecia contro giovani Rom. La Grecia ha espulso
i Rom dai quartieri trasformati per le Olimpiadi 2004, senza aiutarli a trovare
una sistemazione alternativa - una violazione, nota AI, del Patto Internazionale
sui Diritti Economici, Sociali e Culturali, a cui la Grecia aderisce.
L'Europa ha molto lavoro da fare per far cessare le discriminazioni ed i
maltrattamenti dei Rom e migliorare le loro condizioni di vita. Parlando in
generale, i Rom sono spesso disoccupati, vivono nella povertà e nello squallore,
soffrono di cattiva salute e ricevono inadeguata istruzione.
Il Decennio dell'Inclusione Rom è iniziato nel 2005, con i seguenti paesi
firmatari: Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Ungheria, Macedonia, Romania,
Serbia, e Slovacchia. Tre quarti di Rom non completano la scuola primaria. La
povertà è superiore cinque volte al tasso degli altri cittadini di questi paesi.
L'aspettativa di vita per i Rom nell'Europa Centrale e Meridionale è di dieci
anni inferiore a quella degli altri cittadini. Doppia la mortalità infantile
nella Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria. I bambini Rom sono più portati ad
avere deficienze vitaminiche, anemia, malnutrizione e persino rachitismo. E'
stato trovato che la tubercolosi in una comunità Rom serba è due volte e mezza
superiore alla media nazionale, una tendenza che probabilmente si può altrove
nella regione. Queste ed altre nazioni in Europa hanno bisogno di affrontare per
forza questi problemi nella decade ed oltre. Devono anche marginalizzare i
desideri della sindaca ceca Liana Janackova.
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