Conoscere non significa limitarsi ad accennare ai Rom e ai Sinti quando c'è di mezzo una disgrazia, ma accompagnarvi passo-passo alla scoperta della nostra cultura secolare. Senza nessuna indulgenza.
L'azienda Frutana Gold a Frıdek-Místek opera da oltre 15 anni ed è stata
premiata il mese scorso col certificato Ethnic Friendly Employer. La ditta
produce e distribuisce soprattutto patate sbucciate e bollite, ma ha iniziato
anche l'elaborazione di altre verdure. Pochi si rendono conto conto che oltre il
50% dei 25 dipendenti della compagnia sono Rom.
"All'inizio anche noi eravamo preoccupati, come molte ditte nella Repubblica
Ceca, sull'impiegare dei Rom, ma col tempo ci siamo convinti che vogliono
lavorare, che lavorano davvero onestamente e bene, se dai loro un'opportunità
per mettersi alla prova. Siamo lieti di poter dare un esempio agli altri
cittadini ed imprese e contribuire a migliorare la mutua convivenza," ha detto
Zdeněk Majer, CEO della compagnia.
L'azienda processa ogni mese oltre 100 tonnellate di patate ed altre verdure.
Quest'anno ha iniziato la produzione la sua affiliata in Slovacchia, che pure si
sta sviluppando con successo.
Majer si è recato a Praga per il conferimento del premio, assieme ad un
piccolo gruppo di dipendenti rom, che hanno ringraziato il loro capo. Il video
della cerimonia (solo in lingua ceca) è disponibile su
RomeaTV.
Di Fabrizio (del 21/07/2011 @ 09:53:31, in lavoro, visitato 1292 volte)
Segnalazione di Alberto Maria Melis
MODAFFERI:
"VORREMMO TORNARE A GARANTIRE CONTINUITÀ LAVORATIVA"
Reggio Calabria - Non disperdere il patrimonio di competenze acquisite nel
settore della raccolta dei rifiuti solidi ingombranti, la preziosa esperienza di
integrazione lavorativa dei Rom a Reggio Calabria, il modello virtuoso, primo a
Reggio, di riutilizzo sociale dei beni confiscati alla ndrangheta. Questo
l'appello lanciato da tempo dalla cooperativa Rom 1995 guidata da Domenico Modafferi ad Istituzioni e cittadinanza quando, lo scorso anno non fu prevista
la condizione di subappalto dello smaltimento dei rifiuti ingombranti
nell'ultimo bando indetto dal comune di Reggio Calabria.
Rassicurazioni furono rivolte e adesso, che non si riesce più a garantire la
continuità lavorativa di prima, sarebbe tempo di rassicurazioni concrete e di
risposte. Qualche spiraglio si è aperto nei mesi scorsi con due delibere,
concretizzatisi poi in convenzioni, dell'allora Giunta comunale Raffa, nelle
quali l'esecutivo comunale di Reggio rispondeva solo in parte alle promesse
formulate in più occasioni in passato. Si tratta dell'impegno di affidare il
servizio di sgombero di uffici comunali o di competenza comunale, tra cui anche
quelli giudiziari, ossia il servizio di raccolta e smaltimento di componenti di
arredo fuori uso. Contratto sottoscritto che ha lavoro, pur se occasionalmente,
ai 18 dipendenti della cooperativa per un mese circa. Si tratta di una
situazione ancora afflitta da precarietà, atteso che sono gli uffici comunali a
dover avanzare una richiesta affinché si possa lavorare. L'altra delibera,
invece, attiene alla specializzazione dell'isola ecologica che attende di
diventare punto di conferimento di rifiuti apparecchiature elettriche e
elettroniche (RAEE) provenienti da rivenditori e commercianti.
La cooperativa Rom 1995, comunque, ha compiuto passi importanti non solo dal
punto di vista dei servizi erogati alla cittadinanza ma anche sotto il profilo
della dimensione educativa cui da sempre aspirava con l'apertura alle scuole e
alle giovani generazioni affinché conoscessero questo modello di integrazione
sociale e lavorativa e di sostenibilità ambientale e questa esperienza di
restituzione alla collettività di un bene sottratto a famiglie dedite al
malaffare.
Dunque sottoscritto a marzo un accordo con l'assessorato all'Ambiente della
Provincia di Reggio Calabria, retto da Giuseppe Neri, per favorire
l'informazione in materia di educazione ambientale. La cooperativa dunque ha
avviato una fruttuosa collaborazione con il Laboratorio territoriale di
Educazione ambientale della Provincia di Reggio Calabria. Il protocollo d'Intesa
siglato impegna alla realizzazione congiunta del progetto “La tutela
dell'ambiente attraverso un percorso di integrazione sociale”, finanziato dalla
Provincia e che contempla diversi ambiti: il rafforzamento delle attività della
stessa cooperativa mediante una migliore gestione ambientale dei cicli
lavorativi e un aumento della sicurezza per i lavoratori; la collaborazione
della Cooperativa sociale Rom 1995 con il Laboratorio territoriale di educazione
ambientale della Provincia di Reggio Calabria per le attività di formazione
rivolte ai cittadini ed alle scuole del territorio provinciale ed
all'aggiornamento periodico del sito istituzionale “infea.provincia.it” con
contributi in tema di riciclo e recupero dei rifiuti e di sviluppo sostenibile;
l'attuazione, all'interno della propria sede, ospitata all'interno di un bene
confiscato alla 'ndrangheta percorsi informativi e visite guidate rivolte a
gruppi di cittadini e a scuole del territorio.
Un riconoscimento importante alla cooperativa Rom 1995, solo un altro passo
verso quella rinascita che da tempo si auspica, affinché le buone prassi non
vadano disperse ma tutelate e diffuse.
Circa 6.000 musicisti lavoravano a Sulukule, quartiere di Istanbul densamente
popolato da Rom, che una volta era centro di intrattenimento. I residenti furono
trasferiti dall'area circa due anni fa.
Un'agenzia statale si prepara a lanciare un progetto volto ad offrire più
posti di lavoro alla comunità rom in Turchia. Mentre i rappresentanti della
comunità danno il benvenuto alla proposta, si aspettano che i lavori siano a
loro "familiari"
Istanbul, 20/07/2011 - L'Agenzia Turca per l'Impiego, o İş-Kur, ha
annunciato un nuovo progetto inteso a creare più opportunità di lavoro per i
membri della comunità rom turca.
Il progetto si focalizzerà specificamente sulle province con alti tassi di
popolazione rom, ha detto Mustafa Biçerli, direttore capo di İş-Kur.
"Ora stiamo trattando con organizzazioni rom di 16 città differenti, come
Çanakkale, Edirne, İzmir e Tekirdağ," ha detto Biçerli all'agenzia
Anatolia. "I Rom sono tra gli svantaggiati nel trovare un lavoro, ma vogliamo
cambiare questa situazione."
Il progetto mira a creare corsi di formazione professionale per i membri
della comunità rom e fornire posti di lavoro garantiti ai partecipanti.
"La maggior parte dei Rom lavora senza sicurezza sociale. E' importante
offrire loro lavoro anche in altri settori," ha detto Biçerli.
Il tasso di disoccupazione tra i Rom turchi è del 97%, secondo Şükrü Pündük,
presidente dell'Associazione di Solidarietà e per il Mantenimento della Cultura
dei Rom di Sulukule.
"La maggior parte dei Rom sono musicisti, ed il resto raccoglie cartoni dalla
spazzatura," ha detto al telefono Pündük all'Hürriyet Daily News.
Circa 6.000 musicisti lavoravano a Sulukule, quartiere di Istanbul densamente
popolato da Rom, che una volta era centro di intrattenimento, dice Pündük,
aggiungendo che i residenti furono trasferiti dall'area quando questa venne
compresa in un processo di rigenerazione urbana nel 2009.
Lavorare in settori familiari
"Tutti quanti lavoravano là hanno perso il lavoro e da allora non hanno più
trovato nulla. Erano musicisti, per questo è importante trovare settori dove
possano svolgere il loro lavoro. E' importate anche per la nostra cultura," ci
ha detto Pündük.
Concorda
Erdem Gürümcüler della EDROM, o Federazione Rom di Edirne.
"Siamo molto lieti che İş-Kur voglia dare avvio ad un progetto
simile. Dovrebbero creare anche opportunità di lavoro per le nostre donne e i
giovani," ci ha detto Gürümcüler.
"I Rom sono gran lavoratori e se viene loro offerta l'opportunità faranno del
loro meglio," ha aggiunto. "Non sono solo musicisti e ballerini, ma è importante
notare che in questi campi hanno una lunga storia e necessitano più opportunità
di lavoro nella musica e nelle aree dell'intrattenimento."
Gökmen Dunar, presidente dell'"Associazione Solidarietà, Sopravvivenza e
Promozione Cultura dei Rom di Izmir Fayton", ha emesso una dichiarazione alla
stampa sulla sua esperienza all'Ospedale Rieducativo e di Ricerca a Tepecik. Vi
si è recato per verificare con i propri occhi, se le lamentele udite a proposito
di pazienti rom discriminati a causa della loro identità etnica fossero corrette
o meno.
Gökmen Dunar ha detto nella sua dichiarazione di essere andato all'ospedale
come un normale paziente rom. Dunar sostiene che i pazienti rom riconosciuti a
causa del colore della loro pelle, sono pedinati dal servizio di sicurezza per
paura che possano rubare qualcosa e che quando ci sono troppi pazienti rom,
l'altoparlante dell'ospedale annuncia: "Si prega di fare attenzione alle vostre
borse. Noi non siamo responsabili se sono rubate..." Dunar ha detto che
pure lui è stato discriminato dai dottori e dalle infermiere quando è stato
riconosciuto come Rom, e quando è andato dal direttore dell'ospedale per
spiegargli la situazione, questi non ha voluto parlare con lui. L'associazione
ha contattato diverse fondazioni pubbliche perché dessero luogo ad un'indagine
sull'ospedale.
I fatti dell'Ospedale Rieducativo e di Ricerca a Tepecik hanno suscitato
vaste reazioni tra gli zingari e tutti i cittadini sensibili. La gente si
aspetta che l'amministrazione dell'ospedale dia spiegazioni convincenti su
questi incidenti.
Per informazioni più dettagliate: Gökmen Dunar
Tel: (90) 535 650 98 79
Proseguiranno da Settembre sino a Dicembre 2011 iniziative ed eventi inerenti
"Il lavoro femminile. Un filo lungo centocinquant'anni" progetto realizzato e
curato da Maria Concetta Petrollo Pagliarani e Francesca Boccini. L'evento ha
ricevuto l'onorificenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
L'Antica Sartoria Rom presenterà la nuova collezione di abiti disegnati per la
primavera-estate 2012. La progettazione della collezione verrà realizzata per
l'occasione oltre che dalle maestranze Rom della Cooperativa, anche dalle
anziane testimoni dell'antica tradizione Rom, oggi ancora residenti nei campi
nomadi della capitale.
Tutti i tessuti saranno in fibra naturale, come era in uso in epoca
tardottocentesca, periodo cui l'Antica Sartoria Rom si ispira e i ricami
verranno realizzati a mano.
Durante la manifestazione verranno proiettati video che mostrano il lavoro
svolto dalle donne Rom all'interno della cooperativa.
La poetessa Dale Zaccaria leggerà suoi testi, poesie sul tema Rom con traduzione
in lingua Romanesc (lingua rumena Rom ) di Magdalena Dinca (donna e sarta
dell'Antica sartoria Rom).
In Romania, gli artigiani si adeguano alle tendenze della
"moda".Di Mihaela RODINA (AFP) – 3 sept. 2011
MIRONEASA - "Sono fiero del mio lavoro e felice che i miei prodotti siano
apprezzati", dice Vasile Anusca, cestaio come suo padre e i suoi avi. Come lui,
centinaia di rom rumeni beneficiano di un progetto che tenta di adattare alle
odierne mode, i loro mestieri tradizionali.
Davanti alla sua casa di "torchis" (misto di argilla e fibre vegetali su
struttura di legno) di Mironeasa (nord-est della Romania), con intorno alcuni
dei suoi tredici figli, prepara con cura i ramoscelli di vimini che saranno
trasformati con destrezza in cesti per la frutta, da uno dei suoi nipoti.
"Questo mestiere non ci rapporta molto, ma almeno ci permette di nutrire la
famiglia", interviene suo fratello Viorel Anusca, 51 anni, lui stesso padre di
undici figli.
Tempo fa, chi con un enorme sacco riempito di cucchiai di legno, chi di un
mucchio di cesti per raccogliere le pannocchie, i fratelli Anusca attraversavano
di parte in parte la regione per barattare i loro prodotti con patate o fagioli.
Ormai, grazie al progetto "Romano Cher" (La Casa dei Rom) messo in opera da una
società di consulenza, la KCMC, gli oggetti di legno o di vimini di numerosi
artigiani Rom possono essere venduti, tra l'altro anche via internet
(http://www.mestesukar.ro), a tutte le latitudini del mondo.
Già l'inverno scorso, dei "kit pupazzo di neve" (comprendendo naso, occhi,
bottoni di legno e scopa) fabbricati da rom di Peris (sud) sono stati venduti
con molta facilità a Bruxelles.
Inoltre, un vestito fatto di piccole placchette di alluminio forate, creato da
orafi del sud del paese, sarà presentato prossimamente durante sfilate di moda a
Bucarest e a Parigi.
Gli Anusca hanno usufruito di una formazione di tre mesi per imparare nuove
tecniche e fabbricano oggi giocattoli e vassoi di legno, e mobili in vimini.
Questo villaggio incollato contro una collina verdeggiante, conta circa tremila
abitanti, la maggiore parte dei quali si consacra all'agricoltura di sussistenza
o lavora come braccianti. Una trentina di rom hanno raggiunto questo programma,
sperando che il loro saper fare gli aiuterà a scampare dalla povertà che
caratterizza la loro comunità.
Solo il 27% dei rom rumeni in età lavorativa hanno un impiego stabile, secondo
uno studio realizzato per conto della fondazione Soros.
L'anello mancante.
"Si tratta di un progetto di economia sociale, il quale mira ad assicurare
entrate costanti alle persone che vi partecipano, ma anche ad migliorare la vita
della comunità, creando per esempio delle scuole materne", dichiara all'AFP Luis
Turcitu, responsabile locale del "Romano Cher".
Una seconda parte del progetto prevede l'organizzazione di laboratori
itineranti, per permettere al pubblico di vedere gli artigiani Rom al lavoro e
perfino di provare a creare un braccialetto o un ferro da cavallo. Come
Cristina, madre di due bambine che si accingono a intrecciare un cesto in una
tenda montata a Vama Veche, stazione balnearia sulle rive del mar Nero, la quale
osserva: "E' bello questo laboratorio, perché scopriamo un lato della
popolazione rom che contrasta con l'immagine negativa riflessa abitualmente dai
media".
Beneficiando di cinque milioni di euro di fondi strutturali dall'Unione Europea,
questo progetto "mira alla creazione di un anello mancante tra l'abilità dei rom
e la richiesta di mercato" spiega Mircea Nanca, direttore delle comunicazioni
del KCMC.
E aggiunge: mentre altri progetti mettono in evidenza la riconversione come
mezzo d'inserimento sociale, "Romano Cher vuole invece integrare i rom
valorizzando nuovamente le loro occupazioni tradizionali", insistendo sul
"legame stretto tra mestiere e identità culturale" osservato in questa comunità.
E' così che i Rom sono cestai, ramai, maniscalchi, falegnami o musicisti di
padre in figlio. Inoltre i membri dei differenti gruppi si mescolano molto
raramente.
Secondo il Sig. Nanca, una trentina di "cooperative artigianali" saranno avviate
per tutto il paese a partire dal 2013 e un migliaio di rom seguiranno corsi per
perfezionare le loro capacità.
"Questo progetto sarà una riuscita se, al di là delle parole, la gente con la
quale lavoriamo sentirà che la sua vita è migliorata e se la percezione dei
rumeni riguardo ai mestieri e alla cultura dei rom cambierà un pochino", afferma
il Sig. Nanca.
La minoranza rom di Romania conta ufficialmente cinquecentotrentacinque mila
membri, ma secondo le ONG, sarebbero di fatto un paio di milioni in un paese di
ventidue milioni di abitanti.
Di Fabrizio (del 26/09/2011 @ 09:05:51, in lavoro, visitato 1710 volte)
Cingeneyiz.org 15/09/2011: I raccoglitori di rifiuti solidi chiedono una
ricicleria
I rappresentanti di gruppi di cittadini principalmente di origine zingara che
campano con la raccolta di cartoni e rottami, si sono recati nell'ufficio di Hakan Tütüncü,
sindaco del quartiere di Kepez nella regione di Antalia (città sul
Mediterraneo). I rappresentanti hanno chiesto l'appoggio di Hakan Tütüncü nel
costruire un centro di riciclaggio per la raccolta e la rivendita dei rifiuti
solidi.
Hakan Gezer - presidente dell'associazione rom Muratpaşa, Ferhat Uçakdağ
- presidente dell'associazione Cultura, Cooperazione, Solidarietà Sociale dei
Rom di Antalia, Doğan Arkın - presidente della Federazione Rom di
Aydin, [...] hanno spiegato le loro richieste al sindaco. Tütüncü a sua volta ha
risposto che non ci sono spazi liberi per realizzare il centro di riciclaggio e
che chiederà alle fondazioni pubbliche di trovare una zona adatta in Antalia.
La raccolta di cartoni e rottami è una delle più comuni forme di sussistenza
tra i cittadini di diversi gruppi zingari: Rom in Tracia, Marmara e nella
regione dell'Egeo, Abdali nell'Anatolia centrale ed orientale, Dom nel sud-est
della Turchia, per lo più campano di queste raccolte in difficili condizioni.
In Abruzzo nel mese di maggio 2011 è stato avviato il progetto Fattoria
sociale bravalipè per dare occupazione ai giovani, in particolare giovani rom.
L'iniziativa è stata promossa da una partership composta da associazione
RomSinti@ politica, Centro studi e ricerche CILICLO', Azienda agricola Ciattoni.
Obiettivo ambizioso dell'iniziativa è di avviare due fattoria sociali in
provincia di Chieti e di Pescara per dare occupazione a 15 giovani.
Dopo un periodo di preparazione dell'iniziativa dal 22 agosto 2011 sono iniziate
le assunzioni di giovani e dai primi di settembre QUATTRO giovani rom sono stati
regolarmente assunti e svolgono le attività agricole della fattoria.
Nelle prossime settimane saranno assunti altri giovani rom e non rom e nel mese
di Marzo 2012 le assunzioni di dovrebbero completare con 15 giovani che
lavorano.
I promotori dell'iniziativa in queste settimane stanno valutando la possibilità
di apertura di punti vendita dei prodotti della fattoria sociale in alcune
città, iniziativa che potrebbe dare occupazione ad alcune ragazze.
Portiamo a conoscenza che da ogni regione italiana è possibile acquistare i
prodotti della fattoria sociale, attualmente i prodotti disponibili per la
spedizione sono: miele ed olio extravergine di oliva biologico.
Nelle prossime settimane ci sarà una conferenza stampa dei promotori
dell'iniziativa e dei giovani che già lavorano nella fattoria per informare
l'opinione pubblica, i media, gli enti locali e le istituzioni dell'iniziativa,
per sfatare il pregiudizio che " i rom non vogliono lavorare" , ma anche per far
conoscere che i progetti destinati alla popolazione romanì devono essere
adeguati ai bisogni della persona rom coinvolta nell'ottica della "normalità" e
con il rifiuto di ogni forma di assistenzialismo.
Di Fabrizio (del 30/09/2011 @ 09:51:01, in lavoro, visitato 1484 volte)
...che abbiano lavorato in Italia per almeno due anni consecutivi dalla
data dell’11 gennaio 2008. Lo può richiedere anche un datore di lavoro diverso.
23 settembre 2011: Lo ha chiarito il Ministero dell’interno con la
circolare n. 6914 del 12 settembre 2011.
Il 22 marzo scorso ha preso il via la procedura on line, attiva fino al 31
dicembre 2011, per la presentazione delle domande di nulla osta per lavoro
stagionale prevista dal DPCM del 17 febbraio 2011 che consente l'ingresso in
Italia di 60.000 lavoratori extracomunitari stagionali. Novità di quest’anno la
possibilità di richiedere un nulla osta pluriennale per quei lavoratori,
cittadini dei Paesi indicati nel decreto, che siano già entrati in Italia per
prestare lavoro subordinato stagionale per almeno due anni consecutivi. Una
grande semplificazione per i datori di lavoro che, consapevoli di avere bisogno
del lavoratore anche per le stagioni future, il prossimo anno potranno
confermare l’assunzione del lavoratore indipendentemente dal decreto flussi
stagionale. Ma i due anni consecutivi devono essere immediatamente antecedenti
la data di presentazione della domanda? Può presentare la domanda un datore di
lavoro diverso da quello per cui si è già lavorato? A queste domande, poste
dalle Questure, ha risposto il Ministero dell’interno attraverso la circolare n.
6914 del 12 settembre 2011. Per quanto riguarda "i due anni consecutivi",
chiarisce il Ministero, si intendono due anni a partire dall’11 gennaio 2008,
data in cui è entrato in vigore il sistema di rilevazione delle comunicazioni
obbligatorie di assunzione "indispensabile per verificare l’effettiva
sussistenza dei due pregressi rapporti di lavoro stagionali" mentre, per quanto
riguarda il secondo quesito "si ritiene che il datore che presenti, per la prima
volta, l’istanza di rilascio del nulla osta pluriennale possa essere anche
persona diversa da quella delle due precedenti annualità".
Di Fabrizio (del 14/10/2011 @ 09:02:19, in lavoro, visitato 1883 volte)
11 ottobre, 17:19
Progetto pilota al via a Scampia e Secondigliano
(ANSA) - NAPOLI, 11 OTT - Non solo i napoletani, ma anche i rom faranno la
raccolta differenziata. Con questa finalita' e' stato siglato oggi un protocollo
d'intesa tra Prefettura, Comune e Provincia di Napoli. L'intesa prevede la
realizzazione di un progetto pilota per avviare la raccolta differenziata
all'interno dei campi nomadi di Cupa Perillo a Scampia e al Campo Nuovo di
Secondigliano.
Elemento caratterizzante che la raccolta sara' affidata agli abitanti stessi dei
campi. Due gli obiettivi a cui tende il progetto: l'opportunita' per i rom di
partecipare a progetti formativi di lavoro e, allo stesso tempo, il
miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie degli insediamenti. (ANSA).
Raccolta differenziata al campo rom di Scampia
Noiconsumatori.org martedì 11 ottobre 2011 - 5:57:07 PM - Autore: Paola Di
Matteo Pisani: "Urgono interventi più approfonditi e mirati per l'igiene e la
sicurezza. Fondamentale l'apertura dello svincolo
Siglato oggi il protocollo d'intesa tra Comune di Napoli, Provincia e Prefettura
per avviare la raccolta differenziata nel campo rom di via Cupa Perillo a
Scampia ed nel Campo Nuovo di Secondigliano. Un progetto pilota, questo, che si
propone due obiettivi primari: il miglioramento delle condizioni
igienico-sanitarie all'interno dei villaggi e l'occasione per i nomadi di
partecipare a progetti formativi.
"E' un buona notizia per i residenti e per tutti quei nomadi che finora hanno
vissuto nella mortificazione dei diritti umani – afferma l'avvocato Angelo
Pisani, Presidente dell'VIII Municipalità -. Tuttavia per il quartiere di
Scampia urgono interventi più approfonditi e mirati che noi da tempo invochiamo
alle autorità. Oltre alla raccolta differenziata bisogna innanzitutto assicurare
costantemente la pulizia e la sicurezza, nello specifico agire per una vera e
propria bonifica di questi luoghi dalla sporcizia e dal rischio epidemie e
ripristinare la legalità - spiega Pisani - delocalizzando i campi rom abusivi ed
illegali, operazione che permetterebbe anche il recupero della funzionalità
dello svincolo dell'Asse Mediano chiuso da oltre 25 anni e mai aperto proprio a
causa delle baracche e dei rifiuti di ogni genere".
Il progetto, inoltre, prevede anche un sistema di videosorveglianza nei pressi
del campo rom e nelle zone di raccolta, aspetto di cui il presidente Pisani si
dice "soddisfatto e fiducioso per un'immediata installazione delle videocamere
- un punto fondamentale su cui abbiamo insistito tanto - estremamente necessarie
per controllare e prevenire gli sversamenti illegali".
Napoli, raccolta differenziata: progetto pilota nei campi Rom DI REDAZIONE IL DENARO – MARTEDÌ 11 OTTOBRE 2011,
Un progetto pilota per la raccolta differenziata all'interno dei campi nomadi
di Scampia e Secondigliano affidata agli stessi abitanti dei villaggi.
Sottoscritto oggi un protocollo d'intesa tra l'ente di Piazza Matteotti, il
Comune di Napoli e la Prefettura. Il progetto elaborato dalla Provincia di
Napoli è finanziato dal Ministero dell'Interno – Dipartimento per le Libertà
Civili e l'Immigrazione – su proposta del Prefetto di Napoli, con la concessione
di un contributo straordinario 200 mila euro nell'ambito di un più ampio disegno
progettuale destinato a realizzare interventi a carattere assistenziale in
favore delle popolazioni nomadi.
LE RISORSE
Una parte del finanziamento è stata già utilizzata in favore dei minori Rom con
borse di studio e con progetti in ambito sportivo che hanno avuto UNA MASSICCIA
adesione; oltre 110 mila euro saranno, invece, destinati al progetto della
raccolta differenziata. Gli insediamenti nomadi sono generalmente caratterizzati
da precarie condizioni igienico sanitarie e, molto spesso, sono ricettacolo di
rifiuti di varia tipologia. L'iniziativa intende dunque rafforzare le attività
di di inclusione sociale della comunità nomadi.
LA FORMAZIONE
Il progetto, che interessa due villaggi, sarà affidato per la realizzazione agli
stessi Rom, che saranno preventivamente formati, a cura dell'amministrazione
provinciale. Per le attività di raccolta è previsto l'utilizzo di sei operatori
organizzati da un coordinatore con il compito di redigere un programma di
raccolta, organizzare in turni il lavoro dei singoli operatori, verificare il
raggiungimento degli obiettivi, gestire l'occorrente per le attività, mantenere
i rapporti con le istituzioni e con le aziende coinvolte, redigere un rapporto
mensile sull'andamento del progetto. Gli operatori avranno i compiti di ritirare
i rifiuti a domicilio secondo le disposizioni del programma di raccolta,
depositare quanto raccolto nella vicina isola ecologica o negli spazi che
verranno indicati dall'Asia, fornire informazioni agli abitanti sulle modalità
della raccolta differenziale, controllare il territorio per quanto attiene
l'igiene ambientale. L'iniziativa presentata alla comunità nomade che ne ha
condiviso i contenuti, ha carattere sperimentale per la durata di nove mesi. Se
il risultato sarà positivo l'esperienza sarà estesa ad altri insediamenti. In
costruzione, intanto, un nuovo villaggio a Scampia il cui progetto è finalmente
arrivato alla fase esecutiva.
Napoli, la raccolta differenziata arriva al campo Rom
Ecodallecitta.it - mercoledì 12 ottobre 2011 18:46 Siglato un protocollo d'intesa tra Prefettura, Comune e Provincia di Napoli che
prevede la realizzazione di un progetto pilota per avviare la raccolta
differenziata all'interno dei campi Rom di Scampia e Secondigliano
L'11 ottobre il presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro, il prefetto
di Napoli, Andrea De Martino, il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, hanno
firmato un accordo per la realizzazione di un progetto pilota per avviare la
raccolta differenziata negli insediamenti Rom di Cupa Perillo a Scampia e al
Campo Nuovo di Secondigliano.
Il progetto è stato elaborato dall’Amministrazione provinciale di Napoli e
finanziato dal Ministero dell’Interno. La raccolta sarà affidata agli abitanti
stessi dei campi. Due gli obiettivi a cui tende il progetto: l'opportunità per i
rom di partecipare a progetti formativi di lavoro e, allo stesso tempo, il
miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie degli insediamenti.
"Se a Napoli la raccolta differenziata la faranno i rom, che per i nostri
costumi oggettivamente vivono in condizioni precarie e disagiate, allora non
vedo chi possa più esimersi da questo dovere civico" ha dichiarato il presidente
della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro. "La valenza di questo progetto, voluto
dalla mia amministrazione e portato avanti con successo dall’assessore Marilù
Galdieri - ha aggiunto Cesaro - è duplice: innanzitutto è portatore di messaggi
di integrazione, visto che gli attori ed i realizzatori dello stesso saranno
proprio le comunità nomadi; in secondo luogo perché, grazie a questa iniziativa,
si potranno contrastare fenomeni quanto mai frequenti quali roghi di rifiuti e
suppellettili spesso individuati proprio presso i campi nomadi. Tale progetto,
inoltre, si inserisce nel solco della piena collaborazione con l’amministrazione
comunale di Napoli, perché ribadisco - ha concluso Cesaro - che solo con la
sinergia delle varie istituzioni il territorio potrà puntare ad un suo effettivo
rilancio".
"Oggi in prefettura - ha detto poi l’assessore provinciale al lavoro ed alle
risorse umane, Marilù Galdieri - ho parlato con Nino, rom in rappresentanza
della comunità di Secondigliano e di Scampia. Credono fermamente in questa che
vedono anche come un’ opportunità di migliorare la vita all’interno dei campi e
di formazione spendibile anche in un futuro lavorativo. Mi piacerebbe, ad
esempio, che proprio qualche rom, un domani, possa spiegare a noi napoletani
come effettuare correttamente la raccolta differenziata".
Dai campi nomadi all'atelier di alta moda, sfidando i cliche' sugli
zingari e superando diffidenze e antiche ruggini legate alle diverse etnie
SASSARI - Dai campi nomadi all'atelier di alta moda, sfidando i cliche' sugli
zingari e superando diffidenze e antiche ruggini legate alle diverse etnie. E'
il sogno di nove ragazze Rom di etnia serba e bosniaca che vivono in campi
separati alla periferia di Carbonia, nel Sud Sardegna, e che da alcuni mesi
partecipano al progetto Zingaro', una formazione nel settore della moda che dopo
un periodo di apprendistato consentira' alle partecipanti di entrare, con un
ruolo da protagoniste, nel mondo del lavoro sartoriale.
L'iniziativa, finanziata dall'assessorato regionale delle Politiche sociali, e'
una delle ottantacinque che fanno parte del progetto Ad Altiora, nato per il
sostegno all'integrazione attraverso il lavoro e l'identita'. Zingaro' sara' il
marchio della linea di moda che realizzeranno e commercializzeranno le prime
sarte Rom della Sardegna, ma e' anche il nome di un documentario che raccontera'
le loro storie, le aspettative e la realta' in cui vivono, a partire dalla vita
quotidiana nei campi nomadi e nei luoghi di lavoro.
Il progetto, nato da un'idea dell'Enaip (Ente Nazionale Acli Istruzione
Professionale), e' stato presentato stamattina a Sassari da Ottavio Sanna,
presidente regionale delle Acli, e dallo stilista Gian Giuseppe Pisu, che ha
insegnato alle nove future stiliste - dopo un difficile periodo iniziale ora
amiche inseparabili - i segreti del mestiere e poi le ha ospitate per uno stage
nel suo atelier di Ittiri. ''Inizialmente non e' stato semplice - spiega Sanna -
convincere le nove ragazze, che hanno tra i 18 e i 35 anni, a lasciare il campo
e a frequentare le lezioni nel nostro centro di formazione di Iglesias. Prima di
capire che avevano davanti un'eccezionale occasione di affermazione personale e
di autonomia economica, hanno dovuto vincere le resistenze dei mariti e dei
componenti della comunita' Rom''.
Superato il periodo di formazione, le nove partecipanti hanno avviato una
bottega all'interno della comunita' San Lorenzo di Iglesias e per cinque mesi,
grazie al finanziamento regionale, avranno un piccolo rimborso mensile. Ma il
loro obiettivo e' la creazione di un'impresa: un'attivita' giornaliera e stabile
di sartoria per uomo, donna e bambino con il marchio autoironico Zingaro'. Gli
abiti e gli accessori realizzati durante la formazione dalle nove aspiranti
stiliste saranno presentati sabato 22 ottobre, alle 19, a Villa Mimosa, la sede
sassarese di Confindustria. Entro Natale e' in programma una presentazione anche
a Carbonia e magari, un giorno forse non lontano, anche nelle piu' importanti
passerelle in Italia e in Europa.
L'evento patrocinato da Enaip, si svolgerà sabato a Carbonia
Nove donne tra i 18 e 35 anni, tutte ospiti di alcuni campi rom di Carbonia
(Ci), sono diventate stiliste grazie al progetto Zingarò dell'Enaip, l'Ente di
formazione professionale delle Acli, e a un finanziamento della Regione Sardegna
all'interno del bando "Ad altiora". Sabato 22 ottobre 2011 alle ore 19.00 a
Villa Mimosa, via Alghero 49 a Sassari, le "stiliste"presenteranno le prime
venti creazioni in una sfilata di moda. Un'altra sfilata è prevista per dicembre
a Carbonia.
Il progetto è stato presentato il 18 ottobre a Sassari, presso la sede della
Federazione anziani pensionati delle Acli, da Ottavio Sanna, presidente delle
Acli della Sardegna, e da Gian Giuseppe Pisuttu, titolare insieme ad Anna Maria
Baldinu, dell'atelier "De Modè" di Ittiri. A gennaio 2011, quando era partito Zingarò, alcune ragazze non avevano mai usato ago e filo: ora, dopo cinque mesi
trascorsi a nell'atelier di Pisuttu e altri cinque come tirocinanti pagate nella
bottega S. Lorenzo di Iglesias, le donne hanno aperto una loro sartoria a
Carbonia e vogliono lanciare un marchio, "Zingarò", che ricordi nei colori caldi
e negli inserti in tessuto le origini nomadi.
Oltre al taglio e al cucito, il progetto prevedeva anche l'insegnamento di
nozioni di matematica e di italiano per favorire l'integrazione di queste donne
nella società. Ogni fase di Zingarò è stata filmata e sarà presentata in un
documentario che da un lato fa conoscere la vita della comunità rom, dall'altro
sottolinea gli aspetti più importanti del lavoro di sarta: dal disegno alla
scelta delle stoffe alle prove che riducono, anche da un punto di vista fisico,
la distanza tra clienti e mondo nomade.
È possibile vedere una piccola anteprima del documentario su:
vimeo.com
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